I graffiti · esempi di graffiti ci sono giunti dall'antichità: ... nell'Agorà di Atene ......

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I graffiti Un graffito è un disegno o un'iscrizione grafica, prevalentemente eseguita attraverso incisione su pietra, metallo, intonaco e superfici simili.La parola graffito deriva del latino graphium, scalfittura, che trae la sua etimologia dal greco graphèin (γράφειν) che significa indifferentemente scrivere, disegnare o dipingere.

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I graffiti Un graffito è un disegno o un'iscrizione grafica, prevalentemente eseguita attraverso incisione su pietra, metallo, intonaco e superfici simili.La parola graffito deriva del latino graphium, scalfittura, che trae la sua etimologia dal greco graphèin (γράφειν) che significa indifferentemente scrivere, disegnare o dipingere.

GraffitiIl termine graffito si riferisce a tre cose: Graffiti,disegni,iscrizioni, incisi con appositi strumenti su pietra,metallo,intonaco e altre superfici simili.

Sin dall'antichità per fare i graffiti si usavano strumenti come scalpelli, chiodi, punteruoli o altri utensili . Molti esempi di graffiti rappresentano disegni astratti o simbolici che venivano utilizzati come comunicazione visiva prima dell'avvento della scrittura.

Graffiti sono già presenti nel paleolitico superiore, come nelle incisioni rupestri; sono numerose le testimonianze arrivate dall'antichità, dai fenici, all'impero romano mentre, nel periodo paleocristiano e nell'alto medioevo, i graffiti sono presenti anche nelle lapidi funerarie.

Graffiti nelle storia I graffiti rappresentano una grande importanza in archeologia: fanno parte delle testimonianze scritte, spesso ci rivelano aspetti inediti delle società. La tecnica del graffito è stata praticata fin dall'antichità tracciandone i contorni con uno strumento appuntito. L'esistenza di graffiti nel paleolitico è confermata da una scoperta avvenuta in Egitto. Alla stessa epoca appartengono i graffiti della Val Camonica, mentre i graffiti di Alta, nella contea di Finnmark, in Norvegia, sono databili tra il 4200 a.C. ed il 500 a.C. Numerosi esempi di graffiti ci sono giunti dall'antichità: nella Valle dei Re in Egitto, nell'Agorà di Atene o nei grandi caravanserragli del mondo arabo. Queste iscrizioni hanno un'importanza storica molto importante perché raffigurano dei mercanti Cari, mercanti egiziani. Delle rovine illustrano graffiti di dove e per quanto denaro si potevano trovare delle prostitute.

Lo sgraffitoLo sgraffito è una tecnica di decorazione che può essere muraria, (ottenuta applicando strati di intonaco con colori contrastanti su una superficie umida) e sulla ceramica (ottenuta applicando ad un oggetto di ceramica cruda due strati successivi di rivestimento a tinte differenti). In entrambi i casi, il lavoro viene completato graffiando il rivestimento esterno, in modo da portare alla vista quello sottostante, producendo così i contorni di un disegno. Sgraffito derivano dalla parola italiana graffiare, a sua volta proveniente dal greco γράφειν (gráphein) "scrivere". Un termine correlato è graffito.

Il graffito è una cultura, un modo di vivereLa cultura hip-hop si diffonde in Italia negli anni Ottanta,prima nel nord e poi nel centro. Un movimento studentesco "Pantera" trasporta il writing nei centriNei centri sociali. Si tende a privilegiare messaggi corti piuttosto a discorsi. Sono in Italiano quasi tutti i graffiti nei centri sociali. I graffiti a Londra si svilupparono subito sui muri. E quando bande come i sex pistola si esibivano nei locali usava graffiare i muri di questi locali. In Francia all'Università di saint Denis i graffiti sono diventati materia d'esame. Dortum è famosa perché nessun treno è rimasto senza graffiti. Ad Amsterdam Yaki Kornblit decise di organizzare un esibizione dal vivo di graffitisti. In Spagna invece i graffiti si svilupparono molto meno

Taki 183Un ragazzo a New York gira tutto lo stato per circa un anno lasciando, circa 300 mola firme con la scritta Taki 183. Pochi mesi dopo il New York Times pubblica un articolo intitolato "Chi è Taki? Lasciare la propria firma da allora divenne una moda. Il popolo dei Writers nasce così dalla periferia prevalentemente nera dei quartieri poveri. I "Tags" ovvero le firme si concentrano nelle metropolitane dov'è circola molta gente. Il graffito è legato alla povertà e alla metropoli, infatti quasi tutti gli artisti anonimi utilizzavano spazi pubblici e degradati per le loro opere. Dopo qualche anno si inizia a dipingere sui muri. Il disegno diventa più ricco di dettagli e complesso. Il graffito diventa un metodo di comunicazione per esprimere idee. I graffiti vengono interpretati dai "bianchi" come vandalismo. I colori utilizzati rappresentano i colori della vita: vivaci. I muri erano diventati come manifesti su cui si può trovare idee di ogni tipo. Il graffitismo si espanse in Europa grazie ai turisti. Il "padre"di questa arte è l'hip-hop che comprende rapper , dj, Writers e B-boy. Africa Bambata, Phase 2, Blade e Lee diventano importanti grazie a questi movimenti: rap,breaking, Writing e dj. Africa Bambata fonda a Newyork la "Zulù nation" il cui motto è "PEACE, UNITY, LOVE AND HAVE FUN".

Keith Haring Keith Haring simboleggia la parabola artistica e sociale del graffitismo anni Ottanta. Haring sintetizzava il suo modo di essere dicendo "un muro è fatto per essere disegnato, un sabato sera per far baldoria e la vita è fatta per essere celebrata". Protagonista di un modo di vita "esagerato", stroncato a 32 anni dall'Aids, questo giovane e gracile artista viveva in un universo visionario - naif e violento - fatto di ominidi in frenetico movimento, un bestiario fantastico, popolato di piramidi e dischi volanti. Il suo "radiant baby", un infante aureolato di raggi, abitava scene fantastiche con astronavi, strani strumenti offensivi e simboli arcaici, dalla piramide alla croce. La storia di Haring comincia nel 1958 a Kutztown, Pennsylvania. Nasce in una famiglia della middle class protestante e cresce con la televisione, i fumetti di Disney e i Peanuts di Shultz. A diciotto anni si trasferisce a Pittsburgh dove frequenta l'Ivy School of Art. Ma la scuola gli sta stretta e dopo sei mesi comincia a viaggiare seguendo il suo gruppo rock preferito, i Grateful Dead. Nell'autunno del '78 si trasferisce a New York, la sua terra promessa, e si iscrive alla School of Visual Art. Si appassiona agli scritti di Umberto Eco e Roland Barthes, segue corsi di semiotica, sperimenta la tecnica del videotape, si lancia alla scoperta della "libertà creativa e sessuale newyorkese". Partecipa alle collettive alla Times Square Show, quelle che lanceranno la generazione dell'East Village.. Per due volte, nel 1983 e nel 1989, è in trasferta in Italia: decora le pareti del negozio di Fiorucci a Milano, poi inventa un murale permanente sull'esterno della chiesa di Sant'Antonio a Pisa. "L'arte deve essere qualcosa che libera l'anima, che provoca l'immaginazione e incoraggia le persone ad andare lontano con la fantasia". Ora le sue opere sono in musei e collezioni particolari. In videocassette è conservata invece la sua arte "intrasportabile": i murales realizzati ai quattro angoli del mondo, le incursioni per le strade di New York e gli esperimenti di animazioni in cui coinvolgeva i bambini.

Illegalità dei GraffitiUn altro dei motivi per cui è nato il graffitismo è per sfidare la legalità. La maggior parte delle città deve fare i conti con le bande,teppisti e artisti. Alcune città hanno messo a disposizione vecchi muri per realizzare graffiti. Ma il problema rimane perché i graffiti vengono realizzati anche in spazi non appositi. Ogni anno vengono spesi molti soldi per ripulire strade e metro. Il pensiero degli italiani è diviso in 2:arte o crimini.

Nel '94 sono stati spesi 4 miliardi per ridipingere muri e metropolitane. Nell'estate del '95, invece, ad una decina di writers era stato assegnato il compito di dipingere 2 vagoni del treno. Qualche mese prima invece ad un museo di Milano erano stati esposti alcuni graffiti.

Graffiti futuristiciPassato il decennio dell'immagine, i discorsi iconici formulati con pennarello, spray, vernici istantanee, colori acrilici, aerografi, tornano ad essere un fenomeno mediatico, sociologico: non più arte. Perché lo sono stato, un fenomeno artistico, quei lampi multicromatici sul grigiore del cemento di periferia o sulle lamiere della metropolitana. La storia di vent'anni di clandestinità e illegalità, subisce una svolta a metà degli anni Ottanta, quando la "Graffiti Art" decolla sotto l'ala protettrice dell'onda hip-hop newyorkese. Giovani ribelli, i writers perseguitati vengono adottati dal grande business e entrano nel circuito di gallerie e musei. Keith Haring e Jean Michel Basquiat, due vite simbolo di quella cultura urbana alternativa immaginata nella Graffiti Art, ma anche nel rap e nella break dance (che poi sono l'altra faccia della stessa medaglia: il pop), diventano delle star. "Sarebbe stupido relegare l'arte nei musei" dice Haring nell'81. Ma già un anno dopo, l'enfant terrible americano espone alla Shafrazi Gallery e organizza assieme ai suoi amici Kenny Sharf, John Sex, Basquiat, ai Futura 2000 e LA 2, mostre nella discoteca Club 57, rassegne al Time Square, al New York Museum e al Ps One Museum. Nel '86 Haring inaugura il suo "New York Pop Shop", un negozio che vende graffiti stampati su orologi, magliette, poster, felpe e gadget d'ogni tipo. Le firme dei grafittisti, i "tags", rimbalzano dai muri di strada ai salotti. Lo spirito underground e trasgressivo scompare per lasciare spazio a mondanità e spettacolo. Haring organizza delle vere e proprie esibizioni, anche in Italia, in cui migliaia di seguaci assistono alla creazione dei suoi affreschi a ritmo di musica rap. Non c'è più bisogno di scappare. Al posto dell'illegalità, del Bronx, dei poliziotti, delle multe - della paura - c'è un universo accogliente, la Factory artistica di Andy Wharol, guru del pop e grande padrino dell'avanguardia artistica anni Ottanta. Le capitali sono invase da queste moderne opere d'arte estemporanee. Ma presto il processo di museificazione batte in velocità l'artista. Finendo per ammazzare l'opera. Nell'88 e nel '92 muoiono Basquiat e Haring. La parabola della sfida - alla città e alla comunicazione urbana - si conclude. Perché la stessa New York vitalisticamente trasgressiva, in un clima di liberazione sessuale e omosessuale, di affermazione della diversità entro i ritmi convulsi della musica, assume nei primi anni Novanta ben altri e agghiaccianti valori, di sconfitta, di morte. La sfida si conclude forse anche perché, esaurita la spinta di rottura illegale delle tradizionali forme visive, il graffitismo non si è perfezionato come fenomeno artistico ed è rimasto legato ad un effimero recupero dell'immagine. Abbandonate le luci della ribalta, l'"arte di frontiera" rapidamente svilita e mercificata dal mercato internazionale, torna ad essere "una rivolta contro il ghetto imposto dalla semiocrazia del potere urbano e televisivo", come scriveva il sociologo francese Jean Baudrillard ("I graffiti di New York, ovvero l'insurrezione attraverso i segni" 1974). Rimangono tracce sparse nella comunicazione pubblicitaria e musicale, rimangono la protesta, le grida di rabbia, le bande, il teppismo. E un linguaggio trasversale, che forse non era indelebile.

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