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Tesina di Modellistica e Simulazione Ch.mo Prof. Giovanni Celentano Giovanni Pugliese Carratelli M58/30 Settembre 2011 Universit´ a Federico II, Napoli

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  • Tesina di Modellistica e Simulazione

    Ch.mo Prof. Giovanni Celentano

    Giovanni Pugliese Carratelli M58/30

    Settembre 2011

    Universitá Federico II, Napoli

  • Sommario

    Questa tesina é stata interamente redatta in LATEX 2εe i diagrammi presentati sono stati sviluppati

    con l’ausilio del pacchetto software Matlab/Simulink, i programmi che gentilmente i Prof. G.

    Celentano e L. Celentano hanno messo a disposizione con il loro libro e quelli gentilmente illustrati

    durante il corso.

    3

  • Indice

    Sommario 3

    1 Modellazione di un cavo coassiale tramite un filtro RC 7

    1.1 Descrizione e introduzione per la modellazione e simulazione di un cavo per la

    trasmissione di dati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

    1.2 Dal modello fisico alle equazioni nello spazio degli stati . . . . . . . . . . . . . . . . 8

    1.3 Simulazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

    1.3.1 Trasmissione digitale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

    1.3.2 Trasmissione analogica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12

    2 Motore a corrente continua modello matematico e simulazioni con e senza

    controllore 19

    2.1 Descrizione, e introduzione per la modellazione di un motore elettrico in corrente

    continua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19

    2.2 Modello di un motore elettrico in corrente continua . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19

    2.3 Simulazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

    3 Modellazione di un alimentatore per reti elettriche europee e americane 25

    3.1 Descrizione e introduzione per la modellazione e simulazione di un alimentatore . . 25

    3.2 Modello di un alimentatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

    3.3 Simulazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

    3.3.1 Alimentatore collegato alla rete elettrica Europea . . . . . . . . . . . . . . . 27

    3.3.2 Alimentatore collegato alla rete elettrica USA . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

    4 Modello linearizzato di rollio di una nave 31

    4.1 Descrizione e linearizzazione del modello di rollio di una nave . . . . . . . . . . . . 31

    4.2 Simulazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

    4.2.1 Simulazioni con mare poco mosso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

    4.2.2 Simulazioni con mare agitato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35

    5

  • Capitolo 1

    Modellazione di un cavo coassiale

    tramite un filtro RC

    1.1 Descrizione e introduzione per la modellazione e simu-

    lazione di un cavo per la trasmissione di dati

    In questo capitolo vedremo come sia possibile modellare un cavo coassiale per la trasmissione di

    dati( che siano analogici o digitali ), tramite un modello matematico molto semplice: il filtro

    Resistenza-Condensatore.

    Un cavo elettrico, come tutti i conduttori é soggetto alla seconda legge di Ohm e presenta dunque

    una resistenza al passaggio di corrente.1

    E’ facile quindi immaginare che se due cavi sono concentrici tra loro, sebbene si provi ad isolarli sará

    saranno comunque presenti capacitá parassite. In virdelle considerazioni fatte dunque ragionevole

    schematizzare un cavo per la trasmissione come un filtro RC o una successione di tanti filtri RC

    per ogni elemento infinitesimo del cavo( in quest’ultimo caso si devono dimensionare le capacitá

    e le resistenze in maniera opportuna);nel nostro caso verrá considerato il cavo di lunghezza pari

    ad 1m. A questo proposito vedremo come si crea il modello nello spazio degli stati, e mostreremo

    delle simulazioni di uso analizzandone limiti, pregi e casi particolari. L’immagine che segue mostra

    il modello Simulink usato:

    1resistenza proporzionale alla lunghezza e inversamente alla sezione

    7

  • Modellazione di un cavo coassiale tramite un filtro RC

    1.2 Dal modello fisico alle equazioni nello spazio degli stati

    Il modello fisico del cavo comé schematizzabile come un filtro RC come segue.

    Consideriamo allora, per avere un rappresentazione in forma i-s-u implicita, che la variabile in

    ingresso sia la tensione applicata e l’uscita considerata sia la tensione sulla resistenza RL sulla

    destra (detta resistenza di carico). E’ allora facile poter scrivere:

    ẋ = −RC +RLxRCRLC

    +u

    RCC

    Da questa equazione si possono facilmente ricavare la matrice dinamica, la matrice degli ingressi,

    matrice delle uscite e la matrice ingressi-uscite ( o di trasmissione ) come segue:

    A1,1 =[−RC+RLRCRLC

    ], B1,1 =

    [1

    RCC

    ], C1,1 =

    [1], D1,1 =

    [0]

    Definite queste matrici abbiamo una rappresentazione nello spazio degli stati del cavo. Ricor-

    diamo a tal proposito che sebbene questa non sia l’unico modello associabile al nostro cavo nella

    pratica la rappresentazione ottenuta e la descrizione fisica del problema vengono fatti coincidere.

    Il fatto che piú modelli matematici possano descrivere un singolo sistema fisico corrisponde al fat-

    to che si possono prende in considerazione diverse grandezze fisiche ad esame. Infatti nel nostro

    caso abbiamo in analisi le tensioni ma potevamo prendere in considerazione le correnti ad esempio.

    Cambiare dunque il valore (e le grandezze fisiche ) delle matrici A,B,C,D corrisponde quindi a fare

    8

  • 1.3. Simulazioni

    ruotare il sistema di riferimento. Avendo ora illustrato i passaggi per la descrizione matematica

    del nostro cavo possiamo adesso concentrarci sulla simulazione del circuito preso in esame.

    1.3 Simulazioni

    1.3.1 Trasmissione digitale

    Iniziamo a descrivere i risultati ottenuti dalle simulazioni partendo supponendo di utilizzare il cavo

    per una trasmissione di tipo digitale. Un segnale digitale sebbene sia schematizzabile come un se-

    gnale tempo discreto e quantizzato con valori discreti nell’inseme[0, 1] nella realtá della trasmissioni

    si ha una corrispondenza tra i livelli logici 0, 1 con delle tensioni ( nel nostro caso 0v, 5v). Per di piú

    presenta sempre un certo tempo di salita e un certo tempo di discesa e dunque non é immediato il

    passaggio dal valore logico 0 ad 1 e viceversa. L’interpretazione del livello logico puó dunque essere

    ambigua nel caso in cui la tensione in uscita dal cavo sia particolarmente bassa; ad esempio: come

    si puó interpretare la tensione in uscita da un cavo se questa é pari a 2, 5v? La risposta a questa

    domanda risiede nella cacpacitá di alcuni circuiti digitali di ripristinare i livelli logici. Sebbene non

    vogliamo analizzare questo aspetto che riguarda altri sistemi ben piú complessi del cavo in esame,

    é buona norma cercare di costruire cavi che riducano al minimo le cadute di tensione su di essi;

    cadute queste che come giá accennato potrebbero portare ad una cattiva interpretazione dei livelli

    logici nelle trasmissioni digitali.

    Mostriamo allora delle simulazioni, utilizzando come segnale digitale una onda quadra tra 0v e 5v

    ad un certa frequenza e vediamo cosa accade in uscita dal nostro sistema. I parametri utilizzati

    sono:

    RC = 100, RL = 500, C = 10−5

    Il segnale di ingresso ( per la parte di analisi dell’uso del cavo per trasmissioni digitali resterá

    lo stesso) é quello mostrato nella seguente figura:

    Con i valori impostati per il sistema il segnale di uscita risulta essere come il seguente:

    9

  • Modellazione di un cavo coassiale tramite un filtro RC

    Si osservi come l’ampiezza di questo segnale sia giá piú bassa rispetto a quella del segnale in

    ingresso. Si noti anche come il tempo di salita del segnale in uscita sia differente rispetto a quello

    del segnale in ingresso cioé é presente un transitorio ( dato in questo caso dalla presenza della

    capacitá ) che comporta un tempo di salita (e di discesa)al segnale in uscita. Tuttavia questo

    profilo diverso per il segnale ancora non detta forti ambiguit sui livelli logici.

    Adesso modifichiamo i valori alcuni valori del sistema e verifichiamo quello che accade al segnale in

    uscita, poniamo dunque a tal proposito C = 10−4ohm aumentando cioé di un ordine di grandezza

    la capacitá

    Si osservi come giá la variazione della capacitá risulti in una degenerazione totale del segnale in

    uscita ed una difficile interpretazione dei livelli logici. E’ anche chiaro che la variazione di capacitá

    10

  • 1.3. Simulazioni

    di un ordine di grandezza non é apprezzabile su cavi di piccola dimensione ma diventa un fatto

    possibile su cavi aventi lunghezze sensibili ( si pensi ad esempio ai cavi usati per le connessione

    di rete Ethernet, questi per avere una buona comunicazione possono essere lunghi al massimo 100

    metri). Risulta essere quindi molto importante creare buone guaine isolanti al fine di farle resistere

    agli agenti atmosferici e cambi di temperatura; migliori sono gli isolanti tanto minori infatti saranno

    le capacitá parassite.

    Degenerazioni ancora peggiori per trasmissioni digitali si possono avere con variazioni di due

    ordini di grandezza della capcitá (C = 10−3) parassita come mostrato nella seguente immagine:

    Visto quanto puó far degenerare la qualitá del segnale con un variazioni delle capcitá parassite

    mostriamo cosa accade con una resistenza RC = 75ohm ( resistenza tipica dei cavi per ogni metro

    )

    Come nel caso di con RC = 100 il segnale, sebbene minimamente distorto nel profilo risulta

    ben distinguibile e con ragionevoli valori delle ampiezze.

    11

  • Modellazione di un cavo coassiale tramite un filtro RC

    Tuttavia se dovesse per qualunque motivo cresce la resistenza interna ( ad esempio per via di una

    variazione di temperatura o uno scarso isolamento)del cavo passando dai tipici 75ohm a circa 250

    il segnale non solo perde il profilo originale ma riceve un forte riduzione in ampiezza che potrebbe

    ancora una volta portare ad una cattiva interpretazione dei livelli logici a valle del cavo come

    mostrato nella prossima figura:

    E’ doveroso quindi in questa parte conclusiva fare una osservazione a riguardo del fatto che la

    crescita di uno dei due parametri R o C porta il sistema cavo a distorcere il segnale. Questo é

    dovuto al fatto che il prodotto 1/RC nel modello preso in esame la cosi detta costante di tempo

    del sistema.

    1.3.2 Trasmissione analogica

    Prendiamo ora il caso che il cavo che é stato modellato venga impiegato nella trasmissione di un

    segnale analogico o tempo continuo 2. In questa circostanza per chiarire al meglio il funzionamento

    verranno mostri oltre ai grafici nel dominio del tempo delle evoluzioni del segnale, anche i grafici

    della funzione di trasferimento del cavo al variare di parametri. In questa fase iniziale consideriamo

    il cavo con i parametri uguali a quelli usati nel primo caso della trasmissione digitale cioé RC =

    100, RL = 500, C = 10−5; consideriamo anche un segnale di ingresso avente questa forma analitica:

    u(t) = sin(2π100t) + sin(2π1000t)

    e mostrato nel seguente grafico:

    2sebbene il termine analogico e tempo continuo sia usati come sinonimi la differenza é che un segnale tempo

    continuo ha il domino del tempo con una inifitá non numerabile di valori ma ció non é detto per le ampiezze; per

    segnale analogico invece si intende un segnale che sia un infinitá non numerabile di valori temporali e di ampiezza.

    In questo testo vengono usati come sinonimi

    12

  • 1.3. Simulazioni

    Questo segnale é composto da due sinusoidi a diversa frequenza sommate tra loro. Siccome il

    nostro modello del cavo é un modello lineare é possibile applicare il principio di sovrapposizione

    degli effetti e dunque l’uscita del sistema risulterá anche essa composta da due sinusoidi sempre

    a due frequenze diverse magari con una differenza di fase e/o di ampiezza rispetto all’ingresso.

    L’uscita del nostro sistema a questo ingresso visualizza proprio questa variazione di ampiezza (

    passa dal valore di circa 1v a circa 0.8) e la soppressione delle sinusoide a 1000Hz 3).

    Il caso semplice di questo segnale puó essere esteso a segnali ben piú complessi. Un esempio di

    grande carattere pratico puó essere quello della trasmissione di un segnale vocale appositamente

    3é anche presente un differenza di fase sebbene non si visualizzi correttamente nel grafico

    13

  • Modellazione di un cavo coassiale tramite un filtro RC

    registrato. E’ chiaro che in realtá il segnale vocale una variazione di pressione dell’aria intorno

    alla sorgente del suono; per mettere quindi in ingresso un segnale vocale in un cavo ( o filtro Rc )

    é necessario usare un apposito trasduttore ( microfono ), che permette una corrispondenza 1 a 1(

    idealmente almeno ) tra il profilo della pressione e una tensione elettrica.

    Il profilo del segnale in che dunque verrá messo in ingresso al sistema per la nostra simulazione

    (mantenendo i parametri di iniziali ) é quello della registrazione dell’autore di questo testo nel

    pronunciare la frase “Salve Professore”. L’immagine che segue mostra il grafico:

    Con questi parametri allora l’uscita sará:

    E’ evidente che il cavo che stiamo simulando distorce fortemente il segnale vocale registrato (

    o almeno un parte di esso, delle componenti armoniche di esso); cioé il segnale vocale in uscita dal

    14

  • 1.3. Simulazioni

    nostro sistema non corrisponde, a quello messo in ingresso come avveniva nel caso precedente con

    la sinusoide. Un ingrandimento permette una migliore interpretazione grafica.

    Ecco la prima parte del segnale in ingresso:

    e la relativa uscita:

    Si osservi da questi grafici come il segnale risulta distorto ed attenuto. Esso risulta distorto solo

    in alcune frequenze. Vediamo ora cosa accade variando i paramenti RC lasciando RL inalterato

    essendo questo il carico. Poniamo ad esempio RC = 1; in questo caso l’uscita sará:

    15

  • Modellazione di un cavo coassiale tramite un filtro RC

    Il semplice passaggio del valore di resistenza da 100 a 1 permette un passaggio del segnale senza

    eccessive distorsioni sul cavo. Sono allora evidenti i vantaggi di bassi valori per le capacitá parassite

    e delle resistenze interne del cavo che si possono ottenere costruendo cavi di ragionevole sezione e

    con buoni isolanti per ridurre le capacitá parassite.

    Per chiarire ulteriormente quanto detto é bene introdurre il concetto di banda passante. Questo

    concetto é intrinsecamente legato all’uso di strumenti matematici quali le trasformate nello spazio

    delle frequenze di cui non si parlerá e dunque verrá dato per scontato il fatto che un segnale possa

    essere rappresentato univocamente oltre che nel tempo anche in frequenza.

    Guardiamo allora lo spettro del segnale che mettiamo in ingresso al sistema e successivamente

    mostriamo il diagramma di Bode della funzione di risposta armonica del nostro cavo, un volta con

    RC = 100 ed una volta con RC = 1.

    La rappresentazione in frequenza ( il grafico delle ampiezze é il centrale) del segnale in ingresso é:

    Si osservi come la parte principale del contenuto spettrale sia nelle frequenze comprese tra 0Hz e

    2000Hz Ora guardiamo la funzione di risposta armonica del nostro filtro con RC = 100

    16

  • 1.3. Simulazioni

    Ora da questi due grafici si capisce una proprietá molto importante, cioé il sistema ( lasciando

    perdere i valori della fase ) lascia passare alcune frequenze(o armoniche) ed altre no. Nel caso

    appena mostrato le frequenze che non subiscono alterazioni possono considerarsi quelle a partire

    da 0Hz fino a circa 1000Hz. Siccome il nostro segnale in ingresso ha componenti spettrali fino a

    2000Hz circa quelle nell’intervallo tra 1000Hz e 2000Hz vengono attenuate ed ecco il perché nei

    primi grafici del segnale vocale mostrati il segnale in uscita risulta avere un profilo diverso( come

    se fosse “meno preciso” ). Il circuito che modella il cavo allora é un filtro in frequenza.

    Passiamo ora nel caso in cui RC = 1 il diagramma di Bode della funzione di trasferimento risulta

    essere il seguente:

    17

  • Modellazione di un cavo coassiale tramite un filtro RC

    Si osservi quindi come le componenti che non vengono attenuate sono quelle fino a 105Hz ed

    essendo le componenti importanti del segnale in ingresso fino a 2000Hz quando esso é posto in

    ingresso ad un cavo con RC = 1 non risulta distorto in nessuna delle sue armoniche principali. In

    altre parole il cavo presenta un certa banda passante (intervallo di frequenze significative dove non

    vengono soresse o ridotte armoniche in ingresso) e questa per una corretta ricezione del segnale in

    uscita deve essere sempre maggiore della banda del segnale.

    18

  • Capitolo 2

    Motore a corrente continua

    modello matematico e simulazioni

    con e senza controllore

    2.1 Descrizione, e introduzione per la modellazione di un

    motore elettrico in corrente continua

    In questa parte di questa tesina si vuole costruire il modello matematico di un motore elettrico. Co-

    me per tutti i sistemi fisici piú modelli matematici possono rappresentare il sistema fisico. Per mo-

    dellare questo sistema verrá considerata come variabile di ingresso la tensione ai capi dell’armatura

    dello statore e come uscita la velocitá angolare dell’albero.

    2.2 Modello di un motore elettrico in corrente continua

    Schematicamente é possibile rappresentare la parte elettrica del motore un circuito RL in quanto

    sicuramente questa presenterá una resistenza al passaggio della corrente, e gli avvolgimenti(sia del-

    lo statore che del rotore) possono essere immaginati come un singolo induttore.Nel circuito appena

    descritto vi é poi da tenere presente anche la forza elettro-motrice necessaria al movimento dell’as-

    se(caduta di tensione e nell’immagine che segue). Schematicamente si puó quindi rappresentare il

    tutto come nella seguente immagine:

    19

  • Motore a corrente continua modello matematico e simulazioni con e senza controllore

    Il modello matematico di tale schema é abbastanza semplice se si considera Va = u1, la corrente

    che scorre nel circuito i = x1 ed Cr = u2 ed ω = x2. Applicando l’equilibrio elettrico si ha infatti

    che:

    u1 = Rx1 + Lẋ1 + e (2.1)

    ,tenendo a mente poi che la forza elettromotrice puó considerarsi proporzionale alla velocitá ango-

    lare si puó riscrivere la precedente equazione come segue:

    u1 = Rx1 + Lẋ1 +Kvx2

    Oltre alla parte elettrica appena considerata si deve applicare l’equilibrio meccanico all’albero di

    rotazione ( che costituisce la parte rotorica); si ha dunque che la coppia motrice Cm é proporzionale

    alla corrente e quindi: Cm = Kcx1. Ma la coppia motrice deve essere bilanciata come segue:

    Kcx1 = Iẋ2 +Kax2 + u2

    per il secondo principio della dinamica e dove Kax2 é il termine viscoso é u2 é l’ingresso di

    disturbo ovvero al coppia resistente Cr. In conclusione si ha quindi un sistema dove l’uscita si

    considera y = x2. Il sistema é quindi cosi definito:

    ẋ1 = −R

    Lx1 −

    KvLx2 +

    u1L

    ẋ2 =KcIx1 −

    KaIx2 +

    u2I

    2.3 Simulazioni

    In questa sezione verranno eseguite delle simulazioni di un motore a corrente continua tramite il

    seguente modello Simulink:

    20

  • 2.3. Simulazioni

    Per effettuare delle simulazioni, si ipotizza uno scenario realistico di utilizzo del motore. Lo

    scenario ipotizzato é quello in cui si suppone di usare il motore ( con annessi bracci e leveraggi e

    organi meccanici a a valle ) per ottenere forme di pasta asciutta a partire da blocchi di pasta senza

    alcuna forma precisa ( processo detto di trafiliatura). La parte descrizione meccanica di tutti i

    meccanismi necessari per ottenere l’effetto desiderato non verrá effettuata; basti peró pensare, che

    si posso ridurre all’asse del motore tutte le coppie resistenti che si generano nei vari meccanismi a

    valle del motore in questione.

    Questo tipo di macchinario si trova si a livello industriale che per usi piú “casalinghi”; le immagini

    che seguono mostrano entrambi i casi.

    Per modellare il carico a cui sará sottoposto il motore si é pensato di modellare la funzione

    di coppia resistente ridotta all’asse di rotazione come un segnale detto a dente di sega come

    mostrato nella figura che segue:

    21

  • Motore a corrente continua modello matematico e simulazioni con e senza controllore

    Il motivo per cui si ipotizza questo segnale é il seguente: la coppia resistente ( ridotta all’asse

    del motore ) cresce rapidissimamente nel momento in cui la pasta inizia a passare attraverso i fori

    che le daranno forma, e inizia a discendere ( si suppone ) linearmente a man mano che il blocco di

    pasta esce dai fori che le daranno forma. Il periodo assunto per questa operazione e di due secondi.

    Con questo segnale vogliamo analizzare le differenze presenti in uscita prima considerando il sistema

    senza alcun controllo e successivamente con un controllore a relé avente una certa isteresi.

    I parametri impostati per il motore sono i seguenti: L = 0, 25H, R = 224ohm, I = 3, 22KgM2,

    Kv =,Kc = 2, 6 Kv = 416,Ka = 0, 032

    Quando il sistema é senza controllore l’applicazione del carico descritto prima produce un’uscita

    come quella della seguente immagine:

    Si noti come il sistema é “lento” a rispondere alle variazioni di carico, e come il numero di giri

    oscilli sensibilmente lungo i due secondi di applicazione della coppia resistente. Per risolvere questo

    problema si puó quindi ricorrere all’uso di un dispositivo detto relé a isteresti realizzando cosi un

    controllo a ciclo chiuso sul nostro motore. L’uscita in termini di Rpm assume quindi l’andamento

    seguente:

    22

  • 2.3. Simulazioni

    Si osservi come il relé produca sul numero di giri delle oscillazioni ( nettamente minori in

    periodo ed in ampiezza rispetto al precedente caso ) intorno al valore di 1000Rpm. E’ chiaro che

    questa situazione migliora di gran lunga la situazione precedente dove l’ampiezza ed il periodo delle

    oscillazioni erano sensibilmente maggiori.

    Nonostante i vantaggi portati dall’uso del relé si osservi peró che il relé deve essere non solo

    bene progettato( in termini di durata o ore di lavoro ) ma anche ben tarato. Infatti l’isteresi del

    componente deve essere appositamente dimensionata in modo tale da evitare un numero eccessivo

    di oscillazioni attorno al valore desiderato agli Rpm. Una fascia di isteresi molto stretta infatti

    produce un fenomeno detto chattering ; il nome di questo fenomeno é dovuto al fatto che i relé nel

    momento in cui viene raggiunta una delle due soglie generano un rumore. Con una stretta banda

    di isteresi il rumori sono ripetuti ad elevata frequenza assumendo un processo veloce come quello

    del motore. Il susseguirsi di rumori assomigliano ad un chiacchiericcio che si puó sentire in una

    stanza ( chat infatti in inglese vuol dire chiacchierare, ed ecco da dove proviene il nome).

    23

  • Capitolo 3

    Modellazione di un alimentatore

    per reti elettriche europee e

    americane

    3.1 Descrizione e introduzione per la modellazione e simu-

    lazione di un alimentatore

    Un alimentatore é un componente elettronico in grado di fornire un segnale DC ad una apparec-

    chiatura avendo in ingresso un segnale AC ( tipicamente quello della rete elettrica ). Da alcuni anni

    a questa parte gli alimentatori sono in grado di funzionare sia con la tensione della rete europea

    a 220V di ampiezza e 50Hz di frequenza sia con le reti americane a 110v di ampiezza e 60Hz di

    frequenza.

    In questa parte della tesina analizziamo il comportamento di un alimentatore ( anche chiamato

    in inglese P.S.U, Power Supply Unit ) modellandolo con una resistenza, un induttore, un conden-

    satore ed un diodo. Il diodo é un componente elettronico a semiconduttore avente la seguente

    relazione caratteristica:

    Vd = ηVtlog(idI0

    + 1)

    dove I0 é la corrente inversa,η é un parametro che varia a seconda del processo con cui é costruito

    25

  • Modellazione di un alimentatore per reti elettriche europee e americane

    ed in fine VT é una tensione (detta tensione termica) che dipende dalla temperatura e dalla costante

    di Boltzmann.

    Il legame I − V ( essendo non lineare come si evince dalla precedente immagine) puó esseremodellato come una resistenza del tipo rd(id); in sostanza il diodo, specie quando in serie con una

    resistenza si puó approssimare proprio come una resistenza.

    3.2 Modello di un alimentatore

    Il modello utilizzato per descrivere un alimentatore é quello descritto in figura.

    Applicando i principi di Kirchoff si arriva alle seguenti due equazioni tenendo a mente il legame

    tensione-corrente del diodo:

    ẋ1 =−Rgx1 − x2 − rdid

    Lẋ2 =

    x1C

    +x2RgC

    y = x2

    Il modello cosi ottenuto vieni poi portato in forma di stato e puó essere simulato con il seguente

    schema Simulink:

    26

  • 3.3. Simulazioni

    3.3 Simulazioni

    L’alimentatore che verrá in questa sezione simulato ha i seguenti parametri:

    C = 8(10−3),Rg = 350, resistenza diretta del diodo Rdd = 350,resistenza inversa del diodo Rid =

    1000, resistenza di carico R = 100.

    3.3.1 Alimentatore collegato alla rete elettrica Europea

    Il primo scenario di simulazione sará quello in cui l’alimentatore é collegato alla rete elettrica

    europea e dunque il segnale di ingresso avrá la seguente forma analitica:u(t) = 220sin(2π50t)

    Il grafico di questo segnale é riportato nella figura seguente.

    L’uscita corrispondente a questo segnale di ingresso e la seguente:

    27

  • Modellazione di un alimentatore per reti elettriche europee e americane

    Si osservi come il sistema produca in uscita un segnale che oscilla intorno a 12V . Si noti anche

    come le oscillazioni siano abbastanza ridotte e dunque il sistema si comporta abbastanza bene e le

    presentazioni sono accettabili. Questo é quasi un segnale DC; con lo schema usato infatti é giá un

    buon risultato.Per eliminare le oscillazioni si dovrebbero utilizzare schemi elettronici piú complessi.

    Mostriamo anche il segnale della corrente erogata con il grafico che segue:

    3.3.2 Alimentatore collegato alla rete elettrica USA

    Questo secondo scenario di simulazione sará quello in cui l’alimentatore é collegato alla rete elettrica

    degli stati uniti (USA) e dunque il segnale di ingresso avrá la seguente forma analitica:110sin(2π60t).

    Il grafico di questo segnale ŕiportato nella figura seguente.

    28

  • 3.3. Simulazioni

    L’uscita corrispondente a questo segnale di ingresso é la seguente:

    E’ da osservare come l’ampiezza del segnale si sia ridotta di circa la metá grazie al fatto che

    abbiamo modellato un sistema lineare.

    Stesso cosa per la corrente:

    29

  • Modellazione di un alimentatore per reti elettriche europee e americane

    In conclusione é bene chiarire come in queste simulazioni ci si sia concentrati maggiormente ad

    ottenere un profilo di tensione almeno simile ad uno a DC rispetto ad avere una elevati valore di

    corrente erogata.

    30

  • Capitolo 4

    Modello linearizzato di rollio di

    una nave

    4.1 Descrizione e linearizzazione del modello di rollio di una

    nave

    Si vuole in questa sezione del documento costruire un modello che descriva il comportamento di

    rollio di una nave. Per i passaggi che seguiranno ci riferiremo alla seguente figura:

    Il moto di rollio é modellabile in termini angolari come:

    Iϕ̈ = M (4.1)

    Indicando con G il centro di gravitá ( baricentro della parte non immersa, o anche detta opera

    morta) e con P il peso (uguale alla spinta) della nave il momento MP dovuto al peso della nave é

    calcolabile con la seguente relazione:

    MP = −P [r(1 +1

    2tg2ϕ)− a]sinϕ (4.2)

    ove r é il raggio metacentrico (cioé la distanza sottesa tra il centro di spinta - il baricentro della

    parte sommersa - e il centro di gravitá) ed a la quota del baricentro di tutta la nave ( anche detto

    31

  • Modello linearizzato di rollio di una nave

    centro di gravitá).

    Il momento dato dal baricentro é invece dato dalla seguente equazione:

    Ma = −Ka1ϕϕ̇−Ka1ϕϕ̇2sign(ϕ̇) (4.3)

    E’ possibile dunque considerare come modello per la descrizione del rollio della nave la seguente

    equazione:

    Iφ̈+Ka1ϕϕ̇+Ka2ϕϕ̇2sign(ϕ̇) + P [r(1 +

    1

    2tg2ϕ)− a]sinϕ = u+ d (4.4)

    E’evidente che si tratti di un modello non lineare e dunque di non facile integrazione. Facendo

    ulteriori ipotesi semplificative si puó arrivare alla seguente equazione differenziale lineare ed a

    coefficienti costanti:

    ÿ + a1ẏ + a2y = b(u+ d) (4.5)

    I coefficienti di questa equazione sono

    b =1

    I, a1 =

    Ka1I, a2 =

    P (r − a)I

    (4.6)

    Dove u é l’eventuale segnale di controllo, e d é il disturbo prodotto da onde vento etc.

    Il segnale di controllo per una nave tipicamente agisce sul movimento di alcuni profili ( che immersi

    in un fluido sono soggetti alla teoria dei profili portanti )che permettono (solo in condizioni di

    avanzamento della nave ) di stabilizzarne il rollio.

    La seguente immagine mostra i profili della nave:

    Oltre al segnale di controllo nel sistema descritto vi é anche un ingresso di disturbo, come ad

    esempio puø’ essere il momento generato moto ondoso. Il moto ondoso é descrivibile come un

    sinusoide avente la seguente forma:

    32

  • 4.2. Simulazioni

    dove l’altezza dell’onda da considerare é 2A0 e k =ω2

    g . Con questo tipo si ’segnale’ del mare si

    dimostra che il momento risultante da mettere in ingresso al modello di rollio della nave é:

    d = M0 =1

    12ρB2LA0ω

    2 (4.7)

    dove B é la larghezza della nave, ρ la densitá dell’acqua ed ω la pulsazione delle onde. Si

    osservi come se la pulsazione del moto ondoso si avvicina a quella di rollio ωr =√a2 anche piccole

    ampiezze delle onde producano sensibili rollii.

    4.2 Simulazioni

    In questa sezione verranno mostrate alcune simulazioni del moto di rollio di una nave con il modello

    linearizzato introdotto nel precedente paragrafo. Le simulazioni sono state effettuare utilizzando

    esclusivamente l’ambiente Matlab con il sistema di integrazione di equazioni differenziali ODE45.

    Si allega il codice utilizzato sia per la definizione dei parametri che per la risoluzione dell’equazione.

    function pdot = nave(t,p)

    B=3;%larghezza

    L=10;%lunghezza

    P=2000;%peso

    r=5;%raggio meta centrico

    a=2.5;%altezza baricentro

    A_0=2;%semi altezza onda

    I=7; % momento di inerzia

    ro=1000;%densit dell’ acqua

    ka1=5;%costante attrito

    a_1 = ka1/I; %paramentro derivata prima

    a_2 = (P*(r-a))/I;%parametro funzione y

    b=1/I;%costante b

    w=sqrt((a_1/b)/(I))%0.5; variabile tra 1/2 e w_r

    k=w^2/9.81;%definizione di k

    M_0=(1/12)*B^2*L*A_0*w^2*ro;%momento di disturbo

    d=1/b*M_0*sin(w*t-k*0);%funzione forzante del sistema

    pdot = zeros(size(p));

    33

  • Modello linearizzato di rollio di una nave

    pdot(1) = p(2);

    pdot(2) = d - a_1*p(2) - (a_2)*p(1);

    [t,p] = ode45(’tt’,[0 200],p0);

    plot(t,p)

    4.2.1 Simulazioni con mare poco mosso

    I dati per la simulazione sono evidenziati nel codice. I due segnali di ingresso usati hanno entrambi

    una semi altezza dell’onda pari ad A0 = 2. Si vuole allora mettere in mostra la differenza di

    comportamento che si evidenzia al solo variare della lunghezza d’onda o di periodo con un onda

    che investe la barca di traverso. Il grafico del segnale di ingresso, ovvero del momento disturbante

    con ω = 0.5 é il seguente:

    L’uscita corrispondente in termini di angolo di rollio é la seguente:

    34

  • 4.2. Simulazioni

    Le oscillazioni con questo tipo di moto ondoso non sono significative e sebbene la situazione

    sia migliorabile con l’uso degli stabilizzatori, é ancora possibile una navigazione senza eccessivi

    pericoli.

    4.2.2 Simulazioni con mare agitato

    Radicalmente diversa diventa la situazione si ha quando la pulsazione del moto ondoso si avvicina

    a ωR e la semi ampiezza resta invariata. I due grafici che seguono mostrano prima l’ingresso in

    termini di momento e successivamente l’inclinazione.

    Si osservi come ora l’angolo di rollio sia ben oltre i 90 rendendo la navigazione sia pericolosa

    che scomoda. Una situazione ancora peggiore si ha con una semi altezza delle onde pari a A0 = 4(

    conω = ωR) dove la nave addirittura si capovolge come nella seconda immagine che segue!

    35

  • Modello linearizzato di rollio di una nave

    36