Potenziale vettore - Giulio Raganelli...
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Per risolvere semplici problemi “basta” la legge di Ampere
In generale occorrerà seguire la stessa linea usata nel caso elettrostatico
Si era introdotto il potenziale elettrostatico, da cui, attraverso derivazioni, ricavare il campo elettrico
∇ ×B =
1ε0c
2
J
∇ ⋅B = 0
Dovremo partire dalle:
Da:
∇ ⋅B = 0
segue che:
B =∇ ×A
Potenziale vettore
Una delle equazioni servirà per introdurre la funzione potenziale e l’altra per valutare detta funzione una volta
dato il sistema di correnti
Se ad A aggiungiamo il gradiente di uno scalare il rotore non cambia
A1 =
A +∇Φ
∇ ×A =∇ ×A1
Quindi danno luogo allo stesso campo magnetico
Se hanno lo stesso rotore, non è detto che abbiano la stessa divergenza
∇ ⋅A1 =
∇ ⋅A +∇Φ( ) = ∇ ⋅
A +∇2Φ
Abbiamo quindi un numero enorme di possibili funzioni tra loro equivalenti
La scelta del potenziale non è unica
Come possiamo classificare le varie funzioni?
Utilizzeremo detta situazione per scegliere funzioni che semplifichino i calcoli
In genere, in magnetostatica questo significa scegliere funzioni tali che:
∇ ⋅A = 0
Scelta di calibro
Prima di tutto un esempio
Quale sarà il potenziale vettore che da luogo ad un campo magnetico uniforme?
Ovviamente il potenziale vettore non è univocamente determinato
B = B0
k
Le condizioni si A saranno:
Bx =∂∂yAz −
∂∂zAy = 0
By =∂∂zAx −
∂∂xAz = 0
Bz =∂∂xAy −
∂∂yAx = B0
Cerchiamo delle soluzioni semplici
Bx =∂∂yAz −
∂∂zAy = 0
By =∂∂zAx −
∂∂xAz = 0
se: Az =0 , Ax ed Ay non dipendono da z
Per semplificare al massimo si potrebbe prendere:
Ax =0
Ottenendo: Bz =∂∂xAy −
∂∂yAx = B0 =
∂∂xAy
E quindi: Ay = B0 x
Riassumendo, una possibile scelta è:
A = 0,B0 x,0( )
Se avessimo scelto: Ay =0
Avremmo ottenuto:
A = −B0 y,0,0( )
Bz =∂∂xAy −
∂∂yAx = B0 = −
∂∂yAx
Da cui:
Evidentemente una qualunque combinazione lineare, normalizzata ad 1, delle due soluzioni andrà ugualmente bene.
Quella più immediata è:
A =
B02⋅ −y, x,0( )
Come si vede si hanno infinite possibili scelte e tutte danno luogo allo stesso campo magnetico
Si vede inoltre che:
A = 0,B0 x,0( )
A =
B02⋅ −y, x,0( )
A = −B0 y,0,0( )
sono tutti a divergenza nulla
Disegniamo le linee di:
A =
B02⋅ −y, x,0( )
sono circonferenze parallele al piano xy
Lungo la circonferenza il modulo del potenziale è
costante
A =
B02⋅ y2 + x2( ) = B0
2r2 sin θ( )2
In generale varrà pure la:
A ⋅d
Γ∫
l =
∇ ×A( )
S∫ ⋅ n ds =
B
S∫ ⋅ n ds
quindi:
A ⋅d
Γ∫
l = ΦS
B( )
Conosciuto il potenziale vettore, tramite l’operazione “rotore” si determina il campo magnetico.
Come determinare il potenziale vettore?
∇ ×B =
1ε0c
2
JDalla:
c2∇ ×B = c2
∇ ×
∇ ×A( ) = 1
ε0
J
Avremo:
∇ ×
∇ ×A( ) = ∇ ∇ ⋅
A( ) − ∇2 Adato che:
c2∇∇ ⋅A( ) − ∇2 A( ) = 1
ε0
JSi perviene a:
Si vede subito il vantaggio di scegliere potenziali a divergenza nulla
In tal caso infatti:
c2∇2 A = −1ε0
J
Notiamo come questa equazione sia formalmente identica all’equazione di
Laplace trovata in elettrostatica∇2φ = −
1ε0
ρ
Ne consegue che pure le sue soluzioni saranno simili a quelle dell’equazione di Laplace
Se in elettrostatica: φ =14πε0
ρrV∫ dv
Avremo:
A =
14πε0c
2
JrV∫ dv
Esplicitando, componente per componente:
Ax =1
4πε0c2
JxrV
∫ dv Ay =1
4πε0c2
JyrV
∫ dv Az =1
4πε0c2
JzrV
∫ dv
L’analogia formale si può esprimere dicendo:
La componente ima del potenziale vettore è numericamente uguale al valore del
potenziale elettrostatico dovuto ad una densità di carica di valore pari a: ρ =
Jic2
Nel caso di conduttori percorsi da corrente:
J =
iSdldl
=idvdl
A =
14πε0c
2
JrV∫ dv =
14πε0c
2
i dl
dvrV∫ dv =
14πε0c
2
irΓ
∫ dl
Se avessimo tanti circuiti percorsi da corrente:
A =
14πε0c
2 ik1rkΓk
∫ dlk
k∑
Filo infinito percorso da corrente
scegliendo l’asse “z” in direzione della corrente:
A r( ) = (0,0,Az
r( ))
Siamo, formalmente, nella stessa situazione di quando si voleva valutare il potenziale di un filo
uniformemente carico
Azr( ) = 1
4πε0c2 i
dlr −l−∞
+∞
∫
per cui, da:
Φ r( ) = 12πε0
λ ln ∞( ) − ln d( ){ }→ −12πε0
λ ln d( )
distanza dal filo
Azr( ) = −
12πε0c
2 i ln d( ) = −1
2πε0c2 i ln x2 + y2( )
si ha:
Per il campo magnetico:
Azr( ) = 1
4πε0c2 i
dlr −l−∞
+∞
∫
Φ r( ) = 14πε0
λ dlr −l−∞
+∞
∫
Bx =dAzdy
= −i
2πε0c2
1x2 + y2
12 x2 + y2
2y = −i
2πε0c2
1x2 + y2
y = −i
2πε0c2
yd 2
By = −dAzdx
=i
2πε0c2
xd 2
Bz = 0
B =
12πε0c
2
id
come si era trovato
Un importante e semplice esempio
Dipolo magnetico
Il problema è quello di trovare il campo magnetico prodotto da un circuito a grande distanza da esso
Consideriamo una piccola spira rettangolare
A =
14πε0c
2
JrV∫ dv
Jz = 0 Az = 0
Ax =1
4πε0c2
JxrV
∫ dv
correnti dirette lungo “x” si hanno solo su due lati della spira
Axr( ) = 1
4πε0c2 i
dlr+Γ+
∫ −dlr−Γ−
∫⎡
⎣⎢⎢
⎤
⎦⎥⎥
Si tratta della stessa espressione che si trova nel caso di valutazione del potenziale elettrostatico dovuto a
due sbarrette cariche di segno opposto
Φ r( ) = 14πε0
ρ+S( ) dlr+Γ+
∫ −dlr−Γ−
∫⎡
⎣⎢⎢
⎤
⎦⎥⎥
che, a grande distanza, è approssimativamente dato da:
Φ r( ) = 14πε0
p ⋅ err2
con
p = − ρ+S( )ab j
Quindi:
Axr( ) = 1
4πε0c2 i
dlr+Γ+
∫ −dlr−Γ−
∫⎡
⎣⎢⎢
⎤
⎦⎥⎥
Φ r( ) = 14πε0
ρ+S( ) dlr+Γ+
∫ −dlr−Γ−
∫⎡
⎣⎢⎢
⎤
⎦⎥⎥
Φ r( ) = −14πε0
ρ+S( )ab j ⋅ err2
Axr( ) = −
14πε0
ic2abj ⋅ err2
Analogamente:
Ayr( ) = 1
4πε0
ic2abi ⋅ err2
Le linee di “A” sono circonferenze giacenti in piano paralleli al piano “xy” che è il piano della spira
Sostituzione fisica: µ = i abarea della spira
se diamo al momento dipolare carattere vettoriale:
momento dipolare magnetico
µ = i ab n
normale al piano della spira, valutata secondo la regola della mano destra
A =
14πε0c
2
µr3
−yi + xj( ) = 1
4πε0c2
µ × rr3
B =∇ ×APer il campo magnetico:
Bx =dAy
dz−dAzdy
=dAy
dz=
14πε0c
2 µddz
xr−3( )
Bx =1
4πε0c2 µ
ddz
xr−3( ) = 14πε0c
2 µx(−3)r−4 ddz
x2 + y2 + z2( )
Bx = −3 14πε0c
2 µxr−4 12r−12z = −
14πε0c
2 µ3xzr5
By =1
4πε0c2 µ3yzr5
Analogamente:
Bz =1
4πε0c2 µ3z2 − r2
r5
Nota: sono le stesse espressioni del campo elettrico di un dipolo elettrico
Unica differenza:
p⇒µc2
Una spira percorsa da corrente non solo genera un campo magnetico,ma
se posta in un campo magnetico esterno, è soggetta a forze ed a momenti di forza
da:
F = i d
l ×B
segue subito per il momento di forza:
τ =µ ×B
in perfetta analogia con il momento di forza agente su di un dipolo elettrico
Energia di un dipolo magnetico posto in un campo magnetico
Lavoro che occorre fare per portare la spira in posizione partendo da una situazione prefissata:
Posizione iniziale:
Spira all’infinito , ove il campo magnetico è nullo
Posizione finale:
Spira in un campo uniforme di valore B0, con la normale
formante un angolo θ con il campo magnetico
Supponiamo di procedere come segue:
1) mantenendo la spira all’infinito, orientiamola in modo che la sua normale sia parallela al campo esistente nella posizione
finale,e con due suoi lati nella direzione del punto finale
2) trasciniamola nella posizione finale
3) una volta in posizione, ruotiamola nel modo desiderato
Il lavoro totale sarà la somma dei lavori eseguiti nelle tre fasi
Nella prima non si compie lavoro
nella seconda compiremo lavoro, in quanto il campo non sarà nullo nella regione attraversata
Dato che lo spostamento avviene lungo l’asse della “x”
al lavoro contribuiranno solo le componenti “x” delle forze
Dette componenti si avranno solo sui tratti della spira diretti come “y”
Esse saranno legate solo alla componente “z” del campo locale
F = i d
l ×B
Fx = i a Bz
La forza da noi esercitata è uguale ed opposta, per cui:
dL = −i a Bz x( ) − Bz x − b( )( )dxL = −i a Bz x( ) − Bz x − b( )( )dx
−∞
x finale
∫
L = −i a Bz x( )dx−∞
x finale
∫ − Bz x − b( )dx−∞
x finale
∫⎡
⎣⎢⎢
⎤
⎦⎥⎥
L = −i a Bz x( )dx−∞
x finale
∫ − Bz x( )dx−∞
x finale −b
∫⎡
⎣⎢⎢
⎤
⎦⎥⎥= −i a Bz x( )dx
x finale −b
x finale
∫
L = −i abB0 = −µB0
Terza fase: orientazione nel campo
dL = −τ ⋅dθ
τ =µ ×Bove
L = −τ ⋅dθ
0
θ finale
∫ = −µ ×B ⋅dθ
0
θ finale
∫
L = µB0 sin θ( ) ⋅dθ0
θ finale
∫ = −µB0 cos θ finale( ) −1( ) = −µ ⋅B + µB0
Sommando quindi tutti i contributi: L = −
µ ⋅B
come nel caso del dipolo elettrico
Sembrerebbe quindi di poter concludere, in analogia con il caso elettrostatico:
U = −µ ⋅B
Questa conclusione è errata, e va capito il motivo!
Infatti:
Se quanto sopra è vero, come è possibile aver ottenuto un valore finito per il lavoro appena calcolato?
Una caratteristica della forza di Lorentz è quella di non compiere lavoro
La forza agente su di un filo uguaglia la somma delle forze di Lorentz agenti sui portatori interni al filo
L’errore commesso consiste nell’aver supposto costante il valore della corrente durante tutto il trasferimento della spira
La corrente non poteva restare invariata
A causa della velocità di rotazione, sui portatori posti nel tratto verticale agisce una forza
entrante, che tende quindi ad aumentare la velocità di deriva
A causa della velocità di rotazione, sui portatori posti nel tratto verticale agisce una forza
uscente, che tende quindi ad aumentare la velocità di deriva
Cosa accade?
La forza agente su ciascun portatore è: qv ×
B
Forza applicata dall’esterno: −qv ×
B
La potenza applicata sarà: W = −q v ⋅ v ×
B( )
Come si vede : W = −q v ⋅ v ×
B( ) = 0
Ora la velocità del portatore origina da due fatti: 1) la velocità di deriva lungo il filo2) il filo si muove
v = vd +vf
W = −q vd +
vf( ) ⋅ vd + vf( ) × B( ) = 0sviluppando:
W = −q vd ⋅
vf ×B( ) − q vf ⋅ vd × B( ) = 0
Cosa rappresenta il secondo termine, una volta sommato su tutte le particelle in moto?
q vf ⋅
vd ×B( )∑ = vf ⋅ qvd∑ ×
B( ) = vf ⋅ i dl × B( )
Esso è il termine usato nel calcolo
Il calcolo è errato in quanto è stato omesso il primo
Cosa rappresenta ? q vd ⋅
vf ×B( )
Esso è finito se la forza qvf ×
B
ha componente lungo il filo
Se questo accade essa farà variare la velocità di deriva e quindi la corrente
Agendo dall’esterno del filo, non avremmo mai modo di poterci opporre a tale forza, e quindi non potremmo mai
esercitare sui portatori di carica una forza uguale e contraria a quella di Lorentz
Per mantenere costante la corrente, è quindi necessario inserire nel circuito un apparato in grado di scambiare energia con i
portatori.
Esso dovrà estrarre energia quando questa tenda ad aumentare e fornirne qualora tenda a diminuire.
Un tale apparato prende il nome di “generatore di corrente”
La somma dei lavori fatti dal generatore e da chi sposta il circuito è nulla, non i lavori che separatamente i due soggetti
compiono
Lm = −
µ ⋅BLavoro meccanico
Lavoro generatore Lg = +
µ ⋅B
Dovremmo concludere che la variazione di energia del sistema è nulla?
No! in quanto vi è una ulteriore grandezza che abbiamo erroneamente supposto costante a prescindere da
opportuni interventi
Essa è il campo magnetico esterno
Il campo sarà infatti generato da circuiti elettrici.
I portatori di carica presenti in essi subiscono delle forze a causa dell’avvicinarsi della spira.
Un secondo generatore di corrente è quindi necessario per mantenere costante il campo
Avremo quindi:
U = Ltot = Lspira + Lg.B = Lm + Lg( ) + Lg.BSe, invece di spostare la spira verso il generatore di campo magnetico, avessimo spostato il generatore di campo verso
la spira avremmo avuto:
U = Ltot = Lspira + Lg.B = Lg + Lm + Lg.B( )Da cui si vede come Lg.B = −Lm
Si ricava quindi: U = Lm + Lg( ) + Lg.B = 0 + Lg.B = −Lm = +
µ ⋅B
Concludendo: U = +
µ ⋅B
Che significato dare a ?
rappresenta l’energia del sistema
−µ ⋅B
Rappresenta il solo lavoro meccanico
Rappresenta l’intera energia quando vi siano motivi fisici che impediscano ai momenti di dipolo magnetico di cambiare