Download - Γέλως βάραθρον: ironia e umorismo nella letteratura greca da Omero ai Cristiani

Transcript
  • : ironia e umorismo nella letteratura greca da Omero ai Cristiani Storia della Lingua GrecaLaurea Magistrale in Filologia, Letteratura e Tradizione Classicaa.a. 2012/2013 [email protected]

  • prologo Quale allegria,se ti ho cercato per una vita senza trovarti,senza nemmeno avere la soddisfazione di averti,per vederti andare via.

    Quale allegria,se non riesco neanche pi a immaginartisenza sapere se strisciare, se volare,insomma, non so pi dove cercarti.

    Quale allegria.(L. Dalla, Quale allegria) (Diogeniano, vulg. 2,27)

  • uno strumento di indagine riso e amarezza la sospensione dellimmediatezza (Kierkegaard) le parole che non si possono direlironia come strumento del pensiero e della lingua

  • un incontro di persone e obiettivipresentazioni reciproche: attese e obiettivi

    presentazione del corso: gli obiettivi i modi programma e calendario le verifiche il materiale

  • gli obiettivi approfondire una lingua nei suoi contesti

    comunicare, insegnare, autovalutarsi

    fare ricerca: metodi e strumenti

  • i modi lezioni introduttive e finestre di approfondimento

    lezioni-Referate

    esercizi personali

  • programma e calendario il programma e la tabella delle lezioni

    Storia della lingua:1.10-7.11 Grammatica: 12.11-19.12

    i libri in programma

    date degli appelli

  • le verifiche autovalutazione: le schede di verifica

    Referate

    esame finale: il tema e il saggio

  • il materiale http://www2.classics.unibo.it/Didattica/Programs/20122013/Neri/

  • le parole dello humor e dellironia...

  • il riso degli di , , .

    Iliade I 595-600

  • riso e sorriso il divino sorriso di Era la pacificazione il banchetto come luogo del riso conciliazione e autoironia il riso e la relazione Maggiore/minore saper ridere e saper fare ridere il riso che sorge

  • la dissimulazione (pi o meno) onestaAr. Nu. 443-451. , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Ar. V. 174s.. , , .

  • la dissimulazione (pi o meno) onestaAr. . 1208-1211. , . , . .

  • dissimulazione e impostura lapparire meno di quel che si la menzogna linganno tra captatio benevolentiae e disarmo il contrario dell finti tonti e sciattoni

  • dalla scarnificazione al sarcasmoAr. Pax 481-483. . . Ar. Ra. 964-967. . , , , .

  • , e : definizioni LSJ9 342, 491, 1584 Chantraine, DELG 214, 326, 989 Beekes, EDG 264s., 393s., 1309

  • ridere, minimizzarsi, scarnificare il riso che scoppia: la felicit come istante il riso come luce lautoriduzione e linganno lautoironia e la strategia della debolezza il riso amaro, a denti stretti la scarnificazione dellavversario

  • ILIADE

  • Iliade II 188-270 [1] , 190 [...] , ,200 , , , 205 , .

  • Iliade II 188-270 [2] , , . 210 , , , , , 215 , , . 220

  • Iliade II 188-270 [3] . 225 , , . , , 230 , , , . 235

  • Iliade II 188-270 [4] , , .240 , , , 245 , , , , .

  • Iliade II 188-270 [5] , 250 , . , . , 255 . , , , , 260 , , ,

  • Iliade II 188-270 [6] . , 265 , , . 270

  • Tersite: il primo personaggio comico la petulanza la deforme bruttezza la ghignante contestazione del potere lamore per la disputa e per la discordia la propensione allinsulto il disfattismo demagogico la turpe cattiveria irrisa

    Il riso degli integrati come conferma dei valori in gioco

  • Lingue letterarie e lingue parlateIl greco (tranne, parzialmente, glosse e iscrizioni, che peraltro sono formalizzate) per noi una lingua letteraria (ma ci, come sempre avviene per le lingue antiche, dovuto anche al processo della tradizione).Il complesso dei linguisti e il sospetto verso le lingue letterarie: lesempio del latino da Augusto al Rinascimento (o al Concilio Vaticano II) e del sanscrito, il divaricarsi dei piani.Le lingue letterarie come forme normalizzate del parlato e come insiemi compatti di regole fissate e codificate, e le lingue parlate come incerti oggetti di ricerca (quale lingua parlata? quali atlanti linguistici?).Limportanza, anche modellizzante, delle lingue letterarie (es. il gotico di Ulfila, lo slavo o slavone di Salonicco di Cirillo e Metodio, larmeno dei primi traduttori biblici, larabo del Corano) e le lingue comuni in nuce (es. di Dante, Petrarca e Boccaccio).on di rado una lingua letteraria diventa lingua comune.

  • Dal parlato alla letteraturaLe lingue letterarie, come anche le lingue religiose, sono un tipo particolare di lingue speciali o tecniche.Parlate locali (ogni gruppo locale ha la sua) e parlate speciali (gruppi professionali, esercito, sport).Il carattere esoterico e segreto delle lingue speciali, che le rende cos difficili da studiare.I caratteri delle lingue speciali: il mantenimento della fonetica e del sistema grammaticale, e la differenziazione lessicale (il lessico ha una certa autonomia ed pi facilmente modificabile: per es. la lingua dei ragazzi); forestierismi, neologismi, slittamenti semantici.

  • Lingue letterarie religiose e profaneLe lingue religiose: il passaggio dallumano al divino e lesigenza di discontinuit e di oscurit (terminologica e sintattica: les. di Ahura Mazdah); le Gatha, gli inni vedici, il Carmen fratrum Arvalium, lInno a Zeus dellAgamennone di Eschilo.Il processo di laicizzazione delle lingue religiose: lintervento di elementi esterni (i re stranieri in India) e il proselitismo (lalfabeto gotico, slavo, armeno).Il processo di cristallizzazione e di irrigidimento indotto dalle lingue religiose divenute letterarie: la chiave di interpretazione della realt e la meccanizzazione del pensiero.Linternazionalismo delle lingue letterarie.Le lingue letterarie di origine profana: thul islandesi, fil irlandesi, scop anglosassoni, chansons de gestes francesi.

  • Il greco come lingua profanaIl diletto delle aristocrazie, le feste pubbliche, i ritrovi dei gruppi; la scarsa incidenza dellelemento religioso sulla lingua e sulla letteratura elleniche.I caratteri delle lingue letterarie: arcaismo e dialettalismo (il dialetto diverso da quello su cui riposa la lingua corrente); differenze grammaticali (il passato remoto, il congiuntivo, ), fonetiche (gorod e grad in russo), lessicali (corsiero, affinch, concerne, sono a dirle, spleta; lesempio dei Cechi e dei Francesi: ordinateur e computer), di ordo verborum (le esigenze di autonomia e completezza delle frasi letterarie).Parlato (varietas e irregolarit grammaticale, monotonia nei tipi di frase e nel lessico) versus letterario (regolarit [monotonia] grammaticale, variet nei tipi di frase e nel lessico).

  • ODISSEA

  • Odissea XVIII 1-107 [1] , , , . 5 , , . , , , , . 10 , , . , .

  • Odissea XVIII 1-107 [2] 25 , , , . , 30 [...] , , , , 80 , . [...] , 105 , .

  • Odisseo e Iro: ironia e spacconeria nessuno ci che sembra ironia e alazoneia violenza desiderata e violenza nascosta dalle parole ai fatti: il disvelamento dell divertimenti miserabili: i proci e la pornografia il terrore della debolezza e la cautela della forza lintronizzazione dell smascherato la prova come ristabilimento dei ruoli

  • La lingua di Omero?Il fantasma del testo di Omero: prima e dopo Alessandria.Let prealessandrina: il sostrato acheo (arcadico-cipriota); il sostrato eolico (ma tessalico pi che lesbico) e le differenti spiegazioni degli eolismi omerici; la fase ionica; ledizione pisistratidea e latticizzazione (?); il - ionico del 403 (lesempio di ); edizioni e .Let alessandrina e postalessandrina: il lavoro degli Alessandrini (Zenodoto, Aristofane di Bisanzio) e le edizioni selvagge dei papiri; Aristarco e la sua scuola; lerudizione ellenistica (Aristonico e Didimo, Erodiano e Nicanore: il commento dei quattro); il Venetus A e la tradizione medioevale.Il problema degli arcaismi: il testo come risultato di un continuo compromesso tra le esigenze della tradizione e della metrica da un lato e della modernizza-zione e delluditorio dallaltro.La fissazione del testo omerico risale a unepoca in cui la pronuncia si era gi differenziata rispetto a quella degli antichi aedi.Le differenze/oscillazioni (dovute al destinatario: Ioni, Eoli, ecc.) gi nel testo antico.

  • Incoerenze omericheLazione del digamma () scoperto da Richard Bentley:a) i 350 casi in cui fa posizione nei tempi forti dellesametro (ma non nei deboli).b) i migliaia di casi in cui evita lo iato.c) la consonante che si sta indebolendo (il passaggio da Omero a Esiodo).Il dativo plurale delle declinazioni tematiche:le forme antiche e e le forme recenti e /.Forme non contratte e forme contratte:a) il genitivo singolare: , e /.b) le contrazioni indebite ( ed ).c) il caso , , , , ().

  • La : diacronia e sincronia Le forme eoliche nelle iscrizioni ioniche di Chio, e le forme eoliche metricamente protette (o metricamente necessarie).Il passaggio di a .I duali in , i gen. in e in , / .I nomi di Posidone e degli Ioni.Dativi plurali in essi ((), ) e aoristi in .Le forme dellarticolo plurale.Forme con nasali geminate e pronomi personali.Esiti di labiovelari (, , ).Desinenze di infiniti.I participi perfetti in (). Le varie forme delle preposizioni (, , ).Le particelle modali: () e () .I nomina agentis: / per i nomi semplici e / per i composti (come in eolico).Il destinatario ionico e il sostrato eolico (lAsia Minore ionicizzata).

  • Il carattere arcaico della lingua epica La presenza intermittente dellaumento, non rintracciabile in alcun testo di prosa.Lautonomia degli avverbi, non ancora preposizioni o preverbi.Lalternanza di con : e , e , () ed ().La progressiva scomparsa (non rivoluzionante) di alcune libert e di alcune oscillazioni: la regolarizzazione linguistica del greco post-epico.

  • Una lingua letteraria e internazionale Luso incoerente e versificatorio del duale (, ).Il pubblico aristocratico e la corporazione internazionale degli aedi.I composti letterarizzanti e termini peregrini ().Opera aperta, formularit, pensiero individuale e libero dei personaggi.

  • SAFFO

  • Saffo, frr. 55, 91, 135, 155 V. .

    , , ...

  • ironie al femminile rivalit educative? modi di essere e modi di insegnare questioni di stile competenza poetica e competenza afroditica ci che resta: poetiche del ricordo la fastidiosa Irene ironia e sarcasmo come armi politiche e culturali

  • per approfondire... Sapph. fr. 57 V. (la rozzezza di una ciarlatana); Sapph. fr. 68a V. (odiata Andromeda, amata Megara);Sapph. fr. 130 V. (l di Eros); Sapph. fr. 133 V. (ancora su Andromeda).

  • ANACREONTE

  • Anacreonte, PMG 388 , , ,() , , 5 ,() , , , () 10 .

  • Anacreonte, PMG 395 , , , 5 , 10 .

  • ironia e autoironia Artemone prima e dopo la vita fasulla e la vita rifatta sofferenza e lusso come estremi ridicoli labbigliamento come biglietto da visita frequentazioni e mbiti sociali ironia che scarnifica o ironia benevola? lautoironia e le parole proibite

  • Linvenzione dellarticolo Il primo manifestarsi dellindividualit e del presente nella lirica greca arcaica: il mito come confronto, la sentenza e lo snodo tra particolare e universale, lio e il sentimento, la mobilit dello spirito (B.Snell).La formazione (autoctona soltanto in Grecia) dei concetti scientifici e la lingua come espressione dello spirito e come mezzo di conoscenza: le premesse linguistiche della scienza e la selezione degli elementi linguistici necessari allelaborazione teorica.La fissazione delluniversale in forma determinata e il processo di astrazione (nomi propri [lindividuale], nomi comuni [il generale: classificazione, generalizzazione e prima conoscenza], astratti [mere astrazioni senza plurale; nomi mitici-personificazioni e metafore: antropomorfizzare lincorporeo]): linvenzione dellarticolo e la sostantivazione dellaggettivo e delle forme verbali.Funzioni dellarticolo: determinare limmateriale, porlo come universale, determinare singolarmente luniversale (farne cio un nome astratto, comune e proprio a un tempo).Luso particolare, determinato (questo qui), dellarticolo omerico (ed esiodico): il valore dimostrativo e lassenza degli articoli veri e propri; il valore oppositivo (questi quelli); il valore anaforico (Odisseo lui); il valore connettivo-relativo (e quelle ); il valore prolettico (questo: ...); il valore dimostrativo-apposizionale (quella, lisola); il valore individualizzante (tutte quelle altre volte); il valore enfatico (questo tuo dono).La prima comparsa della prosa e la presenza dellarticolo (a eccezione delle iscrizioni cipriote e di quelle panfilie, che lo presentano assai di rado): il valore determinativo; il valore di rinvio e riferimento; il valore di opposizione; linterposizione e la creazione del gruppo del sostantivo; la sostantivazione di qualsiasi elemento della frase e lalgebra linguistica; un processo privo di ogni valore affettivo ma comodo per lesposizione delle idee, e di unagilit e variet che non hanno riscontro nella prosa di nessunaltra lingua indoeuropea (A.Meillet).

  • Le lingue dei lirici I dativi plurali in , (strum. ai. aih, ir. ai. lit. ais) e in , / (loc. su in indoiranico e baltosla-vo): in ionico, nei dialetti dorico-occidentali (eccezioni in argivo), (agg. e sost.) e (dim.) nel lesbico, le oscillazioni dellattico e delle lingue letterarie (la tragedia, la commedia di Epicarmo, i poeti lirici).Luso intermittente, arcaico (bharat e bhrat) e omerico, dellaumento: libero nella lirica corale e in quella eolica, costante (tranne omeriche eccezioni) in quella ionica.Luso intermittente, poetico, dellarticolo (raro negli elegiaci, nella lirica monodica e corale, pi frequente nel giambo e nella commedia, oltre che nella prosa).Liperbato e lordo verborum artificiale.

  • I generi della liricaIl fondo ionico (, , etc.) e gli epicismi dellelegia: ionicismi (o atticismi: ?) non epici (la progressiva riduzione) ed epicismi non ionici (il progressivo incremento). Lepigramma dalla dialettizzazione alla maggiore letterariet (fine IV sec.).Il verso popolare (con paralleli nel vedico) e lo ionico corrente (clto, non parlato: la lingua delle iscrizioni) del giambo (forme contratte, crasi, declinazione attica, termini volgari, la riduzione degli epicismi non ionici).Lincomparabile lirica eolica (in mancanza di una prosa eolica e di una lirica corale epicorica; il limitato apporto delle iscrizioni: fonetica e morfologia, non lessico) e beotica (Corinna), i metri innodici indoeuropei, il lessico e lo stile semplici; la lingua delle persone clte contemporanee (tranne la rarit dellarticolo e delle forme contratte): eolico nei lesbici, ionico in Anacreonte, beotico in Corinna.La lirica corale: il dorico di poeti non dorici; composizioni corali per feste religiose pubbliche e successiva laicizzazione; l, gli infiniti in , gen. in e dat. in , la mancanza di aoristi in e di futuri dorici, la rarit di (tranne che in Alcmane e in Pindaro: la confusione / nei codici), lalternanza /, la presenza di e (), e , i gen. in , > , i composti e la lingua solenne.

  • SOFOCLE

  • Sofocle, Edipo re 1005-1085 [1]. , 1005 . . . . , . ., , . . 1010. . . . , . . . , 1015. . . . , .

  • Sofocle, Edipo re 1005-1085 [2]. . .1020. . , , . . . .. , 1025. . . . . . . , , . 1030. . .

  • Sofocle, Edipo re 1005-1085 [3]., . . . .1035. . . , . . . . ., . 1040. . . . . . . , 1045. .

  • Sofocle, Edipo re 1005-1085 [4]. , , , .1050. . ., 1055. . . , . ., , 1060

  • Sofocle, Edipo re 1005-1085 [5], . . , . . , . . . 1065. . . . . , . . . 1070. , , . . , ,

  • Sofocle, Edipo re 1005-1085 [6] . 1075. , , . , , . 1080 , . . , .1085

  • lironia tragica il messo che (non) sa e il sovrano ignorante lindagine autolesionistica la parola e il silenzio Giocasta e la scelta del non sapere il dolore della conoscenza la conoscenza di s e lidentit la forza della verit e lironia della menzogna

  • I COMICI:DA EPICARMO AD ARISTOFANE

  • Epicarmo, Busiride fr. 18 K.-A. , , , , , , .

  • Aristofane, Cavalieri 40-70 [1]. . 40 , , , , . , . 45 , , , , , , , , 50, , , .

  • Aristofane, Cavalieri 40-70 [2] . , 55 . , .60 . , 65, ,

  • Aristofane, Cavalieri 40-70 [3] , . , . 70 , , .

  • bozzetto, commedia e ironia il ritratto di Eracle: il tipo comico mimesi e caricatura il vizio impersonato la satira politica il mostro comico lautoironia dellimpotenza il riso libero ma irregimentato

  • MENANDRO

  • Menandro, Scorbutico 711-747 [1]. [] [][] , . . 715 , . . 720 . . ,

  • Menandro, Scorbutico 711-747 [2] , 725 , , . . , , 730 , , . . , . , , ,735 . , . ,

  • Menandro, Scorbutico 711-747 [3] . ] , . 740] , ] ] , , , , . 745 . .[]. . , , , . 960, ,

  • Menandro, Scorbutico 959-969 . , , . . . 965 , , , , . .

  • maschere di societ limmanenza del tropos i tipi universali la satira (esportabile) degli outsiders le tematiche dei commoners Cnemone e la rivendicazione del carattere la festosa conferma dei ruoli riso sul vizio e intrattenimento

  • Il teatro: festa religiosa e laicaLe maschere da armamentario cultuale a istituto letterario e mezzo di rappresentazione.Lo scenario (il teatro di Dioniso), il pubblico (lintera polis) e la formalizzazione.La commistione di generi poetici non attici: il genere lirico religioso dorico e quello lirico narrativo ionico.Dalla lirica corale alla tragedia: il coro, il canto a solo, il parlato-recitato (lattivit di Arione di Metimna a Corinto e lorigine dorico-corinzia?).

  • Commistione linguistica nella tragediaI cori: i metri e la lingua lirici, l, le ultime tracce del sacro (le oscillazioni testuali e il problema della tradizione linguistica dei testi scenici).Il parlato giambo-trocaico, la lingua di Atene e gli ionismi letterarizzanti: la grammatica attica; ed attici; la sporadicit del duale; (non ) e (non ) e gli iperionismi (); forme ioniche letterarie ( per , e per , , ).La volont di distaccarsi dallattico quotidiano e di alzare il tono: gli omerismi (forme non contratte, lunghe e per e , des. in ed , forme pronominali e articolo-relativo, diverse forme verbali, comp. e , preposizioni, congiunzioni e particelle) e il gioco dei verbi composti (e dei preverbi esaustivi); la glossa in luogo del nome comune; occidentalismi (nel coro e nel dialogo: dal coro al dialogo o da Corinto ad Atene? Metricismi, poetismi, tecnicismi, originari); ionismi non omerici (e.g. , , , ).

  • La cultura di tipo atenieseLa commistione stilizzata di tutte le espressioni letterarie precedenti.La lirica discorsiva e narrativa ionica e la lirica religiosa dorica.Il carattere interdialettale e tendenzialmente imperialista della letteratura ateniese.La preparazione di una nuova lingua comune (che per sar creata dalla filosofia, dalla scienza e dalla storiografia pi che dalla poesia).

  • Il dramma siciliano e la commediaLa misteriosa (lassenza di opere intere fino a Teocrito e ad Archimede) ma influente (lesempio delle monete del VI sec. a.C.) cultura siciliana e le origini doriche del dramma ()La koine occidentale di tipo dorico: Epicarmo (il nome di un genere?) e Sofrone (la fortuna).I genitivi e , (< ), (< ), , , il dat. pl. in , (per ), , (per , )Le differenze dallattico, la lingua naturale e parlata, i composti parodici, linflusso della tragedia.

  • La commedia atticaLateniese parlato e le differenze tra Aristofane e Menandro: i volgarismi.La grammatica attica (imperativi in e in , ed , futuri dorici e non, ed , comparativi in e in , / / ), i cori e i composti paratragici (e paraepici e paralirici), gli stranieri parlanti nei dialetti locali (le lingue diverse ma comunicanti), i metricismi (-, -, etc.), Erfindungen comiche.La letteratura ateniese e panellenica.

  • PLATONE

  • Platone, Repubblica 336b-338c [1] , , , . , , , , , , , , .

  • Platone, Repubblica 336b-338c [2] , . , , , . , , , , , . , , -

  • Platone, Repubblica 336b-338c [3] , , , . , . . , , , , , , . , , , , ,

  • Platone, Repubblica 336b-338c [4] . , , , , ., . , , , , . , , , .

  • Platone, Repubblica 336b-338c [5] , . , , , , , . , . , . , . , , .

  • Platone, Repubblica 336b-338c [6] , , . , , , , , , . , . , . , . ,

  • Platone, Repubblica 336b-338c [7] , , , . , , , , , , . . , , , , . . .

  • Platone, Simposio 218d-219a[218d] , , [218e] , . , , [219a] " " . , , , . .

  • lironia socratica i complimenti degli intellettuali e limmediatez-za di Trasimaco politesse ipocrita e violenza genuina? la (caricaturale) retorica della sincerit confutare e proporre il politicamente scorretto e la sua parodia il metodo ermeneutico: domande o risposte? vs.

  • Uninvenzione ionica: la prosaLa poesia degli Eoli e la prosa degli Ioni: laffrancamento dalla tradizione e dal sentimento e la riproduzione intellettuale e discorsiva di una realt positiva.Gli Ioni alla guida culturale e spirituale della Grecia dallet arcaica allinizio di quella classica: i Greci yauna, linflusso sullarchitettura, sulle arti e sulla scienza orientale (persiana in primis).La koin ionica e linfluenza dellalfabeto ionico (les. di ), poi generalizzato (Atene 403, Beozia 370, ecc.), e della terminologia ionica.Lestrazione e la lingua ionica dei primi prosatori (Talete, Anassimandro, Anassimene; Eraclito; Ecateo), e quindi del genere in quanto tale (Erodoto e Tucidide; Ippocrate di Coo; Antioco di Siracusa, Ellanico di Lesbo); le poche tracce di una prosa dorica (dalle Dialexeis ad Archimede); le differenze stilistiche (maggiore o minore letterariet), non linguistiche tra i della prosa; poetismi e/o arcaismi.

  • La prosa paraletteraria: , , , leggi ed elenchi L e i riflessi poetici da Archiloco a Platone (Phaed. 60c, 61b).

    Genealogie, elenchi di vincitori (ad Olimpia dal 776 a.C.), liste di sacerdoti o governanti (gli efori a Sparta dal 757 a.C., gli arconti ad Atene dal 683 a.C.), leggi.

  • La prosa didascalica e narrativa: logografia, storiografia, scienza, filosofia

    La lingua dei primi logografi tra pretese poetiche e koin duso microasiatica.

    Epicismi, forme non contratte, ionismi arcaici, lingenuit e il gusto narrativo (lesempio degli Iamata di Epidauro).

  • Erodoto, la filosofia, la medicina

    La lingua semplice (scevra di ), varia e internazionale del viaggiatore di Alicarnasso.Arcaismi, forme non contratte, epicismi e atticismi, periodi pi articolati: la tradizione manoscritta e la stilizzazione letteraria.Le filosofiche tra retorica e poesia: Eraclito e Democrito.Ippocrate : concisione e chiarezza.

  • La lingua ufficiale della dodecapoli e della giambografia: la prosa orale Il carattere autoctono della prosa ionica e il rifiuto dei concetti tradizionali di origine orientale (ma si veda Eraclito): i fatti e la ragione.Gli scritti per la lettura (cf. Plat. Parm. 127c) e il carattere orale delle frasi (le ripetizioni, le pospositive, i parallelismi e la sottolineatura continua della struttura della frase).Dalle parole-forza alle parole-segno (es. di , , ).Il pensiero discorsivo e razionale: lisolamento e lespressione distinta di ogni nozione (lopposizione dei termini, larticolo e laggettivo neutro, le formanti nominali , e e la razionalizzazione del linguaggio), agilit e precisione.

  • Atene e la retorica La sopravvivenza della lingua di cultura ionica.La prosa fatta per lazione: lattico dallarcaismo (il duale, i verbi atematici, /, , e ) alla Kunstprosa.La retorica di importazione (Siracusa?): Gorgia di Leontini (le figure retoriche), Trasimaco di Calcedonia (il ritmo prosastico e i cola).Politologia e storiografia: la Costituzione degli Ateniesi e Tucidide (, , , , , , , ).Lisia figlio di Cefalo (latticismo giudiziario); Antifonte e la differenza tra Tetralogie e discorsi giudiziari; Iperide e lanticipo della koin; Demostene e la prosa di tutta la Grecia.

  • Filosofia e retorica: Isocrate e PlatoneLa conversazione clta di Platone: i poetismi, le etimologie popolari (vd. Cratilo), lattico puro (il duale), parole usuali in significato generale (i neutri e larticolo), lalgebra linguistica.La storia girovaga di Senofonte: lattico impuro e lannuncio della koin (la rarit del duale, dorismi e ionismi, poetismi, coinismi).La lingua aulica e la grammatica attica di Isocrate.La koin in Aristotele: lattico che diventa greco comune e prosa del pensiero razionale (lordo verborum, le pospositive, gli elementi verbali e nominal-verbali, larticolo dimostrativo, varietas e unit).La lingua dei vasai e delle tabellae defixionis: lattico che non rimane.Il problema della tradizione manoscritta e lemendazione (gi antica) delle anomalie.

  • ARISTOTELE

  • Aristotele, Poetica 1448a [1][1448a] , ( , ), , , , . . , [] , , , ,

  • Aristotele, Poetica 1448a [2] . . . , , . , , . , , , . , .

  • Aristotele, Poetica 1448a [3] ( , ) , , .

  • la formula del comico limitazione dei peggiori il riso e il rapporto Maggiore/minore i modi della mimesi commedia e democrazia il nome della commedia la rappresentazione delle azioni

  • TEOFRASTO

  • Teofrasto, Caratteri 1 [1]1. , , , , 2. , , , . 3. . 4. , [] .

  • Teofrasto, Caratteri 1 [2]5. , - , , , , . 6. - - , , . 7. [ . .]

  • il carattere ironico i vizi sconvenienti letica descrittiva la mania delleironeia eironea - aletheia - alazoneia la menzogna per la menzogna larte dellinganno i vizi che fanno tenerezza e i vizi che vanno tenuti a bada

  • Lunit di tre nozioniLa lingua letteraria da Aristotele allet moderna: la lingua di Polibio, di Strabone, di Plutarco; la lingua avversata dagli atticisti.La lingua parlata, duso, dellet di Alessandro Magno e dei secoli suc-cessivi: la testimonianza dei papiri documentari e di opere a finalit non principalmente letteraria come il Nuovo Testamento; levoluzione della lingua in rapporto ad Aufstieg und Niedergang dellimpero culturale greco; linevitabile varietas di ogni lingua parlata.La lingua madre del greco medioevale e moderno, con la sua nuova differenziazione in parlate non corrispondenti in nulla agli antichi dialetti, e caratterizzate da una sostanziale unit di fondo.La codificazione ortografico-grammaticale e linsegnamento scolastico da un lato, le variet e irregolarit fonetiche e di pronuncia dallaltro: la koin come fluttuante insieme di tendenze (la progressiva e inarrestabile scomparsa del perfetto, dellottativo, del futuro, dellinfinito, la semplificazione del sistema dei casi).La norma ideale e le tendenze naturali, la tradizione e levoluzione, la fissit e il cambiamento.

  • Il quadro storicoCommercianti, soldati, intellettuali dalle -stato alla cittadinanza allentata dellet ellenistica: la lingua locale dalla funzione politica di lingua della comunit a vernacolo per esteriori rivendicazioni di indipendenza.Le tappe di unevoluzione storico-linguistica: le invasioni persiane, legemonia ateniese, legemonia macedone e limpero di Alessandro Magno, limpero romano.La minaccia persiana: dalla koin ionica del VI sec. a.C. alla koin ionico-attica (475-431 a.C.); la resistenza contro i Persiani e legemonia di Atene e di Sparta.Limpero culturale di Atene: il sistema giudiziario (dal 446 a.C.), le cleruchie, le arti e laristocrazia dello spirito (lininfluenza linguistica delle egemonie di Sparta e di Tebe).I Macedoni da Alessandro I (490-454) ad Archelao (413-400) e da Filippo ad Alessandro Magno, e la consacrazione dellattico sotto limpero macedone: il nuovo periodo di espansione (a differenza del V secolo) e laffermarsi della cultura ellenistica (Alessandria, Pergamo, Antiochia).La soppressione delle peculiarit attiche e il formarsi di una lingua comune dalla Sicilia allIndia, dallEgitto al Mar Nero: la lingua urbana e ufficiale delle classi dirigenti e i patois locali (il declino delle koinai occidentali).Il carattere impoetico della koin, lingua della scienza e della filosofia: il lessico intellettuale dellOccidente (precisione e sfumature).I confini del greco: latino, aramaico, partico, arabo, armeno, slavo; influenze, prestiti, calchi.

  • I LXX:I MACCABEI

  • 2 Maccabei, 4,23-50 [1]4 23 . 24 . 25 , . 26 . 27 , , 28

  • 2 Maccabei, 4,23-50 [2], , 29 , 30 . 31 . 32 . 33

  • 2 Maccabei, 4,23-50 [3] . 34 , , , . 35 , . 36 . 37 38

  • 2 Maccabei, 4,23-50 [4] , , . 39 . 40 , 41 ,

  • 2 Maccabei, 4,23-50 [5] , 42 , , , . 43 . 44 . 45 . 46 , 47 ,

  • 2 Maccabei, 4,23-50 [6] , , , , . 48 . 49 . 50 .

  • 2 Maccabei, 13,1-7 [1]13 1 , 2 , , . 3 , , . 4 , , , , . 5

  • 2 Maccabei, 13,1-7 [2] , . 6 . 7 8 , . 9 .

  • ironia e dissimulazione la falsit degli usurpatori ingannatori e ingannati la cupidigia: denaro e potere lironia senza humor e senza riso la fine degli ironisti

  • I LXX:I NUMERI

  • Numeri, 11,1-23 [1]11 1 , , . 2 , . 3 , . 4 , ; 5 , , 6 , .

  • Numeri, 11,1-23 [2]7 , 8 , 9 .10 , , .11 , ; 12

  • Numeri, 11,1-23 [3] , , , , ; 13 ; , . 14 , . 15 , , , . 16 , ,

  • Numeri, 11,1-23 [4], . 17 , , . 18 , , , . , . 19 20 , , , , , ;. 21

  • Numeri, 11,1-23 [5] , , ; 22 , ; , ;. 23 ; .

  • ironiche correzioni e consolazioni crisi, disperazione e ironia la responsabilit del popolo fede e sfiducia la confidenza con Dio il sarcasmo del fedele la benevola ironia di Dio il caso (in parte analogo) di Giona riso aggressivo e riso che consola

  • I LXX:LA GENESI

  • Genesi, 17,15-21, 18,1-15, 21,1-7 [1]17 15 , , . 16 , , . 17 , , . 18 . 19 , , . 20 , . 21

  • Genesi, 17,15-21, 18,1-15, 21,1-7 [2] , . 22 .[]18 1 , . 2 , , , . 3 , , 4 , , 5 ,

  • Genesi, 17,15-21, 18,1-15, 21,1-7 [3] . 6 , . 7 , , . 8 , , .9 ;. . 10 , . . 11 . 12

  • Genesi, 17,15-21, 18,1-15, 21,1-7 [4] , . 13 , ; 14 ; , . 15 . , .[]21 1 , , , . 2 , . 3 , , . 4 , .

  • Genesi, 17,15-21, 18,1-15, 21,1-7 [5]5 . 6 . 7 , , ;.

  • il riso di Dio un riso nonviolento la sospensione dellimmediatezza umorismo e ironia il nome di Isacco tre storie comiche: Sodoma, Lot, Abimelech Sara e il riso di Dio

  • Le fonti della koinI testi documentari (lettere, conti, ecc.) e gli errori (/, la pronuncia delle occlusive, /, gli errori dei forestieri).Papiri (Egitto ed Ercolano ante 79 d.C.) e iscrizioni: le differenti tipologie di errore.I testi letterari e gli inconvenienti della tradizione (quella a monte: letterarizzante; quella a valle: analogista e/o innovatrice); i testi documentari come indicatori della lingua duso nelle opere letterarie.I testi paraletterari: i Settanta e il Nuovo Testamento; il valore documentario dei testi biblici per lo studio della koin e lantichit della loro tradizione (il Vaticano e il Sinaitico del IV sec., lAlessandrino del V sec.); il problema della paternit delle particolarit (gli autori o i copisti?).Linfluenza del parlato sulla lingua ufficiale: lesempio di / e dei gruppi /.I testi letterari non arcaizzanti (Aristotele, Menandro, Polibio) e il greco moderno: levoluzione della lingua.

  • I caratteri della koinDa un ritmo quantitativo a un ritmo accentuativo (fenomeno indoeuropeo, cui si oppone in parte solo il lituano): lingresso dellaccento nella ritmica e laffievolirsi delle distinzioni quantitative allinterno dello stesso timbro.La scomparsa di , y, s.La scomparsa del duale (Ar.: 37x : 10x + , 27x + duale; Men.: + pl.) e la rianimazione fittizia degli atticisti.La scomparsa dellottativo, doppione del congiuntivo (vd. sanscrito, persiano, latino, ecc.): il mantenimento del valore desiderativo, il progressivo arretramento di quello potenziale (la concorrenza del futuro: qualcuno potrebbe fare / far forse), di quello irreale (la concorrenza del passato: facciamo come se tu fossi / che eri), di quello dipendente dai tempi storici (congiuntivo del passato: la concorrenza del congiuntivo); la perdita di uneleganza da aristocratici (Meillet).Il verbo dalla complicazione indoeuropea (le anomalie) alluniformazione paradigmatica: i verbi atematici e le forme irregolari ricondotti a una coniugazione normale; la debole e ambigua des. 3 pers. pl. e il prevalere di .La riduzione delle forme nominali anomale, la riduzione dei comparativi, la progressiva scomparsa del medio, la rapida scomparsa del perfetto (la concorrenza dellaoristo, nello sbiadirsi dei valori aspettuali), la scomparsa della flessione consonantica, lo sviluppo delle preposizioni (specie nei Settanta).

  • I LXX:IL SALMO 126

  • Salmo 126 [1]1

    2 , . 3 . 4 5

  • Salmo 126 [2]6 .

  • riso e gioia il riso di tutti luniverso che ride la semina nel pianto e il raccolto nella gioia riso e ritorno

  • IL NUOVO TESTAMENTO

  • Matteo, 15,21-29 [1]21 . 22 , . 23 . , . 24 . 25 , . 26 . 27 , . 28 ,

  • Matteo, 15,21-29 [2] . . 29 , .

  • Marco, 7,24-3024 . , 25 , , 26 , . 27 , . 28 . 29 , . 30 .

  • dialogo e ironia il coraggio della richiesta il dramma personale e le agudezas il diniego maieutico la risposta a tono la fede e linsistenza lironia della disperazione la gioia della salvezza

  • la gioia del limite Signore,dammi una buona digestioneed anche qualcosa da digerire.Donami la salute del corpo,col buonumore necessario a mantenerla. E donami, Signore, unanima santa,che faccia tesorodi quello che buono e puro,affinch non si spaventialla vista del male,ma trovi, alla tua presenza,la via per rimettere le cose a posto.

  • alla fine di una carrellata...rimettere le cose a posto la giusta distanza tra esaltazione e depressioneuno strumento di ricerca e di richiestail senso del limite il riso come distacco da ci che passa

  • comprendere e gioire Donami unanima che non conoscala noia, i brontolii, i sospiri e i lamenti;e non permettere che io mi affligga eccessivamenteper quella cosa troppo invadenteche si chiama io. Signore,dammi il senso del ridicoloe concedimi la grazia di comprendere gli scherzi,affinch conosca nella vitaun po di gioia, e possa farne partecipi anche gli altri.(T. More, La preghiera del buonumore)

  • epilogo A una delle forme dellhumanitas vogliamo tener fermo anche noi, anche se non abbiamo una particolare predisposizione a divenire umanisti; a quel minimo di umanit pr cui non c bisogno di nessuna speciale attitudine: al rispetto delluomo. I valori assoluti che ci sovrastano, soprattutto la giustizia e la verit, hanno la fatale propriet di farci dimenticare talvolta che quella parte di assoluto che noi possiamo intendere non tutto lassoluto. Eppure quellassoluto ci fa agire come se noi in persona fossimo lassoluto e guai allora per il nostro povero prossimo. Allora la morale diventa dinamite. E la sua forza esplosiva aumenta tanto pi, quanto pi numerosi sono gli uomini che credono di essere al servizio dellassoluto; quando siamo convinti che determinate istituzioni incorporano lassoluto, la catastrofe sicura. Dobbiamo ricordare allora che ogni uomo ha una sua dignit e una sua libert. Un po di compiacenza e di spirito di conciliazione, e forse, o sancte Erasme, una piccola dose della tua ironia.

    (B. Snell, Il sentimento dellhumanitas)

  • [email protected]