La Marmaglia ottobre

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La Marmaglia GIORNALE CLANDESTINO DI SATIRA CRIMINALE E DI CRONACA SUR-REALE HANNO SCRITTO IN QUESTO NUMERO: JOHNNY, RUZZANTE, DORCAS GUSTINE, MR X, NIHAL, IL SOLISTA, APOTROPAICO ZUZZURELLONE, BOB, BEN, ζ ζ ζ, PDZ, MR KITE PROGETTO GRAFICO: DORCAS GUSTINE IL GIORNALE È AUTOPRODOTTO CONTATTATECI A: MAR.MAGLIA@LIBERO.IT LA MARMAGLIA (GRUPPO FACEBOOK) WWW.LAMARMAGLIA.IT (SITO UFFICIALE) La Stampa è libera La Stampa è libera La Stampa è libera La Stampa è libera La Stampa è libera La Stampa è libera La Stampa è libera La Stampa è libera Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia- a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia- a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia- a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia- a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia- a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia- a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia- a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia- ti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali non ti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali non ti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali non ti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali non ti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali non ti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali non ti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali non ti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali non - - - - - - allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: La stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure La stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure La stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure La stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure La stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure La stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure La stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure La stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor- se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor- se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor- se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor- se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor- se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor- se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor- se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor- mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op- il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op- il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op- il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op- il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op- il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op- il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op- il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op- pressivo e antidemocratico. pressivo e antidemocratico. pressivo e antidemocratico. pressivo e antidemocratico. pressivo e antidemocratico. pressivo e antidemocratico. pressivo e antidemocratico. pressivo e antidemocratico. << Non esiste nulla eccetto gli atomi e lo << Non esiste nulla eccetto gli atomi e lo spazio vuoto; tutto il resto è opinione.>> spazio vuoto; tutto il resto è opinione.>> Democrito di Abdera Democrito di Abdera Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen- critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen- critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen- critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen- critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen- critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen- critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen- critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen- te poi cestinate. te poi cestinate. te poi cestinate. te poi cestinate. te poi cestinate. te poi cestinate. te poi cestinate. te poi cestinate. Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci un articolo per La Marmaglia. un articolo per La Marmaglia. un articolo per La Marmaglia. un articolo per La Marmaglia. un articolo per La Marmaglia. un articolo per La Marmaglia. un articolo per La Marmaglia. un articolo per La Marmaglia. La Marmaglia Giornale clandestino di satira criminale e di cronaca sur-reale [email protected] www.lamarmaglia.it Guerra aperta all’indifferenza!

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la marmaglia ottobre

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La Marmaglia GIORNALE CLANDESTINO DI SATIRA CRIMINALE E DI CRONACA SUR-REALE

HANNO SCRITTO IN QUESTO NUMERO:

JOHNNY, RUZZANTE, DORCAS GUSTINE, MR X, NIHAL, IL SOLISTA,

APOTROPAICO ZUZZURELLONE, BOB, BEN, ζζζζ, PDZ, MR KITE

PROGETTO GRAFICO:

DORCAS GUSTINE

IL GIORNALE È AUTOPRODOTTO

CONTATTATECI A:

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La Stampa è liberaLa Stampa è liberaLa Stampa è liberaLa Stampa è liberaLa Stampa è liberaLa Stampa è liberaLa Stampa è liberaLa Stampa è libera Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi Non è un buon momento per la libertà di stampa: i continui attacchi di Silvio Berlusconi a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia-a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia-a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia-a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia-a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia-a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia-a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia-a tutti quei quotidiani colpevoli soltanto di dire qualcosa di scomodo per il potere, inizia-ti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali nonti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali nonti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali nonti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali nonti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali nonti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali nonti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali nonti con il “consiglio” di non concedere pubblicità ai giornali non--------allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, allineati con il presidente, sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile sono ora culminati con le dimissioni del direttore di Avvenire. Tutto ciò è inaccettabile per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: per una democrazia occidentale, dove esiste un articolo della costituzione che recita: ““““““““La stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censureLa stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censureLa stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censureLa stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censureLa stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censureLa stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censureLa stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censureLa stampa è LIBERA e non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più ”, tanto più se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor-se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor-se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor-se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor-se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor-se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor-se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor-se il ruolo dei giornali è reso ormai estremamente importante dall'imperante disinfor-mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e mazione che regna nei nostri telegiornali. La Marmaglia difende la libertà di informare e di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con di poter esprimere sempre e comunque la propria opinione, anche se in disaccordo con il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op-il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op-il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op-il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op-il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op-il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op-il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op-il potere. Esprimiamo dunque piena solidarietà con tutte le vittime di questo clima op-pressivo e antidemocratico.pressivo e antidemocratico.pressivo e antidemocratico.pressivo e antidemocratico.pressivo e antidemocratico.pressivo e antidemocratico.pressivo e antidemocratico.pressivo e antidemocratico.

<< Non esiste nulla eccetto gli atomi e lo << Non esiste nulla eccetto gli atomi e lo

spazio vuoto; tutto il resto è opinione.>> spazio vuoto; tutto il resto è opinione.>>

Democrito di AbderaDemocrito di Abdera

Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen-critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen-critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen-critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen-critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen-critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen-critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen-critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmen-te poi cestinate.te poi cestinate.te poi cestinate.te poi cestinate.te poi cestinate.te poi cestinate.te poi cestinate.te poi cestinate. Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una piccola donazione (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci un articolo per La Marmaglia.un articolo per La Marmaglia.un articolo per La Marmaglia.un articolo per La Marmaglia.un articolo per La Marmaglia.un articolo per La Marmaglia.un articolo per La Marmaglia.un articolo per La Marmaglia.

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In questi giorni bui, dove regna il male e la violenza, noi siamo qui per difendervi e salvarvi… Noi siamo le forze de bene. Mano alle armi fratelli della rivolta!!! Tutti

uniti contro il nemico comune, un avversario forte e temuto, quasi invincibile. Questo nemico non ha un volto, non ha divisa né colore, le sue armi sono più forti di mille bombe atomiche, le sue insidie sono molteplici, egli è in mezzo a noi senza che lo si sappia, ogni giorno miete migliaia di vittime, e forse il prossimo sarai proprio tu … Questo gran bastardo si fa chiamare INDIFFERENZAINDIFFERENZAINDIFFERENZAINDIFFERENZA. Ma per fortuna ci siamo qui noi per

difendervi: con questo numero avrete una dose massiccia di vaccino anti- indifferenza: infatti leggendo questo straordinario numero de “La Marmaglia”, il giornale che nutre la vostra mente affamata, scoprirete cose che nessuno vi ha mai detto: argomenti che,

speriamo, vi scuoteranno, vi faranno indignare o ridere di gusto … insomma vi renderanno meno indifferenti rispetto a ciò che accade attorno a voi. Anche questo numero presenta diverse

novità: troverete due nuovi collaboratori, PDZ e Mr. Kite, che hanno deciso di aiutarci nella nostra ardua lotta, due moderne rubriche fatte appositamente per voi, IL DIBATTITO e IL DIVORA-LIBRI, e tante altre cose belle, buone e profumate. Ma ovviamente la guerra è appena iniziata:

con questo ammasso di articoli possiamo vincere una battaglia, ma per continuare senza sconfitte abbiamo bisogno del vostro prezioso aiuto … Contribuire alla nostra causa costa poco, è facile e, forse, indolore, basta soltanto avere un’opinione e riuscire ad esprimerla in modo comprensibile, senza temere di essere criticati o giudicati. ■

Edito

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Notizie dal fronte...Notizie dal fronte...Notizie dal fronte...Notizie dal fronte...

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MM MMuu uuss ss ii iicc cc aa aa

Decibels! - Rubrica musicale di Mr Kite

The Dark Side of the Moon - Pink Floyd, 1973

Dark Side of the MoonDark Side of the MoonDark Side of the MoonDark Side of the Moon: uno dei più importanti ed influenti Rock Album della storia, insieme al Sgt. Pep-per dei Beatles, a Tommy degli Who e pochissimi altri. Con questo disco, i Pink Floyd elaborano in modo completo uno stile che si stava affermando a Londra negli anni del Progressive Rock : il “Concept Al-bum”, vale a dire un disco sviluppato interamente dietro a una storia. Con Dark Side of the Moon Dark Side of the Moon Dark Side of the Moon Dark Side of the Moon i Pink Pink Pink Pink FloydFloydFloydFloyd, formati da David Gilmour David Gilmour David Gilmour David Gilmour alla chitarra, Roger Waters Roger Waters Roger Waters Roger Waters al basso, Nick Mason Nick Mason Nick Mason Nick Mason alla batteria e da Ri-Ri-Ri-Ri-chard Wrightchard Wrightchard Wrightchard Wright, alle tastiere e sintetizzatori, decidono di affrontare il difficile tema della vita moderna: un’inutile e dolorosa rincorsa verso la follia, a “bordo”, per così dire, del denaro, della fama e del pote-re. Mai prima di allora Gilmour e Waters, i due principali autori delle canzoni, erano riusciti a trattare questo tipo di tematiche: spesso infatti, molti “fraintendevano i messaggi contenuti nelle canzoni”. Lo stesso artwork in copertina, raffigurante un prisma che incontra un fascio di luce, può essere interpre-tato come la raffigurazione del potere e dell’ambizione. Tutti i critici concordano sul fatto che il disco è fortemente contraddistinto, oltre dalle tematiche assai rivoluzionarie, da un suono estremamente pulito, limpido, a dir poco brillante, da un dosaggio perfetta-mente calibrato tra magnifiche melodie e sperimentazioni all’avanguardia di strumenti e tecniche musi-cali che avevano sempre caratterizzato lo stile dei Pink Floyd negli album precedenti, come in “The Pi-per at the Gates of Dawn” del 1967. Il disco, composto da 10 tracce, si apre con “Speak to MeSpeak to MeSpeak to MeSpeak to Me”, un’insolita trovata geniale del batterista Mason: infatti, du-rante una riunione del gruppo a casa sua, egli stesso disse: “se dobbiamo parlare della vita moderna, partiamo con un battito cardiaco”. Il brano comincia con il classico rumore del cuore mentre pulsa e anticipa i temi e le melodie dei brani successivi; da qui la musica sfocia nel brano seguente, “BreatheBreatheBreatheBreathe”, “respira”, gioiello musicale in cui risuona la ma-gnifica slide.guitar di Gilmour. Dopo questo soave momento, si passa a “On the RunOn the RunOn the RunOn the Run”, collage di musica elettronica raffigu-rante una sorta di viaggio musicale attraverso vari stati d’ani-mo, la paranoia e l’ansia. Da qui si arriva a un classico flo-ydiano, “TimeTimeTimeTime”, punto centrale dell’intero disco: lo scorrere inevitabile del tempo, l’amara consapevolezza di non poter più tornare indietro per provare a cambiare i momenti spre-cati e di essere sempre più vicini alla morte. Questo brano ha inizio con un paranoico ticchettio di lan-cette, realizzato da Waters con il basso, che si completa con un’esplosione di sveglie e di orologi che continuano a squillare per un minuto circa; dopodichè il pezzo vero e proprio prende inizio: un vivace rock-blues, interrotto dal ritornello assai melodico cantato da Wright. Riprendendo alla fine il tema di “Breathe”, si arriva al momento direi più emozionante del disco, “The Great Gig in the SkyThe Great Gig in the SkyThe Great Gig in the SkyThe Great Gig in the Sky”, una gran-dissima performance vocale da parte della session singer Clare Torry, accompagnata da un buon ac-compagnamento di pianoforte da parte del solito Rick Wright. Si chiude così la prima parte dell’album. La seconda parte è introdotta dal suono del registratore di cassa in “MoneyMoneyMoneyMoney”, una delle canzoni più po-polari, oltre che dei Floyd, della storia del Rock intera, pur non essendo comunque molto originale; in-fatti con “Money”, il gruppo comincia ad abbandonare il suo classico stile sperimentale, sporgendosi sempre più in linea al rock commerciale. Il brano seguente, “Us and ThemUs and ThemUs and ThemUs and Them”, è interamente pervaso da una atmosfera molto triste, sottolineata anche dall’arpeggio di Gilmour e dalle voci ritardate, altro effet-to pionieristico di quest’album: Waters evidenzia ancora una volta la sua ideologia filo-socialista, con-trapponendo “noi” ricchi a “loro”, poveri. Dopo “Any Colour You LikeAny Colour You LikeAny Colour You LikeAny Colour You Like” e “Brain DamageBrain DamageBrain DamageBrain Damage”, il disco si chiu-de esattamente come era iniziato: nel brano di chiusura “EclipseEclipseEclipseEclipse”, si può sentire ancora una volta il battito cardiaco, simbolo di una nuova vita che ricomincia, ci viene concessa un’altra opportunità per-ché il sole non venga di nuovo oscurato dalla luna. Chiunque, pur come me non condividendo le ideologie espresse in queste canzoni, non può comunque far altro che inginocchiarsi davanti a questo capolavoro universale.

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ConoscereConoscereConoscereConoscere il il il il futurofuturofuturofuturo con Dingo con Dingo con Dingo con Dingo POLITICAPOLITICAPOLITICAPOLITICA

♦ Veltroni eletto sindaco a Kinshasa (Congo), ma appena fonda il “Partito Democra-tico Congoniano” viene esiliato.

EVENTI STORICIEVENTI STORICIEVENTI STORICIEVENTI STORICI

♦ La salma di Umberto Bossi data in studio alla NASA, gli scienziati hanno scoperto che pigiando un pulsante sul suo orecchio la scatola cranica si apre facendo sco-prire tra gli ingranaggi una proscimmia che mette in funzione il cervello pedalando su un tapis-roulant.

♦ I Sex Pistols beatificati … la Chiesa non sa più che santi inventarsi, dopo san Du-rex e santa Finivest consacrati i sexy shop e rete 4.

♦ Medio oriente: la pace sempre più vicina … perché ridete? … stronzi!.

♦ 2112 Berlusconi è ancora vivo e a me è andato a male lo champagne.

di Ruzzante Libri &

Futu

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Nella cripta dell’abbazia di Vectis la piccola ma-no di un bambino svela un terribile segreto fatto di nomi e numeri, di vita e di morte. A Las Vegas, Mark Shackleton de-

colla verso la NTS 51, meglio nota come Area 51, preparandosi alla più pericolosa insubordinazione con cui il governo aveva mai avuto a che fare.

A New York, Will Piper aspettando la pensione si trova a dover risolvere il più difficile caso di omicidi seriali del-la sua vita.

Tre storie, tre livelli temporali che si intrecciano celando un mistero, anne-gato nel sangue e nel peccato.

Questo romanzo, il primo del self-made man Glenn Cooper, si sviluppa mantenendo una linea-rità e una semplicità di stile caratteristica di molti

scrittori americani contemporanei.

Chiaro e conciso, lega nello svolgi-mento della sua trama elementi del thriller e di fantascienza a me-tafisiche congetture che portano il lettore a interrogarsi sull’esistenza del libero arbitrio.

Sebbene l’idea di fondo sia origi-nale, spesso l’autore cade nel tra-nello della prevedibilità togliendo a un lettore attento il fascino della scoperta.

Libro nel complesso ben conge-gnato che forse avrebbe dovuto

sviluppare meglio il profilo psicologico dei perso-naggi, ma che, riprendendo il filone nato con “Il nome della rosa”, non può che piacere.

di Nihal e PDZ

Il divoraIl divoraIl divoraIl divora---- libri libri libri libri

La biblioteca dei morti di Glenn Cooper UNA SCIA DI SANGUE TINGE I SECOLI DIMOSTRANDO CHE NIENTE ACCADE PER CASO, CHE TUTTO È GIÀ STATO SCRITTO.

La Marmaglia

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Cineforum, pannelli solari, libro di testo unico, feste da urlo, convenzioni iper van-taggiose, fantomatiche auto-gestioni, la radio d'istituto... Negli ultimi anni di pro-messe e di idee ne abbiamo sentite davve-ro tante, dalle più semplici alle più invero-simili. Di queste ben poche sono state pre-se in considerazione (figuriamoci poi at-tuate) dai nostri brillanti, eccelsi, “strafighi” rappresentanti d'istituto. Del resto si sa, le promesse elettorali

non vengono quasi mai mantenute, però credevo che un limite alla faccia tosta e alla nullafacenza ci dovesse pur essere: ebbene, quest'anno mi sono ricreduto. Non solo infatti i vari Spezia, Bonvini, Com-piani e Massari non hanno mantenuto le folli promesse fatte a inizio anno, ma sono riusciti nell'assai arduo compito di non fa-re assolutamente niente per un bel pezzo del loro mandato! Non se la prendano i citati, ma credo che i fatti parlino da sé: dopo la raccolta dei soldi del pass ci era stato detto (a gennaio) che si sarebbero fatte 3 assemblee, 3 feste d'istituto, più eventuali tornei sportivi e varie convenzio-ni, visto che si era raccolta una cifra non indifferente. Il risultato (giugno): una mise-ra assemblea sulla giornata della memoria (come da tradizione) qualche (c’è chi dice 2) festa-fantasma, nel senso che nessuno ne era a conoscenza salvo pochi iniziati (forse amici dei rappresentanti? mah...), nessuna convenzione, niente tornei, nien-te di niente. Ora, io, che avevo sborsato (incosciente!) 6 euro per il pass, facendo-mi anche il sangue amaro per convincere i miei compagni di classe (ingenuo!), mi fac-cio almeno qualche domanda, del tipo "MA ‘NDOVE MINCHIA SO’ FINITI tutti 'sti soldi!?". Cioè, se dovevano bastare per svariate assemblee, feste, convenzioni e tornei, evidentemente i conti non tornano … Non vorrei pensare male, ma in ogni ca-

so è abbastanza evidente che non è stato fatto nemmeno il minimo sindacale: basti pensare che dopo la flessibilità non è sta-to convocato nemmeno un comitato stu-dentesco, quando forse era maggiormente necessario fare un bilancio dell'anno con i rappresentanti, ad esempio su temi come trimestre - pentamestre e flessibilità... Ma niente, nemmeno questo era nei program-mi dei nostri fantastici quattro... Forse a-vevano a l t re pr ior i tà , ch issà . Gradirei avere una spiegazione dai rappre-sentanti dell'anno trascorso, sperando sin-ceramente di essermi sbagliato; credo sia importante però non dimenticare ciò che è stato fatto nel passato anche nella nostra piccola realtà. Mi sa comunque che alle prossime ele-

zioni d'istituto non li voterò... ■ di Johnny

Rappresentanti o nullafacenti? Rappresentanti o nullafacenti? Rappresentanti o nullafacenti? Rappresentanti o nullafacenti?

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La necessità di un vero Stato EuropeoLa necessità di un vero Stato EuropeoLa necessità di un vero Stato EuropeoLa necessità di un vero Stato Europeo Tra il 4 e il 7 giugno scorsi si sono svolte le

elezioni per il Parlamento europeo. In questi quattro giorni i circa 500 milioni di abitanti dei 27 stati dell’Unione europea hanno eletto 736 membri di un Parlamento che non è propria-mente tale, dal momento che non si approvano leggi destinate a variare la nostra vita di cittadi-ni, come per esempio il pagamento delle tasse.

Il Parlamento europeo ha tre funzioni fonda-mentali: potere legislativo, grazie al quale può approvare le leggi proposte dalla Commissione europea, controllo democratico, che esercita su tutte le istituzioni dell’UE, e potere di bilancio, con il quale può incidere sulle spese comunita-rie. Tuttavia quando ci si trova alla vigilia delle

elezioni per il parlamento europeo accade (almeno in Italia) che ci si interessa delle riper-cussioni che esse avranno sulla politica interna del nostro Paese, senza considerare affatto che i rappresentanti lavoreranno per l’Unione Euro-pea. In un articolo uscito sul “Piccolo” Ferdinan-do Camon ha riportato alcune dichiarazioni del ministro Brunetta: discutendo con una Miss Ve-neto poi non ammessa tra le candidate al Parla-mento dice che “il Parlamento europeo non con-ta niente”. Come a dire che in fin dei conti la maggioranza di coloro che si candidano per ot-tenere un posto al Parlamento europeo non lo fa per dare un contributo allo sviluppo dell’UE, ma bensì per trarne guadagno (gli eletti infatti ricevono cospicue remunerazioni, che si vanno a sommare ai già alti stipendi percepiti dai poli-tici italiani) o altro genere di beneficio (per e-sempio quello di ottenere riscontri positivi nelle elezioni del proprio Paese). Per gli eletti onesti al contrario ci sarà un duro lavoro. Dovranno

infatti darsi da fare per noi cittadini, convincen-doci del fatto che l’Unione Europea è destinata a diventare la nostra più forte realtà, i cui poteri saranno maggiori di quelli di ogni nazione. Que-sto è il destino dell’Europa, ma nel nostro Paese molti evidentemente non lo capiscono. Proprio adesso che sarebbe necessario sentirsi più eu-ropei e italiani, distaccandosi dalle realtà provin-ciali e regionali, sentiamo proposte di legge co-me, una su tutte, l’introduzione del dialetto tra le materie studiate a scuola. Oggi sentiamo l’esigenza di uno Stato Europeo

unito nel quale ogni singolo Stato abbia funzioni regionali. Ne sentiamo la necessità perché la quasi totalità dei problemi che ci colpiscono, lo fanno a livello europeo: basti pensare alla crisi finanziaria, a quella ambientale (che riguarda tutto il mondo, non solo l’Europa) o al problema dell’immigrazione. Purtroppo il processo di unifi-cazione in un unico Stato europeo dà l’idea di essere un processo assai lungo e faticoso, che finirà varie volte in fasi di stallo a causa di pau-re, insicurezze e egoismi nazionali. La speranza è l’ultima a morire, e chissà che un giorno si arriverà finalmente a questa unione tanto desi-derata da noi e dai padri fondatori.■

Un occhio agli esiti delle elezioni europee:Un occhio agli esiti delle elezioni europee:Un occhio agli esiti delle elezioni europee:Un occhio agli esiti delle elezioni europee:

di Mr X N

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EPPEPPEPPEPP: Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani)

26-5 eletti

S&DS&DS&DS&D: Gruppo dell'Alleanza pro-gressista dei Socialisti e dei De-mocratici al Parlamento europeo

18-4 eletti

ALDEALDEALDEALDE: Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa

84 eletti

GREENS/ EFAGREENS/ EFAGREENS/ EFAGREENS/ EFA: Gruppo Verde/Alleanza libera europea

55 eletti

ECRECRECRECR: Conservatori e Riformisti europei

54 eletti

GUE/ NGLGUE/ NGLGUE/ NGLGUE/ NGL: Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

35 eletti

EFDEFDEFDEFD: Gruppo Europa della Liber-tà e della Democrazia

32 eletti

NANANANA: Non iscritti 27 eletti Totale 736 eletti

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ThereThereThereThere are some illusions, this isn’ are some illusions, this isn’ are some illusions, this isn’ are some illusions, this isn’tttt one of those one of those one of those one of those

Capitolo 2 – Prego mi ripeta il suo nome … – Silvie Notter. Il grasso uomo che si trovava davanti alla ragazza, col suo pomposo vestito marrone che rischiava di perdere tutti i bottoni da un momento all’altro, appuntò il nome su un block notes e continuò a par-lare con voce incolore: – Ha detto che al momento del delitto si trovava all’interno di una cassa. Lei quindi è probabilmente l’ultima persona ad aver visto il signor Markwell Sevens ... – Senza contare il suo assassino sì! - si ribellò la giovane in un moto di impazienza. Si trovava lì da diverse ore ed era la prima volta che le permettevano di parlare. Quando era arrivata la giustizia, incarnata nel grasso poliziotto che le stava facendo le domande e da altri due giovanotti che si occu-pavano di mantenere la calma, avevano bloccato le porte del teatro e trattenuto come indiziati tutti quelli che si trovavano al suo interno. Non avevano nemmeno tolto il corpo che ondeggiava in aria, l’osso del collo rotto dalla brutale caduta, né fatto rientrare in una gabbia le colombe che ancora svolazzavano per tutto il teatro. Poi avevano cominciato oziosamente a fare domande. Le prime persone che erano state interrogate erano stati gli spettatori, probabilmente più per avere una descrizione obiettiva di quello che era successo che per trovare tra di loro l’assassino. E di as-sassinio si parlava: la scritta sul petto dell’uomo spazzava via ogni possibile dubbio di suicidio. Dopo che i poliziotti avevano scoperto più particolari possibili dal pubblico rimasto avevano lasciato andare tutti trattenendo soltanto tre persone: Silvie, Edward e il loro servo di scena. Il primo a cui avevano fatto domande era stato l’illusionista dato che uno degli spettatori si era ricordato che l’uo-mo si era allontanato dal palcoscenico in tutta fretta poco prima della comparsa del corpo. Silvie non aveva sentito ciò che era stato chiesto, ma aveva visto che l’interrogatorio era durato parecchio e che avevano trattenuto l’uomo per maggiori accertamenti. Dopodichè avevano interrogato Devon, il servo di scena. Silvie aveva sentito tutto, dal momento che il tono di voce dell’amico era molto più alto di quello di Edward e quindi le sue parole riecheggiavano in tutto il teatro. Sentì che, durante il numero, lui si trovava proprio nel luogo da dove sarebbe stato possibile issare il corpo, tuttavia l’uomo aveva so-stenuto di essere stato colpito in testa e di essere rimasto svenuto per qualche minuto. Aveva mo-strato il gonfiore che aveva sul capo come prova del suo alibi, ma avevano trattenuto anche lui per maggiori accertamenti. Infine erano arrivati a lei. – Capiamo signorina che si senta sconvolta, ma non intralci le indagini, risponda alle mie domande e andrà tutto bene. - Ormai era notte inoltrata e la giovane cominciava a sentire i segni della stanchezza, ora che l’adre-nalina cominciava a diminuire. Sbadigliò e guardò la sgradevole faccia dell’investigatore. Poi, cer-cando di mantenere la calma e dosando con cura le parole, disse: –L’illusione dura dai cinque ai dieci minuti; io entro nella bara dopo circa due minuti; al termine del numero vengo fatta uscire da Mark, che fa entrare le colombe nella cassa, grazie ad un fondo mobile. L’operazione dura dai due ai tre minuti. Edward si è allontanato dopo aver fatto uscire le colombe, cioè al quinto, sesto minuto. Dopodichè io sono rientrata nella bara con l’aiuto di Mark ed quella è stata l’ultima volta che l’ho visto. Non c’è alcuna possibilità che io stia mentendo. Potete andare a controllare il fondo della cas-sa: è sfondato; sono stata costretta a fare ciò per uscire quando ho sentito delle urla e ho visto che nessuno mi faceva uscire. - La ragazza terminò soddisfatta la sua arringa, ma le sue parole, che ancora risuonavano nel teatro, la portarono a una terribile conclusione. Considerati i minuti trascorsi Edward avrebbe avuto tutto il tempo per raggiungere Mark, fare la scritta sul suo petto ed impiccarlo. Il suo sguardo cadde sul suo innamorato e si sentì gelare il sangue nelle vene...

di Nihal

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Vorremo fare questo piccolo sondaggio: quan-ti sono coloro tra i cristiani (cattolici, luterani, anglicani, calvinisti, anabattisti, ortodossi, se-guaci di Zwingli, ecc.) che sappiano chi sia, o almeno abbiano sentito nomina-re, il grandissimo e sommo Sofo-nia (uno con dei problemi respi-ratori?) oppure l’altrettanto vali-do Neemia (uno con poco ferro nel sangue?)…? Immaginiamo pochi. (Fatti salvi i fedelissimi iscritti ai rispettivi “fan clubs”). A parte questa provocazione, sia-mo entrambi convinti che la maggior parte dei cristiani “attivi”, o coloro che si definisco-no tali, sappia poco o niente delle origi-ni, della storia e dei precetti della propria fede (questi ultimi spesso assolti incondizionatamen-te, senza presa di coscienza profonda da parte di gran numero di fedeli di oggi). Queste appartenenze così poco nutrite di conoscen-za oggi contribuiscono a crea-re “individui” – come tali por-tatori insani di individualità - talmente saldi nelle proprie presunte convinzioni da non essere aperti al minimo con-fronto. (Dal vocabolario: “bigotto”: colui che esagera falsamente nelle pratiche e-steriori della religione; “bacchettone”) . Anche in for-za di ciò l’idea che le religioni non possano essere giudicate è sbagliata principalmente nel verbo – giudicare – bensì è corretto poter valutare il mes-saggio di ciascuna. Basti pensare, con un esem-pio estremo, alla religione Azteca che imponeva i sacrifici umani come mezzo per far sorgere il sole. Il nostro giudizio deve essere mitigato dal-la consapevolezza della diversità di cultura, tempo, luogo, educazione ecc. È però più che legittimo esprimere una valutazione e aprire un confronto che si mantenga nei limiti di un dibat-tito civile, secondo la “nostra” idea di civiltà. Alcuni cattolici ”attivi” sostengono di non con-

dividere le posizioni espresse dalle gerarchie ecclesiastiche, d’altro canto però ci si rende conto che non c’è né la volontà né la possibilità da parte dei fedeli di cambiare le cose. Questo

porta ad una forma di accondiscendenza forza-ta, di accettazione nei confronti degli errori del Clero, confortata dal fatto che la Chiesa sia u-mana e non divina, quindi capace di commette-

re errori. Secondo noi non è certo una valida giustificazione. Anche la struttura stessa del Clero non con-tribuisce ad un apertura verso il popolo, infatti, specie nel corso di questo pontificato, la Chiesa si sta sempre di più chiudendo in sé stes-sa, dimenticando che il concetto di base della religione cristiana è l’u-guaglianza tra tutti gli uomini (concetto totalmente in contrasto con un idea di gerarchia) e parteci-

pazione dei fedeli. Come può un cristiano moderno, anche con

tanta buona volontà, cambiare o peggio elimi-nare la sua storia? La Chiesa di papa Woijtila

aveva dato segnali che oggi ci vengono negati. Il fatto che la Chiesa nelle diverse epoche sto-riche abbia riversato oppressio-ne e atrocità sul genere umano non può e non deve essere igno-rato. Ma è doveroso riconoscere che, dagli anni ’80 ad oggi, la Chiesa ha santificato, ricono-sciuto, chiesto perdono. Sono certamente innumerevoli e sotto gli occhi di tutti le merite-voli e continue opere compiute dalle donne e dagli uomini di Chiesa, che sono purtroppo af-fiancate dalla moltitudine di di-chiarazioni distorte e fuori dal tempo di coloro che sono i “capi” del clero (alcuni vescovi e

cardinali e, sopra tutti, il papa). A questo punto ci sembra giusto fare una distinzione, poiché abbiamo capito che esistono due “Chiese”: quella sempre più lontana dalla gente e dal messaggio di Cristo e quella presente nella vita dei più deboli e di quelli che si dicono armati di santa (per la pazienza …) buona volontà, che centra in pieno lo stile di vita di Gesù. Per quan-to ci riguarda facciamo poca fatica a riconoscer-ci in quest'ultima, molta nella Chiesa delle ipo-crisie. Vorremmo non dover pensare a dove metterci in una Chiesa “double face”… ■

di Ruzzante e Apotropaico Zuzzurellone

Sofonia … non socchissia!Sofonia … non socchissia!Sofonia … non socchissia!Sofonia … non socchissia!

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Il profeta Sofonia

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di Ruzzante

Eccezziunali Europee !!!Eccezziunali Europee !!!Eccezziunali Europee !!!Eccezziunali Europee !!!

Risultati elettorali...

(E che sport!!)

Si vota su questioni importanti...

Il nuovo slogan di Rifondazione

Camionisti Italiani.

Spettacolare!!!! Io lo voterei... Ci tengo a dire

che questa immagine non è stata sottoposta a

nessun tipo di modifica a scopo satirico.

Inizio del discorso di insediamento da euro-

parlamentare davanti ai deputati europei.

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Nel Medioevo c’era la Santa Inquisizione che dopo torture e supplizi atroci mandava al rogo presunte streghe. C’era, invece, fino a poco fa Guantanamo, cam-

po di prigionia e molto spesso di tortura, dove il governo Usa teneva rinchiusi 260 “nemici com-battenti” senza che fosse stato formalizzato il rea-le capo d’imputazione. L’amministrazione Bush, volendo isolare e disinnescare il terrore dell’11 settembre, aprì, nel gennaio del 2001, questo carcere, considerato dall’Onu, da Amnesty Inter-national e da molte altre associazioni, contro qualsiasi diritto umano e civile. Il penitenziario, situato nella baia di Guantana-

mo sulla punta sud-est dell’isola di Cuba, era cir-condato da vari reticolati metallici, ricoperti di nylon verde, su cui correva del filo spi-nato collegato al-l'alta tensione. In almeno tre dei quattro campi in cui era diviso, la condizione dei de-tenuti era a dir po-co terribile: essi erano rinchiusi tut-to il giorno in picco-le celle di 5 m², eccetto 15 minuti di doccia alla settimana e una breve “passeggiata” in una grande gabbia, e subi-vano, in caso di comportamento non consono, punizioni corporali paragonabili ai più terribili sup-plizi dell’antichità; le celle restavano illuminate tutta la notte e i prigionieri erano sottoposti alla sorveglianza permanente delle guardie che face-vano la ronda o li controllano dalle torrette. Per comprendere realmente le loro condizioni basta “far parlare” i numeri: 32 tentativi di suicidio, 45 prigionieri in cura psicologica a seguito di depres-sione e 200 scioperi della fame nel 2005. A causa delle ripetute accuse da parte delle Na-

zioni Unite che hanno accusato gli Stati Uniti di non rispettare i diritti della Convenzione di Gine-vra (non si svolgevano regolari processi ai prigio-nieri di guerra) in presidente Barack Obama pro-mise in campagna elettorale di chiudere la base di Guantanamo una volta eletto. Pertanto, due giorni dopo essere entrato alla Casa Bianca, egli stesso ha firmato vari decreti contro la tortura e ha dichiarato di fare il possibile per chiudere il famoso penitenziario entro un anno. E così è stato

…. Ora il carcere è, infatti, in via di smantellamen-to. Guantanamo è simbolo di una mentalità molto

diffusa negli Usa, che antepone la lotta al terrori-smo e la sicurezza al rispetto dei diritti umani, e, appunto per questo, condannare la base statuni-tense è stato come dichiarare colpevole il sistema di pensiero americano e tutti gli sforzi dell’ammi-nistrazione Bush per combattere il terrorismo. La mentalità americana, infatti, può essere facil-

mente sintetizzata con la famosa frase di Machia-velli “il fine giustifica i mezzi”. Sono estremamente convinto che questa ideolo-

gia oltre ad essere scorretta sia anche disumana e brutale; se, appunto, si permette di utilizzare un qualunque mezzo per raggiungere un proprio o-

biettivo, allo stesso tempo si rendono lecite le azioni più terribili e atroci. Se lo Stato con-sente di utilizzare meto-di terribili per sconfigge-re il terrorismo, contem-poraneamente concede al cittadino di compor-tarsi nella stessa ma-niera, facendosi giusti-zia da solo: ne sono un esempio i vari america-

ni che, arrestati dopo omicidi o altri reati, rispon-dono di aver agito solo di conseguenza. Un paese considerato all’avanguardia come gli

Stati Uniti non dovrebbe farsi condizionare da una mentalità “medievale”, paragonabile a quella che ha indotto alla fine del XI secolo il papa a indire le crociate per estirpare i nemici della Fede con la forza e la violenza. Molti americani, d’altra parte, sostengono che

questo sia l’unico mezzo per sconfiggere il terrori-smo; essi, però, non tengono conto del fatto che uno Stato civile ed evoluto non dovrebbe abbas-sarsi allo stesso livello dei terroristi, ma, al contra-rio, dovrebbe dimostrare la propria superiorità combattendoli senza utilizzare gli stessi metodi. Per il momento bisogna apprezzare gli sforzi di

Obama, anche se la chiusura di questo carcere è da considerarsi soltanto un primo passo poiché, per realizzare un radicale cambiamento del modo di pensare americano, è necessario un reale im-pegno collettivo della popolazione USA.■

di Dorcas Gustine N

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Guantanamo: la fine di un incuboGuantanamo: la fine di un incuboGuantanamo: la fine di un incuboGuantanamo: la fine di un incubo

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La Chiesa siamo anche noiLa Chiesa siamo anche noiLa Chiesa siamo anche noiLa Chiesa siamo anche noi

Leggendo gli articoli di questo giornale, potreste pensare che viene e-spresso solo un punto di vista, spesso negativo e non ci sia spazio per idee differenti da quelle dell’autore. Ma non è così … questa rubrica è stata creata proprio per dare una visione più ampia di un argomento o di un problema, mettendo in luce sia gli aspetti positivi che quelli negativi, sia le opinioni favorevoli che quelle contrarie. In ogni numero verrà proposto un argomento su cui dibattere e vari articoli correlati ad esso … Spetterà poi a voi lettori inviarci ulteriori opinioni e idee che verranno sicuramente pubbli-cate nei numeri seguenti.

DibattitoDibattitoDibattitoDibattitoDibattitoDibattitoDibattitoDibattitoDibattitoDibattitoDibattitoDibattito

La ChiesaLa ChiesaLa ChiesaLa ChiesaLa ChiesaLa ChiesaLa ChiesaLa Chiesa

Soprattutto tra noi giovani è particolarmente visibile una certa avversione nei confronti di tutto ciò che riguarda il tema “Chiesa”: quante volte si associa questa parola a concetti come controllo, morale, gerarchia, quante volte si giu-dica male una persona molto credente (bigotta) o si critica il Papa, pensandolo un vecchio mal-vagio, dispotico e anche un po’ nazista (in molti sono convinti che sia stato un soldato delle SS …)? Certamente molte; innanzitutto però ci sem-bra giusto precisare che, così come noi cristiani non possiamo giudicare una persona in base al suo orientamento religioso, allo stesso modo ci aspettiamo che agiscano gli altri, in particolare tutte quelle persone che si dichiarano atee o agnostiche. Secondariamente, molte delle critiche che ci

vengono mosse si riferiscono soprattutto all’at-teggiamento del Vaticano e di alcuni cardinali e vescovi, che però non sempre incarnano il tota-le pensiero della “Chiesa”, ovvero l’intera comu-nità dei fedeli cristiani cattolici, che spesso non si identificano con le gerarchie. Certo, anche noi non siamo soddisfatti delle

gerarchie ecclesiastiche, troppo spesso lontane dallo stile e dal messaggio di Cristo, troppo spesso arroccate su posizioni conservatrici e interessate alla politica italiana o al possesso di beni “materiali”, ma bisogna anche sottolineare che la rilevanza mediatica di quest’ultime è infi-nitamente maggiore di quella parte di Chiesa più attiva che di certo non sta sotto i riflettori (fanno più notizia le polemiche sui preservativi che la cooperativa anti-mafia di don Ciotti …). Fatta questa distinzione, è noto che la Chiesa

Romana, intesa come istituzione che ha resisti-to per 2000 anni nella storia, si è macchiata dei più orrendi crimini (tortura, stragi, saccheggi, corruzione, guerre … ), e anche attualmente sono molti i lati negativi che non ci sentiamo di elencare ma che certo noi cristiani (almeno al-

cuni di noi) non nascondiamo e non giustifichia-mo (anzi cerchiamo di eliminare). Detto questo, però, sarebbe ideologico e insostenibile affer-mare che la Chiesa sia caratterizzata unicamen-te da questi aspetti: noi che comunque siamo cristiani “attivi” possiamo affermare che nono-stante tutti gli aspetti negativi, non ci sentiamo per nulla parte di quella che viene definita più o meno una “multinazionale che impone alle per-sone i propri ideali integralisti e conservatori, manovrando politica e società”, bensì siamo partecipi di una comunità formata da milioni di persone normali, che quindi fanno a volte degli errori, ma spesso anche del bene. Ogni giorno sono visibili esempi di “buona

Chiesa”: parroci, missionari, intellettuali, perso-ne comuni che credono e lottano per la pace, l’uguaglianza, l’aiuto dei più poveri e oppressi, laddove spesso gli Stati non si occupano mini-mamente di questi problemi; persone che ma-gari non sono ai vertici delle gerarchie ecclesia-stiche, ma che proprio grazie alla loro umiltà vivono una vita davvero cristiana. Noi riteniamo che una persona non credente,

prima di criticare in modo banale e indiscrimina-to tutta la Chiesa, dovrebbe almeno considerare che molti dei valori cristiani possono essere po-sitivi, anche se intesi in modo laico; valori come bontà, aiuto reciproco, uguaglianza, attenzione verso il prossimo e pace sono sicuramente vali-di per qualsiasi realtà. Siamo quindi convinti che un dibattito raziona-

le e privo di qualsiasi retorica e malizia possa arricchire sia cattolici che “anti-clericali”, per-mettendo ad entrambi di comprendere e accet-tare le reciproche posizioni, che non sempre sono di principio errate.■

di Johnny & Dorcas Gustine

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P2: Questa sconosciuta P2: Questa sconosciuta P2: Questa sconosciuta P2: Questa sconosciuta Dopo aver condotto una sorta di breve indagi-

ne statistica, ho raggiunto una conclusione: sono veramente pochi i ragazzi della nostra generazione, I cosiddetti “giovani d'oggi”, che sanno, o almeno hanno un'idea abbastanza precisa, di cosa si parla quando ci si riferisce alla loggia massonica P2. Infatti di essa, come di un evento accaduto in un remoto passato, non si parla molto: viene al limite citata durante qualche dibattito televisivo. Dunque, foriero di luce della conoscenza, squarcerò il velo dell'i-gnoranza, o almeno ci proverò, nelle menti dei miei lettori che, ogniqualvolta sentono la frase “ma sono piduisti e celerini” (Strofa della cele-bre canzone “Quarant'anni” dei Modena City Ramblers... ma ovviamente voi la conoscevate già, no?), restano alquanto perplessi.

La P2 era forse più di una loggia masso-nica coperta: secon-do la Commissione parlamentare d'in-chiesta che fu su di essa istituita (la co-siddetta commissio-ne Anselmi) si tratta-va infatti di una vera e propria “associazione segreta”. A capo di que-sto gruppo di buontemponi, dal lontano 1969 fino al 1982, anno in cui la loggia fu scoperta e sciolta, c'era Licio Gelli. Questi è un oscuro e controverso personaggio. Piccolo imprenditore toscano, fu fascista, tanto da combattere come falangista nella guerra civile spagnola e da fun-gere più tardi da agente di collegamento con i nazisti durante l'occupazione della Jugoslavia. Ciò non gli impedì comunque di collaborare con alcuni gruppi partigiani. Successivamente ac-quisì anche numerosi contatti con militari e uomini politici sudamericani, uno tra i tanti Juan Domingo Peròn. Il cui segretario, Jose Lo-pèz Vega, tra l'altro piduista pure lui, era a ca-po della AAA (Alianza Anticomunista Argentina),

organizzazione di estrema destra macchiatasi di numerosi omicidi, stragi e addirittura di crimi-ni contro l'umanità. Gelli dunque prese rapida-mente il potere all'interno della Loggia, agendo in modo da attirare al suo interno imprenditori, giornalisti, politici, alti funzionari pubblici ma soprattutto militari. Nel 1971 la P2 prese parte

al Golpe Borghese, con il compito di rapire l'al-lora Presidente della Repubblica Italiana Sara-gat. Fortunatamente questo putsch fallì misera-mente, nonostante la connivenza di membri deviati del SID e l'avallo da parte del governo statunitense. Ma di cosa si occupava precisamente la Log-

gia? Durante una semplice perquisizione a ca-sa Gelli, il 17 Marzo 1981, si scoprì una lista con circa mille iscritti alla Loggia (tra i più famo-si Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo...) oltre al famoso Piano di Rinascita Democratica, un documento in cui si rendevano espliciti gli in-tenti criminali e sovversivi della Loggia: control-lo dei giornali e delle tv (!), bipartitismo (!), in-debolimento di sindacati e magistratura (!) …

Solo in Italia può accadere che persone ap-partenenti ad una organizzazione di questo genere occupino ruoli di potere, come la Presi-denza del Consiglio, al posto di abitare in con-fortevoli stanze ben più consone a figuri di tale risma, di 2x2 metri in un qualsiasi carcere ita-liano. ■

di Apotropaico Zuzzurellone

“ Con la P2 avevamo l'Italia in mano. Con noi c'era l'Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate da ap-

partenenti alla Loggia.”””” Licio Gelli, capo della P2 Licio Gelli, capo della P2 Licio Gelli, capo della P2 Licio Gelli, capo della P2 (nella foto)

“... La Loggia P2 non è stata un'organizza-zione per delinquere esterna ai partiti, ma

interna alla classe dirigente. La posta in gioco per la P2 è stata il potere e il suo esercizio

illegittimo e occulto con l'uso di ricatti, di rapi-ne su larga scala, di attività eversive e di gi-ganteschi imbrogli finanziari fino al ricorso

alla eliminazione fisica” Massimo Teodori, membro della commissione par-Massimo Teodori, membro della commissione par-Massimo Teodori, membro della commissione par-Massimo Teodori, membro della commissione par-lamentare di inchiesta guidata da Tina Anselmilamentare di inchiesta guidata da Tina Anselmilamentare di inchiesta guidata da Tina Anselmilamentare di inchiesta guidata da Tina Anselmi

“Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pez-zo a pezzo. La giustizia, la tv, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa in 53 punti».

Licio Gelli, Repubblica, 28 settembre 2003Licio Gelli, Repubblica, 28 settembre 2003Licio Gelli, Repubblica, 28 settembre 2003Licio Gelli, Repubblica, 28 settembre 2003

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Sanità, l’America prova a cambiareSanità, l’America prova a cambiareSanità, l’America prova a cambiareSanità, l’America prova a cambiare Mentre la televisione italiana è ancora intenta a

sfruttare gli ultimi refoli della brezza estiva con i sempre più desolanti servizi balneari (per chi scri-ve è il 26 agosto), dall'altra parte del mondo, qualcuno prova a cambiare le cose. Se per caso non ve ne foste accorti, e non ho alcun dubbio sul fatto che sia sfuggito a molti, a Washington e din-torni infuria il dibattito sulla riforma sanitaria, da parecchi anni freccia democratica che forse sta per centrare il bersaglio. “Era ora, non se ne pote-va più della sanità privata” mi pare già di sentire, ma non bisogna mal interpretare ciò che sta acca-dendo oltreoceano. Il progetto di riforma che Oba-ma ha in mente è assai diverso dall'idea di siste-ma sanitario che abbiamo noi europei, bensì si tratterebbe di una semplice variante rispetto al modello attualmente vigente negli USA. Prima di passare ad analizzare la riforma è però

necessario capire come funzionano ora le cose. La cure sanitarie sono a carico del paziente che, ricevuta la prestazione medica, si trova una fattu-ra nella cassetta della posta. Il problema è che questi trattamenti, anche i più banali, hanno costi sbalorditivi, tali da mettere in ginocchio un nucleo familiare della middle-class (guardatevi Sicko per avere un'idea). Un piccolo esempio: un parto na-turale può costare 40000 dollari, a fronte di un reddito medio di 50000. Immaginatevi dunque le tariffe per asportazioni di tumori o il trattamento di patologie gravi. Appare evidente come tale si-stema sia insostenibile, ed è per questo che en-trano in gioco le compagnie assicurative. Ma nem-meno loro sono di certo paladine degli ammalati perchè, proprio come gli ospedali, sono enti for profit, che cercheranno con ogni mezzo di perse-guire i propri interessi, a discapito di quelli dei clienti. I cittadini statunitensi, almeno quelli che se la possono permettere, sono praticamente obbligati a sottoscrivere polizze assicurative per avere accesso alle cure mediche senza dover per forza vendere un rene. Anche in questo caso però i costi sono altissimi: la media è di 1000 per ogni assicurato. Se la passano un po' meglio i lavorato-ri dipendenti, che possono accedere a polizze a prezzi scontati grazie all'intermediazione delle aziende. Le assicurazione presenti sul mercato sono però tantissime ed offrono servizi diversi in base al costo più o meno alto. Proprio come la nostra RC auto, le polizze presentano dei massi-mali, cioè dei tetti di spesa oltre i quali la compa-gnia si assicura il diritto di non pagare (e ovvia-mente approfitterà il più possibile del proprio dirit-to). Ma c'è di più: le assicurazioni non garantisco-no l'accesso a tutte le strutture sanitarie, ma solo a quelle convenzionate. Dunque se vi rompete una gamba nei pressi di un ospedale, è possibile

che vi dobbiate fare 200 chilometri per arrivare alla struttura convenzionata più vicina. Ma le fur-besche assicurazioni tendono anche altri tranelli ai loro clienti, ad esempio rifiutandosi di pagare in caso di patologie contratte prima della stipulazio-ne del contratto. Se per caso avete una malforma-zione cardiaca dalla nascita potreste dunque non avere accesso a nessun tipo di assicurazione sa-nitaria. Se siete anziani o poveri però potrebbe andarvi meglio, perchè la pubblica amministrazio-ne viene in vostro soccorso. Medicare e Medicaid sono i due programmi di assistenza medica gra-tuita gestiti da enti statali. Queste organizzazioni comportano però costi gravosi per le finanze sta-tali perchè si affidano alle stesse strutture sanita-rie utilizzate dalle assicurazioni, che hanno tutto l'interesse a mantenere elevati i tariffari. La spesa per la sanità pubblica negli USA nel 2007 fu di 2200 miliardi di dollari, numero davvero impres-sionante se si pensa che solo diciassette milioni di americani si avvalgono di questi programmi. Dato ancor più agghiacciante se si considera che fra i quaranta e i cinquanta milioni di americani non hanno accesso alle cure mediche, non posse-dendo i requisiti necessari ad usufruire dei pro-grammi governativi, né potendosi permettere una polizza assicurativa. La riforma dei democratici vorrebbe mettere

mano a questo stato delle cose, senza però stra-volgere l'attuale sistema; non si propone infatti di creare un modello sanitario plasmato su quello europeo, ma di offrire polizze a basso costo a chiunque ne faccia richiesta, garantendo, almeno virtualmente, un'assicurazione a ogni cittadino . L'ente che dovrebbe garantire tali servizi non sarà necessariamente pubblico, ma potrebbe anche trattarsi di una cooperativa no-profit. L'investi-mento dovrebbe essere ingente, stimato in 1000 miliardi di dollari, e comporterebbe una tassazio-ne dei redditi più alti. Proprio su questo fanno leva gli oppositori della riforma, sfruttando la tra-dizionale avversione che gli statunitensi nutrono nei confronti di una forte presenza statale. Le accuse rivolte alla riforma sono veramente tante e spesso piuttosto fantasiose, come quella di vo-ler negare le cure agli anziani per diminuire i co-sti. Obama deve dunque fronteggiare le forti av-versità dei conservatori che, per ovvi motivi spal-leggiati dalle lobbies farmaceutiche e assicurati-ve, accusano il presidente di voler realizzare un modello socialista. Obama dovrà dunque superare ostacoli impe-

gnativi se, come pare, dovesse portare la propo-sta di legge in Congresso prima della fine dell'an-no.■

di Il Solista

Page 8: La Marmaglia ottobre

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Pirateria informatica, un male assoluto?Pirateria informatica, un male assoluto?Pirateria informatica, un male assoluto?Pirateria informatica, un male assoluto? Ultimamente qualcosa si è mosso per la legalizza-

zione della condivisione dei file tra gli utenti (peer to peer, detto anche P2P). In Svezia, nel 2006, è nato il Pirate Party, fondato dall’ex programmatore Microsoft Rickard Falkvinge, che, quell’anno, ha raccolto solo lo 0,6% dei voti. Dal 17 Aprile 2006, quando i quattro fondatori del sito Pirate bay furono condannati da un tribunale svedese a un anno di carcere e al pagamento di una multa da milioni di euro per violazione delle leggi sul copyright, il con-senso del nuovo partito è cresciuto più di dieci vol-te. Per le elezioni europee di quest’anno, in Svezia, il Pirate Party ha raggiunto il 7,1% dei consensi, guadagnando un seggio nel Parlamento europeo. Per capire meglio, bisogna chiarire cosa si inten-

de per pirata informatico. Il pirata informatico è quella persona che infrange le leggi sul copyright dei file in internet. In Italia come nella maggior par-te del mondo, chiunque scarichi una sola canzone senza pagarne i diritti commette un reato ed è con-siderato un “pirata”. Con que-sta nuova legge emanata nel nostro Stato viene considerato illegale non solo scaricare file (senza pagare il copyright) a scopo di lucro, ma anche per trarne vantaggio. In questo modo chiunque scarichi file per uso personale, siccome ne trae vantaggio, commette un reato. Detto a grandi linee cos'è

ritenuto pirateria e quali sono stati i movimenti della popolazione europea, voleva-mo soffermarci sulle conseguenze di questo feno-meno, che sia legale o illegale. Ci sono più opinioni a proposito della pirateria:

prima fra tutte quella che considera le conseguen-ze economiche. Scaricando file pirata si ottiene un prodotto gratis

per cui sono stati sicuramente investiti soldi e tem-po: la retribuzione di tutte le persone che hanno lavorato al progetto: attori, grafici, cameramen, tecnici del suono, compositori e chi più ne ha più ne metta, senza poi contare la pubblicità che al giorno d'oggi è importantissima per far conoscere il proprio prodotto, ma soprattutto molto costosa. Insomma, se lo sviluppo di un qualsiasi prodotto multimediale non verrà retribuito adeguatamente chi avrà più voglia di fare questi lavori? Perderemo così la qualità e la grandissima varietà presenti oggi in questo campo? C'è chi potrà certamente dire che i guadagni della riproduzione cinematogra-fica, dei concerti, della vendita dei CD, dei DVD (che comunque vengono ancora venduti nonostante la

presenza di copie pirata su internet) e dei vari gadget coprono certamente le spese; ma ne siamo davvero così sicuri? E se non fosse così basterà la buona volontà di suonare un buon pezzo o di girare un buon film per avere tutta la scelta e la qualità che abbiamo oggi? Forse no, ma a questo punto ci si pone un altro importante interrogativo: è giusto pagare 20 euro o anche di più per un CD o un DVD? Se il prezzo fosse più basso non se ne venderebbe-ro forse di più? La qualità sarà anche migliore, ma la gente comune, che ama ascoltare musica o ve-dere film, non potendo permettersi sempre i CD semplicemente si scarica un programma P2P: eMu-le, µTorrent, lPhant per citarne solo alcuni, e con questi scarica file gratis. In conclusione, facendo il download di file pirata, facciamo del male a noi stessi? Queste considerazioni potrebbero portarci a condannare l'attività di pirateria, proponendo di trovare un prezzo più basso per questi prodotti ac-cessibile ai più. Forse così si ridurrebbe la pirateria

informatica senza avere un crol-lo del sistema. La seconda considerazione in-vece riguarda l'aspetto cultura-le. La pirateria ha delle motivazioni ed è una risposta ad esigenze come la libera circolazione di informazioni. Il Pirate Party non vuole legaliz-zare la pirateria, né vuole otte-nere la distribuzione di tutti que-sti prodotti gratuitamente. Vuole

salvaguardare la libera circolazione di informazioni attraverso internet e non vuole permettere alle Major, società che detengono il maggior numero di copyright, di controllare la circolazione dei file e delle informazioni su internet. In questo modo sia-mo privati della libertà dello scambio di file di distri-buzione indipendente non legato a circuiti commer-ciali. Per fare un esempio: se un gruppo musicale volesse far conoscere la propria produzione pubbli-cando alcune canzoni sul proprio sito, con le regole che vogliono le Major, non sarebbe più possibile ascoltarle, scaricandole da internet sul proprio computer. Il risultato che le Major vogliono ottene-re, cavalcando motivi economici e controllando le informazioni, è quello di pilotare i gusti delle perso-ne, condizionarne così mentalità e cultura e quindi indirizzarne il consenso commerciale e non solo. Questo perchè internet è diventato un mezzo per lo scambio di informazioni di impressionante e illimi-tata potenza, di tutti e di nessuno e che, quindi, non deve in nessun modo essere egemonizzato. ■

di Bob e ζ

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Emigrazione di ieri e di oggi: un fenomeno da non sottovalutare, si sta formando un nuovo mondo ... I motivi per cui le persone vanno all'estero

sono indubbiamente la religione, la politica, ma soprattutto la situazione economica. Fin dalla preistoria, l'uomo si spostava da un ter-ritorio all'altro, in cerca di cibo e di un posto migliore per vivere. Se ci pensiamo bene, so-no le stesse cose che una persona ha biso-gno anche oggi: stabilità economica e lavoro. Il popolamento di alcuni paesi del mondo si deve, in gran parte, a questo fenomeno; nel secolo scorso paesi extra- europei ricchi di risorse naturali hanno incoraggiato la migra-zione di alcuni popoli. Tra il 1870 ed il 1970 circa 27 milioni d'italiani lasciarono l'Italia per andare a vivere all'estero (Sudamerica e Stati Uniti le mete preferite). Agli inizi del `900 più della metà della popolazione di Buenos Aires era composta da italiani. Oggi si ha un'emigrazione prevalentemente

composta da giovani in cerca di un lavoro più vantaggioso, oltre a tutti coloro che chiedono asilo politico e protezione, perseguitati dalla guerra, dalla miseria o da un regime (minoranze etniche e culturali osteggiate o avversari politici scomodi). L'Italia in questi giorni è impressionata e

preoccupata per gli sbarchi clandestini di extra-comunitari che arrivano nella nostra penisola per cercare lavoro. Per la maggio-ranza della popolazione ciò rappresenta un pericolo e una grande emergenza da supera-re. Questo perché l'immigrato viene spesso considerato come un delinquente o una per-sona di cui è meglio diffidare. Ciò determina una condizione per loro sfavorevole e una loro emarginazione nella società legata an-che al livello di vita italiana oggi, indubbia-mente più alto del passato. Il problema degli immigrati è subordinato,

quindi, alla loro condizione sociale e alla di-scriminazione. Tutto ciò sfocia, purtroppo, ma inevitabilmente, nella criminalità. Molti abi-tuati a vivere nel furto, si comportano male, uccidendo per una manciata di soldi, ma c’è anche da sottolineare che non tutti agiscono così … Ad ogni modo il loro comportamento è anche condizionato dal trattamento che gli

italiani riservano loro. Oggi, comunque, non potremmo nemmeno

pensare ad un’Italia senza immigrati: se loro non ci fossero, intere professioni sparirebbe-ro, molte imprese sarebbero costrette a chiu-dere i battenti per mancanza di manodopera e le famiglie non saprebbero più a chi affida-re i loro anziani. Ormai siamo un Paese che dipende dagli immigrati proprio per il loro impatto sulla nostra economia. Bisogna quindi cercare di avere un pensie-

ro rivolto alla vita e verso il prossimo attraver-so un tentativo di comprensione anche da parte nostra . A mio avviso, a dispetto delle recenti criti-

che relative al tema dell’immigrazione, chiun-que arrivi in Italia deve essere trattato e ri-spettato come una persona: è un essere u-mano, ha i nostri stessi diritti a prescindere dal fatto che sia regolare o clandestino. Sem-bra banale dirlo, ma non lo è affatto: il pro-blema della discriminazione e del razzismo, infatti, sono ancora di estrema attualità. In conclusione, secondo me bisogna evitare

di generalizzare il comportamento degli immi-grati, mettendo in conto che la maggior parte di loro lavora duramente e a basso costo; inoltre spesso siamo noi italiani a comportar-ci male, ma le tv e i giornali del nostro paese spesso amplificano i reati commessi dagli extracomunitari per fare notizia e alimentare la paura. Sta a tutti, quindi, adoperarci per una convivenza più pacifica.■

di Ben

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