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Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza
I decadimenti γ
Lezione 8

Decadimenti γ (Cenni da cap. 9 del Krane)
• I decadimenti γ consistono nel passaggio di un nucleo da uno stato eccitato ad uno stato di energia più bassa, accompagnato dall’emissione di un fotone. – Nel modello a shell: transizioni di un nucleone da un livello all’altro – Moti collettivi in nuclei con grande A
• Processo elettromagnetico – decadimenti α: interazioni forti – decadimenti β: interazioni deboli – estensione del fenomeno classico: irraggiamento elettromagnetico dovuto a
cariche in moto accelerato – probabilità di transizione dalla regola d’oro di Fermi
• Ci permetterà di illustrare un concetto generale: regole di selezione • È possibile anche il processo inverso:
– assorbimento di un fotone – cinematica del decadimento e assorbimento risonante – effetto Mossbauer
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Lezioni del dott. Turra

Ripasso
• Supponiamo di aver risolto un problema di Schrödinger:
• le autofunzioni: – spettro continuo spettro discreto: – in caso di simmetrie, classificabili anche con altri numeri quantici:
• costituiscono un insieme ortonormale e completo – – qualunque funzione può venire espressa come combinazione lineare di
autostati:
– Il prodotto scalare con un autostato è il coefficiente di tale sviluppo:
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i!∂ψ∂t
= Hψ
k k = p / ! En
n, l,m,P,…
ψ(x) = d3k∫ ck k + cn,l,m n, l,m,…n,l,m…∑
k ψ(x) = ck, n, l,m,…ψ(x) = cn,l,m
k ʹk = δ(k− ʹk ), k ʹn , ʹl , ʹm = 0, n, l,m ʹn , ʹl , ʹm = δn, ʹnδl, ʹlδm, ʹm
Energia Momento angolare e componente z
Parità

Regola d’oro
• Se aggiungiamo una perturbazione V, gli autostati di H evolvono nel tempo:
– Il termine V mescola diverse autofunzioni di H
– Da un trattamento rigoroso, la probabilità per unità di tempo che,
dato uno stato iniziale |n,l,m〉, evolva in uno stato finale |nf,lf,mf〉 è data dalla regola d’oro di Fermi:
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i!∂ψ∂t
= (H +V )ψ i! ∂∂tn, l,m = En,l,m n, l,m +V n, l,m
n, l,mV
cn1,l1,m1 n1, l1,m1 +cn2 ,l2 ,m2 n2, l2,m2 +
cn3,l3,m3 n3, l3,m3 +
cn4,l4,m4 n4, l4,m4 +…
Pi→ f =2π!
nf , l f ,mf V n, l,m 2 ρ Ef( )Spettro discreto: numero di stati finali accessibili
Spettro continuo: dNf/dEf densità di stati finali accessibili

Regole di selezione
• Lo studio delle probabilità di transizione: in generale permette di determinare delle proprietà dell’interazione V. – o viceversa, se si fa un’ipotesi sull’interazione V, si possono
determinare le probabilità di transizione da confrontare con osservazioni sperimentali.
• In particolare l’osservazione empirica dei possibili stati finali in cui uno stato iniziale può evolvere risulta in regole di selezione:
– o viceversa, data un’interazione V, spesso alcune sue proprietà di simmetria, ci permettono di prevedere quali transizioni sono possibili e quali proibite.
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Pi→ f =2π!
nf , l f ,mf V n, l,m 2 ρ Ef( )
osservazione di Pi→ f ⇔ nf , l f ,mf V n, l,m ≠ 0non osservazione di Pi→ f ⇔ nf , l f ,mf V n, l,m = 0

Dipolo elettrico
• Per esempio, supponiamo di avere un’interazione proporzionale al momento di dipolo elettrico di un nucleo: – operatore di dipolo: d=qr – q=Ze carica del nucleo
• Gli stati del nucleo sono classificabili in base al loro spin ed alla loro parità (oltre che alla loro energia)
• Gli stati risultanti dall’applicazione dell’operatore d hanno parità opposta rispetto agli stati iniziali
– regola di selezione: un’interazione mediata dal dipolo elettrico (es.: V=E⋅d), può solo causare transizioni con cambio di parità.
• Interazioni proporzionali al dipolo magnetico µ invece mantengono invariata la parità:
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En, J,mJ ,ηP
P d En, J,mJ ,ηP( ) = −d( )ηP En, J,mJ ,ηP = −ηP d En, J,mJ ,ηP( )
P µ En, J,mJ ,ηP( ) = +µ( )ηP En, J,mJ ,ηP =ηP µ En, J,mJ ,ηP( )

Dipolo elettrico
• Un’altra regola di selezione si ottiene considerando il momento angolare (componente z): – verifichiamo le regole di commutazione:
– viene naturale considerare le combinazioni lineari d+ e d-:
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= −i! x ∂∂y− y ∂
∂x⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟qx= xpy − ypx( )qxLzdx = i!dy + dxLz= i!qy+ qx −i!( ) x ∂
∂y− y ∂
∂x⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟
= −i! x ∂∂y− y ∂
∂x⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟qy= xpy − ypy( )qyLzdy = i!dx + dyLz= −i!qx + qy −i!( ) x ∂
∂y− y ∂
∂x⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟
= −i! x ∂∂y− y ∂
∂x⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟qz= xpy − ypy( )qzLzdz = dzLz= qz −i!( ) x ∂
∂y− y ∂
∂x⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟
d± =dx ± idy
2Lzd+ = Lz 1
2dx + idy( ) = 1
2i!dy + dxLz( ) + 1
2i −i!dx + dyLz( ) = !d+ + d+Lz
Lzd− = Lz 12dx − idy( ) = 1
2i!dy + dxLz( )+ 1
2−i( ) −i!dx + dyLz( ) = −!d− + d−Lz

Dipolo elettrico
• L’applicazione di d ad autostati di Lz, ne cambia l’autovalore:
• Nel caso di V=E⋅d – V=Exdx+Eydy+Ezdz: definendo E±=(Ex±iEy)/√2 – V=E-d++Ezdz+E+d-
– regola di selezione: Δm=mf-m=0,±1
• Estendendo il discorso a L2, si può dimostrare che V|En,J,mJ,ηP〉 ha momento angolare compreso tra J+1 e |J-1|
• d si comporta come un oggetto di momento angolare l=1
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Lz d+ En, J,mJ ,ηP( ) = Lzd+( ) En, J,mJ ,ηP = !d+ + d+Lz( ) En, J,mJ ,ηP = 1+mJ( )!d+ En, J,mJ ,ηP
Lz dz En, J,mJ ,ηP( ) = 0+mJ( )!dz En, J,mJ ,ηP
Lz d− En, J,mJ ,ηP( ) = −1+mJ( )!d− En, J,mJ ,ηP
nf , l f ,mf V n, l,m2= nf , l f ,mf E−d+ +Ezdz +E+d− n, l,m
2
= nf , l f ,mf E−d+ n, l,m + nf , l f ,mf Ezdz n, l,m + nf , l f ,mf E+d− n, l,m2
mJ→mJ+1 mJ→mJ
mJ→mJ-1
mf=m+1 mf=m mf=m-1

Radiazione di dipolo elettrico
• Il motivo per cui abbiamo scelto d per gli esempi è che il più semplice fenomeno di emissione classico è quello di un dipolo oscillante:
• La potenza irraggiata è
• Per trasferirlo alla meccanica quantistica si può procedere intuitivamente: – l’energia è quantizzata: ad una frequenza ω corrispondono fotoni con E=ħω – Per stimare una probabilità di transizione da uno stato i ad uno stato f:
• sostituiamo d con 〈f|d|i〉 • Il numero di quanti emesso per unità di tempo sarà λ=P/ħω
– Non è rigoroso, ma permette di avere un’idea degli ordini di grandezza
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de-iωt E = 1
4πε0ω 2
c2r̂×d( )× r̂⎡⎣ ⎤⎦
ei ωr/c−ωt( )
r
B = 14πε0
ω 2
c3r̂×d( ) e
i ωr/c−ωt( )
r
S =ℜ(E)× 1µ0ℜ(B)
ε0µ0 =1/ c2
P = dEdt
=1
12πε0ω 4
c3d2
=1
16π 2ε02µ0
ω 4
c5r̂×d( )2 r̂
cos2 ωr / c−ωt( )r2

Radiazione di dipolo elettrico
• Esplicitamente: – irraggiamento classico:
– in termini di energia dei fotoni:
– elemento di matrice:
– costante di decadimento:
• Ordini di grandezza: –
– r0=1.6 fm
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dEdt
=1
12πε0ω 4
c3d2
dEdt
=1
12πε01!!ω( )4
!c( )3d2 =
112πε0
1!
Eγ4
!c( )3d2
dEdt
=1
12πε01!
E 4
!c( )3f d i
2f d+ i
2
f dz i2
f d− i2
⎧
⎨
⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪solo una delle componenti
conta, a seconda del Δm
λ =1Eγ
dEdt
=1
12πε01!
Eγ3
!c( )3f d i
2
f d i ≈ e( ) A1/3r0( ) λ ≈1
12πε01!
Eγ3
!c( )3e2A2/3r0
2 =13
e2
4πε0!ccEγ3
!c( )3A2/3r0
2 =13αcr0
Eγ3r03
!c( )3A2/3
=13αcr0
Eγ3r03
!c( )3A2/3 ≈
13α 2×1023s−1( ) Eγ
125 MeV⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟
3
A2/3
Carica Raggio
≈ 2.5×1014s−1 Eγ1 MeV⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟
3
A2/3

Radiazione di dipolo magnetico
• L’elemento di matrice di dipolo elettrico ha delle regole di selezione ben precise: – cambio di parità – ΔJ=0,±1 (ma non 0→0)
• Se queste non sono soddisfatte la radiazione può avvenir tramite altri operatori.
• Dipolo magnetico • Classicamente una spira percorsa
da corrente alternata irraggia
• Ripetendo lo stesso ragionamento del dipolo elettrico:
• Ordini di grandezza – Confrontando con l’espressione del dipolo
elettrico, la costante di decadimento per una transizione indotta da un dipolo magnetico è minore di un fattore
• Regole di selezione: – stessa parità – ΔJ=0,±1 (ma non 0→0)
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dEdt
=1
12πε0ω 4
c5µ2
λ =1
12πε01!
Eγ3
!c( )31c2
f µ i2
µ / cd
⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟2
=µN
ceA1/3r0
⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟
2
=e!
2mNceA1/3r0
⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟
2
=1A2/3
!c2mNc
2r0
⎛
⎝⎜
⎞
⎠⎟
2
=4×10−3
A2/3