Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

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Dedicato al Preside Giordano Liceo Volta _ Dicembre 2013 Anno 14° _ Numero 2 € 0,00 in Italia (€ 500,99 all’estero) Facebook page: Il Giornalotto - [email protected] Il GIORNALOTTO The DAYALOT Le JOURNALOT El HYORÑALOTO Ιλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟ Ιλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟ Ιλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟ Ιλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟ DIESLOTTUS Nessuno ne può più di sentire parlare di tagli alla scuola. È ormai diventato un cliché: gli studenti protestano contro i tagli, così come i calciatori giocano a calcio. È così comune che nessuno prende sul serio chi parla della riduzione delle risorse che lo Stato destina all'istruzione pubblica. Eppure oggi ci sono almeno due episodi che dovrebbero portare l'attenzione sulla questione, oggi così terribilmente fuori moda. La Provincia a giugno dell'anno scorso ha chiesto alle scuole di Milano di chiudere il sabato. Il motivo? Non c'erano soldi per il riscaldamento! Non sono a priori contrario a non andare a scuola il sa- bato ma per attuare questo servirebbe un ripensamento generale del sistema scola- stico. E invece qui non c'è alcun progetto didattico: si è trattata la scuola come una semplice voce di bilancio, espandibile e contraibile a piacimento, senza considerare l'impatto che un simile prov- vedimento avrebbe avuto. Togliere il sabato significherebbe avere tre o quattro seste ore a settimana! Sarebbe la morte di tutte le attività extrascolastiche che animano il Volta al pomeriggio oltre che un calo di rendimento, di interesse e di partecipazione immenso. Per fortuna il Consiglio d'Istitu- to ha votato contro e la proposta è rimasta lettera morta. Un altro segnale in questa triste direzione viene dalla Regio- ne Lombardia. Recentemente ha rivisto le voci di bilancio da dedicare nel 2014 alla cosiddetta Dote Scuola, una borsa di studio in sostegno agli studenti. Sentite un po': i fondi per il sostegno agli studenti delle scuole private sono passati da 33 milioni a 30 milioni complessivi; il sostegno agli studenti delle scuole pubbliche cadono da 25,5 milioni a 5 milioni. Vengono invece azzerati i 5 milioni destinati al sostegno economico degli studenti con risultati eccellenti (fonte: la Repubblica 5/12/13). Lo Stato, con i soldi dei cittadini, ha il dovere di finanziare le scuole pubbliche. Perché mai dovrebbe incentivare la parte- cipazione alle scuole private in concorrenza con quelle pub- bliche? Il dibattito è aperto ed è al centro delle proteste di questi giorni sia in piazza che in Consiglio Regionale. È chiaro che lo Stato ha sempre meno a cuore la qualità del- l'istruzione pubblica: gli edifici sco- lastici sono spesso cadenti e inadeguati, ci sono pochi strumenti tecnologici per la didattica, le classi sono sovraffollate, gli appro- fondimenti alle materie curricolari sono condot- ti da insegnanti e stu- denti volenterosi ecc... A ogni riduzione della spesa per l'istruzione, che in Italia è pari al 4,4% del PIL (fonte: Eurostat 2005) situandosi così al 21° posto della classifica europea, si dice che non c'era altra scelta, che lo Stato non ha soldi e deve ridurre i costi. Ma la scuola è davvero l'ulti- ma possibilità di taglio? Non c'erano prima altre spese me- no importanti da tagliare? Evidentemente la scuola pubbli- ca... non è una priorità pubblica. I soliti tagli Il Direttore Stefano Schmidt 5G P.S. Un mio compagno di classe mi ha fat t o not a r e co- me il “dramma dello sfaccenda to”, di cui parlavo nel num e ro scorso, si risolvesse facilmente giocando a LoL, un gioco a l computer. Io personalmente non ho mai pr ovato ma come dargli torto? Quindi diment icate l’edi- toriale pre cedent e e se vi annoiate... giocate a LoL!!

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Il secondo numero del Giornalotto, il giornale degli studenti del Liceo A.Volta di Milano, dell'anno scolastico 2013/2014.

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Dedicato al Preside Giordano Liceo Volta _ Dicembre 2013

Anno 14° _ Numero 2 € 0,00 in Italia (€ 500,99 all’estero)

Facebook page: Il Giornalotto - [email protected]

Il GIORNALOTTO The DAYALOT Le JOURNALOT

El HYORÑALOTO Ιλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟΙλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟΙλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟΙλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟ

DIESLOTTUS

Nessuno ne può più di sentire parlare di tagli alla scuola. È ormai diventato un cliché: gli studenti protestano contro i tagli, così come i calciatori giocano a calcio. È così comune che nessuno prende sul serio chi parla della riduzione delle risorse che lo Stato destina all'istruzione pubblica. Eppure oggi ci sono almeno due episodi che dovrebbero portare l'attenzione sulla questione, oggi così terribilmente fuori moda.

La Provincia a giugno dell'anno scorso ha chiesto alle scuole di Milano di chiudere il sabato. Il motivo? Non c'erano soldi per il riscaldamento! Non sono a priori contrario a non andare a scuola il sa-bato ma per attuare questo servirebbe un ripensamento generale del sistema scola-stico. E invece qui non c'è alcun progetto didattico: si è trattata la scuola come una semplice voce di bilancio, espandibile e contraibile a piacimento, senza considerare l'impatto che un simile prov-vedimento avrebbe avuto. Togliere il sabato significherebbe avere tre o quattro seste ore a settimana! Sarebbe la morte di tutte le attività extrascolastiche che animano il Volta al pomeriggio oltre che un calo di rendimento, di interesse e di partecipazione immenso. Per fortuna il Consiglio d'Istitu-to ha votato contro e la proposta è rimasta lettera morta.

Un altro segnale in questa triste direzione viene dalla Regio-ne Lombardia. Recentemente ha rivisto le voci di bilancio da dedicare nel 2014 alla cosiddetta Dote Scuola, una borsa di studio in sostegno agli studenti. Sentite un po': i fondi per il sostegno agli studenti delle scuole private sono passati da 33 milioni a 30 milioni complessivi; il sostegno agli studenti delle scuole pubbliche cadono da 25,5 milioni a 5 milioni. Vengono invece azzerati i 5 milioni destinati al sostegno economico degli studenti con risultati eccellenti (fonte: la

Repubblica 5/12/13).

Lo Stato, con i soldi dei cittadini, ha il dovere di finanziare le scuole pubbliche. Perché mai dovrebbe incentivare la parte-cipazione alle scuole private in concorrenza con quelle pub-bliche? Il dibattito è aperto ed è al centro delle proteste di questi giorni sia in piazza che in Consiglio Regionale.

È chiaro che lo Stato ha sempre meno a cuore la qualità del-l'istruzione pubblica: gli edifici sco-

lastici sono spesso cadenti e inadeguati, ci sono pochi

strumenti tecnologici per la didattica, le classi sono sovraffollate, gli appro-

fondimenti alle materie curricolari sono condot-ti da insegnanti e stu-denti volenterosi ecc...

A ogni riduzione della spesa per l'istruzione, che in

Italia è pari al 4,4% del PIL (fonte: Eurostat 2005) situandosi così al

21° posto della classifica europea, si dice che non c'era altra scelta, che lo Stato non ha

soldi e deve ridurre i costi. Ma la scuola è davvero l'ulti-ma possibilità di taglio? Non c'erano prima altre spese me-no importanti da tagliare? Evidentemente la scuola pubbli-ca... non è una priorità pubblica.

I soliti tagli

Il Direttore

Stefano Schmidt 5G

P.S. Un mio compagno di classe mi ha fatto notare co-

me il “dramma dello sfaccendato”, di cui parlavo nel

numero scorso, si risolvesse facilmente giocando a LoL,

un gioco al computer. Io personalmente non ho mai

provato ma come dargli torto? Quindi dimenticate l’edi-

toriale precedente e se vi annoiate... giocate a LoL!!

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ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALOTTO

Intervista

Profsa NaizodimoDario Fontana 3B

Come era quando era una studentessa?Da giovane ero molto motivata. Consideravo lo studio un irrinunciabile esperienza di crescita personale.

Andava bene nelle sue materie?Si, mi piacevano molto.

Come si sente quando dà una insufficienza grave a uno studente?Sono dispiaciuta di mettere brutti voti e ho sempre speran-za che lo studente riesca a migliorare. Penso sia una tappa da superare...

Cosa pensa dei secchioni?Lasciamo liberi tutti! Essere secchioni spesso è dato da un’insicurezza di una persona che trova nell’accumulare co-noscenze, nello studiare la risposta alla fragilità personale. E’ un’esigenza loro, perché dovrei giudicarli male…

Cosa prova a lasciare i suoi alunni di quinta dopo la ma-turità?Beh… mantengo buoni rapporti con loro e loro sono anche molto affezionati. Poi l’ultima classe che ho lasciato l’ho avuta per 5 anni per cui ci conoscevamo bene.

Qual è l’anno che preferisce? ( prima, seconda, terza etc…)La quinta, perché il rapporto diventa più paritario e confi-denziale e stare in classe e insegnare diventa più piacevole. Nelle altre classi devo sempre rimproverare una persona per aiutarla a stare attenta.

Qual è il suo incubo peggiore?Il mio incubo peggiore è legato alla scuola, alla professores-sa di matematica… Era il periodo in cui frequentavo il liceo classico e non riuscivo a prendere il diploma perché non avevo le prove di matematica richieste.

Ha mai sognato di essere bocciata alla maturità?No mai… però ne ho sempre avuto paura.

Che musica le piace ascoltare?Cantautori italiani del passato: Vecchioni, De Gregori, Guc-cini, Dalla, Celentano… In particolare penso Vecchioni sia il migliore. Una delle mie canzoni preferite è “ La bellez-

za” appunto di Vecchioni. Mi piace tanto perché traspone il tema del testo letterario de “ La morte a Venezia” di Tho-mas Mann e la musica è struggente. Oppure mi piace anche la musica popolare tradizionale.

Mi racconti lo strafalcione peggiore che un suo studente abbia mai fatto.Mmmh… non saprei…devo aver rimosso. Tuttavia quando studiavo traducevamo dall’italiano al latino e alla frase “ mandavasi a Samo…” una mia compagna di studi tradusse “ mittit vasa Samum”, manda vasi a Samo e non si mandava a Samo.

Qual è stato il momento migliore della sua carriera scola-stica?Gli ultimi anni sono i migliori perché ho acquisito un rappor-to più familiare con gli allievi che prima era troppo serioso e poi sono cresciute le competenze. Penso alla prima che ho preso l’anno scorso e, anche se è stata ridotta di molto, mi fa piacere vedere come sono migliorati nella comprensione del testo, nell’espressione, e nel leggere qualcosa facendo riflessioni; mi stanno dando molta soddisfazione. Comun-que mi piace molto quando leggo temi e vedo miglioramen-ti in generale.

Quale invece il momento peggiore?Per me il momento peggiore è la correzione dei compiti perché ne faccio troppi e la correzione diventa proprio pe-sante.

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IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013

intervista:Prof. Cozzi

Giorgio Bondì 5H e Anna Valsecchi 3H

Com’era da studente?Mi ricordo scadente: la mia ex compagna di banco però dice che non è vero e che questo è un mio falso ricordo. Ricordo di aver preso alcuni voti decenti sul 7 o 7 e mezzo; per il resto ero annoiato, disattento, poco interessato a parte alcuni argomenti occasionali… molto immaturo sicuramente.

Andava bene nella sua materia?Ho rischiato di avere il debito in chimica al quarto anno. Anda-vo benino in biologia, non in chimica; non ricordo di aver fatto alcunché di scienze della Terra e astronomia: voglio dire, mi ricordo il titolo del libro e la copertina ma non ricordo di averlo mai aperto.

Cosa prova quando mette due?Generalmente dispiacere perché, in un modo o nell’altro, non ha funzionato qualcosa; anche nel caso di una persona che ha scelto di non studiare perché, se segui un corso e decidi di non fare quello che ti ho detto, c’è comunque qualcosa che non va. Se poi il 2 è frutto di un tentativo che poi è andato male è ancora peggio…

Cosa ne pensa dei secchioni?Dipende cosa s’intende per secchioni… ai miei tempi il termine secchione aveva un’accezione molto differente rispetto a quel-la che ha adesso. Il secchione tradizionale è quello che studia un sacco e riesce a stento a prendere 6 o 6 e mezzo. Il secchio-ne come s’intende adesso è quello che studia un sacco e va benissimo. I primi hanno tutta la mia comprensione, perché la-vorare un sacco per prendere appena la sufficienza non è mol-to gratificante ed inoltre non si viene neanche particolarmente stimato e considerato dai giudizi dei compagni e da quelli degli insegnanti. Per quanto riguarda i secondi, ritengo che abbiano fatto una scelta, minoritaria per la vita di un adolescente, ma rispettabilissima, ovvero quella di puntare tutto sullo studio più di quanto faccia la maggior parte dei loro coetanei.

Cosa prova a lasciare i suoi alunni di quinta dopo la maturità?In realtà sono abbastanza “grandicello” da aver imparato a ela-borare queste cose ma, fin dai primi anni in cui facevo questo lavoro, lasciare una classe mi è sempre un poco dispiaciuto. C’è un buon rapporto che è giusto che vada a finire così, con qualcuno ci si sente sì, ma la relazione di lavoro si interrompe. C’è però sempre un momento di distacco che è un po’, dicia-mo, mesto: sono anni che si passano insieme e poi non ci si vede più. Di solito l’esame aiuta molto perché è un momento di ordalia catartica che fa sì che si pensi ad altro. Poi c’è questo

triste rito, a cui comunque partecipo ma che rimane triste, che è quello delle cene di fine anno.Qual è l’anno che preferisce? ( prima, seconda, terza etc…)Come tipo di studenti, come programma che si fa, come ora-rio…?Come tipi di studenti non c’è preferenza: coi ragazzini di pri-ma e di seconda si fa un tipo di lavoro, devi essere molto più presente come guida, devi anche stare un po’ più controllato; invece in quarta ed in quinta ti puoi permettere qualche libertà di comportamento in più, anche se io sono abbastanza libero fin dalla prima, ed è ovviamente più facile parlare da pari a pari. La cosa bella è vedere il passaggio dalla prima alla quinta.

Il suo incubo peggiore?Uhm… vediamo… tra quelli che vi posso dire ho due sogni ri-correnti da ansia: uno è quello di tornare a lavorare a Cernu-sco perché mi hanno nominato di nuovo lì ed è scomodissimo, mi sogno di fare la Martesana a piedi od il canale per arrivare all’ITSOS; l’altro è, siccome non ho mai imparato ad andare in bicicletta, quello di essere riuscito ad imparare ma poi mi sve-glio e non lo so fare.

Ha mai sognato di venire bocciato alla maturità?No ma mi è capitato in tempi universitari, come capita a tan-tissimi, di sognare che non avevo fatto ancora la maturità o di aver creduto di averla fatta quando era tutto falso. Il tutto con la consapevolezza che non la passerei mai più.

Che musica ascolta?Rock classico degli anni ’60 e ’70 e oltre, Punk, Post-punk, Dark, Progressive, qualche cosa di Frank Zappa, di italiani non li ascolto quasi mai ma apprezzo alcuni cantautori storici, pochis-simo altro… Mozart, Bach, qualcosa di Beethoven.

Mi racconti lo strafalcione peggiore che un suo studente ab-bia mai fatto.Beh, ce ne sono tanti, ci rido su a volte ma ho smesso di tener-ne memoria perché non mi sembra giusto. Preferisco racconta-re gli strafalcioni dei colleghi ma non li racconterò a voi.

Il momento peggiore e migliore del suo lavoro?Quello migliore quando si è in classe che si spiega, e la classe partecipa. Quello peggiore probabilmente qualche consiglio di classe particolarmente pesante, o per le persone che par-tecipano con cui francamente non riesco a relazionarmi, o per l’argomento particolarmente noioso o perché ne ho già fatti cinque dopo sei ore di lezione ed il mio cervello è fuso.

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IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 2

NUMERI in LIBERTÁ Giulia Campaniello 4F e Stefano Schmidt 5G

I dati delle elezioni Consiglio d’Istituto: tabella fitta di numeri senza senso...

Eppure a osservar bene quei numeri insignificanti se ne ricavano informazioni importanti. Si capisce quali persone hanno ricevuto

più voti, dove una data persona ha ricevuto tanti voti, quali sezioni hanno votati quali candidati, ecc… Poi si cerca di capire il per-

ché: perché quello ha tanti voti proprio in quella sezione? Perché quell’altro ne ha pochissimi in quell’altra sezione? Perché ha vin-

to questa lista e non l’altra? Che cosa ha fatto per ricevere così tanti voti? Le domande corrono a raffica e si possono poi azzardare

le più varie risposte e poi l’elezione e la politica scolastica diventano chiare come il Sole.

Speriamo che questa tabella sia d’aiuto...

4

Seggio I

(sez. A-B + 5C)

Seggio I

(sez. C-D+1-5I)

Seggio III

(sez. E-F +2I)

Seggio IV

(sez. G-H + 3I) Totale

Votanti 259 239 271 254 1023

Schede bianche 3 5 1 4 9

Schede nulle 7 5 5 11 28

UOVO IDEALISTA

Giovanni

Chinellato 54 75 71 55 255

Giuseppe

Vicinanza 65 67 94 62 288

Bianca Miccione

33 38 59 33 163

Francesca Gioia 75 16 86 82 259

VOTI ASSEGNATI 124 47,9% 149 57,5% 178 68,7% 130 50,2% 581 56,8%

LISTAvate ASPETTANDO

Federico Candiani 56 35 38 31 160

Gianluca Serra 46 49 54 61 210

Andrea Mancuso 54 19 28 30 131

VOTI ASSEGNATI 91 35,1% 57 22,0% 67 25,9% 68 26,3% 283 27,7%

EUREKA!

Giorgio Bondì 17 14 7 26 64

Martino Cambiaggio

4 4 12 2 22

Tea Paci 17 12 8 21 58

Robert Ballante 17 8 8 28 61

VOTI ASSEGNATI 34 13,1% 23 8,9% 20 7,7% 41 15,8% 118 11,5%

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DICEMBRE 2013 IL GIORNALOTTO

FEMMINICIDIO

Caterina Chinellato 2A

5

Per femminicidio si intende l’insieme dei delitti compiuti dagli uomini verso

le donne per la diversità di sesso. La società occidentale si basa su una cultu-

ra maschilista dove, la donna è ritenuta il “sesso debole” ed è dunque sotto-

messa alla forza e alla volontà dell’uomo. Questa costruzione culturale collet-

tiva, se sminuita, si trasforma in violenza sia fisica che psicologica sulla donna

che la maggior parte delle volte condivide con l’aggressore un rapporto affet-

tivo. Spesso l’uomo ricorre ad aggressioni e violenze perché sente un rifiuto

da parte della donna a ciò alle sue imposizioni e quando la donna non può

più essere controllata come un qualcosa di proprietà, l’uomo cerca di ristabi-

lire la propria superiorità con pugni, sberle e soprusi.

La cosa più sconvolgente è che in molti casi la compagna che convive con un

partner violento non si riconosce come vittima, un po’ per pudore, un po’

perché l’uomo passa in breve tempo da momenti di follia a periodi di calma:

le donne faticano così a riconoscere che quello che considerano un episodio

singolare sia parte di una violenza sistematica. Molte donne maltrattate non

denunciano. Forse si illudono di ritrovare l’uomo che avevano sempre pensa-

to di conoscere...

16.719 miliardi di euro

il costo sociale della violenza

sulle donne

1570 donne

uccise in Italia

tra il 2000 e il

2012

93% delle don-

ne che subisco-

no violenza non

denunciano

LE VITTIME GLI AUTORI

RELAZIONE con VITTIME

48% MARITO

23% EX

12% CONVIVENTE

TITOLO di STUDIO

53% DIPLOMATE

22% LAUREATE

PROFESSIONE

20% IMPIEGATE

19% DISOCCUPATE

16% CASALINGHE

8% STUDENTESSE

TITOLO di STUDIO

45% DIPLOMATI

19% LAUREATI

I FIGLI

82% ASSISTONO

a VIOLENZE

55% VIOLENZE

avvengono in CASA

Beatrice, 19 anni

Lascia il suo fidanzato. Lui la perseguita, la chiama ossessiva-mente, la cerca sotto casa, la insegue in ogni luogo. Lei però non riesce a denunciare il suo ex.

due o tre spunti per riflettere sulla violenza sulle donne

Laura, 53 anni

Aggredita prima psicologicamente dal marito, poi fisicamente., fino a quando decise di allontanarsi per sempre da lui. “ Pensavo fosse colpa mia”

Stefania,34 anni

Spinta giù dalle scale dal marito una notte mandandole in pezzi la gamba sinistra e la caviglia. Stefania zoppicherà per tutta la vita.

Daniela, 48 anni

Si sposa con un uomo. All’inizio va bene ma poi i primi litigi, i primi spintoni e le prime sberle. Lei minimizza: “Non è nien-te. È solo che è un po’ stressato: gli passe-rà...”. Divorzia e denuncia dopo 5 anni di violenza e paura.

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ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALOTTO

Un pomeriggio fra tantiSara Pensotti 4F

Noia. Preparare la maturità con le finestre spalancate nella calura estiva era la peggiore prova di resistenza del-la sua vita, specie se sotto, nel cortile, uno sciame di bambini vociava uscendo dalla scuola elementare. Urla di giubilo e risate troppo coinvolgenti per essere ignorate la richiamarono alla finestra, dove una corag-giosa piantina di pomodoro cresceva dritta verso l’alto. C’era un forte profumo di estate, il sole riscaldava e coccolava il viso invidioso di lei. Una bambina urlava di meraviglia per una grossa farfalla, arrivavano pianti per un gelato mancato, richiami di madri preoccupate, il borbottio del traffico, canzoni, risa. Chiuse gli occhi. Li riaprì di scatto e mentre diceva -cento, arrivo!- aveva già incominciato a correre. Era caldo, qualcuno dalla cucina aveva portato in giardino delle fette di anguria, dolcissima e succosa. Brusii di sottofondo, però la sua attenzione era concentrata sul gioco a nascondino. Voci femminili la chiamavano, ma non avrebbe mai lasciato vincere i suoi amichetti.In quel gruppo di bambini che giocavano con la cor-da, ce ne era una che saltava canticchiando i nomi dei frutti. Pensò che aveva una voce acuta ma piacevole, le assomigliava. Forse, se avessero avuto la stessa età, sarebbero potute anche essere grandi amiche.Venerdì sera. Il cielo ancora chiarissimo, le giornate si stavano allungando. Con la nonna giocava a chi avrebbe visto per prima la macchina dei genitori che arrivavano nella casa di

campagna per il week end. Come al solito, aveva aiu-tato la nonna a tagliare gli gnocchi alla romana con il bicchiere. Mentre impastavano, lei raccontava, con gli occhi azzurri e i capelli del colore delle stelle, che sem-bravano corti solo perché raccolti in uno chignon ma che in realtà, avrebbe scoperto dopo, arrivavano ben oltre la vita.Raccontava di lei; storie vere, storie inventate. Storie di guerra.“Ero piccina. Non ricordo molto: scoppi, grida, vetri rot-ti. Una bomba. Sono scappata veloce veloce, cucciola com’ero nessuno mi aveva notato, e mi sono infilata in quello spiraglio fra l’aiuola e il muro. Quello laggiù, lo vedi? Era così stretto che non respiravo neanche, ave-vo paura, tanta, tantissima paura. Quella sensazione così viscida l’ho ancora appiccicata al corpo; un gelo nelle ossa, brividi. Ero bagnata, forse di lacrime; sem-bra strano, perché dov’ero non c’era spazio nemmeno per sbattere le ciglia”.Un’ape ronzava intorno alla piantina che aveva sfidato il freddo da poco passato e si dedicava intensamente, con sorprendente tenacia, alla sua causa. Pensò agli esami imminenti, a tutte le sonore risate che un tempo aveva fatto quando la madre le aveva detto che sarebbe diventata grande. Era così bello po-ter correre nel vento, trovarsi nella giungla rimanendo tuttavia nella stessa, medesima, grigia piazzetta; guar-dare stupita un batuffolo bianco svolazzare nell’aria, credere nella magia.

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vincitore alPremio Mario Santi

2013

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IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013

Credere che tutto si sarebbe sempre sistemato con il tempo, che la cosa più importante era preparare i brac-cialetti per la festa di fine anno, che qualcosa avrebbe determinato il suo futuro, che sarebbe riuscita a fare quello che voleva. “Ricordati, tesoro, quando ti senti in pericolo scappa, solo gli stupidi si fanno uccidere per le proprie idee. Se vuoi davvero qualcosa, rimani viva e falla.”Eppure era davvero diventata grande, alla fine. Abba-stanza grande da diffidare dal destino e da magiche e fortuite coincidenze, abbastanza realista per non cre-dere più nella felicità dei cartoni.“Non rovinare i tuoi bei capelli biondi. Spazzolali cen-

to volte ogni mattina, così ti incorniciano il faccino e ti rendono femminile. Se guardi bene gli occhi delle persone puoi vedere cosa pensano, ma se guardi bene i capelli, come sono tagliati, come sono tenuti, puoi capire cosa vogliono.”Si chiedeva cosa avrebbe fatto dopo. Certo, l’università ovviamente, la fanno tutti. E dopo l’università si sareb-be cercata un lavoro, che forse non avrebbe neanche trovato. Sarebbe rimasta dove era nata, in una casa piccola, con l’affitto da pagare a fine mese.Da qualche parte sarebbero rimasti rinchiusi tanti so-gni: la vita su un’isola, una casa a picco sul mare. Un lavoro vero, la pittura. L’amore.“Tesoro, in giardino ci sono le fragoline di bosco. Pren-di un barattolo e andiamo a raccoglierle così poi ce le mangiamo stasera”. Sì, nonna.Eppure i suoi occhi, azzurri come l’acqua più pulita, che con gli anni diventavano sempre più trasparenti, quasi volessero fuggire via e scomparire, erano sereni. Una tranquillità data dall’equilibrio, una stabilità data dall’esperienza. I suoi capelli erano perfetti, lucidi, d’argento. Nonostante la guerra, nonostante la morte, nonostan-te le delusioni.E sorrideva.Forse, allora, non sono i sogni che rendono felici – pen-sava- forse, a un certo punto, si è felici e basta.

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Il Premio Mario SantiIl Premio Mario Santi è un premio letterario riservato (per ora) agli studenti del Liceo scientifico Alessandro Volta di Milano. Si svolge con cadenza annuale ed è giunto ormai alla settima edizione. Nacque nel 2007 per iniziativa di un gruppo di amici ex-studenti del Volta (parliamo di ere geologiche lontane, metà degli anni ‘70) per ricordare un loro compagno di classe, ma soprattutto un amico, che perse la vita nell’incidente ferroviario di Crevalcore del 7 Gennaio 2005. Mario era su quel treno che si schiantò contro un merci nella nebbia della linea Verona-Bologna. Era un appassionato lettore ma soprattutto scriveva, nel tempo libero, racconti e poesie. Trovò anche il tempo di scrivere un libro, con cui partecipò a diversi concorsi, e che, con l’aiuto della sua famiglia, vorremmo pubblicare prossimamente. Ci sembrò che dedicargli un premio letterario, da tenersi proprio nel suo amato liceo, fosse il modo migliore per ricordarlo. Si tratta di un vero e proprio concorso o gara letteraria fra tutti gli studenti del Liceo Volta di Milano, che possono partecipare con racconti, poesie o altri scritti. L’unico requisito necessario è essere allievo in corso. Sono previste due sezioni, una a tema libero e una a tema proposto di anno in anno dal Comitato organizzatore, ed è ovviamente possibile partecipare ad entrambe le sezioni. I premi, piuttosto appetitosi, di solito consistono in buoni acquisto da utilizzare presso le Librerie Feltrinelli, oltre a una targa ricordo. Potete inviare le vostre opere a [email protected]. Per ogni informazione ulteriore potete sempre scrivere a [email protected]

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IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 2

Voci dal Volta

Di Andrea Piazza 3F Progetto LAIV

Intervista a Francesco Di Maggio Cos’è il progetto LAIV e cosa significa la sigla LAIV? La sigla LAIV sta per Laboratorio Arti Interpretative dal Vivo mentre il progetto è nato una decina d’anni fa in un gruppo di scuole, dette pilota, tra cui il Liceo Tara-melli di Pavia del quale dirigevo e dirigo ancora oggi la scuola di teatro. E’ nato dalla fondazione Cariplo che ha voluto finanziare un gruppo di scuole che avessero una progettualità teatrale dando la disponibilità di in-centivare i gruppi teatrali esistenti sia appoggiando la presenza di un operatore e di un progetto qualificato all’interno del Piano di Offerta Formativa sia tramite l’acquisizione di mezzi e strumenti necessari per l’atti-vità teatrale. Come mai il progetto è arrivato al Volta? Il progetto è arrivato al Volta per una serie di coinci-denze fortunate: la prima coincidenza fortunata è sta-ta che al Volta esiste una Società di Lettura che da anni svolge un’opera meritoria e al suo interno gli inse-gnanti di filosofia in particolare hanno sempre avuto una forte sensibilità riguardo le tematiche della me-moria. Ricordo che il progetto generale il quale implica anche la presenza del Volta è un progetto che si chia-ma “Il Futuro e la Memoria”, quindi è un progetto che parte dal Console Onorario dell’Armenia in Italia a Mi-lano, Pietro Kuciukian, che, tra le altre cose, centra molto con il Volta perché la moglie Annamaria Samuel-li è stata insegnante di filosofia per molti anni in que-sto Liceo. Quindi, quando abbiamo iniziato a pensare al nucleo delle scuole che avrebbero formato questa struttura si è pensato al Volta come “capofila” e non è un caso se i corsi di aggiornamento degli insegnanti promossi dalla fondazione vengano fatti proprio qui, in questa sede; La seconda fortunata coincidenza è stata la presenza di un gruppo di insegnanti, in particolare il professor Carlo Sala e successivamente la professores-sa Lembi, che inizialmente hanno dato una disponibili-tà importante facendo un po’ da faro a quest’impresa. Comunque questo progetto è stato condiviso dalla so-

cietà di lettura sin dal primo momento. Come sono andati questi primi due anni, al Volta in particolare? Trattandosi di una scuola che affrontava la tematica del teatro contemporaneo ex novo, sono stati due an-ni in cui abbiamo dovuto strutturare le basi per poter lavorare in un certo modo, perciò si è lavorato so-prattutto sulla narrazione. Il motivo è molto semplice: dovendo assumere le esigenze della società di lettura, che ci chiedeva un intervento su libri che potevano dare sviluppo ad un loro evento, abbiamo dovuto ri-correre al metodo della narrazione, per intenderci alla Marco Paolini o alla Marco Baliani, che è stato il lavoro primario, quello che ci ha portati a condurre questo tipo di attività. Poi, in seconda battuta, il lavoro sulla narrazione è iniziato a diventare un lavoro di espres-sione corporea. In questo terzo anno invece, con “Uscire di scena” di Vaclav Havel, siamo passati al mettere in scena una commedia vera e propria. Dicia-mo che il percorso, partito mettendo le radici nella narrazione pura, sta terminando in questo terzo anno di attività con un’opera teatrale vera e propria. Dico terminando anche se il termine sarebbe improprio perché quest’anno, anche grazie al rinnovato interesse da parte della presidenza, c’è la possibilità che questo progetto possa avere un ulteriore sviluppo nei prossi-mi anni. Che prospettive ci sono per quest’anno? Quest’anno il gruppo che si è formato è un gruppo molto interessante perché proviene da un turnover molto importante e un po’ forzato causato dall’uscita di alcuni membri di spicco del gruppo che l’anno scor-so avevano la maturità e di altri che, avendo la maturi-tà quest’anno, hanno preferito concentrarsi su di essa. Il reclutamento massiccio ha dunque portato il gruppo a riformarsi su livelli numerici interessanti con un nu-mero importante di nuovi entrati. In particolare è cam-biato il rapporto di genere: prima ci trovavamo con 9 uomini e 3 donne mentre ora abbiamo 11 donne e 8 uomini. Anche questo ha portato ad una serie di inter-venti dal punto di vista drammaturgico e le prospettive

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DICEMBRE 2013 IL GIORNALOTTO

secondo me sono ottime non solo perché quest’anno abbiamo un gruppo motivato e costante (che è un fattore molto importante) ma anche perché questo gruppo ha delle caratteristiche molto interessanti: queste novità sono in gran parte molto positive cioè sono persone che mi sembra abbiano tutta l’intenzio-ne di impegnarsi e che stanno dimostrando una serie-tà necessaria per fare un buon lavoro teatrale. Per me il teatro è un gioco di squadra, quello che conta non è il singolo bravissimo ed eccezionale (certo, per lui ci saranno altri momenti e altri spazi) perché in un labo-ratorio scolastico come questo ciò che mi interessa è far crescere la squadra, creare un amalgama, una pos-sibilità di socializzazione importante, la voglia di condi-videre determinati passaggi (momenti di crescita ma anche di divertimento), un sentirsi squadra inteso co-me gruppo di amici. Ha accennato a possibili elementi di spicco che po-tranno avere spazi in un altro luogo e in un altro tem-po: dove e quando? La questione è molto interessante. Tre anni fa parten-do da un gruppo di amici di Pavia, che avevano già svi-luppato un percorso di un certo genere, è stato fonda-to un gruppo su loro stessa proposta (Dinamoteatro) nato come progetto di amici che si trovavano alla sera. Da loro mi è stato chiesto di dirigere la compagnia. Inizialmente erano 9 ragazzi e la cosa ha funzionato così bene e ha avuto un spinta così importante dai gruppi della scuola che da 9 siamo diventati 54 divisi in 4 corsi, 3 a Pavia e uno a Milano. Qui siamo ospitati dalla Casa Armena in piazza Velasca. Questa è una pro-spettiva perché il gruppo universitario svolge anche delle attività di testimonianza professionistica, infatti è stato incluso tra i progetti di Gariwo il giardino dei Giu-sti in una serie di offerte proposte alle scuole, che comprendono delle tournée di 20/25 date in giro per la Lombardia. Si crea inoltre una prospettiva non di un corso a tempo pieno come sono la Paolo Grassi o l’Ac-cademia di teatro di Roma ma di un lavoro di impegno sociale e civile da portare nelle scuole superiori offren-do comunque la possibilità di frequentare un corso universitario a pieno titolo (in ore serali). Vengono in-vitati i migliori dei gruppi scolastici cioè: coloro che hanno finito il ciclo scolastico e sono universitari de facto e anche a coloro che sono ancora nel ciclo scola-stico. Quest’anno a Milano, su un gruppo di 20, 14 non sono ancora universitari e 4 sono del Volta. Perché bisognerebbe partecipare all’iniziativa? Perché questo progetto può fare bene in almeno quattro direzioni. La prima è il miglioramento della

comunicazione personale-interpersonale. La seconda è il patrimonio non soltanto culturale ma anche di espressione corporea che può dare un lavoro fatto in un certo modo. La terza è che si crea un gruppo di amici, una squadra, come dicevo prima. La quarta è che si impara ad organizzare il proprio tempo cioè, una cosa che sembra paradossalmente un problema da gestire può diventare un buon modo per imparare ad organizzarsi in tempi e modi certi. Sembra paradossale ma una buona gestione del tempo può portare una persona che fa molte attività a farle tutte bene. E’ ov-vio che bisogna conoscere i propri limiti e lavorare sul-le priorità. Ha qualcos’altro da aggiungere? Sono molto contento del lavoro che stiamo facendo al Volta perché noto che, nonostante le difficoltà di stu-dio (infatti tutti dicono di avere molto, molto da stu-diare), guardando i successi di coloro che arrivano all’università dal Volta questa scuola dà dei risultati e evidentemente la preparazione è di un certo genere. Lo noto quando nel gruppo teatrale vedo che chi lavo-ra con me ha la consapevolezza di ciò che sta facendo, ed è una cosa rara, quindi onore al merito ai ragazzi che vengono per due ore al pomeriggio del martedì a lavorare con noi su questo testo di Havel (che è molto bello e importante) e onore al merito agli insegnati che sanno fare il loro mestiere (non saranno tutti, ma di certo sono una buona parte). Evidentemente questa scuola ha qualcosa da difendere in termini di valori. Poi quando si parla di certi valori e di continuità nel dare questi valori che non sono solo studiare tanto e essere molto seri ma anche discutere, confrontarsi, viene spontaneo pensare che in questo la società di lettura può dare enormi prospettive. Ecco, una scuola in cui la gente pensi un po’ di più e forse studi un po-chino meno, ma ragioni un tantino in più, è una scuola che può dare molto fastidio ad uno Stato che della scuola se n’è fregato per molto tempo. Ringrazio Francesco Di Maggio e il prof. Francioni (che ho dimenticato di ringraziare sullo scorso numero) per l’intervista che ci hanno concesso e la Società di lettu-ra perché senza di essa probabilmente non esistereb-be questo progetto. Ricordo che il 20 alle 20.45 ci sarà il Concerto di fine anno del Volta. Per i biglietti (5€ per gli studenti e 10€ per gli adulti) contattate la prof. Reggiani. Ac-correte numerosi, lo spettacolo è garantito!

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IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 2

Sala d’attesa Gaia Galimberti e Michela Mazzini 2H, Andrea Piazza 3F,

Taj Rossi 3C, Stefano Schmidt 5G, Agnese Anzani 5F

h. 9:30

La sala d'attesa è piena di gente.

Una bambina nell'angolo a destra continua a piangere ininter-

rottamente da almeno dieci minuti dopo che la madre le ha

detto che il medico dovrà farle una puntura. Un paio di anziani

se ne stanno seduti immobili sulle loro seggioline di plastica a

fissare la parete di fronte. Un gruppo di quattro uomini conti-

nua a battibeccare sul risultato della partita di calcio della sera

prima mentre una donna in dolce attesa li osserva distante

accarezzandosi il pancione. Un tizio sulla quarantina si rigira tra

le mani una sigaretta spenta che guarda con desiderio, forse

aspettandosi che si accenda da un momento all'altro.

h. 9:33

A sinistra dell'uomo con la sigaretta si allarga ignorata sul pavi-

mento un'insignificante pozza d'acqua sporca proveniente da

una tubatura rotta. La luce di uno dei neon sul soffitto ha inizia-

to a lampeggiare fastidiosamente. Un giovane seduto affianco

alla porta d'ingresso se ne è accorto e ora fissa la luce intermit-

tente come se desiderasse spararle e effettivamente ha portato

la mano destra all'interno della giacca come per prendere qual-

cosa. Una ragazza con le braccia incrociate al petto accostata

alla parete di fondo continua a digitare convulsamente con le

dita sullo schermo del cellulare.

h. 9:40

La porta che conduce allo studio si apre di scatto. Ne esce di

corsa un uomo urlante. I quattro uomini non paiono accorger-

sene mentre gli altri gettano sguardi incuriositi all'interno dello

studio. Il medico, visti gli sguardi, esclama: “Ha paura delle si-

ringhe. Il prossimo!”. La bambina sembra volerlo imitare, ma la

madre la prende per un braccio, bloccandola. Il giovane, dopo

aver tirato fuori dalla giacca un paio di occhiali da sole (con

gran sollievo di quelli che avevano osservato la scena), si alza

per dirigersi all'interno dello studio. In contemporanea si alza

l'uomo con la sigaretta. Il primo va a lamentarsi col medico per

la luce, il secondo per farsi visitare subito, dice di dover neces-

sariamente fumare ma di non voler perdere il posto. Inizia un

dibattito tra i tre.

h. 9.50

Il dibattito tra i tre continua ancora.

“Lei dovrebbe smettere subito di fumare!” grida irritato il gio-

vane, mentre il fumatore incallito lo ignora e scuote con forza il

povero medico che nella confusione generale rischia di stroz-

zarsi con lo stetoscopio. Ormai la situazione rischia di diventare

tragica, con il ragazzo che continua a urlare, il fumatore che

stritola il medico, i quattro uomini che hanno deciso di riper-

correre i passi salienti del campionato con una pallina di carta

improvvisata, gli anziani che stanno seduti a commentare le

mosse dei due che si accapigliano in mezzo alla sala, la madre

che continua a fare la mezza filosofa e gira per la sala predican-

do pace e unità, perché solo uniti secondo lei la pace del mon-

do può essere sconfitta. In tutto questo casino le uniche due

che rimangono “lucide” sono la bambina che approfitta del

tumulto generale per rubare le caramelle dalla scrivania del

medico e la donna incinta che resta nel suo mondo sognante, in

realtà mica tanto lucida, ma più simile a una donna fatta di me-

tamfetamine. Ecco che di colpo c’è un calo di tensione, appare

una figura simile a topolino e subito scompare. Torna la luce e

arriva di corsa una troupe televisiva che attraversa di corsa la

sala e scompare attraversando un muro grazie a un comodo

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DICEMBRE 2013 IL GIORNALOTTO

portale aperto direttamente dall’Enterprise.

Data stellare: 2013.12 h. 9.55

La rissa continua.

h. 10.00

Entra nella stanza uno strano tizio. Sembra una montagna di

stracci. I suoi vestiti sono laceri e penzolano a brandelli dalle

sue membra informi. Un nero di sporco oscura ogni piega della

sua carne che emana un odore nauseante di città e di trascura-

to. I capelli sono neri e luccicanti di grasso. Ma la cosa più scon-

volgente – oltre alla stazza immensa – è la bocca, sdentata,

chiusa in una smorfia, mista tra la rabbia e il dolore, da cui pen-

zola un filo di bava bianchiccia. La sala d'attesa ammutolisce. Il

dottore può finalmente prendere fiato dallo stetoscopio che lo

soffoca tanto il suo aggressore è stupito dalla scena; si inter-

rompe la partita a calcio con la pallina di carta e i vecchietti

come chi è colto a fare cose che non deve, smettono di parlare

imbarazzati. La bambina torna impaurita dalla mamma dopo la

sua gita alle caramelle e persino la madre incinta esce dal suo

stato di fattanza ritornando spaventata nel mondo: guarda con

occhi stralunati il poveretto appena entrato, quasi a chiedergli

“lei qui, cosa ci fa?”. Tutti sembrano condividere la domanda

della mamma in dolce attesa e guardano tutti verso il nuovo

arrivato aspettandosi, come fosse un'attrazione da circo, che

faccia qualcosa.

h. 10.03

La scena è ferma e immobile come prima.

h. 10.05

La montagna di stracci, di grasso e di sudicio si scuote treman-

do lentamente e comincia a parlare: “Dottore, mi curi!”.

h. 10.06

Dopo un intero minuto di totale e sconvolto silenzio, l’uomo

emette un rantolo, poi sussurra con voce flebile e spenta

“Dottore, mi curi! Sto morendo”. Di colpo cade a terra con un

tonfo sordo.

h. 10.08

Il fagotto di stracci giace come un cetaceo spiaggiato, troneg-

giando nel bel mezzo della sala d’attesa. Il silenzio è totale, si

sente solo lo zampillio dell’acqua proveniente dalla tubatura

rotta. Tutti, gli anziani signori, i quattro uomini tifosi, la mam-

ma, la bambina che ha paura degli aghi, la donna incinta, il fu-

matore in astinenza, il ragazzo con gli occhiali da sole e infine il

medico, osservano in trance il centro della sala chiedendosi , e

la domanda è così evidente che sembra strano non sia ancora

comparso un fumetto sopra le teste di tutti, “Sarà morto?”.

Il tempo sembra essersi fermato in quella sala d’attesa, tutti

sono ancora lì, immobili, con gli occhi sgranati. E infine, il dotto-

re, ricordandosi di colpo di essere medico, si scrolla di dosso i

due uomini allucinati e con passi decisi si dirige verso il cumulo

di vestiti e sporco. Sulla sua nuca sono piantati gli sguardi di

tutti i presenti. Ma, forse per carenza di presenza di spirito o

forse per un po’ di istintivo ribrezzo per l’odore che lentamente

si sta propagando per la sala, si arresta di colpo, indeciso, poco

prima di raggiungere il moribondo.

Ma, un attimo dopo, nell’aria carica di tensione si sente un fru-

scio e con un gesto insospettabilmente agile e aggraziato, vista

la stazza, l’uomo salta in piedi e con voce greve e vibrante, che

per un malato ha dell’incredibile, inizia a declamare teatral-

mente “Signori, è con affranto dolore che vi annuncio che oggi,

qui, in presenza di tutti voi, sono passato a miglior vita, com-

pianto con affetto sincero. Da laggiù, ho visto una luce candida,

ho sentito una dolce melodia e ho capito che stavo tornando a

casa. Signori, se riuscite a scorgere questo povero fantasma,

datemi ascolto”.

E tutti, in effetti, ammutoliti, lo ascoltano trepidanti, non riu-

scendo a decidere se quell’uomo si stia beffando di loro o se,

chissà, egli stia realmente parlando dall’oltretomba e possa

davvero rivelare un grande segreto. Tutti aspettano rapiti. Per-

sino il medico. Persino la bambina.

L’istante successivo la porta d’ingresso si apre di scatto e il ton-

fo sonoro rompe la magia. Un infermiere, entrando, esclama

“Eccola signor. G., ma dove era finito? Venga, la riporto nella

sua camera. Stia attento alla vestaglia! Forza, che magari oggi è

la volta buona che riesco a farle fare un bel bagno!” e poi rivol-

to agli astanti, pallidi e tremanti “Scusatelo, crede di essere

morto. Succede di continuo. Pensate che fatica, morire tutti i

giorni”.

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IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 2

TAKE A LOOK AT YOURSELF AND…TAKE A LOOK AT YOURSELF AND…TAKE A LOOK AT YOURSELF AND…TAKE A LOOK AT YOURSELF AND…

MAKE THE CHANGEMAKE THE CHANGEMAKE THE CHANGEMAKE THE CHANGE

Giuseppe Vicinanza 4F

Per parlare dei problemi del nostro paese dobbiamo innanzi-

tutto prendere coscienza che il primo problema siamo noi, mi

riferisco a me, a te che stai leggendo, non i politici o qualcun

altro. E se noi siamo il problema, possiamo anche essere la

soluzione, ma in che modo?

Dobbiamo ribellarci, non spaccare le vetrine, ribellarci. Inten-

do dire che spesso noi ragazzi viviamo ammirando fantasmi

del passato, musicalmente, politicamente e in molti altri cam-

pi. Se non iniziamo a cambiare da queste cose basilari come

l'arte o le ideologie, saremo schiacciati in partenza, saremo

superati. E riguardo a questo ribellarci penso che nella tradi-

zione italiana ci sia un altro aspetto negativo, lo

stampo mafioso della famiglia, oggi la famiglia

non è una rampa di lancio per la vita dei figli, ma

una cappa che non gli permette di decollare.

E questo cosa produce? Non potendo diventare

noi "qualcosa" di definito cerchiamo di imitare

qualcos'altro, risultato? Siamo tutti uguali, per-

ché i modelli sono gli stessi, sbagliati. Tutto que-

sto va a sfociare nel concetto dell'apparire, a

discapito della praticità, dell'essere, filosofica-

mente parlando siamo troppo indirizzati all'acci-

dente e troppo poco al necessario, che poi è l'unica cosa che

può darti dei veri risultati.

Tutti questi problemi ci tolgono competitività rispetto ai paesi

esteri, tutto quello che si dice dell'Italia non è uno stereotipo,

andate a vedere le graduatorie, siamo sempre in fondo.

Questo perché la nostra mentalità è perdente. Per cambiarla

dobbiamo conoscere altre mentalità, e l'unico modo per farlo

e andare all'estero, non viaggiare, la vacanze sono una situa-

zione finta, ma vivere e imparare come si fa ad andare avanti

in un contesto diverso dal nostro. Ecco perché chi dice che

bisogna restare a tutti i costi, in realtà si sbaglia. In questo

paese bisogna tornare dopo aver visto altre situazioni, non

necessariamente migliori, ma diverse. Perché l'estero è me-

glio? Prendete la lingua italiana, è vecchia, sì è vero è bella,

ma è la stessa da secoli, non progredisce. Su internet usiamo

parole di derivazione inglese o americana. Solo perché lo

hanno inventato loro, direte. Va bene. Ma il lavoro? "L'Italia è

una repubblica fondata sul lavoro" su questo non potete dire

nulla, la Costituzione non la tocchereste mai, giustamente.

Merchandising, marketing, conference call, meeting. Noi

siamo fermi e gli altri avanzano e ci colonizzano. E così riguar-

do a quello che dicevamo prima... se Maometto non va alla

montagna... è l'estero a venire da noi.

Meglio che niente! L'estero è da noi, è già arrivato e non solo

sui barconi di Lampedusa, ora sta a noi sfruttarlo a nostro

favore. Pensate a quanti stranieri e quanti italiani vedete in

un giorno (30-70 in percentuale? Forse qualche straniero in

più, dipende dalle zone). Ora pensate a quanto sfruttate que-

sta diversità culturale, da 1 a 10..1?0,5? Forse anche 0. Italia-

ni e stranieri sono due blocchi separati, (tranne rare iniziative

che provano a favorire l'interazione, anche nel nostro liceo

fortunatamente): siamo proprio degli alunni

pessimi, sono 6000 anni che gli scambi cultu-

rali fanno balzare in avanti l'umanità, ma evi-

dentemente non abbiamo fatto i compiti, nes-

suno lo sa, perché se qualcuno lo sapesse e

non lo mettesse in pratica sarebbe ancora

peggio, non credete?

Basta con tutti questi problemi starete pen-

sando, c'è già la scuola, il lavoro, non anche

tutto questo, ti prego. Se questo è quello che

state pensando, mi spiace, avete già perso,

potete fermarvi qua. Se invece non lo avete pensato dovete

fare una cosa sola: cogliete l'occasione. Quale occasione? Se

sei arrivato fin qua, sei uno studente, hai voglia di fare, di

cambiare. Non hai una sola opportunità ne hai mil-

le,diecimila, coglile. Hai il fisico dalla tua parte, il cervello e

dei mezzi che i tuoi genitori neanche si sarebbero sognati,

pensa allo smartphone che hai in tasca, all'ipad che hai casa,

al web. Pazzesco! E non spaventarti se non ce la fai, per avere

successo devi fallire. Non so chi lo abbia detto, ma è verissi-

mo, e non è retorica. Fallire vuol dire fare, provare, riprovare

e riuscirci.

Spero di averti convinto di quello che ho scritto all'inizio, il

problema sei tu, se cambi tu, stanno cambiando tutti, hai

capito il nesso? "I'm starting with the man in the mirror" dice-

va Michael Jackson. Io ti ho regalato lo specchio.

Articolo ispirato al libro "Dietrologia",Fabri

Fibra: prova a fare una cosa onesta:13.60€

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Page 13: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

DICEMBRE 2013 IL GIORNALOTTO

By Jingo! “Il bacio, anzi no, lo sfottò No-Tav che non risolverà mai nulla”.

Alberto Nasi 4H

L a stampa l’ha paragonata all’immagine di Jan

Rose Kasmir, la ragazza che infila fiori nei

fucili dei soldati americani per protestare

contro la guerra in Vietnam. È la foto che riprende

una ragazza che bacia un poliziotto in tenuta anti-

sommossa alla manifestazione No-Tav di qualche

mese fa. L’idillio di pacificazione però dura poco, tut-

te le parti in causa prendono le distanze

dall’interpretazione pacifista, il centro sociale Aska-

tasuna, il sindacato della polizia e la stessa ragazza. Il

suo intento era di ridicolizzare il poliziotto in prote-

sta contro le molestie e le aggressioni subite da una

sua compagna da parte delle forze dell’ordine, come

afferma in un’intervista a La Stampa.

E fin qui tutto bene, la solita tiritera: la sinistra anta-

gonista attacca il mondo e l’apparato si difende a

riccio e li accusa di tutto e di più (vero o no che sia,

non lo sapremo mai). Dietro questo gesto si cela pe-

rò l’incapacità dei No-Tav e di altri movimenti simili,

accumunabili con la sigla inglese NIMB (Not In My

Backyard) di portare le loro idee ad un livello comu-

nicativo superiore, unica loro speranza di ottenere

qualche risultato concreto.

È immediatamente evidente, per esempio,

l’incapacità di recapitare un messaggio chiaro. Che

cosa sperano di ottenere i No-Tav se i gesti che fan-

no sono fraintesi? Ed evitiamo di scaricare la colpa

sui giornalisti brutti, cattivi, pagati e pure tonti, gli

unici da accusare sono loro stessi e la loro incapacità

di creare e utilizzare simboli che possano essere

compresi inequivocabilmente dalla società. Finché

non riusciranno a fare ciò, il loro messaggio rimarrà

circoscritto al circolo di attivisti. Altro problema è

che spesso sembra che non vogliano proprio rivol-

gersi al pubblico fuori o, se lo fanno, usano il loro

linguaggio (venendo ovviamente “rimbalzati”

dall’establishment e dalla intelligenija). È ovvio che

finché non riusciranno a uscire dai vincoli del movi-

mento di protesta e ad agganciarsi a strati della so-

cietà che hanno più potere contrattuale nel mondo

della politica la strada che parte dalla Val di Susa

porterà solo ad un vicolo cieco. È anche indiscutibile

che senza un cambio di toni e di dialettica ciò non

potrà mai accadere poiché il politico romano e

l’imprenditore di Confindustria inorridiscono alle ris-

se coi poliziotti e alle incursioni nei cantieri, ma po-

trebbero aprire un dialogo di fronte a numeri discus-

si pacatamente con fonti attendibili.

Se si continua così la morte delle proteste valsusine

non sarà la repressione dello stato o i soldi delle

multinazionali, ma il mancato salto da modello co-

municativo da movimento antagonista a quello de-

gno di un progetto che si affaccia sullo scenario na-

zionale, se non quello europeo. Il tempo scorre e le

trivelle avanzano, se vogliono ottenere qualcosa è

decisamente giunta l’ora di abbandonare gli sfottò.

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Page 14: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALHOT

È triste ammetterlo, ma in tempi di crisi come questi anche il Giornalotto è stato costretto a vendere un po’ del suo spazio ad un sito.

E che sito.

Sono il quarto di cinque fratelli, ma non ho complessi di inferiorità e sono pron-to a dare una mano a chiunque. Ho una grande fede e tifo il Man United

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capace di distrarvi.”

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.

5028 Rispondi a questo elemento

Carlo il CalvoDal mio nick è possibile capire quale sia la mia caratteristica principale

16 2 persone hanno risposto a questo elemento

Carlo il GrossoNascondi risposta

Anche dal mio ;-)95

Nascondi risposta Pipino il Breve ...

32

Mendel79Non mi interessa l’amore: cerco solo donna con capelli biondi e occhi azzurri con alleli gg e aa per aumentare la pos-sibilità di generare monozigoti recessivi

23 Rispondi a questo elemento

Oliovotto GirasoliSono un uomo a capo di una azien-da che opera nel campo della produ-zione di olio. Sono molto bravo nel-llo sgusciare tra le difficoltà e so come condire la vita di una donna. E non pre-occupatevi, il lubrificante lo fornisco io.

73 Rispondi a questo elemento

Nerdino_94Cerco una donna che sappia cucinare per feed-darmi bene. Sarebbe bello se fosse in HD ma senza scheda audio per non infastidirmi mentre sono su TS con i miei compagni in premade. Lol, scherzo, le prometto fantastiche gite in (b)MW. Sarebbe veramente da Wow, sperando però che non D20 blu per il freddo. Astenersi troll e niubbi.

42 Rispondi a questo elemento

ErmCioè zii, questa cosa mi intrippa troppo. Cerco una ragazza che ci stia troppo dentro. Bella.32 Rispondi a questo elemento

Sin2xSono molto esperto in rapporti, ma la mia ultima ragazza mi ha lasciato perchè soffro di calcoli renali. Il mio numero è 6.022*1023

2,7182 Rispondi a questo elemento

WMilan4EverNon sono molto bravo a gestire le situazioni: spesso mi emoziono e vado nel pallone. Tuttavia sono una persona molto rigorosa, e a letto sono un vero diavolo.

69 Rispondi a questo elemento

Vigile_UrbanoCerco donna semafo-ro: via libera al traforo dopo pochi minuti

21 Rispondi a questo elemento

About us

Ciao, vuoi chat-tare con me?

Oh, sì, bella gnoccolona.

Paolo UccelloEsperto pittore, sono par-ticolarmente bravo nell’u-sare il mio pennello e sono famoso per i miei schizzi preparatori.

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Page 15: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

IL GIORNALHOT DICEMBRE 2013

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Cerco donna disposta a relazione non conven-zionale. Chi voglia incontrarmi sono il SUV par-cheggiato in doppia fila davanti al pargheggio disabili in Corso Buenos Aires dalle 18 alle 20

324 Rispondi a questo elemento

CoperniccolòCerco donna solare da mettere al centro della mia attenzione, per renderla un punto focale intorno al quale fa girare la mia vita

532 Rispondi a questo elemento

ScassinatoreXXXCerco donna da aprire, du-bito che la troverò per una combinazione fortuita123 Rispondi a questo elemento

WhiteSnowSto cercando il mio principe azzurro, so che esiste e che basta aspettare. Sono allergica alle mele in par-ticolare, ma d’altronde non per mai successo niente di male per una mela, no?

4 1 persona ha risposto a questo elemento

Nascondi risposta Adamo98Vuoi uscire con me? Io sono attratto dalle donne con grosse mele. Cerco una nuova ragazza perchè quella vec-chia è madre di un terrorista che ha ucciso il 25% della popolazione mondiale

23 Rispondi a questo elemento

Bob78Mi piacciono i treni

ASDF Rispondi a questo elemento

Enrico VasaioCiao. Sono un ragazzo, diciamo, speciale. Infatti mi piace cavalcare manici di scopa e sono particolar-mente esperto nel creare magie agitando la mia bacchetta

1 persona ha risposto a questo elementoA Sirio Nero piace questo post

Nascondi risposta GinnyWAnch’io sono brava ad agitare la tua bacchetta, ma mi piace anche giocare con i tuoi boccini d’oro.

Ronaldo Wisley si è spaventato per questo elemento

Restauratore’300Cerco vedova attempata con nu-merosi acciacchi. Chi voglia con-tattarmi troverà in piazza Duomo piccioni cacciatori contrassegnati

33+sin(x) Rispondi a questo elemento

TontoDaForlìCerco motorino usato poco. Di-sponibilità 700 €0 <--- Forever Alone

Orologiaio4eunQuartoCerco donna con tic. No perditempo.21 Rispondi a questo elemento

Kitty_69Cerco maschione disponibi-le ad intraprendere relazione dura-tura.

La_Voce_Della_VeritàCosa deve essere dura?

35 1 persona ha risposto a questo elemento

Galileo33Cerco appassionata di stru-menti scientifici a cui mo-strare il mio cannocchiale.

Freddurista51 1 persona ha risposto a questo elemento

“Galileo, telescopi?”“Lo spero”AHAHAHHAHAHAH

Nascondi risposta

15 proposte di impiccagione per Freddurista

Zeus14Nessuna volontà di impe-gnarsi. Cerco storia lampo

3 Rispondi a questo elemento

Natasha69

Ragaza straniera da poco in Italia. Cercare uomo che aiutare me con la lingua

345 Rispondi a questo elementoJohnny74Cerco donna con denti d’o-ro, a cui stia bene mangiare yogurt e brodini per il resto della vita

Invia anche tu il tuo annuncio su [email protected]

64 Rispondi a questo elemento

Page 16: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALOTTO

What’s UpTaj Rossi 3C

Eccoci arrivati in quelli che potremmo chiamare i mesi della politica. Se nell’ultimo articolo le cose di cui par-lare erano le stesse oramai da tempo, ora infatti la po-litica è esplosa in tutto il suo “splendore” con eventi importantissimi per l’Italia. Partendo in ordine cronologico, il primo fatto è avve-nuto il 16 novembre, data in cui è stato ufficialmen-te (ri)creato il partito “Forza Italia”, che ha creato una divisione nel centro destra dove ora possiamo trova-re il neopartito capitanato da Berlusconi (anche se esterno), che ha una posizione più di destra, e l’anche il nuovo partito con a capo Alfano, chiamato Nuovo Centrodestra, cha ha una posizione più centrista. In seguito, alle ore 17.43 del 27 novembre 2013 si se-gna una data da ricordare: la fine della permanenza in senato di Silvio Berlusconi. La sua decadenza è stata votata dal senato in seguito ai suoi processi (caso Me-diaset N.d.R.), e quindi il Cavaliere non sarà più sena-tore. Uno smacco al partito appena fondato, aspettato però ormai da tempo. Questo porta quindi Berlusconi a passare, da figura interna alla politica, ad un’altra, più affine a quella di Grillo, cioè più simile a quella di un leader ideologico che rappresenterà comunque un punto di riferimento per molti dei suoi più fedeli votanti.Dopo questo eclatante fatto le varie fazioni politiche hanno iniziato un battibecco destinato a esaurirsi alla luce delle vicende interne ai singoli partiti e a fatti di carattere più generale.Dopo poco infatti è sorta la problematica della seconda rata IMU, poiché i comuni hanno gridato alla rivolta se

il governo non avesse fatto chiarezza. Questa rata infatti è stata abo-lita dal governo, però in molti comuni italiani (circa 600 comuni dove nel 2013 sono aumen-tate le aliquote rispet-to a quelle standard) è risultato che la metà di questa rata verrà paga-ta comunque dai citta-

dini.Dopo questa piccola parentesi più locale, si torna a parlare di politica nazionale; la seconda notizia ecla-tante di questo periodo infatti è stata la dichiarazione di incostituzionalità della legge elettorale italiana, il cosiddetto Porcellum. Dopo 8 anni di attesa infatti la Corte Costituzionale ha bocciato il Porcellum e ha dun-que richiesto la discussione immediata di una nuova legge per sostituirlo. In questa situazione si sono infi-lati il movimento 5 stelle e Forza Italia, che sostengono che il parlamento sia illegittimo e chiedono di andare in fretta alle urne in quanto la maggioranza attualmen-te al potere non sarebbe tale.Ma proprio a proposito di elezioni, abbiamo assistito nel giro di una settimana a ben due primarie: la prima è stata quella della Lega Nord, che vedeva sfidarsi Sal-vini e Bossi, vinta dal primo con uno schiacciante 82%.La seconda invece è stata quella, molto più sentita a livello di media, del Partito Democratico, con Ren-zi, Cuperlo e Civati a sfidarsi. Si è assistito alla vittoria dell’ormai noto sindaco di Firenze che ha schiacciato gli altri due concorrenti con un nettissimo 67.8% (gli sfidanti: Cuperlo 18%; Civati 14.2%). La vera vittoria però del PD è stata quella dell’affluenza: si sono infat-ti registrati 2.9 mln di votanti, numero estremamente alto per delle primarie di partito.L’ultima notizia di una grande importanza arriva dal già citato movimento 5 stelle; Grillo infatti ha iniziato una campagna che ha un che di preoccupante, visto che sul suo blog egli ha iniziato a comporre una “lista nera” di giornalisti che secondo i membri del movimento dif-famerebbero il movimento stesso. Ciò ha di che preoc-cupare, poiché accentua ancora di più la posizione più intollerante e poco democratica del movimento 5 stel-le, che già in passato aveva avuto screzi con i giorna-listi e aveva sempre tenuto chiusa ai media la propria organizzazione interna, e allontana il movimento dalle posizioni che sembrava aver preso meno di un anno fa, durante le ultime elezioni, dove si era presentato come movimento di rinnovamento, e che invece ora sembra ricalcare metodi e modi di fare tipici della vec-chia politica, da loro sempre trattata come il demonio.

16I dati e i fatti sono aggiornati al: 09/12/2013 alle ore 22.15

Page 17: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013

NON C’È PIÙ TEMPO! Viola Dadda 4H

Leonardo Bruni diceva: “Studia prima ciò che ti rende

critico, poi ciò che puoi criticare”. Eravamo nell’Umanesi-

mo, più di seicento anni fa e già si stava affermando il

concetto che la cosa più importante è sviluppare il pro-

prio spirito critico attraverso lo studio. Oggi alla sola pa-

rola “studio” si hanno mille reazioni diverse: c’è chi co-

mincia a contare i giorni di vacanza, chi comincia a suda-

re freddo per l’interrogazione di latino, chi si immagina

incatenato al banco per l’infinità di cinque ore al giorno e

se proprio c’è qualcuno che sorride pensando che alla

fine non è cosi male, non c’è da pensarci due volte: quel-

lo è un secchione.

Non c’è dubbio che lo studio a volte possa essere pesan-

te e spesso possiamo sentirci imprigionati tra libri e qua-

derni, costretti a sopravvivere tra

interrogazioni e verifiche anelan-

do al week end, ma quello che

Bruni cercava di dire è che lo stu-

dio è la via per la libertà, e la stra-

da che apre mille porte diverse e

che ci conduce piano piano a sce-

gliere quale sarà il nostro futuro.

Studiare significa aprire la nostra

mente a mille modi diversi di ve-

dere la realtà: da come la pensa-

va Aristotele nell’antica Grecia a

come studiavano la realtà gli ato-

misti di fine ottocento; dedichia-

mo anni della nostra vita ad arricchire noi stessi ed è pro-

prio questo che ci permette di avere un nostro modo

originale di vedere la realtà e quindi a crearci un nostro

personale spirito critico, questo è la capacita fondamen-

tale di avere delle proprie convinzioni e di essere in gra-

do di contestare ciò con cui non ci troviamo d’accordo.

Nella Grecia delle polis la vita ruotava intorno al confron-

to di idee e scambi di opinioni mentre oggi dopo più di

duemila anni sembriamo quasi regrediti. Si sente spes-

so dire che noi giovani non crediamo più in niente, in-

somma che siamo dei nichilisti e che non siamo interes-

sati se non a cose futili. Questo può essere stato vero in

passato, ma adesso è il momento in cui io stessa posso

dire che la nostra generazione è uscita da un letargo che

aveva addormentato per anni la voglia di farsi sentire dei

giovani, i pochi che ancora possono credere di poter sal-

vare il mondo senza scendere a compromessi, difenden-

do le proprie idee. Ed è proprio grazie all’istruzione che

nasce in noi giorno dopo giorno la capacita di renderci

conto che siamo noi stessi i primi a dover essere interes-

sati per il nostro futuro che si concretizza nel nostro pre-

sente e cioè la scuola. Questa è il luogo in cui nascono gli

adulti che saremo ed è per questo che va difesa.

Non c’è più tempo per dormire

ed essere passivi di fronte a deci-

sioni che riguardano noi per pri-

mi, non c’è più tempo per accet-

tare che la scuola pubblica, base

dell’insegnamento che secondo

l’articolo 3 della costituzione è un

diritto di tutti (senza esclusione di

reddito), venga ridotta in rovina a

favore di scuole private che in

quanto indipendenti non dovreb-

bero usufruire di finanziamenti

statali, non c’è più tempo per

passare sopra alla terribile situa-

zione di disoccupazione che divaga soprattutto tra i gio-

vani.

Non c’è più tempo per rimanere in letargo e anche se

non cambieremo la situazione in un giorno ma continua-

re a dire la nostra sarà il simbolo della consapevolezza di

noi ragazzi, la consapevolezza che la scuola per quanto la

possiamo odiare e maledire è la cosa più preziosa che

abbiamo.

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Page 18: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALOTTO

Console WarLorenzo Ravelli 3D

L ’ a l b a nella nuo-

va generazione si scorge in lontananza,

frotte di bimbiminkia si ac-calcano, armati di banconota rosa

e carta fedeltà, sempre più fedeli all’e-sercito per il quale si sono schierati, pronti a

combattersi a suon di cialtronate, convinti che il loro schieramento sia quello giusto.

Questa è comunque solo una battaglia di quella che è la guerra nascosta e silenziosa cominciata già da parecchio tempo da Sony e Microsoft (eh sì, mi spiace per quelli che credono in Nintendo, ma la escludo a priori dato che fa schifo!). C’è gente che ha scelto il suo schieramento già da tempo, chi ancora non sa che console comprerà (PS4 oppure XBOne), chi invece si ritiene ormai praticamen-te un boss del suo schieramento avendo anche assistito, alle tre di notte, alla presentazione di quel marchingegno che sperava di ritrovare sotto l’albero questo natale.Ma finalmente arriva Novembre che con le sue due ulti-me settimane porta nei negozi folle di ragazzi impazziti e milioni di dollari alle due multinazionali. E’ solo nelle ultime ore, prima che il GameStop apra le saracinesche, che il ragazzo capisce quale sarà la scelta più opportuna.

QUESTA VORREBBE ESSERE UNA SPECIE DI “GUIDA AGLI ACQUISTI” PER QUESTO NATALE ORMAI IN ARRIVO, RI-GUARDO QUALE CONSOLE COMPRARE

Cercherò di dirvi la verità su un paio di cose, senza esse-re di parte, ma in realtà avete già capito a chi io ho dato fedeltà. Quindi, mi spiace cari microsftari, microsoftini, boxari o comunque vi chiamiate voi che amate la console per nerd di fatturazione americana con quella stupida “X” sopra, ma vi renderò la lettura difficile con la mia mentalità dedita alla coltivazione della cultura Playstation!

Suddividerò di seguito i punti che vi per-metteranno la scelta migliore:

1. Se siete ancora indecisi da che parte schierarvi, vi posso dire che la scelta migliore è quella che non vi aspettereste di scegliere!2. Guardate alla vostra precedente console e buttatela via (non letteralmente), perché dovete cominciare a pen-sare come se foste dei neonati, senza la testa piena di inutili informazioni.3. Ricominciate dal punto 2, perché non ci avete neanche provato a sgombrare la testa.4. Ora guardate il prezzo (so che non si dovrebbe fare, ma per il momento fidatevi), vi siete accorti di quanto sia assurdo il prezzo dell’Xbox One! Ma porca nintendo è una cosa davvero fuori dal mondo…5. Ora dovete guardare la cosa più importante, i giochi di-sponibili, è la cosa più facile: ne preferite uno ambienta-to nel futuro dove tutto è concesso (Killzone) e uno dove si può distruggere praticamente qualsiasi cosa (Kanck) oppure preferite un gioco dove impersonerete un per-sonaggio di quella storia che già ci hanno fatto odiare a scuola (mi sembra si chiami qualcosa tipo Raise, o giù di lì) e un gioco dove la grafica è quella di supermario e l’umore è come quello durante le lezioni di fisica quanti-stica, o le lezioni in generale? (mi sembra si chiami tipo “mortorisorto3”, un po’ tipo Cesù).

Non siete ancora convinti sull’acquisto di PS4?Avete assolutamente ragione a non esserlo, anzi, il consiglio che vi posso dare è quello di aspetta-re, di far fermentare quelle dannate sca-tole nei negozi, di comprare solo se siete assolutamente sicuri e nel pieno delle vostre facoltà mentali.

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IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013

Realizza i tuoi sogniDiventa Babbo Natale

Oggi

Renzo Averia 4B

“Renzo, cosa vuoi fare da grande?” “Il grande!”Non avevo le idee chiare sul mio futuro. E nemmeno ora. Ma mi ricordo che quando ero piccolo c’erano dei bambini che volevano aiutare gli altri, soprattutto in periodi come questi di feste.

Dopo 10 anni mi è venuta in mente un’idea. Perché non regalare un sorriso a tutti i mocciosi diventando Babbo Na-tale?Quindi questo mese vi spiego...

COME DIVENTARE BABBO NATALE (oppure COME DIVENTARE DEI CICCIONI COMUNISTI CHE

CAVALCANO RENNE)

Da piccolo ho sempre odiato Babbo Natale, non so bene il motivo. Forse perché era grasso, forse perché era con la barba ma non lo sopportavo! Per diventare Babbo Natale servono poche, ma importantissime cose.Iniziamo subito!

LA BARBA

Che sia lunga e bianca o nera con il pizzetto non importa. Un Babbo che si rispetti DEVE avere la barba! Purtroppo io di barba non me ne intendo affatto, ma ho solo 18 anni, prima o poi mi spunterà!Un consiglio appassionato è farvela crescere tanto tanto, così quando fa freddo potete usarla come sciarpa o come cappellino!

LA CIOCCIOSITÁ

sto spiega il costume rosso del Babbo).Ma se guardate i Fantagenitori potete ben sapere che in realtà è magro e diventa grasso grazie alla magia dei padrini fatati

LA SLITTA E LE RENNE

Occavolo, non ero preparato a questo. Massì, procurarsiuna slitta non è tanto difficile no? Ormai l’Ikea vende di tutto! Il vero problema sono le renne! DOVE CAVOLO SI COMPRA-NO LE RENNE? Vabbè pensateci voi. Per farle volare è faci-le. Le renne sono magggiche, appena respirano della neve iniziano a voolaaare!

CONSIGLI FINALI

L’articolo finisce qui perché non mi viene in mente più nulla. Sono sicuro che appena invio la mail al Giornalotto mi ver-ranno in mente altre 1000 battute divertenti, ma fa niente!Posso darvi un solo consiglio, se volete far sorridere un bambino dovete metterci cuore bla bla...Se invece volete divertirvi andate da vostra cugina di 6 anni e ditele che Babbo Natale non esiste. (A tutti i primini: No, ho detto una bugia, Babbo Natale esiste, esiste eccome!)

“Caro Babbo Natale,per quest’anno sotto l’albero non voglio i soliti regali materiali. Non voglio i soliti giochi o vestiti. Voglio che i bambini meno fortunati di me possano festeggiare il Na-tale con un sorriso e che possano ricevere almeno la metà dei miei regali.No dai, scherzo. Dammi la PS quattro”

(Letterina di Natale di qualche tenero bambino)

BUON NATALE A TUTTI! (Tranne agli ebrei. Agli ebrei auguro un buon Hannukkah)

“Sai perché Babbo Natale non porta i regali ai bambini dell’Africa? Perché non esiste”(Cit. Will Smith)

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Come ben sapete Babbo Natale è grasso. Ebbene sì, il vostro più grande idolo è uno di quei cic-cioni che pesano più di 60 kg. E se volete emu-larlo dovete mangiare anche voi! Che siano le croccantelle (BLEAH!) o i Kinder Delice, nulla può battere l’apporto calorico di un gustoso bambino al forno (que-

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IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 2

Comics&Games

Enrico Lawendel e Dario Fontana 3B

C i sono parecchi metodi semplici ed efficaci

per accorgersi quanto si è vicini a Lucca

nei giorni del Comics. Alla partenza da Mi-

lano, magari ti accorgi solo di qualche segnale che

identifica lo stereotipo di un nerd; una barba, una

borsa a tracolla, al massimo una maglietta del Trono

di Spade. Nelle prime stazioni toscane cominciano ad

apparire però maghi e stormtroopers, o magari un

Harry Potter decisamente non diretto ad Hogwarts,

e cominci ad abituarti a quel fenomeno malato

quanto divertente che è il Cosplay. Se all'improvviso

comincia il delirio, e a correre vicino a te per cambia-

re treno, ormai carico come un diretto Calcutta-

NewDeli, c'è Sauron accompagnato dal buon Volde-

mort, o Rufy Cappello di Paglia (ah no, scusate, qui si

chiama Rubber) inseguito dall'ispettore Zenigata,

puoi essere sicuro di non star sbagliando direzione.

Sei definitivamente arrivato quando, ormai in balia

della corrente umana sgargiante di colori contro il

cielo grigio, ti accorgi di soldati austroungarici impe-

gnati a fucilare un uomo- banana contro un muro di

mattoni. In questa situazione paradossale a dir poco,

mille pensieri ti vorticano per la testa: "Sono paz-

zo!?!", "Sono a Lucca?", "Hey, ma quello è Gesù Cri-

sto!?". Le risposte, purtroppo, sono tutte affermati-

ve.

Appena entrati in città, lo spettacolo è affascinante:

lo scenario di case e palazzi d'epoca, insieme all'anti-

ca cinta muraria, fa a botte con i giganteschi tendoni

bianchi che ospitano gli stand, e la calca riempie ogni

vicolo, occupa ogni panchina, e affolla ogni luogo di

interesse dai bar ai cessi chimici. Ci sono un'infinità

di cose da fare e da vedere e solo quattro giorni. Si

parte dalle pittoresche mura, ospiti di bancarelle e

tornei medievali ("Alla pugna, sodali!") nonché red-

carpet perfetto per ammirare una varietà sconcer-

tante di cosplayers. Per i più coraggiosi disposti ad

addentrarsi nel centro ci sono le esposizioni dei pesi

massimi del fumetto occidentale, traboccanti di

gadget e disegnatori costretti alla "dedica forzata",

fianco a fianco con quelle di sconosciuti web-comics,

che sfruttano questa occasione per farsi grande pub-

blicità, e corridoi totalmente adibiti alle work-session

dei più svariati disegnatori. Ospiti di riguardo della

manifestazione sono stati ZeroCalcare, vincitore del

premio per la miglior storia breve con il suo "La pro-

fezia dell'armadillo" e Leo Ortolani, l'autore di Rat-

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DICEMBRE 2013 IL GIORNALOTTO

Man, e per citare anche uno straniero è doveroso

nominare David Lloyd, creatore di "V per Vendetta".

Procedendo verso la piazza del Duomo i cinema cit-

tadini ospitano le anteprime di film attesissimi quali

"Thor: The Dark World", il nuovo "Lo Hobbit", e film

per bambini come "Piovono Polpette 2". Il Palazzo

del Concilio della città è la location del Japan Palace,

polo dedicato alla cultura giapponese e meta preferi-

ta di ogni buon otaku, attratto dall'esposizione di

manga e disegni orientali, dalla abbondante vendita

di katane e dal Maid Cafè, "locus amoenus" dove

rifocillarsi serviti da cameriere (poco) vestite a tema.

Ricordiamoci però che la fiera si chiama "Lucca Co-

mics&Games", quindi è doveroso parlare dell'area

Games, una serie di padiglioni appena fuori dalle

mura, assediati da bancarelle di ramen e visitatori a

malapena trattenuti dallo staff. Dentro ci si può per-

dere fra le postazioni dei grandi nomi del settore, e

provare le nuove uscite di casa Nintendo, o il LAN

party di Call of Duty: Ghost. Con l'imminente uscita

sui mercati della cosiddetta next-gen videoludica,

ovvero la Playstation 4 e l'Xbox One, molti giganti del

calibro di Activision o della Ubisoft, con i suoi Watch

Dogs e Assassin's Creed IV, hanno presentato i propri

cavalli di battaglia. Anche i leader nel settore del ga-

ming su pc si sono ben difesi; era infatti impossibile

non notare il faraonico stand della Riot Games, pro-

duttrice del famosissimo MOBA (Multiplayer Online

Battle Arena) free-to-play League of Legends. Per

giocatori più tranquilli c'è la sezione dedicata ai gio-

chi da tavolo, i cui protagonisti indiscussi sono stati

Hasbro e Magic:The Gathering, che hanno organizza-

to tornei e prove gratuite non-stop dei loro prodotti.

Per quanto riguarda i giochi di ruolo e società è stato

interessante notare la presenza di molti progetti in-

dipendenti made in Italy; noi del Giornalotto vi con-

sigliamo Dragonero, novità nostrana che segue le

orme di D&D, e M400, una specie di Risiko ambien-

tato nel 1400.

Lucca non è solo una semplice fiera per nerdoni, è

anche un'occasione importante e divertente per fare

nuove conoscenze e condividere le proprie passioni

con ogni genere di persona, proveniente da tutto lo

stivale. Quale modo migliore di socializzare se non

sfruttando l'anima della festa, il Cosplay? Forse è

stata la cosa che più ci ha affascinato; gente così le-

gata ai propri idoli da volerli emulare, persino nel

comportamento. Il risultato è una città quasi metafi-

sica brulicante di personaggi di ogni genere, con i

quali scherzare, dei quali ridere, ma anche da ammi-

rare. Sembra quasi di entrare in uno scenario strana-

mente onirico, fra una battaglia tra Saruman e Gan-

dalf, un'infinità di Trafalgar Law, orde di zombie e

sfilate di eroi Marvel, senza tralasciare i festeggia-

menti per il Doctor Who Day. Che dire, c'è proprio

tutto. E solo quattro giorni.

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Page 22: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 1

LEGGIAMO...

Stefano Schmidt 5G

Il mio nome è Rosso Orhan Pamuk

Un affascinante romanzo storico del più grande scrittore turco contemporaneo. Ambientato nella Turchia del Cin-quecento racconta un torbido intrigo tra i miniaturisti del sultano: una serie di omicidi insanguinano i laboratori di palazzo, risvegliando rivalità tra chi ha sempre lavorato insieme. Il motore dell'intrigo è una misteriosa miniatura che il sultano ha commissionato allo zio Effendi. Il protago-nista, Nero, per conquistare la sua amata Şekure deve pri-ma trovare l'assassino, che si nasconde tra uno dei tre ma-estri più grandi del laboratorio. È un romanzo corale che dà voce, capitolo dopo capitolo, a tutti i personaggi che compongono la storia, persino dise-gni e oggetti inanimati e così la narrazione diventa un reso-conto, o forse una confessione, dei personaggi che l'hanno

vissuta. Capitolo do-po capitole, i vari personaggi dibattono a distanza, coinvol-gendo anche il letto-re in un dibattito sul-l'arte e sulla miniatu-ra, un dibattito non solo artistico ma an-che culturale che tut-to il libro solleva e

porta avanti con raffinatezza, leggerezza e grazia. L'arte della miniatura tradizionale rappresenta non la real-tà degli uomini ma la realtà come la vede Allah. Così i mi-niaturisti si esercitano ad annullare il proprio stile persona-le e a riprodurre perfettamente i modelli dei grandi mae-stri, vicini alla visione di Allah. Zio Effendi stravolge l'idea tradizionale di miniatura, fatta di storie magiche e poeti-che rappresentate sempre con la stessa grazia: lui si pro-pone di rappresentare la realtà così come appare agli uo-mini e osa compiere un ritratto del Sultano. È affascinato dai “maestri europei” e dall'immortalità che offre la loro pittura. Queste due concezioni della miniatura si scontrano e il tema del contendere è capitale: mantenere inalterate le proprie radici o cambiarle aprendosi al nuovo e al diver-so? Questa discussione anima il mondo islamico da secoli...

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Uomini Che Odiano Le Donne

Stieg Larsson

Ora, ragazzi, cambiamo completamente genere e buttia-moci su un libro veramente tosto. Stiamo parlando di “Uomini che odiano le donne”, libro scritto da Stieg Lar-sson e pubblicato nel 2005, dopo la morte di Larsson. Mi-kael Bloomkvist, giornalista economico di discreto succes-so, dopo aver perso la causa che lo vede accusato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti del finanzie-re Wennerström e per questo motivo essersi dimesso da direttore responsabile della rivista Millennium, riceve una chiamata da Henrik Vagner. Questi gli chiede di riprendere un casi vecchio di quasi quarant’anni: la scomparsa della nipote Harriet Vagner, in quanto, ogni anno da quarant’-anni, Henrik riceve un quadro raffigurante una viola spedi-to da diverse parti del mondo e il mittente sembrerebbe essere proprio Harriet. Con l’aiuto di Lisbeth Salander , abile hacker, dovrà scavare all’interno della famiglia Va-gner e, mano a mano, verranno fuori realtà sconcertanti.

Nel libro le storie dei personaggi non sono molto sviluppa-te per far incana-lare l’attenzione del lettore nella vicenda e nella raccolta degli indi-zi utili alla soluzio-ne del caso, in quanto dovranno esaminare una moltitudine di ele-menti e di altri casi di femminici-dio. Un libro che ti tiene le mani in-collate alla coper-tina e la suspence e la paura non fanno altro che aumentare la cu-riosità del lettore.

Alessandro Caldani 2B

Page 23: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013

LA TERRA HA BISOGNO DI TE!

Alessandro Caldani 2B

Qualcuno di voi è appassio-nato di cartoni animati con robot da combattimento? Avete mai visto qualche vecchio cartone tipo Gol-drake o Mazinga (piacevano ai nostri papà), oppure Go-dzilla? Il Giappone ha una forte tradizione di questo

tipo, come gli americani l’hanno di super-eroi, ed a questa si rifà il film di cui tratto, Pacific Rim, nel quale troverete di tutto e di più. Il regista è messicano, Guillermo Del Toro, specialista di film fantasy e visionari, quali il fumettisitico Hellboy o il diffici-le ma affascinante “Il labirinto del fauno”. Il film sembra si ispiri anche al “Mondo degli Antichi” di H.P. Lovecraft ed in particolare al libro “Le montagne della follia”, che sembra fosse il progetto iniziale di Del Toro: se si riuscisse a trovare il tempo potrebbe essere una curiosa lettura.Ebbene, di cosa tratta? In un non lontano futuro l’umanità è da anni in guerra con esseri mostruosi provenienti dalle vi-scere della terra, i Kaijù, forse di origine extraterrestre, che stanno pressochè annientando la razza umana. L’ultima di-fesa, realizzata grazie allo sforzo congiunto di tutte le poten-ze del pianeta, sono robot da combattimento, i Jaeger, che sembrano in grado di contrastare lo strapotere dei Kaijù. I robot in questione sono talmente complessi da pilotare che devono essere guidati da due piloti, i quali comandano ciascuno un lato del robot, e sono in collegamento neurale tra loro in modo da garantire la necessaria coordinazione in battaglia: le coppie migliori di piloti sono quelle che sono già legate tra loro per altri motivi, fratelli, padre e figlio e … futuri fidanzati. Non racconto oltre, dal momento che la tra-ma non è particolarmente complessa, come si addice ai film di questo genere, e non voglio svelarvela qualora vogliate vedere il film. Quello che importa è che avrete garantite oltre due ore di combattimenti, Kaijù e Jaegers a volontà ed immagini fan-tastiche, meglio di un cartone animato. Simpatiche sono le caratterizzazioni dei personaggi ed è anche gradito un leggero humour che percorre qua e là il film. Ma sotto il blockbuster si intravede anche un regista che tratteggia un mondo sfinito, allo sbando e senza più speranze, lo stupi-do comportamento degli uomini, fino alla nuclearizzazione dell’Apocalisse. Il tutto senza quella eccessiva retorica che spesso affligge questi titoli.

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(RubRica più o meno cinematogRafica)

Pacific RimQualcuno di voi è appas-sionato di cartoni animati con robot di combattimen-to? Sì? E allora che ci fate qui? Avete mai visto qual-che vecchio cartone come “La maledizione dei vetrini da microscopio idrofobi” o “Non aprite quel registro”? La scuola è un ambiente che ha da sempre una forte tra-

Pacific Lim

Francesco Monti 4A

Sono tra noi, scappate finchè siete in tempo

dizione di questo tipo, e Pacific Lim proprio a questa si rifà. Le fonti che il regista, Anonimo Senzanome, prende come spunto per la realizzazione del film pare si rifacciano a un libro in particolare, “Io, lei, e la Macchinetta delle Meren-dine”: se si riuscisse a trovare del tempo per scriverlo, po-trebbe essere una buona lettura. Ebbene, di che cosa si tratta? In un tragico presente l’intera popolazione studentesca è in guerra da ritrovati tecnologi-ci di un’epoca precedente (Roberto Giacobbo ha indagato, giungendo alla conclusione che si tratta di un avvertimento dei Maya). Questi aggeggi stremano il popolo studentesco, costretto quotidianamente a combattere contro fusibili bruciati, resistenze saltate, gessetti al plutonio, sedie rot-te, banchi trapanati, vetrini scheggiati, canestri da basket assenti. L’’ultima difesa è rappresentata da una nuova e po-tente tecnologia, le Lim, che sembrano in grado di contra-stare lo strapotere delle riforme a costo zero. Le Lim in questione sono talmente complesse da usare che devono essere guidate da almeno due professori, il nerd della classe, un tecnico, insieme un paio di primini da of-fire in sacrificio per propiziare le forze cosmiche. Tutto questo perchè le Lim sono strumenti estremamente poten-ti ma complessi, in quanto composti da ben TRE pezzi, o QUATTRO in quelle di categoria superiore (normalmente, un computer, uno schermo, un proiettore, FORSE le casse). Non racconto oltre, dal momento che la trama non è parti-colarmente complessa, e soprattutto rischierei di rovinarmi la sorpresa, visto che ad un certo punto mi sono addormen-tato e...Quello che importa è che vi saranno garantite due ore di compiti in classe, interrogazioni a sorpresa, docenti e raggi luminosi (che non si sa a cosa servono ma fanno figo. I raggi, non i professori). Ora dovrei smettere di scrivere che se no non so dove mettere un’immaginina che completi l’articolo.

Page 24: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

ANNO 14 - NUMERO 2

L’OROSCOPO Alessandro Caldani IIB

ARIETE

E’ il tuo giorno fortunato! Ma non ti gasare troppo, la tua pecora nera oggi

sarà il tempo: se sarà brutto non farti condizionare dal tuo atteggiamento

poco socievole e pensa positivo, se sarà bello non preoccuparti di nulla.

Per il resto tutto ok, la tua fidanzata si rivelerà più affettuosa del solito ed

TORO

Se sarai abile a seguire i miei consigli sarà una giornata faticosa. Il tuo

portafortuna sono le scale, perciò ti consiglio, se ti interrogassero, di

persuadere la prof a sostenere l’interrogazione mentre le sali e scendi.

Attento alle scale mobili, queste porteranno sfortuna.

GEMELLI

Oggi è il tuo giorno sfortunato, non troverai l’anima gemella nemme-

no stavolta. Se già ce l’hai tienitela stretta oppure si libererà di te.

Oggi pomeriggio stai attento se pratichi sport, la tua incolumità è a

rischio.

CANCRO

Sei una roccia in tutti i sensi: non ti ammalerai, gli insulti, se possibile,

ti sproneranno e a scuola sembrerai un genio. Attenzione soltanto a

chi ti sta più antipatico, potrebbe rovinarti una bella e promettente

giornata.

LEONE

Tutto ciò che farai questa mattina non andrà bene a chi ti sta intorno,

ma sono azioni più che meritevoli. Questo pomeriggio, invece, tutti

riconosceranno il tuo buon senso e ti elogeranno per le scelte, anche

se dolorose, che hai compiuto.

IL GIORNALOTTO

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Page 25: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

DICEMBRE 2013

VERGINE

Oggi avrai modo di dimostrare a tutti le tue doti organizzative, riuscirai a co-

piare nel poco tempo prima dell’inizio delle lezioni tutti i compiti assegnati per

la mattinata e sfrutterai al meglio i fogliettini nascosti nel risvolto dei pantaloni

durante il compito di filosofia.

BILANCIA

Pesa con attenzione i giudizi che esprimi, potrebbero inimicarti coloro a cui spetta

valutarti. Sii più equilibrato nell’assumere cibo, il tuo peso potrebbe risentirne.

SCORPIONE

Smettila di punzecchiare i tuoi compagni di classe, anche fisicamente. Ricorda :

chi di coda ferisce di coda perisce. Ti consiglio di evitare la ressa, potresti finire

schiacciato.

PESCI

Evita gli ambienti umidi generano reumatismi anche il caldo dell’estate, però, ha

le sue controindicazioni, fa aumentare il numero dei pescatori. Evita di navigare

troppo in rete troppi rischi di fishing.

SAGITTARIO

Oggi userai abilmente tutte le frecce della tua faretra in campo lavorativo.

Negli affetti, invece, non avrai la stessa abilità di Cupido, ma solo perché non

sei divino.

CAPRICORNO

Devi essere più tollerante e non caricare tutti quelli che ti contraddicono,

le testate lasciale ai giornali. Dovrai attendere la primavera per avere tem-

pi migliori.

ACQUARIO

Genova ti aspetta : troverai di che soddisfare la tua curiosità. La prossima

estate, però, trascorrila in montagna, potrai divertirti praticando rafting.

IL GIORNALOTTO

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Page 26: Giornalotto N° 2 A.S:2013-2014

ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALOTTO

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Meglio avere 3

spartani davanti che un

ateniese dietro

Beh, io non ne sono sic

uro. Gli

Spartani maschi

erano adde-

strati t

utti insie

me fino all’età

del matrimonio. Di certo non

giocavano a

carte. Più probabil-

mente incrociav

ano le lance.

-Prof AlberaE dopo la distruttiva erezione del Vesuvio...

Pro

f:Chi

son

o i C

opti?

Stu

d:I

nem

ici d

ei C

rubd

i

Errare è umano. Dare la colpa a qualcun altro ancora di più.

Io una volta vorrei en-trare nella tua testa per provare la sensazione del vuoto assoluto. -Prof a studente

R.I.P. Mandela

Stud: Prof, ma che forma è “Contemnendas”?Pocchetto: MA CoME CHE FoR-MA è? Sei fortunato che non ho dietro la mia pistola laser

Stud: Ma quindi questo metodo non serve a niente... non ci da’ mica una formula magica per trovare lo zero...

Lentini: Noi stiamo facendo matematica e tu mi vieni a chiedere se esiste una formula magica? Ma che abbiamo allevato in cinque anni, apprendisti stregoni?Si spieghi meglio, siamo

fisici, mica politici. -Semenzato

Come si chiamava la sorella brutta e

zitella di Pausania? Menopausania.

-BARGNESI

Noi ragazze siamo più spiritose di voi. Voi maschi siete solo pezzi di carne. Carne piuttosto ava-riata. -Prof. Cason

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IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013

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STUD: Scusi prof ma chi era Beatrice veramente?

GATTO: Era la donna divinizzata da Dante.

STUD: Sì ma in pratica chi era veramente?

GATTO: Ehm diciamo che era una donna di vita mon-

dana...STUD: Si potrebbe spiegare meglio?

GATTO: Diciamo che era una donna che si lasciava ai

facili costumi....

STUD: HAAAA, VABBE’, ERA ‘NA MIGNOTTA !!!

Come fai a distinguere tra un comico e un politico? Ascolta quello che dice: se fa ridere è un comico, se fa sbellicare è un politico. -Flavio Oreglio

L’ano è il miglior sal-vadanaio del mondo - Aula 331

Penso che la maggior parte della

gente non creda a ciò che gli si

dice»«No, non credo che sia vero.»

Monti ti odio-Messaggi di amore in redazione

Quindi un uomo politi

-

co ha una morale, ch

e è

due tacch

e al di so

tto di

quella di un

serial killer

-Pocchetto

Mi piace tutto di te dall’a alla Z,

soprattutto, all’incirca, verso la Q

«Io devo averla già vista da qualche parte, sa?»

«No, non è possibile. Mi avrà scambiato per qualcun

altro. Capita spesso. Dev’essere per il naso: molte

altre persone ce l’hanno e allora mi confondono.»

Una volta un prete mi tirò una Bibbia

sul cuore. Per fortuna avevo una pal-

lottola d’oro che mi aveva regalato mia

madre che mi salvò la vita!

-Woody Allen

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La redazione vi presenta:Il presepe

Pecora 1Greta Bindi 2D

Lorenzo cherubiniLorenzo Ravelli 3D

Enrico Lawendel 3BBirra

Pecora Dolly

Costanza Ballerio 2D

Baldassarre

Andrea Brigante 3IGasparraMichela Mazzini 2H

CapannaAndrea Piazza 3F

AngeloAngelo Wu 2D

Stella CometaIl Ciclostile

MariaAgnese Anzani 5F

Mangiatoia dell’IKEARoberto Mazza 3D

E’ qui la festa?

Asino 1

Alessandro Luciano 5G

Bue Panchinaro

Robert Ballante 5A

Asino di riserva

Renzo Averia 4B

Brian di NazarethTaj Rossi 3C

Il falegnameFrancesco Monti 4A

Dall’Au-stralia con

furore

Quarto re magio

Alberto Nasi 4HMelchiorre

Dario Fontana 3B

Incenso

Anna Valsecch

i 3H

La colazione (altro che quell’inutile oro)Giorgio Bondì 5H

Ponzio PilatoAlessandro Caldani 2B

AureoleGaia Galimberti 2H

Pastore (te

desco)

Stefano Schmidt 5G

Erode

Mauro Albera