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I Libri dell’Antico Testamento

La parola «Canone» deriva dal greco κανών (canon) che significa «metro», «regolo» e quindi «regola», «norma» o «modello»

Forse deriva a sua volta dall’ebraico «kaneh», ossia giunco o canna

«L'uomo aveva in mano una canna per misurare, lunga sei cubiti, di un cubito e un palmo ciascuno» (Ezechiele 40:5).

«Su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia, e così siano sull'Israele di Dio» (Galati 6:16).

«Crediamo ed accettiamo l’intera Bibbia come la ispirata Parola di Dio, unica, infallibile ed autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta» (Articoli di fede A.D.I.)

Il Canone dell’Antico Testamento è l’elenco dei libri che, assieme a quelli del Nuovo Testamento, costituiscono la regola per i credenti

Questi libri hanno dimostrato nel tempo i criteri di ispirazione e autorevolezza

È stata la Tradizione apostolica a far discernere alla Chiesa quali scritti dovessero essere compresi nell’elenco dei Libri Sacri. Questo elenco completo è chiamato «Canone» delle Scritture (Catechismo della Chiesa Cattolica, 120)

Accade così che la Chiesa, alla quale è affidata la trasmissione e l’interpretazione della Rivelazione, «attinga la sua certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura. Perciò l’una e l’altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di rispetto» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 82)

La posizione dei riformatori protestanti è molto diversa - «Sola Scriptura» e quindi non la Tradizione assieme alle Scritture sotto il Magistero della Chiesa

«La Bibbia non è una raccolta autorizzata di libri, ma una raccolta di libri autorevoli»

«I libri … erano considerati canonici per la loro natura intrinseca o in virtù dell’autorità dei loro autori, prima ancora di venir raccolti in un canone» (Aggiungi alla Fede la Conoscenza, GBU)

Gli Ebrei oggi usano la parola inventata «Tanakh» per rappresentare la totalità delle loro Scritture

Questo corrisponde alle tre divisioni delle scritture ebraiche: Torah (i cinque libri di Mosè)

Neviim (i profeti)

Ketuvim (gli Scritti Sacri)

«Poi disse loro: "Queste sono le cose che io vi dicevo quand'ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi". Allora aprì loro la mente per capire le Scritture» (Luca 24:44-45)

La divisione dei 24 libri nelle Scritture Ebraiche è come segue:

Il Torah (5 libri): Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio

I Profeti (8 libri):

Anteriori: Giosuè, Giudici, Samuele, Re

Posteriori: Isaia, Geremia, Ezechiele, Profeti Minori (un libro con 12 profeti)

Gli Scritti (11 libri): Salmi, Proverbi, Giobbe, Cantico dei Cantici, Rut, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester, Daniele, Esdra/Neemia, Cronache

I 24 libri corrispondono ai 39 libri dell’Antico Testamento nelle edizioni della Bibbia usate dalle chiese protestanti ed evangeliche

Nella Bibbia cristiana, l’ordine dei libri è diverso: 17 Libri storici (da Genesi a Ester)

5 Libri sapienziali (da Giobbe a Cantico dei Cantici)

17 Libri profetici (da Isaia a Malachia)

Le edizioni cattoliche comprendono altri 7 libri e passi aggiunti a Ester e Daniele

Questo libri sono chiamati «apocrifi» dai protestanti e «deuterocanonici» dai cattolici

Dopo la conquista dell’impero persiano da Alessandro Magno, la lingua greca si diffuse nel Vicino Oriente

Le comunità ebraiche fuori dalla Giudea sentivano il bisogno di disporre delle Scritture in greco, perché non usavano né l’ebraico né l’aramaico nella vita quotidiana

Iniziando nel regno di Tolomeo Filadelfo (285-246 a.C.) fu preparata una traduzione delle Scritture in greco, partendo probabilmente dal Torah

La leggenda racconta che fu richiesto al Sommo Sacerdote di mandare degli studiosi, e da Gerusalemme sarebbero arrivati 6 per ogni tribù, ossia 72 traduttori che in 72 giorni tradussero le Scritture in greco

Sembra più probabile che l’opera sia stata portata a termine nell’arco di circa cent’anni da diversi traduttori

La versione dei Settanta divenne il testo dell’Antico Testamento utilizzato dalla nascente chiesa cristiana

Oltre ai libri di cui abbiamo il testo in ebraico, le edizioni della versione dei Settanta contengono altri libri di cui esiste solo il testo in greco

Questi libri sono chiamati «apocrifi» dalla parola greca αποκρυφος, (apocrufos) che significa «nascosto», ossia segreto e difficile da capire

Il libro di 4 Esdra dice che dopo la distruzione delle Scritture nel rogo del tempio, Esdra dettò 94 libri, di cui 24 per tutti e 70 solo per i saggi

I 24 corrispondono probabilmente all’attuale canone delle Scritture Ebraiche

Nel prologo del libro di Siracide, il traduttore, nipote di Gesù Ben Sira, scrisse nel 132 a.C.

Molti e importanti insegnamenti ci sono dati dalla legge, dai profeti e dagli altri scritti successivi, per i quali è bene dar lode a Israele quanto a dottrina e sapienza …

Per questo motivo, mio nonno Gesù, dopo essersi dedicato per tanto tempo alla lettura della legge, dei profeti e degli altri libri dei nostri padri, avendone conseguito una notevole competenza, fu indotto pure lui a scrivere qualche cosa su ciò che riguarda la dottrina e la sapienza …

Siete dunque invitati a farne la lettura con benevola attenzione e ad essere indulgenti se, nonostante l’impegno posto nella traduzione, sembrerà che non siamo riusciti a rendere la forza di certe espressioni. Difatti le cose dette in ebraico non hanno la medesima forza quando vengono tradotte in un’altra lingua. E non solamente quest’opera, ma anche la stessa legge, i profeti e il resto dei libri nel testo originale conservano un vantaggio non piccolo. (Traduzione CEI 2008)

Da questa testimonianza vediamo che già nel secondo secolo avanti Cristo:

Le tre categorie delle Scritture Ebraiche erano conosciute

Si riconosceva la superiorità dei testi in ebraico

Alla fine del primo secolo d.C., lo storico ebreo Giuseppe Flavio scrisse in «Contro Apione»:

Poiché non abbiamo tra noi una moltitudine di libri in contraddizione tra loro (come i Greci) ma solo 22 libri che contengono la storia dei tempi passati e che giustamente si considerano divini; di cui 5 appartengono a Mosè … dalla morte di Mosè fino al regno di Artaserse re di Persia, i profeti successivi a Mosè scrissero quello che avvenne ai loro tempi in 13 libri. Gli ultimi 4 libri contengono inni a Dio e precetti per la condotta della vita umana.

È vero che la nostra storia dopo Artaserse è stata scritta nei particolari, ma non è stata considerata di pari autorità di prima dai nostri progenitori, perché non c’è stata una successione di profeti da allora; e quanto abbiamo dato credito a questi libri della nostra nazione è evidente da quello che facciamo; perché benché sia passato tanto tempo, nessuno ha osato aggiungere alcunché a essi, togliere qualcosa da essi, o fare alcuna modifica; ma è diventato naturale per tutti gli Ebrei fin dalla loro nascita stimare che questi libri contengano le dottrine divine e di perseverare in essi e, se necessario, essere disposti a morire per essi.

Giuseppe Flavio parlò della mancanza dei profeti riconosciuto dopo Artaserse

Uno dei criteri principali per accettare un libro nel Canone dell’AT è il collegamento con un profeta e nel NT con un apostolo

«Perché vi ricordiate le parole già dette dai santi profeti, e il comandamento del Signore e Salvatore trasmessovi dai vostri apostoli» (2 Pietro 3:2)

«Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare» (Efesini 2:20)

«Ci sono ventidue libri . . . Questo prologo delle Scritture può concorrere per così dire alla difesa di tutti i libri che traduciamo dall’ebraico in latino: affinché siamo in grado di sapere che tutto ciò che è al di fuori va incluso negli apocrifi.»

Girolamo consigliò di stare bene attenti «a tutti quanti i libri apocrifi. Se qualche volta [si] avesse intenzione di consultarli, non per trarne verità dogmatiche ma solo per contemplarne devotamente i simboli, [si] sappia che gli autori non sono quelli che figurano nelle rispettive intestazioni e che ci sono frammischiati non pochi elementi falsi, per cui occorre una grande prudenza per discernere l’oro nel fango»

Nel Concilio di Trento (1546), alcuni dei libri apocrifi dell’Antico Testamento furono giudicati canonici e vennero designati «deuterocanonici» perché diventati canonici in un secondo tempo

Questa misura fece parte della «Controriforma» per contrastare gli insegnamenti dei Riformatori

Nei libri deuterocanonici ci sono alcuni passi che sono stati usati per appoggiare le dottrine di preghiere e suffragi per i defunti, e delle opere meritorie per la salvezza

«Perché, se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli pensava alla magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato» (2 Maccabei 12:44,45).

«È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio» (Ebrei 9:27).

«L’elemosina salva dalla morte e purifica da ogni peccato» (Tobia 12:9)

«L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i peccati» (Siracide 3:30)

«Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore» (Tito 3:5-6).

«Il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato» (1 Giovanni 1:7)

«Nell’anno dodicesimo del regno di Nabucodonosor, che era il re degli Assiri nella grande città di Nineve, Arfacsad regnava sui Medi a Ecbatana» (Giuditta 1:1)

«Nabucodonosor, re di Babilonia (604-562 a.C.), non fu mai chiamato «re di Assur» e non regnò a Ninive, distrutta nel 612 da suo padre, Nabopolassar … non si conosce nessun Arfacsad dalla storia. Il suo nome fa pensare a Fraorte (675-653), fondatore del regno di Media, che aveva come capitale Ecbatana» (Appunti della Bibbia di Gerusalemme)

Le prime traduzioni della Bibbia in lingua moderna, a partire da quella di Lutero in tedesco, ponevano i libri apocrifi in una sezione tra l’Antico e il Nuovo Testamento

Anche la traduzione Diodati comprendeva i libri apocrifi in un’apposita sezione

Nel 19° secolo, le edizioni protestanti smisero di includere i libri apocrifi

Ai tempi di Gesù, il Canone delle Scritture era già chiuso:

«La Scrittura non può essere annullata» (Giovanni 10:35)

«Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento» (Matteo 5:17)

Secondo Paolo, la Scrittura era affidata agli Ebrei

«Qual è dunque il vantaggio del Giudeo? … Grande in ogni senso. Prima di tutto, perché a loro furono affidate le rivelazioni di Dio» (Romani 3:1-2)

L’affermazione di Gesù: «Per questo la sapienza di Dio ha detto: "Io manderò loro dei profeti e degli apostoli; ne uccideranno alcuni e ne perseguiteranno altri", affinché del sangue di tutti i profeti sparso fin dall'inizio del mondo sia chiesto conto a questa generazione; dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria che fu ucciso tra l'altare e il tempio; sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione»

(Luca 11:49-51) accenna al Canone Ebraico

L’uccisione di Abele fu il primo omicidio nella Genesi mentre quello di Zaccaria fu l’ultimo nelle Scritture Ebraiche secondo l’ordine dei libri ma non in senso cronologico

«Allora lo Spirito di Dio investì Zaccaria, figlio del sacerdote Ieoiada, il quale stando in piedi in mezzo al popolo, disse: "Così dice Dio: «Perché trasgredite i comandamenti del SIGNORE? Voi non prospererete; poiché avete abbandonato il SIGNORE, anch'egli vi abbandonerà"». Ma quelli fecero una congiura contro di lui, e lo lapidarono per ordine del re, nel cortile della casa del SIGNORE» (2 Cronache 24:20-21)

L’ultima uccisione di un profeta nell’AT era Uria più di due secoli dopo (Geremia 26:23)

Tutti i libri delle Scritture Ebraiche sono citati o menzionati nel Nuovo Testamento, ad eccezione di Esdra, Neemia, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste

Non ci sono citazioni da libri «deuterocanonici» nel Nuovo Testamento

L’insegnamento del Nuovo Testamento fa riferimento ai libri dell’AT ebraico e contrasta con alcuni insegnamenti nei libri apocrifi

Come evangelici, confermiamo il parere degli Ebrei, di Gesù e gli apostoli, di Flavio Giuseppe, di Girolamo e dei Riformatori sui libri apocrifi

I libri storici dell’Antico Testamento vengono suddivisi in due gruppi: Il Pentateuco (i cinque libri), corrispondente al

Torah ebraico, che tratta la storia dalla creazione fino alla soglia della terra promessa

Gli altri dodici libri storici che vanno dalla conquista della terra promessa al periodo dopo l’esilio in Babilonia

La tradizione ebraica e la testimonianza del NT affermano che Mosè è lo scrittore del Pentateuco: «Applicatevi dunque risolutamente a osservare e a

mettere in pratica tutto quel che è scritto nel libro della legge di Mosè» (Giosuè 23:6)

«Il sacerdote Chilchia trovò il libro della Legge del SIGNORE, data per mezzo di Mosè» (2 Cronache 34:14)

«Non avete letto nel libro di Mosè, nel passo del "pruno", come Dio gli parlò ?» (Marco 12:26)

«Infatti, se credeste a Mosè, credereste anche a me; poiché egli ha scritto di me» (Giovanni 5:46)

Per la compilazione della Genesi, è possibile che Mosè abbia avuto a disposizione delle tavole di argilla di proprietà della famiglia di Abraamo con notizie sulla loro storia e genealogia. Ogni tavola finisce con la frase «la posterità di …» o simile

La cosiddetta «ipotesi documentale» pretende invece di trovare nel Pentateuco tracce di documenti scritti da varie fonti in base all’uso del nome Elohim oppure Yahweh per riferirsi a Dio.

La composizione finale sarebbe opera di un anonimo «redattore» prima dell’esilio

Genesi: dalla creazione alla morte di Giuseppe. Dal capitolo 12 la storia si concentra sulla famiglia di Abraamo. «Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua

progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno» (Genesi 3:15)

«Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né sarà allontanato il bastone del comando dai suoi piedi, finché venga colui al quale esso appartiene e a cui ubbidiranno i popoli» (Genesi 49:10)

Esodo: dall’oppressione in Egitto alla costruzione del Tabernacolo L’agnello pasquale parla di Cristo che con la Sua

morte ci ha liberati dalla schiavitù del peccato

Levitico: disposizioni per i sacrifici e per le feste annuali (Pasqua, Pentecoste, Capanne), gli anni sabatici e i giubilei I sacrifici parlano simbolicamente dell’opera di

Cristo che si fece sacrificio per noi

Le disposizioni per la lebbra ci parlano del peccato e i suoi effetti nefasti

Numeri: i censimenti all’inizio e fine dell’Esodo e i pellegrinaggi nel deserto per 40 anni «Il SIGNORE disse a Mosè: "Fòrgiati un serpente

velenoso e mettilo sopra un'asta: chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita"» (Numeri 21:8)

«E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna» (Giovanni 3:14-15)

Deuteronomio: la legge ripetuta alla nuova generazione prima di entrare in Canaan sotto forma di cinque discorsi di Mosè. Termina con la morte di Mosè. «Per te il SIGNORE, il tuo Dio, farà sorgere in mezzo

a te, fra i tuoi fratelli, un profeta come me; a lui darete ascolto!» (Deuteronomio 18:15)

Giosuè: la storia della conquista di Canaan e la suddivisione tra le tribù sotto la guida di Giosuè «Mentre Giosuè era presso Gerico, egli alzò gli

occhi, guardò, ed ecco un uomo in piedi che gli stava davanti, tenendo in mano la spada sguainata. Giosuè andò verso di lui, e gli disse: "Sei tu dei nostri, o dei nostri nemici?" E quello rispose: "No, io sono il capo dell'esercito del SIGNORE; arrivo adesso". Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: "Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo?". Il capo dell'esercito del SIGNORE disse a Giosuè: "Togliti i calzari dai piedi; perché il luogo dove stai è santo". E Giosuè fece così» (Giosuè 5:13-15)

Giudici: il periodo tra la conquista e la monarchia caratterizzato da «giudici» mandati da Dio «Poi Manoà disse all'angelo del SIGNORE: "Qual è il

tuo nome, affinché, quando si saranno adempiute le tue parole, noi ti rendiamo onore?" L'angelo del SIGNORE gli rispose: "Perché mi chiedi il mio nome? Esso è meraviglioso"» (Giudici 13:17-18)

Rut: una storia riguardante gli antenati di Davide durante il periodo dei giudici «Salmon generò Boos da Raab; Boos generò Obed

da Rut; Obed generò Iesse, e Iesse generò Davide, il re» (Matteo 1:5,6)

1 Samuele: dalla nascita di Samuele, ultimo dei giudici, alla morte di Saul, primo re Samuele, come profeta, sacerdote e giudice

prefigura Cristo che unisce in Sé questi tre uffici

2 Samuele: il regno di Davide Davide, pastore e re, ci parla anticipatamente di

Gesù il Buon Pastore e Re dei re «nato dalla stirpe di Davide secondo la carne» (Romani 1:3)

1 Re: il regno di Salomone, la costruzione del tempio, la divisione del regno, fino al regno di Giosafat

2 Re: dal regno di Acazia alla caduta di Gerusalemme e la deportazione prima di Israele e poi di Giuda

1 Cronache: Genealogie e il regno di Davide

2 Cronache: la storia di Giuda fino alla caduta di Gerusalemme

I libri di Re e di Cronache trattano lo stesso periodo storico

Nel libro dei Re abbiamo notizie sia su Giuda che su Israele dopo la divisione del regno mentre il libro di Cronache si concentra sul regno di Giuda

Nel libro dei Re si parla spesso dei profeti, mentre in Cronache l’enfasi è sulle attività dei leviti e dei sacerdoti nel tempio

Il libro dei Re fu probabilmente compilato all’inizio dell’esilio, mentre Cronache viene attribuito a Esdra, dopo il ritorno dall’esilio

Esdra: l’editto di Ciro, il primo ritorno dall’esilio, la ricostruzione del tempio, la missione di Esdra e la separazione dai popoli pagani

Neemia: la ricostruzione delle mura di Gerusalemme e la lettura della legge di Dio a tutto il popolo

Ester: il complotto sventato contro gli Ebrei in Persia e le origini della festa dei Purim

Giobbe: le vicende di Giobbe, probabilmente ai tempi dei patriarchi. Alcuni credono sia stato scritto da Mosè. «Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si

alzerà sulla polvere. E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio!» (Giobbe 19:25-26)

Salmi: cantici e poemi spirituali. Circa la metà sono attribuiti a Davide. I Salmi 2, 8, 16, 22, 23, 24, 40, 41, 45, 68, 72, 89, 102, 110

e 118 sono chiamati «messianici» perché parlano profeticamente di Cristo, il Messia

Proverbi: massime morali e spirituali con istruzioni per vivere una vita onesta. La maggior parte sono attribuiti a Salomone. «Chi è salito in cielo e ne è disceso? Chi ha raccolto

il vento nel suo pugno? Chi ha racchiuso le acque nella sua veste? Chi ha stabilito tutti i confini della terra? Qual è il suo nome e il nome di suo figlio? Lo sai tu?» (Proverbi 30:4)

Ecclesiaste: riflessioni di un filosofo («il predicatore») che alla fine trova le risposte in Dio

Cantico dei Cantici: una poesia d’amore in cui si vede l’amore di Cristo per la Sposa (la Chiesa)

I libri profetici vengono suddivisi in: Profeti maggiori - Isaia, Geremia + Lamentazioni,

Ezechiele, Daniele

Profeti minori - Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia

Questa distinzione si basa sulla lunghezza dei libri piuttosto che sulla validità del loro messaggio

Nelle Scritture Ebraiche, i «profeti minori» sono contenuti in un solo rotolo chiamato «i dodici»

Isaia: profeta in Giuda. Profeta del ritorno dall’esilio e della redenzione. Contiene dei passi importanti sulla nascita e sulla morte di Cristo. «Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato

dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace» (Isaia 9:5).

«Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti» (Isaia 53:5).

Geremia: profeta a Gerusalemme fino alla sua caduta. Conosciuto come «il profeta del pianto». «Ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele,

dopo quei giorni», dice il SIGNORE: «io metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo» (Geremia 31:33)

Lamentazioni: attribuito a Geremia. Elegie in forma di acrostico sulla distruzione di Gerusalemme. «Quando fu vicino, vedendo la città, pianse su di

essa» (Luca 19:41)

Ezechiele: profeta a Babilonia prima e dopo la caduta di Gerusalemme. Pieno di simbolismo sul futuro di Israele.

«Infatti così dice DIO, il Signore: Eccomi! io stesso mi prenderò cura delle mie pecore e andrò in cerca di loro» (Ezechiele 34:11)

«Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore» (Giovanni 10:11)

Daniele: profeta a Babilonia durante l’impero babilonese fino all’inizio dell’impero medo-persiano. La seconda parte contiene delle visioni del futuro in stile «apocalittico».

Osea: profeta di Israele, contemporaneo di Isaia. La sua amara esperienza con la moglie fu la base del messaggio dell’amore di Dio per Israele. «Chiamai mio figlio fuori d’Egitto» (Osea 11:1 -

citato in Matteo 2:15)

Gioele: profeta di Giuda che annuncia castighi e il giorno del Signore. Pietro citò Gioele quando predicò il giorno della Pentecoste.

Amos: profeta in Israele benché proveniente da Giuda. Denuncia del peccato e dell’ingiustizia. «Quel giorno io rialzerò la capanna di Davide che è

caduta, ne riparerò i danni, ne rialzerò le rovine, la ricostruirò com'era nei giorni antichi» (Amos 9:11)

Abdia: Profezia sulla rovina di Edom, antico nemico di Israele e discendenti da Esaù

Giona: profeta di Israele inviato dal Signore a Ninive, capitale dell’Assiria «Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre

giorni e tre notti, così il Figlio dell'uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti» (Matteo 12:40)

Michea: contemporaneo di Isaia. Profetizzò che il Messia sarebbe nato a Betlemme «Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra

le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni» (Michea 5:1)

Naum: profezia sulla caduta di Ninive.

Abacuc: profezia sull’invasione babilonese di Giuda «Ma il giusto per la sua fede vivrà» (Abacuc 2:4)

«Com'è scritto: "Il giusto per fede vivrà"» (Romani 1:17)

Sofonia: profetizzò durante il regno di Giosia re di Giuda e contribuì alle sue riforme

Aggeo: profeta del ritorno dall’esilio babilonese. Esortò a completare la ricostruzione del tempio.

Zaccaria: contemporaneo di Aggeo. «Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso,

umile, in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell'asina» (Zaccaria 9:9)

«In quel giorno i suoi piedi si poseranno sul monte degli Ulivi, che sta di fronte a Gerusalemme, a oriente» (Zaccaria 14:4)

Malachia: probabilmente contemporaneo di Neemia. L’ultima voce profetica dell’AT. «Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il

giorno del SIGNORE, giorno grande e terribile» (Malachia 4:5)