Extra vergine: “non basta la parola in etichetta. Più ... · prof. Maurizio Servili del...

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Extra vergine: “non basta la parola in etichetta. Più indicazioni su qualità” Mercoledì 26 Marzo 2014 16:11 Roma - Non basta dire extra vergine per dire qualità e benessere. “Un olio extravergine di oliva fa bene alla salute non perché è definito “extra” ma nella misura in cui è caratterizzato da un alto tenore in acido oleico e da un elevato contenuto in α -tocoferolo e biofenoli”. Lo afferma il prof. Maurizio Servili del dipartimento di Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti dell’Università degli Studi di Perugia e coordinatore del gruppo scientifico dell’alta qualità degli oli extra vergine di Unaprol al convegno la sicurezza alimentare nutre la salute , promosso dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori presso il Mipaaf . “Gli oli extravergini di oliva – dice Servili - non fanno bene alla salute di per sé come classe commerciale ma in funzione della loro composizione chimica ed in particolare del loro contenuto in sostanze fenoliche bioattive”. Le cifre, più che le parole, possono spiegare meglio il concetto. Il contenuto in acido oleico di un olio extravergine di oliva, a livello di piattaforma produttiva mondiale, può oscillare tra il 47% e l’82% della composizione acidica totale, la concentrazione in biofenoli può andare da 40 mg/Kg a più di 1000 mg/Kg mentre una variazione del tutto analoga si può riscontrare per l’α-tocoferolo con valori compresi tra 23mg/Kg e 750 mg/kg. Facendo riferimento a più di 500 campioni di oli certificati italiani di qualità si osserva come la maggior parte degli oli presentano valori di acido oleico maggiori del 70% con una mediana dei dati che si attesta al 75,6%, della composizione acidica totale, un contenuto in composti fenolici superiori a 300mg/Kg con una mediana collocata a 452 mg/Kg, mentre per l’α-tocoferolo il valore della mediana è collocato a 209 mg/Kg. L’indicazione in etichetta riporta, però, solo la definizione “olio extravergine di oliva” e che l’indicazione 100% Italiano relativa all’applicazione del reg. UE 182/2009 non fa riferimento alla reale qualità del prodotto ottenuto in Italia. “Questo - afferma Massimo Gargano - presidente di Unaprol - rappresenta un elemento di confusione per il consumatore che è vittima della nebulosa creata intorno al nome di olio extra vergine di oliva. 1 / 2

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Extra vergine: “non basta la parola in etichetta. Più indicazioni su qualità”Mercoledì 26 Marzo 2014 16:11

Roma - Non basta dire extra vergine per dire qualità e benessere. “Un olio extravergine di olivafa bene alla salute non perché è definito “extra” ma nella misura in cui è caratterizzato da unalto tenore in acido oleico e da un elevato contenuto in α -tocoferolo e biofenoli”. Lo afferma il prof. Maurizio Servili del dipartimento di Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti dell’Università degli Studi diPerugia e coordinatore del gruppo scientifico dell’alta qualità degli oli extra vergine di Unaprol al convegno la sicurezza alimentare nutre la salute, promosso dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori presso il Mipaaf. “Gli oli extravergini di oliva – dice Servili -  non fanno bene alla salute di per sé come classecommerciale ma in funzione della loro composizione chimica ed in particolare del loro contenutoin sostanze fenoliche bioattive”. Le cifre, più che le parole, possono spiegare meglio il concetto. Il contenuto in acido oleico di unolio extravergine di oliva, a livello di piattaforma produttiva mondiale, può oscillare tra il 47% el’82% della composizione acidica totale, la concentrazione in biofenoli può andare da 40 mg/Kga più di 1000 mg/Kg mentre una variazione del tutto analoga si può riscontrare per l’α-tocoferolocon valori compresi tra  23mg/Kg e 750 mg/kg.Facendo riferimento a più di 500 campioni di oli certificati italiani di qualità si osserva come lamaggior parte degli oli presentano valori di acido oleico maggiori del 70% con una mediana deidati che si attesta al 75,6%, della composizione acidica totale, un contenuto in composti fenolicisuperiori a 300mg/Kg con una mediana collocata a 452 mg/Kg, mentre per l’α-tocoferolo ilvalore della mediana è collocato a 209 mg/Kg.L’indicazione in etichetta riporta, però, solo la definizione “olio extravergine di oliva” e chel’indicazione 100% Italiano relativa all’applicazione del reg. UE 182/2009 non fa riferimento allareale qualità del prodotto ottenuto in Italia. “Questo - afferma Massimo Gargano - presidente diUnaprol -  rappresenta un elemento di confusione per il consumatore che è vittima dellanebulosa creata intorno al nome di olio extra vergine di oliva.

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Extra vergine: “non basta la parola in etichetta. Più indicazioni su qualità”Mercoledì 26 Marzo 2014 16:11

Quando le indicazioni salutistiche verranno riportate in etichetta potremo, forse, fare chiarezzasu ciò che significa la qualità reale di questo prodotto unico”. Al momento però nell’attesa che ciò accada andrebbe informato il consumatore sulla relazionetra composti fenolici bioattivi e nota di “piccante” e di “amaro” dell’olio. In altre parole le stessemolecole che hanno evidenziato impatti positivi sulla salute sono anche responsabili dellesuddette proprietà gustative. Il consumatore può quindi percepire la qualità dell’olio che va adacquistare anche semplicemente assaggiandolo è un elemento che non viene maisufficientemente puntualizzato ma che può rappresentare un fattore fondamentale per la sceltaal consumo. “Si deve quindi fare corretta comunicazione sulle proprietà salutistiche dell’olio extra vergineItaliano di alta qualità– ha poi concluso Gargano - in modo da rendere il consumatore consapevole delle propriescelte di acquisto ed orientarle verso oli extra vergine che possano unire il benessereall’emozione”.

 Roma, 26 marzo 2014

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