Le onde A tempo Lunghezza donda λ Il movimento di unonda viene rappresentato da una curva...
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Transcript of Le onde A tempo Lunghezza donda λ Il movimento di unonda viene rappresentato da una curva...
Le onde A
tempo
Lunghezza d’onda λ
Il movimento di un’onda viene rappresentato da una curva sinusoidale. I parametri sono: la lunghezza d’onda λ (distanza tra due creste), l’ampiezza A che corrisponde alla massima altezza della cresta rispetto alla linea di base, la frequenza ν, che indica il numero di onde che passano in un dato punto nell’unità di tempo. La teoria ondulatoria pensa alla luce come a delle onde che si propagano nello spazio alla velocità c. c=λν
A
prisma
Rifrazione della luce solare
fenditura
sorgente
1 , 2 , 3 ….
La luce bianca è policromatica. Un pennello di luce selezionato da una sottile fenditura e fatto cadere su un
prisma triangolare di vetro si divide in un insieme di colori che si susseguono con continuità. L’insieme delle strisce
colorate è chiamato spettro continuo.
schermo
prisma
schermo
Rifrazione della luce
1
1
2
2
sorgente
fenditura
Una radiazione luminosa costituita da un solo colore viene detta “monocromatica”.
Lo spettro elettromagnetico3x104 3x106 3x10243x10223x10203x10183x10163x10143x10123x10103x108 (Hz)
onde radio
microonde
IR UV
raggi X
raggi
La luce visibile rappresenta solo una piccola porzione dello spettro delle onde elettromagnetiche. Le onde meno
energetiche si trovano sulla sinistra dello spettro, mentre quelle più energetiche e quindi pericolose per gli esseri viventi, sulla
destra. I danni biologici si possono avere a partire dalle interazione tra le cellule e i raggi UV di tipo B.
Spettro visibile
L’effetto fotoelettrico
Il comportamento della luce non sempre può essere spiegato come propagazione di onde. Quando la natura interagisce con
la materia mostra una natura corpuscolare, cioè si può considerare formata da granuli di energia, i fotoni. I fotoni viola e
blu, infatti, hanno energia sufficiente per espellere elettroni da un metallo (ad esempio il cesio).
Energia del fotone: E=hν
h= costante di Planck= 6,6.10-34Js
Spettri atomici degli atomiSe si fa passare la luce emessa da un filo metallico riscaldata da una fiamma attraverso una fenditura e
quindi attraverso un prisma di vetro, si ottiene la sua scomposizione nei colori dell’arcobaleno. La
serie dei colori ottenuto viene chiamata spettro continuo ed è tipico dei solidi e dei liquidi portati
all’incandescenza. Se, invece, si analizza la luce emessa da una lampadina contenente del gas
rarefatto riscaldato, ad esempio idrogeno, si otterrà uno spettro costituito da righe colorate. Tale spettro viene denominato spettro a righe. La posizione e la
sequenza di tali righe è caratteristica per ogni elemento analizzato
Spettri atomici: spettri a righe
Spettro a righe
Violetto 410,2 nmBlu 434,1 nm
Verde 486,1 nmRosso 656,3 nm
Idrogeno (H)
800 700 600 550 500 450 400
Ampolla con idrogeno
Generatore di alta tensione
Schermo opaco
FendituraPrisma
Lastra fotografica
Gli spettri atomici
Idrogeno (H)
Sodio(Na)
Mercurio (Hg)
800 700 600 500 400
Lunghezza d’onda (nm)
Spettro continuo
Spettro a righe
Il modello planetario
Forza centrifuga
Forza elettrostatica
La forza elettrostatica che trattiene l’elettrone all’interno dell’atomo è controbilanciata dalla forza centrifuga, collegata al suo movimento su un’orbita circolare.
Sottoposto a continua accelerazione, l’elettrone dovrebbe irradiare energia, cadendo sul nucleo con moto spiraliforme. Se tale energia fosse emessa sottoforma di radiazione elettromagnetica, darebbe origine ad uno spettro continuo. Gli spettri atomici, invece, sono a righe.
Il modo con il quale Ruthford aveva sistemato gli elettroni attorno al nucleo entrò in crisi.
Live
llo 0
Energia continua Energia discontinua
Spettro continuo e discontinuo
L’atomo secondo Bohr
• Finché un elettrone ruota nella sua orbita non perde energia per irradiamento
• Se si somministra energia ad un atomo, gli elettroni assumono quanti di energia e si spostano su orbite più esterne a più alto contenuto di energia
• Quando l’elettrone cade su un livello di energia inferiore, l’atomo emette luce caratteristica; la luce emessa compare come riga colorata nello spettro a righe
• L’energia della luce emessa o assorbita è uguale alla differenza fra le energie delle due orbite
Il modello atomico a strati Il modello di Bohr prevede l’esistenza di livelli di
energia, denominati anche gusci o strati, in cui si trovano le varie orbite che l’elettrone può percorrere.
I livelli di energia delle orbite, che l’elettrone dell’idrogeno può raggiungere dipendono dal
numero quantico principale n. Tale numero può assumere solo valori interi 1,2,3… Il livello di
energia più basso per l’idrogeno è quello con numero quantico n=1. Tale livello viene detto
fondamentale ed ha energia uguale a E1. I livelli di energia superiore E2,E3….. sono chiamati stati
eccitati perché l’elettrone può raggiungerli solo se riceve una sufficiente quantità di energia.
Energia luminosa (luce)
2-Stato eccitato 3-Ritorno allo stato fondamentale con
emissione di un fotone
n=3
n=2
n=1n=1
n=2
n=3
ΔE= E2-E1= hν=6,6.10-34Js.ν(in s-1)= energia del fotone emesso
n = numero quantico principale, indica il contenuto di energia dell’orbita
Energia termica (calore)
n=3
n=2
n=1
1-Stato fondamentale
Atomo di idrogeno
RH
E= n2
H= costante di Rydberg=21,79.10-19J n= numero quantico principale
Ene
rgia
(J)
-21,79.10-19
-5,45.10-19
-2,42.10-19
-1,36.10-19
-0,87.10-19
-0,61.10-19
0
n=1
n=2
n=3
n=4
n=5 n=6
n=∞
Diagramma dei livelli energetici quantizzati per l’atomo di idrogeno
Lo spettro di emissione dell’idrogeno
a b c d e f serie delle linee di Lyman (che compaiono nell’UV)
a b c d serie delle linee di Balmer(nel visibile)
a b c d
serie di Paschen ( nell’infrarosso)
∞65432
1
Le quattro righe nel visibile corrispondono a salti degli elettroni dai livelli più esterni al livello n=2, e sono caratterizzate dalle seguenti lunghezze d’onda:
n6 n2= 410,2 nm; n5 n2= 434,1 nm; n4 n2= 486,1 nm; n3 n2= 656,3 nm. Successivamente l’elettrone passa dal livello 2 al livello 1 emettendo una
radiazione UV invisibile.
2000 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0
Lunghezza d’onda nm
Serie di Paschen (infrarosso)Serie di Balmer (visibile)
Serie di Lyman
(ultravioletto)
a b c d a b c d e abcdef
Spettro dell’idrogeno
Il modello di Bohr non era in grado di spiegare lo spettro a righe degli elementi aventi più di un elettrone. E’ stato necessario, quindi, modificarlo. Si è mantenuta l’idea dei livelli di energia, che trova un riscontro nell’evidenza sperimentale, mentre è diventato necessario abbandonare il concetto di orbita. Per spiegare la posizione degli elettroni rispetto al nucleo si utilizzerà un modello matematico che introduce il concetto di probabilità. La distribuzione dell’energia attorno al nucleo in livelli, o strati, ci permette di parlare di “modello atomico a strati”. Gli elettroni sono tenuti legati al nucleo dalla forza di attrazione elettrostatica tra cariche positive ( i protoni del nucleo) e cariche negative (gli elettroni stessi). Questa forza dipende dalla carica del nucleo cioè dal numero di protoni, e dalla distanza tra nucleo ed elettrone.
I sottolivelli energeticiI livelli sono numerati dal più basso al più alto. Per n=1 si ha
il livello più basso. Gli altri livelli sono n=2, n=3, n=4, n=5, n=6, n=7. Questi sette livelli sono in grado di descrivere
come si dispongono gli elettroni di tutti gli elementi conosciuti. Ciascun livello di energia è suddiviso in
sottolivelli. Il primo livello è costituito da un solo sottolivello, il secondo da due, il terzo da tre, il quarto da quattro e così via. I primi quattro sottolivelli si indicano con le lettere s, p,
d, f. La teoria prevede anche l’esistenza dei sottolivelli g, h, i, l, m, ma questi non servono per descrivere le strutture
elettroniche degli elementi noti. Il numero massimo di elettroni che possono essere ospitati da un livello di energia
si può facilmente calcolare grazie a questa formula:
numero massimo di elettroni = 2 x n2
L’ordine di riempimento dei sottolivelli
1s
2s
3s 3p
4s
3d
4p
5s
4d
5p
6s
4f
2p
7s
6d
5f
6p
5d
7p
1s
2s
3s
4s
5s
6s
7s
3p
2p
5p
4p
6p
5d
4d
3d
4f
5f
7p
6d
Livello Sottolivelli
1 1s 2 2
2 2s
2p
2
6
8
3 3s
3p
3d
2
6
10
18
4 4s
4p
4d
4f
2
6
10
14
32
5
5s
5p
5d
5f
2
6
10
14
32
6 6s
6p
6d
2
6
10
18
7 7s 2 2
Numero massimo di elettroni nel
sottolivello
Numero massimo di elettroni nel livello
ENERGIA DI PRIMA IONIZZAZIONEE’ l’energia necessaria per strappare da un atomo allo stato gassoso un elettrone e portarlo a distanza infinita dal nucleo.
3+ --
-
Li (g)
3+ -- -+
Li+(g) elettrone
Li (g) + 520 kJ/mol Li+(g) + e-
Energia
N
1401
2856
4578
7475
9443
53252
64360
Energie di ionizzazione successive alla prima
E1
E2
E3
E4
E5
E6
E7
E8
E9
E10
Li
520
7300
11850
Be
900
1757
14890
21004
B
801
2425
3658
25021
32820
C
1086
2350
4620
6221
37822
47280
O
1314
3389
5296
7468
10989
13321
71322
84080
F
1681
3376
6045
8409
11021
15162
17863
92012
106430
Ne
2081
3964
6133
9362
12181
15243
20002
23073
115381
131430
Se si segue per lo stesso atomo l’andamento delle energie di ionizzazione, si nota un brusco aumento corrispondente allo strappo di un elettrone da un livello completo, dopo che tutti
gli elettroni sono stati allontanati.
Esaminando i dati di tutte le energie di ionizzazione dei vari atomi si giunge alla conclusione che gli elettroni occupano via, via, i livelli energetici a partire da quello più vicino al nucleo. Solo quando un livello è completo passano a quello successivo
Li(g) + Ei’ Li+(g) + e- Ei’= 520 kJ/mol
Li(g) + Ei’’ Li++(g) + e- Ei’’=7297 kJ/mol
Li(g) + Ei’’’ Li+++(g) + e- Ei’’’=11816 kJ/mol
L’energia necessaria per togliere il secondo elettrone dal litio è 14 volte più grande di quella necessaria per togliere il primo. Ciò si spiega ammettendo che la distanza tra nucleo e secondo elettrone sia inferiore rispetto a quella tra nucleo e primo elettrone. Possiamo concludere immaginando il secondo elettrone nel primo livello, più vicino al nucleo. Naturalmente in questo livello si trova anche il terzo elettrone del litio.