Dedicato al Preside Giordano Liceo Volta _ Dicembre 2013
Anno 14° _ Numero 2 € 0,00 in Italia (€ 500,99 all’estero)
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Il GIORNALOTTO The DAYALOT Le JOURNALOT
El HYORÑALOTO Ιλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟΙλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟΙλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟΙλ ΓΙΟΡΝΑΛΟΤΤΟ
DIESLOTTUS
Nessuno ne può più di sentire parlare di tagli alla scuola. È ormai diventato un cliché: gli studenti protestano contro i tagli, così come i calciatori giocano a calcio. È così comune che nessuno prende sul serio chi parla della riduzione delle risorse che lo Stato destina all'istruzione pubblica. Eppure oggi ci sono almeno due episodi che dovrebbero portare l'attenzione sulla questione, oggi così terribilmente fuori moda.
La Provincia a giugno dell'anno scorso ha chiesto alle scuole di Milano di chiudere il sabato. Il motivo? Non c'erano soldi per il riscaldamento! Non sono a priori contrario a non andare a scuola il sa-bato ma per attuare questo servirebbe un ripensamento generale del sistema scola-stico. E invece qui non c'è alcun progetto didattico: si è trattata la scuola come una semplice voce di bilancio, espandibile e contraibile a piacimento, senza considerare l'impatto che un simile prov-vedimento avrebbe avuto. Togliere il sabato significherebbe avere tre o quattro seste ore a settimana! Sarebbe la morte di tutte le attività extrascolastiche che animano il Volta al pomeriggio oltre che un calo di rendimento, di interesse e di partecipazione immenso. Per fortuna il Consiglio d'Istitu-to ha votato contro e la proposta è rimasta lettera morta.
Un altro segnale in questa triste direzione viene dalla Regio-ne Lombardia. Recentemente ha rivisto le voci di bilancio da dedicare nel 2014 alla cosiddetta Dote Scuola, una borsa di studio in sostegno agli studenti. Sentite un po': i fondi per il sostegno agli studenti delle scuole private sono passati da 33 milioni a 30 milioni complessivi; il sostegno agli studenti delle scuole pubbliche cadono da 25,5 milioni a 5 milioni. Vengono invece azzerati i 5 milioni destinati al sostegno economico degli studenti con risultati eccellenti (fonte: la
Repubblica 5/12/13).
Lo Stato, con i soldi dei cittadini, ha il dovere di finanziare le scuole pubbliche. Perché mai dovrebbe incentivare la parte-cipazione alle scuole private in concorrenza con quelle pub-bliche? Il dibattito è aperto ed è al centro delle proteste di questi giorni sia in piazza che in Consiglio Regionale.
È chiaro che lo Stato ha sempre meno a cuore la qualità del-l'istruzione pubblica: gli edifici sco-
lastici sono spesso cadenti e inadeguati, ci sono pochi
strumenti tecnologici per la didattica, le classi sono sovraffollate, gli appro-
fondimenti alle materie curricolari sono condot-ti da insegnanti e stu-denti volenterosi ecc...
A ogni riduzione della spesa per l'istruzione, che in
Italia è pari al 4,4% del PIL (fonte: Eurostat 2005) situandosi così al
21° posto della classifica europea, si dice che non c'era altra scelta, che lo Stato non ha
soldi e deve ridurre i costi. Ma la scuola è davvero l'ulti-ma possibilità di taglio? Non c'erano prima altre spese me-no importanti da tagliare? Evidentemente la scuola pubbli-ca... non è una priorità pubblica.
I soliti tagli
Il Direttore
Stefano Schmidt 5G
P.S. Un mio compagno di classe mi ha fatto notare co-
me il “dramma dello sfaccendato”, di cui parlavo nel
numero scorso, si risolvesse facilmente giocando a LoL,
un gioco al computer. Io personalmente non ho mai
provato ma come dargli torto? Quindi dimenticate l’edi-
toriale precedente e se vi annoiate... giocate a LoL!!
ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALOTTO
Intervista
Profsa NaizodimoDario Fontana 3B
Come era quando era una studentessa?Da giovane ero molto motivata. Consideravo lo studio un irrinunciabile esperienza di crescita personale.
Andava bene nelle sue materie?Si, mi piacevano molto.
Come si sente quando dà una insufficienza grave a uno studente?Sono dispiaciuta di mettere brutti voti e ho sempre speran-za che lo studente riesca a migliorare. Penso sia una tappa da superare...
Cosa pensa dei secchioni?Lasciamo liberi tutti! Essere secchioni spesso è dato da un’insicurezza di una persona che trova nell’accumulare co-noscenze, nello studiare la risposta alla fragilità personale. E’ un’esigenza loro, perché dovrei giudicarli male…
Cosa prova a lasciare i suoi alunni di quinta dopo la ma-turità?Beh… mantengo buoni rapporti con loro e loro sono anche molto affezionati. Poi l’ultima classe che ho lasciato l’ho avuta per 5 anni per cui ci conoscevamo bene.
Qual è l’anno che preferisce? ( prima, seconda, terza etc…)La quinta, perché il rapporto diventa più paritario e confi-denziale e stare in classe e insegnare diventa più piacevole. Nelle altre classi devo sempre rimproverare una persona per aiutarla a stare attenta.
Qual è il suo incubo peggiore?Il mio incubo peggiore è legato alla scuola, alla professores-sa di matematica… Era il periodo in cui frequentavo il liceo classico e non riuscivo a prendere il diploma perché non avevo le prove di matematica richieste.
Ha mai sognato di essere bocciata alla maturità?No mai… però ne ho sempre avuto paura.
Che musica le piace ascoltare?Cantautori italiani del passato: Vecchioni, De Gregori, Guc-cini, Dalla, Celentano… In particolare penso Vecchioni sia il migliore. Una delle mie canzoni preferite è “ La bellez-
za” appunto di Vecchioni. Mi piace tanto perché traspone il tema del testo letterario de “ La morte a Venezia” di Tho-mas Mann e la musica è struggente. Oppure mi piace anche la musica popolare tradizionale.
Mi racconti lo strafalcione peggiore che un suo studente abbia mai fatto.Mmmh… non saprei…devo aver rimosso. Tuttavia quando studiavo traducevamo dall’italiano al latino e alla frase “ mandavasi a Samo…” una mia compagna di studi tradusse “ mittit vasa Samum”, manda vasi a Samo e non si mandava a Samo.
Qual è stato il momento migliore della sua carriera scola-stica?Gli ultimi anni sono i migliori perché ho acquisito un rappor-to più familiare con gli allievi che prima era troppo serioso e poi sono cresciute le competenze. Penso alla prima che ho preso l’anno scorso e, anche se è stata ridotta di molto, mi fa piacere vedere come sono migliorati nella comprensione del testo, nell’espressione, e nel leggere qualcosa facendo riflessioni; mi stanno dando molta soddisfazione. Comun-que mi piace molto quando leggo temi e vedo miglioramen-ti in generale.
Quale invece il momento peggiore?Per me il momento peggiore è la correzione dei compiti perché ne faccio troppi e la correzione diventa proprio pe-sante.
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IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013
intervista:Prof. Cozzi
Giorgio Bondì 5H e Anna Valsecchi 3H
Com’era da studente?Mi ricordo scadente: la mia ex compagna di banco però dice che non è vero e che questo è un mio falso ricordo. Ricordo di aver preso alcuni voti decenti sul 7 o 7 e mezzo; per il resto ero annoiato, disattento, poco interessato a parte alcuni argomenti occasionali… molto immaturo sicuramente.
Andava bene nella sua materia?Ho rischiato di avere il debito in chimica al quarto anno. Anda-vo benino in biologia, non in chimica; non ricordo di aver fatto alcunché di scienze della Terra e astronomia: voglio dire, mi ricordo il titolo del libro e la copertina ma non ricordo di averlo mai aperto.
Cosa prova quando mette due?Generalmente dispiacere perché, in un modo o nell’altro, non ha funzionato qualcosa; anche nel caso di una persona che ha scelto di non studiare perché, se segui un corso e decidi di non fare quello che ti ho detto, c’è comunque qualcosa che non va. Se poi il 2 è frutto di un tentativo che poi è andato male è ancora peggio…
Cosa ne pensa dei secchioni?Dipende cosa s’intende per secchioni… ai miei tempi il termine secchione aveva un’accezione molto differente rispetto a quel-la che ha adesso. Il secchione tradizionale è quello che studia un sacco e riesce a stento a prendere 6 o 6 e mezzo. Il secchio-ne come s’intende adesso è quello che studia un sacco e va benissimo. I primi hanno tutta la mia comprensione, perché la-vorare un sacco per prendere appena la sufficienza non è mol-to gratificante ed inoltre non si viene neanche particolarmente stimato e considerato dai giudizi dei compagni e da quelli degli insegnanti. Per quanto riguarda i secondi, ritengo che abbiano fatto una scelta, minoritaria per la vita di un adolescente, ma rispettabilissima, ovvero quella di puntare tutto sullo studio più di quanto faccia la maggior parte dei loro coetanei.
Cosa prova a lasciare i suoi alunni di quinta dopo la maturità?In realtà sono abbastanza “grandicello” da aver imparato a ela-borare queste cose ma, fin dai primi anni in cui facevo questo lavoro, lasciare una classe mi è sempre un poco dispiaciuto. C’è un buon rapporto che è giusto che vada a finire così, con qualcuno ci si sente sì, ma la relazione di lavoro si interrompe. C’è però sempre un momento di distacco che è un po’, dicia-mo, mesto: sono anni che si passano insieme e poi non ci si vede più. Di solito l’esame aiuta molto perché è un momento di ordalia catartica che fa sì che si pensi ad altro. Poi c’è questo
triste rito, a cui comunque partecipo ma che rimane triste, che è quello delle cene di fine anno.Qual è l’anno che preferisce? ( prima, seconda, terza etc…)Come tipo di studenti, come programma che si fa, come ora-rio…?Come tipi di studenti non c’è preferenza: coi ragazzini di pri-ma e di seconda si fa un tipo di lavoro, devi essere molto più presente come guida, devi anche stare un po’ più controllato; invece in quarta ed in quinta ti puoi permettere qualche libertà di comportamento in più, anche se io sono abbastanza libero fin dalla prima, ed è ovviamente più facile parlare da pari a pari. La cosa bella è vedere il passaggio dalla prima alla quinta.
Il suo incubo peggiore?Uhm… vediamo… tra quelli che vi posso dire ho due sogni ri-correnti da ansia: uno è quello di tornare a lavorare a Cernu-sco perché mi hanno nominato di nuovo lì ed è scomodissimo, mi sogno di fare la Martesana a piedi od il canale per arrivare all’ITSOS; l’altro è, siccome non ho mai imparato ad andare in bicicletta, quello di essere riuscito ad imparare ma poi mi sve-glio e non lo so fare.
Ha mai sognato di venire bocciato alla maturità?No ma mi è capitato in tempi universitari, come capita a tan-tissimi, di sognare che non avevo fatto ancora la maturità o di aver creduto di averla fatta quando era tutto falso. Il tutto con la consapevolezza che non la passerei mai più.
Che musica ascolta?Rock classico degli anni ’60 e ’70 e oltre, Punk, Post-punk, Dark, Progressive, qualche cosa di Frank Zappa, di italiani non li ascolto quasi mai ma apprezzo alcuni cantautori storici, pochis-simo altro… Mozart, Bach, qualcosa di Beethoven.
Mi racconti lo strafalcione peggiore che un suo studente ab-bia mai fatto.Beh, ce ne sono tanti, ci rido su a volte ma ho smesso di tener-ne memoria perché non mi sembra giusto. Preferisco racconta-re gli strafalcioni dei colleghi ma non li racconterò a voi.
Il momento peggiore e migliore del suo lavoro?Quello migliore quando si è in classe che si spiega, e la classe partecipa. Quello peggiore probabilmente qualche consiglio di classe particolarmente pesante, o per le persone che par-tecipano con cui francamente non riesco a relazionarmi, o per l’argomento particolarmente noioso o perché ne ho già fatti cinque dopo sei ore di lezione ed il mio cervello è fuso.
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IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 2
NUMERI in LIBERTÁ Giulia Campaniello 4F e Stefano Schmidt 5G
I dati delle elezioni Consiglio d’Istituto: tabella fitta di numeri senza senso...
Eppure a osservar bene quei numeri insignificanti se ne ricavano informazioni importanti. Si capisce quali persone hanno ricevuto
più voti, dove una data persona ha ricevuto tanti voti, quali sezioni hanno votati quali candidati, ecc… Poi si cerca di capire il per-
ché: perché quello ha tanti voti proprio in quella sezione? Perché quell’altro ne ha pochissimi in quell’altra sezione? Perché ha vin-
to questa lista e non l’altra? Che cosa ha fatto per ricevere così tanti voti? Le domande corrono a raffica e si possono poi azzardare
le più varie risposte e poi l’elezione e la politica scolastica diventano chiare come il Sole.
Speriamo che questa tabella sia d’aiuto...
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Seggio I
(sez. A-B + 5C)
Seggio I
(sez. C-D+1-5I)
Seggio III
(sez. E-F +2I)
Seggio IV
(sez. G-H + 3I) Totale
Votanti 259 239 271 254 1023
Schede bianche 3 5 1 4 9
Schede nulle 7 5 5 11 28
UOVO IDEALISTA
Giovanni
Chinellato 54 75 71 55 255
Giuseppe
Vicinanza 65 67 94 62 288
Bianca Miccione
33 38 59 33 163
Francesca Gioia 75 16 86 82 259
VOTI ASSEGNATI 124 47,9% 149 57,5% 178 68,7% 130 50,2% 581 56,8%
LISTAvate ASPETTANDO
Federico Candiani 56 35 38 31 160
Gianluca Serra 46 49 54 61 210
Andrea Mancuso 54 19 28 30 131
VOTI ASSEGNATI 91 35,1% 57 22,0% 67 25,9% 68 26,3% 283 27,7%
EUREKA!
Giorgio Bondì 17 14 7 26 64
Martino Cambiaggio
4 4 12 2 22
Tea Paci 17 12 8 21 58
Robert Ballante 17 8 8 28 61
VOTI ASSEGNATI 34 13,1% 23 8,9% 20 7,7% 41 15,8% 118 11,5%
DICEMBRE 2013 IL GIORNALOTTO
FEMMINICIDIO
Caterina Chinellato 2A
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Per femminicidio si intende l’insieme dei delitti compiuti dagli uomini verso
le donne per la diversità di sesso. La società occidentale si basa su una cultu-
ra maschilista dove, la donna è ritenuta il “sesso debole” ed è dunque sotto-
messa alla forza e alla volontà dell’uomo. Questa costruzione culturale collet-
tiva, se sminuita, si trasforma in violenza sia fisica che psicologica sulla donna
che la maggior parte delle volte condivide con l’aggressore un rapporto affet-
tivo. Spesso l’uomo ricorre ad aggressioni e violenze perché sente un rifiuto
da parte della donna a ciò alle sue imposizioni e quando la donna non può
più essere controllata come un qualcosa di proprietà, l’uomo cerca di ristabi-
lire la propria superiorità con pugni, sberle e soprusi.
La cosa più sconvolgente è che in molti casi la compagna che convive con un
partner violento non si riconosce come vittima, un po’ per pudore, un po’
perché l’uomo passa in breve tempo da momenti di follia a periodi di calma:
le donne faticano così a riconoscere che quello che considerano un episodio
singolare sia parte di una violenza sistematica. Molte donne maltrattate non
denunciano. Forse si illudono di ritrovare l’uomo che avevano sempre pensa-
to di conoscere...
16.719 miliardi di euro
il costo sociale della violenza
sulle donne
1570 donne
uccise in Italia
tra il 2000 e il
2012
93% delle don-
ne che subisco-
no violenza non
denunciano
LE VITTIME GLI AUTORI
RELAZIONE con VITTIME
48% MARITO
23% EX
12% CONVIVENTE
TITOLO di STUDIO
53% DIPLOMATE
22% LAUREATE
PROFESSIONE
20% IMPIEGATE
19% DISOCCUPATE
16% CASALINGHE
8% STUDENTESSE
TITOLO di STUDIO
45% DIPLOMATI
19% LAUREATI
I FIGLI
82% ASSISTONO
a VIOLENZE
55% VIOLENZE
avvengono in CASA
Beatrice, 19 anni
Lascia il suo fidanzato. Lui la perseguita, la chiama ossessiva-mente, la cerca sotto casa, la insegue in ogni luogo. Lei però non riesce a denunciare il suo ex.
due o tre spunti per riflettere sulla violenza sulle donne
Laura, 53 anni
Aggredita prima psicologicamente dal marito, poi fisicamente., fino a quando decise di allontanarsi per sempre da lui. “ Pensavo fosse colpa mia”
Stefania,34 anni
Spinta giù dalle scale dal marito una notte mandandole in pezzi la gamba sinistra e la caviglia. Stefania zoppicherà per tutta la vita.
Daniela, 48 anni
Si sposa con un uomo. All’inizio va bene ma poi i primi litigi, i primi spintoni e le prime sberle. Lei minimizza: “Non è nien-te. È solo che è un po’ stressato: gli passe-rà...”. Divorzia e denuncia dopo 5 anni di violenza e paura.
ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALOTTO
Un pomeriggio fra tantiSara Pensotti 4F
Noia. Preparare la maturità con le finestre spalancate nella calura estiva era la peggiore prova di resistenza del-la sua vita, specie se sotto, nel cortile, uno sciame di bambini vociava uscendo dalla scuola elementare. Urla di giubilo e risate troppo coinvolgenti per essere ignorate la richiamarono alla finestra, dove una corag-giosa piantina di pomodoro cresceva dritta verso l’alto. C’era un forte profumo di estate, il sole riscaldava e coccolava il viso invidioso di lei. Una bambina urlava di meraviglia per una grossa farfalla, arrivavano pianti per un gelato mancato, richiami di madri preoccupate, il borbottio del traffico, canzoni, risa. Chiuse gli occhi. Li riaprì di scatto e mentre diceva -cento, arrivo!- aveva già incominciato a correre. Era caldo, qualcuno dalla cucina aveva portato in giardino delle fette di anguria, dolcissima e succosa. Brusii di sottofondo, però la sua attenzione era concentrata sul gioco a nascondino. Voci femminili la chiamavano, ma non avrebbe mai lasciato vincere i suoi amichetti.In quel gruppo di bambini che giocavano con la cor-da, ce ne era una che saltava canticchiando i nomi dei frutti. Pensò che aveva una voce acuta ma piacevole, le assomigliava. Forse, se avessero avuto la stessa età, sarebbero potute anche essere grandi amiche.Venerdì sera. Il cielo ancora chiarissimo, le giornate si stavano allungando. Con la nonna giocava a chi avrebbe visto per prima la macchina dei genitori che arrivavano nella casa di
campagna per il week end. Come al solito, aveva aiu-tato la nonna a tagliare gli gnocchi alla romana con il bicchiere. Mentre impastavano, lei raccontava, con gli occhi azzurri e i capelli del colore delle stelle, che sem-bravano corti solo perché raccolti in uno chignon ma che in realtà, avrebbe scoperto dopo, arrivavano ben oltre la vita.Raccontava di lei; storie vere, storie inventate. Storie di guerra.“Ero piccina. Non ricordo molto: scoppi, grida, vetri rot-ti. Una bomba. Sono scappata veloce veloce, cucciola com’ero nessuno mi aveva notato, e mi sono infilata in quello spiraglio fra l’aiuola e il muro. Quello laggiù, lo vedi? Era così stretto che non respiravo neanche, ave-vo paura, tanta, tantissima paura. Quella sensazione così viscida l’ho ancora appiccicata al corpo; un gelo nelle ossa, brividi. Ero bagnata, forse di lacrime; sem-bra strano, perché dov’ero non c’era spazio nemmeno per sbattere le ciglia”.Un’ape ronzava intorno alla piantina che aveva sfidato il freddo da poco passato e si dedicava intensamente, con sorprendente tenacia, alla sua causa. Pensò agli esami imminenti, a tutte le sonore risate che un tempo aveva fatto quando la madre le aveva detto che sarebbe diventata grande. Era così bello po-ter correre nel vento, trovarsi nella giungla rimanendo tuttavia nella stessa, medesima, grigia piazzetta; guar-dare stupita un batuffolo bianco svolazzare nell’aria, credere nella magia.
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vincitore alPremio Mario Santi
2013
IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013
Credere che tutto si sarebbe sempre sistemato con il tempo, che la cosa più importante era preparare i brac-cialetti per la festa di fine anno, che qualcosa avrebbe determinato il suo futuro, che sarebbe riuscita a fare quello che voleva. “Ricordati, tesoro, quando ti senti in pericolo scappa, solo gli stupidi si fanno uccidere per le proprie idee. Se vuoi davvero qualcosa, rimani viva e falla.”Eppure era davvero diventata grande, alla fine. Abba-stanza grande da diffidare dal destino e da magiche e fortuite coincidenze, abbastanza realista per non cre-dere più nella felicità dei cartoni.“Non rovinare i tuoi bei capelli biondi. Spazzolali cen-
to volte ogni mattina, così ti incorniciano il faccino e ti rendono femminile. Se guardi bene gli occhi delle persone puoi vedere cosa pensano, ma se guardi bene i capelli, come sono tagliati, come sono tenuti, puoi capire cosa vogliono.”Si chiedeva cosa avrebbe fatto dopo. Certo, l’università ovviamente, la fanno tutti. E dopo l’università si sareb-be cercata un lavoro, che forse non avrebbe neanche trovato. Sarebbe rimasta dove era nata, in una casa piccola, con l’affitto da pagare a fine mese.Da qualche parte sarebbero rimasti rinchiusi tanti so-gni: la vita su un’isola, una casa a picco sul mare. Un lavoro vero, la pittura. L’amore.“Tesoro, in giardino ci sono le fragoline di bosco. Pren-di un barattolo e andiamo a raccoglierle così poi ce le mangiamo stasera”. Sì, nonna.Eppure i suoi occhi, azzurri come l’acqua più pulita, che con gli anni diventavano sempre più trasparenti, quasi volessero fuggire via e scomparire, erano sereni. Una tranquillità data dall’equilibrio, una stabilità data dall’esperienza. I suoi capelli erano perfetti, lucidi, d’argento. Nonostante la guerra, nonostante la morte, nonostan-te le delusioni.E sorrideva.Forse, allora, non sono i sogni che rendono felici – pen-sava- forse, a un certo punto, si è felici e basta.
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Il Premio Mario SantiIl Premio Mario Santi è un premio letterario riservato (per ora) agli studenti del Liceo scientifico Alessandro Volta di Milano. Si svolge con cadenza annuale ed è giunto ormai alla settima edizione. Nacque nel 2007 per iniziativa di un gruppo di amici ex-studenti del Volta (parliamo di ere geologiche lontane, metà degli anni ‘70) per ricordare un loro compagno di classe, ma soprattutto un amico, che perse la vita nell’incidente ferroviario di Crevalcore del 7 Gennaio 2005. Mario era su quel treno che si schiantò contro un merci nella nebbia della linea Verona-Bologna. Era un appassionato lettore ma soprattutto scriveva, nel tempo libero, racconti e poesie. Trovò anche il tempo di scrivere un libro, con cui partecipò a diversi concorsi, e che, con l’aiuto della sua famiglia, vorremmo pubblicare prossimamente. Ci sembrò che dedicargli un premio letterario, da tenersi proprio nel suo amato liceo, fosse il modo migliore per ricordarlo. Si tratta di un vero e proprio concorso o gara letteraria fra tutti gli studenti del Liceo Volta di Milano, che possono partecipare con racconti, poesie o altri scritti. L’unico requisito necessario è essere allievo in corso. Sono previste due sezioni, una a tema libero e una a tema proposto di anno in anno dal Comitato organizzatore, ed è ovviamente possibile partecipare ad entrambe le sezioni. I premi, piuttosto appetitosi, di solito consistono in buoni acquisto da utilizzare presso le Librerie Feltrinelli, oltre a una targa ricordo. Potete inviare le vostre opere a [email protected]. Per ogni informazione ulteriore potete sempre scrivere a [email protected]
IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 2
Voci dal Volta
Di Andrea Piazza 3F Progetto LAIV
Intervista a Francesco Di Maggio Cos’è il progetto LAIV e cosa significa la sigla LAIV? La sigla LAIV sta per Laboratorio Arti Interpretative dal Vivo mentre il progetto è nato una decina d’anni fa in un gruppo di scuole, dette pilota, tra cui il Liceo Tara-melli di Pavia del quale dirigevo e dirigo ancora oggi la scuola di teatro. E’ nato dalla fondazione Cariplo che ha voluto finanziare un gruppo di scuole che avessero una progettualità teatrale dando la disponibilità di in-centivare i gruppi teatrali esistenti sia appoggiando la presenza di un operatore e di un progetto qualificato all’interno del Piano di Offerta Formativa sia tramite l’acquisizione di mezzi e strumenti necessari per l’atti-vità teatrale. Come mai il progetto è arrivato al Volta? Il progetto è arrivato al Volta per una serie di coinci-denze fortunate: la prima coincidenza fortunata è sta-ta che al Volta esiste una Società di Lettura che da anni svolge un’opera meritoria e al suo interno gli inse-gnanti di filosofia in particolare hanno sempre avuto una forte sensibilità riguardo le tematiche della me-moria. Ricordo che il progetto generale il quale implica anche la presenza del Volta è un progetto che si chia-ma “Il Futuro e la Memoria”, quindi è un progetto che parte dal Console Onorario dell’Armenia in Italia a Mi-lano, Pietro Kuciukian, che, tra le altre cose, centra molto con il Volta perché la moglie Annamaria Samuel-li è stata insegnante di filosofia per molti anni in que-sto Liceo. Quindi, quando abbiamo iniziato a pensare al nucleo delle scuole che avrebbero formato questa struttura si è pensato al Volta come “capofila” e non è un caso se i corsi di aggiornamento degli insegnanti promossi dalla fondazione vengano fatti proprio qui, in questa sede; La seconda fortunata coincidenza è stata la presenza di un gruppo di insegnanti, in particolare il professor Carlo Sala e successivamente la professores-sa Lembi, che inizialmente hanno dato una disponibili-tà importante facendo un po’ da faro a quest’impresa. Comunque questo progetto è stato condiviso dalla so-
cietà di lettura sin dal primo momento. Come sono andati questi primi due anni, al Volta in particolare? Trattandosi di una scuola che affrontava la tematica del teatro contemporaneo ex novo, sono stati due an-ni in cui abbiamo dovuto strutturare le basi per poter lavorare in un certo modo, perciò si è lavorato so-prattutto sulla narrazione. Il motivo è molto semplice: dovendo assumere le esigenze della società di lettura, che ci chiedeva un intervento su libri che potevano dare sviluppo ad un loro evento, abbiamo dovuto ri-correre al metodo della narrazione, per intenderci alla Marco Paolini o alla Marco Baliani, che è stato il lavoro primario, quello che ci ha portati a condurre questo tipo di attività. Poi, in seconda battuta, il lavoro sulla narrazione è iniziato a diventare un lavoro di espres-sione corporea. In questo terzo anno invece, con “Uscire di scena” di Vaclav Havel, siamo passati al mettere in scena una commedia vera e propria. Dicia-mo che il percorso, partito mettendo le radici nella narrazione pura, sta terminando in questo terzo anno di attività con un’opera teatrale vera e propria. Dico terminando anche se il termine sarebbe improprio perché quest’anno, anche grazie al rinnovato interesse da parte della presidenza, c’è la possibilità che questo progetto possa avere un ulteriore sviluppo nei prossi-mi anni. Che prospettive ci sono per quest’anno? Quest’anno il gruppo che si è formato è un gruppo molto interessante perché proviene da un turnover molto importante e un po’ forzato causato dall’uscita di alcuni membri di spicco del gruppo che l’anno scor-so avevano la maturità e di altri che, avendo la maturi-tà quest’anno, hanno preferito concentrarsi su di essa. Il reclutamento massiccio ha dunque portato il gruppo a riformarsi su livelli numerici interessanti con un nu-mero importante di nuovi entrati. In particolare è cam-biato il rapporto di genere: prima ci trovavamo con 9 uomini e 3 donne mentre ora abbiamo 11 donne e 8 uomini. Anche questo ha portato ad una serie di inter-venti dal punto di vista drammaturgico e le prospettive
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DICEMBRE 2013 IL GIORNALOTTO
secondo me sono ottime non solo perché quest’anno abbiamo un gruppo motivato e costante (che è un fattore molto importante) ma anche perché questo gruppo ha delle caratteristiche molto interessanti: queste novità sono in gran parte molto positive cioè sono persone che mi sembra abbiano tutta l’intenzio-ne di impegnarsi e che stanno dimostrando una serie-tà necessaria per fare un buon lavoro teatrale. Per me il teatro è un gioco di squadra, quello che conta non è il singolo bravissimo ed eccezionale (certo, per lui ci saranno altri momenti e altri spazi) perché in un labo-ratorio scolastico come questo ciò che mi interessa è far crescere la squadra, creare un amalgama, una pos-sibilità di socializzazione importante, la voglia di condi-videre determinati passaggi (momenti di crescita ma anche di divertimento), un sentirsi squadra inteso co-me gruppo di amici. Ha accennato a possibili elementi di spicco che po-tranno avere spazi in un altro luogo e in un altro tem-po: dove e quando? La questione è molto interessante. Tre anni fa parten-do da un gruppo di amici di Pavia, che avevano già svi-luppato un percorso di un certo genere, è stato fonda-to un gruppo su loro stessa proposta (Dinamoteatro) nato come progetto di amici che si trovavano alla sera. Da loro mi è stato chiesto di dirigere la compagnia. Inizialmente erano 9 ragazzi e la cosa ha funzionato così bene e ha avuto un spinta così importante dai gruppi della scuola che da 9 siamo diventati 54 divisi in 4 corsi, 3 a Pavia e uno a Milano. Qui siamo ospitati dalla Casa Armena in piazza Velasca. Questa è una pro-spettiva perché il gruppo universitario svolge anche delle attività di testimonianza professionistica, infatti è stato incluso tra i progetti di Gariwo il giardino dei Giu-sti in una serie di offerte proposte alle scuole, che comprendono delle tournée di 20/25 date in giro per la Lombardia. Si crea inoltre una prospettiva non di un corso a tempo pieno come sono la Paolo Grassi o l’Ac-cademia di teatro di Roma ma di un lavoro di impegno sociale e civile da portare nelle scuole superiori offren-do comunque la possibilità di frequentare un corso universitario a pieno titolo (in ore serali). Vengono in-vitati i migliori dei gruppi scolastici cioè: coloro che hanno finito il ciclo scolastico e sono universitari de facto e anche a coloro che sono ancora nel ciclo scola-stico. Quest’anno a Milano, su un gruppo di 20, 14 non sono ancora universitari e 4 sono del Volta. Perché bisognerebbe partecipare all’iniziativa? Perché questo progetto può fare bene in almeno quattro direzioni. La prima è il miglioramento della
comunicazione personale-interpersonale. La seconda è il patrimonio non soltanto culturale ma anche di espressione corporea che può dare un lavoro fatto in un certo modo. La terza è che si crea un gruppo di amici, una squadra, come dicevo prima. La quarta è che si impara ad organizzare il proprio tempo cioè, una cosa che sembra paradossalmente un problema da gestire può diventare un buon modo per imparare ad organizzarsi in tempi e modi certi. Sembra paradossale ma una buona gestione del tempo può portare una persona che fa molte attività a farle tutte bene. E’ ov-vio che bisogna conoscere i propri limiti e lavorare sul-le priorità. Ha qualcos’altro da aggiungere? Sono molto contento del lavoro che stiamo facendo al Volta perché noto che, nonostante le difficoltà di stu-dio (infatti tutti dicono di avere molto, molto da stu-diare), guardando i successi di coloro che arrivano all’università dal Volta questa scuola dà dei risultati e evidentemente la preparazione è di un certo genere. Lo noto quando nel gruppo teatrale vedo che chi lavo-ra con me ha la consapevolezza di ciò che sta facendo, ed è una cosa rara, quindi onore al merito ai ragazzi che vengono per due ore al pomeriggio del martedì a lavorare con noi su questo testo di Havel (che è molto bello e importante) e onore al merito agli insegnati che sanno fare il loro mestiere (non saranno tutti, ma di certo sono una buona parte). Evidentemente questa scuola ha qualcosa da difendere in termini di valori. Poi quando si parla di certi valori e di continuità nel dare questi valori che non sono solo studiare tanto e essere molto seri ma anche discutere, confrontarsi, viene spontaneo pensare che in questo la società di lettura può dare enormi prospettive. Ecco, una scuola in cui la gente pensi un po’ di più e forse studi un po-chino meno, ma ragioni un tantino in più, è una scuola che può dare molto fastidio ad uno Stato che della scuola se n’è fregato per molto tempo. Ringrazio Francesco Di Maggio e il prof. Francioni (che ho dimenticato di ringraziare sullo scorso numero) per l’intervista che ci hanno concesso e la Società di lettu-ra perché senza di essa probabilmente non esistereb-be questo progetto. Ricordo che il 20 alle 20.45 ci sarà il Concerto di fine anno del Volta. Per i biglietti (5€ per gli studenti e 10€ per gli adulti) contattate la prof. Reggiani. Ac-correte numerosi, lo spettacolo è garantito!
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IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 2
Sala d’attesa Gaia Galimberti e Michela Mazzini 2H, Andrea Piazza 3F,
Taj Rossi 3C, Stefano Schmidt 5G, Agnese Anzani 5F
h. 9:30
La sala d'attesa è piena di gente.
Una bambina nell'angolo a destra continua a piangere ininter-
rottamente da almeno dieci minuti dopo che la madre le ha
detto che il medico dovrà farle una puntura. Un paio di anziani
se ne stanno seduti immobili sulle loro seggioline di plastica a
fissare la parete di fronte. Un gruppo di quattro uomini conti-
nua a battibeccare sul risultato della partita di calcio della sera
prima mentre una donna in dolce attesa li osserva distante
accarezzandosi il pancione. Un tizio sulla quarantina si rigira tra
le mani una sigaretta spenta che guarda con desiderio, forse
aspettandosi che si accenda da un momento all'altro.
h. 9:33
A sinistra dell'uomo con la sigaretta si allarga ignorata sul pavi-
mento un'insignificante pozza d'acqua sporca proveniente da
una tubatura rotta. La luce di uno dei neon sul soffitto ha inizia-
to a lampeggiare fastidiosamente. Un giovane seduto affianco
alla porta d'ingresso se ne è accorto e ora fissa la luce intermit-
tente come se desiderasse spararle e effettivamente ha portato
la mano destra all'interno della giacca come per prendere qual-
cosa. Una ragazza con le braccia incrociate al petto accostata
alla parete di fondo continua a digitare convulsamente con le
dita sullo schermo del cellulare.
h. 9:40
La porta che conduce allo studio si apre di scatto. Ne esce di
corsa un uomo urlante. I quattro uomini non paiono accorger-
sene mentre gli altri gettano sguardi incuriositi all'interno dello
studio. Il medico, visti gli sguardi, esclama: “Ha paura delle si-
ringhe. Il prossimo!”. La bambina sembra volerlo imitare, ma la
madre la prende per un braccio, bloccandola. Il giovane, dopo
aver tirato fuori dalla giacca un paio di occhiali da sole (con
gran sollievo di quelli che avevano osservato la scena), si alza
per dirigersi all'interno dello studio. In contemporanea si alza
l'uomo con la sigaretta. Il primo va a lamentarsi col medico per
la luce, il secondo per farsi visitare subito, dice di dover neces-
sariamente fumare ma di non voler perdere il posto. Inizia un
dibattito tra i tre.
h. 9.50
Il dibattito tra i tre continua ancora.
“Lei dovrebbe smettere subito di fumare!” grida irritato il gio-
vane, mentre il fumatore incallito lo ignora e scuote con forza il
povero medico che nella confusione generale rischia di stroz-
zarsi con lo stetoscopio. Ormai la situazione rischia di diventare
tragica, con il ragazzo che continua a urlare, il fumatore che
stritola il medico, i quattro uomini che hanno deciso di riper-
correre i passi salienti del campionato con una pallina di carta
improvvisata, gli anziani che stanno seduti a commentare le
mosse dei due che si accapigliano in mezzo alla sala, la madre
che continua a fare la mezza filosofa e gira per la sala predican-
do pace e unità, perché solo uniti secondo lei la pace del mon-
do può essere sconfitta. In tutto questo casino le uniche due
che rimangono “lucide” sono la bambina che approfitta del
tumulto generale per rubare le caramelle dalla scrivania del
medico e la donna incinta che resta nel suo mondo sognante, in
realtà mica tanto lucida, ma più simile a una donna fatta di me-
tamfetamine. Ecco che di colpo c’è un calo di tensione, appare
una figura simile a topolino e subito scompare. Torna la luce e
arriva di corsa una troupe televisiva che attraversa di corsa la
sala e scompare attraversando un muro grazie a un comodo
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DICEMBRE 2013 IL GIORNALOTTO
portale aperto direttamente dall’Enterprise.
Data stellare: 2013.12 h. 9.55
La rissa continua.
h. 10.00
Entra nella stanza uno strano tizio. Sembra una montagna di
stracci. I suoi vestiti sono laceri e penzolano a brandelli dalle
sue membra informi. Un nero di sporco oscura ogni piega della
sua carne che emana un odore nauseante di città e di trascura-
to. I capelli sono neri e luccicanti di grasso. Ma la cosa più scon-
volgente – oltre alla stazza immensa – è la bocca, sdentata,
chiusa in una smorfia, mista tra la rabbia e il dolore, da cui pen-
zola un filo di bava bianchiccia. La sala d'attesa ammutolisce. Il
dottore può finalmente prendere fiato dallo stetoscopio che lo
soffoca tanto il suo aggressore è stupito dalla scena; si inter-
rompe la partita a calcio con la pallina di carta e i vecchietti
come chi è colto a fare cose che non deve, smettono di parlare
imbarazzati. La bambina torna impaurita dalla mamma dopo la
sua gita alle caramelle e persino la madre incinta esce dal suo
stato di fattanza ritornando spaventata nel mondo: guarda con
occhi stralunati il poveretto appena entrato, quasi a chiedergli
“lei qui, cosa ci fa?”. Tutti sembrano condividere la domanda
della mamma in dolce attesa e guardano tutti verso il nuovo
arrivato aspettandosi, come fosse un'attrazione da circo, che
faccia qualcosa.
h. 10.03
La scena è ferma e immobile come prima.
h. 10.05
La montagna di stracci, di grasso e di sudicio si scuote treman-
do lentamente e comincia a parlare: “Dottore, mi curi!”.
h. 10.06
Dopo un intero minuto di totale e sconvolto silenzio, l’uomo
emette un rantolo, poi sussurra con voce flebile e spenta
“Dottore, mi curi! Sto morendo”. Di colpo cade a terra con un
tonfo sordo.
h. 10.08
Il fagotto di stracci giace come un cetaceo spiaggiato, troneg-
giando nel bel mezzo della sala d’attesa. Il silenzio è totale, si
sente solo lo zampillio dell’acqua proveniente dalla tubatura
rotta. Tutti, gli anziani signori, i quattro uomini tifosi, la mam-
ma, la bambina che ha paura degli aghi, la donna incinta, il fu-
matore in astinenza, il ragazzo con gli occhiali da sole e infine il
medico, osservano in trance il centro della sala chiedendosi , e
la domanda è così evidente che sembra strano non sia ancora
comparso un fumetto sopra le teste di tutti, “Sarà morto?”.
Il tempo sembra essersi fermato in quella sala d’attesa, tutti
sono ancora lì, immobili, con gli occhi sgranati. E infine, il dotto-
re, ricordandosi di colpo di essere medico, si scrolla di dosso i
due uomini allucinati e con passi decisi si dirige verso il cumulo
di vestiti e sporco. Sulla sua nuca sono piantati gli sguardi di
tutti i presenti. Ma, forse per carenza di presenza di spirito o
forse per un po’ di istintivo ribrezzo per l’odore che lentamente
si sta propagando per la sala, si arresta di colpo, indeciso, poco
prima di raggiungere il moribondo.
Ma, un attimo dopo, nell’aria carica di tensione si sente un fru-
scio e con un gesto insospettabilmente agile e aggraziato, vista
la stazza, l’uomo salta in piedi e con voce greve e vibrante, che
per un malato ha dell’incredibile, inizia a declamare teatral-
mente “Signori, è con affranto dolore che vi annuncio che oggi,
qui, in presenza di tutti voi, sono passato a miglior vita, com-
pianto con affetto sincero. Da laggiù, ho visto una luce candida,
ho sentito una dolce melodia e ho capito che stavo tornando a
casa. Signori, se riuscite a scorgere questo povero fantasma,
datemi ascolto”.
E tutti, in effetti, ammutoliti, lo ascoltano trepidanti, non riu-
scendo a decidere se quell’uomo si stia beffando di loro o se,
chissà, egli stia realmente parlando dall’oltretomba e possa
davvero rivelare un grande segreto. Tutti aspettano rapiti. Per-
sino il medico. Persino la bambina.
L’istante successivo la porta d’ingresso si apre di scatto e il ton-
fo sonoro rompe la magia. Un infermiere, entrando, esclama
“Eccola signor. G., ma dove era finito? Venga, la riporto nella
sua camera. Stia attento alla vestaglia! Forza, che magari oggi è
la volta buona che riesco a farle fare un bel bagno!” e poi rivol-
to agli astanti, pallidi e tremanti “Scusatelo, crede di essere
morto. Succede di continuo. Pensate che fatica, morire tutti i
giorni”.
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IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 2
TAKE A LOOK AT YOURSELF AND…TAKE A LOOK AT YOURSELF AND…TAKE A LOOK AT YOURSELF AND…TAKE A LOOK AT YOURSELF AND…
MAKE THE CHANGEMAKE THE CHANGEMAKE THE CHANGEMAKE THE CHANGE
Giuseppe Vicinanza 4F
Per parlare dei problemi del nostro paese dobbiamo innanzi-
tutto prendere coscienza che il primo problema siamo noi, mi
riferisco a me, a te che stai leggendo, non i politici o qualcun
altro. E se noi siamo il problema, possiamo anche essere la
soluzione, ma in che modo?
Dobbiamo ribellarci, non spaccare le vetrine, ribellarci. Inten-
do dire che spesso noi ragazzi viviamo ammirando fantasmi
del passato, musicalmente, politicamente e in molti altri cam-
pi. Se non iniziamo a cambiare da queste cose basilari come
l'arte o le ideologie, saremo schiacciati in partenza, saremo
superati. E riguardo a questo ribellarci penso che nella tradi-
zione italiana ci sia un altro aspetto negativo, lo
stampo mafioso della famiglia, oggi la famiglia
non è una rampa di lancio per la vita dei figli, ma
una cappa che non gli permette di decollare.
E questo cosa produce? Non potendo diventare
noi "qualcosa" di definito cerchiamo di imitare
qualcos'altro, risultato? Siamo tutti uguali, per-
ché i modelli sono gli stessi, sbagliati. Tutto que-
sto va a sfociare nel concetto dell'apparire, a
discapito della praticità, dell'essere, filosofica-
mente parlando siamo troppo indirizzati all'acci-
dente e troppo poco al necessario, che poi è l'unica cosa che
può darti dei veri risultati.
Tutti questi problemi ci tolgono competitività rispetto ai paesi
esteri, tutto quello che si dice dell'Italia non è uno stereotipo,
andate a vedere le graduatorie, siamo sempre in fondo.
Questo perché la nostra mentalità è perdente. Per cambiarla
dobbiamo conoscere altre mentalità, e l'unico modo per farlo
e andare all'estero, non viaggiare, la vacanze sono una situa-
zione finta, ma vivere e imparare come si fa ad andare avanti
in un contesto diverso dal nostro. Ecco perché chi dice che
bisogna restare a tutti i costi, in realtà si sbaglia. In questo
paese bisogna tornare dopo aver visto altre situazioni, non
necessariamente migliori, ma diverse. Perché l'estero è me-
glio? Prendete la lingua italiana, è vecchia, sì è vero è bella,
ma è la stessa da secoli, non progredisce. Su internet usiamo
parole di derivazione inglese o americana. Solo perché lo
hanno inventato loro, direte. Va bene. Ma il lavoro? "L'Italia è
una repubblica fondata sul lavoro" su questo non potete dire
nulla, la Costituzione non la tocchereste mai, giustamente.
Merchandising, marketing, conference call, meeting. Noi
siamo fermi e gli altri avanzano e ci colonizzano. E così riguar-
do a quello che dicevamo prima... se Maometto non va alla
montagna... è l'estero a venire da noi.
Meglio che niente! L'estero è da noi, è già arrivato e non solo
sui barconi di Lampedusa, ora sta a noi sfruttarlo a nostro
favore. Pensate a quanti stranieri e quanti italiani vedete in
un giorno (30-70 in percentuale? Forse qualche straniero in
più, dipende dalle zone). Ora pensate a quanto sfruttate que-
sta diversità culturale, da 1 a 10..1?0,5? Forse anche 0. Italia-
ni e stranieri sono due blocchi separati, (tranne rare iniziative
che provano a favorire l'interazione, anche nel nostro liceo
fortunatamente): siamo proprio degli alunni
pessimi, sono 6000 anni che gli scambi cultu-
rali fanno balzare in avanti l'umanità, ma evi-
dentemente non abbiamo fatto i compiti, nes-
suno lo sa, perché se qualcuno lo sapesse e
non lo mettesse in pratica sarebbe ancora
peggio, non credete?
Basta con tutti questi problemi starete pen-
sando, c'è già la scuola, il lavoro, non anche
tutto questo, ti prego. Se questo è quello che
state pensando, mi spiace, avete già perso,
potete fermarvi qua. Se invece non lo avete pensato dovete
fare una cosa sola: cogliete l'occasione. Quale occasione? Se
sei arrivato fin qua, sei uno studente, hai voglia di fare, di
cambiare. Non hai una sola opportunità ne hai mil-
le,diecimila, coglile. Hai il fisico dalla tua parte, il cervello e
dei mezzi che i tuoi genitori neanche si sarebbero sognati,
pensa allo smartphone che hai in tasca, all'ipad che hai casa,
al web. Pazzesco! E non spaventarti se non ce la fai, per avere
successo devi fallire. Non so chi lo abbia detto, ma è verissi-
mo, e non è retorica. Fallire vuol dire fare, provare, riprovare
e riuscirci.
Spero di averti convinto di quello che ho scritto all'inizio, il
problema sei tu, se cambi tu, stanno cambiando tutti, hai
capito il nesso? "I'm starting with the man in the mirror" dice-
va Michael Jackson. Io ti ho regalato lo specchio.
Articolo ispirato al libro "Dietrologia",Fabri
Fibra: prova a fare una cosa onesta:13.60€
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DICEMBRE 2013 IL GIORNALOTTO
By Jingo! “Il bacio, anzi no, lo sfottò No-Tav che non risolverà mai nulla”.
Alberto Nasi 4H
L a stampa l’ha paragonata all’immagine di Jan
Rose Kasmir, la ragazza che infila fiori nei
fucili dei soldati americani per protestare
contro la guerra in Vietnam. È la foto che riprende
una ragazza che bacia un poliziotto in tenuta anti-
sommossa alla manifestazione No-Tav di qualche
mese fa. L’idillio di pacificazione però dura poco, tut-
te le parti in causa prendono le distanze
dall’interpretazione pacifista, il centro sociale Aska-
tasuna, il sindacato della polizia e la stessa ragazza. Il
suo intento era di ridicolizzare il poliziotto in prote-
sta contro le molestie e le aggressioni subite da una
sua compagna da parte delle forze dell’ordine, come
afferma in un’intervista a La Stampa.
E fin qui tutto bene, la solita tiritera: la sinistra anta-
gonista attacca il mondo e l’apparato si difende a
riccio e li accusa di tutto e di più (vero o no che sia,
non lo sapremo mai). Dietro questo gesto si cela pe-
rò l’incapacità dei No-Tav e di altri movimenti simili,
accumunabili con la sigla inglese NIMB (Not In My
Backyard) di portare le loro idee ad un livello comu-
nicativo superiore, unica loro speranza di ottenere
qualche risultato concreto.
È immediatamente evidente, per esempio,
l’incapacità di recapitare un messaggio chiaro. Che
cosa sperano di ottenere i No-Tav se i gesti che fan-
no sono fraintesi? Ed evitiamo di scaricare la colpa
sui giornalisti brutti, cattivi, pagati e pure tonti, gli
unici da accusare sono loro stessi e la loro incapacità
di creare e utilizzare simboli che possano essere
compresi inequivocabilmente dalla società. Finché
non riusciranno a fare ciò, il loro messaggio rimarrà
circoscritto al circolo di attivisti. Altro problema è
che spesso sembra che non vogliano proprio rivol-
gersi al pubblico fuori o, se lo fanno, usano il loro
linguaggio (venendo ovviamente “rimbalzati”
dall’establishment e dalla intelligenija). È ovvio che
finché non riusciranno a uscire dai vincoli del movi-
mento di protesta e ad agganciarsi a strati della so-
cietà che hanno più potere contrattuale nel mondo
della politica la strada che parte dalla Val di Susa
porterà solo ad un vicolo cieco. È anche indiscutibile
che senza un cambio di toni e di dialettica ciò non
potrà mai accadere poiché il politico romano e
l’imprenditore di Confindustria inorridiscono alle ris-
se coi poliziotti e alle incursioni nei cantieri, ma po-
trebbero aprire un dialogo di fronte a numeri discus-
si pacatamente con fonti attendibili.
Se si continua così la morte delle proteste valsusine
non sarà la repressione dello stato o i soldi delle
multinazionali, ma il mancato salto da modello co-
municativo da movimento antagonista a quello de-
gno di un progetto che si affaccia sullo scenario na-
zionale, se non quello europeo. Il tempo scorre e le
trivelle avanzano, se vogliono ottenere qualcosa è
decisamente giunta l’ora di abbandonare gli sfottò.
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ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALHOT
È triste ammetterlo, ma in tempi di crisi come questi anche il Giornalotto è stato costretto a vendere un po’ del suo spazio ad un sito.
E che sito.
Sono il quarto di cinque fratelli, ma non ho complessi di inferiorità e sono pron-to a dare una mano a chiunque. Ho una grande fede e tifo il Man United
Schrödinger88
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“Il sito che neanche un uomo che vi sta guardando il sedere mentre lo consultate è
capace di distrarvi.”
Anulare54Ragazzo cerca relazione fisi-ca, con ragazza carina e di-sponibile. Amo i gatti e fare surf sulle onde
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.
5028 Rispondi a questo elemento
Carlo il CalvoDal mio nick è possibile capire quale sia la mia caratteristica principale
16 2 persone hanno risposto a questo elemento
Carlo il GrossoNascondi risposta
Anche dal mio ;-)95
Nascondi risposta Pipino il Breve ...
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Mendel79Non mi interessa l’amore: cerco solo donna con capelli biondi e occhi azzurri con alleli gg e aa per aumentare la pos-sibilità di generare monozigoti recessivi
23 Rispondi a questo elemento
Oliovotto GirasoliSono un uomo a capo di una azien-da che opera nel campo della produ-zione di olio. Sono molto bravo nel-llo sgusciare tra le difficoltà e so come condire la vita di una donna. E non pre-occupatevi, il lubrificante lo fornisco io.
73 Rispondi a questo elemento
Nerdino_94Cerco una donna che sappia cucinare per feed-darmi bene. Sarebbe bello se fosse in HD ma senza scheda audio per non infastidirmi mentre sono su TS con i miei compagni in premade. Lol, scherzo, le prometto fantastiche gite in (b)MW. Sarebbe veramente da Wow, sperando però che non D20 blu per il freddo. Astenersi troll e niubbi.
42 Rispondi a questo elemento
ErmCioè zii, questa cosa mi intrippa troppo. Cerco una ragazza che ci stia troppo dentro. Bella.32 Rispondi a questo elemento
Sin2xSono molto esperto in rapporti, ma la mia ultima ragazza mi ha lasciato perchè soffro di calcoli renali. Il mio numero è 6.022*1023
2,7182 Rispondi a questo elemento
WMilan4EverNon sono molto bravo a gestire le situazioni: spesso mi emoziono e vado nel pallone. Tuttavia sono una persona molto rigorosa, e a letto sono un vero diavolo.
69 Rispondi a questo elemento
Vigile_UrbanoCerco donna semafo-ro: via libera al traforo dopo pochi minuti
21 Rispondi a questo elemento
About us
Ciao, vuoi chat-tare con me?
Oh, sì, bella gnoccolona.
Paolo UccelloEsperto pittore, sono par-ticolarmente bravo nell’u-sare il mio pennello e sono famoso per i miei schizzi preparatori.
57 Rispondi a questo elemento
IL GIORNALHOT DICEMBRE 2013
BausciaMilàn
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Cerco donna disposta a relazione non conven-zionale. Chi voglia incontrarmi sono il SUV par-cheggiato in doppia fila davanti al pargheggio disabili in Corso Buenos Aires dalle 18 alle 20
324 Rispondi a questo elemento
CoperniccolòCerco donna solare da mettere al centro della mia attenzione, per renderla un punto focale intorno al quale fa girare la mia vita
532 Rispondi a questo elemento
ScassinatoreXXXCerco donna da aprire, du-bito che la troverò per una combinazione fortuita123 Rispondi a questo elemento
WhiteSnowSto cercando il mio principe azzurro, so che esiste e che basta aspettare. Sono allergica alle mele in par-ticolare, ma d’altronde non per mai successo niente di male per una mela, no?
4 1 persona ha risposto a questo elemento
Nascondi risposta Adamo98Vuoi uscire con me? Io sono attratto dalle donne con grosse mele. Cerco una nuova ragazza perchè quella vec-chia è madre di un terrorista che ha ucciso il 25% della popolazione mondiale
23 Rispondi a questo elemento
Bob78Mi piacciono i treni
ASDF Rispondi a questo elemento
Enrico VasaioCiao. Sono un ragazzo, diciamo, speciale. Infatti mi piace cavalcare manici di scopa e sono particolar-mente esperto nel creare magie agitando la mia bacchetta
1 persona ha risposto a questo elementoA Sirio Nero piace questo post
Nascondi risposta GinnyWAnch’io sono brava ad agitare la tua bacchetta, ma mi piace anche giocare con i tuoi boccini d’oro.
Ronaldo Wisley si è spaventato per questo elemento
Restauratore’300Cerco vedova attempata con nu-merosi acciacchi. Chi voglia con-tattarmi troverà in piazza Duomo piccioni cacciatori contrassegnati
33+sin(x) Rispondi a questo elemento
TontoDaForlìCerco motorino usato poco. Di-sponibilità 700 €0 <--- Forever Alone
Orologiaio4eunQuartoCerco donna con tic. No perditempo.21 Rispondi a questo elemento
Kitty_69Cerco maschione disponibi-le ad intraprendere relazione dura-tura.
La_Voce_Della_VeritàCosa deve essere dura?
35 1 persona ha risposto a questo elemento
Galileo33Cerco appassionata di stru-menti scientifici a cui mo-strare il mio cannocchiale.
Freddurista51 1 persona ha risposto a questo elemento
“Galileo, telescopi?”“Lo spero”AHAHAHHAHAHAH
Nascondi risposta
15 proposte di impiccagione per Freddurista
Zeus14Nessuna volontà di impe-gnarsi. Cerco storia lampo
3 Rispondi a questo elemento
Natasha69
Ragaza straniera da poco in Italia. Cercare uomo che aiutare me con la lingua
345 Rispondi a questo elementoJohnny74Cerco donna con denti d’o-ro, a cui stia bene mangiare yogurt e brodini per il resto della vita
Invia anche tu il tuo annuncio su [email protected]
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ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALOTTO
What’s UpTaj Rossi 3C
Eccoci arrivati in quelli che potremmo chiamare i mesi della politica. Se nell’ultimo articolo le cose di cui par-lare erano le stesse oramai da tempo, ora infatti la po-litica è esplosa in tutto il suo “splendore” con eventi importantissimi per l’Italia. Partendo in ordine cronologico, il primo fatto è avve-nuto il 16 novembre, data in cui è stato ufficialmen-te (ri)creato il partito “Forza Italia”, che ha creato una divisione nel centro destra dove ora possiamo trova-re il neopartito capitanato da Berlusconi (anche se esterno), che ha una posizione più di destra, e l’anche il nuovo partito con a capo Alfano, chiamato Nuovo Centrodestra, cha ha una posizione più centrista. In seguito, alle ore 17.43 del 27 novembre 2013 si se-gna una data da ricordare: la fine della permanenza in senato di Silvio Berlusconi. La sua decadenza è stata votata dal senato in seguito ai suoi processi (caso Me-diaset N.d.R.), e quindi il Cavaliere non sarà più sena-tore. Uno smacco al partito appena fondato, aspettato però ormai da tempo. Questo porta quindi Berlusconi a passare, da figura interna alla politica, ad un’altra, più affine a quella di Grillo, cioè più simile a quella di un leader ideologico che rappresenterà comunque un punto di riferimento per molti dei suoi più fedeli votanti.Dopo questo eclatante fatto le varie fazioni politiche hanno iniziato un battibecco destinato a esaurirsi alla luce delle vicende interne ai singoli partiti e a fatti di carattere più generale.Dopo poco infatti è sorta la problematica della seconda rata IMU, poiché i comuni hanno gridato alla rivolta se
il governo non avesse fatto chiarezza. Questa rata infatti è stata abo-lita dal governo, però in molti comuni italiani (circa 600 comuni dove nel 2013 sono aumen-tate le aliquote rispet-to a quelle standard) è risultato che la metà di questa rata verrà paga-ta comunque dai citta-
dini.Dopo questa piccola parentesi più locale, si torna a parlare di politica nazionale; la seconda notizia ecla-tante di questo periodo infatti è stata la dichiarazione di incostituzionalità della legge elettorale italiana, il cosiddetto Porcellum. Dopo 8 anni di attesa infatti la Corte Costituzionale ha bocciato il Porcellum e ha dun-que richiesto la discussione immediata di una nuova legge per sostituirlo. In questa situazione si sono infi-lati il movimento 5 stelle e Forza Italia, che sostengono che il parlamento sia illegittimo e chiedono di andare in fretta alle urne in quanto la maggioranza attualmen-te al potere non sarebbe tale.Ma proprio a proposito di elezioni, abbiamo assistito nel giro di una settimana a ben due primarie: la prima è stata quella della Lega Nord, che vedeva sfidarsi Sal-vini e Bossi, vinta dal primo con uno schiacciante 82%.La seconda invece è stata quella, molto più sentita a livello di media, del Partito Democratico, con Ren-zi, Cuperlo e Civati a sfidarsi. Si è assistito alla vittoria dell’ormai noto sindaco di Firenze che ha schiacciato gli altri due concorrenti con un nettissimo 67.8% (gli sfidanti: Cuperlo 18%; Civati 14.2%). La vera vittoria però del PD è stata quella dell’affluenza: si sono infat-ti registrati 2.9 mln di votanti, numero estremamente alto per delle primarie di partito.L’ultima notizia di una grande importanza arriva dal già citato movimento 5 stelle; Grillo infatti ha iniziato una campagna che ha un che di preoccupante, visto che sul suo blog egli ha iniziato a comporre una “lista nera” di giornalisti che secondo i membri del movimento dif-famerebbero il movimento stesso. Ciò ha di che preoc-cupare, poiché accentua ancora di più la posizione più intollerante e poco democratica del movimento 5 stel-le, che già in passato aveva avuto screzi con i giorna-listi e aveva sempre tenuto chiusa ai media la propria organizzazione interna, e allontana il movimento dalle posizioni che sembrava aver preso meno di un anno fa, durante le ultime elezioni, dove si era presentato come movimento di rinnovamento, e che invece ora sembra ricalcare metodi e modi di fare tipici della vec-chia politica, da loro sempre trattata come il demonio.
16I dati e i fatti sono aggiornati al: 09/12/2013 alle ore 22.15
IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013
NON C’È PIÙ TEMPO! Viola Dadda 4H
Leonardo Bruni diceva: “Studia prima ciò che ti rende
critico, poi ciò che puoi criticare”. Eravamo nell’Umanesi-
mo, più di seicento anni fa e già si stava affermando il
concetto che la cosa più importante è sviluppare il pro-
prio spirito critico attraverso lo studio. Oggi alla sola pa-
rola “studio” si hanno mille reazioni diverse: c’è chi co-
mincia a contare i giorni di vacanza, chi comincia a suda-
re freddo per l’interrogazione di latino, chi si immagina
incatenato al banco per l’infinità di cinque ore al giorno e
se proprio c’è qualcuno che sorride pensando che alla
fine non è cosi male, non c’è da pensarci due volte: quel-
lo è un secchione.
Non c’è dubbio che lo studio a volte possa essere pesan-
te e spesso possiamo sentirci imprigionati tra libri e qua-
derni, costretti a sopravvivere tra
interrogazioni e verifiche anelan-
do al week end, ma quello che
Bruni cercava di dire è che lo stu-
dio è la via per la libertà, e la stra-
da che apre mille porte diverse e
che ci conduce piano piano a sce-
gliere quale sarà il nostro futuro.
Studiare significa aprire la nostra
mente a mille modi diversi di ve-
dere la realtà: da come la pensa-
va Aristotele nell’antica Grecia a
come studiavano la realtà gli ato-
misti di fine ottocento; dedichia-
mo anni della nostra vita ad arricchire noi stessi ed è pro-
prio questo che ci permette di avere un nostro modo
originale di vedere la realtà e quindi a crearci un nostro
personale spirito critico, questo è la capacita fondamen-
tale di avere delle proprie convinzioni e di essere in gra-
do di contestare ciò con cui non ci troviamo d’accordo.
Nella Grecia delle polis la vita ruotava intorno al confron-
to di idee e scambi di opinioni mentre oggi dopo più di
duemila anni sembriamo quasi regrediti. Si sente spes-
so dire che noi giovani non crediamo più in niente, in-
somma che siamo dei nichilisti e che non siamo interes-
sati se non a cose futili. Questo può essere stato vero in
passato, ma adesso è il momento in cui io stessa posso
dire che la nostra generazione è uscita da un letargo che
aveva addormentato per anni la voglia di farsi sentire dei
giovani, i pochi che ancora possono credere di poter sal-
vare il mondo senza scendere a compromessi, difenden-
do le proprie idee. Ed è proprio grazie all’istruzione che
nasce in noi giorno dopo giorno la capacita di renderci
conto che siamo noi stessi i primi a dover essere interes-
sati per il nostro futuro che si concretizza nel nostro pre-
sente e cioè la scuola. Questa è il luogo in cui nascono gli
adulti che saremo ed è per questo che va difesa.
Non c’è più tempo per dormire
ed essere passivi di fronte a deci-
sioni che riguardano noi per pri-
mi, non c’è più tempo per accet-
tare che la scuola pubblica, base
dell’insegnamento che secondo
l’articolo 3 della costituzione è un
diritto di tutti (senza esclusione di
reddito), venga ridotta in rovina a
favore di scuole private che in
quanto indipendenti non dovreb-
bero usufruire di finanziamenti
statali, non c’è più tempo per
passare sopra alla terribile situa-
zione di disoccupazione che divaga soprattutto tra i gio-
vani.
Non c’è più tempo per rimanere in letargo e anche se
non cambieremo la situazione in un giorno ma continua-
re a dire la nostra sarà il simbolo della consapevolezza di
noi ragazzi, la consapevolezza che la scuola per quanto la
possiamo odiare e maledire è la cosa più preziosa che
abbiamo.
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ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALOTTO
Console WarLorenzo Ravelli 3D
L ’ a l b a nella nuo-
va generazione si scorge in lontananza,
frotte di bimbiminkia si ac-calcano, armati di banconota rosa
e carta fedeltà, sempre più fedeli all’e-sercito per il quale si sono schierati, pronti a
combattersi a suon di cialtronate, convinti che il loro schieramento sia quello giusto.
Questa è comunque solo una battaglia di quella che è la guerra nascosta e silenziosa cominciata già da parecchio tempo da Sony e Microsoft (eh sì, mi spiace per quelli che credono in Nintendo, ma la escludo a priori dato che fa schifo!). C’è gente che ha scelto il suo schieramento già da tempo, chi ancora non sa che console comprerà (PS4 oppure XBOne), chi invece si ritiene ormai praticamen-te un boss del suo schieramento avendo anche assistito, alle tre di notte, alla presentazione di quel marchingegno che sperava di ritrovare sotto l’albero questo natale.Ma finalmente arriva Novembre che con le sue due ulti-me settimane porta nei negozi folle di ragazzi impazziti e milioni di dollari alle due multinazionali. E’ solo nelle ultime ore, prima che il GameStop apra le saracinesche, che il ragazzo capisce quale sarà la scelta più opportuna.
QUESTA VORREBBE ESSERE UNA SPECIE DI “GUIDA AGLI ACQUISTI” PER QUESTO NATALE ORMAI IN ARRIVO, RI-GUARDO QUALE CONSOLE COMPRARE
Cercherò di dirvi la verità su un paio di cose, senza esse-re di parte, ma in realtà avete già capito a chi io ho dato fedeltà. Quindi, mi spiace cari microsftari, microsoftini, boxari o comunque vi chiamiate voi che amate la console per nerd di fatturazione americana con quella stupida “X” sopra, ma vi renderò la lettura difficile con la mia mentalità dedita alla coltivazione della cultura Playstation!
Suddividerò di seguito i punti che vi per-metteranno la scelta migliore:
1. Se siete ancora indecisi da che parte schierarvi, vi posso dire che la scelta migliore è quella che non vi aspettereste di scegliere!2. Guardate alla vostra precedente console e buttatela via (non letteralmente), perché dovete cominciare a pen-sare come se foste dei neonati, senza la testa piena di inutili informazioni.3. Ricominciate dal punto 2, perché non ci avete neanche provato a sgombrare la testa.4. Ora guardate il prezzo (so che non si dovrebbe fare, ma per il momento fidatevi), vi siete accorti di quanto sia assurdo il prezzo dell’Xbox One! Ma porca nintendo è una cosa davvero fuori dal mondo…5. Ora dovete guardare la cosa più importante, i giochi di-sponibili, è la cosa più facile: ne preferite uno ambienta-to nel futuro dove tutto è concesso (Killzone) e uno dove si può distruggere praticamente qualsiasi cosa (Kanck) oppure preferite un gioco dove impersonerete un per-sonaggio di quella storia che già ci hanno fatto odiare a scuola (mi sembra si chiami qualcosa tipo Raise, o giù di lì) e un gioco dove la grafica è quella di supermario e l’umore è come quello durante le lezioni di fisica quanti-stica, o le lezioni in generale? (mi sembra si chiami tipo “mortorisorto3”, un po’ tipo Cesù).
Non siete ancora convinti sull’acquisto di PS4?Avete assolutamente ragione a non esserlo, anzi, il consiglio che vi posso dare è quello di aspetta-re, di far fermentare quelle dannate sca-tole nei negozi, di comprare solo se siete assolutamente sicuri e nel pieno delle vostre facoltà mentali.
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IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013
Realizza i tuoi sogniDiventa Babbo Natale
Oggi
Renzo Averia 4B
“Renzo, cosa vuoi fare da grande?” “Il grande!”Non avevo le idee chiare sul mio futuro. E nemmeno ora. Ma mi ricordo che quando ero piccolo c’erano dei bambini che volevano aiutare gli altri, soprattutto in periodi come questi di feste.
Dopo 10 anni mi è venuta in mente un’idea. Perché non regalare un sorriso a tutti i mocciosi diventando Babbo Na-tale?Quindi questo mese vi spiego...
COME DIVENTARE BABBO NATALE (oppure COME DIVENTARE DEI CICCIONI COMUNISTI CHE
CAVALCANO RENNE)
Da piccolo ho sempre odiato Babbo Natale, non so bene il motivo. Forse perché era grasso, forse perché era con la barba ma non lo sopportavo! Per diventare Babbo Natale servono poche, ma importantissime cose.Iniziamo subito!
LA BARBA
Che sia lunga e bianca o nera con il pizzetto non importa. Un Babbo che si rispetti DEVE avere la barba! Purtroppo io di barba non me ne intendo affatto, ma ho solo 18 anni, prima o poi mi spunterà!Un consiglio appassionato è farvela crescere tanto tanto, così quando fa freddo potete usarla come sciarpa o come cappellino!
LA CIOCCIOSITÁ
sto spiega il costume rosso del Babbo).Ma se guardate i Fantagenitori potete ben sapere che in realtà è magro e diventa grasso grazie alla magia dei padrini fatati
LA SLITTA E LE RENNE
Occavolo, non ero preparato a questo. Massì, procurarsiuna slitta non è tanto difficile no? Ormai l’Ikea vende di tutto! Il vero problema sono le renne! DOVE CAVOLO SI COMPRA-NO LE RENNE? Vabbè pensateci voi. Per farle volare è faci-le. Le renne sono magggiche, appena respirano della neve iniziano a voolaaare!
CONSIGLI FINALI
L’articolo finisce qui perché non mi viene in mente più nulla. Sono sicuro che appena invio la mail al Giornalotto mi ver-ranno in mente altre 1000 battute divertenti, ma fa niente!Posso darvi un solo consiglio, se volete far sorridere un bambino dovete metterci cuore bla bla...Se invece volete divertirvi andate da vostra cugina di 6 anni e ditele che Babbo Natale non esiste. (A tutti i primini: No, ho detto una bugia, Babbo Natale esiste, esiste eccome!)
“Caro Babbo Natale,per quest’anno sotto l’albero non voglio i soliti regali materiali. Non voglio i soliti giochi o vestiti. Voglio che i bambini meno fortunati di me possano festeggiare il Na-tale con un sorriso e che possano ricevere almeno la metà dei miei regali.No dai, scherzo. Dammi la PS quattro”
(Letterina di Natale di qualche tenero bambino)
BUON NATALE A TUTTI! (Tranne agli ebrei. Agli ebrei auguro un buon Hannukkah)
“Sai perché Babbo Natale non porta i regali ai bambini dell’Africa? Perché non esiste”(Cit. Will Smith)
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Come ben sapete Babbo Natale è grasso. Ebbene sì, il vostro più grande idolo è uno di quei cic-cioni che pesano più di 60 kg. E se volete emu-larlo dovete mangiare anche voi! Che siano le croccantelle (BLEAH!) o i Kinder Delice, nulla può battere l’apporto calorico di un gustoso bambino al forno (que-
IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 2
Comics&Games
Enrico Lawendel e Dario Fontana 3B
C i sono parecchi metodi semplici ed efficaci
per accorgersi quanto si è vicini a Lucca
nei giorni del Comics. Alla partenza da Mi-
lano, magari ti accorgi solo di qualche segnale che
identifica lo stereotipo di un nerd; una barba, una
borsa a tracolla, al massimo una maglietta del Trono
di Spade. Nelle prime stazioni toscane cominciano ad
apparire però maghi e stormtroopers, o magari un
Harry Potter decisamente non diretto ad Hogwarts,
e cominci ad abituarti a quel fenomeno malato
quanto divertente che è il Cosplay. Se all'improvviso
comincia il delirio, e a correre vicino a te per cambia-
re treno, ormai carico come un diretto Calcutta-
NewDeli, c'è Sauron accompagnato dal buon Volde-
mort, o Rufy Cappello di Paglia (ah no, scusate, qui si
chiama Rubber) inseguito dall'ispettore Zenigata,
puoi essere sicuro di non star sbagliando direzione.
Sei definitivamente arrivato quando, ormai in balia
della corrente umana sgargiante di colori contro il
cielo grigio, ti accorgi di soldati austroungarici impe-
gnati a fucilare un uomo- banana contro un muro di
mattoni. In questa situazione paradossale a dir poco,
mille pensieri ti vorticano per la testa: "Sono paz-
zo!?!", "Sono a Lucca?", "Hey, ma quello è Gesù Cri-
sto!?". Le risposte, purtroppo, sono tutte affermati-
ve.
Appena entrati in città, lo spettacolo è affascinante:
lo scenario di case e palazzi d'epoca, insieme all'anti-
ca cinta muraria, fa a botte con i giganteschi tendoni
bianchi che ospitano gli stand, e la calca riempie ogni
vicolo, occupa ogni panchina, e affolla ogni luogo di
interesse dai bar ai cessi chimici. Ci sono un'infinità
di cose da fare e da vedere e solo quattro giorni. Si
parte dalle pittoresche mura, ospiti di bancarelle e
tornei medievali ("Alla pugna, sodali!") nonché red-
carpet perfetto per ammirare una varietà sconcer-
tante di cosplayers. Per i più coraggiosi disposti ad
addentrarsi nel centro ci sono le esposizioni dei pesi
massimi del fumetto occidentale, traboccanti di
gadget e disegnatori costretti alla "dedica forzata",
fianco a fianco con quelle di sconosciuti web-comics,
che sfruttano questa occasione per farsi grande pub-
blicità, e corridoi totalmente adibiti alle work-session
dei più svariati disegnatori. Ospiti di riguardo della
manifestazione sono stati ZeroCalcare, vincitore del
premio per la miglior storia breve con il suo "La pro-
fezia dell'armadillo" e Leo Ortolani, l'autore di Rat-
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DICEMBRE 2013 IL GIORNALOTTO
Man, e per citare anche uno straniero è doveroso
nominare David Lloyd, creatore di "V per Vendetta".
Procedendo verso la piazza del Duomo i cinema cit-
tadini ospitano le anteprime di film attesissimi quali
"Thor: The Dark World", il nuovo "Lo Hobbit", e film
per bambini come "Piovono Polpette 2". Il Palazzo
del Concilio della città è la location del Japan Palace,
polo dedicato alla cultura giapponese e meta preferi-
ta di ogni buon otaku, attratto dall'esposizione di
manga e disegni orientali, dalla abbondante vendita
di katane e dal Maid Cafè, "locus amoenus" dove
rifocillarsi serviti da cameriere (poco) vestite a tema.
Ricordiamoci però che la fiera si chiama "Lucca Co-
mics&Games", quindi è doveroso parlare dell'area
Games, una serie di padiglioni appena fuori dalle
mura, assediati da bancarelle di ramen e visitatori a
malapena trattenuti dallo staff. Dentro ci si può per-
dere fra le postazioni dei grandi nomi del settore, e
provare le nuove uscite di casa Nintendo, o il LAN
party di Call of Duty: Ghost. Con l'imminente uscita
sui mercati della cosiddetta next-gen videoludica,
ovvero la Playstation 4 e l'Xbox One, molti giganti del
calibro di Activision o della Ubisoft, con i suoi Watch
Dogs e Assassin's Creed IV, hanno presentato i propri
cavalli di battaglia. Anche i leader nel settore del ga-
ming su pc si sono ben difesi; era infatti impossibile
non notare il faraonico stand della Riot Games, pro-
duttrice del famosissimo MOBA (Multiplayer Online
Battle Arena) free-to-play League of Legends. Per
giocatori più tranquilli c'è la sezione dedicata ai gio-
chi da tavolo, i cui protagonisti indiscussi sono stati
Hasbro e Magic:The Gathering, che hanno organizza-
to tornei e prove gratuite non-stop dei loro prodotti.
Per quanto riguarda i giochi di ruolo e società è stato
interessante notare la presenza di molti progetti in-
dipendenti made in Italy; noi del Giornalotto vi con-
sigliamo Dragonero, novità nostrana che segue le
orme di D&D, e M400, una specie di Risiko ambien-
tato nel 1400.
Lucca non è solo una semplice fiera per nerdoni, è
anche un'occasione importante e divertente per fare
nuove conoscenze e condividere le proprie passioni
con ogni genere di persona, proveniente da tutto lo
stivale. Quale modo migliore di socializzare se non
sfruttando l'anima della festa, il Cosplay? Forse è
stata la cosa che più ci ha affascinato; gente così le-
gata ai propri idoli da volerli emulare, persino nel
comportamento. Il risultato è una città quasi metafi-
sica brulicante di personaggi di ogni genere, con i
quali scherzare, dei quali ridere, ma anche da ammi-
rare. Sembra quasi di entrare in uno scenario strana-
mente onirico, fra una battaglia tra Saruman e Gan-
dalf, un'infinità di Trafalgar Law, orde di zombie e
sfilate di eroi Marvel, senza tralasciare i festeggia-
menti per il Doctor Who Day. Che dire, c'è proprio
tutto. E solo quattro giorni.
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IL GIORNALOTTO ANNO 14 - NUMERO 1
LEGGIAMO...
Stefano Schmidt 5G
Il mio nome è Rosso Orhan Pamuk
Un affascinante romanzo storico del più grande scrittore turco contemporaneo. Ambientato nella Turchia del Cin-quecento racconta un torbido intrigo tra i miniaturisti del sultano: una serie di omicidi insanguinano i laboratori di palazzo, risvegliando rivalità tra chi ha sempre lavorato insieme. Il motore dell'intrigo è una misteriosa miniatura che il sultano ha commissionato allo zio Effendi. Il protago-nista, Nero, per conquistare la sua amata Şekure deve pri-ma trovare l'assassino, che si nasconde tra uno dei tre ma-estri più grandi del laboratorio. È un romanzo corale che dà voce, capitolo dopo capitolo, a tutti i personaggi che compongono la storia, persino dise-gni e oggetti inanimati e così la narrazione diventa un reso-conto, o forse una confessione, dei personaggi che l'hanno
vissuta. Capitolo do-po capitole, i vari personaggi dibattono a distanza, coinvol-gendo anche il letto-re in un dibattito sul-l'arte e sulla miniatu-ra, un dibattito non solo artistico ma an-che culturale che tut-to il libro solleva e
porta avanti con raffinatezza, leggerezza e grazia. L'arte della miniatura tradizionale rappresenta non la real-tà degli uomini ma la realtà come la vede Allah. Così i mi-niaturisti si esercitano ad annullare il proprio stile persona-le e a riprodurre perfettamente i modelli dei grandi mae-stri, vicini alla visione di Allah. Zio Effendi stravolge l'idea tradizionale di miniatura, fatta di storie magiche e poeti-che rappresentate sempre con la stessa grazia: lui si pro-pone di rappresentare la realtà così come appare agli uo-mini e osa compiere un ritratto del Sultano. È affascinato dai “maestri europei” e dall'immortalità che offre la loro pittura. Queste due concezioni della miniatura si scontrano e il tema del contendere è capitale: mantenere inalterate le proprie radici o cambiarle aprendosi al nuovo e al diver-so? Questa discussione anima il mondo islamico da secoli...
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Uomini Che Odiano Le Donne
Stieg Larsson
Ora, ragazzi, cambiamo completamente genere e buttia-moci su un libro veramente tosto. Stiamo parlando di “Uomini che odiano le donne”, libro scritto da Stieg Lar-sson e pubblicato nel 2005, dopo la morte di Larsson. Mi-kael Bloomkvist, giornalista economico di discreto succes-so, dopo aver perso la causa che lo vede accusato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti del finanzie-re Wennerström e per questo motivo essersi dimesso da direttore responsabile della rivista Millennium, riceve una chiamata da Henrik Vagner. Questi gli chiede di riprendere un casi vecchio di quasi quarant’anni: la scomparsa della nipote Harriet Vagner, in quanto, ogni anno da quarant’-anni, Henrik riceve un quadro raffigurante una viola spedi-to da diverse parti del mondo e il mittente sembrerebbe essere proprio Harriet. Con l’aiuto di Lisbeth Salander , abile hacker, dovrà scavare all’interno della famiglia Va-gner e, mano a mano, verranno fuori realtà sconcertanti.
Nel libro le storie dei personaggi non sono molto sviluppa-te per far incana-lare l’attenzione del lettore nella vicenda e nella raccolta degli indi-zi utili alla soluzio-ne del caso, in quanto dovranno esaminare una moltitudine di ele-menti e di altri casi di femminici-dio. Un libro che ti tiene le mani in-collate alla coper-tina e la suspence e la paura non fanno altro che aumentare la cu-riosità del lettore.
Alessandro Caldani 2B
IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013
LA TERRA HA BISOGNO DI TE!
Alessandro Caldani 2B
Qualcuno di voi è appassio-nato di cartoni animati con robot da combattimento? Avete mai visto qualche vecchio cartone tipo Gol-drake o Mazinga (piacevano ai nostri papà), oppure Go-dzilla? Il Giappone ha una forte tradizione di questo
tipo, come gli americani l’hanno di super-eroi, ed a questa si rifà il film di cui tratto, Pacific Rim, nel quale troverete di tutto e di più. Il regista è messicano, Guillermo Del Toro, specialista di film fantasy e visionari, quali il fumettisitico Hellboy o il diffici-le ma affascinante “Il labirinto del fauno”. Il film sembra si ispiri anche al “Mondo degli Antichi” di H.P. Lovecraft ed in particolare al libro “Le montagne della follia”, che sembra fosse il progetto iniziale di Del Toro: se si riuscisse a trovare il tempo potrebbe essere una curiosa lettura.Ebbene, di cosa tratta? In un non lontano futuro l’umanità è da anni in guerra con esseri mostruosi provenienti dalle vi-scere della terra, i Kaijù, forse di origine extraterrestre, che stanno pressochè annientando la razza umana. L’ultima di-fesa, realizzata grazie allo sforzo congiunto di tutte le poten-ze del pianeta, sono robot da combattimento, i Jaeger, che sembrano in grado di contrastare lo strapotere dei Kaijù. I robot in questione sono talmente complessi da pilotare che devono essere guidati da due piloti, i quali comandano ciascuno un lato del robot, e sono in collegamento neurale tra loro in modo da garantire la necessaria coordinazione in battaglia: le coppie migliori di piloti sono quelle che sono già legate tra loro per altri motivi, fratelli, padre e figlio e … futuri fidanzati. Non racconto oltre, dal momento che la tra-ma non è particolarmente complessa, come si addice ai film di questo genere, e non voglio svelarvela qualora vogliate vedere il film. Quello che importa è che avrete garantite oltre due ore di combattimenti, Kaijù e Jaegers a volontà ed immagini fan-tastiche, meglio di un cartone animato. Simpatiche sono le caratterizzazioni dei personaggi ed è anche gradito un leggero humour che percorre qua e là il film. Ma sotto il blockbuster si intravede anche un regista che tratteggia un mondo sfinito, allo sbando e senza più speranze, lo stupi-do comportamento degli uomini, fino alla nuclearizzazione dell’Apocalisse. Il tutto senza quella eccessiva retorica che spesso affligge questi titoli.
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(RubRica più o meno cinematogRafica)
Pacific RimQualcuno di voi è appas-sionato di cartoni animati con robot di combattimen-to? Sì? E allora che ci fate qui? Avete mai visto qual-che vecchio cartone come “La maledizione dei vetrini da microscopio idrofobi” o “Non aprite quel registro”? La scuola è un ambiente che ha da sempre una forte tra-
Pacific Lim
Francesco Monti 4A
Sono tra noi, scappate finchè siete in tempo
dizione di questo tipo, e Pacific Lim proprio a questa si rifà. Le fonti che il regista, Anonimo Senzanome, prende come spunto per la realizzazione del film pare si rifacciano a un libro in particolare, “Io, lei, e la Macchinetta delle Meren-dine”: se si riuscisse a trovare del tempo per scriverlo, po-trebbe essere una buona lettura. Ebbene, di che cosa si tratta? In un tragico presente l’intera popolazione studentesca è in guerra da ritrovati tecnologi-ci di un’epoca precedente (Roberto Giacobbo ha indagato, giungendo alla conclusione che si tratta di un avvertimento dei Maya). Questi aggeggi stremano il popolo studentesco, costretto quotidianamente a combattere contro fusibili bruciati, resistenze saltate, gessetti al plutonio, sedie rot-te, banchi trapanati, vetrini scheggiati, canestri da basket assenti. L’’ultima difesa è rappresentata da una nuova e po-tente tecnologia, le Lim, che sembrano in grado di contra-stare lo strapotere delle riforme a costo zero. Le Lim in questione sono talmente complesse da usare che devono essere guidate da almeno due professori, il nerd della classe, un tecnico, insieme un paio di primini da of-fire in sacrificio per propiziare le forze cosmiche. Tutto questo perchè le Lim sono strumenti estremamente poten-ti ma complessi, in quanto composti da ben TRE pezzi, o QUATTRO in quelle di categoria superiore (normalmente, un computer, uno schermo, un proiettore, FORSE le casse). Non racconto oltre, dal momento che la trama non è parti-colarmente complessa, e soprattutto rischierei di rovinarmi la sorpresa, visto che ad un certo punto mi sono addormen-tato e...Quello che importa è che vi saranno garantite due ore di compiti in classe, interrogazioni a sorpresa, docenti e raggi luminosi (che non si sa a cosa servono ma fanno figo. I raggi, non i professori). Ora dovrei smettere di scrivere che se no non so dove mettere un’immaginina che completi l’articolo.
ANNO 14 - NUMERO 2
L’OROSCOPO Alessandro Caldani IIB
ARIETE
E’ il tuo giorno fortunato! Ma non ti gasare troppo, la tua pecora nera oggi
sarà il tempo: se sarà brutto non farti condizionare dal tuo atteggiamento
poco socievole e pensa positivo, se sarà bello non preoccuparti di nulla.
Per il resto tutto ok, la tua fidanzata si rivelerà più affettuosa del solito ed
TORO
Se sarai abile a seguire i miei consigli sarà una giornata faticosa. Il tuo
portafortuna sono le scale, perciò ti consiglio, se ti interrogassero, di
persuadere la prof a sostenere l’interrogazione mentre le sali e scendi.
Attento alle scale mobili, queste porteranno sfortuna.
GEMELLI
Oggi è il tuo giorno sfortunato, non troverai l’anima gemella nemme-
no stavolta. Se già ce l’hai tienitela stretta oppure si libererà di te.
Oggi pomeriggio stai attento se pratichi sport, la tua incolumità è a
rischio.
CANCRO
Sei una roccia in tutti i sensi: non ti ammalerai, gli insulti, se possibile,
ti sproneranno e a scuola sembrerai un genio. Attenzione soltanto a
chi ti sta più antipatico, potrebbe rovinarti una bella e promettente
giornata.
LEONE
Tutto ciò che farai questa mattina non andrà bene a chi ti sta intorno,
ma sono azioni più che meritevoli. Questo pomeriggio, invece, tutti
riconosceranno il tuo buon senso e ti elogeranno per le scelte, anche
se dolorose, che hai compiuto.
IL GIORNALOTTO
24
DICEMBRE 2013
VERGINE
Oggi avrai modo di dimostrare a tutti le tue doti organizzative, riuscirai a co-
piare nel poco tempo prima dell’inizio delle lezioni tutti i compiti assegnati per
la mattinata e sfrutterai al meglio i fogliettini nascosti nel risvolto dei pantaloni
durante il compito di filosofia.
BILANCIA
Pesa con attenzione i giudizi che esprimi, potrebbero inimicarti coloro a cui spetta
valutarti. Sii più equilibrato nell’assumere cibo, il tuo peso potrebbe risentirne.
SCORPIONE
Smettila di punzecchiare i tuoi compagni di classe, anche fisicamente. Ricorda :
chi di coda ferisce di coda perisce. Ti consiglio di evitare la ressa, potresti finire
schiacciato.
PESCI
Evita gli ambienti umidi generano reumatismi anche il caldo dell’estate, però, ha
le sue controindicazioni, fa aumentare il numero dei pescatori. Evita di navigare
troppo in rete troppi rischi di fishing.
SAGITTARIO
Oggi userai abilmente tutte le frecce della tua faretra in campo lavorativo.
Negli affetti, invece, non avrai la stessa abilità di Cupido, ma solo perché non
sei divino.
CAPRICORNO
Devi essere più tollerante e non caricare tutti quelli che ti contraddicono,
le testate lasciale ai giornali. Dovrai attendere la primavera per avere tem-
pi migliori.
ACQUARIO
Genova ti aspetta : troverai di che soddisfare la tua curiosità. La prossima
estate, però, trascorrila in montagna, potrai divertirti praticando rafting.
IL GIORNALOTTO
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ANNO 14 - NUMERO 2 IL GIORNALOTTO
26
Meglio avere 3
spartani davanti che un
ateniese dietro
Beh, io non ne sono sic
uro. Gli
Spartani maschi
erano adde-
strati t
utti insie
me fino all’età
del matrimonio. Di certo non
giocavano a
carte. Più probabil-
mente incrociav
ano le lance.
-Prof AlberaE dopo la distruttiva erezione del Vesuvio...
Pro
f:Chi
son
o i C
opti?
Stu
d:I
nem
ici d
ei C
rubd
i
Errare è umano. Dare la colpa a qualcun altro ancora di più.
Io una volta vorrei en-trare nella tua testa per provare la sensazione del vuoto assoluto. -Prof a studente
R.I.P. Mandela
Stud: Prof, ma che forma è “Contemnendas”?Pocchetto: MA CoME CHE FoR-MA è? Sei fortunato che non ho dietro la mia pistola laser
Stud: Ma quindi questo metodo non serve a niente... non ci da’ mica una formula magica per trovare lo zero...
Lentini: Noi stiamo facendo matematica e tu mi vieni a chiedere se esiste una formula magica? Ma che abbiamo allevato in cinque anni, apprendisti stregoni?Si spieghi meglio, siamo
fisici, mica politici. -Semenzato
Come si chiamava la sorella brutta e
zitella di Pausania? Menopausania.
-BARGNESI
Noi ragazze siamo più spiritose di voi. Voi maschi siete solo pezzi di carne. Carne piuttosto ava-riata. -Prof. Cason
IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013
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STUD: Scusi prof ma chi era Beatrice veramente?
GATTO: Era la donna divinizzata da Dante.
STUD: Sì ma in pratica chi era veramente?
GATTO: Ehm diciamo che era una donna di vita mon-
dana...STUD: Si potrebbe spiegare meglio?
GATTO: Diciamo che era una donna che si lasciava ai
facili costumi....
STUD: HAAAA, VABBE’, ERA ‘NA MIGNOTTA !!!
Come fai a distinguere tra un comico e un politico? Ascolta quello che dice: se fa ridere è un comico, se fa sbellicare è un politico. -Flavio Oreglio
L’ano è il miglior sal-vadanaio del mondo - Aula 331
Penso che la maggior parte della
gente non creda a ciò che gli si
dice»«No, non credo che sia vero.»
Monti ti odio-Messaggi di amore in redazione
Quindi un uomo politi
-
co ha una morale, ch
e è
due tacch
e al di so
tto di
quella di un
serial killer
-Pocchetto
Mi piace tutto di te dall’a alla Z,
soprattutto, all’incirca, verso la Q
«Io devo averla già vista da qualche parte, sa?»
«No, non è possibile. Mi avrà scambiato per qualcun
altro. Capita spesso. Dev’essere per il naso: molte
altre persone ce l’hanno e allora mi confondono.»
Una volta un prete mi tirò una Bibbia
sul cuore. Per fortuna avevo una pal-
lottola d’oro che mi aveva regalato mia
madre che mi salvò la vita!
-Woody Allen
La redazione vi presenta:Il presepe
Pecora 1Greta Bindi 2D
Lorenzo cherubiniLorenzo Ravelli 3D
Enrico Lawendel 3BBirra
Pecora Dolly
Costanza Ballerio 2D
Baldassarre
Andrea Brigante 3IGasparraMichela Mazzini 2H
CapannaAndrea Piazza 3F
AngeloAngelo Wu 2D
Stella CometaIl Ciclostile
MariaAgnese Anzani 5F
Mangiatoia dell’IKEARoberto Mazza 3D
E’ qui la festa?
Asino 1
Alessandro Luciano 5G
Bue Panchinaro
Robert Ballante 5A
Asino di riserva
Renzo Averia 4B
Brian di NazarethTaj Rossi 3C
Il falegnameFrancesco Monti 4A
Dall’Au-stralia con
furore
Quarto re magio
Alberto Nasi 4HMelchiorre
Dario Fontana 3B
Incenso
Anna Valsecch
i 3H
La colazione (altro che quell’inutile oro)Giorgio Bondì 5H
Ponzio PilatoAlessandro Caldani 2B
AureoleGaia Galimberti 2H
Pastore (te
desco)
Stefano Schmidt 5G
Erode
Mauro Albera
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