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110
Capitolo 3 Equazioni della Fluidodinamica Come già accennato precedentemente (cap. 2.7) le equazioni di conservazione o di bilancio possono essere espresse in forma differenziale od integrale. Si utilizza la forma differenziale quando siamo interessati a studiare i dettagli locali delle flusso e vogliamo conoscere i campi delle varie proprietà del flusso. Necessitiamo in tal caso di equazioni che relazionino le varie proprietà in un dato punto. Si utilizza la forma integrale quando siamo interessati a fenomeni fluidodinamici globali in un certo volume finito e non ai dettagli locali del flusso. Come vedremo successivamente lo studio di dettaglio, (quindi lo studio differenziale), e’ spesso reso necessario dalla contingenza che fenomeni locali , quali distacchi dalla vena fluida, instabilita’, transizione, possono determinare comportamenti completamente diversi a livello globale. Pertanto nel seguito tutte le equazioni saranno scritte sia in forma integrale che differenziale. 3.1 Equazione di conservazione della massa Il principio della conservazione della massa, nel caso di un fluido in moto, si esprime
dicendo che la massa di un sistema arbitrario in moto resta invariata nel tempo: dMd t
= 0 ,
In questo caso la variabile estensiva massa è definita come B dv Msv t
= =∫∫∫ ρ( )
, mentre la
corrispondente variabile intensiva è b=1 Si noti che la derivata è una derivata totale in una descrizione Lagrangiana. Tale derivata va riportata in descrizione Euleriana mediante il teorema di trasporto di Reynolds come visto al Cap.2. (eq. 2.18 o 2.12)
∫∫∫ ∫∫∫∫∫∫∫∫ ⋅∇+=⋅+=0 000 v vSv
s )dvub(ρdvtρbdSnubρdvbρ
ttDDB rrrr
∂∂
∂∂
(3.1)
111
3.1.1 Forma integrale Dal teorema di trasporto di Reynolds sostituendo a b => 1 si ha che : DMDt t
dv u n dSSv
= + ⋅ =∫∫∫∫∫∂∂
ρ ρ r r
00
0 (3.2)
che esprime la conservazione della massa in forma integrale. Cioé che la variazione nel tempo della massa nel volume di controllo eguaglia il flusso di massa attraverso la superficie di controllo. 3.1.2 Forma differenziale La forma differenziale si ottiene dalla (2.14) e dalla corrispondente (2.15) sostituendo a b => 1.
Discende da : ( )dMd t t
u dvv
= + ∇ ⋅⎡⎣⎢
⎤⎦⎥
=∫∫∫∂ρ∂
ρr r
0
0
data l’arbitrarietà del volume di controllo :
∂ρ∂
ρt
u+ ∇ ⋅ =r r( ) 0 (3.3)
che può essere anche scritta come:
oppure con la derivata sostanziale
0uρDtDρ
=⋅∇+ (3.4)
∂ρ∂
ρ ρt
u u+ ⋅ ∇ + ∇ ⋅ =( )r r r r 0
112
3.2 Equazione di bilancio della quantità di moto L’equazione di bilancio della q.d.m. per un fluido in moto, nella sua forma differenziale ed integrale, discende dalla legge di conservazione della quantità di moto per un sistema: variazione nel = somma delle + somma delle tempo della q.d.m forze di massa forze di superf. In questo caso quindi : ub rr
= e ∫∫∫=Sv
s dvuρB rr
sms FF
dtqd
dtBd rrrr
+== (3.5)
Si intende per forza di superficie l’integrale esteso alla superficie del sistema delle (2.28)
∫∫∫∫∫∫∫ ⋅∇=⋅=⋅=000 vsS
S dvTdSnTSdTFrrr
(3.6)
applicando il teorema della divergenza. Per forze di volume si ha: r r rF f dv g dvm
vv
= = ∫∫∫∫∫ ρ ρ00
(3.7)
se il peso è l’unica forza di volume. 3.2.1 Forma integrale. Applicando alla ( 3.5 ) il teorema di trasporto di Reynolds :
( )∫∫∫ ∫∫∫ ∫∫ +=⋅+
∂∂=
tv vsm
Ss 0 0
FF)dSnu(uρdvuρt
dvuρDtD rrrrrrr
che e’ l’equazione cercata in termini integrali . L’equazione può anche essere scritta come segue:
∫∫∫ ∫∫ ∫∫∫ ∫∫ ⋅+=⋅+∂∂
0 0 0 0v S v S
dSnTdvfρdS)nu(uρdvuρt
rrrrrr (3.8)
essendo:
σIpT +⋅−= con le seguenti ipotesi aggiuntive:
113
Forze gravitazionali nulle; Forze viscose nulle (σij=0);
Condizioni stazionarie 0dvuρt
0v
=⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜
⎝
⎛
∂∂
∫∫∫ r
possiamo riformulare l’equazione (3.8) nel seguente modo: ( ) dSnpdSnuuρ
00
SS
∫∫ ∫∫−=⋅ rrrr (3.8.b)
o in maniera analoga con l’equazione:
( )( ) 0=+⋅∫∫0S
dSnpnuuρ rrrr (3.8.c)
3.2.2 Forma differenziale.
Si ha : DDt
u dvD uDt
u u dv F Fm svv t
ρρ
ρrr
r r r r r= + ∇ ⋅⎧
⎨⎩
⎫⎬⎭
= + =∫∫∫∫∫∫ ( )( ) 0
Data l’arbitrarietà del volume di controllo v0 dovrà essere uguale a zero il nucleo dell’integrale.
ma : D uDt
u uDuDt
uDDt
uDuDt
ρρ ρ
ρρ ρ
rr r r
rr r r
r+ ∇ ⋅ = + + ∇ ⋅
⎡⎣⎢
⎤⎦⎥
=( ) (3.10)
il termine dentro la parentesi quadra è nullo per la conservazione della massa .
Quindi infine : ρ ρDuDt
f Tr r r
= + ∇ ⋅ (3.11)
Che scritta per componenti cartesiane risulta :
iki
kk T
xf
DtDu
∂∂ρρ += (3.12)
Le relazioni scritte per fluidi Newtoniani si ottengono ricordando le 2.38 :
∂
∂∂∂
λ∂
∂ε μ
∂∂
εx
TPx x xi
ikk k
iii
ik= − + + 2 (3.13)
= + ∇ ⋅∫∫∫∫∫∫ ρrf dv T dv
vv 00
)9.3(∫∫∫ =⋅∇−−⋅∇+0v
0dv]Tfρ)u(uρDt
uDρ[rrrrr
r
114
ma : ε∂∂
∂∂ik
i
k
k
i
ux
ux
= +⎛⎝⎜
⎞⎠⎟
12
; ⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛∂∂+
∂∂
∂∂=
∂∂
2i
k2
i
i
ki
ik
xu
xu
x21
xε (3.14)
combinando insieme la (3.12), (3.13), (3.14) si ottiene l’equazione di Navier-Stokes per fluidi Newtoniani.
(3.15) la (3.15) in forma vettoriale diventa :
ρ ρ μ λ μDuDt
f P u ur r r r r r r= − ∇ + + ∇ ∇ ⋅ + ∇( ) ( ) 2 (3.16)
Se λ e μ sono costanti il fluido si definisce Newtoniano.
Per i gas monoatomici ed anche per l’aria : λ μ= −23
cioè :
ρ ρμ
μDuDt
f P u ur r r r r r r= − ∇ + ∇ ∇⋅ + ∇
32( ) (3.17)
Per i liquidi ed i flussi non compressibili (gas con basse velocità,
r r∇ ⋅ =u 0 dalla conservazione della massa) :
ρ ρ μDuDt
g P ur
r r r= − ∇ + ∇2 (3.18)
3.3 Equazione del bilancio dell’energia L’equazione del bilancio di energia nella sua forma più semplice è conseguenza dell'applicazione del primo principio della termodinamica ad un sistema fluidodinamico in moto. Il primo principio della termodinamica per un sistema afferma : variazione nel tempo = aumento di energia per + aumento di en. di energia totale effetto del calore per effetto del lavoro Cioè dà l’equivalenza tra le variazione di energia, lavoro e il calore, ed esprime il principio che l'energia può cambiare forma ma non crearsi o distruggersi. In questo caso la proprietà estensiva è :
2
22
)(i
k
ik
k
kk
k
xu
xxu
xPf
DtDu
∂∂μ
∂∂∂μλ
∂∂ρρ +++−=
115
∫∫∫==(t)v
sS
s
dveρBE (3.19)
con e l’energia totale del sistema per unità di massa , cioè la corrispondente proprietà intensiva (b = e energia totale per unità di massa). La Es nel seguito rapperesenta la somma delle energie termiche e delle energie cinetiche (ma non l’energia potenziale chimica). Poiché consideriamo un fluido reale in moto, cioè conduttivo, viscoso, compressibile, il primo principio scritto per un sistema di tempo dà : DEDt
L QS = + (3.20)
dove : ES= energia totale termocinetica del sistema Q = calore ceduto dall’esterno nell’unità di tempo (potenza termica) L1= lavoro compiuto dall’esterno nell’unità di tempo (potenza meccanica) e la corrispondente proprietà intensiva vale:
e= U + 2iu
21 (3.21)
Con U= energia interna per unità di massa (proprietà intensiva) e 2iu
21 = energia cinetica
per unità di massa (proprietà intensiva). 3.3.1 Forma integrale Dal teorema del trasporto di Reynolds :
∫∫∫ ∫∫ ⋅+∂∂
=0 0v S
s dSnueρdveρtDt
DE rr (3.22)
Esprimiamo ora L in questa maniera :
Con Lm = lavoro delle forze di massa e LS = lavoro delle forze di superficie.
Essendo Tik tensore delle tensioni ed analogamente:
1 Spesso si assume positivo se compiuto dal sistema, nella presente trattazione si assume positivo se compiuto dall’esterno sul sistema.
L L Lm s= + ( . )3 2 3
)25.3(
)24.3(
∫∫∫∫
∫∫∫∫∫∫=⋅⋅=
=⋅=
00
00
Skiki
Ss
vii
vm
dSnTudS)nT(uL
dvufρdvufρL
rr
rr
116
)28.3(
)27.3(
)26.3(
∫∫∫∫
∫∫∫−=⋅−=
=
+=
00
0
Sii
Ss
vm
sm
dSnkdSnkQ
ρqdvQ
QQQ
rr
essendo q il calore prodotto per unità di massa ed il segno meno in QS rappresentando l’effetto della normale esterna. A questo punto si può scrivere :
( )
∫∫
∫∫∫ ∫∫∫ ∫∫ ∫∫∫∫∫
⋅−
−+⋅⋅+⋅=⋅+
0
0 0 0 00
)29.3(
s
v v s vs
dSnk
qdvdSnTudvufdSuneedvt
rr
rrrrrr ρρρρ∂∂
che è la forma integrale dell’equazione dell’energia. Come vedremo successivamente tale espressione può essere semplificata in modo da consentire delle forme integrabili. 3.3.2 Forma differenziale Come visto al (3.2) mediante il teorema della divergenza ed accorpando i termini si ha:
∫∫∫ ∫∫
∫∫∫ ∫∫∫ ∫∫−+
+⋅⋅+⋅=+=⋅∇+=
0 0
0 0 0
v s
v v S
s
dSnkqdvρ
dS)nT(udvufρQL)dvueρDt
eDρ(Dt
DE
rr
rrrrrr)30.3(
Applicando il teorema della divergenza al secondo ed al quarto termine si ha : DEDt
f u dv u T dv qdv k dvs
vvvv
= ⋅ + ∇ ⋅ ⋅ + − ∇ ⋅∫∫∫∫∫∫∫∫∫∫∫∫ ρ ρr r r r r r
( )0000
cioè :
D eDt
e u f u u T q k dvv
ρρ ρ ρ+ ∇ ⋅ − ⋅ − ∇ ⋅ ⋅ − + ∇ ⋅
⎧⎨⎩
⎫⎬⎭
=∫∫∫r r r r r r r
( ) 00
(3.31)
dato il volume di controllo arbitrario, devono essere nulli gli integrandi, inoltre per i primi due termini si ha per la conservazione della massa : D eDt
e u eDDt
DeDt
e uDeDt
ρρ
ρρ ρ ρ+ ∇ ⋅ = + + ∇ ⋅ =
r r r r (3.32)
quindi l’equazione cercata risulta essere la seguente :
117
ρ ρ ρDeDt
f u u T q k= ⋅ + ∇ ⋅ ⋅ + − ∇ ⋅r r r r r r
( ) (3.33)
Se consideriamo la forma differenziale, con il tensore scomposto in coordinate cartesiane, otteniamo:
ρ ρ∂
∂ρ
∂∂
DeDt
f ux
u T qkxi i
ik ik
i
i
= ⋅ + + −( ) (3.34)
con T Pik ik ik= − +δ σ
inoltre :
ux
T uPx
ux
ux
T Pux
ki
ik kk
kki
i
k
iki
i
iki ki
∂∂
∂∂
∂σ∂
∂∂
∂∂
ε σ
= − +
= − + (3.35)
Pertanto si ha :
ρ ρ ρ
ρ∂∂
∂∂
σ∂ σ∂
∂∂
ρ∂∂
DeDt
DUDt
DDt
u
f u Pux
ux
ux
uPx
qkx
k
i ii
i
k
iki k
ik
ik
k
i
i
= + =
= ⋅ − + ⋅ + − + −
2
2 (3.36)
Come vedremo nel seguito il termine ε σik ik 2 tiene conto delle trasformazioni di energia meccanica in termica (per effetto dell’attrito).
3.3.3 Equazione di Bernoulli per flussi stazionari compressibili. Una forma integrata dell’equazione dell’energia totale può essere ottenuta sotto le seguenti ipotesi:
2
kiikkii
k
xu
σεσ∂∂
=
∂∂
∂∂
∂∂x
u T Tx
u ux
Ti
k ik iki
k ki
ik( ) = +
118
1) fi = conservativa: Ii x/Gf ∂−∂= 2) forze viscose non compiono lavoro: ikik PT δ−= 3) assenza di produzione di calore: 0q = 4) assenza di conduzione di calore: 0k =
v
5) flusso stazionario Tale equazione viene indicata generalmente come una delle forme (forma debole) delle equazioni di Bernoulli.
Ricordando che : ikik PT δ−≅
=∂∂
−=−∂∂
=∂∂ P)(u
x))Pδ((u
x)T(u
x ii
ikki
kiki
ii
i
i
xPu
xuP
∂∂
∂∂
−−= (3.37)
Supponendo la fi conservativa si può introdurre il suo potenziale G
ii x
Gf∂∂
−= e si ha :
ii
i
ii
iii x
PuPxuu
xG
xeu
∂∂
∂∂
∂∂ρ
∂∂ρ −−−= (3.38)
dividendo per ρ si ha :
0xPu
xuP
xGu
xeu
i
i
i
i
ii
ii =+++
∂∂
ρ∂∂
ρ∂∂
∂∂ (3.39)
ma gli ultimi due termini danno:
ii x
/Pu∂
∂ ρ
infatti:
i
i
i
i
ii x
PuxPu
xPu
∂∂
−∂∂
=∂
∂ ρρρ
ρ2
/
ma dalla conservazione della massa si ha:
i
i
ii x
uPx
uP∂∂
=∂∂
−ρ
ρρ 2
Quindi si ottiene:
119
0PGex
ui
i =⎟⎠⎞⎜
⎝⎛ ++
∂∂
ρ (3.40)
dove H è l’energia totale:
Quindi :
0H)u( =∇⋅rr
(3.41) e :
tcosGPu21UH 2
i =+++=ρ
(3.42)
lungo una linea di corrente che ha per tangente ui. La quantità scalare H non si modifica (ovvero si conserva) lungo il moto, in quanto il vettore u e il gradiente di H devono essere ortogonali, pertanto il flusso è isoenergetico ma non omoenergetico. Si noti che:
entalpiahPvUPU ==+=+ρ
pertanto H è anche detta entalpia totale.
3.3.4 Conservazione dell’energia totale Abbiamo visto al paragrafo 3.3.3 una forma dell’equazione di Bernoulli sotto le condizioni
1) fi = conservativa 2) forze viscose non compiono lavoro 3) assenza di produzione di calore 4) assenza di conduzione di calore 5) flusso stazionario. Vediamo ora come la condizione (3.42) si può estendere a flussi non adiabatici e viscosi purchè tali effetti siano concentrati in una regione limitata di spessore δ e volume
uSδ ⋅ (discontinuità quali onde d’urto, che chiameremo adiabatiche, e strato limite). Questa è detta forma forte dell’equazione di Bernoulli. In tal caso manteniamo solo le condizioni 1,3 e 5 (non la 2 e la 4) e consideriamo la 3.42 in forma integrata su un volume di controllo v0.
H U uP
Gi= + + +⎛⎝⎜
⎞⎠⎟
12
2
ρ
120
( ) =⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛⋅∇−+⋅⋅∇++=⎟⎟
⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛++== ∫∫∫∫∫∫ ∫∫∫
00 0 vv vdvkqu
tP
tGdvGPe
DtDdv
DtDHA ρσ
∂∂
∂∂ρ
ρρρ B
per le condizioni 3 e 5 il termine B diventa
( )( ) ( )∫∫∫∫∫ ⋅−⋅=⋅∇−⋅⋅∇=0
0S
vdSnkσudvkσuB
per il teorema della divergenza, dove σ λε δ μεik jj ik ik= + 2 e k kTxi
i= −
∂∂
Pertanto se l’effetto è concentrato in uno strato di piccolo spessore δ che matematicamente non possiamo considerare una discontinuità, σik e ki sono nulli ovunque tranne che nel volume uSδ ⋅ che non fa parte di S0 (è interna) e quindi B = 0. Il termine A sarà, per la conservazione della massa,
( ) ( ) ∫∫∫∫∫∫∫∫ ∫∫∫ ⋅=⋅∇=∇⋅==000 0 Svv v
dSnHudvHuHdvudvDt
DHA ρρρρ
Per il teorema della divergenza ( ) ( ) ( ) ( )HuuHHuHu ∇⋅=⋅∇+∇⋅=⋅∇ ρρρρ Quindi 0
0
=⋅∫∫SdSnHuρ
Ma su Sn si ha 0=⋅ nu che sono linee di corrente (come un tubo di corrente) e quindi
∫∫∫∫ =21 S 222S 111 dSHuρdSHuρ
S u
S 1 v0
ONDA D'URTO
S 2
S n M>1
M>1
121
Allora se H1 è omogeneo in S1 il campo è omoenergetico tranne che nelle discontinuità (S1 è arbitraria). Pertanto il risultato è che l’energia totale si conserva in condizioni stazionarie anche attraverso gli urti e le discontinuità purchè ci si trovi in regioni dove l’effetto della viscosità e della conducibilità è trascurabile. La dimostrazione qui riportata non è rigorosa in quanto non considera il salto attraverso la discontinuità, ma tuttavia conduce ad un risultato generalmente valido. 3.3.5 Bilancio di energia meccanica L’equazione di bilancio dell’energia meccanica si ottiene moltiplichando l’equazione della conservazione della quantità di moto per ru :
ρ ρ∂∂
uDuDt
u f uTxk
kk k k
ik
i= + 3 (3.43)
3.3.6 Bilancio di energia termica Il bilancio di energia termica si ottiene sottraendo l’energia meccanica da quella totale. Essendo :
e =U+ 2ku
21
2
2ku
tDD
DtDU
tDeD ρρρ += (3.45)
Sottraendo la (3.44) dalla (3.36)
i
i
i
ikkki
i
k
i
iii
2k
xkq
xTu
xu
xuPuf
2u
DtD
DtUD
∂∂ρ
∂∂σ
∂∂
∂∂ρρρ −++⋅+−⋅=+
3 oppure :
ρ ρ∂∂
∂ σ∂
DDt
uf u u
Px
ux
kk k k
kk
ik
i
2
2= − + (3.44)
122
i
ikkkk
2k
xTuuf
2u
tDD
∂∂ρρ −−=−
3.3.6.1 L’equazione di bilancio dell’energia termica in termini di energia interna
ρ∂∂
∂∂
σ ρ∂∂
DUDt
Pux
ux
qkx
i
i
k
iki
i
i= − + ⋅ + − (3.46)
od anche : ρ∂∂
ρ∂∂
DUDt
ux
T qkx
i
kik
i
i= + −
in forma generale:
kqρφμuPkqρσ)u(uPDt
DUρ 2 rrrrrrrrrr⋅∇−++⋅∇−=⋅∇−+⋅∇+⋅∇−= (3.47)
Si noti che uP ⋅∇− è il lavoro reversibile compiuto dalla pressione.Definiamo 2μφ come la velocità di dissipazione dell’energia cineticae sua trasformazione irreversibile in energia interna:
ikikikikikiki
k2 σεσ)ε(Ωσxuμφ =+=
∂∂=
per effetto della (2.18) e in quanto Ωik è emisimmetrica e σ ik è simmetrica Ω ik ikσ = 0. Per la (2.39) σ λε δ μεik jj ik ik= + 2 e quindi:
)εμ2δε(λεφμ ikikjjik2 += (3.48)
3.3.6.2 L’equazione di bilancio dell’energia termica in termini di temperatura Ricordando le relazioni costitutive e le definizioni di calore specifico a volume costante:
dU = cv dT , v
v δTδQc ⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛= ; k k
Txi
i= −
∂∂
;
da cui la (3.49) diventa:
TkqρφμuPDtDTcρ 22
v ∇+++⋅∇−= rr (3.49)
3.3.6.3 L’equazione di bilancio dell’energia termica in termini di entalpia Se introduciamo l’entalpia:
123
h U P v= + (3.50) che è l’energia associata al moto molecolare intorno al baricentro della particella di fluido Si ottiene l’equazione dell’energia in termini di entalpia:
TkρqμφDtDP
DtDhρ 22 ∇+++= (3.51)
E dalla dh c dTDhDt
cDTDtp p= ⇒ =ρ ρ (3.52)
TkρqμφDtDP
DtDTρc 22
p ∇+++=
3.3.6.4 L’equazione di bilancio dell’energia termica in termini di entropia Adesso vediamo l’equazione dell’energia termica in termini di entropia (S). Ricordiamo la definizione di S ed il secondo principio della termodinamica
revTδQdS ⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛= (3.53)
δ
ρρ
Q dU Pdv
dU TdS Pdv TdSP
d
= +
= − = + 2 (3.54)
Sostituendo la (3.56) nella (3.49) si ottiene l’equazione di bilancio dell’energia termica in termini di entropia:
kqρφμuPDtDρ
ρP
DtDSρT 2 rrrr
⋅∇−++⋅∇−=+ (3.55)
ma P D
DtP u
ρρ
= − ∇ ⋅r r per la conservazione della massa; pertanto si semplifica con il
primo termine a destra
kqρμφtDSDρT 2 rr
⋅∇−+= (3.56)
3.3.6.5 Disequazione di Clausius-Duhén e produzione di entropia Si può dimostrare come il termine 2μφ è definito positivo, infatti dalla (3.48) e (2.47)
ikikjjiiikikjjik2 ε2μελε2μδλεεμφ εε +=+=
124
e ricordando che λ λ μ' = +23
=⎭⎬⎫
⎩⎨⎧ −+=+−= 2
jj2
ik2
jj'2
ik2
jj'2 ε
31ε2μελ2μμ)ε
32(λμφ ε (3.59)
= + −⎧⎨⎩
⎫⎬⎭
−⎧⎨⎩
⎫⎬⎭
= + −⎧⎨⎩
⎫⎬⎭
λ ε μ ε ε δ ε ε δ λ ε μ ε ε δ' 'jj ik jj ik ik jj ik jj ik jj ik
2 22
213
13
213
poichè 'λ e μ sono positivi e i due termini della (3.59) sono delle forme quadratiche 0φμ 2 ≥ valendo il segno uguale o per 'λ = μ = 0 (fluido ideale) o per fluidi reali se
ε ik = 0 (situazione fluidostatica).
Inoltre anche il termine − ∇ ⋅1T
kr r
contiene un elemento definito positivo:
− ∇ ⋅1T
kr r
=⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ +
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟k
TTx
kx T
Txi i i
1 12
∂∂
∂∂
∂∂ (3.58)
kT1
Tqρ
Tφμ
DtDSρ
2 rr⋅∇−+= = (3.59)
=1
213
2 2
T jj ik jj ik[ ( ) ]'λ ε μ ε ε δ+ − +⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ + +
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟k
TTx
qT
kx T
Txi i i
1 12
∂∂
ρ ∂∂
∂∂
Si noti che i primi due termini a destra definiti positivi tengono in conto dell’energia meccanica dissipata (produzione di calore irreversibile); il terzo termine definito positivo, tiene conto della degradazione dell’energia termica nel processo di diffusione del calore. Gli ultimi due termini avranno segni dipendenti dalle condizioni; tuttavia per condizioni adiabatiche nelle quali gli ultimi due termini sono nulli si ha la disuguaglianza di Clausius-Duhén (3.62). Infatti integrando su un volume di controllo avente frontiera adiabatiche la (3.61) si ottiene:
∫∫∫ ∫∫∫ ∫∫∫ =⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛∂∂
∂∂+
⎪⎭
⎪⎬⎫
⎪⎩
⎪⎨⎧
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛∂∂+=
0 0 0v v v ii
2
i
2
dvxT
T1
xkdv
xT
T1k
Tμφdv
DtDSρ
∫∫∫ ∫∫ ∂∂+
⎪⎭
⎪⎬⎫
⎪⎩
⎪⎨⎧
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛∂∂+=
0 0v Si
i
2
i
2
dSnxT
T1kdv
xT
T1k
Tμφ
ma l’ultimo termine nella precedente è uguale a zero perchè 0nT
0Si
=∂∂ per l’adiabaticità.
Pertanto, restano nell’integrale i due termini definiti positivi già visti.
ρDSDt
dvv0∫∫∫ = 0dv])
xT
T1(k
Tμφ[
v0
2
i
2
≥∂∂+∫∫∫ (3.60)
125
Il segno uguale vale solo per flussi non viscosi e non conduttivi, ciò corrisponde ad una trasformazione reversibile. Si noti che per moti stazionari di flussi non conduttivi e non viscosi ( k = = =μ λ' 0 ) : r ru S⋅ ∇ = 0 (3.61) si conserva cioè l’entropia lungo le linee di corrente. Pertanto un eventuale gradiente di entropia , se presente , deve essere normale alle linee di corrente per k, μ e λ’ trascurabili . Ciò è vero indipendentemente dalla storia subita dal fluido nel suo moto a monte. Pertanto il flusso può essere isoentropico ma il campo può non essere omoentropico.
r∇ ≠S 0 ; r
ru S⊥∇ ⇒ r
ru S⋅ ∇ = 0
Nelle condizioni isoentropiche valgono le (1.2) e successive:
Pt
Tt
TP
tρ ργ γ
γ
γ= = =− −cos ; cos ; cos1 1 (1.2)
che quindi possono sostituire l’equazione dell’energia (equazione differenziale) legando mediante un’equazione algebrica le proprietà termodinamiche. Nota: combinando la (3.53) e la (3.58) si ha:
DtDST
DtDP
DtDh +=
ρ1
126
3.4 Altre forme delle equazioni di Navier-Stokes 3.4.1 Accelerazione di Lagrange Cerchiamo un’altra forma della derivata sostanziale della velocità che viene detta accelerazione di Lagrange. Per la componente 1 possiamo scrivere:
2332
2k
1
1
1
3
3
13
1
2
2
12
1
kk
1
k
1k
11
ωuωu2
uxt
uxu
xuu
xu
xuu
xuu
tu
xuu
tu
DtDu
+−+=⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−+
+⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−++=+=
∂∂
∂∂
∂∂
∂∂
∂∂
∂∂
∂∂
∂∂
∂∂
∂∂
allora generalizzando : DuDt
ut x
uui i
i
ki= + + ×
∂∂
∂∂
ω2
2( )r r
ovvero : DuDt
ut
uuk
r r r r r= + ∇ + ×∂∂
ω2
2 (3.62)
3.4.2 Eq. di trasporto della vorticità per flussi incompressibili. 3.4.2.1 Partendo dalle equazioni di Navier-Stokes Avendo definito la vorticità ω, ( )uω rrr ×∇≡ l’equazione del trasporto della vorticità (o equazione di conservazione del momento della quantità di moto) può essere ottenuta da quelle delle quantità di moto (3.18) applicando il rotore. In notazione assoluta :
( ) ( )
( )uωρωμfρtDωDρ
uμPfρtDuDρ
uμPfρtDuDρ
2
2
2
rrrrrrr
rrrrrrr
rrrr
∇⋅+∇+×∇=
∇×∇+∇×∇−⋅×∇=⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛×∇
∇+∇−= )18.3(
Le forze di massa sono generalmente conservative :
r rf G= −∇
applicando il rotore :
127
Il trasporto della vorticità risulta:
( )ρ∂ ω∂
ω μ ω⋅ + ∇ × × = ∇( )r r r rt
u 2 (3.63)
Si noti che il termine ( ) ⎥⎦⎤
⎢⎣⎡ ∇⋅+
∂∂
= ωutDt
D rrrrr ωω è la derivata sostanziale della vorticità,
mentre il termine ( ) uω rrr∇⋅ tiene conto dell’allungamento ed accorciamento dei vortici
e dà un effetto analogo a quello del regolatore di Watt o di una ballerina che allarghi o stringa le braccia al corpo. Infatti :
il vortice si allunga, ω cresce. il vortice si accorcia , ω diminuisce.
Esempio di vortice che si allunga è il gorgo prodotto nel fondo di un lavandino in corrispondenza dello scarico. Inoltre nelle (3.66) non compare esplicitamente la pressione il che fisicamente corrisponde alla circostanza che il momento prodotto dalle pressioni è nullo. Formazione e distorsione dei vortici ad anello in un getto trasversale
ρ ρr r r r∇ × = ∇ × ∇ ≡f G 0
Corrente principale
Getto secondario trasversale
128
Visione di una sezione trasversale
3.4.2.2 Partendo dall’accelerazione di Lagrange Applicando il rotore all’accelerazione di Lagrange si ha:
( ) ( ) ( ) ( )r r r r r r r r r r r r r r r r r∇ × = + ∇ × ∇ + ⋅ ∇ − ⋅ ∇ + ∇ ⋅ − ∇ ⋅DuDt t
uu u u u
∂ ω∂
ω ω ω ω2
2
oppure : ( )r r r
r r r∇ × = + ∇ × ×DuDt t
u∂ ω∂
ω
Che dà luogo ad una formula compatta :
( )ρ∂ ω∂
ω μ ω⋅ + ∇ × × = ∇( )r r r rt
u 2 (3.63)
Od anche il trasporto della vorticità (flussi incompressibili) risulta :
( )ρω
μ ω ρ ωDDt
ur
r r r r= ∇ + ⋅ ∇2
Nel caso incompressibile la conservazione della massa si riduce a : r r∇ ⋅ =u 0 ; r
r ru = ∇ ×ψ
( )r r r r r r r r rω ψ ψ ψ= ∇ × = ∇ × ∇ × = −∇ + ∇ ∇ ⋅u 2 Il sistema si può scrivere come :
129
( ) ( )( )
( )
ρ∂ω∂
ψ ω μ ω ρ ω ψ
ψ ω ψ
rr r r r r r r r r
r r r r r
t+ ∇ × ⋅ ∇
⎧⎨⎩
⎫⎬⎭
= ∇ + ⋅ ∇ ∇ ×
∇ = − + ∇ ∇ ⋅
⎧
⎨
⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪
2
2
(3.64)
Sostituendo la seconda delle (3.66) nella prima si ottiene una eq. di IV ordine in rψ (potenziale vettore). 3.4.2.3 Trasporto di vorticità in 2D Nel caso bidimensionale ( )ω0,0,ω =r , ( )ψ0,0,ψ =r le eq. (3.66) si riducono quindi a :
ρω
μ ω
ψ ω
DDt
= ∇
∇ = −
⎧
⎨
⎪⎪
⎩
⎪⎪
2
2
(3.65)
Da completare con le condizioni al contorno, che devono dare fisicamente l’impermeabilità, il non scorrimento alle pareti o le condizioni di flusso assegnate. Il sistema è ancora del IV ordine, la ψ è detta funzione di corrente (ved. Cap.2).
Rilascio di un vortice al bordo di un corpo solido (Re≅1000).
130
3.4.3 Cenni alla soluzione numerica delle equazioni di Navier-Stokes in formulazione ψ, ω(2D)
Consideriamo il seguente problema fisico, che può rappresentare ad esempio una vasca di sedimentazione:
Il problema può essere considerato in 2D in quanto a ∼ b << c, incompressibile (acqua), e
quindi u x33
1 2 1 20 0 0 0= = = = = =, , , ∂
∂ω ω ψ ψ .
Ne discende il modello fisico
Y
X
Ψ1 = 0 m³/s
Ψ2 = u1*1*1m³/s
u
131
Lo schema a blocchi delle procedure di analisi di un problema fluidodinamico o genericamente fisico sono le seguenti:
Con CFD si indica la Computational Fluid Dynamics di cui viene dato un accenno nel seguito. Il modello matematico è rappresentato dalle equazioni 3.67 completate con le seguenti condizioni al contorno fisiche ( BC → Boundary Conditions).
xx
==
03
0 22 3
≤ ≤< <
⎧⎨⎩
yy
0v ,s/m 1u0u
===rr
yy
==
03
⎪⎩
⎪⎨
⎧= 0ur
⎩⎨⎧
==
0u0v
Problema fisico Sperimentazione sul campo
Modello fisico Sperimentazione di laboratorio
Modello matematico
Formulazioni asintotiche
Soluzioni analitiche
Modello numerico
Soluzione numerica
CFD
Impermeabilità parete Adesione alla parete
132
Le BC fisiche devono essere tradotte in BC matematiche che in ψ sono:
xx
==
03
0 20
0
2 32 2
0
13
≤ ≤=
=
⎧
⎨⎪
⎩⎪
< <= − = −
=
⎧
⎨⎪
⎩⎪
⎧
⎨
⎪⎪⎪⎪
⎩
⎪⎪⎪⎪
yx
yy y u y m s
x
ψ∂ψ∂
ψ∂ψ∂
( ) ( ) ( ) /
Si noti che le BC su ψ sono 2 per ogni lato in quanto le 3.67 costituiscono un sistema di 2 equazioni differenziali del II ordine equivalente ad una equazione del IV ordine. 1
1Nota: Un esempio monodimensionale può essere l’equazione della linea elastica di una trave (dove ψ=spostamento verticale, e ω=curvatura)
ddx
4
4 0ψ
=
che può essere scritta come
ddxddx
2
2
2
2
0ω
ψω
=
= −
⎧
⎨⎪⎪
⎩⎪⎪
quindi analogamente l’equazione in ψ può essere sostituita nell’equazione in ω. Le BC matematiche nelle 3.67 (equazione in ψ e ω di trasporto della vorticità) sono la definizione stessa di vorticità
xxyy
vx
uy
====
⎫
⎬⎪⎪
⎭⎪⎪
= −
0303
ω∂∂
∂∂
da calcolare sulla base del campo interno. Si provi a risolvere analiticamente l’equazione
ddx
4
4 0ψ
=
ψ∂ψ∂
=
=
⎧
⎨⎪
⎩⎪
0
0y
y = 0
ψ ψ∂ψ∂
= =
=
⎧
⎨⎪
⎩⎪
231
0
m s
y
/y = 3
133
con le condizioni al contorno seguenti:
x ddx
==
=
⎧⎨⎪
⎩⎪0
0 0
0 0
ψψ( )
( ) e ad x d
dx=
=
=
⎧⎨⎪
⎩⎪1
1 1
1 0
ψψ( )
( )
che corrisponde alla equazione della linea elastica della trave (ψ(x) = spostamento verticale) in forma adimensionale.
0x
=∂ψ∂
=ψ
0 1
Spostamento ψ
0x
1
=∂ψ∂
=ψTrave deformata
Se consideriamo una trave incastrata agli estremi, scarica, alla quale è applicato lo spostamento verticale unitario ad x = 1, con rotazione nulla.
SOLUZIONE
∂ ψ∂∂ ψ∂∂ ψ∂∂ψ∂
ψ
4
4
3
3
2
2
2
3 2
0
12
16
12
x
xa
xax b
xax bx c
x ax bx cx d
=
=
= +
= + +
= + + +( )
Calcolando le costanti con le condizioni al contorno si ottiene:
ψ ( )x x x= − +2 33 2
Lo stesso problema può essere risolto mediante il sistema di 2 equazioni del II° ordine con opportune condizioni al contorno; infatti, le condizioni al contorno del problema originario sono tutte sull’equazione in ψ (4), mentre non sono presenti condizioni al contorno sull’equazione in ω. Le condizioni al contorno sull’equazione in ω possono essere valutate attraverso la definizione di ω sul contorno:
ωψ
ωψ
( ) ( )
( ) ( )
oddx
ddx
= =
= = −
⎧
⎨⎪⎪
⎩⎪⎪
2
2
2
2
0 6
1 1 6
Le 2 equazioni del sistema possono in tal modo essere risolte separatamente.
134
Il sistema di equazioni di Navier-Stokes 3.67 analogamente potrà essere completato con condizioni al contorno per l’equazione del trasporto della vorticità date dalla definizione di vorticità sul contorno l (con l l’ascissa curvilinea) cioè
ωψ ψ
( ) ( ) ( )lddx
lddy
l= − −2
2
2
2
Le condizioni al contorno per l’equazione in ψ sono quelle definite sopra. Vediamo ora il modello numerico:
Discretizzazione dominio di integrazione
Nel modello discusso ci accontentiamo di conoscere il valore nei nodi del reticolo i,j (con i = 1,m e j=1,n). Utilizziamo una tecnica alle Differenze Finite (FD). Discretizzazione delle equazioni differenziali Le derivate si ottengono da uno sviluppo in serie di Taylor. Consideriamo una generica quantità ψ (x,y), che discretizzata sarà ψij nel generico nodo i,j ed otteniamo i due sviluppi in serie
ψ ψ∂ψ∂
∂ ψ∂
∂ ψ∂i j i j
i j i j i jx
xx
xx
xo x+ = + + + +1
2
2
2 3
3
34
2 6, ., , ,
( )ΔΔ Δ
Δ
Modello numerico
Discretizzazione dominio di integrazione
Discretizzazione equazione di governo del campo fluidodinamico
i,j+1
i,j-1
i,j i-1,j i+1,j
1 2 x , i
m
y , j
2 1
i,j Celle di calcolo in numero di (m-1)(n-1)
n
135
ψ ψ∂ψ∂
∂ ψ∂
∂ ψ∂i j i j
i j i j i jx
xx
xx
xo x− = − + − +1
2
2
2 3
3
34
2 6, ., , ,
( )ΔΔ Δ
Δ
sommando si ha:
ψ ψ ψ∂ ψ∂i j i j i j
i jx
x o x+ −+ = + +1 1
2
22 42, . ,
,
( )Δ Δ
sottraendo si ha2:
ψ ψ∂ψ∂i j i j
i jxx o x+ −− = +1 1
32, .,
( )Δ Δ
Pertanto dalla prima dividendo per Δx2 ed isolando le∂ ψ∂
2
2x si ottiene la derivata del II°
ordine: ∂ ψ∂
ψ ψ ψ2
21 1
22
2x x
o xi j
i j i j i j
,
, , , ( )=− +
++ −
ΔΔ
dalla seconda dividendo per 2Δx, si ottiene la derivata del I° ordine:
∂ψ∂
ψ ψx x
o xi j
i j i j
,
, , ( )=−
++ −1 1 2
2ΔΔ
Analogamente si ricavano le derivate ∂ ψ∂
2
2ye
∂ψ∂y
Questo schema alle FD si dice centrato al II ordine in quanto si trascurano i termini o(Δx2). In analogia si possono ottenere anche derivate in avanti o indietro utilizzando i punti i,j ; i+1,j ; i+2,j . Ad esempio, dal primo sviluppo in serie si ricava automaticamente la
∂ψ∂
ψ ψ x x
o xi j i j=−
++1, , ( )Δ
Δ
che è una espressione accurata al primo ordine. Consideriamo ora la seconda delle 3.67. Le equazioni alle FD si ottengono come segue: ∇ = −2ψ ω
2 Nota: x x xi j i j+ − =1, , Δ
x x xi j i j− − = −1, , Δ
136
∇ = + ≅− +
+− +
= −+ − + −2
2
2
2
21 1
21 1
2
2 2ψ
∂ ψ∂
∂ ψ∂
ψ ψ ψ ψ ψ ψω
x y x yi j i j i j i j i j i j
i j, , , , , ,
,
Δ Δ
Si hanno: m×n nodi, (m-1)(n-1) celle (m-2)(n-2) nodi interni mn-2(n+m)+4 equazioni algebriche date dal campo interno 2m+2n-4 equazioni date dalle condizioni al contorno Si ottengono pertanto mn equazioni algebriche in mn incognite costituite da ψ nei punti interni e di contorno
Pertanto le m×n incognite possono essere numerate con un indice k=1,2,…, m×n e quindi ψij → ψk Si ottiene un sistema di equazioni algebriche del tipo: [ ]A Tlk k lψ = che è un sistema di equazioni algebriche con Alk matrice dei coefficienti, ψk vettore delle incognite, Tl vettore dei termini noti. Il sistema può essere quindi risolto invertendo la matrice Alk:
[ ] A T-1
ψ k lk l= La struttura matematica di Alk è molto semplice (tridiagonale) e pertanto vi sono solutori molto efficienti (vettoriali e paralleli). Un sistema di equazioni algebriche analogo, si ottiene dalla prima equazione delle 3.67. In questo caso, poichè l’equazione differenziale di partenza è non lineare per la presenza del termine ( )r r ru ⋅∇ ω , ne consegue che il sistema di equazioni alle differenze finite è non lineare e quindi andrà risolto in modo iterativo o linearizzando le equazioni intorno ad una soluzione nota. Una volta risolti i due sistemi di equazioni algebriche accoppiate in ψij e ωij, si ottengono i valori in tutti i punti del campo e, ove necessario, anche sul contorno, ed il problema risulta risolto.
1 2
m+1 2m
m(n-1)+1 m n
137
Soluzione indicativa in funzione di Re – linee di corrente
u
Re < 10
Re > 100
138
3.5 Varie forme dell’equazione di Bernoulli 3.5.1 Equazione di Bernoulli per flussi incompressibili e rotazionali. Si consideri l’equazione della quantità di moto di Navier-Stokes :
ρ ρ λ μ μ ρ λ μDuDt
f P u u f P Fr r r r r r r r r
= − ∇ + + ∇ ∇ ⋅ + ∇ = − ∇ + ( ) ( ) ( , )2
gli ultimi due termini (viscosi) li poniamo come una F(λ,μ) e rappresentano forze non conservative, mentre la f è conservativa r rf G= −∇
essendo G il potenziale gravitazionale. Le forze di pressione sono conservative in quanto, per
la costanza di ρ , ⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛∇=
∇ρP
ρP . Si sostituisca
DuDt
r espressa secondo Lagrange :
DuDt
ut
uu
r rr r= + ∇ + ×
∂∂
ω
2
2
ρ∂∂
ω ρ λ μ ut
uu G P F+ ∇ + ×
⎧⎨⎩
⎫⎬⎭
= − ∇ − ∇ +r r r r r r2
2( , ) (3.68)
Per flussi incompressibili : r r r∇ + +
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ = − × − +
uG
Pu
ut
F2
2 ρω
∂∂
μ λρ
( , )
Se si trascurano gli effetti delle viscosità F(μ,λ)=0, e il flusso è stazionario:
Pertanto la quantità :
ρPGuH m ++=
2
2
(3.69)
si conserva sia lungo le linee tangenti ad rω sia lungo le linee tangenti ad ru nel caso rotazionale per flussi stazionari , incompressibili con effetti della viscosità trascurabili. Cioè Hm si conserva sia lungo le linee di corrente sia lungo le linee di vorticità e quindi anche lungo il moto , infatti la formula è un caso particolare del teorema generale di Bernoulli (per U=cost e per fluidi incompressibili ), visto al § 3.3.3.
uPGu rrr×−=⎟⎟
⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛++∇ ω
ρ2
2
139
Esempio di un’applicazione reale del Teorema di Bernoulli: l’acqua si solleva dalla superficie per effetto della depressione prodotta dai getti dei propulsori.
3.5.2 Bernoulli per flussi barotropici-stazionari Si dice barotropico un flusso per cui ρ=ρ(P) cioè la densità non dipende dalla temperatura. Questa ipotesi è accettabile per bassi valori subsonici (con piccole variazioni di temperatura).
In tal caso le forze di pressione sono ancora conservative : 1ρ ρr r∇ = ∇∫P
dPP( )
(3.70)
Infatti se definiamo : F PdP
P( )
( )= ∫ ρ
(3.71)
⇒ = =∂∂
∂∂ ρ
∂∂
FS
dFdP
PS
PS
1
Dove la formula è la proiezione del gradiente sull’ascissa curvilinea S.
140
Con questa ipotesi risulta : r r r∇ + +
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ = − ×∫
uG
dPu
2
2 ρω (3.72)
E vale ancora quanto detto al paragrafo precedente equazione (3.69). 3.5.3 Bernoulli per flussi potenziali-non stazionari Come già accennato se rω = 0 in tutto il campo : r
ru = ∇ϕ
dove ϕ è il potenziale scalare nel sistema di riferimento corpo (SRC). In tale caso : r r r∇ + + +
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ = − × + =∫
∂ϕ∂ ρ
ωλ μρ t
uG
dPu
F2
20
( , ) dove gli ultimi due termini sono nulli per
le condizioni di irrotazionalità e di effetto della viscosità trascurabile. Questo porta alla :
∂ϕ∂
ϕ ϕρ t
GdP
c t+∇ ⋅∇
+ + =∫r r
2( ) (3.73)
dove c(t) è una costante nello spazio e funzione solo del tempo , cioè ad un dato istante assume lo stesso valore in tutto il campo . Questo vale nel sistema di riferimento corpo (SRC): se ad esempio il profilo oscilla nel sistema di riferimento associato al profilo l’aria distante oscilla ed il profilo sta fermo, quindi la c(t) tiene conto di questo effetto.
141
3.6 Teorema di Crocco Consideriamo il I ed il II principio della termodinamica per un sistema termodinamico. δQ dU Pdv= + ; h=U+Pv dh=dU+Pdv+vdP ; δQ=dh-vdP ; dh = δQ
ma : δ
δQT
dS Q TdS= ⇒ =
quindi :
ρdPTdSdh +=
Per un fluido in moto stazionario , considerando S ed h come variabili intensive (cioè entropia ed entalpia per unità di massa) e trascurando gli effetti delle viscosità ed a combustione assente, i differenziali totali d possono essere sostituiti dai gradienti; infatti :
xdhdxxhdh i
i
⋅∇=⋅∂∂
=
e si ottiene l’equazione di Gibbs nella rappresentazione entalpica:
T S h P P h T Sr r r r r r∇ = ∇ − ∇ ⇒ ∇ = ∇ − ∇
1 1ρ ρ
(3.74)
che consta di una parte conservativa con potenziale entalpia specifica h ed una non conservativa (è conservativo solo per flussi isotermi ( )TSST ∇=∇ ) che introdotta nella (3.68) dà : r r r r∇ + +
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ = − × + ∇h
uG u T S
2
2ω (3.75)
che proiettato sulle linee di corrente diventa : ∂∂s
hu
G+ +⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ =
2
20 ;
si definisce :
′ = + + =H hu
G t2
2cos (3.76)
Se le linee di corrente si estendono fino all’infinito dove il flusso è uniforme , ′ =H tcos in tutto il campo (vedi sez. 3.3.4).
142
ϖ
u
Urto curvo cilindro
S∇ 0H0S
=∇=∇
S∇
S∇
ω
u
2
1
xu
∂∂
3
2
1
Essendo ∇ ′ =H 0 il teorema di Crocco afferma che : − × + ∇ =r r r
ω u T S 0 (3.77) che stabilisce per un flusso stazionario che l’entropia è costante in tutto il campo solo se rω = 0 o rω è parallelo ad ru . Se il flusso è rotazionale il
r∇S è normale ad rω e ru . Inoltre
se il campo è omoenergetico, ma non omoentropico, sarà presente una vorticità ϖ (vedi figure). Esempio: onde d’urto Esempio: Strato Limite
Infatti 2
2
12⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛∂∂
∝xuμμφ cioè al quadrato delle pendenze che sono massime sulla parete.
143
l
Γ
Γ
dl
3.7 Teoremi sui vortici Chiamiamo regione vorticosa il campo di flusso nel quale sia diversa da zero la vorticità : r r rω = ∇ × u . In tale regione le particelle sono animate da una velocità angolare :
rr
ςω
=2
In analogia alle linee di corrente (che hanno per tangente in ogni punto il vettore velocità) possiamo definire le linee vorticose come quelle che hanno per tangente in ogni punto il vettore vorticità . Chiamiamo quindi vortice o tubo vorticoso lo spazio delimitato dalle linee vorticose passanti per una linea materiale chiusa ; se la dimensione della linea è infinitesima il vortice si definisce filetto vorticoso .
Si definisce intensità di un vortice di data sezione S il flusso di rω attraverso di essa :
∫∫ ∫∫∫ ⋅=⋅×∇=⋅=S CS
ldudSnudSnωrrrrr
Γ (3.78)
che per domini semplicemente connessi è quindi uguale alla circolazione di ru per il teorema di Stokes . Nel caso di filetto vorticoso la Γ può assumere un significato vettoriale in quanto sarà allineata in ogni punto della linea con la tangente alla linea stessa.
s dl
ϖ
ϖ
Tubo vorticoso o vortice
u
u
u
u
ϖ
ϖ
ϖ
C
S
dl
144
3.7.1 Teorema di Kelvin-Thompson “La circolazione lungo un circuito chiuso , costituito sempre dalle stesse particelle è invariabile nel tempo se: il fluido è a viscosità trascurabile , le forze di massa sono conservative e il flusso è barotropico ”.
Per ∫ ⋅= ldurr
Γ , si ha1 :
∫∫ ∫ ⋅+⋅=⋅=Dt
lDduldDt
uDlduDtD
DtD
rrrrrrΓ
(3.79)
Come dimostrato in nota i nuclei di integrazione dei due integrali possono essere messi in forma di gradiente, quindi2:
0ldHtDΓD
c
=⋅∇= ∫rr ~
1 Essendo d
dtab a
ddt
b bddt
a( ) = + 2 Il primo membro della (3.79) pertanto può essere scritto, tenendo conto delle (3.16) :
( ) ( )DuDt
f Pu
ur r rr r r
r= −
∇+
+∇ ∇ ⋅ +
∇ρρ ρ
μ λρ
μρ
2
gli ultimi due termini a secondo membro sono nulli a causa dell’effetto della viscosità trascurabile; inoltre per conservatività e barotropicità possiamo scrivere: r rf G= −∇ ; −
∇= −∇∫
rrP dP
ρ ρ
quindi : DuDt
dPG
r r= −∇ +
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟∫ ρ
(3.80)
Il secondo membro della (3.79) :
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛ −′′=
→ ΔtABBAlim
DtlDd
0tΔ
r
′ ′ = − +A B dl u t u tA B
r r r Δ Δ
( )udldlluudl
luuuu
ΔtldΔtuΔtuld
limDt
lDdA
A
AABAB
0tΔ∇⋅=
∂∂
=−∂∂
+=−=⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛ −−+=
→
rrr
rrrrr
quindi : rr
rr r r
uDdlDt
uul
dlu
dl⋅ = = ∇ ⋅∫∫ ∫∂∂
2
2
0ldHldρPdG
2uld
2u
ρdPG
tDΓD
cc
2
c
2
=⋅∇=⋅⎭⎬⎫
⎩⎨⎧
−−∇=⋅⎭⎬⎫
⎩⎨⎧
∇+∇−∇−=⇒ ∫∫ ∫∫ ∫rrrrrrrr ~
l A
B
A’
B’
dl
uBΔt
uAΔt
145
0(B)H(A)HBAsema(B)H(A)HtDΓD
=−⇒≡−= ~~~~
Infatti la circuitazione di un gradiente è uguale a zero in quanto la H se ammette un gradiente ha il significato di una funzione potenziale che è quindi funzione di punto.
Cioè : DDt
Γ= 0 (3.81)
Ciò indica che la circolazione si conserva nel moto per flussi incompressibili (o barotropici) a viscosità trascurabile . Conseguenza di ciò è che se rω = 0 all’infinito a monte anche Γ=0 all’infinito a monte (per t=0). Per la (3.81) sia Γ che ω si mantengono nulli per qualunque tempo t >0. Quindi rω = 0 in tutti i punti a valle tranne :
i flussi per i quali r rf G≠ −∇ (forze di massa non conservative, convezione naturale,
flussi termotropici) per μ e λ elevati (onde d’urto, strati limite, scie laminari o turbolente ), ρ=ρ(P,T) flussi altamente compressibili, in domini molteplicemente connessi (per i quali non vale il teorema di Stokes).
3.7.2 Primo teorema di Helmholtz sui vortici
“L’intensità di un vortice (tubo vorticoso) è invariabile lungo di esso”. Si noti che : 0dVωdSnω
VAtot
=⋅∇=⋅ ∫∫∫∫∫ rrrr (3.82)
In quanto : r r r∇ ⋅ ∇ × =u 0
Pertanto :
r r r r r rω ω ω1 11
2 22
0⋅ + ⋅ + ⋅ =∫∫ ∫∫∫∫n dS n dS n dSA
l lAlA
Ma : r rω l lAl
n dS⋅ =∫∫ 0 per definizione di tubo vorticoso ( r rω l ln⊥ )
A
B
2n
1n A1
ϖ
ϖ
Δl
n
A2
146
Allora :
r r r r
r r r r r r
ω ω
ω ω ω
1 1 2 221
1 1 1 2 22
2 22
2
0
1
⋅ + ⋅ =
⇒ = ⋅ = − ⋅ = ⋅ − =
∫∫∫∫
∫∫ ∫∫ ∫∫
n dS n dS
n dS n dS n dSAA
A A A
Γ Γ( ) (3.83)
Questo teorema ha notevoli conseguenze pratiche in fluidodinamica applicata e problemi d’ingegneria meccanica, aeronautica o di geofisica. Consegue infatti che un vortice non può avere inizio o fine nel fluido , può quindi : - iniziare o terminare ai confini del fluido (ad esempio contro una parete o sulle
superficie libere come avviene ad esempio per i cicloni tropicali che iniziano al suolo, e terminano al limite della troposfera, altri esempi sono i vortici a valle di ostacoli quali traverse e pilastri di ponti).
- essere infinito (ad esempio i vortici rilasciati dalle ali degli aeroplani teoricamente si prolungano da un aeroporto all’altro)
- essere chiuso su se stesso a forma di toro (vortice ad anello ad esempio si pensi agli anelli di fumo3).
3 E’ importante osservare che i vortici o strutture vorticose sono sempre presenti nel campo fluidodinamico, ma sovente non vengono percepiti o perchè le velocità da loro indotte sono piccole o perchè non contengono un tracciante che li visualizzi come avviene invece nell’anello di fumo (dove c’è lo scalare passivo fumo o nei cicloni dove sono presenti quali traccianti naturali acqua ed altri componenti solidi trasportati).
147
Vista laterale e vista dall’alto dei vortici di coda dal bordo di un’ala rettangolare. L’ala ha un profilo NACA 0012 e un aspect ratio di 4. A questo numero di Reynolds (Re=10000) la scia è laminare.
Sezione di una scia vorticosa dietro un’ala rettangolare. Il numero di Reynolds basato sulla corda è di Re=100000.
148
3.7.3 Secondo teorema di Helmholtz sui vortici “Le particelle di fluido che ad un dato istante appartengono ad un vortice restano sempre all’interno dello stesso”.
Prendiamo un circuito materiale l sulla superficie di un tubo vorticoso, per il teorema di Lord
Kelvin : DDt
Γ= 0
ma la definizione di Γ dà: Γ = ⋅ = ⋅∫∫∫ rr r ru dl n dA
All
ω per il teorema di Stokes.
Γ = ⋅ =∫∫ r rω n dAAl
0 in quanto sulla superficie del tubo v rω ⊥ n .
Quindi : Γ = =cos t 0 sulla Al Se una particella vorticosa uscisse attraverso Al ,ciò sarebbe contrario a quanto scritto perché
nel momento dell’attraversamento si avrebbe DDt
Γ≠ 0 in quanto la particella uscente
sarebbe dotata di vorticità diversa da zero che trasporterebbe con sè. Inoltre una particella vorticosa si avvicinerebbe ad Al con velocità r ru up l≠ , ma quando si trova esattamente sulla Al la r ru up l= per definizione di circuito materiale e di superficie vorticosa. Quindi il tubo vorticoso si deforma con la velocità delle particelle, che pertanto non possono uscire. Si noti che la velocità della superficie vorticosa in generale ha direzione diversa da ϖ. Non è detto che r rω ⊥ u in quanto la ru può esser dovuta anche a flussi potenziali cioè : r r r r ru u u uvor Pot= + = + ∇v φ ma: r r r r r r rω φ= ∇ × + ∇ × ∇ ∇ ×uv v= u
Pertanto rω e ru possono essere anche allineati in rari casi quali ad esempio in mulinello di scarico di una vasca rω è verticale e ru sull’asse anche, mentre fuori dell’asse il moto del fluido sarà a spirale.
An
n
l
149
3.7.4 Terzo teorema di Helmholtz sui vortici “L’intensità di un vortice è invariabile nel tempo”.
Poiché l’intensità di un vortice coincide con la circolazione lungo un circuito che lo abbracci. Presi diversi circuiti Γi , si avrà: Γ Γ Γ1 2= = =..... i
per le (3.83) e DD t
iΓ= 0
per le (3.81), il che’ dimostra il teorema.
1Γ
2Γ iΓ
150
3.8 Equazioni di governo della termofluidodinamica in forma adimensionale Riassumiamo le equazioni che governano il flusso di un fluido Newtoniano (liquido o gas monoatomico a bassa densità) viscoso e in assenza di reazioni chimiche:
C.d.M : DDt
uρ
ρ+ ∇ ⋅ =r r 0 (3.4 – 3.84)
C.Q.d.M. :
( )ρ ρμ
μDuDt
g P u ur
r r r r r r= − ∇ + ∇ ∇ ⋅ + ∇3
2 (3.17-3.85)
Bil.En. termica :
TkqDtDP
DtDTc p
22 ∇+⋅++=⋅ ρμφρ (3.54-3.86)
dove il termine q⋅ρ è trascurabile. Eq.Stato :
P RT= ρ (3.87)
Il sistema costituisce un insieme di sei equazioni scalari nelle sei incognite ( u u u P T1 2 3, , , , ,ρ ). Le equazioni di governo sono differenziali (compaiono le derivate), non lineari (per i prodotti tipo ( ) ( )r r r r r
u u u T⋅∇ ⋅∇ o ), alle derivate parziali, dipendenti da un certo numero di parametri (esempio μ, k, g, cp, etc.). Le variabili indipendenti sono 3 spaziali x1, x2, x3 e una temporale t. Vediamo qual’è l’importanza della trasformazione delle formule in forma adimensionale mediante il teorema di Buckingham: - semplificazione matematica delle equazioni , studio di forme asintotiche delle
equazioni. - corretta similitudine sperimentale, cioè la conduzione di esperimenti per diverse
condizioni fisiche su modelli in scala ridotta a parità dei numeri caratteristici. - accuratezza delle soluzioni numeriche, in quanto una scelta opportuna dei valori di
riferimento garantisce che le incognite del problema risultino dell’ordine dell’unità. - indipendenza delle unità di misura
Dal teorema di Buckingham abbiamo le seguenti quantità fisiche :
x ti , variabili indipendenti. u P Ti , , ,ρ variabili dipendenti. μ, , , ,k c g Rp parametri.
151
Nel caso di flussi caldi (termofluidodinamica) ci dobbiamo aspettare 11-4=7 gruppi adimensionali indipendenti (essendo quattro le quantità fisiche fondamentali: lunghezza, massa, tempo e temperatura). Definiamo le seguenti grandezze adimensionali con ‘*’ , essendo segnate con ‘0 ‘ i valori di riferimento .
TTT
TTTTT
Lxx
ttt
uuu
PPP
r
r
r
o
ii
ii
o
Δ−
=−−
=
=
=
=
=
=
0
0
0
0
*
*
*
*
*
*
ρρρ
se Tr=0, si ottiene TTT
* =0
3.8.1 Conservazione della massa Vediamo cosa succede nella equazione della conservazione della massa :
( )∂ρ∂
ρt
u+ ∇ ⋅ =r r 0
( )ρ ∂ρ∂
ρρ0
0
0 0
0t tu
Lu
**
* *+ ∇ ⋅r
Dividendo per ρ0 0
0
uL
otteniamo :
( )Lt u t
u0
0 00
∂ρ∂
ρ**
* * *+ ∇ ⋅ =r r
quindi :
( ) 0** ** *1
=∇+ utSt
rrρ
∂∂ρ
(3.88)
Dove il numero di Strouhal è definito nella tabella alle pagine seguenti. Può essere conveniente sostituire le equazioni di stato nella conservazione della massa per valutare l’influenza di T e P sulle variazioni di volume ( )r r∇ ⋅u , utilizzando le considerazioni fatte nel (1.3.2)
152
Nel caso di un fluido qualunque ρ=ρ(T,P) DDt T
DTDt P
DPDt
ρ ∂ρ∂
∂ρ∂
=⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ +
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ (3.89)
dove : ∂ρ∂
βρT
= − (3.90)
∂ρ∂
αρP
= (3.91)
con α e β coeff. di comprimibilità e di espansione termica rispettivamente.
⇒ = − +DDt
DTDt
DPDt
ρβρ αρ (3.92)
quindi la (3.84) può essere riscritta :
0=⋅∇+∇⋅++∇⋅−− uPutPTu
tT rrrrrr ραρ
∂∂αρβρ
∂∂βρ (3.93)
dividendo tutti i membri per ρ ed introducendo le variabili adimensionali:
+∇⋅++∇⋅Δ
−Δ
− *********
0
00
0
0
0
0*
0
PuL
PutP
tPTu
LTu
tT
tT rrrr α
∂∂αβ
∂∂β
0**
0
0 =⋅∇+ uLu rr
(3.94)
adimensionalizzando, cioè dividendo tutti i termini per uL
0
0 :
− − ∇ + +β∂∂
β α∂∂
Δ ΔTL
t uTt
T u T PL
t uPt
0
0 00
0
0 0
**
* * ***
r
+ ⋅∇ +∇ ⋅ =α P u P u0 0r r r r* * * * * (3.95) che diventa :
153
1
0 0StT
Tt
PPt
T u T P u P− +⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥ − ⋅∇ + ⋅∇ +β
∂∂
α∂∂
β αΔ Δ**
**
* * * * * *r r r r
+ ∇ ⋅ =r r* *u 0 (3.96)
Per i gas perfetti :
β =1
0T (3.97)
αγ
ρ=
02c
(3.98)
( )
( )
⇒ −⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ +
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟
⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥ + − ⋅∇
⎡
⎣⎢ +
+ ⋅∇⎤
⎦⎥ + ∇ ⋅ =
1
0
0
2
0
2
StT
TTt
MaRu
Pt
TT
u T
MaRu
u P u
Δ Δ∂∂
γ∂∂
γ
** *
* * *
* * * * *
r r
r r r r (3.99)
Si osservi che i numeri introdotti nella equazione sono :
St=u tL0 0
0=
tempo del fenomenotempo del campo
= Strouhal (3.100)
Ma2=2
2
20
suonodelvelocitàcampodelvelocità
cu
⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡= = Mach2 (3.101)
Ru=ρuP
02
0=
pressione dinamicapressione di riferimento
= Ruark (3.102)
Δ TT0
= salto di temperatura
temperatura di riferimento (3.103)
γ =CC
p
v=
calore specifico a pressione costante calore specifico a volume costante
(3.104)
Ritornando all’equazione della conservazione della massa : se βΔt << 1 possiamo trascurare r
ru T⋅ ∇
se αP0 1<< possiamo trascurare rr
u P⋅ ∇
se αPSt
0 1≈ non possiamo trascurare gli effetti di compressibilità in fenomeni non
stazionari ( )αP St0 1 1<< <<, : è il caso ad esempio del colpo d’ariete nei liquidi. Analogamente per gas perfetti
154
se ΔTT0
1<< possiamo trascurare rr
u T⋅ ∇
se γ ⋅
<<MaRu
2
1 possiamo trascurare rr
u P⋅ ∇
se γ ⋅
≈Ma
St Ru
2
1
non possiamo trascurare gli effetti di compressibilità in fenomeni non
stazionari. 3.8.2 Conservazione della quantità di moto Vediamo adesso come si adimensionalizza l’equazione della quantità di moto :
( )1 1 1
1 13
2
Stut
u uRu
PFr
gg
u u
ρ∂∂
ρ ρ***
* * * * * * *
Re* *
Re*( * *)
rr r r r r
r r r r r
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ + ⋅∇ = − ∇ + +
+ ∇ + ∇ ∇ ⋅ (3.105)
3.8.3 Bilancio dell’energia termica Adesso vediamo come si adimensionalizza il bilancio dell’energia termica : 1
1 2
StTt
u TEc
St RuPt
EcRu
u P
EcT
ρ∂∂
ρ∂∂
φ
***
*( * *) ***
( * *) *
Re*
Re Pr* *
+ ⋅∇ =⋅
+ ⋅∇ +
+ +⋅
∇
r r r r
(3.106)
3.8.5 Equazioni di stato per gas perfetti P = ρ R T
Prendendo Tr=0 TTT
* =0
P0P = ρ0 ρ* R T0 T*
P TRTP
TRTu
uP
Tcu
uP
* * *( ) * *( ) * *= = = ⇒ρρ
ργ ρ
γρ
ργ
0 0
0
0
02
0 02
0
2
02
0 02
0
1
P TRuMa
* * *= ργ 2 (3.107)
Pertanto non risulta essere un altro gruppo indipendente in quanto è uguale a quello che compare nell’equazione di conservazione della massa.
155
3.8.5 Riassunto numeri caratteristici per un gas perfetto Nelle equazioni (3.88), (3.105), (3.106) e (3.107) compaiono, come atteso, 7 gruppi adimensionali, che sono:
1) fluido tempo
fenomeno tempoLut
St0
00 == (3.100)
2) Maelastiche forze
inerziad' forzecu
2
202 == (3.101)
3) Ru = pressione di forzeinerzia di forze
Puρ
0
200 = (3.102)
4) Fr = massa di forze
inerzia forzegLu
0
20 = (3.108)
5) Re = viscose forzeinerzia forze
μLρu 000 = (3.109)
6) Pr = termica diff.
cinematica àdiffusivitkμc p = (3.110)
7) γ =cc
p
v (3.104)
Gli altri gruppi adimensionali possono essere ricavati come combinazioni dei 7 gruppi indipendenti ora visti. Ad esempio:
Ec=termica energia
(cinetica) meccanica energiaTc
u
0p
20 = =
= = = − = −γ
γγ
γu R
c RTR
cuc
cc c
c c Ma Map p
p
p vp v
02
0
02
22 21( ) ( ) (3.111)
Inoltre, introduco 2 nuovi gruppi adimensionali che utilizzeremo successivamente:
Gr =viscose forze
ento galleggiam di forzeμ
LΔTβg2
300
20 =
⋅⋅ρ⋅⋅ (3.112)
156
Nu =conduzione per scambiatocalore
scambiatototale calorekλL0 =− (3.113)
Si noti che nella (3.96) compaiono altri due gruppi βΔT e αP0 in quanto abbiamo introdotto le sensibilità che sono parametri dimensionali indipendenti. Analogamente, nella (3.99) compare il gruppo ΔT/T0
3.8.6 Soluzioni asintotiche Possiamo a questo punto definire le formulazioni asintotiche e da queste trovare le corrispondenti soluzioni asintotiche.
Flussi stazionari:
1
1St
<< , ( )St → ∞ tutti i termini di derivate temporali possono essere trascurati.
Questo numero (St) è importante se si trattano campi fluidodinamici non-stazionari (ad esempio elicotteri in volo di avanzamento, vele o profili alari in presenza di vento con raffiche).
Flussi barotropici:
β ΔT << 1 o per gas perfetti ΔTT0
1<< , conseguentemente : ρ=ρ(P) , le variazioni di
temperatura sono in K. Si verifica nei flussi compressibili subsonici.
Flussi termotropici
αP0 1<< conseguentemente : ρ ρ= ( )T ; nel caso di gas perfetti : γ ⋅
<<MaRu
2
1 cioè
la velocità del flusso è piccola rispetto alla velocità del suono. Si verifica nella convezione naturale
Flussi incompressibili β ΔT << 1 , α P u0 1 0<< ⇒ ∇ ⋅ =
r r Si verifica per la totalità dei flussi di liquidi (acqua) e per la maggior parte dei flussi di gas (aria)
Flussi con forze di massa trascurabili
1
1Fr
<< , Fr → ∞
corrisponde alle situazioni in cui non conta il galleggiamento (ad esempio, nell’idrodinamica navale il Fr è importante)
157
Flussi Euleriani
1Re1
<< , ∞→Re il fenomeno è governato dalle forze di inerzia e di pressione.
Questa situazione è estremamente importante in meccanica ed aeronautica in quanto in tali processi i Re sono estremamente grandi (ordine 105÷107) e quindi tendenti ad ∞. In tali casi, i termini diffusivi (viscosi) possono essere eliminati dalle (3.85).
Flussi Stokesiani
0Re 1,Re1
→>> , con termini convettivi nulli, il fenomeno è governato dalle forze
viscose e di pressione (importante in problemi di sedimentazione di solidi piccoli in aria o acqua, moti in capillari)
Flussi a convezione naturale Tali flussi fanno parte della categoria dei flussi termotropici con ulteriori ipotesi dovute a Boussinesq : a) Flusso incompressibile e campo delle velocità solenoidale (
r r∇ ⋅ =u 0 ). b) Si considera la densità costante in tutti i termini delle equazioni tranne che nelle forze di massa. c) Si sviluppa la densità in serie di Taylor :
( ) ( ) ( )ρ ρ ρ∂ρ∂
ρ ρ β= ≈ + − ≈ − −∞ ∞TT
T T T T0 0 0 (3.114)
Sostituendo nella equazione della quantità di moto :
ρ ρ βρ μDuDt
P P g T T g ur r r r r= −∇ − ∇ ′ + − − + ∇∞
~ ( )0 02 (3.115)
Essendo P P P= + ′~ con ′P la pressione idrostatica ; tale equazione si può adimensionalizzare :
DuDt
PGr
Tgg
ur r r
r**
* ~ *Re
*Re
* *= −∇ − + ∇221
(3.116)
Per l’energia : DTDt
T** Re Pr
*=⋅
∇1 2 * (3.117)
Per la conservazione della massa :
158
r r∇ ⋅ =* *u 0 (3.118) Si noti che compare il Gr definito nella (3.112). 3.8.7 Importanza dei numeri caratteristici nelle leggi di similitudine E’ ovvia l’impossibilita di soddisfare le leggi di similitudine, con una soluzione numerica e soprattutto con un’analisi sperimentale su modelli in scala, per tutti e 7 i numeri adimensionali visti al (3.8.5). Pertanto è importante definire i gruppi maggiormente significativi in relazione allo studio del particolare problema fluidodinamico.
Numero di Mach Ma<0.3 la dipendenza dal numero è trascurabile (idrodinamica e aerodinamica di veicoli, palettature di turbine idrauliche, eliche navali, ventilatori). 0,3<Ma<0,7/0,8 cioè fino ai limiti del regime transonico, la dipendenza da Ma non è trascurabile (gallerie ad alte velocità subsoniche, aerei civili, palette di turbomacchine, generatori eolici, ecc..). E’ possibile utilizzare gallerie a basse velocità considerando la teoria linearizzata dell’equazione del potenziale ( non esposta nel presente corso). 0,7/0,8<Ma<1,4 in regime transonico, la dipendenza dal Ma è importante (gallerie ad alte velocità transoniche, velivoli civili e militari, palette di turbine a gas, ugelli di bruciatori industriali, ecc..).
Frange d’interferenza, che in condizioni transoniche possono essere confuse con le isobare, per un flusso transonico (Mach=0.8) intorno ad un profilo di spessore 16.3%. Si noti la pressione elevata al punto di ristagno anteriore, le zone di depressione in corrispondenza del massimo spessore precedute da una linea sonica e seguite da un’onda d’urto (infittimento delle isobare).
159
1.2<Ma<4 flusso supersonico (gallerie supersoniche, velivoli militari, razzi, missili, proiettili, ugelli di propulsori di veivoli supersonici e non, ecc..).
Proiettile lanciato a velocità supersonica (Ma=1.7)
160
Ma>4 flusso ipersonico. L’aria dissocia, si formano gas ionizzati con reazioni chimiche (problemi di rientro di navicelle spaziali, gallerie a plasma, propulsori per voli spaziali).
Shadograph di una sfera a Ma=4.01 in volo libero attraverso l’aria atmosferica.
161
Shadograph di una sfera a Ma=7.6 in volo libero attraverso l’aria atmosferica.
162
Numero di Reynolds A Re alti se lo strato limite (strato viscoso vicino alla parete del corpo) è noto ed il suo stato è stabile, l’influenza del numero è ridotta e può essere facilmente valutata. Tuttavia in molti esperimenti di carattere fluidodinamico ed aerodinamico il Re si trova in prossimità del suo valore critico per la stabilità dello strato limite ; in particolare le posizioni del punto separazione e di transizione del flusso da laminare a turbolento è fortemente influenzato dal Re come attestato dal CD per le sfere, il cilindro, il disco ecc..
Grafico CD sfera
Grafico CD sfera e disco
CD
163
FLUSSI A Re BASSI (Re<103)
Cilindro circolare immerso in un flusso stazionario uniforme ad un Re<1 (Re=0.16)
Cilindro circolare immerso in un flusso stazionario uniforme ad un Re=37.7
164
Cilindro circolare immerso in un flusso stazionario uniforme ad un Re=73.6
Cilindro circolare immerso in un flusso stazionario uniforme ad un Re=133
165
Vortici di Von Karman e linee di fumo nella scia di un cilindro rispettivamente per Re=32, 55, 65, 161 (da Homann, 1936)
166
Linee di corrente all’interno di una cavità di altezza h e lunghezza b (b/h=2). Il numero di Reynolds basato sull’altezza della cavità è Re=0.01 .
Flusso separato in un diffusore che mostra uno strato limite turbolento attaccato alla parte superiore della parete ma staccato lungo la parete inferiore.
167
FLUSSI A Re ELEVATI (103<Re<106)
Flusso attaccato
Flusso staccato (stallo)
168
FLUSSI A Re MOLTO ALTI (Re>106) NACA0012 da ABBOT
Sezi
one
di u
n pr
ofilo
ala
re N
AC
A 0
012
169
FLUSSI A Re MOLTO ALTI (Re>106) NACA2412 da ABBOT
Sezi
one
di u
n pr
ofilo
ala
re N
AC
A 2
412
170
Distacco da una parete (ad esempio potrebbe essere la parete di un diffusore mal progettato) per numeri di Reynolds alti: il Re, che in questo caso è basato sulla distanza dal bordo d’attacco (non mostrato in figura), è di circa 20000.
Flussi intorno ad un profilo in prossimità del bordo d’attacco (Profilo alare NACA 0012, Re=98000, angolo d’incidenza 10°, corda=100mm).
171
Validazione sperimentale di codici Navier-Stokes per profili alari NACA 0012
172
Confronto tra strato limite laminare a bassi di Re e turbolento ad alti Re
Strato limite laminare che subisce una separazione dal bordo di una superficie convessa
Strato limite turbolento che rimane attaccato
173
Numero di Strouhal – flussi non stazionari
Flusso a valle di specchietti retrovisori
174
Prove aeroacustiche per flussi non stazionarie su rotori di elicotteri (Numero di Strouhal)
Modellino di elicottero
Modellino di elicottero
175
Confronto tra il segnale sperimentale e i risultati numerici (ottenuti con in codici di calcolo HENGEO II ed HENEXIT II nel test-case in hover) per fenomeni di aeroacustica di rotori.
Angolo di incidenza=6° Angolo di incidenza=11°
176
Velocità assiale e tangenziale in scia ad una pala di un rotore eolico. Si vede distintamente la velocità indotta dal vortice aderente alla pala.
Vortici di Rankine aderenti alle pale
Metodo dei pannelli
Anemometro a filo caldo
177
Numero di Froude– flussi a superficie libera – navi - barche Prove in Vasca Navale (Numero di Froude)
Disintegrazione di un treno di onde di Stokes: nella foto superiore si nota come una piastra oscillante genera un treno di onde piane regolari in acqua (sia in altezza che in lunghezza) le quali subiscono poi, ad esempio a circa 60 m, una drastica distorsione (la foto inferiore).
178
Vari esempi di onde governate dal numero di Froude:
179
Modello in Vasca Navale in presenza di moto ondoso (INSEAN, Vasca Navale)
180
Modello che manovra in campo di prova (INSEAN, Vasca Navale) e nave reale in mare aperto.
181
Modello in bacino di prova (INSEAN, Vasca Navale) e nave reale in mare calmo (scafo con bulbo).
182
Modello in bacino di prova (INSEAN, Vasca Navale) e nave reale in mare calmo (scafo planante).
183
Numero di Ruark– Cavitazione
Effetti di cavitazione (Indice di cavitazione), Pressione imposta troppo piccola rispetto alla pressione dinamica (effetto del numero di Ruark)
Visualizzazione delle strutture vorticose che il mozzo e le pale rilasciano nella scia di un’elica navale.
( 62.0=== ∞
ndV
rStJ )
La cavitazione (in questo caso) è utilizzata per visualizzare i vortici.
Distribuzione della velocità media assiale nella vicinanza della scia.
Posizione del vortice (ottenuto da misure anemometriche Laser-Doppler)
184
Distribuzione delle fluttuazione della velocità assiale nella vicinanza della scia.
185
Numero di Gr. Flussi a convezione naturale o forzata : Il Gr è importante nelle simulazioni in scala solo quando non sono presenti altre forzanti esterne o quando le velocità in gioco sono estremamente piccole in quanto, in tal caso, la forza di galleggiamento prodotta dai gradienti di temperatura pur avendo valori limitati è comunque si unificativa rispetto alle altre forze in gioco (inerzia, pressione e viscose). Il ruolo è giocato dal rapporto Gr/Re2:
Per 1ReGr
2 < : convezione forzata. La dinamica non è influenzata dal campo di
temperatura, ma influenza il campo di temperatura.
Per 1ReGr
2 >> : convezione naturale. Il campo termico determina il campo di velocità,
che a sua volta modifica il campo termico.
Per 1ReGr
2 ≈ : convezione mista. Il campo termico influenza la dinamica ed il campo di
velocità influenza la termodinamica. Spesso compare il numero di Rayleigh (Ra)
kμcρL ΔT gβ
GrRa p23
=⋅= Pr
186
Convezione naturale e forzata, effetto del numero di Grashof Esempio di convezione naturale tra cilindri
Cilindri eccentrici a diversa eccentricità: esperimenti per Ra=45900.
Confronto numerico-sperimentale delle isoterme a Ra=45900.
187
Linee di fumo a Ra=45900 sul cilindro eccentrico della figura precedente.
Andamento della velocità in funzione dell’eccentricità “e” a Ra=45900 sul cilindro eccentrico della figura precedente.
188
Campo di densità all’interno e all’esterno del bulbo di una lampadina calda ottenuto mediante interferometro di Mach-Zehnder.
Campo di densità all’interno e all’esterno del bulbo di una lampadina calda ottenuto mediante interferometro Holografico.
Esempio di instabilità dovute a convezione naturale all’interno di una scatola rettangolare in cui l’uniforme calore della parete inferiore produce dei vortici paralleli al lato più corto della scatola (classica convezione di Rayleigh-Bènard).
189
Esempio di convezione forzata
La figura, ottenuta mediante analisi interferometrica, mostra le isoterme di un cilindro raffreddato in una corrente
(Re=120).
Convezione forzata- becco Bunsen Esempio di studio del “fronte di fiamma”
Fiamma premiscelata di propano (C3H8) per Re=600, Ri=3 e rapporto di equivalente φ=1.1.
Fronte di fiamma
u
T2>T1
190
2ReGrRi = ( )
( )StechOFOF
//
=Φ con F = portata massica del combustibile (F =fuel)
O = portata massica di ossidante (O =oxidizer)
Visualizzazioni interferometriche: quella di sinistra è una RBI, mentre quella di destra è una SI.
191
U1 U2
A1 A2
3.9 Esercizi relativi al Cap. 3
3.9.1 Conservazione della massa in forma integrale ES. 3.1.1 L’aria fluisce in maniera stazionaria tra 2 sezioni (A1 e A2) in un tubo circolare dritto di 0.1 m di diametro. Le pressioni sono note nelle 2 sezioni mentre velocità e temperatura (uniformi) vengono assegnate nella sezione 1. Supponendo, tra A1 e A2, una trasformazione isentropica, determinare la temperatura T2, velocità U2 e la densità P1 e P2
Dati: P Pa1
51 2 10= ⋅, P Pa2
510= U m s1 300= /
T C1 15= ° [ N.B. I profili di velocità assegnati possono essere considerati validi per tubi circolari di impianti industriali (ad esempio) con Rex > 300000 ]
ES. 3.1.2 Un flusso stazionario incompressibile entra in un condotto di mescolamento la cui sezione trasversale è rettangolare e di ampiezza costante pari a w (inclusi i condotti d’ingresso). Date le dimensioni del condotto ed i profili di velocità in ingresso ed in uscita, dare un’espressione di Vm in termini di Vin.
ES 3.1.3 Un pistone si muove con velocità V in un cilindro riempito di liquido. La sezione del cilindro ha area Ac, il getto ha sezione As. Determinare la velocità del liquido attraverso l’uscita del getto (V0).
ϕ
ϕ
192
ES 3.1.4 Un serbatoio circolare di diametro D=1 m ed altezza h=50 cm, viene riempito
con acqua proveninete da un tubo avnte diametro idraulico d=7,5 mm. L’acqua esce dal tubo
con velocità costante V=2 m/s. Determinare il tempo necessario per riempire il serbatoio.
D
h
V y(t)
d
ES 3.1.5 Due lastre piane parallele sono separate da una piccola distanza b funzione del tempo. Il meato tra le lastre è riempito di olio e la piatra di sopra si muove verso il basso con velocità V. (costante) relativamente alla lastra inferiore. Le due lastre si mantengono parallele e l’olio viene eiettato lateralmente (i lati frontali sono chiusi). Dare l’andamento della velocità di uscita dell’olio in funzione della posizione lungo il meato assumendo il flusso unidirezionale e monodimensionale. L’ampiezza assegnata alle lastre è w.
193
3.9.2. Conservazione della quantità di moto in forma intergrale ES.3.2.1 Un flusso d’aria fluisce in maniera stazionaria, in un condotto cilindrico con diametro 10.2cm, dove le pressioni, velocità e temperatura in ogni sezione, sono uniformemente distribuite. Se la velocità media nella sezione di uscita è 300 m/s, determinare la forza d’attrito Rx esercitata dalle pareti del condotto tra le sezioni 1 e 2. Dati del problema: P1= 685,5 kPa , T1= 300 K P2=127.000 Pa , T2= 252 K A1=A2
P1A1
U1 U2
P2A2
A1 A2
Rx
194
ES. 3.2.2 Flusso d’acqua verticale, verso l’alto in un condotto circolare. La velocità in ingresso è uniforme e pari a U1 = 50 m/s. In uscita il profilo di velocità è dato da:
U UrR2 1
2
22 1= −⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥ essendo
R = 5 cm (quindi D = 10 cm). Note le forze d’attrito Rz= 8000 N, determinare la caduta di pressione su una lunghezza h = 50 cm.
ES. 3.2.3 Un propulsore è fissato ad una gondola per essere sottoposto a dei test. Le seguenti sono le condizioni dei test: U 1= 200 m/s U2 = 500 m/s A1= 1 m2 A2/A1 = 0.25 P1 = 78.5 kPa T1 = 286 K
U2
U1
A2
A1
h D
W
Rz
P1A1
P2A2
z
x
Forze sul volume di controllo
195
Determinare la spinta esercitata sulla gondola. ES. 3.2.4 Determinare la forza di ancoraggio necessaria per fissare un ugello conico attaccato ad un condotto, quando la portata è di 6 litri/sec. La massa dell’ugello è di 0.1 Kg. I diametri di ingresso ed uscita dell’ugello sono rispettivamente di 16 mm e 5 mm. L’asse dell’ugello è verticale e la distanza tra la sezione di ingresso ed uscita dell’ugello è di 30 mm. La pressione relativa della sezione d’ingresso è di 464kPa (nella sezione A1). Dati: 1) Profili di velocità uniformi 2) Flusso incompressibile Q=AU=6 litri/sec 3) Le pressioni vanno considerate relative alla pressione atmosferica. Il getto va all’esterno quindi P2=0
U1
U2
A1
A2
U2
h
A1
D1
A2 D2
196
ES.3.2.5 L’acqua fluisce attraverso un tubo circolare con una curva di 180°. La sezione del tubo è costante e pari a 0.01 m2. La velocità del flusso è sempre assiale ed uniforme e pari a 15.2 m/sec, Le pressioni in ingresso e uscita, sono di 207000 Pa e 165500 Pa rispettivamente. Calcolare le componenti orizzontali delle forze di attrito (componenti x e y). ES. 3.2.6 Un getto d’acqua stazionario con velocità V uniforme, colpisce un deflettore che si allontana con velocità costante V0. Un separatore di flusso, fissato sul deflettore, divide il flusso a metà. La metà superiore del flusso viene ruotata di un angolo ϑ=120°, l’altra metà di un angolo di 90°. La velocità nella totalità del flusso, non varia (cambia solo la direzione: questa considerazione può essere dimostrata col teorema di Bernoulli). Se il diametro del getto è D, qual’è la forza che agisce sul deflettore ed il suo angolo formato con la direzione del flusso in uscita dal getto? Dati: V,V0,D
P2A2
V2
P1A1
V1
ϑ=120° V
197
ES. 3.2.7 Un sistema di eiezione del flusso, contiene del liquido di densità 800 Kg/m3. Qual’è la forza totale che deve essere esercitata tra i due bracci per ottenere unìeiezione del flusso con velocità costante di 100 m/s? Il diametro di uscita è di 0.5 cm mentre il diametro del cilindro è di 2.5 cm.
Fb
198
3.9.3. Equazione di Bernoulli
ES.3.3.1 Si consideri un profilo alare in un flusso in condizioni di atmosfera standard al livello del mare, che si muove con una velocità di 50m/s. In un dato punto del profilo la pressione è di 0.9x105 Pa. Calcolare la velocità in questo punto.
ES.3.3.2 (Tubo di Venturi) Si consideri un flusso d’aria (incompressibile) in un condotto convergente-divergente. Graficare l’andamento qualitativo della pressione lungo l’asse x. Se At/A1=0.8, ed il flusso entrante si trova in condizioni standard al livello del mare, e la differenza di pressione tra At e A1 è di 350Pa, calcolare la velocità del flusso in A1.
ES.3.3.3 (Convergente di una galleria del vento) Si consideri un flusso subsonico incompressibile di aria in un convergente con rapporto di contrazione 12:1. Se il flusso in uscita si trova in condizioni di atmosfera standard al livello del mare con velocità uniforme di 50m/s, calcolare la differenza di livello Δh del mercurio (densità 13600 Kg/m3) contenuto in un manometro ad “U” avente un lato connesso alla sezione di ingresso e l’altro alla sezione di uscita del convergente. Calcolare Δh anche nei casi in cui il manometro è riempito di alcool (densità 780 Kg/m3) e acqua.
At
x
A1
199
ES.3.3.4 (Tubo di Pitot) Si consideri un tubo di Pitot, vale a dire uno strumento costituito da due tubi concentrici uniti ad una estremità e disposti con gli assi paralleli alla direzione della velocità. Una serie di piccoli fori sono disposti sul tubo esterno mentre il tubo interni è forato solo all’estremità dove il fluido impatta. Ad entrambi i tubi sono collegati i rami di un manometro ad “U” contenente alcool (densità 780 Kg/m3) che fornisce in uscita una differenza di altezza Δh di 5mm. Determinare la velocità del flusso (N.B. Il tubo di Pitot misura le velocità locali date le sue piccole dimensioni)
2
Δh
200
ES.3.3.5 (Asametro) Si consideri uno strumento utilizzato per misurare la portata in condotti e comunemente chiamato asametro. Esso è costituito da un condotto tronco-conico verticale in cui è sospeso un corpo tozzo. Tenendo conto che le forze che agiscono sul corpo sono la forza peso, la forza di resistenza aerodinamica e la forza di Archimede. Tenendo conto che il corpo tozzo si posiziona in una posizione di equilibrio, essendo noti la geometria del corpo, la goemetria del tronco di cono e la densità del corpo, determinare la legge di dipendenza della portata dalla posizione verticale, ed indicare in quali limiti tale dipendenza può supporsi lineare.
α
t
→ →
→
→
⋅
201
ES.3.3.6 L’aria fluisce in maniera stazionaria da un serbatoio attraverso un condotto di
diametro D=0.03m, ed esce nell’atmosfera attraverso un ugello con diametro (nella sezione di
uscita) di d=0.01m. La pressione relativa nel serbatoio resta costante e pari a 3Kpa e la
temperatura di 15°C. All’esterno l’aria si trova in condizioni standard al livello del mare.
Determinare la portata in volume e la pressione nel condotto cilindrico, considerando l’aria
come un gas perfetto.
ρ1=ρ2=ρ3 ≠ ρ standard
ES.3.3.7 In un condotto cilindrico di scarico di diametro d=0.1m, scorre acqua da un serbatoio di D=1m. Determinare la portata necessaria dal condotto di alimentazione affinche la profondità del’acqua nel serbatoio resti costante e pari a 2m,. Dare anche una valutazione dell’eerore che si commette se si assume che la velocità del flusso dentro il serbatoio è nulla (assumere le pressioni relative alla pressione atmosferica e tenere conto che il condotto di scarico sfocia in aria).
D=0.03md=0.01
1 2 3
h=2m
D
d
Q
202
Applicazione dell’equazione di conservazione dell’energia ad un problema idraulico
ES 3.3.8 Si consideri una centrale idorelettrica schemattizzata da un bacino d’acqua che si trova ad un’altezza h1, collegato attraverso una condotta forzata ad un altro bacino ad altezza h2 < h1, con h1-h2=20 m. Alla condotta è collegata una turbina collegata al bacino inferiore tramite un diffusore. La portata della condotta è Q= 50 m3/s e le sezioni di ingresso ed uscita dalla turbina, uguali tra loro, sono A2=A3=3 m2. Supponendo che la potenza assorbita dalla turbina WT non sia inferiore al 90% della potenza totale disponibile, dimensionare opportunamente il diffusore. Supponendo inoltre che nella turbina, collegata alla condotta ed al diffusore attraverso due giunti, il condotto d’ingresso è orizzontale e quello di uscita verticale, determinare le forze necessarie per vincolare la macchina al terreno (in questo caso porre l’altezza d’ingresso e uscita uguali a zero). Porre la velocità d’ingresso e di uscita dalla turbina uguali tra loro ed alla stessa quota. Si trascurino le variazioni di energia interna U. Dimensionare inoltre il bacino di scarico per evitare la cavitazione (indicando con P3 la
pressione di uscita della turbina si deve verificare che PPatm
3 2≥ , cioè P kPa3 50≥ )
T 2
3
4
5
hmin
Z 1
h1
h2
203
U1 U2
A1 A2
3.10 Soluzione degli esercizi relativi al Cap. 3 3.10.1 Conservazione della massa in forma integrale ES. 3.1.1 L’aria fluisce in maniera stazionaria tra 2 sezioni (A1 e A2) in un tubo circolare dritto di 0.1 m di diametro. Le pressioni sono note nelle 2 sezioni mentre velocità e temperatura (uniformi) vengono assegnate nella sezione 1. Supponendo, tra A1 e A2, una trasformazione isentropica, determinare la temperatura T2, velocità U2 e la densità P1 e P2
Dati: P Pa1
51 2 10= ⋅, P Pa2
510= U m s1 300= /
T C1 15= ° [ N.B. I profili di velocità assegnati possono essere considerati validi per tubi circolari di impianti industriali (ad esempio) con Rex > 300000 ] Soluzione Es. 3.1.1 Equazione di continuità in forma integrale:
∫∫∫ ∫∫ =⋅+∂∂
0 0V S
0dSnuρdvρt
II 0 perchè il problema è stazionario. L’integrale diventa:ù -ρ1 A1 U1 + - ρ2 A2 U2 = 0 da cui
12
12 U
ρρ
U =
dall’ equazione di stato per gas perfetti:
U UP TP T2 1
1 2
2 1= essendo ρ =
PRT
dalle relazioni isoentropiche si ha:
TT
PP
2
1
2
1
1
=⎛⎝⎜
⎞⎠⎟
−γγ
con γ = 1 4, (aria)
204
per cui U UPP
PP
UPP2 1
1
2
2
1
1
11
2
1
342=⎛⎝⎜
⎞⎠⎟
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ =
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ ≅
−γγ γ
TPP
TPP
K K22
1
1
12
1
1
288 273=⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ ⋅ =
⎛⎝⎜
⎞⎠⎟ ⋅ ° ≅ °
− −γγ
γγ
ρ11
1=
PRT
ρ22
2=
PRT
(con RJ
Kg K=
°287
)
si ottiene ρ131 45= , /Kg m ρ2
31 28= , /Kg m [N.B. Il caso visto nell’esempio corrisponde ad un tubo dritto. Altre situazioni possibili e frequenti in fluidodinamica meccanica sono: - Divergenti (A1 < A2) - Convergenti (A1 > A2) Considerando, ad esempio, il caso del convergente, e applicando l’equazione di conservazione della massa, si ha:
u n dSS
⋅ =∫∫ 00
(caso stazionario)
n n1 n2 Chiamiamo con Sn la superficie laterale del convergente. Posso quindi spezzare l’integrale su S0 in 3 parti (su A1, A2, e Sn):
A1
A2
A1 A2
Sn
A1
A2 n
205
u ndS u n dS u ndS u n dSn n ASnAS⋅ = ⋅ + ⋅ + ⋅ =∫∫∫∫∫∫∫∫ 1 1 1 2 2 2
2100
L’integrale su Sn è nullo per l’IMPERMEABILITA’. Svolgendo gli integrali si ottiene
quindi: u uAA2 1
1
2=
In generale si ha: DIVERGENTE - Subsonico: la velocità decresce - Supersonico: la velocità cresce CONVERGENTE - Subsonico: la velocità cresce - Supersonico: la velocità decresce [Il caso compressibile si vedrà in seguito] ES. 3.1.2 Un flusso stazionario incompressibile entra in un condotto di mescolamento la cui sezione trasversale è rettangolare e di ampiezza costante pari a w (inclusi i condotti d’ingresso). Date le dimensioni del condotto ed i profili di velocità in ingresso ed in uscita, dare un’espressione di Vm in termini di Vin.
ϕ
ϕ
206
Soluzione ES. 3.1.2 Una possibile scelta conveniente del volume di controllo è quella di seguito illustrata:
Tale scelta permette di semplificare i calcoli in quanto elimina dall’equazione integrale di continuità il primo termine:
∫∫∫ ∫∫ =⋅+∂∂
0 0V S
0dSnuρdvρt
Quindi è possibile affermare che la massa del fluido che entra è uguale a quella che esce. Inoltre, poichè la densità è costante essendo il fluido incompressibile, si può ridurre l’equazione di continuità ad un’uguaglianza tra le portate in ingresso ed in uscita. Si divida ora l’integrale nei due contributi relativi al flusso in ingresso ed in uscita:
∫∫∫∫ ∫∫ =⋅+⋅=⋅outS in
dSnudSnudSnu 00
vvvvvv
Data la simmetria della geometria, si consideri solo la metà superiore del condotto, moltiplicando poi per due il risultato ottenuto. Sempre per quanto riguarda la geometria, non interessa ai fini dei conti l’angolo Φ. Ciò che conta è la direzione relativa tra la velocità del flusso e la normale alla superficie di controllo (sempre positiva se uscente). Si ha quindi:
WhVdSnuin
in∫∫ −=⋅ 2vv
Per la velocità in uscita si ha: • V = Vm , per 0 ≤ y ≤ h
• V = (2 - y/h) Vm
Per cui :
207
∫∫ ∫∫∫∫ ⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜
⎝
⎛+==⋅
out
h
h
h
in
VdAVdAVdSdSnu2
0
2vv
Imponendo dA = wdy si ottiene:
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −+=⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛ −+=⋅ ∫∫∫ ∫ h
ydhywhVwhVwdy
hyVwhVdSnu mm
out
h
h
mm
2
1
2
222222vv
Sostituendo y/h = z si ha:
( ) mmm
out
mm whVzzwhVwhVdzzwhVwhVdSnu 32
2222222
1
22
1
=⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡−+=−+=⋅∫∫ ∫vv
Sostituendo quanto appena trovato nell’equazione della continuità si ottiene:
032 =+− hwVhwV min
Da cui:
inm VV32
=
ES 3.1.3 Un pistone si muove con velocità V in un cilindro riempito di liquido. La sezione del cilindro ha area Ac, il getto ha sezione As. Determinare la velocità del liquido attraverso l’uscita del getto (V0).
Soluzione ES. 3.1.3 E’possibile scegliere diversi volumi di controllo. Consideriamo inizialmente un volume di controllo che si muove col pistone come illustrato in figura:
208
Impostiamo l’equazione di continuità:
00 0
=⋅+∂∂∫∫∫ ∫∫
V S
dSnudVt
vvρρ (1)
Per quanto riguarda il primo termine della (1) si ha:
VAdtdxAdx
tAdV
t CC
l
tx
C
V
ρρρρ −=−=⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡
∂∂
=∂∂ ∫∫∫∫
0
0 )(
Mentre per il secondo della (1) si ha:
S
S
AVdSnu 0
0
)( ρρ =⋅∫∫ vv
Per cui si ha:
VAA
VS
C=0 .
Un altro metodo per risolvere l’esercizio, forse più semplice, consiste nello scegliere un volume di controllo non contenente il pistone, come si fa ad esempio nel caso di un semplice condotto convergente: Si ha:
209
SC
S
AVAVdSnu 0
0
)( ρρρ +−=⋅∫∫ vv
Da cui:
VAA
VS
C=0
ES 3.1.4 Un serbatoio circolare di diametro D=1 m ed altezza h=50 cm, viene riempito
con acqua proveninete da un tubo avnte diametro idraulico d=7,5 mm. L’acqua esce dal
tubo con velocità costante V=2 m/s. Determinare il tempo necessario per riempire il
serbatoio.
D
h
V y(t)
d
Soluzione ES 3.1.4
Consideriamo le due seguenti possibilità nella scelta del volume di controllo:
1) volume di controllo mobile (solidale con il pelo libero dell’acqua)
210
2) volume di controllo fisso prendendo tutta l’altezza h
00 0
=⋅+∂∂ ∫∫∫ ∫∫
V S
dSnudVt
vvρρ (1)
Il fluido è acqua, quindi ρ è costante. Per quanto riguarda il primo termine della (1) si ha:
tyDdyA
tdV
t
ty
V∂∂
=⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡
∂∂
=∂∂
∫∫∫∫ 4
2)(
00
πρρρ (2)
Il secondo termine della (1) invece, essendo dato dal solo contributo del flusso nel tubetto di riempimento, fornisce:
4)(
2
0
dVdSnuS
πρρ −=⋅∫∫ vv (3)
Ora, sommando la (2) con la (3) ed uguagliandone la somma a zero, si ottiene:
VDd
ty 2
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛=
∂∂ (4)
Integrando la (4) si ha:
cVDdty +⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛=
2
)(
Dalle seguenti condizioni al contorno: • per t = 0, y(0) = 0 • per t = T, y(T) = h Si ottiene che c = 0 e il tempo richiesto per il riempimento della vasca:
211
hV
Dd
hT 23.12 =
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
=
N.B. Dalla relazione:
si può osservare come, per d<<D, spesso si trascura la variazione di livello (∂y/∂t ≈ 0 ⇒ y ≈ 0).
2)
Nel volume di controllo fisso ci sono due zone a densità distinte: • aria ⇒ V2 ⇒ ρ2 • acqua ⇒ V1 ⇒ ρ1
VDd
ty 2
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛=
∂∂
212
Per quanto riguarda il termine non stazionario dell’equazione (1), continua ad esistere perchè nel volume di controllo fisso (V1+V2) si ha variazione di massa (l’acqua aumenta e l’aria diminuisce):
[ ] ⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−
∂∂
=∂∂
−∂∂
=+∂∂
=
=⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡+
∂∂
=⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡+
∂∂
=∂∂
∫ ∫∫∫∫ ∫∫∫∫∫∫
1
212121
)(
0 )(
212211
1)()(
1 20
ρρ
ρρρρρ
ρρρρρ
tyA
tyA
tyAtAytAy
t
dyAdyAt
dVdVt
dVt
ty h
tyv vV (5)
Poichè :
01000
2.1
1
2 ≅=ρρ
Si ha che il caso 2) ora analizzato coincide con il caso 1) e consente , quindi, di giungere all’analogo risultato : T = 1.23h.
Se, altrimenti, ρ1 ≈ ρ2 non si può trascurare il rapporto tra le due densità, quindi variano, nell’equazione della continuità in forma integrale, sia il termine dell’integrale di volume (5) che quello superficiale, dove comparirà il contributo legato al flusso di massa con densità ρ2 dall’alto del recipiente.
ES 3.1.5 Due lastre piane parallele sono separate da una piccola distanza b funzione del tempo. Il meato tra le lastre è riempito di olio e la piatra di sopra si muove verso il basso con velocità V. (costante) relativamente alla lastra inferiore. Le due lastre si mantengono parallele e l’olio viene eiettato lateralmente (i lati frontali sono chiusi). Dare l’andamento della velocità di uscita dell’olio in funzione della posizione lungo il meato assumendo il flusso unidirezionale e monodimensionale. L’ampiezza assegnata alle lastre è w.
Soluzione ES 3.1.5
Il flusso è simmetrico rispetto al piano centrale (verticale) del meato rispetto al quale si può considerare V0 = 0. Si scelga il volume di controllo proprio posizionato in corrispondenza di tale piano:
213
In x = 0 , si ha V0 = 0 per le considerazioni precedenti. Per quanto riguarda l’equazione di continuità, il termine non stazionario fornisce:
∫∫∫ ∫ ∂∂
=⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡
∂∂
=∂∂
0
)(
0v
tb
tbwldylw
tdv
tρρρ
Poiché la velocità V è diretta in verso discorde all’asse y, si ha:
∫∫∫ −=∂∂
0v
VwldVt
ρρ
L’altro termine dell’equazione di continuità è:
wtbVdSnus
)(0 0
0
ρρ +−=⋅∫∫vv
Il termine uguale a zero a secondo membro è quello relativo al flusso di massa che è nullo per simmetria. Ora, uguagliando a zero l’equazione di continuità si arriva all’espressione richiesta:
VtbltxV
)(),(0 =
3.10.2 Conservazione della quantità di moto in forma integrale
Soluzione ES 3.2.1 Non presente
214
ES. 3.2.2 Flusso d’acqua verticale, verso l’alto in un condotto circolare. La velocità in ingresso è uniforme e pari a U1 = 50 m/s. In uscita il profilo di velocità è dato da:
U UrR2 1
2
22 1= −⎡
⎣⎢
⎤
⎦⎥ essendo
R = 5 cm (quindi D = 10 cm). Note le forze d’attrito Rz= 8000 N, determinare la caduta di pressione su una lunghezza h = 50 cm.
Soluzione ES 3.2.2 Utilizzando un volume di controllo fisso (tratteggiato in figura) coincidente con il contorno del condotto e risolvendo l’equazione di conservazione della quantità di moto si ha:
U2
U1
A2
A1
h D
W
Rz
P1A1
P2A2
z
x
Forze sul volume di controllo
215
∫∫ −−−=⋅
0
2211)(S
zRWAPAPdSnuu vvρ
Da cui, considerando l’espressione analitica dei profili delle velocità in uscita dal condotto si ha:
zS
RWAPAPdSRrUAU −−−=
⎭⎬⎫
⎩⎨⎧
⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡−+− ∫ 2211
2
2
2
112
1
2
12ρρ
Imponendo dS = 2πrdr e risolvendo si ottiene:
zRWAPAPRUAU −−−=+− 221122
112
1 34 ρπρ
Poiché A1 = A2 e A = πR2 si ottiene l’espressione finale:
11
2121 3
1AW
ARUPP z ++=− ρ
Dove:
• 213
1 Uρ è la variazione della quantità di moto legata al diverso profilo di velocità
• 1A
Rz rappresenta l’effetto delle forze d’attrito
• 1A
W è l’effetto della forza peso
Risolvendo numericamente si trova che: P2- P1 = 23424 Pa
216
ES 3.2.3 Un propulsore è fissato ad una gondola per essere sottoposto a dei test. Le seguenti sono le condizioni dei test: U 1= 200 m/s U2 = 500 m/s A1= 1 m2 A2/A1 = 0.25 P1 = 78.5 kPa T1 = 286 K Determinare la spinta esercitata sulla gondola. Soluzione ES 3.2.3 Si scelga il volume di controllo come in figura e si osservi che il problema in esame presenta forze solo nella direzione x.Per quanto riguarda la quantità di moto si ha:
U1
U2
A1
A2
217
∫∫ +−=⋅0
2211)(S
pFAPAPdSnuu vvρ
Per la conservazione della massa:
mAUAU &== 222111 ρρ Per l’equazione di stato si ha:
111
1 AURTP
m =&
(6) Combinando le tre equazioni si giunge all’espressione:
221112 )( PAPAUUmFP +−−= & Che può essere numericamente calcolata se si conosce il valore di P2, essendo tutti gli altri valori noti. Per il calcolo di P2 si utilizza la conservazione della massa ricavandone dalla (6) un’ espressione in funzione di m& :
22
22 AU
RTmP&
=
Analogamente si ha per P1:
11
11 AU
RTmP&
=
Si può pertanto scrivere il rapporto tra le due come:
1
2
22
11
1
2
TT
AUAU
PP
=⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛
Ed utilizzando la relazione isentropica :
γγ 1
1
2
1
2
−
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛=
PP
TT
Si giunge al risultato:
γ
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛=
22
1112 AU
AUPP
218
ES. 3.2.4 Determinare la forza di ancoraggio necessaria per fissare un ugello conico attaccato ad un condotto, quando la portata è di 6 litri/sec. La massa dell’ugello è di 0.1 Kg. I diametri di ingresso ed uscita dell’ugello sono rispettivamente di 16 mm e 5 mm. L’asse dell’ugello è verticale e la distanza tra la sezione di ingresso ed uscita dell’ugello è di 30 mm. La pressione relativa della sezione d’ingresso è di 464kPa (nella sezione A1). Dati: 1) Profili di velocità uniformi 2) Flusso incompressibile Q=AU=6 litri/sec 3) Le pressioni vanno considerate relative alla pressione atmosferica. Il getto va all’esterno quindi P2=0 Soluzione ES 3.2.4 Consideriamo le forze che agiscono sul volume di controllo:
Dove: Fa = forza di ancoraggio Wa = peso dell’acqua dentro all’ugello
U2
h
A1
D1
A2 D2
219
Wu = peso dell’ugello P1A1 e P2A2 = forze di pressione Ora, poiché il flusso è stazionario, l’equazione di conservazione della quantità di moto si riduce a:
∑∫∫ ∑ +=⋅ sS
m FFdSnuuvvvvv
0
)(ρ
Proiettando lungo la direzione z e tenendo conto delle normali e della direzione della velocità, si ha:
112222
2212
11 APAPWWFAUAU uaa −+−−=− ρρ E si può così calcolare Fa:
112222
2212
11 APAPWWAUAUF uaa +−++−= ρρ (7) Considerando le pressioni relative a quella atmosferica si ha P2 = 0, mentre per la conservazione della massa (essendo Q*= U1A1 = U2A2 = 6m/sec) si ha:
skgmAUAU 6.02211 === &ρρ Si può, quindi, riscrivere la (7) nella forma finale: 1121 )( APWWUUmF uaa +++−= & Dove:
NDPAP 24.934
21
111 ==
NgmW uu 981.0==
( ) NgDDDDhgVW uaa 0278.012
1000 2112
21 =++== ρ
smAQU 98.2
1
*
1 ==
smAQU 57.30
2
*
2 ==
Si giunge al risultato
NFa 7.77=
220
ES.3.2.5 L’acqua fluisce attraverso un tubo circolare con una curva di 180°. La sezione del tubo è costante e pari a 0.01 m2. La velocità del flusso è sempre assiale ed uniforme e pari a 15.2 m/sec, Le pressioni in ingresso e uscita, sono di 207000 Pa e 165500 Pa rispettivamente. Calcolare le componenti orizzontali delle forze di attrito (componenti x e y).
Soluzione ES 3.2.5 Si consideri l’equazione di conservazione della quantità di moto, scelto il volume di controllo come in figura:
∫∫ ∑=⋅0
)(S
VCFdSnuuvvvvρ
La proiezione lungo l’asse x dà come risultato:
∫∫ =⋅0
)(S
xRdSnuu vvvρ
P2A2
V2
P1A
V1
221
Ma, essendo nulle le proiezioni delle velocità in uscita dal tubo lungo l’asse x si ha 0=xR . La proiezione lungo l’asse y dell’equazione di conservazione della quantità di moto dà invece come risultato:
112222
2212
11 APAPRAVAV y ++=−− ρρ Ora, dall’equazione di conservazione della massa si ha:
skgmAUAU 8.1512211 === &ρρ Da cui si ha:
NAPAPVVmRy 8346)( 221121 −=−−+−= & Dove il primo termine a destra dell’uguale è legato al cambiamento di direzione del fluido, mentre l’altro (-P1A1-P2A2) alla diversa pressione a cui si trovano le due estremità del fluido. Quindi, anche nel caso in cui le pressioni alle estremità del condotto fossero uguali, si avrebbe una reazione lungo l’asse y. N.B. Il segno meno nel risultato significa che la direzione reale della reazione lungo l’asse y è contraria a quella ipotizzata nei calcoli (ovvero quella in figura) ES. 3.2.6 Un getto d’acqua stazionario con velocità V uniforme, colpisce un deflettore che si allontana con velocità costante V0. Un separatore di flusso, fissato sul deflettore, divide il flusso a metà. La metà superiore del flusso viene ruotata di un angolo ϑ=120°, l’altra metà di un angolo di 90°. La velocità nella totalità del flusso, non varia (cambia solo la direzione: questa considerazione può essere dimostrata col teorema di Bernoulli). Se il diametro del getto è D, qual’è la forza che agisce sul deflettore ed il suo angolo formato con la direzione del flusso in uscita dal getto? Dati: V,V0,D
ϑ=120°
V
222
Soluzione ES 3.2.6 Si scelga il volume di controllo solidale col deflettore.
La velocità del flusso relativa al deflettore è V-V0.Poiché il moto è di sola traslazione, il problema è comunque stazionario, quindi:
00
∫∫∫ =∂∂
v
dVvt
vρ
La forza esercitata sul deflettore è uguale ed opposta alla forza laterale che agisce sul volume di controllo. Si ha, quindi:
.
0 0
)( deflS V
V FFdSnuuvvvvv −==⋅∫∫ ∑ρ
Dividiamo l’integrale di superficie nelle uniche tre sezioni dove c’è flusso di massa:
∫∫∫∫∫∫ ∫∫ ⋅+⋅+⋅=⋅32
01
321 )()()()(AA
SA
dSnuudSnuudSnuudSnuu vvvvvvvvvvvv ρρρρ
Per ipotesi, la velocità è sempre V-V0 per cui:
iVVuvv )( 01 −=
jUiUjVViVVu yx
vvvvv22002 sin)(cos)( +=−+−= ϑϑ
Avendo posto:
ϑcos)( 02 VVU x −= e ϑsin)( 02 VVU y −= Sostituendo si ottiene:
223
[ ] ( ) ( )[ ]
[ ] ∑∫∫
∫∫∫∫
=⋅−−−−+
+⋅+++⋅−−
03
21
3300
222222100
)()(
)()(
vv
A
Ayxyx
A
FdSniVViVV
dSnjUiUjUiUdSniVViVV
vvvv
vvvvvvvv
ρ
ρρ
Tenendo conto delle direzioni delle normali 1nv e 3nv sono nulli gli integrali sulle sezioni A1 e A3 essendo jin
vvv ϑϑ sincos2 += inoltre si ha:
( ) ( )[ ] [ ]
[ ] ∑
∫∫=++
++=⋅++
0
2
2222
2222222222
sincos
sincossincos
vvxyx
xyxA
yxyx
FjAuuu
iAuuudSnUUjUiU
vv
vvvv
ϑϑρ
ϑϑρϑϑρ
Si avrà, quindi:
[ ][ ]
ϑρρ
ϑϑϑρρ
ϑϑρρ
cos)()(
cos)(sincos)()(
sincos)(
22
012
0
2022
012
0
222212
0
AVVAVV
AVVVVAVV
AUUUAVVF xyxx
−+−−=
=−+−+−−=
=⋅++−−=
22
203
20 sin)()( AAVVAVVFy ϑρρ −+−−=
Dalla conservazione della massa si ha:
2)()()( 103020 AVVAVVAVV −=−=− ρρρ Da cui si ha:
822
132
DAAA π===
Si può quindi scrivere:
[ ]ϑρπ cos2)(8
20
2
−−−= VVDFx
[ ]ϑρπ sin1)(8
20
2
−−−= VVDFy
Essendo:
22yx FFF +=
xx FFdefl
−=.
e yy FFdefl
−=.
L’ angolo formato con V
v (velocità di uscita dal getto) è, per la scelta degli assi:
224
ϑϑα
cos2sin1
−−
==x
y
FF
arctg
ES. 3.2.7 Un sistema di eiezione del flusso, contiene del liquido di densità 800 Kg/m3. Qual’è la forza totale che deve essere esercitata tra i due bracci per ottenere unìeiezione del flusso con velocità costante di 100 m/s? Il diametro di uscita è di 0.5 cm mentre il diametro
del cilindro è di 2.5 cm.
Soluzione ES. 3.2.7 Scegliendo il volume di controllo come in figura è possibile scrivere l’equazione di conservazione della quantità di moto:
Fb
225
bSV
FdSnuudVut
vvvvv∫∫∫∫∫ =⋅+
∂∂
00
)(ρρ
Dove:
cpcpV
AVtlAVdVu
t2
0
ρρρ −=∂∂
=∂∂
∫∫∫v
ee
S
AVdSnuu 2
0
)( ρρ∫∫ =⋅ vvv
Quindi si ottiene che:
22cceeb VAVAF ρρ −=
Considerando l’equazione di conservazione della massa si ha:
ccee VAVA = Si giunge così all’espressione finale:
NAA
VAFc
eeeb 8.15012 =⎟⎟
⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−= ρ
226
3.10.3 Equazione di Bernoulli
Soluzione ES.3.3.1 Soluzione non fornita ES.3.3.2 (Tubo di Venturi) Si consideri un flusso d’aria (incompressibile) in un condotto convergente-divergente. Graficare l’andamento qualitativo della pressione lungo l’asse x. Se At/A1=0.8, ed il flusso entrante si trova in condizioni standard al livello del mare, e la differenza di pressione tra At e A1 è di 350Pa, calcolare la velocità del flusso in A1.
Soluzione ES.3.3.2 Dalla continuità si ha:
11 V
AAV
tt =
Dall’equazione di Bernoulli calcolata tra le sezioni 1 e t si ha:
2211 2
121
tt VPVP ρρ +=+
2
12
1 21
21 VVPP tt ρρ −=−
Da cui:
sec32
1
)(22
1
11
m
AA
PPV t ≅
⎥⎥
⎦
⎤
⎢⎢
⎣
⎡−⎟
⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛
−=
ρ
At
x
A1
227
N.B. La velocità trovata è da intendersi come quella media nella sezione data, avendo pertanto supposto la velocità uniforme nelle sezioni.In questo modo si va a misurare effettivamente la portata. Infatti la conservazione della massa darebbe:
0)(0
∫∫ =⋅S
dSnuu vvvρ
∫∫∫∫ =−11
2211AA
dAudAu ρρ
Che dà come risultato:
2111 AuAu ρρ =− Avendo definito:
AQdAu
Au
A∫∫ ==
1
111 ρ
Se così non fosse stato si sarebbe dovuta applicare l’equazione di conservazione della massa in forma differenziale. Per quanto riguarda l’andamento delle pressioni si ha:
N.B. P2<P1 per le perdite di carico!
228
ES.3.3.3 (Convergente di una galleria del vento) Si consideri un flusso subsonico incompressibile di aria in un convergente con rapporto di contrazione 12:1. Se il flusso in uscita si trova in condizioni di atmosfera standard al livello del mare con velocità uniforme di 50m/s, calcolare la differenza di livello Δh del mercurio (densità 13600 Kg/m3) contenuto in un manometro ad “U” avente un lato connesso alla sezione di ingresso e l’altro alla sezione di uscita del convergente. Calcolare Δh anche nei casi in cui il manometro è riempito di alcool (densità 780 Kg/m3) e acqua. Soluzione ES.3.3.3 In generale si ha dalle equazioni di Bernoulli e di conservazione della massa:
⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−=−=−=Δ⇒
⇒⎪⎩
⎪⎨⎧
=
+=+
2
1
222
21
2221
2211
211
211
121)(
21
21
21
AAuuuPPP
uAuA
uPuP
ρρ
ρρ
Considerando il manometro differenziale riempito di un liquido qualsiasi si ha:
229
⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−=Δ=Δ
2
122 1
21
AAuhgP l ρρ
Se il liquido è mercurio e se u2 = 50m/sec si ha:
mgAA
uh Hg 0114.0121
2
122 =⎥
⎦
⎤⎢⎣
⎡⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−=Δ ρρ
Per quanto riguarda i casi in cui il fluido sia alcool ed acqua si rimandano al lettore le semplici sostituzioni numeriche che consentono di arrivare al risultato.
ES.3.3.4 (Tubo di Pitot) Si consideri un tubo di Pitot, vale a dire uno strumento costituito da due tubi concentrici uniti ad una estremità e disposti con gli assi paralleli alla direzione della velocità. Una serie di piccoli fori sono disposti sul tubo esterno mentre il tubo interni è forato solo all’estremità dove il fluido impatta. Ad entrambi i tubi sono collegati i rami di un manometro ad “U” contenente alcool (densità 780 Kg/m3) che fornisce in uscita una differenza di altezza Δh di 5mm. Determinare la velocità del flusso (N.B. Il tubo di Pitot misura le velocità locali date le sue piccole dimensioni)
2
Δh
230
Soluzione ES.3.3.4 Nel manometro ad U si avrà:
2111 ghPghP AlAl ρρ +=+ Da cui:
hgPPP Al Δ=−=Δ ρ12 Ora, poiché: P1 = Pressione statica ( B è parallelo alle linee di corrente) P2 = Pressione dinamica (A è un punto di ristagno) Si ha:
212 2
1 vPP ariaρ+=
E, quindi:
smPPvaria
9.7)(2 12 =−
=ρ
N.B. La scelta del liquido da inserire nel manometro dipende dalla densità (meno è denso e più è sensibile perché, a parità di ΔP, Δh è proporzionale a 1/ρ)e dall’angolo di contatto. In generale si preferisce l’alcool all’acqua. Soluzione ES.3.3.5 Soluzione non fornita
ES.3.3.6 L’aria fluisce in maniera stazionaria da un serbatoio attraverso un condotto di diametro D=0.03m, ed esce nell’atmosfera attraverso un ugello con diametro (nella sezione di uscita) di d=0.01m. La pressione relativa nel serbatoio resta costante e pari a 3Kpa e la temperatura di 15°C. All’esterno l’aria si trova in condizioni standard al livello del mare. Determinare la portata in volume e la pressione nel condotto cilindrico, considerando l’aria come un gas perfetto.
231
ρ1=ρ2=ρ3 ≠ ρ standard
Soluzione ES.3.3.6 Applicando Bernouilli tra le sezioni relative alle parti 1, 2 e 3 si ha:
332
333222
222112111 2
121
21 gzvPgzvPzgvP ρρρρρρρ ++=++=++
Ma z1 = z2 = z3 e potendo considerare v1=0 in quanto il serbatoio è molto più grande del tubo di uscita e P3=0 poiché si considerano le pressioni relative a quelle atmosferica si può scrivere:
1
13
2ρP
v =
2212 2
1 vPP ρ−=
La densità all’interno del serbatoio si può calcolare tramite l’equazione di stato dei gas perfetti, utilizzando non i valori relativi per le pressioni, ma quelli reali, e considerando che, per il problema in esame, si può considerare il fluido incompressibile si può scrivere:
3
1
11 26.1
)27315(287)1010003000( mkg
RTP
=+⋅
+==ρ
Da cui:
smPv /692
1
13 ==
ρ
smvdvAQ 3
32
33 00542.0=== π Per determinare la pressione nel condotto i applica l’equazione di continuità:
D=0.03md=0.01
1 2 3
232
2233 vAvA = Da cui:
smDdvv 67.7
2
32 =⎟⎠⎞
⎜⎝⎛=
22
212 296321 mNvPP =−= ρ
ES.3.3.7 In un condotto cilindrico di scarico di diametro d=0.1m, scorre acqua da un serbatoio di D=1m. Determinare la portata necessaria dal condotto di alimentazione affinche la profondità del’acqua nel serbatoio resti costante e pari a 2m,. Dare anche una valutazione dell’eerore che si commette se si assume che la velocità del flusso dentro il serbatoio è nulla (assumere le pressioni relative alla pressione atmosferica e tenere conto che il condotto di scarico sfocia in aria).
Soluzione ES.3.3.7 Si consideri un volume di controllo come nella figura seguente:
h=2m
D
d
Q
233
Si applichi la conservazione della massa:
2
21
2212211 ⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛==⇒=
Ddv
AAvvAvAv ρρ
Applicando ora l’equazione di Bernoulli tra la superficie libera del serbatoio e la sezione di uscita, si ha:
222
222112111 2
121 gzvPzgvP ρρρρρ ++=++
Ma atmPPP == 21 , quindi si ha:
)()(21
122
221 zzgvv −=− ρρ
ghvv 22
122 =−
Ma:
422
21 ⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛=
Ddvv
Da cui:
sm
Dd
ghv /26.6
1
242 =
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛−
=
smvAQout
322 049.0== = Qin se h = cost.
N.B. Se avessi supposto v1 = 0 avrei ottenuto da Bernoulli (ponendo con l’apice zero le grandezze relative a questo caso considerato):
ghvvgh 2)()(21 20
220
2 =⇒= ρρ
ghAvAQ 22
022
0 == Da cui si può calcolarne l’errore relativo commesso nell’approssimazione:
( )[ ] %1/1
121
1
244
0
≈−
=⋅
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛−
==Ddgh
Dd
ghQQε
Essendo l’errore molto piccolo, è lecito per grossi serbatoi porre v1 = 0 (cioè se D >> d)
234
Soluzione ES 3.3.8 Soluzione non fornita.