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Digesto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il Digesto (in latino Digesta o Pandectae) è una compilazione in 50 libri di frammenti di opere di giuristi romani realizzata su incarico dell'imperatore Giustiniano I . Promulgato il 16 dicembre 533 con la costituzione imperiale bilingue Tanta o Δεδωκεν entrò in vigore il 30 dicembre 533 dello stesso anno. Il Digesto è una parte del Corpus iuris civilis , una raccolta di materiale normativo e giurisprudenziale. Le altre parti sono le Institutiones e il Codex . Una quarta parte, le Novellae Constitutiones , fu aggiunta successivamente. Il termine "Digesto" deriva dal verbo latino "digerere", che significa "disporre ordinatamente, razionalmente"; il termine equivalente con cui viene indicato il Digesto, "Pandette" ha invece etimologia greca, derivando da πανδεκτης, che significa "che riceve o comprende tutto", per indicare la completezza della compilazione. 1

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Il Digesto (in latino Digesta o Pandectae) è una compilazione in 50 libri di frammenti di opere di giuristi romani realizzata su incarico dell'imperatore Giustiniano I. Promulgato il 16 dicembre 533 con la costituzione imperiale bilingue Tanta o Δεδωκεν entrò in

vigore il 30 dicembre 533 dello stesso anno.

Il Digesto è una parte del Corpus iuris civilis, una raccolta di materiale normativo e giurisprudenziale.

Le altre parti sono le Institutiones e il Codex. Una quarta parte, le Novellae Constitutiones, fu aggiunta successivamente.

Il termine "Digesto" deriva dal verbo latino "digerere", che significa "disporre ordinatamente, razionalmente"; il termine equivalente con cui viene indicato il Digesto, "Pandette" ha invece etimologia greca, derivando da πανδεκτης, che significa "che riceve o comprende tutto", per indicare la completezza della compilazione.

Digestorum, seu Pandectarum libri quinquaginta. Lugduni apud Gulielmu[m] Rouillium, 1581. Biblioteca Comunale "Renato Fucini" di Empoli

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Il progetto [modifica]

La gestazione dell'opera ha

inizio il 15 dicembre 530, data in cui Giustiniano I di Bisanzio promulga la costituzione Deo auctore ("Con l'aiuto di Dio"), con la quale dà incarico a Triboniano, quaestor sacri palatii (ministro della giustizia), di raccogliere in un'unica opera i frutti della secolare produzione della giurisprudenza romana.[1]

Per compiere l'immane opera di selezionare il vastissimo materiale giurisprudenziale, Triboniano forma una commissione composta da un lato da docenti universitari, dall'altro da eminenti avvocati di Costantinopoli.

La commissione risulta così composta da:

Triboniano , che la presiede, Costantino , ministro del tesoro o comes sacrarum largitionum, i professori di Costantinopoli Teofilo e Cratino, i professori di Berytus (l'odierna Beirut) Doroteo e Anatolio , ed undici avvocati (Stefano, Mena, Prosdocio, Eutolmio, Timoteo, Leonide, Leonzio, Platone, Giacomo, Costantino,

Giovanni).

Giustiniano conferisce ai compilatori la facoltà di apportare le modifiche ai testi giuridici ritenute necessarie al fine

di eliminare le contraddizioni e

di adeguarli al diritto vigente (c.d. interpolazioni).

I Digesta vengono quindi promulgati da Giustiniano il 16 dicembre 533 con la costituzione bilingue latino-greca Constitutio Tanta o Δεδωκεν.

L'entrata in vigore viene fissata per il 30 dicembre del medesimo anno. Sono punite le opere di rielaborazione del testo di legge, tuttavia, sono ammesse le traduzioni letterali in lingua greca, visto il loro carattere innocuo. [1]

I compilatori è stato svolto a partire da 9142 frammenti di opere di giuristi, di cui 6137 sono appartenenti ai cinque autori riportati nella legge delle citazioni. I frammenti sarebbero tratti da quasi 2000 libri, citati dallo stesso Giustiniano I nella costituzione Omnem e nella costituzione

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Tanta, messi a disposizione dei commissari, l'Index Florentinus ne riporta solamente 1625, ma non è da escludere l'ipotesi che i compilatori si sarebbero avvalsi di altre opere che non hanno fornito excerpta. [2]

Il lavoro dei commissari si conclude dopo soli tre anni, un tempo sorprendentemente breve vista la mole di opere giuridiche che i compilatori utilizzarono per la composizione dell'opera.

La struttura dell'opera e suo utilizzo [modifica]

Il Digesto è composto da 50 libri.

Ciascun libro è diviso in titoli, ogni titolo ha una propria rubrica indicante l'argomento trattato.

All'interno dei titoli sono ordinati i frammenti delle opere della giurisprudenza romana.

I frammenti sono preceduti dalla inscriptio con il nome del giurista che ne è l'autore, l'opera e il numero del libro dal quale è tratto.[1]

I frammenti più lunghi sono stati divisi, dagli interpreti medioevali in principium e successivi paragrafi.

Unica eccezione è costituita dai libri 30, 31, 32 che non sono divisi in titoli ma ricompresi nell'unico titolo De legatis et fideicommissis.

Il giurista maggiormente citato è Ulpiano.

Questa opera veniva utilizzata sia per la pratica forense sia per la scuola, infatti era oggetto degli studi degli studenti di diritto dal 2º al 4º anno.

La suddivisione è tale:

I - IV -> Principi Generali V - XI -> Tutela della proprietà e dei diritti reali XII - XIX -> Obbligazioni e Contratti XX - XXVII -> Diritto di Famiglia XXVIII - XXXVI -> Successioni testamentarie XLIV -> Successioni del possesso e pretoria XLV - L -> Diritto Criminale

Note [modifica]

1. ^ a b c Danilo Dalla et Renzo Lambertini, Istituzioni di diritto romano, Torino, Giappichelli Editore, 1996, pag. 36.

2. ̂ Renzo Lambertini, "Introduzione allo studio esegetico del diritto romano", Clueb, 2011. ISBN 88-491-2643-3.

Bibliografia [modifica]

Danilo Dalla et Renzo Lambertini, Istituzioni di diritto romano, Torino, Giappichelli Editore, 1996. ISBN 88-348-6134-5.

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Renzo Lambertini, "Introduzione allo studio esegetico del diritto romano", Clueb, 2011. ISBN 88-491-2643-3.

Voci correlate [modifica]

Corpus iuris civilis Codex Institutiones Pandettistica Scire leges non est earum verba tenere, sed vim ac potestatem Diritto romano Scuola culta

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