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Θ ωε ρ τ ψ υ ι ο π + ◊ ∫ λ κ ϕ η γ φ δ σα <
ζ ξ χ ϖ β ν µ , . −_ : ; Μ ΝΒς ΧΞΖ > ΑΣ∆
Φ ΓΗϑ ΚΛ ° ♣∗ Π Ο ΙΥΨΤ Ρ Ε ΩΘ ! ∃ %&/ ( ) = ? ⊥ 1 2 3 4 56
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1. Alcuni concetti di
“comunicazione”
Θ ωε ρ τ ψ υ ι ο π + ◊ ∫ λ κ ϕ η γ φ δ σα <
ζ ξ χ ϖ β ν µ , . −_ : ; Μ ΝΒς ΧΞΖ > ΑΣ∆
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Comunicazione come
trasmissione di informazione
sorgente codificatore canale decodificatore destinatore
segnalemessaggio segnalericevuto
messaggioricevuto
rumore
Il modello di Shannon e
Weaver (1949)
Il processo comunicativo tra due macchine
rumore
codice
destinatariofonte messaggioricettoresegnalecanalesegnaletrasmit-tente
Il processo comunicativo tra esseri umani
Modello di comunicazione interattiva
Emittente codifica messaggio ricevente
Emittentecodificamessaggioricevente decodifica
decodifica
rumore rumore rumore
Tipi di rumore
• esterno: comprende tutti i fattori al di fuori del ricevente che impediscono una corretta percezione di quanto viene detto o trasmesso oppure sono fonte di distrazione
• fisiologico: fattori biologici che interferiscono con una ricezione accurata
• psicologico: fattori interni a chi comunica che interferiscono con l’abilità di esprimere o capire il messaggio
rumore segnale
δ’ = distanza tra medieβ = criterio soggettivo mobile
TEORIA DELLA DETEZIONE DEL SEGNALE
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Funzioni comunicative
secondo Roman Jakobson
ELEMENTIdella comunicazione secondo Jakobson
emittente
contattomessaggio
codicecontesto
destinatario
emotiva(espressiva)
faticapoetica
metalinguisticareferenziale
conativa
FUNZIONIdella comunicazione secondo Jakobson
Gli elementi del circuito seduttivo
emittente
contatto
messaggio
destinatario
IL CIRCUITO SEDUTTIVOForma di comunicazione in cui convivono una forte esposizione dell’emittente e una pesante pressione sul ricevente
espressiva conativa
fatica
poetica
Le funzioni del circuito seduttivo
Per esempio: gli stilisti in genere cercano di conquistarsi i loro clienti per indurli a comprare (funzione conativa)
espressiva conativa
fatica
poetica
Le funzioni del circuito seduttivo
espressiva conativa
Le funzioni del circuito seduttivo
Per esempio: gli stilisti in genere cercano di conquistarsi i loro clienti per indurli a comprare (funzione conativa)
organizzando degli eventi di grande impatto (le sfilate, funzione fatica)
fatica
poetica
espressiva conativa
Le funzioni del circuito seduttivo
Per esempio: gli stilisti in genere cercano di conquistarsi i loro clienti per indurli a comprare (funzione conativa)
organizzando degli eventi di grande impatto (le sfilate, funzione fatica)
in cui emerga la bellezza dei loro abiti (funzione poetica).
fatica
poetica
espressiva conativa
fatica
poetica
Le funzioni del circuito seduttivo
Per esempio: gli stilisti in genere cercano di conquistarsi i loro clienti per indurli a comprare (funzione conativa)
organizzando degli eventi di grande impatto (le sfilate, funzione fatica)
in cui emerga la bellezza dei loro abiti (funzione poetica).
Per far questo, pero', sono indotti a esporsi molto nella comunicazione (funzione espressiva),
espressiva conativa
Le funzioni del circuito seduttivo
Per esempio: gli stilisti in genere cercano di conquistarsi i loro clienti per indurli a comprare (funzione conativa)
organizzando degli eventi di grande impatto (le sfilate, funzione fatica)
in cui emerga la bellezza dei loro abiti (funzione poetica).
Per far questo, pero', sono indotti a esporsi molto nella comunicazione (funzione espressiva),
proponendo un loro stile e attirando degli spettatori che si sentano in un certo senso in accordo con esso (funzione conativa di secondo grado).
fatica
poetica
I1 messaggio (gli abiti) dunque deve rispecchiare questo stile (funzione poetica di secondo grado),
espressiva conativa
Le funzioni del circuito seduttivofatica
poetica
I1 messaggio (gli abiti) dunque deve rispecchiare questo stile (funzione poetica di secondo grado), e anche i modi del contatto (pubblicità, sfilate ecc.) devono essere adeguati (funzione fatica di secondo grado).
espressiva conativa
Le funzioni del circuito seduttivofatica
poetica
I1 messaggio (gli abiti) dunque deve rispecchiare questo stile (funzione poetica di secondo grado), e anche i modi del contatto (pubblicità, sfilate ecc.) devono essere adeguati (funzione fatica di secondo grado). Ne viene ridefinita così la stessa personalità dello stilista (funzione espressiva di secondo grado), come qualcosa di corrispondente ai suoi potenziali clienti.
espressiva conativa
fatica
poetica
Le funzioni del circuito seduttivo
I1 messaggio (gli abiti) dunque deve rispecchiare questo stile (funzione poetica di secondo grado), e anche i modi del contatto (pubblicità, sfilate ecc.) devono essere adeguati (funzione fatica di secondo grado). Ne viene ridefinita così la stessa personalità dello stilista (funzione espressiva di secondo grado), come qualcosa di corrispondente ai suoi potenziali clienti. E così via, in maniera potenzialmente sempre più sofisticata. Lefunzioni si accordano a vicenda, in maniera da far valere la loro coerenza.L'effetto seduttivo è dunque frutto di un circuito, in cui ogni fattore retroagisce con gli altri.
espressiva conativa
fatica
poetica
Le funzioni del circuito seduttivo
Emittentereale
Emittentemodello
Riceventemodello
Riceventereale
Schema di comunicazione delegata
Autorereale
Autoreimplicito
Lettoreimplicito
Lettorereale
Struttura del testo narrativo secondo Chatman
(narratore) (narratario)
Dispositivi della comunicazione amplificata
• Primo stadio: C1 = (E1 D1). Si produce un evento comunicativo C1, che rispetti opportuni criteri di notiziabilità.
• Secondo stadio: E1 C1 M. Lo stesso autore di questo evento (o qualche suo agente) si fa premuta di comunicarlo ai media.
• Terzo stadio: M C1 A. I media diffondono la notizia costruita in questo modo alla loro audience.
Non è possibile sopravvalutare la diffusione di questo schema nel mondo contemporaneo. Non c'è "evento importante" che non sia costruitoe progettato tenendo conto delle esigenze dei media e calcolando il modo migliore per assicurarsene i servigi; e non c'è mezzo di comunicazione di massa che neghi a questi "fatti artificiali" (o fattoidi) un posto importante nella sua programmazione. Un'intera professione, quella delle relazioni pubbliche, è nata per far funzionare questo meccanismo.
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Comunicare è mettere in
comune
risorse
pratiche
esprimono persone (ri)costruiscono
si impegnano in rispondono a
fatte proprie da generano
Schema della comunicazione secondo Pearce
risorse
pratiche
esprimono persone (ri)costruiscono
si impegnano in rispondono a
fatte proprie dagenerano
Le risorse sono le categorie culturali e comunicative disponibili in una certa società, che sono continuamente realizzate, confermate e modificate dalle pratiche attuate in quella società, grazie alle attività delle persone che vi agiscono.
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La competenza comunicativa
• Background knowledge
• Foreground Knowledge
• Emergent Ground
• Trascendent Ground
Livelli di competenza comunicativasecondo Ricci-Bitti e Zani (1983)
conoscenze che ognuno possiede,
a) come veri e propri universali conversazionali validi sempre e ovunque, precondizioni alla comunicazione che hanno la funzione di permettere uno svolgimento ordinato e razionale della conversazione (per esempio, nelle asserzioni ciò che viene asserito è vero o almeno il parlante crede che lo sia; quando si effettua un comando ci si aspetta di essere obbediti; quando si effettua una domanda ci si aspetta una risposta ecc.),
b) come patrimonio culturale di un determinato gruppo etnico e sociale (ad esempio, la conoscenza della struttura sociale esistente all'interno del gruppo, credenze di tipo popolare come i proverbi, i modi di dire: conoscenze cioè che i linguisti chiamano "enciclopedica", profondamente legata al lessico).
Tali conoscenze sono utilizzate continuamente nella conversazione, ad esempio per integrare il significato di alcune frasi altrimenti incoerenti.
1. La Background Knowledge:
E’ la conoscenza di quelle regole di comunicazione rilevanti in una situazione e non in un'altra. L'importanza di tali conoscenze, che tutti i membri dimostrano generalmente di possedere, si manifesta soprattutto in modo eclatante nel caso di una trasgressione: si pensi ad esempio a cosa accadrebbe in una conferenza ufficiale in cui si adottassero le procedure comunicative usate normalmente per conversare coi propri amici più intima.
2. La Foreground Knowledge
3. Gli Emergent Grounds sono le conoscenze "specificamente" necessarie in un determinato momentodello scambio comunicativo.
4. Trascendent Grounds sono quelle conoscenze che i partecipanti alla conversazione ritengono "potenzialmente" rilevanti m un dato momento dell'interazione: esse definiscono i limiti di ciò che è situazionalmente appropriato e quindi hanno un ruolo fondamentale nella descrizione della competenza linguistica.
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Comunicazione come inferenza
Secondo Sperber & Wilson la comunicazione consiste nell’agire sugli altri modificando il loro spazio cognitivo, esibendo (ostensione) indizi, segni, fenomeni, elementi linguistici, lasciando che l’altro ne inferisca un significato
LA COMUNICAZIONE OSTENSIVO-INFERENZIALE
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Comunicazione come scambio
1. il processo poietico, cioè l'insieme delle strategie grazie alle quali alla fine dell'atto creativo esiste una cosa: l'opera che prima non esisteva e che dunque può diventare oggetto di analisi poietica;
2. il processo estesico, cioè l'insieme delle strategie messe in atto dalla percezione del prodotto dell'attività poietica: esse sono oggetto di un'analisi estesica;
3. fra questi due processi vi è un oggetto materiale, la traccia sulla carta dell'opera letteraria o musicale, che non è pienamente realizzato come opera se non quando è letta, eseguita o percepita, ma senza la quale l'opera semplicemente non esisterebbe. E compito dell'analisi del livello neutro - secondo la terminologia di Molino - descrivere l'organizzazione immanente dell'oggetto, e questa si dice neutraperché è una descrizione non necessariamente dotata di pertinenza poietica o estesica.
Per Molino tutte le forme dell'espressione umana (lingua, romanzo, film, musica, pittura ecc.) possono essere definite forme simboliche, quindi oggetto di una semiologia, nella misura in cui vi si possono riconoscere tre dimensioni:
Analisi poietica
Analisi estesica
Analisi del livello neutro
Emittente messaggio DestinatarioProcesso poietico Processo estesico
Forme simboliche secondo Molino
a. Una forma simbolica ... non è l'intermediario di un processo di "comunicazione" destinato a trasmettere a un uditorio i significati intenzionati da un autore.b. Essa è piuttosto il risultato di un complesso processo di costruzione(il processo poietico) riguardante sia la forma che il contenuto dell'opera.c. Nello stesso tempo è anche il punto di partenza di un processo complesso di ricezione (il processo estesico) che ricostruisce il messaggio.d. I processi poietico ed estesico non necessariamente si corrispondono; come sostiene Molino "il poietico non ha necessariamente la vocazione alla comunicazione": può non lasciare traccia nella forma simbolica stessa, e, se ne lascia, la traccia in questione può non essere percepita.
Il modello di Molino è importante perché fa della discrepanza fra poietica ed estesica una delle situazioni normali dei processi semiologici, e della comunicazione una situazione relativamente eccezionale.
Secondo Nattiez
Lo scambio antropologico
Secondo GremaisPer sfuggire a una concezione troppo meccanicista (che riprende il modello dell'informazione) o troppo restrittiva (che si attiene a parametri "extralinguistici") della comunicazione, e indispensabile situare questa nozione chiave in un contesto più ampio.
Le attività umane, nei loro insieme, si ritiene si svolgano su due assi principali
quello dell'azione sulle cose, attraverso il quale l'uomo trasforma la natura, l'asse della produzione, e
quello dell'azione sugli altri uomini, creatrice di relazioni intersoggettive fondatrici della società, l'asse della comunicazione.
Lo scambio antropologico
Il concetto di scambio, che nella tradizione antropologica francese (soprattutto dopo M. Mauss), copre questa seconda sfera di attività, può essere interpretato in due modi diversi,
come trasferimento di oggetti di valore
come comunicazione fra soggetti
I trasferimenti di oggetti che si presentano sotto la forma di acquisizione e di privazione non possono che riguardare dei soggetti e costituiscono, nella misura in cui si servono di forme canoniche, sistemi di relazioni interumane che regolamentano i voleri e i doveri degli uomini.
Lo scambio antropologico
C. Lévi-Strauss ha proposto di distinguere tre dimensioni fondamentali di questi trasferimenti-comunicazioni:
agli scambi di donne, considerati come processi, corrispondono le strutture della parentela che hanno la forma di sistemi;
agli scambi di beni e servizi corrispondono le strutture economiche;
agli scambi di messaggi, le strutture linguistiche. [...]
Lo scambio antropologico
Nella misura in cui la comunicazione si stabilisce tra soggetti e i valori investiti negli oggetti messi in circolazione (valori pragmatici o cognitivi, descrittivi o modali) sono considerati costitutivi dell'essere del soggetto […] il destinante e il destinatario non possono essere più trattati come astrazioni. come posizionivuote di “emittente" e "ricevente", ma sono, al contrario. soggetti competenti, presi a un momento del loro divenire, inscritti ciascuno nel proprio discorso.
Si comprende allora perché un dialogo, che appaia all'interno del discorso narrativo, ci sembra dare una rappresentazione più corretta del processo della comunicazione che non un artefatto costruito a partire dalla "struttura dellacomunicazione" extralinguistica e perché infine proponiamo di interpretare uno "scambio di messaggi", per lo meno sul piano semantico, come un discorso a due (o più) voci. (Greimas, 1979)
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Comunicazione come
ermeneutica
L’atteggiamento interpretativo del destinatario diviene, così, in un certo senso, precedente e preliminare rispetto alla possibilità stessa della codifica del messaggio
Il processo comunicativo procede per “accumulo di senso” e non per decodifica.
Comunicare è dialogo che presuppone un orizzonte diverso nell’altro e un processo di fusione degli orizzonti, in cui l’interpretazione (del messaggio) non è la presa di cognizione del comprendere, ma l’elaborazione delle possibilità progettate nella comprensione
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insintesi
+ Il modello tradizionale: Emittente- Messaggio -Ricevente
+ Il modello interattivo
+ Il modello dialogico
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2. La struttura del
segno
I
S S S
s s s
interpretante
SEMANTICA
SINTATTICA
PRAGMATICA
Le dimensioni segniche secondo la semiotica morrisiana
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La relazione intrasegnica: significante e
significato
SIGNIFICANTE
significato
Il segno linguistico secondo Ferdinand de Saussure
/m/e/l/a/
“mela”
Il segno linguistico secondo Ferdinand de Saussure
Form
a
Sosta
nzaM
ateria
Relazione tra FORMA - MATERIA - SOSTANZAsecondo Ferdinand de Saussure
Espressione
Contenuto
Forma
Sostanza
Forma
Sostanza
La quadripartizione Hjelmsleviana del segno
Organizzazione dei suonilinguistici in diverse lingue
Organizzazione dei coloriin inglese e gaelico
Materia= continuum dello spettro dei colori Materia= continuum dei suoni linguistici
green
blu
gray
brown
gwirid
glas
llwyd
‘k’ uvulare
‘k’ velare ‘k’
velo-parietale
‘k’ velare
eschimese lettone
Forma/sostanza del contenuto Forma/sostanza dell’espres sione
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Il significato:rappresentazione
ointerpretazione?
SimboloSignificanteNome
ReferenteSignificato (Bedeutung)Oggetto
ReferenzaSenso (Sinn)Pensiero
Il triangolo di Odgen-Richards
ALLA RICERCA DELL’UNITA’ DI SIGNIFICATO
- sema- semiema- cenema
Differenze tra cenema e fonema: esiste una seconda articolazione sul piano semantico?
/v/a/k:/ - /a/
“bovino” - “femmina” ?Monema = semantema + morfema
Teorie dei tratti pertinenti: gli eccessi dell’isomorfismo?
DALLO STUDIO DEL SIGNIFICATO
ALLA SCIENZA DEL
SIGNIFICARE
• La semiosi illimitata di Pierce
• Il significato come uso di Wittgenstein
R I
G
O
R = rapresentamenI = interpretanteG = groundO = oggetto
L’interpretante di C. S. PEIRCE
R I1
G
O
I2 I3
La SEMIOSI ILLIMITATA
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Le relazioni intersegniche:
Paradigma - Sintagma - Sintassi
Gli assi del linguaggio
l’asse (diacronico) della selezione:
paradigma
l’asse (sincronico) della combinazione:
sintagma
IlLoLaIGliLeUnUna
GattoGattaGattiFelinoCaneCagneCaninoLupoLupesco
PercorrerePercorsoPercorrerannoRincorreRincorronoRincorrevaRincorreràRincorrerannoCorrereCorrevano
IlLoLaIGliLeUnUnaAlcuniTutti
TopoTopiTopolinoGattoGattaGattiFelinoCaneCagneCaninoLupoLupesco
Spostamenti lungo gli assi del linguaggio
a: metafora (sostituzione del simile) determina uno spostamento lungo l’asse del paradigma
b: metonimia (sostituzione del contiguo) determina uno spostamento sull’asse del sintagma
La grammatica generativo-trasformazionaledi Noam Chomsky
Regole della grammaticagenerazione e trasformazione
Sintassi: generativa della struttura profonda
Semantica: interpretativa della struttura profonda
Fonologia: interpretativa della struttura superficiale
Regole di base
Regole di trasformazione
Struttura profonda
Struttura superficiale
FONOLOGIA (interpretazione
della struttura superficiale)
SEMANTICA(interpretazione
dellastruttura
profonda)
SIN
TA
SSI
Una giovane sposa la guida
F
SN SV
V SN
det n det nv
SN
Una giovane sposa la guida
F
SN SV
SN V
det att pron vn
SN
Principali differenze tra linguaggio naturalee linguaggi artificiali - l’errore -
Linguaggio naturale Linguaggio artificiale
“I tuoi dolori è tutta falsità” “2+3=7”
SignificativitàRestaurabilitàInformativitàCreativitàPotenziale innovatività
L’errore in aritmeticaè inutilizzabileil linguaggio artificiale non è “creativo”
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Le relazioni tra segni (atti linguistici) e interpreti -
la pragmatica
Dalla frase all’ atto linguistico
Atti linguistici: azioni che si svolgono per mezzo del linguaggio
constativi performativi
Sono “asserti” che “dicono qualcosa intorno al mondo” e si giudicano prevalentemente sul piano della vertità o della falsità
Sono “enunciati”, la cui emissione costituisce un’azione eseguita per mezzo del linguaggio, che servono dunque a “fare” e che non si possono giudicare sul piano della verità o falsità, ma su quello della “felicità” o della “riuscita”
Il sole sorge ogni mattina Apri quella porta
TIPOLOGIA DEGLI ATTI LINGUISTICI(quando “DIRE” è “FARE”)
ATTO LOCUTORIO: l’azione con cui si combinano opportunamente suoni (ATTO FONETICO), parti del discorso (ATTO FÀTICO), significati (ATTO RETICO). L’atto locutorio è l’ATTO DI DIRE QUALCOSA
ATTO PERLOCUTORIO: è lo scopo che si persegue mediante l’enunciato e l’esito che si raggiunge mediante un atto illocutorio (es. “Ti persuado a venire”), vale a dire CIÒ CHE SI REALIZZA MEDIANTE L’AZIONE DI DIRE QUALCO SA
ATTO ILLOCUTORIO: è l’azione esplicitamente intrapresa da chi comunica, e che può essere esplicitata es. “Vieni” = “Ti ordino di venire”. L’atto illocutorio è CIÒ CHE SI FA NEL DIRE QUALCOSA
VALUTAZIONE DELL’USO LINGUISTICO
FELICITA’ LOCUTORIA: le parole e i suoni sono bene articolati, il significato è chiaro o ambiguo?
FELICITA’ PERLOCUTORIA: L’effetto che si raggiunge è maggiore o minore di quello che si prevedeva? Per es. invece di persuaderlo, lo intimorisco? Invece di sollecitarlo, lo annoio?
FELICITA’ ILLOCUTORIA: ci sono le condizioni (giuridiche, istituzionali o fattuali) perché l’atto si realizi? Posso “comandare” O “promettere”?
La comunicazione come interazione regolata
- principi di conversazione- pertinenza- l’interazione strategica- principi di enunciazione (deissi e anafora)
Principi della conversazione (Grice)
Principio di cooperazione: gli scambi verbali non consistono normalmente in una successione di frasi. Essi sono tipicamente azioni almeno in parte cooperative e ciascun partecipante riconosce in essi, entro certi limiti, uno scopo comune o un insieme di scopi comuni o almeno una direzione reciprocamente accettata
MassimeQuantità: dà un contributo informativo quanto richiesto; non dare un contributo più informativo di quanto richiestoQualità: tenta di dare un contributo che sia vero (non dire il falso, non dire ciò diu cui non hai prove adeguate)Relazione: sii pertinente (rilevante)Modo: sii perspicuo (evita l’ambiguità, evita le oscurità, sii breve)
Pertinenza (relevance)Sperber & Wilson
• un’informazione è tanto più pertinente quanto maggiore sono i suoi effetti contestuali, cioè le modifiche che comporta nell’ambiente cognitivo del destinatario
• un’informazione è tanto più pertinente quanto minore è lo sforzo per trattarla
• ogni informazione comunica la presunzione della propria pertinenza ottimale, ovvero i tratti per cui essa merita di essere trattata dal destinatario
La comunicazione come strategia di controllo dell’informazione
Le “cinque mosse” di Goffman• mossa non intenzionale: comportamento insensibile alla possibilità di
essere osservato
• mossa ingenua: valutazione del comportamento dell’altro come mossa non intenzionale
• mossa di controllo: sforzo deliberato di esibire informazioni che lo avvantaggeranno se captate dall’osservatore
• mimetismo• falsa rappresentazione• dissimulazione o copertura• rivelazione ostentata
• mossa di smascheramento: cercare di “smascherare” una mossa ingenua che è in realtà una mossa di controllo
• mossa di contro-smascheramento: Manipolare i possibili segni usati per lo smascheramento per dare all’altro la fiducia di ess ere in vantaggio e
quindi lasciarlo esposto.
PRINCIPI DI ENUNCIAZIONEL’enunciazione è la realizzazione concreta di una espressione verbale in una situazione d’uso determinata
L’enunciazione va analizzata in rapporto alla situazione d’uso s ia dal punto di vista linguistico sia dal punto di vista extralinguistico
la deissideissi - definisce la situazione dal punto di vista extralinguistico in termine di tempi, luoghi, persone in riferimento all’atto enunciativol’ anaforaanafora - si riferisce alla situazione dal punto di vista linguistico, cioè alla identificazione di spazi, tempi, persone mediante rimandi interni al testoil debruyagedebruyage è la proiezione delle istanze enunciative del testo, mediante i processi di attorializzazione (definizione della struttura dei personaggi) spazializzazione e temporalizzazione
Analisi pragmatica della comunicazione umana
- comunicazione e non comunicazione- contenuto/relazione- scambi numerici/analogici- simmetria e complementarità- punteggiatura- feed-back- paradosso e controparadosso
Watzlawick, Beavin, Jackson, 1967
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3. I fondamenti naturali
della comunicazione e
l’autopoiesi dei sistemi
comunicativi complessi
Θ ωε ρ τ ψ υ ι ο π + ζ ξ χ ϖ β ν µ , .◊ α σφ γ ψ ϕ κ ι ο _: ; Μ ΝΒς ΧΞΖ > ΑΣ∆Φ ΓΗϑ ΚΛ ° ♣∗ ΝΝϑ Π Ο Ι ΥΨΤ Ρ Ε ΩΘ ! ∃ %& . , π < ⊥
I fondamenti naturali della
comunicazione
Il fondamento “naturale” della comunicazione
- intenzionalità della comunicazione- carattere MENTALE della comunicazione
- rappresentazioni mentali- regole di classificazione- arbitrarietà delle classificazioni
- variabilità, adattività e creatività- ritualizzazione del segno- origine percettiva della comunicazione (il triangolo percettivo)- segni come punti di riferimento nello spazio mentale (nelle mappe mentali)- processo comunicativo come spostamento nello spazio mentale
segnali
diretti a un fine
non diretti a un fine
interpretati come d.f.
non interpretati come d.f.
Mac Kay propone di considerare comunicativi gli scambi di A verso B in cui un segnale è diretto a un fine e interpretato come diretto a un finenegli altri casi è meglio dire che B percepisce quel che percepisce di A o che l’informazione scorre da A a B o altre espressioni neutrali
La natura intenzionale della comunicazione presuppone un sistema di metaorganizzazione del comportamento, ovvero un insieme strutturato di abilità in grado di autoregolare il comportamento. Tali abilità comprendono- le rappresentazioni mentali, - la categorizzazionedegli eventi - l’arbitrarietà/ contestualità dellecategorizzazioni La mente costituisce un insieme di capacità: quella di formare e conservare rappresentazioni interne di oggetti esterni, di classificare arbitrariamente gli oggetti del mondo, di creare e comprendere metafore, cioè di categorizzare un oggetto nuovo con uno schema noto, o di categorizzare un oggetto noto con uno schema nuovo
A B
Oggetto percepito
IL PROCESSO DELL’ATTENZIONE CONDIVISA
A) la comunicazione non è descrivibile come un passaggio, ma come un evento, ossia qualcosa che abbraccia tutti coloro che vi partecipano e che, come tale, non ha una direzione privilegiataB) prima che questo evento abbia luogo, tutti coloro che vi parteciperanno condividono una serie di conoscenze, sul proprio ambiente, sulla propria posizione nello spazio, e nel tempo, sulle proprie e altrui intenzioni, ecc. - insieme che definiamo CONTESTO - di cui tuttavia sono coscienti in modo vago e diseguale, nel senso che non tutti condividono lo stesso sottoinsieme di conoscenze relative alla porzione di contesto in cui ha luogo l’evento comunicativo cui stanno partecipando;C) a un certo punto uno dei partecipanti all’evento comunicativo - per qualsiasi motivo - si rende conto che la sua posizione all’interno del contesto si pre cisa e che gli altri partecipanti non condividono con lui questa maggiore chiarezza. Questo non implica che si debba essere autocoscienti, è sufficiente sapere di essere in una posizione rispetto al contesto;D) per consentire anche agli altri di acqusire maggiore consapevolezza del contesto, l’individuo usa uno o più segni che hanno la funzione di rendere più precisa la loro posizione al suo interno. Questi segni forniscono una (nuova) mappa di dove si trovano e che consentono ad es. di trovare nuovi sentieri, nuove forme di cibo, nuovi collegamenti con altre mappe note, ecc.E) gli altri si rendono conto della posizione e agiscono di conseguenza;F) l’evento comnunicativo può aver termine, in quanto si è creato un nuovo contesto, oppure riprendere da capo con nuove precisazioni della posizione, arricchhendo la mappa di nuove descrizioni
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Verso una concezione
sistemica della comunicazione
TRE CONCETTUALIZZAZIONI
- la vita quotidiana come rappresentazione: comunicazione, scena e retroscena
- le caratteristiche “cibernetiche” della mente comunicativa
- carattere autopoietico dei sistemi comunicativi
Un'altra distinzione che non appartiene agli "assiomi" di Watzlawick, ma è pertinente alla pragmatica della comunicazione e in particolare alla dimensione del potere inter-personale, è quella sviluppata da Erwin Goffman, sulla base di una metafora teatrale, fra comportamenti comunicativi di scena e di retroscena. Chiunque si trovi in una situazione comunicativa esplicita, ragiona Goffman, tende a presentare agli interlocutori un'immagine di sé adeguata all'impressione che intende dare di se stesso e dunque al suo ruolo. Non recita in senso proprio, ma certamente si mette in scena, adottando un linguaggio e un comportamento professionale,parentale, femminile, militare ecc. Questo comportamento è abbandonato quando il "pubblico" non è in condizione di vedere: nelle conversazioni fra colleghi, nelle pause, nell'intimità familiare, in-somma fra te quinte della comunicazione. Quando la pressione dello sguardo del pubblico si allenta in situazioni protette, per esempio in un momento in cui vi sono solo dei pari o da soli, il comportamento si modifica, ammettendo azioni, gesti ed espressioni che sarebbero evitate in pubblico. La comunicazione non agisce solo sui destinatari, ma condiziona anche gli emittenti.Le nozioni di scena e di retroscena sono relative: c'è una scenaprofessionale, rispetto a cui la comunità dei colleghi è retroscena; ma a sua volta questa implica una messa in scena, rispetto a cui la famiglia funge da retro-scena. Ma anche qui, si deve interpretare il ruolo di padre, figlio, parente... E così via: difficilmente, anche nelle condizioni di Robinson Crosue, possiamo dire di essere liberi da ogni ruolo.E importante rendersi conto come la capacità dei mezzi di comunicazione di massa di mostrare i retroscena dei personaggi pubblici, sconvolgendo la consueta gerarchia delle presentazioni di sé, ha provocato notevoli cambia-menti nella società contemporanea, allentando le protezioni sceniche soprattutto dei potenti (adulti, uomini, politici ecc.).
• La mente è un aggregato di parti o elementi interagenti• L’interazione fra le parti della mente è attivata dalle differen ze -
Comunicare è “stabilire una differenza che provoca differenze” -Ciò a cui si reagisce è una differenza o un cambiamento
• Il processo mentale richiede un’energia collaterale• Il processo mentale richiede catene di reazioni circolari ( o più
complesse) - ad es. processi di feedback o omeostasi o regolazione dell’incertezza
• Nei processi mentali gli effetti della differenza devono essere considerati come “trasformate” (cioè versioni codificate) della differenza che li ha preceduti
• La descrizione e la classificazione di questi processi di trasformazione rivelano una gerarchia di tipi logici immanenti ai fenomeni. Cioè i processi mentali e comunicativi crescono in complessità e si autogenerano (BATESON)
L’autopoiesi , cioè la capacità di autostruttturarsi in modi sempre più complessi è una caratteristica dei sistemi viventi che determina il bootstrap (l’autosollevamento ) della comunicazione “La teoria generale dei sistemi autopoietici richiede che sia indicata con precisione quella operazione che realizza l'autopoiesidel sistema e che in questo modo delimita il sistema rispetto al suo ambiente. Nel caso dei sistemi sociali questo a\~ien mediante la comunicazione. La comunicazione ha tutte le proprietà che sono necessarie per l'autopoiesidel sistema: essa è un'operazione genuinamente sociale (e l'unica genuinamente tale)Essa è tale perché presuppone il concorso di un gran numero di sistemi di coscienza ma, proprio per questo, come unità, non può essere imputata ad alcuna coscienza singola Essa è sociale perché in nessun modo può essere prodotta. una coscienza “comune” collettiva, cioè non può essere prodotto il consenso nel senso di un accordo completo: eppure la comunicazione funziona, [...] A questo si aggiunge ciò che distingue la comunicazione dai processi biologici di ogni tipo: la comunicazione è un'operazione che è fornita della capacità di auto-osservarsi. Ogni comunicazione deve al tempo stesoacomunicare che essa è una comunicazione e deve rimarcare chi ha comunicato e che cosa perché la comunicazione che si raccorda possa essere determinata e l'autopoiesipossa esser continuata. Di conseguenza, come operazione. la comunicazione non produce soltanto una differenza; fa senz'altro anche questo; essa però, per osservare quel che accade, usa anche una specifica distinzione, cioè quella fra atto del comunicare e informazione” . (Luhmann & De Giorgi 1992, p. 31 sgg.)Insomma, la comunicazione, secondo Luhmann, si fonda esattamente sulla differenza fra sé e l'informazione che veicola; e questa differenza “fra informazione, atto del comunicare e comprensione” è proprio ciò che costituisce la rilevanza sociale della comunicazione, la sua capacità di sostenere l'intera struttura sociale.