Tesina 1° anno - Rental Company -  · L'organologia!è la scienza che studia gli! strumenti!...

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1 ORGANOLOGIA L'organologia è la scienza che studia gli strumenti musicali, indagandone storia, caratteristiche acustiche e meccaniche, tecniche costruttive e prassi esecutive. Il termine deriva dal greco ὄργανον (= utensile, strumento, strumento musicale) ed è stato usato per la prima volta da Michael Praetorius nel suo trattato Syntagma Musicum, del 1618. Solo alla fine dell’Ottocento VictorCharles Mahillon (18801922) sviluppò, sulla base degli studi di FrançoisAuguste Gevaert (18281908), una classificazione quadripartita, perfezionata poi da Eric Moritz von Hornbostel e Curt Sachs nel 1914. Le quattro classi organologiche, determinate sulla base del principale materiale vibrante, sono: 1) cordofoni, 2) aerofoni, 3) membranofoni e 4) idiofoni. Iniziamo ora una breve descrizione dei principali strumenti musicali: IL FLAUTO Il flauto è uno strumento musicale appartenente al gruppo dei legni. A differenza di strumenti aerofoni simili come l'oboe o il clarinetto, il flauto non utilizza un'ancia, ma un labium, ovvero un "fischietto", oppure un semplice foro su cui si soffia trasversalmente. Il flauto è probabilmente lo strumento musicale più antico. Come gli altri strumenti aerofoni risonanti, il flauto produce il suono grazie all'oscillazione dell'aria contenuta nella cavità dello strumento. La vibrazione sonora, generata dalla pressione del soffio, viene modulata grazie all'apertura e alla chiusura dei fori, che avviene direttamente con le dita, oppure attraverso delle chiavi. Si possono distinguere varie categorie di flauti: la più comune è quella dei "flauti dolci" che sono flauti diritti e a cavità aperta in cui si varia la lunghezza della colonna d'aria risuonante mediante l'apertura e la chiusura dei fori. I "flauti traversi" sono invece caratterizzati dalla mancanza di un labium e dal fatto di essere tenuti "di traverso" rispetto all'esecutore, in genere alla sua destra (flauto traverso, flauto d'amore, ottavino). L'attribuzione dei flauti alla famiglia dei "Legni" deriva dal fatto che, fino al XIX secolo, la materia più utilizzata per la loro costruzione era appunto il legno. Oggi i flauti traversi sono normalmente costruiti in metallo, mentre in legno vengono tuttora prodotti i flauti dritti. Il suono emesso dallo strumento esce dalla parte inferiore dello stesso e quindi buona norma microfonarlo in questa zona dove è presente la maggiore pressione sonora.

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ORGANOLOGIA    

L'organologia   è   la   scienza   che   studia   gli   strumenti   musicali,   indagandone   storia,   caratteristiche   acustiche   e  meccaniche,  tecniche  costruttive  e  prassi  esecutive.    

Il  termine  deriva  dal  greco  ὄργανον  (=  utensile,  strumento,  strumento  musicale)  ed  è  stato  usato  per  la  prima  volta  da  Michael  Praetorius  nel  suo  trattato  Syntagma  Musicum,  del  1618.  Solo  alla  fine  dell’Ottocento  Victor-­‐Charles  Mahillon  (1880-­‐1922)   sviluppò,   sulla   base   degli   studi   di   François-­‐Auguste   Gevaert   (1828-­‐1908),   una   classificazione  quadripartita,  perfezionata  poi  da  Eric  Moritz  von  Hornbostel  e  Curt  Sachs  nel  1914.  Le  quattro  classi  organologiche,  determinate   sulla   base   del   principale   materiale   vibrante,   sono:   1)   cordofoni,   2)   aerofoni,   3)   membranofoni   e   4)  idiofoni.  Iniziamo  ora  una  breve  descrizione  dei  principali  strumenti  musicali:  

 IL  FLAUTO      

     Il   flauto  è  uno  strumento  musicale  appartenente  al  gruppo  dei   legni.  A  differenza  di   strumenti  aerofoni  simili  come  l'oboe  o  il  clarinetto,  il  flauto  non  utilizza  un'ancia,  ma  un  labium,  ovvero  un  "fischietto",  oppure  un  semplice  foro  su  cui  si  soffia  trasversalmente.    Il  flauto  è  probabilmente  lo  strumento  musicale  più  antico.  Come  gli   altri   strumenti   aerofoni   risonanti,   il   flauto  produce   il   suono  grazie   all'oscillazione  dell'aria   contenuta  nella  cavità  dello  strumento.  La  vibrazione  sonora,  generata  dalla  pressione  del  soffio,  viene  modulata  grazie  all'apertura  e  alla  chiusura  dei  fori,  che  avviene  direttamente  con  le  dita,  oppure  attraverso  delle  chiavi.  Si  possono  distinguere  varie  categorie  di  flauti:  la  più  comune  è  quella  dei  "flauti  dolci"  che  sono  flauti  diritti  e  a  cavità  aperta   in   cui   si   varia   la   lunghezza   della   colonna   d'aria   risuonante   mediante   l'apertura   e   la   chiusura   dei   fori.  I   "flauti   traversi"   sono   invece   caratterizzati   dalla  mancanza   di   un   labium   e   dal   fatto   di   essere   tenuti   "di   traverso"  rispetto  all'esecutore,  in  genere  alla  sua  destra  (flauto  traverso,  flauto  d'amore,  ottavino).    L'attribuzione  dei  flauti  alla  famiglia  dei  "Legni"  deriva  dal  fatto  che,  fino  al  XIX  secolo,  la  materia  più  utilizzata  per  la  loro   costruzione  era   appunto   il   legno.  Oggi   i   flauti   traversi   sono  normalmente   costruiti   in  metallo,  mentre   in   legno  vengono  tuttora  prodotti  i  flauti  dritti.  Il  suono  emesso  dallo  strumento  esce  dalla  parte  inferiore  dello  stesso  e  quindi  buona  norma  microfonarlo  in  questa  zona  dove  è  presente  la  maggiore  pressione  sonora.                      

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L’OTTAVINO      

 

 

L'ottavino,   chiamato   anche   flauto   piccolo   o   piccolino,   è   la   più   piccola   taglia   del   flauto   traverso.   Viene   realizzato   in  metallo   o   in   legno   duro   (ebano).   Le   sue   dimensioni   sono   pari   alla   metà   di   un   flauto   traverso.   La   sua   estensione  comprende   il   Re4   come   nota   più   grave   e   si   estende   per   tre   ottave.   È   uno   strumento   traspositore,   in   quanto   lo  strumentista,  pur  leggendo  la  partitura  ed  impostando  le  posizioni  delle  chiavi  nella  stessa  maniera  del  flauto  traverso,  porta  l'altezza  delle  note  stesse  all'ottava  superiore.  Inoltre,  possiede  l'ottava  più  alta  in  assoluto  fra  tutti  gli  strumenti  musicali.  Tra  i  più  celebri  esempi  in  cui   l'ottavino  emerge  in  tutta  la  sua  personalità  ricordiamo  “La  Danza  cinese”  dal  balletto  “Lo  schiaccianoci”  di  Cajkovskij.  La  microfonazione  dell’ottavino  segue  canoni  comuni  a  quelli  illustrati  per  il  flauto.  

 

FLAUTO  D’AMORE  

 

 

 

Il   flauto   d'amore   è   uno   strumento   musicale   della   famiglia   dei   flauti   traversi,   nella   quale   occupa   il   posto   del  mezzosoprano,  anche  se  a  volte  viene  chiamato  "flauto  tenore".  

Si   tratta   di   uno   strumento   traspositore,   in   La   o   in   Sib;   L'estensione   del   flauto   d'amore   in   Sib   va   dal   Lab3   al   Mi7.  Diversamente  dal  flauto  contralto,  il  rapporto  fra  il  diametro  del  tubo  e  la  lunghezza  è  molto  simile  al  flauto  traverso  in   Do;   ciò   permette   di   avere   un   timbro   più   caldo   senza   perdere   la   facilità   di   suono   nell'ottava   più   alta.  In  rapporto,  il  flauto  contralto  ha  un  maggiore  diametro  rispetto  alla  lunghezza  del  tubo.  Ciò  comporta  una  maggiore  potenza  d'emissione  nel  registro  grave,  ma  crea  problemi  all'intonazione  e  alla  facilità  di  suono  delle  note  nel  registro  più  alto.  

 

 

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FLAUTO  CONTRALTO  

   

   

 Il  flauto  contralto  è  uno  strumento  a  fiato  della  famiglia  dei  legni.  È  l'estensione  immediatamente  più  grave  del  flauto  in   do.   Si   caratterizza   per   il   suo   caldo   e   distinto   timbro   nella   porzione   più   bassa   della   sua   estensione.  Il  tubo  del  flauto  contralto  è  considerevolmente  più  spesso  e  lungo  rispetto  al  flauto  in  do  e  richiede  più  fiato  da  parte  dell'esecutore.   Comunque   fornisce   una   presenza   dinamica   maggiore   nell'ottava   e   mezzo   più   bassa   della   sua  estensione.  Legge  in  chiave  di  sol  (suonando  una  quarta  più  in  basso  rispetto  alle  note  scritte).  La  sua  estensione  va  dal  sol3  (il  sol  sotto  il  do  centrale)  al  sol6  (4  tagli  addizionali  sopra  il  rigo  in  chiave  di  violino).  La  testata  può  essere  dritta  o  curva  e  il  fatto  che  sia  uno  strumento   traspositore  permette  ai   flautisti  di   suonare   lo   strumento  senza  dover   imparare  nuove  posizioni.  È  presente  nella  “Sagra  della  Primavera”  di  Stravinsky.  

 

OBOE  

 

 

 

L'oboe   è   uno   strumento   musicale   a   fiato   ad   ancia   doppia   appartenente   al   gruppo   dei   legni.   Di   forma   conica,   è  generalmente  fatto  di  ebano,  mentre  i  tasti  e  la  meccanica  sono  in  metallo.  L'estensione  dell'oboe  va  dal  Si  b  sotto  il  Do  centrale  del  pianoforte  fino  al  La  due  ottave  al  di  sopra,  quindi  quasi  due  ottave  e  mezza  partendo  dal  DO  centrale.  L'oboe  moderno   ha   la   capacità   di   emettere   tutti   i   suoni   cromatici   compresi   nell'ambito   di   quasi   tre   ottave   (la   sua  estensione  va  dal  si  2  al  sol  5  o  anche  al   la);   la  prima  ottava  è  costituita  da  suoni  naturali,  mentre   i   rimanenti  sono  suoni  armonici.  È  dotato  di  un  numero  variabile  di  fori  e  di  quattordici  chiavi.  Il  suo  timbro  caratteristicamente  nasale  è   piuttosto   penetrante   e   incisivo   ma   può   raggiungere,   specie   nel   registro   medio,   effetti   di   grande   dolcezza.   La  microfonazione   dell’oboe   può   avvenire   con   uno   o   più  microfoni   anche   se   l’emissione  maggiore   di   suono   proviene,  come  la  maggior  parte  degli  strumenti  a  fiato,  dalla  parte  inferiore  dello  strumento.  

 

 

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CORNO  INGLESE  

 

 

 

Il   corno   inglese   è   uno   strumento   musicale   a   fiato   ad   ancia   doppia   e   canna   conica.   Si   tratta   in   effetti   di   un   oboe  contralto,  la  cui  estensione  è  una  quinta  giusta  sotto  quella  dell'oboe.  L’estensione  va  dal  MI  sotto  il  DO  centrale  fino  al  SI  b.  Rispetto  all’oboe,  difatti,  il  corno  inglese  possiede  un'ancia  più  larga  che  ne  agevola  l'emissione  del  suono.  Da  notare  ancora  che  mentre  nell'oboe  il  cannello  con  l'ancia  doppia  si  inserisce  direttamente  nel  pezzo  superiore  dello  strumento,   il   corno   inglese   si   avvale  di  un   tubicino  metallico   inclinato,   chiamato   "esse"  per   la   sua   forma,   che   fa  da  interfaccia  tra  il  cannello  e  lo  strumento  stesso.  La  microfonazione  segue  procedure  simili  a  quelle  dell’oboe.  

OBOE  D’AMORE  

 

L’Oboe   d’amore   appartiene   alla   famiglia   degli   strumenti   ad   ancia   doppia   ed   è   molto   simile   ad   un   oboe,   ma  leggermente  più  grande  e  con  un  tono  più  tranquillo  e  sereno  che  lo  fanno  considerare  il  mezzosoprano  ed  il  contralto  della  famiglia  degli  oboi.  L'oboe  d'amore  è  accordato  a  una  terza  minore  sotto  quella  dell'oboe  moderno.  La  campana  ha   la   forma   di   una   pera   ed   un   bocchino   simile   a   quello   del   corno   inglese.   L’oboe   d’amore   viene   suonato  perpendicolarmente  rispetto  al  musicista.  La  microfonatura  segue  canoni  analoghi  a  quelli  di  tutti  gli  strumenti  simili  all’oboe,  tenendo  sempre  molta  attenzione  ai  rumori  meccanici  dovuti  alla  meccanica  dello  strumento  stesso.  

 

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HECKELPHONE  

 

L'heckelphon   è   uno   strumento   musicale   a   fiato   ad   ancia   doppia   appartenente   alla   famiglia   degli   oboi.  Suona   un'ottava   sotto   all'oboe   ordinario   ed   è   pressappoco   un   oboe   baritono,   ma   differisce   da   quest'ultimo   per  timbro,   forma  ed  estensione.   Le  partiture  per  questo   strumento  vanno   scritte   in   chiave  di   violino  un'ottava   sopra   i  suoni  reali.  L’impugnatura  da  parte  dello  strumentista  è  analoga  all’oboe,  perpendicolarmente  al  corpo  del  musicista.  La  microfonazione  dell’heckelphon  può  prevedere  uno  o  due  microfoni  posti  uno  nella  parte  inferiore  dello  strumento  ed   un   secondo   posto   difronte   allo   strumentista.   Il   grosso   del   suono   proviene   dal   microfono   inferiore   mentre   il  secondo,   facendo  molta   attenzione   ai   rumori   provocati   dalle   meccaniche,   ha   la   funzione   di   restituire   spazialità   al  suono.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CLARINETTO  

 

 Il   clarinetto   è   uno   strumento   traspositore,   vale   a   dire   uno   strumento   che   quando   sul   pentagramma   legge   un   Do,  produce  un  suono  reale  che  non  corrisponde  al  Do,  ma  a  un'altra  nota  (che  è  la  nota  in  cui  è  "tagliato"  lo  strumento).  Nella  fattispecie,  il  clarinetto  legge  un  DO  come  SI  b,  per  cui  trasporta  in  chiave  di  tenore.  Esistono  quindi  diversi  tipi  di  clarinetto,  differenti  per  intonazione  (ed  ovviamente  di  grandezze  diverse),  che  leggono  tutti  nella  stessa  chiave  e  con  le   stesse   diteggiature,   producendo   però   note   reali   diverse,   "trasposte"   appunto   verso   il   grave   o   l'acuto.   Questi  strumenti  formano  una  vera  e  propria  famiglia  composta  dai  seguenti  tipi  di  clarinetto:  

• Piccolo  in  La♭  (noto  come  "sestino");  • Piccolo  in  Mi♭  (o  anche  "quartino");  • Soprano  in  Do;  • Soprano  in  Si♭  (il  più  diffuso);  • Soprano  in  La;  • Contralto  in  Fa  (noto  come  corno  di  bassetto);  • Contralto  in  Mi♭;  • Basso  in  Si♭  (o  clarone);  • Contralto  in  Mi♭  (detto  anche  "contra-­‐alto"  o  "octocontralto"  secondo  l'uso  anglosassone,  per  distinguerlo  da  

quello  un'ottava  più  acuto);  • Contrabbasso  in  Si♭.  

Genericamente,   quando   si   parla   di   clarinetto,   si   sottintende   il   registro   facendo   implicito   riferimento   al   clarinetto  soprano   in   Si♭,   il   più   utilizzato.   Il   clarinetto   è   diviso   in   cinque   parti,   unite   ad   incastro   con   guarnizioni   in   sughero.  Partendo   dall'alto,   lo   strumento   inizia   con   il   bocchino,   corredato   di   ancia   e   legatura.   Segue   il   barilotto,   che   fa  risuonare   le   vibrazioni.   La  parte   centrale   è   costituita  dal   corpo   superiore   e  dal   corpo   inferiore.   Su  questi   due   corpi  sono  presenti  ventiquattro  fori  di  dimensioni  differenti:  sette  fori,  di  cui  sei  circondati  da  anelli,  vengono  chiusi  dalle  dita,  mentre   gli   altri   vengono   chiusi   dai   cuscinetti,   azionati   dagli   anelli   oppure   dalle   diciassette   o   diciotto   chiavi   (a  seconda  del  modello).  Tramite  la  chiusura  e  l'apertura  dei  fori  della  parte  centrale,  viene  modificata  la  lunghezza  della  colonna   d'aria   vibrante   in   modo   da   ottenere   i   suoni   dell'intonazione   desiderata.   Lo   strumento   termina   con   la  campana,   che   dà   ulteriore   risonanza   ai   suoni.   L'estensione   del   clarinetto   è   di   tre   ottave   più   un   intervallo   di   sesta  minore  o  maggiore  a  seconda  del  modello.  

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CLARINETTO  PICCOLO    

 

Il  clarinetto  piccolo,  noto  anche  come  Quartino,  è  uno  strumento  a  fiato,  ad  ancia  semplice,  appartenente  alla  famiglia  dei   clarinetti.   Per   clarinetto   piccolo   s’intende   in   genere   il   clarinetto   tagliato   in  Mi ,   una   terza   sopra   il   do   centrale.  Questo   strumento,   di   costruzione   affine   al   clarinetto   soprano,   ha   un   timbro   più   brillante,   squillante.   Il   clarinetto  piccolo  è  dotato  degli  stessi  fori  e  chiavi  del  clarinetto  soprano  (anche  se  in  versione  ridotta)  ed  è  formato  dagli  stessi  pezzi.   Il   bocchino   è   più   piccolo   di   quello   del   clarinetto   in   Si  e   di   conseguenza   anche   le   ance.  Lo  strumentista  lo  impugna  nella  maniera  classica  di  impugnatura  del  clarinetto,  perpendicolarmente  al  proprio  corpo.  La   microfonazione   avviene   così   come   abbiamo   già   illustrato   per   l’oboe   oppure   il   flauto,   prestando   sempre   molta  attenzione   ai   rumori  meccanici   provocati   dalle   chiavette   che,   soprattutto   in   passaggi   veloci   possono   deteriorare   il  contributo  sonoro  complessivo.    

CLARINETTO  BASSO    

   Il   clarinetto   basso   è   uno   strumento  musicale   a   fiato   (strumento   traspositore   ad   ancia   semplice)   appartenente   alla  famiglia  dei  clarinetti.  Questo  strumento  è  tagliato  in  Si♭,  un'ottava  sotto  il  clarinetto  soprano.  Il  clarinetto  basso  nella  sua  forma  moderna,  è  composto  da  5  pezzi:   il  bocchino  (con   legatura  ed  ancia),   il  collo  (o  "S"),   il  pezzo  superiore,   il  pezzo  inferiore  e  la  campana  (con  la  caratteristica  forma  a  pipa).  A  differenza  degli  altri  membri  della  sua  famiglia,  si  tratta   di   uno   strumento   curvo,   che   l'interprete   suona   tenendolo   verticalmente   rispetto   al   suolo.   L'estensione   del  clarinetto   basso   va   normalmente   dal   Re   b   sotto   la   chiave   di   basso   al   Sol   sopra   la   chiave   di   violino,   ha   quindi  un'estensione  utile  di  circa  quattro  ottave.                

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FAGOTTO      

   Il  fagotto  è  uno  strumento  musicale  a  fiato  ad  ancia  doppia  appartenente  al  gruppo  dei  legni,  di  cui  costituisce  il  basso.  Strumento  dalle  notevoli  capacità  musicali  è  in  grado  di  estendersi  per  tre  ottave  e  mezzo.  Il  fagotto  è  costituito  da  un  lungo  tubo  di  legno  (circa  2  metri  e  50  cm)  ripiegato  su  stesso  a  forma  di  U.  Termina  con  un   padiglione   e   lungo   il   tubo   si   trovano   dei   fori   chiusi   da   un   sistema   di   chiavi   particolare.   L'imboccatura   ad   ancia  doppia  è  inserita  in  un  tubetto  metallico  ripiegato  e  collegato  allo  strumento.  Ha  un  timbro  grave  e  pastoso  utilizzato  nelle   orchestre   sinfoniche.   Lo   strumentista   impugna   il   fagotto   portando   la   parte   superiore   (dove   è   ubicato   il   foro  d’accordo)  verso  il  davanti  e  la  parte  inferiore  verso  le  spalle.    La   microfonazione   del   fagotto   è   abbastanza   impegnativa   viste   le   dimensioni   notevoli   dello   strumento   ed   la  particolarità  di  avere   il   foro  di  espulsione  d’aria  principale,  praticamente  alle  spalle  dello  strumentista.  È  opportuno  quindi  impiegare  una  multimicrofonazione  se  si  desidera  riprendere  il  suono  di  questo  strumento  nella  sua  interezza.          CONTROFAGOTTO    

 

Il   controfagotto   è   uno   strumento   musicale   ad   ancia   doppia   che   rappresenta   la   tessitura   contrabbassa   dell'intera  famiglia.  Deriva  dal  fagotto,  di  cui  è,  in  un  certo  senso,  un  ampliamento  e  ne  condivide  l'intero  sistema  di  chiavi  e  di  posizioni,   tanto  che  a  suonare  questo  strumento  sono  solitamente   i   fagottisti.   Lo  strumento  è   traspositore  d'ottava  verso   il   basso,   vale   a   dire   che   le   note   scritte   suonano   d'effetto   un'ottava   sotto.    A   causa   delle   sue   notevoli   dimensioni   e   peso,   l'esecutore   deve   suonarlo   poggiandolo   a   terra   difronte   a   sé.  la  microfonazione  di  questo   strumento  è   resa  complicata  dalle   sue  dimensioni,  per  questo  può  essere  prevista  una  multimicrofonazione.  

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CORNO  

   Il  corno  è  uno  strumento  musicale  a  fiato  che  fa  parte  degli  aerofoni  e  della  sottofamiglia  degli  ottoni  con  canneggio  conico.   Viene   anche   chiamato   Corno   Francese   per   essere   distinto   da   quello   inglese.   I   corni   possiedono   valvole,  azionate   con   la  mano   sinistra,   per   deviare   l'aria   in   tubature   aggiuntive   per   cambiare   l'altezza.   Il   timbro   è   soffice   e  profondo.  Rispetto  agli  altri  ottoni  presenti  nell'orchestra,   l'estensione  del  corno  può  raggiungere  quasi   le  5  ottave.  L'estensione  del   corno  doppio   in   FA-­‐SIb   va   dal   SIb   contrabbasso   (SIb0)   al   Fa   acuto   (FA4),   che   in   chiave   del   corno   si  scrivono  come  FA  contrabbasso  e  DO  bisacuto,  ma  al  grave  si  può  spingere  fino  al  FA  contrabbasso  (FA0),  per  il  corno  DO  contrabbasso.  Gli  antichi  corni   (detti  anche  Corni  naturali)  erano  molto  più  semplici  degli  odierni,  non  potevano  emettere  tutti  i  suoni:  gli  unici  possibili  erano  quelli  corrispondenti  ai  suoni  armonici  che  il  tubo  emetteva  variando  la  pressione  dell'aria  e  la  tensione  del  labbro.      

TROMBA  

 

La   tromba  è  uno  strumento  musicale  appartenente  alla   famiglia  degli  ottoni.  Tra  gli  ottoni  è  quello  che  suona  nella  parte  più  acuta  del  registro.  Il  suono  viene  prodotto  immettendo  aria  nello  strumento  per  mezzo  della  vibrazione  delle  labbra  a  contatto  con  il  bocchino,  in  modo  che  esse  producano  un  fine  ronzio.  Essendo  infatti  un  labiofono,  non  è  la  vibrazione  di  un'ancia  ad  emettere  il  suono,  bensì  quella  delle  due  labbra  del  musicista.  Il  trombettista  può  scegliere  la  nota  da   emettere,   fra   un   insieme  di   tonalità   fondamentali   e   armonici   essenzialmente  modificando   la   pressione  del  flusso   dell'aria   immessa   e   l'apertura   labiale:   più   l'apertura   labiale   è   ampia,   maggiore   la   portata   del   flusso   d'aria,  minore   la   sua   pressione,   più   la   nota   emessa   sarà   grave   e   viceversa;   I   pistoni   permettono   di  modificare   il   percorso  dell'aria   nello   strumento,   alterandone   la   lunghezza   e   quindi   variando   la   tonalità   emessa.   Con   i   soli   tre   tasti   della  tromba   in  Sib,  un  trombettista  può  suonare   in  ogni  chiave.   Il   trombino,  o  tromba  piccola,  suona  ad  un'ottava  più   in  alto   rispetto   alla   tromba.   La   tromba  è  uno   strumento  prodotto   in  molte   tonalità.   La  più  diffusa  è   la   tromba   in   Sib,  seguita  da  quelle  in  Do,  in  Mib  e  quindi  in  Re.  In  molti  paesi,  fra  cui  gli  Stati  Uniti  e  gran  parte  dell'Europa,  la  tromba  in  Do  è   tuttora  quella   in  uso  nelle  orchestre.  L'estensione  della   tromba   in  Sib  parte  dalla  nota  scritta  Fa#  grave  e  sale  cromaticamente,   passando   per   il   Do   centrale,   fino   a   due   ottave   e   mezza   in   alto.   La   nota   più   alta   solitamente  consentita   è   scritta   come   Do   (suona   Sib;   ogni   nota   scritta   sul   pentagramma   delle   partiture   per   tromba   in   Sib  corrisponde   alla   corrispettiva   del   piano   ma   un   tono   sotto),   sebbene   si   possano   ottenere   note   più   alte.  Per  ciò  che  concerne  la  microfonazione  della  tromba  abbiamo  poche  possibilità  visto  che  l’unica  emissione  sonora  è  la  campana  dello   strumento,  potremmo  scegliere   tra  microfoni  più   scuri  per  attutire   l’eventuale  brillantezza  eccessiva  della  tromba,  ma  ciò  è  a  discrezione  dell’uso  da  farsi  della  ripresa  sonora.    

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TROMBONE  

 

Il   trombone  è  uno  strumento  musicale  aerofono  della  famiglia  degli  ottoni.  Nella  versione  moderna  e  più  comune  è  noto   come   trombone  a   tiro  o   trombone  a   coulisse,   ed   è   caratterizzato  da  una  pompa  mobile,   (il   “tiro”   appunto,   o  “coulisse”  in  francese,  “slide”  in  inglese),  a  forma  di  U,  che  unisce  due  tubi  paralleli,  ed  è  in  questo  modo  allungabile  modificando   il   percorso   dell'aria   e   l'intonazione   dell'armonico   di   base.   Esiste   anche   il   trombone   a   pistoni   che   è  strutturato   sul  medesimo  principio  della   tromba.     L'estensione  dello   strumento  dipende  quasi   esclusivamente  dalla  capacità   e   abilità   del   trombonista.   In   prima   posizione   la   nota   più   grave   è   il   Sib1,  mentre   allungando   la   coulisse   in  settima  posizione  si  può  ottenere  un  Mi1  (ovvero  il  Mi  più  grave  suonabile  con  un  pianoforte).  Andando  verso  l'acuto,  seguendo  gli  armonici  naturali  si  possono  ottenere  note  molto  acute,  come  ad  esempio  il  Reb5  in  seconda  posizione  (nota   contenuta   nell'assolo   di   trombone   del   Bolero   di   Ravel).   Per   tradizione   il   trombone   non   è   uno   strumento  traspositore  come  ad  esempio   la   tromba.   I   trombonisti   leggono   in  chiave  di  basso,   tenore  e  contralto   in  note   reali,  qualsiasi   trombone   stiano   utilizzando.   Il   trombone   a   tiro   utilizza   la   coulisse   per   variare   l'armonico   di   base   dello  strumento.   Esistono   sette   posizioni   che   si   equivalgono   alle   combinazioni   dei   tre   pistoni   di   altri   ottoni   a   pistoni.   Le  posizioni   sono   numerate   per   convenzione   da   1   a   7,   in   proporzione   all'estensione   della   coulisse   (dove   1   è  completamente  ritratta  e  7  completamente  estesa).  Quando  si  utilizzano  le  ritorte  lo  strumento  cambia  tonalità  e  di  conseguenza   le  posizioni  semitonali   lungo   la  coulisse  si  distanziano  fra   loro.  Si  hanno   infatti  solo  sei  posizioni  con   la  ritorta   di   Fa   abbassata   e   solamente   cinque   con   le   ritorte   di   Fa   e   di   Solb   abbassate   assieme.  Le  tecniche  musicali  utilizzabili  sono  le  medesime  di  altri  ottoni  con    l’aggiunta  della  possibilità  di  effettuare  il  glissato  ed  il  vibrato  con  la  coulisse.  Una  gran  varietà  di  sordine  possono  essere  usate  per  variare  il  suono  e  spesso  sono  stati  utilizzati   (nel   jazz   e   nello   swing)   anche   oggetti   di   uso   quotidiano   per   l'effetto   wa-­‐wa   come   cappelli   o   ventose.  la  microfonazione  segue  canoni  analoghi  alla  tromba.  

TROMBONE  CONTRALTO  

 

Raro,  ma  ultimamente   sempre  più  utilizzato,   soprattutto  nella  musica   classica.   Il   trombone  contralto  è   tagliato  una  quarta  sopra  il  trombone  tenore  (il  padre  della  famiglia  rispetto  al  quale  si  fanno  i  rapporti):  è  in  Mib.  In  passato  era  comune   anche   il   contralto   in   FA.   Alcune   ditte   producono   contralti   con   una   ritorta   in   Sib   (se   azionata   porta  praticamente   lo   strumento   in   sesta   posizione)   che   rende   più   agevoli   alcuni   passaggi   nelle   posizioni   basse   e   aiuta  l'intonazione   della   settima   posizione,   essendo   quella   presa   solo   con   la   coulisse   sempre   leggermente   crescente.   La  ritorta   aiuta   anche   l'esecuzione   dei   trilli   (avendo   più   posizioni   a   disposizione,   c'è   la   possibilità   di   trovare   una  combinazione   che   permetta   di   avere   degli   armonici   più   vicini   fra   loro,   agevolando   il   trillo).  La  microfonazione  è  analoga  a  quella  utilizzata  per  il  trombone.    

 

 

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TROMBONE  TENORE  

 

 

 

 Il  più  comune,  intonato  in  Sib  una  ottava  sotto  la  tromba,  generalmente  senza  ritorta,  viene  molto  usato  in  orchestra,  ha  la  ritorta  trasportatrice  in  Fa,  grazie  alla  quale  può  coprire  un'ampia  estensione  di  note,  le  valvole  per  il  passaggio  dell'aria  nella  ritorta  sono  di  vario  tipo.  La  definizione  tenor-­‐basso  è  ormai  obsoleta,  nata  assieme  alla  ritorta.  Oramai  col   termine  tenore  s’intende  un  trombone  tenore   in  Sib  oppure  uno   in  Sib  con  ritorta   in  Fa,  e   taluni   indicano  come  tenor-­‐basso   un   trombone   in   Sib   con   una   ritorta   in   Fa   ma   con   canneggio   largo   da   trombone   basso.  La   microfonazione   segue   procedure   simili   a   quelle   della   tromba   e   trombone   facendo   attenzione   questa   volta   alle  dimensioni   della   campana,   più   grande   rispetto   a   tromba   e   trombone   e   quindi   bisogna   prestare   attenzione   alla  posizione  del  microfono.  

TROMBONE  BASSO  

 

 

 

Utilizzato   spesso   in   orchestra   classica   oppure   in   big   band   ha   canneggio   ampio,   ha   generalmente   2   ritorte   (alcuni  trombonisti   bassi   utilizzano   ancora   vecchi   modelli   con   la   sola   ritorta   Fa,   che   differiscono   dai   simili   tenori   per   la  cameratura  e  la  campana  più  ampie).  

Ci  sono  due  configurazioni  possibili  delle  valvole:  quella  indipendente  e  quella  dipendente.  

• Configurazione  indipendente:  vi  sono  due  ritorte,  una  in  Fa  (praticamente  azionandola  si  porta  lo  strumento  in   sesta  posizione)   e   una   in   Solb   (quinta  posizione).   Le  due   valvole  possono  essere   azionate  una   alla   volta  oppure  assieme,  portando  lo  strumento  in  Re  quindi  avremo  uno  strumento  in  Sib/Solb/Fa/Re.  

• Configurazione  dipendente:   sempre  con  due  ritorte,  ma  questa  volta  possiamo  azionare   la  valvola   in  Fa  da  sola  oppure  azionando  la  seconda  valvola  verrà  aperta  automaticamente  anche  la  prima  quindi  avremo  uno  strumento  che  potrà  passare  in  Sib/Fa/Re.  

 

 

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TROMBONE  CONTRABBASSO  

 

 

 

Si  tratta  dello  strumento  più  grave  della  famiglia.  Ne  esistono  modelli  in  SIb  cioè  un'ottava  sotto  al  trombone  tenore  (che   sono  spesso  caratterizzati  da  una  doppia  coulisse)  usati  molto   raramente,  e  modelli   in  FA,  una  quarta   sotto  al  trombone   tenore,   che   sono   invece   i   più   usati,   come   nelle   esecuzioni   della   “Tetralogia”   di   Richard  Wagner.   Questi  strumenti   sono  quasi   sempre  dotati  di  due   ritorte   (valvole)   che  permettono  di  non  utilizzare   le  posizioni   "distanti",  altrimenti   raggiungibili   solo  con   l'uso  di  una  maniglia.  Tra   i  moderni   costruttori  di   riferimento  di  questi   strumenti   si  possono  ricordare  Laetzsch  e  Thein,  entrambi  di  Brema.  La  microfonazione  segue  canoni  analoghi  a  quelli  visti  per   i    tromboni,   facendo   attenzione   al   lungo   ed   ampio   canneggio   del   trombone   contrabbasso   che   potrebbe   urtare   il  microfono  o  l’asta  dello  stesso.  

 

TUBA    

 

 

 

La   Tuba   (Flicorno   basso   o   Bombardone)   e   il   Bassotuba   (Flicorno   contrabasso   e   Flicorno   basso   grave)   sono   degli  strumenti  musicali   appartenenti   alla   famiglia   degli   ottoni   e   alla   sottofamiglia   dei   flicorni,   di   cui   sono   i  membri   dal  suono   più   grave.   La   prima   tuba   fu   costruita   in   Germania   dalla   Moritz.   Esistono   quattro   tipi   di   tube:   in   Fa   e  Mib,  chiamate   tube  basse,   che   suonano  nella   stessa  estensione  del   violoncello;   in  Do  e   Sib,   chiamate   contrabbasse,   che  suonano   nell'estensione   del   contrabbasso.   Queste   ultime   sono   le   tube   che   si   suonano   in  molte   orchestre   liriche   e  sinfoniche   di   tutto   il   mondo.   La  maggior   parte   del   repertorio   per   tuba   è   scritto   in   chiave   di   basso   con   note   reali.  La  microfonazione  della  tuba  avviene  principalmente  con  un  solo  microfono,  questa  volta  però  non  più  di  fronte  allo  strumentista,  visto  che  la  campana,  dalla  quale  uscirà  il  suono,  è  rivolta  verso  l’alto.  Da  prestare  attenzione  anche  alla  distanza  tra  microfono  e  strumento  considerata  la  pressione  sonora  prodotta  ed  il  diametro  della  campana.  

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SAXOFONO  SOPRANINO  

 

Il  sassofono  sopranino  è  uno  dei  più  piccoli  membri  della  famiglia  dei  sassofoni.  Si  tratta  di  uno  strumento  traspositore  in   Mi   b.   La   sua   estensione   reale   va   dal   Reb5   al   La7   (un'ottava   sopra   il   sassofono   contralto),   ma,   come   per   tutti   i  sassofoni,   viene  scritta  dal  Sib4  al   Fa#7.  Date   le   loro  piccole  dimensioni   i   sopranini   sono  normalmente  diritti,  ma  ne  esistono  anche  alcuni   sopranini   curvi.  Dall'avvento  del   sassofono   sopranissimo   introdotto  alla   fine  del  XX   secolo  da  Benedikt   Eppelsheim,   il   sopranino   in  Mib   ha   ceduto   la   palma   del   più   piccolo  membro   della   famiglia   dei   sassofoni.  L'impiego  più  notevole  del  sopranino  si  trova  nel  Boléro  di  Maurice  Ravel.    

La   microfonazione,   come   per   tutti   gli   strumenti   simili   al   saxofono,   può   avvenire   mediante   uno   o   più   microfoni  ponendone   uno   sulla   parte   superiore   dello   strumento   (prestando   attenzione   ai   rumori   meccanici   provocati   dalle  chiavette)  ed  uno  sulla  parte  inferiore,  posto  sulla  campana  (dalla  quale  uscirà  la  gran  parte  del  suono  che  caratterizza  lo  strumento  stesso).  

SAXOFONO  SOPRANO  

 

Il  sassofono  soprano  è  la  voce  sopranile  della  famiglia  dei  sassofoni.  Si  tratta  di  uno  strumento  traspositore  in  Sib.  La  sua  estensione  reale  va  dal  Lab4  al  Mi7  (gli  ultimi  modelli  arrivano  al  Fa  7),  ma,  come  per  tutti  i  sassofoni,  viene  scritta  dal   Sib4   al   Fa#   7   (per   gli   ultimi   modelli   Sol   7).   Normalmente   diritto,   il   soprano   esiste   anche   in   versione   curva   e  semicurva  (chiamata  talvolta  saxello).  I  problemi  di  costruzione  (i  fori  portavoce  sono  molto  piccoli)  lo  hanno  reso  per  molto  tempo  uno  strumento  con  gravi  problemi  d'intonazione  limitandone  l'uso.  Oggi,  grazie  al  miglioramento  delle  tecniche  di  costruzione,  il  problema  dell'intonazione  è  stato  superato  negli  strumenti  di  media  e  ottima  qualità.  Nella  musica  moderna  è  tornato  in  auge  a  partire  dagli  anni  1940,  grazie  a  Sidney  Bechet  e  John  Coltrane.  Negli  ultimi  anni,  a   parte   l'uso   molto   frequente   nell'ambito   del   jazz,   viene   molto   spesso   usato   per   assoli   anche   in   brani   di   musica  leggera.  Il  timbro  è  tipicamente  nasale  e  sottile.  Si  tratta  del  più  acuto  sassofono  di  uso  comune.  

 

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SAXOFONO  CONTRALTO  

 

Il  sassofono  contralto,  a  volte  abbreviato  alto,  è  la  voce  di  contralto  della  famiglia  dei  sassofoni.  Tra  tutti  gli  strumenti  della  famiglia,  è  quello  che  offre   il  miglior  compromesso  tra  dimensioni,  peso,   imboccatura,  ergonomia  delle  mani  e  problemi  d'intonazione:  per  questo  motivo  è   spesso   consigliato   come  primo   strumento.   Infatti   è   il   sax   virtuoso  per  eccellenza:  la  sua  espressività  nelle  mani  di  un  bravo  strumentista  è  duttile,  la  sua  agilità  come  quella  dei  flauti,  oltre  al   poter   raggiungere   un'elevata   intensità;   le   sue   applicazioni   musicali   sono   molteplici.   Si   tratta   di   uno   strumento  traspositore  in  Mib.  La  sua  estensione  reale  va  dal  Reb3  al  La5,  ma,  come  per  tutti  i  sassofoni,  viene  scritta  dal  Sib3  al  Fa#7.  La  microfonazione  segue  procedure  analoghe  a  quelle  già  illustrate  per  gli  altri  strumenti  appartenenti  alla  famiglia  dei  saxofoni.  

SAXOFONO  TENORE  

 

Il   sassofono   tenore   è   la   voce   tenorile   della   famiglia   dei   sassofoni.   Il   sax   tenore   incarna   l'immagine   del   sassofono  nell'iconografia   popolare   ed   è   riconoscibile   per   via   della   caratteristica   "gobba"   del   collo.  Si   tratta  di   uno   strumento   traspositore   in   Sib.   La   sua  estensione   va  dal   Lab3   al  Mi6   (il  mi   alto  nel   rigo   in   chiave  di  violino)  ma,  come  per  tutti   i  sassofoni,  viene  scritta  dal  Sib  sotto  il  rigo  al  Fa  #  sopra  il  rigo.  La  produzione  dei  suoni  sopracuti   è   piuttosto   agevole   con   il   sax   tenore.  Questo   fa   sì   che  molti   tenoristi   jazz   siano   in   grado   di   estendere   la  tessitura  dello  strumento  anche  di  un'ottava  al  di  là  della  tessitura  normale.  Il  timbro  del  tenore  può  variare  da  scuro  fino   ad   essere   abbastanza   brillante   da   rivaleggiare,   nelle   ottave   superiori,   con   il   sax   contralto.  Il  tenore  è  soprattutto  utilizzato  in  formazioni  bandistiche  e  jazzistiche,  mentre  il  suo  impiego  orchestrale  (a  differenza  del  sax  contralto)  è  piuttosto  limitato:  ha  generalmente  parti  di  accompagnamento  che  spesso  divide  con  l'euphonium  e  il  trombone.  Diverso  è  invece  il  caso  per  quello  che  riguarda  i  quartetti  di  sassofoni,  dove  il  tenore  è  presenza  fissa.  La  popolarità  del  tenore  inizia  con  il  jazz,  grazie  al  genio  di  Coleman  Hawkins  che  seppe  trasformarlo  da  strumento  di  accompagnamento   a   protagonista,   funzione   che   ricopre   ancora   oggi   in   numerosissime   formazioni   jazz.   Dal   jazz   il  tenore  venne  poi  introdotto  nella  musica  Rock,  anche  se  con  minor  prominenza.  

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SAXOFONO  BARITONO  

 

 

 

Il  sassofono  baritono  è  la  voce  baritonale  della  famiglia  dei  sassofoni.  Si  tratta  di  uno  strumento  traspositore  in  Mib.    La   sua   estensione   reale   va   dal   Reb3   al   La5,   ma,   come   per   tutti   i   sassofoni,   viene   scritta   dal   Sib4   al   Fa#7.    In   situazioni   orchestrali   accade   di   trovare   parti   per   baritono   scritte   in   chiave   di   Fa   (chiave   di   basso),   il   che   rende  possibile   utilizzare   a   questo   scopo  parti   per   tuba  o   trombone:   questo   richiede  un   relativo   sforzo   allo   strumentista,  poiché   in   chiave   di   basso,   dopo   la   riscrittura   in   Do,   la   posizione   delle   note,   con   opportuni   adattamenti   delle  alterazioni,  resta  la  stessa  della  parte  tradizionale.    

I  moderni  sassofoni  baritoni  hanno  spesso  una  campana  allungata  che  alloggia  una  chiave  addizionale  che  permette  l'emissione  del  La  grave.  Il  baritono  è  il  sassofono  grave  di  uso  più  comune.  Tra  i  sassofoni  comuni,  si  distingue  per  le  dimensioni   e   la   caratteristica   voluta   del   collo,   che   serve   a   limitare   l'altezza   complessiva   dello   strumento,   che   è  comunque  considerevole.  Il  peso  dello  strumento  (6.5  kg)  lo  rende  scomodo  per  le  bande  in  movimento  e  di  difficile  sostegno  in  generale,  soprattutto  se  suonato  in  piedi,  per  cui  è  abbastanza  usuale  che  il  collarino  usato  per  il  tenore  e  il   contralto   venga   sostituito  da  un'imbragatura   che  distribuisce   il   peso  dello   strumento,   che  per  gli   altri   sassofoni  è  interamente  sostenuto  dal  collo,  sulle  spalle  e  la  schiena  del  suonatore.  

La  microfonazione  di  questo  strumento  è  complessa  date  le  dimensioni  notevoli  dello  strumento  ma,  come  già  visto  per  gli  altri  strumenti  appartenenti  alla  famiglia  dei  saxofoni,  la  principale  fonte  sonora  è  la  campana  dello  strumento,  quindi,   il   microfono   principale   verrà,   ancora   una   volta,   posto   in   prossimità   della   stessa   (prestando   attenzione  all’angolazione  del  microfono  nei  confronti  della  campana  per  evitare  che,   la  grande  quantità  d’aria  che   investirà   la  capsula  microfonica,  possa  provocare  rumori  nella  ripresa)  ed  un  secondo  e  terzo  microfono  potranno  essere  posti  ai  lati  dello  strumento  per  riprendere  la  parte  alta  dello  stesso  (prestando  molta  attenzione  in  questo  caso  alle  fasi  dei  due  microfoni).    

 

 

 

 

 

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TIMPANI  

 

Il   timpano  è  uno  strumento  musicale  a  percussione.  Appartiene  alla  classe  dei  membranofoni  a  suono  determinato.  Esso  consiste   in  una  membrana,  chiamata  pelle,   tesa  su  un  grande  fusto  chiamato  "caldaia"  solitamente   in  rame,   in  altre   leghe   metalliche   o   in   materiali   plastici.   Vengono   suonati   per   mezzo   di   due   battenti,   generalmente   a   punta  morbida  (feltro  o  altro  materiale).  In  orchestra  sono  sempre  presenti  in  coppia  (da  cui  il  nome  plurale),  a  volte  in  set  comprendenti  tre,  quattro  o  più  strumenti.  L'intonazione  viene  determinata  dalla  tensione  della  pelle:  ogni  strumento  ha  un'estensione   che  varia  da  una  quinta  ad  un'ottava   cromatica.   La  modifica  dell'altezza   viene  effettuata  oggi  per  mezzo   di   un   pedale   che   agisce   contemporaneamente   su   tutte   le   viti   di   tensione   della   pelle.   Anticamente   queste  venivano   avvitate   o   svitate  manualmente   una   ad   una,   obbligando   il   timpanista   (ed   il   compositore)   a  mantenere   la  stessa   intonazione  durante   tutto  un  brano.   L'uso  del   pedale   e   di   un   apposito  quadrante   graduato  permettono  una  rapida   intonazione   dello   strumento   ed   effetti   di   glissato.   Anche   nei   timpani   provvisti   di   pedale   sono   comunque  presenti  viti  che  permettono  di  mantenere  la  tensione  della  membrana  equilibrata  in  tutti  i  punti.  I  suoni  vengono  oggi  notati   in  altezza  reale   in  chiave  di  basso  (talvolta  senza  accidenti   in  chiave).  Anticamente  si  utilizzava  una  notazione  convenzionale  in  cui  il  Do  rappresentava  la  tonica  ed  il  Sol  la  dominante  del  pezzo:  la  reale  intonazione  era  indicata  a  chiare  lettere  all'inizio  del  brano.  I  timpani  sono  in  uso  prevalentemente  in  orchestre  di  musica  classica  dal  XVII  secolo.  Haydn  fu  tra  i  primi  compositori  ad  inserire  interventi  di  timpani  nelle  sue  sinfonie.  Tra  le  tante,  la  103  viene  definita  "col  rullo  di  timpani"  appunto  per  l'importanza  che  ha  questo  strumento  nel  brano.  In  seguito  anche  Beethoven  nelle  sue  opere  sfoggiò  le  doti  espressive  e  potenti  dello  strumento;  esempio  è  la  sinfonia  corale.  

XILOFONO  

 

Lo   xilofono   è   uno   strumento  musicale   a   percussione.   È   costituito   da   due   file   di   barrette   di   legno  disposte   come   la  tastiera   di   un   pianoforte,   cioè   le   note   naturali   nella   fila   inferiore   e   quelle   alterate   nella   fila   superiore.   Questo   per  quanto   riguarda   la   versione   moderna   dello   strumento,   perché   in   passato   era   dotato   di   una   sola   fila.  Al  di  sotto  delle  barrette,  in  corrispondenza  di  ciascuna  di  esse  vi  sono  dei  tubi  aperti  che  fanno  da  cassa  di  risonanza,  cioè  filtrano  il  suono.  L'altezza  delle  note  dipende  dalla  lunghezza  delle  barrette:  più  sono  lunghe  e  più  il  loro  suono  è  grave  e  viceversa.  Lo  xilofono  fa  parte  della  categoria  delle  percussioni  a  suono  determinato  e   lo  si  suona  con  delle  mazzuole  di  legno.  Spesso  per  prolungare  il  suono  si  usa  la  tecnica  del  trillo,  che  consiste  nel  battere  le  bacchette  sulla  stessa   barretta   in   rapida   alternanza.   Altri   effetti   ottenibili   sono   il   glissando   e   le   note   ribattute.  La  sonorità  di  questo  strumento  è  secca  e  legnosa  ma  molto  limpida,  anche  se  il  suono  si  spegne  subito.  L'estensione  dello  xilofono  va  dal  Do3   (261  Hz)  al  Do6   (1.046  Hz)  e  cioè   tre  ottave.  Pur  essendo  una  percussione,  nel  XIX  secolo  alcuni   musicisti   lo   presentarono   come   strumento   solista.   La   microfonazione   avviene   solitamente   mediante   due  microfoni  posti  sulla  parte  superiore  dello  strumento  ad  una  altezza  tale  da  riprendere  omogeneamente  tutti   i   legni  dello  xilofono  e  prestando  attenzione  al  movimento  dello  strumentista  con  le  bacchette.  

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CELESTE    

   La   celeste   è   uno   strumento   musicale   idiofono,   ossia   che   produce   il   suono   mediante   il   materiale   stesso   di   cui   è  composto  senza  l'ausilio  di  parti  poste  in  tensione:  nel  caso  specifico  si  tratta  di  uno  strumento  idiofono  a  percussione,  il  cui  aspetto  è  simile  a  quello  di  un  pianoforte  verticale  di  piccole  dimensioni.  Il  suono,  dal  caratteristico  timbro  simile  a   quello   del   carillon,   viene   prodotto   da   alcune   lamelle   di   metallo   sospese   tramite   un   sistema   di   martelletti   e  comandate  da  una  tastiera  (lo  stesso  sistema  applicato  dal  pianoforte)  e  da  una  pedaliera.  Quindi  le  sonorità  che  è  in  grado   di   produrre   sono   flebili,   ovattate   nel   registro   grave,   luminose   nel   medio   e   brillanti   nell'acuto.  In  quanto  varianti  dello  xilofono,  con  lamelle  di  metallo  al  posto  di  quelle  di  legno,  la  celeste  (come  il  glockenspiel)  è  classificata  tra  i  metallofoni.  Costruita  e  brevettata  nel  1886  dal   francese  Auguste  Mustel,   la   celeste   fece  uno  degli   sui  primi   ingressi  nel  mondo  musicale  con  il  balletto  lo  schiaccianoci  di  Pëtr  Il'ič  Čajkovskij,  episodio  Danza  della  Fata  Confetto.  

SISTRO  

 

Sistro  è  il  nome  di  due  diversi  strumenti  musicali.  Il  primo  è  uno  strumento  idiofono.  È  uno  strumento  in  metallo,  con  una  parte  a  forma  di  ferro  di  cavallo,  con  un  manico  e  delle  aste,  perciò  il  suono  viene  prodotto  scuotendo  il  sistro.  Il  numero  e  lo  spessore  delle  lamelle  flottanti  ne  definisce  e  caratterizza  l’altezza  e  l’intensità  del  suono;  un  suono  che  resta   comunque   -­‐   come   in   molti   altri   analoghi   strumenti   a   sonagli   -­‐   indeterminato,   e   cioè   senza   una   precisa  connotazione  tonale.  Il  secondo  è  uno  strumento  più  moderno,  composto  da  un  sostegno  e  da  file  di  campanelli  fatti  di  bronzo  o  di  acciaio.  Il  suono  viene  prodotto  da  un  martelletto  che  potrà  essere  di  legno  o  di  acciaio  a  seconda  del  materiale  di  campanelli.  

La   microfonazione   di   questi   strumenti   avviene,   per   la   maggior   parte   dei   casi,   con   microfoni   panoramici   a   cui   lo  strumentista  avvicina,  con  maestria,  lo  strumento  di  volta  in  volta  per  risaltare  alcuni  colori  a  discapito  di  altri.  

 

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CAMPANE  

 

Le   campane   tubolari   sono   uno   strumento   musicale   idiofono   a   percussione   a   suono   determinato.  Si   tratta   di   una   serie   di   "campane",   lunghe   barre   metalliche   cave   (solitamente   tubi   di   ottone   a   altro   appesi  verticalmente  a  circa  due  metri  di  altezza),   che  si  accordano  modificando   la   lunghezza.  Sono  normalmente  suonate  colpendole   con   un   martello   speciale,   a   testa   di   cuoio   grezzo   o   di   plastica,   nella   parte   alta   del   tubo.  Nelle   orchestre   sinfoniche   simulano   il   suono   delle   campane   da   chiesa.   Sono   utilizzate   in   composizioni   sinfoniche,  come  la  Sinfonia  fantastica  di  Berlioz,  l'Ouverture  1812  di  Čajkovskij  o  la  Nona  sinfonia  di  Mahler,  ma  sono  impiegate  anche  nella  musica  popolare.  

La   microfonazione   delle   campane   avviene   solitamente   con   due  microfoni,   posti   uno   di   fianco   all’altro,   sulla   parte  superiore   delle   campane.   Si   può   decidere   di   disporre   i   microfoni   dal   lato   del   musicista,   se   si   desidera   riprendere  l’attacco   dei   colpi   di   martello   o   bacchette,   oppure   si   possono   disporre   i   microfoni   sul   retro   delle   campane   (parte  opposta  a  quella  dello  strumentista)  per  avere  un  suono  più  dolce  con  minore  attacco.  

SEGA  

 

Lo   strumento   è   formato   da   una   normale   sega   trapezoidale   da   falegname   in   acciaio.   Si   suona   con   un   archetto   da  contrabbasso  o  violoncello.  Si  suona  da  seduti,  con  il  manico  della  sega  tra  le  cosce.  L'estensione  può  andare  da  due  a  tre   ottave   circa.   L'intonazione   delle   note   può   essere   regolata   solo   con   l'orecchio,   visto   che   è   difficile   determinare  quale  curvatura  sia  necessaria  per  produrre  una  determinata  altezza.  Il  suono  è  contemporaneamente  dolce,  vibrante  e   lamentoso;  Non   sono   possibili   passaggi   di   agilità   e   note   brevi,   data   la   lunga   risonanza   della   lama.   La   dinamica   è  piuttosto   limitata.   Oltre   al   suono   prodotto   con   l'arco,   la   sega   può   essere   suonata   anche   con   bacchette   morbide,  creando  un  effetto  misterioso.  Sebbene  sia  elencata  tra  gli  strumenti  "accessori"  dei  percussionisti,   la  sega  musicale  richiede  una   certa  perizia  nell'uso  dell'arco  ed  un  buon  orecchio  melodico.  Per   ciò   che   concerne   la  microfonazione  possiamo  riprendere   la  sega  con  un  singolo  microfono  posto  nella  posizione  più  comoda  da  concordare  anche  con   i  movimenti  dello  strumentista.  

 

 

 

 

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VIBRAFONO  

 

Il   vibrafono   è   uno   strumento   musicale   a   percussione   della   famiglia   degli   idiofoni   a   suono   determinato.   Esso   è  composto   da   lamelle   in   metallo   che   ne   costituiscono   i   tasti,   percossi   da   battenti   con   la   testa   in   gomma   o   feltro.  Il  suono  di  ogni  tasto  viene  amplificato  da  un  tubo  metallico  di  lunghezza  opportuna  posto  al  di  sotto  del  tasto  stesso,  chiamato  anche   risuonatore   tubolare  o   canna  di   risonanza.  Un'elica  posta   in   cima  ad  ogni   tubo  viene   fatta   ruotare  tramite  un  motore  elettrico  a  velocità  controllabile.  Questo  congegno  varia  l'intensità  del  suono  emesso  in  relazione  alla   velocità   del   motore,   generando   l'effetto   vibrato.   Un   pedale   di   smorzamento   simile   a   quello   presente   sul  pianoforte   consente   all'esecutore   di   intervenire   sulla   lunghezza   della   nota   prodotta.   I   vibrafoni   tradizionali   hanno  un'estensione  di  tre  ottave,  ma  esistono  modelli  con  estensione  di  quattro  ottave.  Il  vibrafono  ha  molte  caratteristiche  comuni  con  lo  xilofono,  nel  quale  i  tasti  sono  però  in  legno  ma  senza  amplificazione,  e  con  la  marimba,  che  ha  sempre  i   tasti   in   legno,  ma   nella   parte   inferiore   porta   delle   zucche   svuotate   che   hanno   il   compito   di   amplificare   il   suono.  La  microfonazione  segue  canoni  simili  a  quelli  già  descritti  per  lo  xilofono.  

ARPA  

 

L'arpa  è  uno  strumento  musicale  cordofono  a  pizzico.  L'arpa  da  concerto  a  pedali  è  dotata  di  47  corde  tese  tra  la  cassa  di   risonanza   e   una  mensola   detta   "modiglione",   con   un'estensione   di   6   ottave   e   mezza   e   intonato   in   do   bemolle  maggiore.   I   suoni  estranei  a  questa   tonalità  si  possono  ottenere  agendo  su  7  pedali  a  doppia   tacca;  ogni  corda  è   in  grado  di  produrre  tre  note  diverse  ed  è  possibile  costruire  una  scala  cromatica.  La  microfonazione  può  avvenire  anche  con  tre  microfoni,  due  posti  sulla  parte  superiore  per   la  ripresa  delle  corde,  mentre  uno  posto  sulla  cassa  armonica  facendo  attenzione  ai  rumori  provocati  dai  pedali  azionati  dallo  strumentista.    

 

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VIOLINO  

 

Il  violino  è  uno  strumento  musicale  della  famiglia  degli  archi,  dotato  di  quattro  corde  intonate  ad  intervalli  di  quinta.  Si  tratta  dello  strumento  più  piccolo  e  dalla  tessitura  più  acuta  tra  i  membri  della  famiglia.  La  corda  più  bassa  (e  quindi  la  nota  più  bassa  ottenibile)  è  il  sol2,  il  sol  subito  sotto  al  do  centrale  (do3);  le  altre  corde  sono,  in  ordine  crescente,  il  re3,  il   la3  e   il  mi4.   Il  violino,  essenzialmente,  è  costituito  dalla  cassa  armonica   (necessaria  per   la  risonanza)  e  dal  manico,  innestato   nella   parte   superiore   della   cassa.   L'archetto,   più   spesso   semplicemente   detto   arco,   è   costituito   da  un'asticella  di  legno  molto  elastico,  ai  cui  estremi  viene  agganciato,  un  fascio  di  crini  di  coda  di  cavallo  tenuto  teso  da  un  meccanismo  a  vite  chiamato  nasetto.  Il  suono  del  violino  può  essere  alterato  per  mezzo  della  sordina,  un  piccolo  blocchetto  che  può  essere  in  gomma,  in  legno  o  in  metallo,  e  che  viene  agganciato  al  ponticello,  di  solito  in  mezzo  alle  due  corde  del  Re  e  del  La.  Smorzando  le  vibrazioni  del  ponticello  stesso,  provoca  l'emissione  di  un  suono  più  dolce  e  delicato,  con  minori  armoniche  sopra  ogni  nota  che  viene  suonata.  Viene  spesso  utilizzato  anche  per  studiare  con  un  suono  di  volume  più  basso,  ma  anche  nelle  esecuzioni,  dove  sia  richiesto  un  suono  più  smorzato.  La  corda  del  La  viene  accordata  per  prima,  generalmente  a  440  Hz.  Le  fonti  più  antiche  riguardanti  il  violino  ci  permettono  di  far  risalire  la  sua  nascita  all'inizio  del  XVI  secolo.  

La  microfonazione  può  avvenire  a  distanza  o  a  contatto,  nel  primo  caso  viene  posto  un  microfono  o  sopra  o  di  fronte  lo  strumentista  (dipende  dal  tipo  di  suono  che  vogliamo  ottenere),  nel  primo  caso  si  avrà  un  suono  più  stridulo  dove  la  fanno  da  padrone   le  corde,  mentre  nel  secondo  caso  si  avrà  un  suono  d’insieme,  più  equilibrato  e  dolce  del  primo.  nella  microfonazione  a  contatto   invece  sarà  applicato  un  microfono  direttamente  sullo  strumento  per   la   ripresa  del  suono  mediante   le   vibrazioni   della   cassa   armonica.   Si   potrà   anche  microfonare   il   violino   con   entrambe  queste  due  tecniche,   applicando   sia   un  microfono   a   contatto   che   un  microfono   distanziato   e  miscelare   i   due   suoni   in   fase   di  mixaggio.  Un  altro  giusto  compromesso  è  il  microfono  applicato  direttamente  sullo  strumento,  che  garantirà  un  suono  sempre  costante  considerando  anche  i  movimenti  che  lo  strumentista  necessariamente  farà  durante  l’esecuzione.  In  questa   occasione   bisogna   prestare   molta   attenzione   alla   posizione   del   microfonino,   trovandogli   una   impugnatura  stabile,  ed  a  direzionare  la  capsula  microfonica  verso  la  maggiore  fonte  di  suono.  Solitamente  si  applica  in  prossimità  del  ponte  dello  strumento.  Per  quanto  riguarda  invece  la  ripresa  d’insieme  di  questo  strumento  si  applicano,  di  solito,  microfoni   panoramici   che   vadano   a   riprendere   una   sezione   di   strumenti   per   volta,   di   norma   usa   adoperare   un  microfono  per  leggio,  cioè  un  microfono  per  ogni  coppia  di  strumentisti.  

 

 

 

 

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VIOLA  

 

La  viola  è  uno  strumento  appartenente  alla  famiglia  degli  archi.  Si  distingue  dal  violino  per  le  dimensioni  (è  circa  1/7  più   grande),   per   l'estensione   (è   accordata  una  quinta   sotto)   e  per   il   timbro   (molto  più  profondo  e  meno  brillante).  L'intonazione  delle  quattro  corde  della  viola  (partendo  dalla  più  acuta)  è  la  seguente:  

• 1°  corda:  La  • 2°  corda:  Re  • 3°  corda:  Sol  • 4°  corda:  Do  

la  microfonazione  segue  canoni  simili   (se  non  uguali)  a  quelli  già   illustrati  per   il  violino,  prestando  molta  attenzione  alla   posizione   del   microfono   in   rispetto   ai   movimenti   dello   strumentista   e   dell’archetto   utilizzato   per   suonare   lo  strumento.  

VIOLONCELLO  

 

Il  violoncello  è  uno  strumento  musicale  del  gruppo  dei  cordofoni  a  corde  strofinate  (ad  arco),  appartenente  alla  famiglia  degli  archi;  è  dotato  di  quattro  corde,  accordate  ad  intervalli  di  quinta  giusta.  Si  suona  da  seduti  tenendo  lo  strumento  tra  le  gambe,  poggiato  su  un  puntale  presente  nella  parte  inferiore  dello  strumento.  L'esecutore  muove  l'archetto  trasversalmente  sulle  corde.  Il  violoncello  possiede  quattro  corde  accordate  ad  intervalli  di  quinta  giusta:  la  corda  del  La  (cantino),  del  Re,  del  Sol  e  del  Do.  La  corda  del  La  emette  un  suono  tre  semitoni  più  in  basso  del  Do  centrale  e  la  corda  del  Do  è  due  ottave  più  basse  del  Do  centrale.  L'estensione  del  violoncello  va  dal  Do  due  ottave  sotto  il  Do  centrale  fino  al  Mi  due  ottave  sopra  al  Do  centrale.  L'archetto  viene  fatto  scorrere  sulle  corde,  le  dita  della  mano  sinistra  possono  agire  sulla  tastiera  premendo  sulle  corde  per  diminuirne  la  lunghezza,  modificando  così  la  frequenza  del  suono  ottenuto.  Come  gli  altri  strumenti  ad  arco,  anche  il  violoncello  può  essere  pizzicato,  sollevando  le  corde  con  l'ultima  falange  e  rilasciandole.  

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CONTRABBASSO  

 

 

 

Il   contrabbasso,   è   uno   strumento   musicale   della   famiglia   dei   cordofoni   ad   arco.   Il   suono   viene   prodotto   tramite  l'attrito   sulle   corde   del   crine   di   cavallo  montato   su   una   bacchetta   di   legno,   detta   archetto,   mentre   nel   jazz   viene  suonato  quasi  esclusivamente  pizzicando  le  corde  con  le  dita  della  mano  destra.  

È  lo  strumento  con  il  suono  più  grave  di  tutti  gli  archi    

Le   quattro   corde   producono   rispettivamente   dalla   più   acuta   alla   più   grave   i   suoni   SOL-­‐RE-­‐LA-­‐MI   in   accordatura   da  orchestra.  Per  indicare  con  più  precisione  la  reale  altezza  di  una  nota,  viene  utilizzata  una  nomenclatura  che  affianca  al  nome  della  nota  un  numero.  Questa  numerazione  inizia  dalla  nota  più  bassa  del  pianoforte  (La  0)  fino  alla  nota  più  alta  (Do  8).  Seguendo  questo  schema,  le  corde  del  contrabbasso  sono  

• 1ª  corda:  Sol  2/La  2/La  2  • 2ª  corda:  Re  2/Mi  2/Fa#  2  • 3ª  corda:  La  1/Si  1/Re  2  • 4ª  corda:  Mi  1/Fa#  1/La  1  

Esistono  anche  contrabbassi  a  cinque  corde,  in  cui  la  più  grave  è  generalmente  un  Do  1  o  un  Si  0.  

La  microfonazione  (analoga  a  quella  del  violoncello)  avviene  solitamente  mediante  un  unico  microfono  posto  di  fronte  allo   strumento,   in   base   al   suono   che   si   vorrà   ottenere   si   potrà   spostare   il   microfono   verso   le   “esse”   della   cassa  armonica  (per  avere  un  suono  più  rotondo  e  dolce),  oppure  verso  le  corde  (per  avere  maggiore  attacco),  oppure  verso  il  ponte  dello  strumento  (per  avere  un  buon  compromesso  tra  attacco  e  morbidezza).  Anche  per  il  contrabbasso  (così  come  per  la  viola)  si  potranno  applicare  microfoni  a  contatto  o  microfoni  in  miniatura  in  microfonazione  ravvicinata.  

 

 

 

 

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PIANOFORTE  

 

Il  pianoforte  è  uno  strumento  musicale  in  grado  di  produrre  il  suono  grazie  a  corde  che  vengono  percosse  per  mezzo  di  martelletti  azionati  da  una  tastiera.  È  l'unico  strumento  a  far  parte  dei  cordofoni.  

Il  pianoforte  è  costituito  da  sei  parti:  

• la  cassa,  la  tavola  armonica;  • la  struttura  portante  e  il  rivestimento  esterno;  • la  tastiera;  • la  meccanica;  • la  cordiera;  • i  pedali  -­‐  risonanza  o  forte  (normalmente  a  destra)  

La  cassa  e  la  tavola  armonica  sono  fatte  generalmente  in  legno  principalmente  di  abete  e  pioppo.    La  tastiera  è  quella  parte  del  pianoforte  dove  sono  posizionati  i  tasti.  La  base  su  cui  questa  regge  è  spesso  in  abete.  Lo  strumento   dispone   generalmente   di   88   tasti   (sette   ottave   e   una   terza  minore),   52   bianchi   e   36   neri,   disposti   nella  classica  successione  che  intervalla  gruppi  di  due  e  tre  tasti  neri.  La  meccanica  è  una  delle  parti  fondamentali  del  pianoforte  perché  vi  stanno  tutta  una  serie  di  strumenti  e  sistemi  che  permettono  la  produzione  del  suono  con  l'azione  del  martelletto  sulla  corda  attraverso  l'abbassamento  del  tasto.  I  pianoforti  possono  avere  dai  due  ai  quattro  pedali,  a  seconda  del  costruttore  e  dell'epoca  di  costruzione.  Sono  posti  nella  parte  bassa  dello  strumento,  facilmente  raggiungibili  dai  piedi  del  pianista,  e  servono  ad  alterare  il  suono  dello  strumento  in  diversi  modi.  

Si  distinguono  i  seguenti  tipi  di  pedale:  

• risonanza  o  forte  (normalmente  a  destra)  

Tale  pedale,  una  volta  azionato,  alza  contemporaneamente  tutti  gli  smorzatori,  sorta  di  feltrini  che  hanno  il  compito   di   fermare   le   vibrazioni   della   corda   immediatamente   dopo   il   rilascio   del   tasto.   Di   conseguenza,  azionando  il  pedale,   le  corde  continuano  a  vibrare  finché  il  suono  non  si  spegne  naturalmente.  L'impiego  di  questo  pedale  aiuta  a  legare  i  suoni  ed,  eventualmente,  a  creare  una  sorta  di  alone  timbrico  e  armonico  dato  anche  dal   resto  delle  corde  non  più  smorzate  che  entrano   in  una  vibrazione  simpatica  generata  dalle  onde  sonore  delle  note  appena  suonate.  

• una  corda  o  piano  o  1C  (normalmente  a  sinistra)  

Tale   pedale,   nei   pianoforti   a   coda,   sposta   leggermente   tutta   la   tastiera   e   la   martelliera   verso   la   destra  dell'esecutore.   In   tal  modo   il  martelletto   azionato   dalla   pressione   del   tasto   colpisce   solamente   una   o   due  corde  delle  tre  che  sono  associate  a  ogni  tasto  

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• quarto  pedale  (a  sinistra,  solo  in  alcuni  modelli  di  pianoforti  a  coda)  

Utilizzato   e   brevettato   da   costruttori   come   Fazioli   e   Stuart   &   Sons,   non   è   altro   che   una   trasposizione   sui  modelli  a  coda  del  pedale  piano  dei  pianoforti  verticali.  Il  meccanismo  infatti  non  fa  altro  che  avvicinare  tutti  i  martelletti   alle   corde,   riducendone   così   la   corsa   e   producendo   un   suono   con   un   volume   ridotto   senza  modificarne  il  timbro  (come  invece  succede  con  una  corda).  

• tonale  o  sostenuto  (al  centro)  

Il  pedale  tonale  è  presente  nei  pianoforti  a  coda  e  deve  essere  azionato  successivamente  alla  pressione  di  un  tasto  o  di  un  gruppo  di  tasti.  È   in  sostanza  un  pedale  di  risonanza  che  agisce  solo  per  un  gruppo  limitato  di  tasti,  quelli  premuti   immediatamente  prima  all'azione  del  pedale;  gli  altri  non  saranno   interessati  dalla   sua  azione.    

• sordina  (al  centro,  solo  negli  strumenti  destinati  allo  studio  e  solo  nei  pianoforti  verticali,  al  posto  del  pedale  tonale)  

La   sordina   (presente   anche   in   altri   strumenti)   è   un   pedale   che   aziona   una   leva,   attraverso   la   quale   viene  interposto  tra  le  corde  e  i  martelletti  un  lungo  panno  di  feltro.  Il  suono  così  ottenuto  è  piuttosto  attutito.    

Tra  i  pianoforti  orizzontali,  più  comunemente  conosciuti  come  pianoforti  a  coda;  esistono,  a  seconda  della  lunghezza  della  cassa,  a  un  quarto  di  coda  (145–170  cm),  mezza  coda  (175–190  cm),  tre  quarti  di  coda  (200–240  cm)  e  gran  coda  da  concerto  (o  gran  coda,  o  coda  da  concerto;  240–308  cm);  producono,  in  ordine  crescente,  suoni  qualitativamente  sempre  migliori  a  causa  dell'ampiezza  sempre  maggiore  della  cassa  armonica  e  della  lunghezza  delle  corde.  

 Esiste  anche  il  Pianoforte  Verticale:  è  disposto  verticalmente,  così  come  la  sua  tavola  armonica  e  le  corde  che  stanno  dietro  alla  tastiera.  La  sua  altezza  oscilla  tra  i  100  e  i  155  centimetri.  È  usato  principalmente  per  lo  studio  a  differenza  di  quello  orizzontale  usato  prettamente  per  i  concerti.  Le  differenze  con  il  pianoforte  orizzontale  sono  molte  a  partire  dell'ampiezza  della  cassa  armonica,  che  è  minore  di  quella  di  un  pianoforte  orizzontale,  e  dalla  meccanica  priva  del  doppio   scappamento.   Le   corde   sono   disposte   verticalmente   (quelle   gravi   e   parte   di   quelle   medie   sono   disposte  diagonalmente  in  maniera  opposta,  da  qui  la  denominazione  "a  corde  incrociate";  questo  sistema  sfrutta  la  maggiore  lunghezza  della  diagonale  di  un  rettangolo  per  ottenere  corde  più  lunghe)  e  a  ogni  nota  corrispondono  a  seconda  del  tipo  di  suono,  gruppi  di  una,  due  o  tre  corde.  

La  microfonazione  può  avvenire  in  svariati  modi,  la  microfonazione  più  classica  è  data  dall’impiego  di  due  microfoni,  distanziati  tra  di  loro  che  “guardano”  le  corde  nella  cassa  armonica,  ad  una  distanza  dalle  corde  che  varia  dai  30  ai  50  cm   (a   seconda   del   risultato   che   si   vorrà   ottenere).   Si   potrà   microfonare   il   pianoforte   anche   con   un   X-­‐Y   posto  direttamente  sulle  corde  del  pianoforte  dando  maggiore  attacco  ed  un  suono  più  incisivo  al  contributo  sonoro  ripreso.    Si   può  microfonare   anche   la   parte   inferiore  del   pianoforte   che   contribuirà   ad   avere  un   suono  più   “grosso”   e   caldo  miscelandolo  con  la  ripresa  dall’alto  come  abbiamo  già  visto.  In  questa  occasione  però  dobbiamo  stare  attendi  alle  fasi  dei  microfoni  tra  superiore  ed  inferiore.    

 

 

 

 

 

 

 

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CHITARRA  

 

La  chitarra  è  uno  strumento  musicale  cordofono,  che  viene  suonato  con  i  polpastrelli,  con  le  unghie  o  con  un  plettro.  

Il  suono  è  generato  dalla  vibrazione  delle  corde,  che  sono  tese  al  di  sopra  del  piano  armonico  che,  a  sua  volta,  poggia  sulla  cassa  armonica  che  amplifica  il  suono.  Le  corde  sono  tese  tra  il  tiracorde,  fissato  sul  ponticello,  ed  il  capotasto,  essendo  fissate  tra   il  ponticello  e   le  meccaniche  poste  sulla  paletta.  Sul  manico,   la  tastiera  consente  di  accorciare   la  lunghezza  della  parte  di  corda  vibrante  e  di   suonare   la  nota  o   le  note  desiderate  premendo   la  corda  stessa  appena  dietro  il  rispettivo  tasto.  

L'accordatura  più  comune,  nota  come  accordatura  spagnola,  è  Mi-­‐Si-­‐Sol-­‐Re-­‐La-­‐Mi  dalla  corda  più  acuta  alla  più  grave.  Questa  accordatura,   in  cui   l'intervallo  tra  due  corde  adiacenti  è  di  una  quarta  giusta  (tranne  che  tra  seconda  e  terza  corda,  che  distano  di  una  terza  maggiore),  si  è  imposta  per  ragioni  storiche  e  per  la  sua  praticità  nel  formare  accordi  mediante  posizioni  della  mano  sinistra  non  complicatissime.  

Le   chitarre   possono   essere   suddivise   innanzitutto   in   due   categorie,   a   seconda   del  modo   in   cui   viene   amplificato   il  suono  delle  corde  in  vibrazione:  

• acustiche,   con   un   corpo   vuoto   a   formare   la   cassa   armonica,   quando   è   principalmente   prevista   una  amplificazione  che  sfrutti   le  naturali  proprietà  della   fisica  del   suono,   secondo  un   tipo  di  amplificazione  che  potremmo  definire  meccanico;  

• elettriche,  con  un  corpo  pieno  e  solido,  e  manico  rinforzato  da  un'anima  (in  genere  d'acciaio,  chiamata  truss  rod),  poiché   sono  munite  di   corde  metalliche;  è  necessario   l'ausilio  di  una  amplificazione  elettrica,   tramite  collegamento  a  una  cassa  acustica  o  a  un  amplificatore  che  funzionano  a  corrente  elettrica;  il  suono  acustico  di  una  chitarra  elettrica  a  corpo  solido  è  molto  debole  e  poco  percepibile,  data  l'assenza  di  cassa  di  risonanza;  

Chitarra  classica  

L'amplificazione   è   ottenuta   per   risonanza   dal   corpo   vuoto   a   forma   di   otto   (la   cassa   armonica),   mentre   la   tavola  superiore   è   responsabile   dello   spostamento   d'aria.   Il   cavigliere   (o   paletta)   è   leggermente   inclinato   all'indietro.   La  chitarra   classica   si   suona   da   seduti,   poggiando   lo   strumento   sulla   gamba   sinistra,   leggermente   rialzata   tramite   un  apposito  poggia-­‐piede.  

La   ripresa   sonora   della   chitarra   acustica   e   classica   è  molto   simile   (se   non   uguale),   può   essere   fatta   con   uno   o   più  microfoni,  l’emissione  sonora  maggiore  è,  come  ovvio,  dal  buco  d’accordo  della  cassa  armonica,  quindi  sarà  questo  il  punto  da  microfonare  con  maggiore  attenzione,  basterà  spostare  il  microfono  sull’asse  del  manico  in  prossimità  della  buca  per  ottenere  un  suono  più  corposo/offuscato  oppure  più  sgonfio/brillante.  Un  secondo  microfono  potrà  essere  applicato   al   manico   per   riprendere   anche   lo   strofinio   delle   dita   sulle   corde   caratteristico   di   questi   strumenti.    Per  quanto  riguarda  la  chitarra  elettrica  invece  verrà  microfonato  l’amplificatore  a  cui  sarà  connesso  la  chitarra  (visto  che,   come  abbiamo  già   visto,   la   chitarra  elettrica  è  uno   strumento  “muto”).   Sulla  microfonazione  dell’amplificatore  della   chitarra   ci   sarebbero   una   miriade   di   tecniche   ma   possiamo   riassumere   elencando   solo   le   più   comuni:   che  prevedono   l’utilizzo   di   un   microfono   direttamente   sull’altoparlante   dell’amplificatore   (in   asse   oppure   fuori   asse),  oppure  la  multimicrofonazione  che  prevede  più  microfoni  per  esaltare  le  caratteristiche  sonore  che  maggiormente  si  addicono  al  suono  desiderato.