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Secondo Raggio √ Vaiß∫ava

8 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

∑Ûrî Bhaktivinoda Êhåkura:

Ωuddha-vaiß∫ava yåhå balena tåhå sakalaisatya; tåhåte pakßa-pratipakßai nåi tabe

tå∫hådera våk-kalahe rahasya åcheya∫hådera buddhi-måyikî, tå∫hårå

Ωuddha vaiß∫avadigera prema-rahasyakalaha bujhite nå påriyå pakßa-vipakßa-

gatadoßera åropa karena

(Ûrî Ûrî Brahma-saµhitå)

"Qualunque cosa detta dai puriVaiß∫ava è vera

e completamente libera da ogni pre-giudizio;

ma vi è un elemento misterioso nelleloro controversie.

Coloro che hanno l'intelligenza pos-seduta dall'illusione e dalla mondanità,

nella loro mancanza di purezzaVaiß∫ava,

sono incapaci di afferrare il significa-to delle misteriose e affettuose

controversie che nascono tra i puriVaiß∫ava,

e quindi attribuiscono loro il difettodella litigiosità e dello spirito di parte."

Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura(1838-1914)

Quando Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura se ne andò,Ûrîla Prabhupåda organizzò un incontro di condo-glianze in una sala pubblica e invitò molti rispettabi-li gentiluomini. Tra essi vi erano i principali studiosidel tempo, incluso Bipina Pål, il rettore della Metro-politan School, Satish Sarkåra, Pañchari Ban-dopådhyåya e altri.

Tutti fecero molti elogi a Ûrîla BhaktivinodaÊhåkura, riconoscendo il fatto che egli diede nuovipensieri alla società in genere; i suoi scritti erano dicarattere originale, non stereotipati. Le sue indaginisul Vaiß∫avismo primeggiarono su quelle di tutti imoderni åcårya. Anche Shisir Ghosh una volta dis-se: “Abbiamo sentito parlare dei Sei Gosvåmî vissu-ti ai tempi di Mahaprabhu, ma le opere di Ûrîla Bhak-tivinoda Êhåkura provano che egli ha ottenuto la set-tima posizione tra i Gosvåmî. Egli ci ha lasciato mol-tissimi scritti estesi ed originali sugli insegnamenti diÛrî Caitanyadeva.”

In questo modo Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura ha la-sciato al mondo la sua letteratura; egli si trova nellasua letteratura, vi è presente per sempre. Egli hascritto sugli insegnamenti di Mahåprabhu e sul Bhå-gavatam in modo sitematico e scientifico adatto al-l’età moderna. Il nostro debito verso i suoi piedi diloto è senza fine.

Ûrîla Swåmî B.R. Ûrîdhara

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Editoriale

Abbiamo sentito dai Vaiß∫ava e dagli Ωåstra che qualsiasi informazione sia presentata nei giornali mondanida persone che hanno una conoscenza materiale, sarà per forza di cose di natura mondana. Perciò chi leggequesti giornali sarà naturalmente invaso dalla coscienza materiale. Essendo prigioniero solamente di concettimondani, l'uomo è diventato avverso a Bhagavån. L'assenza di conoscenza spirituale è la radice causa diquesta avversione. La conoscenza spirituale emana solamente da parole e da istruzioni spiritualmente co-scienti (cetana-vani). Il messaggio di Ûrî Caitanya (caitanya-vani) è infatti il cetana-vani. Raggi di Armonia(Ûrî Sajjana-Tosani) è in effetti il vani di Ûrî Caitanya e perciò non può mai essere un'entità mondana. Colo-ro che sono sajjana (seguaci della Verità Assoluta) accettano il vani di Ûrî Caitanya e non possono mai esse-re soddisfatti da nessun vani di questo mondo.Raggi di Armonia incarna il cetana vani del regno di Ûrî Caitanya ed è perciò un'entità cosciente suprema-mente pura e spirituale (cetana vastu). La cetana vastu è sempre impegnata nel servizio a Ûrî Caitanya. Di-scutendo e coltivando questo cetana vani che è impegnato nel servizio a Ûrî Caitanya, anche la jîva sarà be-nedetta da un'attitudine di servizio verso di Lui.Le persone che sono nella morsa della conoscenza materiale e che bramano per il godimento materiale deisensi, non possono mai comprendere la svarüpa di Raggi di Armonia. Loro la immaginano come una rivistacomune di questo mondo. Ma in effetti non è mondana, al contrario, è un'entità trascendentale che provie-ne dal regno spirituale e per questo è l'oggetto del servizio e dell'adorazione di tutti.Questo giornale può essere compreso da coloro che possiedono un'attitudine di servizio ottenuta tramite lamisericordia del giornale stesso. Attitudine di servizio significa leggere nel giusto processo:

yaha, bhågavata påda vaiß∫avera sthaneekanta åΩraya kara caitanya-carane

(C.C. Antya 5.131)‘L'istruzione più elevata data a tutte le jîve da Ûrî Svarüpa Dåmodara è: "Se vuoi comprendere lo Ûrîmad-Bhå-gavatam devi avvicinare un paramahamsa Vaiß∫ava che è completamente distaccato dal godimento materia-le dei sensi e ascoltare da lui. Essendo esclusivamente arreso ai piedi di loto di Ûrî Caitanyacandra, la sola ri-sorsa di tale Vaiß∫ava è il significato del Bhågavatam come fu presentato da Ûrî Caitanya."Questo giornale può essere compreso solamente accettando il rifugio e il servizio ai piedi di loto dei Gau∂îyabhakta sotto la guida di Vaiß∫ava viventi che possiedono le qualità sopra menzionate. Non potrà mai esserecompreso solo con l'erudizione o l'intelligenza mondana.Raggi di Armonia è un'entità supremamente pura di Vaiku∫†ha ed è nitya-mukta, eternamente liberata. Sipuò diventare nitya-mukta solamente ascoltando le nitya-mukta vani. Rendiamo le nostre vite benedette ser-vendo i Gau∂îya bhakta sotto la guida di Raggi di Armonia e dei piedi di loto della nostra Gau∂îya guru-var-ga che sono i nija-jana (associati personali) di Ûrî Caitanyadeva.

(Lo spirito dell'editoriale tratto dal Ûrî Gau∂îya Patrika del 1950)

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Sommario

Primo Raggio √ Tåttva-siddhånta

Il tema principale dell’Harmonist .............. 5Ûrîla Bhaktisiddhånta Sarasvatî Gosvåmî Prabhupåda

Secondo Raggio √ Vaiß∫ava

Ûrî Bhaktivinoda Thåkura ........................... 8Ûrîla Bhakti Rakßaka Ûrîdhara Mahåråja

L’auspicioso giorno della scomparsa di Bhaktivinoda Thåkura e di Gadådhara Pa∫∂ita ................................. 9Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Terzo Raggio √ I Sei Gosvåmî

Ûrî Sanåtana Gosvåmî Vandanå ..................15Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Quarto Raggio √ Pubblicazioni

Essere o non essere .....................................18Ûrîla Bhaktiprajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråja

Quinto Raggio √ Forum

Una pioggia di Divya ...................................23 Ûrîla Bhakti Rakßaka Ûrîdhara Mahåråja

Un’opinione sul Ûrî Gau∂îya Patrikå ........ 35Ûrîla Bhaktivedånta Swåmî Mahåråja

Sesto Raggio √ Ûrî Caitanya

Ratnåkara, un oceano di gioielli .............. 26Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Settimo Raggio √ Rådhå-K®ß∫a-tattva

Ûrî Ûikßå߆akam ........................................... 37Ûrîla Bhaktivinoda Thåkura

Ûrî Vaiß∫ava Vandanå ............................... 42Ûrî Devakînandana Dåsa Thåkura

In copertina:Ûrîla Bhaktivinoda Thakura

Interno copertina: Yantra di Dio

Retro copertina: Il nuovo simbolo di Raggi di Armonia, ispiratoda Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja. Vi sono i quattro sim-boli che rappresentano Ûrî Viß∫u e i quattro simboli che rappre-sentano Ûrî Caitanya Mahåprabhu. Disegnato da Kaliya Dama-na Dåsa, grafica di Syama Priya Dåsî.

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Sommario

Primo Raggio √ Tåttva-siddhånta

Il tema principale dell’Harmonist .............. 5Ûrîla Bhaktisiddhånta Sarasvatî Gosvåmî Prabhupåda

Secondo Raggio √ Vaiß∫ava

Ûrî Bhaktivinoda Thåkura ........................... 8Ûrîla Bhakti Rakßaka Ûrîdhara Mahåråja

L’auspicioso giorno della scomparsa di Bhaktivinoda Thåkura e di Gadådhara Pa∫∂ita ................................. 9Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Terzo Raggio √ I Sei Gosvåmî

Ûrî Sanåtana Gosvåmî Vandanå ..................15Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Quarto Raggio √ Pubblicazioni

Essere o non essere .....................................18Ûrîla Bhaktiprajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråja

Quinto Raggio √ Forum

Una pioggia di Divya ...................................23 Ûrîla Bhakti Rakßaka Ûrîdhara Mahåråja

Un’opinione sul Ûrî Gau∂îya Patrikå ........ 35Ûrîla Bhaktivedånta Swåmî Mahåråja

Sesto Raggio √ Ûrî Caitanya

Ratnåkara, un oceano di gioielli .............. 26Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Settimo Raggio √ Rådhå-K®ß∫a-tattva

Ûrî Ûikßå߆akam ........................................... 37Ûrîla Bhaktivinoda Thåkura

Ûrî Vaiß∫ava Vandanå ............................... 42Ûrî Devakînandana Dåsa Thåkura

In copertina:Ûrîla Bhaktivinoda Thakura

Interno copertina: Yantra di Dio

Retro copertina: Il nuovo simbolo di Raggi di Armonia, ispiratoda Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja. Vi sono i quattro sim-boli che rappresentano Ûrî Viß∫u e i quattro simboli che rappre-sentano Ûrî Caitanya Mahåprabhu. Disegnato da Kaliya Dama-na Dåsa, grafica di Syama Priya Dåsî.

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Libri Pubblicati

dalla

Gaudiya Vedanta Pubblications in inglese:

The Nectar of Govinda-LilaGoing beyond Vaikuntha

Bhakti-RasayanaSri Siksastaka

Venu-GitaManah-Siksa

Sri Bhakti-Rasamrta-Sindhu-BindhuPrabandhavali

Pinnacle of DevotionTheir Lasting Relationship

Sri UpadesamrtaBhakti-Tattva-viveka

The Essence of all AdviceThe True Conception of Sri Guru-TattvaSrila Bhakti Prajnana Kesava Gosvami

His life and TeachingsLetters from America

My siksa Guru and Prya bandhuArcana-Dipika

Damodara-Lila MadhuriThe Secret Truths of the Bhagavatam

Gaudiya Giti-GuccaSrimad Bhagavad-gita

Jaiva-dharma

in italiano:

Il Nettare della Govinda-LilaAndare Oltre Vaikuntha

Lettere dall’AmericaLa Vera Concezione di Sri Guru-Tattva

L’Essenza di tutte le istruzioniJaiva-dharma

Per ulteriori informazioni rivolgersi a:Sri KeΩavajî Gau∂îya Math

Mathura (U.P) 281001, India

A.V.G.V.Cantone Salero 5 - 13865 Curino (BI)

e-mail: [email protected].: 015-928173

sito web: www.gaudiya.net/avgv

Rivista della International Gau∂îya Vedånta Pubblication e

dell’Associazione Vaiß∫ava Gau∂îya Vedanta

Sotto l’egida dellaÛrî Gau∂îya Vedånta Samiti:

Fondatore-åcåryaNityå-lîlå pravista om viß∫upada paramahaµsa 108

Ûrî Ûrîmad Bhaktiprajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråja

Presidente-åcåryaÛrî Ûrîmad Bhaktivedånta Vamana Mahåråja

Vice-PresidenteFondatore di Raggi di Armonia

Tridandi Swåmî Ûrî Ûrîmad Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Edizione italiana curata daÛrîman Lîlå Purusottama dåsa

Traduzione e bozzeÛrîmatî K®ß∫a-Devi dåsî

GraficaÛrîman Ambharish dåsa

Il nostro scopo è di spargere raggi di illuminazione nellospirito dei Gau∂îya Vaiß∫ava seguendo il desiderio di

Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja. Il nostro re-taggio è la rivista 'Harmonist' o 'Ûrî Sajjanatosani' fon-data da Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura, più tardi pubblica-ta da Ûrîla Bhaktisiddånta Sarasvatî Prabhupåda. Possa-no i Vaiß∫ava presenti concedere la loro grazia divina sui

nostri tentativi di compiacerli.

Raggi di ArmoniaGiriråjajî Mandira, Sevå Kuñja

V®ndåvana 281121Mathurå Distr., U.P., India

Telefono/Fax 0091-565-445294E-mail: [email protected]

Sito Web: www.gaudiya.net/raysπ

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Primo Raggio √ Tattva-siddhånta

5Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Ai lettori:

L'Harmonist predica la religione di prema, il tra-scendentale amore per Ûrî Krishna.

Ama Dio con tutto il tuo cuore e con tuttala tua anima

L'amore trascendentale è molto diverso da tuttele forme di amore con le quali abbiamo familiarità inquesto mondo. L'unico obiettivo dell'amore tra-scendentale è Ûrî Krishna. Nella nostra condizionemondana Ûrî Krishna non potrà mai essere l'obietti-vo del cosiddetto amore. Il dictat Biblico: "Ama Diocon tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima," nonè un invito a praticare l'amore terreno per Dio.

Com'è infatti possibile amare l'uomo senza amareDio? E' un dato di fatto che non possiamo amare ve-ramente qualcuno finchè non amiamo Dio. Ma an-che non possiamo amare qualsiasi altra entità viven-te esattamente allo stesso modo in cui amiamo ÛrîKrishna. Un processo è categoricamente differentedall'altro. Il termine maitri viene usato per denota-re l'amore di un'anima per un'altra anima. Maitri èqualitativamente differente da prema. Il servitoreama il padrone in modo differente da come ama unsuo compagno servitore. Non dovrebbe amare uncompagno servitore nello stesso identico modo concui ama il suo solo padrone. Non si può di certo ama-re il proprio fratello, padre e madre come si amaun'altra anima o come si ama Ûrî Krishna.

La Divina e Unica Relazione sessuologica:l'unico Purusa

La qualità che distingue prema consiste nel porta-re dentro di sè un riferimento sessuologicamente di-vino. Ûrî Krishna è l'unico purusa (elemento ma-schile), tutte le altre anime sono prakriti (elementifemminili). Vi sono anche dei prakriti-purusa spiri-tuali e forme spirituali prakriti-prakriti e tutte sonoprakriti in riferimento a Ûrî Krishna. La forma del-l'anima prakriti-purusa ama Ûrî Krishna nello stessomodo della forma prakriti-prakriti. L'anima prakri-ti-purusa non è il purusa divino. Non è Ûrî Krishna.La mascolinità formale della prakriti spirituale non

Il principale tema dell’Harmonistdi Ûrîla Bhaktisiddånta Sarasvatî Thåkura

Dichiarazione d’intenti: 9 Settembre 1935

è mascolinità nei confronti del divino purusa nè ver-so la prakriti spirituale. Per questo motivo prema ola pratica dell'amore da parte di tutte le entità viventiper Ûrî Krishna, si riferisce ad una relazione sessuo-logicamente divina ed unica.

La mascolinità e la femminilità di questo mondosono ancora molto differenti dalla mascolinità e fem-minilità formali delle anime pure. E' un dato di fat-to che l'anima non è mai purusa nel senso in cui il ter-mine viene utilizzato nella letteratura mondana e inquesto mondo. L'anima non ha un sesso mondanocome non ha un corpo materiale. L'anima è non-na-ta. L'anima è immune dalla giurisdizione della na-tura fenomenica. L'anima è pura cetana, ineclissabi-le energia cognitiva.

Noi siamo tuttavia ancora molto lontani dalla rea-lizzazione positiva spirituale, anche se siamo prontiad ammettere la differenza tra il sesso mondano espirituale tramite una semplice convinzione intellet-tuale, perchè non è mai possibile per l'eclissato po-tere cognitivo dell'uomo concepire la trascendenta-le affermazione così com'è. Per questo tipo di rea-lizzazione l'uomo ha bisogno di essere aiutato dall'i-niziativa dell'Assoluto Stesso. E' anche necessarioessere in grado di ricevere questo aiuto iniziale tra-mite un doveroso esercizio di attività ricettiva ap-propriata.

Gli insegnamenti del Signore Supremo ÛrîKrishna Caitanya

Questo aiuto è ampiamente fornito dagli insegna-menti del Signore Supremo Ûrî Krishna Caitanya. LaPersonalità di Ûrî Krishna Caitanya Si rivela a noinella forma di trascendentale narrazione dei Suoi lîlå(passatempi) come culmine di divina magnanimità.Lui è l'unico perfetto esponente del riferimento ses-suologico nel Divino. L'adorazione della coppia di-vina Ûrî Ûrî Rådhå-Krishna fu insegnata da Lui, dalSuo esempio e dalle Sue parole, ed è il compimentodi tutte le forme sperimentate di adorazione che so-no state rivelate alla cognizione umana dalla miseri-cordia senza causa della volontà divina.

Ûrî Krishna Caitanya insiste nella trascendenzadell'adorazione di Dio con un'enfasi che distingue iSuoi insegnamenti da quelli di tutti i profeti ed inse-gnanti religiosi. Il mistero dell'adorazione di Ûrî Ûrî

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Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 16

Rådhå-Krishna, insegnato e praticato da Lui e daiSuoi seguaci, è inavvicinabile con un qualsiasi espe-diente mondano. E' per aver trascurato questa con-siderazione fondamentale che lo studio comparativodella religione compiuto dagli studiosi moderni è co-sì amaramente fallitonel produrre l'unani-mità di convinzioni. E'ora di porre la nostramigliore attenzione almetodo giusto per av-vicinare la trascenden-za, il quale è parte in-tegrante delle rivela-zioni.

Per gli spiritualistid'oggi la necessità del-la guida trascendenta-le per poter avvicinarel'Assoluto nell'unicomodo scientifico, ri-chiede l'essere seria-mente ponderati e pie-namente coerenti nel-la pratica. I metodiempirici sono sia de-vianti che insignifican-ti come voler leggereun documento senzapreoccuparsi di impa-rare a leggere. L'ado-razione di Ûrî ÛrîRådhå e Krishna è ob-bligata a rimanere pergli studiosi empiricimolto meno compren-sibile delle indecifrabi-li iscrizioni diMahenjodaro, per co-me essi sembrano at-tualmente e per il pri-ma citato motivo.

Sul giusto metododella ricerca, impor-tantissimo per colui che ricerca la verità, gli insegna-menti e la via tracciata dal Signore Supremo Ûrî Kri-shna Caitanya diffondono un flusso di luce che pri-ma della Sua venuta non era disponibile. Il ricerca-tore dell'Assoluto deve porsi l'obiettivo della sua ri-cerca se vuole raggiungerlo. La teologia empirica,non meno della filosofia e della scienza empirica, so-no egualmente escluse dal piano dell'adorazione.Nei loro metodi e conclusioni che riguardano l'As-soluto esse non sono meno materialistiche di quelledei militanti materialisti che negano la posizione stes-sa della trascendenza.

La religione rivelata ha sofferto molto gravemen-te e molto immeritatamente grazie alle mani degliesponenti empirici suoi oppositori. Gli insegnamen-ti del Signore Supremo offrono l'unica refutazionecostruttiva alle stravaganze dei teologi, filosofi e

scienziati empirici di tutte le epoche e di tutti i paesii quali hanno malconsigliato il mondo nelle sue ri-cerche religiose a dispetto del vero aiuto che è statodisponibile da tempo immemorabile sotto forma discritture rivelate.

La dottrina prin-cipale degli inse-gnamenti di Mahå-prabhu Ûrî Cai-tanya, conforme-mente a quella ditutte le scritture ri-velate del mondo,si riferisce alla divi-nità della parolaovvero al suonotrascendentale. Laparola è Dio. Il no-me di Dio è Dio. Ilnome di Dio non èuna parola sullostesso piano delleparole o dei nomiche esprimono og-getti o idee chel'uomo sperimentain questo mondo.Vi è perciò ancheun corrispondentee consistente meto-do utilizzato dal-l'uomo per avvici-nare la parola con isuoi attuali inade-guati mezzi. Que-sto metodo è parteintegrante dell'atti-vità trascendenta-le. E' solamente iltrascendentale pre-sente nell'uomoche può avvicinarela parola al pianodivino. L'oratore

così come l'ascoltatore della parola devono seguirequesto metodo appropriato se vogliono avere un ve-ro accesso alla parola com'essa è.

La guida del guru è obbligatoria

Il guru non è altro che la persona trascendentalequalificata a servire da medium per far apparire laparola. La guida del guru è obbligatoria se l'uomovuole essere in grado di evitare il metodo dell'empi-rismo futile nell'avvicinare il vero significato dellescritture. Il Supremo Signore Ûrî Krishna Caitanyaagì nel ruolo di guru allo scopo di insegnare al mon-do il giusto metodo di seguire le differenti scritturedel mondo. Se si segue il giusto metodo tutti avran-no accesso al piano della trascendenza dove non c'è

Primo Raggio √ Tattva-siddhånta

Ûsîla Bhaktisiddhånta Sarasvati Thåkura Prabhupada

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Secondo Raggio √ Tattva-siddhånta

7Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

tomissione all'energia spirituale completa della qua-le essa è una piccola particella. Il servizio del guru èperciò la sola via disponibile per l'anima individualein una forma davvero non imposta. Non appena l'a-nima individuale viene benedetta dalla vera miseri-cordia del guru, diventa un agente del guru nel por-tare il messaggio del guru a tutte le anime. Ma l'ani-ma individuale, poichè non è il principale ma sola-mente un agente, non può impartire l'illuminazionespirituale donando il nome di Krishna. Questo è ri-servato in modo assoluto alla plenaria energia divinae l'Harmonist cerca di portare il messaggio del gurua tutti i ricercatori della verità.

Glossario:

Prema: è il nostro prayojana, lo scopo ultimo del-la vita. Prima di tutto si determina il fine, poi si de-terminano i mezzi (abhidheya) e infine la relazione(sambandha) per quel fine. Proprio come si dice:"Nessun impegno, nessun guadagno," similmente al-la linea del traguardo uno può vedere il cartello conscritto: "Nessuna meta uguale nessun avanzamento."

Sessuologia: letteralmente significa "lo studio delsesso." Ma le persone materialistiche dovrebberodeterminare il loro sesso dal punto di vista di Dio co-me il maschio originale goditore e dominatore. Ten-tando di comprendere il mistero del sesso senza Kri-shna, tutti cadono preda di una idea di società com-petitiva tra maschio e femmina.

Purusa: è colui che gode ed è riferito al principiomaschile fonte dell'energia e la prakriti è colei cheviene goduta o il principio femminile, l'energia.

Epistemologico: si riferisce alla teoria della cono-scenza, ai suoi metodi e validità. Nell'Harmonist co-sì come nel suo giovane portavoce 'Raggi di Armo-nia' la conoscenza della trascendenza giunge se-guendo le orme dei predecessori åcårya e servendo iloro piedi di loto sinceramente e senza duplicità eipocrisia. "Non buttare il bimbo con l'acqua del ba-gno" è uno sconcertante e attuale proverbio. Difronte ad una società perversa si dovrebbe prima ditutto pensare ad asciugare il bambino, mettergli abi-ti puliti e dargli del latte sostanzioso, meglio cono-sciuto come råsa nell'ambito dei devoti coscienti chenon desiderano niente di meglio che la vecchia sanaarmonia.

Nome: è il mahå mantra composto da 32 sillabe:Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna,

Hare Hare, Hare Rama Hare Rama, Rama Rama,Hare Hare.

possibilità di discordia. Così ci appelliamo fervida-mente ai nostri lettori di tenere in mente il metodoepistemologico utilizzato nella propagazione, di cuiquesto giornale si fa portavoce. L'azione di serviregli interessi spirituali di tutte le anime si trova natu-ralmente solo nelle pure anime servitrici, dal mo-mento che esse soltanto fungono da eterni mediumper l'apparizione di Ûrî Ûrî Rådhå-Krishna, tramiteloro, nel loro servizio incondizionato a Lui e con tut-te le facoltà delle loro anime pure. Troviamo nellescritture rivelate del mondo che in ogni caso l'Asso-luta Persona è felice di manifestarSi al piano dell'a-nima condizionata nella forma di nome o parola.

Avvicinare la Persona di Ûrî Krishna attra-verso il Suo nome

La parola può essere sia la descrizione dell'Asso-luto che l'Assoluto come soggetto di tale descrizio-ne. Egli è un dato di fatto in entrambi i casi. Le de-scrizioni delle scritture sono davvero il corpo tra-scendentale dell'Assoluto. Tuttavia tutte le parolenon sono alla pari del Nome, il quale possiede tuttele potenze dell'Assoluto al suo massimo grado. E'possibile avvicinare la persona di Ûrî Krishna attra-verso il Suo nome. Sulla via della realizzazione spi-rituale il Nome fà la Sua apparizione ancora primache il neofita possa avere qualche realizzazione del-la forma o attributi del Divino. Le scritture conten-gono le descrizioni della forma, delle qualità, delleattività e dei diversi servitori di Dio. Niente di que-sto è accessibile alla cognizione eclissata del neofitafino a quando egli sarà purificato da tutta la sporciziaterrena tramite le pratiche preliminari della vita spi-rituale. E' in questo stadio critico che la misericordiadel Nome diventa l'unico mezzo a disposizione del-l'umile ricercatore del Suo servizio incondizionato.

Per questa ragione il servizio al nome di Krishna,e non ad una semplice designazione descrittiva, è sta-to reso disponibile a tutte le anime condizionate dal-l'impareggiabile misericordia del supremo insegnan-te di tutte le religioni. Questa realtà costituisce lagiusta forma della divina dispensazione nell'attualeepoca scientifica.

Rådhå è il Guru, l'eterna controparte

Ma nella nuova dispensazione vi è una ulteriore ri-velazione, ossia che persino il Nome non può essereeffettivo senza la misericordia del guru. Infatti il No-me, offerto dal Signore Supremo, non è semplice-mente il nome di Ûrî Krishna, ma è la forma combi-nata di Ûrî Ûrî Rådhå-Krishna. Il nome di Rådhå pre-cede il nome di Ûrî Krishna. Rådhå è il guru o l'eter-na controparte e la sorgente del servizio di tutte leanime individuali che sono prodotti della sua essen-za.

Non è possibile per l'anima individuale cantare ilnome di Ûrî Krishna se non con una volontaria sot-

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Secondo Raggio √ Vaiß∫ava

8 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

∑Ûrî Bhaktivinoda Êhåkura:

Ωuddha-vaiß∫ava yåhå balena tåhå sakalaisatya; tåhåte pakßa-pratipakßai nåi tabe

tå∫hådera våk-kalahe rahasya åcheya∫hådera buddhi-måyikî, tå∫hårå

Ωuddha vaiß∫avadigera prema-rahasyakalaha bujhite nå påriyå pakßa-vipakßa-

gatadoßera åropa karena

(Ûrî Ûrî Brahma-saµhitå)

"Qualunque cosa detta dai puriVaiß∫ava è vera

e completamente libera da ogni pre-giudizio;

ma vi è un elemento misterioso nelleloro controversie.

Coloro che hanno l'intelligenza pos-seduta dall'illusione e dalla mondanità,

nella loro mancanza di purezzaVaiß∫ava,

sono incapaci di afferrare il significa-to delle misteriose e affettuose

controversie che nascono tra i puriVaiß∫ava,

e quindi attribuiscono loro il difettodella litigiosità e dello spirito di parte."

Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura(1838-1914)

Quando Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura se ne andò,Ûrîla Prabhupåda organizzò un incontro di condo-glianze in una sala pubblica e invitò molti rispettabi-li gentiluomini. Tra essi vi erano i principali studiosidel tempo, incluso Bipina Pål, il rettore della Metro-politan School, Satish Sarkåra, Pañchari Ban-dopådhyåya e altri.

Tutti fecero molti elogi a Ûrîla BhaktivinodaÊhåkura, riconoscendo il fatto che egli diede nuovipensieri alla società in genere; i suoi scritti erano dicarattere originale, non stereotipati. Le sue indaginisul Vaiß∫avismo primeggiarono su quelle di tutti imoderni åcårya. Anche Shisir Ghosh una volta dis-se: “Abbiamo sentito parlare dei Sei Gosvåmî vissu-ti ai tempi di Mahaprabhu, ma le opere di Ûrîla Bhak-tivinoda Êhåkura provano che egli ha ottenuto la set-tima posizione tra i Gosvåmî. Egli ci ha lasciato mol-tissimi scritti estesi ed originali sugli insegnamenti diÛrî Caitanyadeva.”

In questo modo Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura ha la-sciato al mondo la sua letteratura; egli si trova nellasua letteratura, vi è presente per sempre. Egli hascritto sugli insegnamenti di Mahåprabhu e sul Bhå-gavatam in modo sitematico e scientifico adatto al-l’età moderna. Il nostro debito verso i suoi piedi diloto è senza fine.

Ûrîla Swåmî B.R. Ûrîdhara

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Secondo Raggio √ Vaiß∫ava

9Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Oggi è l'auspicioso giorno della scomparsa di Ûrî-la Bhaktivinoda Êhåkura ed anche di Ûrîla Gadådha-ra Pandita. Dobbiamo glorificarli ed adottare gli in-segnamenti di Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura, special-mente le caratteristiche del suo bhajana. In questoyuga egli è come Bhagîratha che portò in India il fiu-me Gange. Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura è così. Lacorrente della bhakti si era prosciugata ma Bhaktivi-noda Êhåkura l'ha di nuovo riportata in India ed hapredicato in tutto il mondo.

Bhaktivinoda Êhåkuraera una personalità tra-scendentale mentre noinon lo siamo, come pos-siamo quindi descriveretutte le sue glorie? Sola-mente una persona tra-scendentale può toccarele glorie della trascenden-za. Tuttavia abbiamoascoltato qualcosa dal no-stro Gurudeva, dagli altriVaiß∫ava e dai libri auten-tici. Tutti hanno dettoche lui era il Saptama Go-svåmî, il settimo Go-svåmî. Dopo i Sad Go-svåmî nessuno aveva ot-tenuto questo upanåma(titolo) di Saptama Go-svåmî. Solamente le per-sone erudite e i devoti fu-rono capaci di vedere legloriose attività di ÛrîlaBhaktivinoda Êhåkura e così gli diedero l'upanåmadi Saptama Gosvåmî. Se Ûrîla Bhaktivinoda Êhåku-ra non fosse venuto, penso che tutti gli insegnamentidel puro Gau∂îya Vaiß∫avismo sarebbero andati per-si nell'oceano per sempre. Egli li portò di nuovo al-la luce dopo un periodo di oscurità per il Gau∂îyaVaiß∫avismo.

A quel tempo i sahajiyå erano soliti dare il proces-so siddha, il siddha pra∫ålî (il metodo per ricevere la

propria siddha deha o forma spirituale) e davano achiunque la siddha deha. Ma queste persone nonerano neppure devoti, non conoscevano neppure lafilosofia Gau∂îya Vaiß∫ava, il sadåcåra o condottamorale e tutto il resto. Essi andavano dal loro guru,un qualsiasi sahajiyå båbåjî e ricevevano la siddhadeha ed il siddha pra∫ålî. Essi però avevano delleconcezioni sbagliate sugli insegnamenti di Ûrî Cai-tanya Mahåprabhu; pensavano che stare con la mo-glie di un'altro ed andare a V®ndåvana con lei ed ave-

re figli, fosse il bhajana deiGau∂îya. Questi gurubåbåjî dicevano: "Tu seiuna gopî, questa è la tuasiddha-deha. Vieni! Vieni!Ti darò la tua siddha-dehaed il siddha-pra∫ålî." Lorodavano queste cose a perso-ne che non conoscevanonulla, neppure l'A-B-C-Ddegli insegnamenti di ÛrîCaitanya Mahåprabhu.Questi discepoli pensavanoancora di essere questo cor-po, non sapevano neppuredi essere anime eterne partiintegranti di Krishna e Suoiservitori. Non sapevanonulla, neppure come pulirsidopo essere andati al ba-gno! Ma ricevevano lasiddha-deha e il siddhapra∫ålî, venivano a sapere diessere 'gupi'. Cosa significa

'gupi' Pensare di essere come degli amanti di questomondo! Così loro pensavano: "Prendiamo una don-na e godiamo insieme." Loro accettano questo pre-ma materiale come la filosofia di Ûrî Caitanya Mahå-prabhu!

Per guadagnarsi da vivere seguivano i cortei fune-bri di uomini ricchi e facevano il kîrtana. Per questoricevevano delle rupie. Quando moriva una personaricca, la famiglia si recava alla comunità Vaiß∫ava e

L'auspicioso giorno della scomparsa di ÛrîlaBhaktivinoda Êhåkura e Ûrî Gadådhara Pa∫∂ita

Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a MahåråjaOlanda 4 luglio 1997

Ûrî Ûrî Gaura Gadådhara a Campahatti - Navadvîpa

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raccoglieva delle persone per partecipare al corteofunebre. Questi cosiddetti 'Vaiß∫ava' cantavano Ha-re Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Ha-re Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare,ma cantavano in un modo talmente artificiale chenessuna parola Krishna si udiva pronunciata. Loroseguivano quel cadavere ed in cambio ricevevanodelle rupie. Facevano il kîrtana in questo modo. Lafamiglia del defunto si sentiva compiaciuta: 'O mol-to bene, molto bene!' Davano delle rupie a questi'Vaiß∫ava' che bevevano vino, prendevano carne epesce senza problemi. Queste persone si facevanochiamare Vaiß∫ava!

Tutte le persone educate ed erudite sentivano mol-ta avversione per questo tipo di comportamento enon andavano dai Gau∂îya Vaiß∫ava. Così Bhakti-vinoda Êhåkura fu la prima persona ad introdurre lafilosofia di Ûrî Caitanya Mahåprabhu all'interno del-la società erudita. Allora tutti i devoti iniziarono achiedere: "Qual è la filosofia dei Gau∂îya Vaiß∫ava diÛrî Caitanya Mahåprabhu? Cos'è l'amore trascen-dentale e prema?" Per questo Bhaktivinoda Êhåku-ra è il Saptama Gosvåmî. E' come Bhagîratha cheportò il Gange in India. Bhaktivinoda Êhåkuraportò la Bhakti Ganga in questo mondo e di nuovotanti divennero ispirati da questo Gau∂îya Vaiß∫avi-smo. Se Bhaktivinoda Êhåkura non fosse venuto,non ci saremmo uniti a questa missione. Mai! SeSwåmîjî non fosse nato e non fosse andato da ÛrîlaBhaktisiddånta Sarasvatî Êhåkura e se Ûrîla Bhakti-siddånta Sarasvatî non fosse nato da Ûrîla Bhaktivi-noda Êhåkura, dove saremmo ora? Quindi tutta lanostra buona fortuna viene da Ûrîla BhaktivinodaÊhåkura. Tutto quello che egli predicò era purissi-mo. Alcuni dicono che non abbia preso dîkßå da Ja-gannatha Dåsa Båbåjî Mahåråja nè abbia presobåbåjî veΩa (l'abito del båbåjî) da nessuno. Diconoche prese båbåjî veΩa da sè e che anche Ûrîla Bhakti-siddånta Sarasvatî Êhåkura non prese sannyåsî danessuno e che quindi non sono autentici e non ap-partengono alla linea di Caitanya Mahåprabhu. Lo-ro dicono questo perchè pieni di ignoranza e manca-no totalmente di intelligenza. Non sanno che cos'èla bhågavata paramparå, la guru paramparå e tuttequeste cose. Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura nel Jaiva-dharma, il suo ultimo libro, ha dato una spiegazionemolto chiara del Gau∂îya Vaiß∫avismo, dicendo mol-to chiaramente come viene data la siddha-deha e chiè qualificato a riceverla. Nel suo libro precedente,Bhajana Rahasya, egli ha scritto un rapporto moltodettagliato e profondo sul giusto metodo di pratica

del bhajana. Coloro che desiderano entrare nel re-gno della bhakti dovrebbero tentare di seguire que-sti libri, il Bhajana Rahasya ed il Jaiva-Dharma.Dobbiamo iniziare provando a servire il primoÛikßå߆aka: ceto darpa∫a mårjanaµ bhåvamahådåvågni nirvåpanaµ. Poi seguire e praticare ilsecondo Ωloka degli Ûikßå߆aka: nåmnåm akåribahudhå nija-sarva-Ωaktis. Poi il terzo: t®nåd api sunî-cena taror api sahiß∫unå. Diventate così e se prati-cate con successo poi arriverete al quarto Ωloka: nadhanaµ na janaµ. Dovreste distaccarvi dai deside-ri e dai gusti mondani. Poi quando sarete puri, can-tando sempre e ricordando senza più disturbi, arri-verete al quinto Ωloka: ayi nanda-tanüja kinkaraµ.Questo è l'inizio dell'apparizione della nostra siddhadeha. "Chi sono? Sono un eterno servitore di Kri-shna. Che tipo di servizio svolgo?" Tutto è conte-nuto nella nostra åtmå sotto forma di seme; la po-tenza della bhakti e tutta la nostra svarüpa sono con-tenuti in quel seme. Con l'acqua, l'aria e la luce il se-me germoglierà: foglie e moltissimi rami nasceran-no e poi ci saranno i fiori e i mañjarî, ed in seguitoverranno anche i frutti. Tutto è contenuto nel semedi questa pianta. Quando verrà nutrito dall'aria, dal-l'acqua e dalla luce del sole germoglierà, altrimentino. Quindi questo quinto Ωloka degli Ûikßå߆aka vie-ne con la jîva svarüpa e dopo si arriva al sesto Ωloka:nayanaµ galad aΩru dhårayå, vadanaµ gadgadaruddhayå girå, pulakair nicitiµ vapu˙ kadå, tava nå-ma graha∫e bhavißyati. Quando si realizza la naturadell'åtma, allora si capirà di essere eterni servitori diKrishna e non si manterranno più attaccamenti ma-teriali. In quel momento misericordiosamente lasvarüpa-Ωakti manifesterà la hlådinî e la samvit nelcuore del devoto. Allora inizierà a piangere, si ro-tolerà per terra dopo aver pronunciato i nomi di Kri-shna: "Agha-damana, YaΩodå-nandana! He Nan-da-süno! Dove sei?" A volte il devoto Lo vedrà co-me un bagliore e subito correrà verso Krishna, e Kri-shna scomparirà, così il devoto si rotolerà per terrasentendo separazione. Se qualcuno non sente sepa-razione da Krishna, allora la siddha-deha non verrà.La siddha-deha verrà solo in quel momento, non pri-ma di allora. Quindi se qualcuno apprende la suasiddha deha in modo artificiale, andrà all'inferno co-me i lakh e lakh di båbåjî di V®ndåvana e del Rådhå-ku∫∂a. Loro fanno solo figli e altri nonsensi.

Noi conosciamo uno dei fratelli di Bhaktisiddån-ta Sarasvatî Gosvåmî Êhåkura, il figlio di Ûrîla Bhak-tivinoda Êhåkura. Egli vide se stesso come il figlio diKedarnåtha e non di Bhaktivinoda Êhåkura, e pen-

Terzo Raggio √ Vaiß∫ava

10 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

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Ûrîmatî Rådhikå misericordiosamente ci daranno lasiddha-deha.

Nello Ûrîmad-Bhågavatam sta scritto: Nårada ri-cevette il mantra da Sanaka, Sanandana e Sanåtana.Lasciò sua madre e s'incamminò nella densa foresta.Là fece il bagno, si sedette quietamente e iniziò acantare quel mantra. Non sappiamo per quanti an-ni egli praticò ma un giorno Krishna apparve im-provvisamente nel suo cuore per poi scomparire im-mediatamente. Nårada cominciò a piangere dispe-ratamente. Allora una voce dal cielo disse: "Nårada,non ti darò più il Mio darΩana nel corso di questa tuavita. Devi continuare a cantare, ricordare sempre eglorificare i Miei passatempi. Quando la morteverrà, metterai i piedi in testa alla morte e sarai li-berato."

Nårada iniziò a seguire questa istruzione, cantan-do e ricordando sempre, e suonando sul suo yantra,la sua vinå: rådhikå-rama∫a-nåme, nårada munibåjåya vinå, rådhikå-rama∫a nåme. E anche:yaΩomatînandana vraja-bara-någara gokula rañjanakåna, gopî-paråna-dhana, madana-manohara, kå-liya-damana-vidhåna. In questo modo egli cantavasempre delle glorie di Krishna. Trascorsi molti anniarrivò la morte e subito egli ricevette la sua siddha-deha. Ed in quella siddha-deha lui non usava l'aero-plano o qualcosa del genere come nel caso di Dhru-va. Nårada fu così potente da poter andare ovunquein questo mondo con il suo corpo trascendentale.Questo è siddha-deha.

Non è un processo a buon mercato in cui uno ar-riva da Gurudeva e riceve la siddha-deha in cambiodi una piccola donazione! Quel Gurudeva potreb-be dire: "Dammi del dakßinå, almeno cinque rupiee diventa adesso mio discepolo. Sarò il Gurudeva dimolti Ωikßå." Confusi da questa tentazione, guru delgenere, come questi båbåjî dando la siddha-dehasemplicemente spianano la via verso l’inferno per lo-ro e per i loro discepoli. Quindi dobbiamo provarea conoscere tutti i processi che Ûrîla BhaktivinodaÊhåkura ha descritto. Ci sarà Ωravana dåsa, varanadåsa, apana dåsa, bhåvapana dåsa e poi alla fine nelmomento in cui questa siddha deha verrà, sampattidåsa. Prima di tutto Ωravana dåsa, ascoltare da unguru autentico, dallo Ûrîmad-Bhågavatam e dallaCaitanya-Caritåm®ta tutta la filosofia di Rüpa Go-svåmî, tutto. Nello Ωravana dåsa ci sono molte coseda imparare e da mettere in pratica. In Ωravana då-sa ci sono undici attributi della svarüpa che sono: chisei, qual è il tuo nome, non di questo corpo ma delcorpo trascendentale. Il guru conosce queste cose.

Terzo Raggio √ Vaiß∫ava

11Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

sò che fosse venuto da quel corpo materiale, daBhaktivinoda Êhåkura. Ma Ûrîla Prabhupåda Bhak-tisiddånta Sarasvatî non ebbe mai questa visione.Lui vedeva sè stesso come un associato di Krishna,di Rådhå e di Ûrî Caitanya Mahåprabhu, nè conside-rava che suo padre era sangue e carne. Ma tutti i suoifratelli avevano una visione materiale e si vedevanocome figli di Bhaktivinoda Êhåkura. In realtà sola-mente Ûrîla Bhaktisiddånta Sarasvatî Êhåkura seguìla via di Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura. E ciò che inse-gnò Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura fu completamenteabbracciato e seguito da Ûrîla Prabhupåda. Quindisolamente Ûrîla Bhaktisiddånta Sarasvatî Êhåkura èil discepolo di Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura.

Il nostro scopo è la siddha-deha. Ma cos'è siddha-pra∫ålî? Chi l'ha introdotto? Da dove venne e quan-do? Ûrîla Sanåtana Gosvåmî e Ûrîla Rüpa Gosvåmîsi chiamano Sanåtana Gosvåmî e Rüpa Gosvåmî,non sono båbåjî. Nessuno li chiamava Rüpa Båbåjîe Sanåtana Båbåjî o anche Ûrîla Raghunåtha Båbåjî.Chi ha iniziato allora questo siddha-pra∫ålî e che co-s'è? Il siddha-pra∫ålî sono gli Ûikßå߆aka, iniziandodal primo Ωloka. Prima di tutto si deve sapere di es-sere eterni servitori di Krishna, di Ûrî CaitanyaMahåprabhu e di Nityånanda Prabhu. Poi esseret®nad api sunicena, essere distaccati dalle attrazionimateriali e cantare e ricordare sempre, ventiquattroore al giorno sotto la guida di un Vaiß∫ava molto qua-lificato.

Tan nåma rüpa caritådi sukîrtanånu-sm®tyoh kra-me∫a rasanå-manasî niyojya, ti߆han vraje tad-anurå-gi-janånugåmî, kålaµ nayed akhilam ity upadeΩa-så-ram

Questo è siddha-pra∫ålî. Anche Raghunåtha Då-sa Gosvåmî ha dato questo siddha-pra∫ålî nel Ma-na˙-Ûikßå. Tutte le cose contenute in questo versosono il siddha-pra∫ålî.

Senza accettare tutti questi stadi di avanzamento,è una cosa bogus dire agli altri: "Oh, tu sei una gopî,tu sei Lalitå Gopî, sei ViΩåkhå Gopî." Non c'è storiasull'origine di questo siddha-pra∫ålî. Non è partedella nostra cultura nè si trova negli insegnamenti diÛrî Caitanya Mahåprabhu. La vera siddha-deha edil vero siddha-pra∫ålî vengono da questo: da Ωraddhåa ni߆ha, Ωraddhå e poi guru karana, guru bhajana, gu-ru seva, e dopo questo bhajana pra∫ålî: Ωrava∫am,kîrtanam, viß∫usmaranam, påda sevanam, arcanam,vandanam, dåsyam, sakhyam, åtmå nivedanam; op-pure sådhu sanga, nåma kîrtana, bhågavat Ωravana,ma†hurå våsa, Ωrî mürtira Ωraddhåya sevana. Questisono i processi che dovremo seguire. Poi Krishna e

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Se non le conosce ma le dice con kalpanå, con l'im-maginazione, allora è falso. Il guru quindi sa tuttequeste cose: chi sei, qual è il tuo nome, qual è la tuarelazione con Krishna, qual è la tua relazione conÛrîmatî Rådhikå e con le gopî, qual è il nome di tuopadre e tua madre, qual è il tuo servizio, com'è l'a-spetto della tua bellissima rüpa e dove vivi, se alRådhå-ku∫∂a, Jåvat, Nandagram o Varßå∫å. Di chisei figlia e dopo qual è il tuo aghya. Aghya signifi-ca il tuo servizio a Rådhå Krishna coniugali e ilpalya dåsi bhåva. Dovrai sentire queste cose e poipraticare. Questo è Ωravana dåsa. Non che vai daltuo guru e lui ti dice subito che sei una bellissimagopî e che il tuo nome è Lalitå e che questo è il tuosiddha-pra∫ålî. Non sappiamo chi ha iniziato que-sto tipo di siddha-pra∫ålî. Ai tempi di ViΩvanåthaCakravartî Êhåkura veniva forse chiamato'ViΩvanåtha Êhåkura Båbåjî?' A quel tempo questoprocesso di dare un bogus gopî bhåva non esisteva.Quindi dobbiamo essere in linea con il vero proces-so. Questo fu il principale obiettivo di Ûrîla Bhak-tivinoda Êhåkura.

Tutti gli insegnamenti di Bhaktivinoda Êhåkurasono contenuti in queste due linee:

k®ß∫era saµsåra kara chå∂i anåcårajîve dayå k®ß∫a-nåma sarva-dharma-såra

Questa è l'essenza di tutti gli insegnamenti deiVeda, delle Upanißad, della Bhågavad-Gîtå, dei Pu-rana, delle Ûruti, Smriti e del Pañcaratra. Qual è ilsignificato di jîve-dayå? Significa misericordia ver-so le anime condizionate. Quale misericordia?Bhaktivinoda Êhåkura ha spiegato cos'è jîve dayå.Se riuscite ad aiutare una qualsiasi anima condizio-nata a lasciare i suoi sentimenti materiali e a rivol-gerli per il servizio a Krishna, questa è la migliordayå o misericordia verso le anime condizionate. E'più significativo che costruire lakh e lakh di ospe-dali e università o dare lakh e lakh di dollari in ca-rità. Questa jîve dayå è la cosa più speciale e sola-mente un'anima realizzata la può dare. Come pos-siamo ottenerla? Solamente tramite il nåma: harernåma harer nåma harer nåma eva kevalam. Il Nomeè Krishna stesso ed in compagnia di un autentico gu-ru e dei Vaiß∫ava possiamo imparare a pronunciareil nåma puro. Altrimenti non sarà possibile pro-nunciare il nåma puro e avere la pura Ωuddha bhak-ti.

Cos'è la Ωuddha bhakti? La rågånugå-bhakti è laΩuddha-bhakti. Noi pensiamo che questa vaidhî-

bhakti sia Ωuddha-bhakti, ma non è così. Non lo saràmai. Amore spontaneo per Krishna, questo è larågånugå-bhakti, Ωuddha-bhakti. Noi pratichiamoquesto. E quando praticheremo e diventeremo per-fetti in questo, allora sarà rågåtmikå prema. Quan-do useremo tutti i nostri sensi per coltivare la bhak-ti, rågåtmikå prema sarà definito rågånugå. E quan-do accetteremo quel sentimento che ha nel suo cuo-re Rüpa Gosvåmî, allora si chiamerà rågånugå.Qual è il sentimento di Rüpa Gosvåmî? Il senti-mento di palya dåsî di Ûrîmatî Rådhikå. Questa èl'unica via delle anime condizionate. Noi non ab-biamo il diritto di diventare Lalitå o ViΩåkhå. Que-sta posizione si trova al di là del limite delle animecondizionate. Noi possiamo seguire Rüpa Gosvåmîe Rüpa, Rati, Lavanga Mañjarî e tutte le mañjarî.Ma i sahajiyå båbåjî dicono: "Tu sei Lalitå, io sonoLalitå." Questo è una forma di måyåvåda, cioè mo-nismo. Non tentate di entrare in queste cose artifi-cialmente. Non fate nakala, imitazione. Arrivate nelprocesso dato da Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura ed ela-borato da Ûrîla Bhaktisiddånta Sarasvatî Êhåkura.

Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura predisse che nel fu-turo molte centinai e migliaia di devoti occidentali sisarebbero fatti la Ωikhå e avrebbero indossato il tulasîmålå. Essi si sarebbero incontrati con i devoti In-diani e insieme cantato hari bol! Gaura premanan-di! Hari bol! Avrebbero cantato Hare Krishna Ha-re Krishna Krishna Krishna Hare Hare, Hare RamaHare Rama, Rama Rama Hare Hare. E poi questamissione pura di Ûrî Caitanya Mahåprabhu, iniziatada Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura, si sarebbe diffusanel mondo. Qui c'è la radice di tutta la predica.Quindi siamo veramente in debito con Ûrîla Bhakti-vinoda Êhåkura.

Oggi è anche il giorno auspicioso della scomparsadi Ûrîla Gadådhara Pandita. Gadådhara Panditanon era solamente un associato di Ûrî CaitanyaMahåprabhu, era Ûrîmatî Rådhikå Stessa.

Krishna ha preso la carnagione dorata di ÛrîmatîRådhikå ed è venuto nella forma di Ûrî CaitanyaMahåprabhu Gauracandra. In realtà Lui è Krishnavenuto a soddisfare i Suoi tre desideri: Ωrî rådhaya˙pranaya mahimå kid®Ωo vånayaivå, e per dare la mi-sericordia, per dare quel prema a tutte le jîve di que-sto mondo, perchè Lui è molto misericordioso ed èanche molto rasika. Rasika-Ωekara k®ß∫a parama ka-ru∫a e dui hetu, Lui è molto misericordioso e perquesto dà k®ß∫a-prema a tutte le jîve. Che tipo dik®ß∫a-prema? Prema Ωrî: la bellezza della bhakti.Qual è la bellezza di unnatojjvala-rasåm sva-bhakti-

Terzo Raggio √ Vaiß∫ava

12 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

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Ωriyam? Questo è lo scopo di Rüpa Gosvåmî. Tam-bola, lui rende a Ûrîmatî Rådhikå un servizio confi-denziale. Noi siamo qualificati per raggiungere sol-tanto questo. Non possiamo diventare Lalitå,ViΩåkhå, Citrå, Candråvalî e le altre. Noi costituti-vamente non siamo così. Quindi se Krishna ha pre-so la bellezza ed il sentimento di Rådhikå, alloraRådhikå è rimasta senza nulla? No! Lui stava sol-tanto praticando quello che Rådhikå sentiva nella se-parazione e nell'incontro: come Lei Si sente felicequando serve Krishna e come sente separazionequando Krishna si reca al pascolo o quando va aMathurå e a Dvårakå oppure quando ÛrîmatîRådhikå sente mana, una rabbia gelosa. A volte an-che Krishna sente mana.

Durante i passatempi di Caitanya Mahåprabhu,Gadådhara Pandita osservava sempre con cura i Suoicomportamenti per assicurarsi che Krishna giocassequel ruolo correttamente. Se riscontrava quanche di-fetto, qualche mancanza, rimproverava Krishna e gliinsegnava: "Questo è il Mio sentimento." CaitanyaMahåprabhu provò questo sentimento di ÛrîmatîRådhikå quando tornò da Gaya ed esclamò: "O Kri-shna, dove sei?"

ayi dîna-dayårdra nåtha hemathurå-nåtha kadåvalokyaseh®dayam tvad-aloka-kåtaram

dayita bhråmyati kim karomy aham(C.C. M. 4.197)

C'è anche uno Ωloka che Madhavendra Purî era so-lito recitare: “He k®ß∫a! He capala! He karunaikasindhu!” Oppure nello Ûrîmad-Bhågavatam: “Henåtha! He rama∫a! He Pre߆ha! kvasi kvasimahabhuja k®pånaya vyasvyasate sakhe dåsa” (CC.A. 6.71) In questo modo.

Gadådhara Pandita era un amico d'infanzia di Cai-tanya Mahåprabhu. Erano soliti giocare insieme nu-di nei campi di Navadvipa. Più tardi, quando studia-vano a scuola e quando Mahåprabhu tornò da Gaya,erano compagni. Quando Mahåprabhu prese l'ordi-ne di rinuncia e abbandonò la vita materiale, si asso-ciavano sempre ed andarono insieme a JagannathaPurî. A Purî Gadådhara Pandita fece un voto: "Nonlascerò mai questa terra di Jagannatha Purî." Maquando Caitanya Mahåprabhu fu in procinto di par-tire per V®ndåvana, voleva lasciare questa promessadi kßetra sannyåsa. Caitanya Mahåprabhu fece ungiuramento sulla propria testa: "Non andare, devistare qui." In realtà Caitanya Mahåprabhu pensava:

"Devo andare da solo a V®ndåvana. Altrimenti seGadådhara venisse con Me, tutti verrebbero a sape-re che sono Krishna." Aveva paura che la presenzadi Gadådhara avrebbe svelato la Sua identità reale.Gadådhara Lo accompagnò fino ad un villaggio del-l'Orissa dove c'era un grande fiume. Lì Mahåprabhulo fermò dicendo: "Non devi proseguire oltre. De-vi fermarti qui. Faccio questo giuramento sulla Miatesta." Gadådhara Pa∫∂ita cadde svenuto e Mahå-prabhu, essendo ni߆ura, crudele, se ne andò da soloa V®ndåvana assieme a due bråhma∫a sconosciuti.

Quando Mahåprabhu tornò a Purî, stava conGadådhara Pa∫∂ita al tempio di Tota Gopinatha.Un giorno mentre Gadådhara Pandita recitava loÛrîmad-Bhågavatam, Mahåprabhu improvvisamen-te si alzò e disse: "Gadådhara, voglio darti qualcosache Mi è molto caro.” “Voglio prenderla." RisposeGadådhara. "Togli della sabbia da qui." Gadådha-ra tolse della sabbia da quel punto e apparve Gopi-natha! Una meravigliosa divinità uscì dalla sabbia eMahåprabhu la donò a Gadådhara Pa∫∂ita. Gli dis-se: "Questo è il Mio cuore. Devi adorare questa di-vinità per sempre." E così iniziò ad adorarla.

Terzo Raggio √ Vaiß∫ava

13Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Nagara Sankîrtana

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Una volta Nityånanda Prabhu arrivò con una stof-fa e del riso raffinato e li diede a Gadådhara Panditadicendo: "Devi cucinare delle preparazioni di riso,sak, e tante altre cose." Gadådhara Pandita eraespertissimo perchè era Rådhikå e tutto ciò che è cu-cinato da Lei è come nettare. Egli offrì quel vastra,quella stoffa a Gopinatha e si affrettò a preparare ilriso di Nityånanda Prabhu. Prese delle foglie di ta-marindo e cucinò un buonissimo rasåla. Poi nella fo-resta raccolse del sak (foglie verdi) e cucinò un sabjîbuonissimo. Dopo aver offerto il tutto, NityånandaPrabhu si apprestò a prendere prasåda quando arrivòimprovvisamente Caitanya Mahåprabhu che disse:"O, Mi stai imbrogliando? Perchè non Mi hai invi-tato? E Tu e Nityånanda state mangiando da soli?Anch'io prenderò del mahå prasådam." Allora Si se-dette accanto a Nityånanda Prabhu ed insieme pre-sero con soddisfazione il prasåda.

Dopo un po' di tempo Gadådhara Pa∫∂ita stavarecitando lo Ûrîmad-Bhågavatam a Mahåprabhu.Stava leggendo di quando Krishna scomparve dallaråsa-lîlå. Mahåprabhu e Gadådhara Pa∫∂ita canta-vano e piangevano insieme: tava kathåm®tam tapta-jî-vanam, kavibhir îditam kalmaßåpaham, Ωravana-ma∫galam Ωrîmad åtataµ, bhuvi g®∫anti ye bhüri-dåjanå˙. (SB 10.31.9) Gadådhara Pa∫∂ita recitò con unsentimento di separazione così intenso che il cuoredi Mahåprabhu si sciolse ed iniziò a piangere. Im-provvisamente corse verso il tempio andò da Gopi-natha e si fuse in Lui. Gadådhara Pandita aspettòCaitanya Mahåprabhu che però non ritornò mai, maipiù. Gadådhara Pandita cadde svenuto e poi roto-landosi per terra disse: "O Mahåprabhu, dove sei an-dato? Ci hai lasciati!"

Nello stadio maturo di prema, arriva måhå-virahaagni, il fuoco ardente della separazione, che è comekoti koti pralayågni, quando al momento della deva-stazione l'intero mondo brucia per il fuoco prove-niente dal terzo occhio di Ûaõkara Siva. Il fuoco del-la separazione è lakh e lakh di volte più grande diquel fuoco, è molto doloroso. Un momento di sepa-razione è atroce. C'è molto dolore. Nella separa-zione le gopî gridano: "O Krishna, dove sei, dovesei?" Il dolore di questa viraha diventa molto anir-vacanîya sampatti, di una pesantezza indescrivibile.E in questo stadio questa pesantezza danza su tutti itipi di felicità, sulla testa di tutte le ananda. Questosi chiama vipralambha råsa. Esternamente sembrapiù doloroso del calore sviluppato da milioni e mi-lioni di fuochi distruttori. Ma nonostante ciò arrivauna indescrivibile felicità. Vedendo questo Krishna

si sciolse.Quindi Caitanya Mahåprabhu fu sciolto dal vi-

raha agni di Gadådhara Pandita. Noi non possiamocapire finchè non saremo a Vraja e sentiremo sepa-razione. Non possiamo descriverlo a nessuno, ma èl'esperienza più elevata. Se non sappiamo cos'è laseparazione, allora non possiamo gustare l'incontrocon Krishna. Krishna Si scioglie nel vedere lo stadiodel sentimento di separazione dei devoti. Nel nostrostadio di sådhana dovremo sentire della separazio-ne. Se non sentiamo separazione da Krishna, comepossiamo fare qualcosa per Lui? Non possiamocompiere nessun sådhana. Ma se sentiamo separa-zione, allora stiamo compiendo il vero sådhana. Al-lora la nostra bhakti si svilupperà sempre di più.Quando poi arriveremo allo stadio di bhåva dåsa, nelnostro cuore si manifesterà dell'abhasa (ombra) diquel viraha agni. La siddha Ωarîra verrà in questostadio.

Le persone comuni non possono sapere cos'è que-sto sentimento di separazione. Quando lo vedono, avolte ridono. Una volta Devånanda Pandit stavaleggendo lo Ûrîmad-Bhågavatam. Quando ÛrîvåsaPandita sentì questo Ωloka: 'barhåpî∂aµ nata-varavapu˙' (SB 10.31.5), cadde a terra rotolandosi epiangendo amaramente. Tutti i Pa∫∂ita di Navadvî-pa risero e lo ridicolizzarono. Presero il suo corpo elo gettarono fuori dalla scuola. Sentendo dell'acca-duto Caitanya Mahåprabhu si infuriò: "Loro nonconoscono neppure il Bhågavatam e ridono e scher-zano." Quindi lo Ûrîmad-Bhågavatam dice: 'muktisådati sva-bhakti yogam... Krishna può facilmenteconcedere la liberazione ed anche tutte le cose ma-teriali. Lui può concedere facilmente anche la muk-ti, ma questo prema Krishna non lo può dare. Per-chè? Perchè loro non realizzano il sentimento di se-parazione. Invece ridono e prendono in giro i devo-ti. Questo è il motivo per cui Krishna non gli dà pre-ma. Lui lo dà solo a persone molto, molto rare.Bhaktivinoda Êhåkura è una di queste persone mol-to rare essendo l'incarnazione, la manifestazione diGadådhara Pandita, gaura Ωakti svarüpaya. Gaura-Ωakti è Gadådhara Pa∫∂ita stesso e lui è ÛrîmatîRådhikå Stessa. Così se noi ci rifugeremo ai piedi diloto di Gadådhara Pa∫∂ita e di Bhaktivinoda Êhåku-ra, giungeremo nel processo e molto presto entrere-mo nel regno della bhakti, nel regno della Ωuddhabhakti.

Gaura premanande!

Terzo Raggio √ Vaiß∫ava

14 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

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Ûrî Sanåtana GosvåmîVandanå

vairågya-yug bhakti-rasaµ prayatnairapåyayan måm anabhîpsum andham

k®påmbudhir ya˙ para-du˙kha-du˙khîsa∫åtanaµ taµ prabhum åΩrayåmi

Vilåpa kusumañjali 6

Ûrîla Raghunåtha Dåsa Gosvåmî

anvaya (significati delle parole nel loro ordine na-turale)

k®påmbudhi˙: oceano di misericordia; para-du˙kha-du˙khî: addolorato dalle miserie degli altri; ya˙: cheÛrîla Sanåtana Gosvåmî; andham: accecate dall'i-gnoranza; anabhîpsum: non desiderosi; måm: a me;vairågya-yuk bhakti-rasam: la rinuncia collegata alnettare della devozione; prayatnai˙: sforzarsi con di-ligenza per aiutare; apåyayat; obbliga a bere; taµprabhuµ sanåtanam: di quel Ωikßå-guru Ûrîla Sanå-tana Gosvåmî; åΩrayåmi: lo accetto come mio åΩraya,il mio unico rifugio.

'Mi rifugio completamente dal mio Ωikßå-guru ÛrîlaSanåtana Gosvåmî, che è un oceano di misericordia,e si addolora nel vedere le miserie degli altri. Seb-bene io sia accecato dall'ignoranza e non desideri be-re il nettare del bhakti-rasa, ovvero il nettare del ser-vizio d'amore spontaneo collegato alla rinuncia, congrande cura e diligenza egli mi ha costretto a berlo.'

Spiegazione di

Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

'vairågya-yug bhakti-rasaµ prayatnair apåyayanmåm anabhîpsum andham k®påmbudhir ya˙ para-du˙kha-du˙khî sa∫åtanaµ taµ prabhum åΩrayåmi'.Andam: “Ero incosciente della rågånugå bhakti."Raghunåtha Dåsa Gosvåmî lo sta dicendo connam®ta, diplomazia. Lui aveva sentito qualcosa delrågånugå bhajana anche da Svarüpa Dåmodara e da

Caitanya Mahåprabhu, ma da Rüpa Gosvåmî avevaavuto molto di più. Nonostante ciò qui dice: "Eroandha, non sapevo nulla di questa rasamayi bhakti,di Krishna, di Rådhå e delle gopî; non volevo nep-pure avere il Vraja råsa."

Se non fossimo arrivati da Gurudeva, saremmo al-l'oscuro di tutte queste cose. Ora pensiamo a quan-to siamo in obbligo verso di lui. All'inizio non ave-vamo nulla, ma ora pensiamo a quanto gli dobbia-mo, a quanto siamo in debito con il nostro Gurude-va. Forse se avessimo di più ci sentiremmo ancorapiù indebitati verso il nostro Gurudeva.

Così anabhîpsum: “Non desideravo quella bhakti,ma Sanåtana Gosvåmî me l'ha data per forza. Nonero nel sentimento di prenderla. Ma se una madredà la medicina al figlio e lui non la vuole prendere, leigliela dà per forza."

Prayatnair significa accuratamente. Quando Ra-ghunåtha Dåsa Gosvåmî viveva al Rådhå-ku∫∂a,Sanåtana Gosvåmî era solito arrivare da V®ndåvanaper compiere il parikrama di Govardhana. Perchèfaceva il parikrama? Aveva qualcosa da guadagna-re? No, lui lo faceva per gli altri. Yad yad åcaratiΩre߆has tat tad evetaro jana˙ (BG 3.21) Di fatto peròlui non lo faceva per tutte le persone. Lo faceva an-che per loro, ma in piccola parte. Raghunåtha DåsaGosvåmî dice: "Lui era solito venire solamente perme." Questo è il significato di prayatnair. Lo facevaper dare la sua associazione a Raghunåtha Dåsa Go-svåmî.

Per esempio, se a me piace essere a V®ndåvanaperchè vivo a Mathurå? Per quale motivo? C'èqualche beneficio particolare a stare a Mathurå?Delle rupie? Del cibo delizioso? O lo sneha deiMathuråvasi? Perchè vivo lì? Rimanendo aMathurå otterrò più rågånugå bhakti ed avrò la mi-sericordia di Ûrîmatî Rådhikå e delle mañjarî? No, èper qualcos'altro. Nello Ûrîmad-Bhågavatam c'è unverso (1.13.10):

bhavad-vidhå bhågavatåstîrtha-bhütå˙ svayaµ vibho

tîrthî-kurvanti tîrthånisvånta˙-sthena gadåbh®ta

'Mio Signore, i devoti come te sono la personifi-cazione dei luoghi santi di pellegrinaggio. Poichè tuporti Dio la Persona Suprema nel tuo cuore, tu tra-sformi tutti i luoghi in luoghi di pellegrinaggio."

Questo è uno Ωloka molto importante. E' stato

Quarto Raggio √ I Sei Gosvåmî

15Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

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vano sempre Raghunåtha Dåsa Gosvåmî come unloro fratello minore, però lui non li considerava maicome fratelli ma come suoi guru.

Anche tra di noi dobbiamo avere questo compor-tamento, questo creerà dell'affetto. Quando peròpensiamo: "Io sono il guru. Lui non lo sa. Lui nonha servito Gurudeva. Non conosce il siddhånta", al-lora ci saranno litigi e questo è quello che sta acca-dendo oggi. "Io sono l'unico åcårya e tutti gli altrinon sono qualificati." Dove c'è odio e succedonoqueste cose è kali-raja che avanza.

Vairågya-yug-bhakti. Ci sono due tipi di bhakti:una è solo bhakti e l'altra è bhakti con vairågya.Vairågya significa viΩeßa rüpa råga, anuråga. Questaè la cosa più importante, viΩeßa rüpena råga. Quan-do c'è il più grande affetto, anuråga, allora non cisarà attaccamento al godimento dei sensi. Questa èla definizione di vairågya. Esternamente non ci saràattaccamento a nessun'altra cosa, ci sarà solo attac-camento per la bhakti, per il servizio a Rådhå e Kri-shna. Così Sanåtana Gosvåmî gli diede vairågya-yug-bhakti.

Anche nella vita di Caitanya Mahåprabhu vedia-mo la vairågya-yug-bhakti. Quando CaitanyaMahåprabhu vedeva i Suoi seguaci fare la bhakti convairågya era molto compiaciuto. Voleva che tutti iSuoi devoti fossero akiñcana e nißkiñcana. Ma noinon vogliamo diventarlo e questo è il motivo per cuiabbiamo molti problemi.

Vairågya-yug-bhakti. Se conserviamo dell'attac-camento per qualsiasi cosa che non sia Krishna, il no-me e la fama, le donne, artha, la ricchezza, khånå, ilcibo, kåminî, le donne, kancana, l'oro, allora la bhak-ti resterà molto, molto lontana. Quindi deve esserevairågya-yug-bhakti.

Ahår nidrå cåri da∫∂a. Ahår nidrå significa man-giare, bere e dormire. Carî da∫∂a sono 96 minuti checorrispondono a mezzo prahara. Quindi loro passa-vano sette prahara e mezzo a ricordare i passatempidi Krishna, gli a߆a kaliya lîlå. E alcune volte nonmangiavano nè dormivano.

K®påmbudhir yah. Sanåtana Gosvåmî è k®pa sa-mudra, un oceano di misericordia, ha una misericor-dia al massimo livello. Lui può persino dare la mi-sericordia di Rådhå. Lui può pregare Rådhikå così:"Oh, ti prego dagli la Tua misericordia." Come faanche Lalitå:

yåµ kåm api vraja-kule v®ßabhånu jåyå˙prekßya sva-pakßa-padavîm anurudhyamånåm

sadyas tad i߆a-gha†anena k®tårthayantîµ

Quarto Raggio √ I Sei Gosvåmî

16 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

pronunciato da Yudhi߆hira Mahåråja a Vidura. Do-po la grande guerra Vidura stava tornando a casa, alpalazzo di Yudhi߆hira Mahåråja. Yudhi߆hiraMahåråja fu molto contento. Questo Ωloka è anchestato detto da Nanda Baba a Garga ®ßî. Lui diceva:"Non sei venuto per del dakßi∫å, lo so." I båbåjî e ipreti vanno dallo yajamån, chi compie uno yajña osacrificio, solamente per ricevere dakßi∫å yajña easpettano a casa loro finchè non hanno ricevuto ildakßi∫å yajña. Non appena ricevono il dakßi∫å lorotornano a casa.

Nanda Baba dice a Gargåcårya: "In realtà tu nonhai nessuna ragione di venire qui. Non hai un inte-resse tuo, tu sei venuto solamente per me perchè so-no un griha߆ha caduto e tu vai dai griha߆ha sola-mente per dar loro la Krishna bhakti. Tu non hai in-teressi egoistici, tu sei bhågavata." Chi è bhåga-vat?Colui che ha bhakti per Krishna svayaµ bhagavån èun bhågavata. Le caratteristiche dei bhågavata sonostate descritte in alcuni Ωloka; tutta la ricchezza diquesto mondo non può cambiare idea ad un bhåga-vata che dire di ricevere del dakßi∫å o qualcos'altro."Così tu non sei venuto per questo per un interesse,ma per il mio bene, per il bene dei griha߆ha degra-dati che sono caduti nel pozzo oscuro e senza acqua.Tu sei venuto per dare la misericordia."

Quindi Sanåtana Gosvåmî andava a Govardhanae al Rådhå-ku∫∂a e Raghunåtha Dåsa Gosvåmî dice:"Tu vieni solamente per me, per vedere cosa sta fa-cendo questo ragazzo orfano. Mi parli sempre deipassatempi di Krishna e di come servire Krishna."

Un giorno mentre Raghunåtha Dåsa Gosvåmî fa-ceva il bhajana seduto all’aperto, arrivarono due ti-gri, bevvero dell'acqua e se ne andarono. Da distan-te Sanåtana Gosvåmî aveva visto tutto. Dopo che letigri se ne furono andate, Sanåtana Gosvåmî andò daRaghunåtha Dåsa Gosvåmî: "O Raghunåtha DåsaGosvåmî non devi fare così. Ti costruirò una capan-na. Su mio ordine dovrai fare il bhajana in quella ca-panna." Lui non potè rifiutare. Sanåtana Gosvåmîcostruì una capanna e da quel momento Raghunåthadåsa Gosvåmî prese a viverci cantando l'harinama ecompiendo le altre attività.

Sebbene Rüpa e Sanåtana, ma specialmente Sanå-tana Gosvåmî, lo considerassero come un fratello mi-nore, Raghunåtha Dåsa Gosvåmî era solito conside-rarli come suoi guru. Sanåtana e Rüpa però non loconsiderarono mai loro discepolo. Non un discepo-lo ma un confratello, erano come confratelli perchèvedevano Caitanya Mahåprabhu come loro guru.Così Sanåtana Gosvåmî e Rüpa Gosvåmî considera-

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Quarto Raggio √ I Sei Gosvåmî

17Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

è molto malato, prova a cantare Hare Krishna HareKrishna Hare Krishna e vedrai che migliorerà." Luidà la misericordia in molti modi diversi e questo è unsegno di para-du˙kha-du˙khî. Non vuole nulla persè.

Sanåtanaµ taµ prabhum åΩrayami. Qui si sta ri-volgendo a Sanåtana Gosvåmî chiamandolo prabhu.Chi è prabhu? Mahåprabhu è mahaprabhu e poi cisono due prabhu; Nityånanda Prabhu e AdvaitaPrabhu. Chi può dare ogni cosa ad un altro e puòcrescere qualcuno è definito prabhu. Deve essereesperto in tutto. Se io vi chiedessi: "Voglio un figlio,datemi un figlio." Potreste darmelo? No, non po-treste. Se dicessi: "Datemi cinque rupie." Allora po-treste darmele. Quello che avete lo potete dare, maquello che non avete non lo potete dare. Ma Sanå-tana Gosvåmî può dare tutto quello che vogliamo,quindi qui viene chiamato prabhu.

"Tu mi puoi dare anche quella cosa, cioè il Radha-påda-dasya, il servizio ai piedi di Rådhå e tu sei mae-stro in quello. Nel tuo scrigno tu conservi quella co-sa e me la puoi dare. Così prabhum åΩrayami, io mirifugio ai tuoi piedi."

Ûrî Sanåtana Gosvåmî

devîµ gunai˙ sulalitam lalitåµ namåmi

Ûrî Ûrî Stava-målå, Ûrî Lalitå߆akam 7Ûrîla Rüpa Gosvåmî

'Offro pra∫åma alla supremamente incantevole ÛrîLalitådevî, lo scrigno che contiene tutte le buone qua-lità. Dopo aver visto una giovane ancella da qualcheparte a Vraja e aver individuato la sua inclinazioneper la sua priya-sakhî Ûrîmatî Rådhikå, Lalitå imme-diatamente soddisfa tutti i desideri reconditi di quel-l'ancella e la soddisfa completamente.'

Una kiΩorî sta andando a Vraja: "O, dove vai?"Chiede Lalitå. "Sto andando a Varßa∫a." Oppure po-trebbe dire: "Sto andando a Yåvat o al Rådhå-ku∫∂a." "Perchè vai là?" "Sto andando là con la spe-ranza che Ûrîmatî Rådhikå mi tenga con sè come suapålya-dåsî, un'intima ancella." E' molto difficile ave-re questo, ma quando Lalitå sa che qualcuno vuole es-sere una pålya-dåsî di Ûrîmatî Rådhikå, immediata-mente prova a dargli il bhåva, sentimento delle pålya-dåsî e ordina a Ûrîmatî Rådhikå, Le ordina, non chie-de: "Prendi questa ragazza come Tua pålya-dåsî.Scrivo il suo nome nella mia agenda, lei è una pålya-dåsî di Ûrîmatî Rådhikå." Rådhikå non può disobbe-dire. E' costretta ad obbedire agli ordini di Lalitå.Quindi, yåµ kåm api vraja-kule v®ßabhanu jåyå˙prekßya, se lei nota che qualcuno vuole diventare unapålya-dåsî, di certo immediatamente lo dice a ÛrîmatîRådhikå e Rådhikå obbedisce al suo ordine.Questo significa essere k®påmbudhi˙ yåh perchèSanåtana Gosvåmî è Lavanga Mañjarî.

Para-du˙kha-du˙khî, lui è sempre infelice nel ve-dere la sofferenza delle jîve. Le jîve non dicono aSanåtana Gosvåmî: "Devi essere misericordioso conme." Ma lui pensa: "Loro sono dei ricettacoli per lamisericordia, ma non vogliono la mia misericordia."Così anche se una persona non vuole la misericordiadi Sanåtana Gosvåmî, lui và da quella persona e dice:"Potresti darmi dell'acqua da bere?" Perchè lui vuo-le dargli la sua misericordia? Perchè vuole fargli ac-cumulare delle suk®ti, così Sanåtana Gosvåmî và intutti i villaggi e contatta molti viΩayi, materialisti. Ar-riva nella casa di un griha߆ha: "Oh, ho sentito che tuafiglia si deve sposare." "Il matrimonio è già stato fat-to." "Come sta?" Lui instaura una qualche samåcå-ra o samvåda, una conversazione. Lui non ne ha bi-sogno, ma quella persona ne ha bisogno. Che biso-gno? In qualche maniera lui darà la bhakti a quellapersona tramite la sua compagnia. Dirà: "Tuo padre

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Quarto Raggio √ Pubblicazioni

18 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

La Religione del Non-essereIntroduzione a “Essere e Non-essere”

La prima parte del soggetto trattato in questo articolo è stata presentato nel numero precedente, dove Ûrî-la Bhakti Prajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråja discuteva il concetto di sunya, o “non-essere”. Nell’articoloche segue egli ne chiarirà la comprensione, citando le scritture Buddhiste più diffuse ed essenziali. La ra-gione per cui abbiamo tradotto la parola sunya con “non-essere” e la parola brahma con “essere” è per ri-prendere il titolo del magnum opus ‘Essere e Non-essere’ di Jean-Paul Sartre, il fondatore del moderno esi-stenzialismo. Non c'è da sorprendersi se troviamo delle radicali similitudini tra questo tipo di esistenzialismoe il Buddhismo. Abbiamo preso in prestito questo titolo per discutere gli stessi concetti che hanno scossol’elite Francese e la sua classe intellettuale, portando Sartre, com'è noto, ad ottenere il Premio Nobel per lasua apparentemente nuova filosofia.

Ûrîla Bhakti Prajñåna KeΩava Mahåråja cita l’opera intitolata Prajñå-Påramitå-Sütra poichè se ne fa rife-rimento in diversi scritti e si può comprendere che riveste una particolare importanza per la filosofia Buddhi-sta. Anche se in prima battuta sembrerebbe portarci troppo lontano o essere un argomento eccessivamenteesoterico da investigare, abbiamo scoperto un punto molto interessante che egli pone in risalto. Questo sü-tra è divenuto così conosciuto nella cerchia Buddhista da poter affermare che non si può di fatto conoscerela filosofia Buddhista senza averlo prima compreso. Esso è conosciuto popolarmente come “Il Sutra del Cuo-re”. Qui di seguito è riportato ciò che il testo moderno del “Sutra del Cuore” afferma:

“Quando all’inizio il Buddhismo si propagò dall’India alla Cina (Tibet) nelle sue forme Mahåyåna non sichiamava Buddhismo ma “La Religione di Prajñå-Påramitå” od anche ‘La Religione del Non-essere’, poi-chè i sütra del Prajñå-Påramitå ruotano attorno agli insegnamenti di Ωünyatå (vuoto o non-essere).

“Il Sütra del Cuore è uno dei 38 sütra contenuti nel gruppo del Prajñå-Påramitå ed è il più conciso. In es-so la dinamica risonante di Ωünyatå e la delineazione criptata del suo significato sono stati catturati da una ta-le radicale sintesi espressiva da esercitare un fascino sulle menti di molte generazioni di pensatori Buddhistidell'India, Cina, Tibet e di altre terre dove il Buddhismo Mahåyåna fiorì.

"Nonostante il Sütra del Cuore celebri il Ωünyatå come una verità senza tempo, deve però essere visto an-che come un documento storico, utilizzato per contrapporre l’approccio schematico-razionalista portato avan-ti dalle prime sette Buddhiste (designate dai loro oppositori come Hînayåna - il veicolo più basso). Nei se-coli successivi alla morte di Gautama Buddha, i seguaci Hînayåna, utilizzando l’enciclopedico Abhidharmacome loro letteratura, avevano creato varie categorie di analisi fino al punto in cui esso diventò, usando le pa-role di Heirich Dumoulin storico Zen, “ Un prodotto sconfortante, senza vita, privo di impeto metafisico” .I sütra Mahåyåna hanno ripetutamente tuonato contro i filosofi abhidharmisti che sono disposti a cristalliz-zare la realtà in una stabilità categorica e che discriminano tra soggetto ed oggetto."

“Nell’ancora solida tradizione Mahåyåna, il Sütra del Cuore è un documento chiave che demolisce tuttequeste categorie e mostra come esse siano alla fine duali e non guidino alla saggezza essenziale per raggiun-gere l’illuminazione. Nei primi stadi di formazione del Mahåyåna, esistevano scuole di pensiero che propo-nevano la dottrina delle ‘cinque parole’ del Buddha; solamente la meditazione su queste parole ha un signi-ficato trascendente ed il potere di portare la liberazione (che essi stessi dichiaravano non applicabile al restodei suoi discorsi). Queste cinque parole sono: non-anima (anatta), temporaneità (anicca), infelicità (dukkha),estinzione (nirvåna) e vuoto (Ωünyatå)."

(Dobbiamo notare qui che queste cinque parole del Buddha sono state scritte in Pali, un dialetto deriva-to dal Sanscrito con il quale sono stati scritti tutti i testi Buddhisti. Il sanscrito originale delle suddette paro-le è: anåtma, anitya, duhkha, nirviΩeßa e Ωünyatva.)

Le prime quattro fra queste cinque parole sono state condivise dai primi Mahåyånisti con gli Hînayånisti.E' l'aggiunta di Ωünyatå (vuoto), l'ultima di queste parole, il motivo per cui la prima scuola Mahåyåna riven-

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Quarto Raggio √ Pubblicazioni

19Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

dica la differenza dalla scuola Hînayåna. Per gli Hînayånisti “vuoto” può essere il sinonimo della prima pa-rola, non-essere o non-anima, ma il suo uso veniva impedito quando si utilizzava per descrivere una perso-na. L’innovazione Mahåyåna non fu solamente quella di stabilire che il principio basilare di Ωünyatå (vuo-to) fosse l’essenziale vuoto del mondo fenomenico incluso il mondo concepito all’interno della mente dellepersone; i pensatori Mahåyåna si preoccuparono di negare l’esistenza di Ωünyatå anche come di una ulterio-re categoria. Ecco che abbiamo quindi la dottrina di Ωünyatå-Ωünyatå, il vuoto del vuoto. Ûünyatå viene spe-rimentato come saggezza intuitiva ed è solamente tramite la saggezza intuitiva di Ωünyatå, il tema delle scuo-le di sapienza Mahåyåna, che una persona può raggiungere l’altra sponda, la liberazione.

Il Sütra del Cuore ha due versioni, una lunga e una concisa. La versione più lunga contiene un prologo nelquale il Buddha entra in samådhi e nell'epilogo egli riemerge dal samådhi e glorifica il Bodhisattva Ava-lokiteΩvara (uno dei Bodhisattva o esseri illuminati che sono l’incarnazione della compassione). La versio-ne più corta che viene utilizzata qui, non ha il prologo e contiene l’AvalokiteΩvara, contempla il significatodella profonda perfezione della saggezza.

Nello stesso testo al quale facciamo riferimento, la parola Prajñå viene tradotta come “saggezza” e in mo-do più specifico “saggezza intuitiva”. Påramitå viene tradotto come “perfezione” o “ciò che va oltre” o “tra-scendentale”. Un sütra è la parola pronunciata, e in modo specifico per i Buddhisti è il sermone o la parolapronunciata dal Buddha. Prajñå-Påramitå Sütra può essere tradotto sia come “La perfezione della saggez-za” che “La trascendenza della saggezza”. A volte l’intero titolo diventa Mahå-Prajñå-Påramitå H®daya Sü-tra. Mahå significa “Grande” e h®daya significa “cuore” o “essenza”. In questo modo il titolo diventa: “IlGrande Cuore della Perfetta saggezza” o “Il Cuore della Grande trascendentale Saggezza”. Ridotto in bre-ve è comunemente conosciuto come “Il Sütra del Cuore”. Questo sütra ci presenta il Ωünyatå come il profon-do del cuore dell’universo.

Un altro punto che è divenuto cibo per i pensatori, scienziati e filosofi occidentali è il seguente: sembra chegli scienziati della fisica quantistica dei nostri giorni (la scienza delle particelle subatomiche), stiano inizian-do a vederne dei nessi con il Buddhismo, specialmente per quanto riguarda l’aspetto Ωünyatå.

E’ stato difficile per la mente umana accettare l’esistenza di Ωünyatå come nucleo dell’universo quanto peri primi fisici quantistici accettare la casualità quantistica dell’universo (quantum = una indivisibile unità ener-getica) quindi la non casualità. Einstein aveva persino sperato che la teoria dei quantum che egli aveva aiu-tato a creare, fosse in qualche maniera difettosa, sperando disperatamente, anche di fronte all’evidenza deisuoi esperimenti, che ci fosse stata una variabile nascosta che avrebbe ristabilito l’ordine nel mondo dei quan-tum.

Gli esperimenti che vennero in seguito condotti all’Università di California a Berkley, sul teorema di Bell,confermarono l’assenza di qualsiasi variabile nascosta, e mostrarono che quando veniva osservata una soladi due particelle correlate, non importa quanto distanti tra loro in termini si spazio, venivano condizionateistantaneamente dall’osservazione, come se le due particelle fossero intrappolate nella coscienza di osser-vazione stessa.

Ancora prima del teorema di Bell, Werner Heisemberg, uno dei padri fondatori della teoria quantistica,stabilì nel suo ‘Principio di incertezza’, che non è possibile esaminare una situazione o un sistema senza al-terare il sistema con l’atto stesso dell’esame. Nelle più profonde esperienze di meditazione, l’obiettivo del-la coscienza viene intrappolato nella coscienza di osservazione; i due vengono fusi insieme dall’energia oΩünyatå dalla quale poi riemergono entrambi.

Sebbene non siamo in grado di dare la versione più lunga del Prajñå-Påramitå Sütra, daremo qui la ver-sione più corta di questo Sütra del Cuore, che è stato tradotto dal rinomato monaco Buddhista Zen, MuSoeng Sunim. E’ stato qui modificato soltanto per una più chiara comprensione dei termini Buddhisti. IlBuddhismo Zen è la forma giapponese e koreana del Buddhismo Mahåyåna. Leggendolo si può avere un’i-dea di come sia importante per i Buddhisti il concetto di Ωünyatå. Il Sütra del Cuore ha preso forma a Vul-ture Peak, a est dell’antica città di Rajagrha, la capitale del regno di Magadha, in India.

Vulture Peak era il luogo favorito da Gautama Buddha, dove egli diede molti sermoni durante il suo qua-

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20 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

rantacinquesimo anno di impegno come predicatore. La versione più lunga cita come i caratteri dominantidi questo sütra siano tre: Ûåkyamuni Buddha, AvalokiteΩvara Bodhisattva e Ûåriputra. Qui troverete la ver-sione più corta seguita dalla formula di profonda e intuitiva saggezza (prajñåna) utilizzata da Ûrîla BhaktiPrajñåna KeΩava Mahåråja sul concetto di sünya

Il Mahå Prajñå Påramitå H®daya Sütra, il Grande Sutra del Cuore della Saggezza Intuitiva

AvalokiteΩvara Bodhisattva, l’incarnazione della compassione, praticando profondamente il Prajñå På-ramitå, percepì che quando tutti i cinque skandha (elementi costituenti): forma (rüpa), sentimenti (vedanå),percezioni (sañjñå), impulsi (saµskåra) e coscienza (vijñåna) sono vuoti, ci si trova situati oltre ogni soffe-renza e dolore.

Ûåriputra: “La forma non differisce dal vuoto (sünya), il vuoto non differisce dalla forma. Ciò che è for-ma è vuoto, ciò che è vuoto è forma. La stessa cosa è vera per i sentimenti, le percezioni, gli impulsi e la co-scienza.”

Ûåriputra: “ Tutti i dharma (gli 'istanti-punto' o ‘particelle onda’) sono segnati dal vuoto. Essi non ap-paiono nè scompaiono, non sono macchiati nè puri, non aumentano nè diminuiscono. Perciò, nel vuoto, nonc'è forma, sentimenti, percezioni, impulsi o coscienza. Non ci sono occhi, orecchie, naso, lingua, corpo, men-te, colori, suoni, profumi, gusto, tatto, nè obiettivo mentale, realtà visuale e così via, giungendo alla non realtàdella mente-coscienza. Non c’è ignoranza e neppure l'estinzione di essa e così via fino a giungere alla nonetà e morte ed anche alla loro non estinzione.

Nel vuoto non c’è sofferenza, nè origine e sosta, non c’è sentiero, cognizione e non c'è fine da raggiunge-re.

Il Bodhisattva, l'essere risvegliato ed illuminato che ha diligentemente coltivato le qualità necessarie a di-ventare Buddha, dipende dal Prajñå Påramitå e la mente non è un impedimento. Senza più ostacoli non c'èpaura. Molto lontano da qualsiasi visione distorta, si indugia nel nirvå∫a (il nirvå∫a è Ωünyatå e il Ωünyatå stes-so è nirvå∫a).

Nei tre mondi, passato, presente e futuro, tutti i Buddha dipendono da Prajñå Påramitå e ottengono anut-tara-samyak-sambodhi, il perfetto ed eccellente non risveglio (i dieci poteri della conoscenza).

Perciò sappi che il Prajñå Påramitå è il grande mantra trascendente, il grande mantra luminoso, il mantrasupremo in grado di risollevare da tutte le sofferenze, è vero e non falso. Quindi recita il Prajñå Påramitåmantra, recita il mantra che dice:

gate, gate, parågate, paråsa∫gate, bodhi svåha

“ Omaggi alla mente risvegliata che è andata, andata avanti, andata oltre, superando la sponda della sof-ferenza.”

Torniamo ora indietro al tema originale del Buddhismo, il sünya. Abbiamo visto questo concetto di sünyaecheggiare negli esistenzialisti dei giorni d’oggi guidati da Jean-Paul Sartre la cui premessa di base era chela vita non ha senso o ragione d'essere. “La vita è assurda” e anche “Dio è morto” erano gli slogan che gliesistenzialisti sventolavano sotto la bandiera della “libera scelta” in faccia al vuoto inarrestabile, il sünya. Ecome i Buddhisti hanno affrontato la domanda: 'Come può una persona coprire il divario tra il Ωünyatå (vuo-to) come realtà ultima e la condizione umana?' Ecco come essi hanno risposto: 'E’ attraverso la libera scel-ta di compassione (karuna) verso tutti gli esseri che la persona dà espressione alla propria natura Buddha.Perciò solamente nella compassione la saggezza intuitiva (prajñå) trova la sua ultima e completa espressio-ne. Ecco perchè nel Sütra del Cuore vediamo che AvalokiteΩvara Bodhisattva, il Buddha celestiale e l’in-carnazione della compassione, parla mentre Ûåkyamuni Buddha è silenzioso. Ûåriputra è l'aspirante bodhi-sattva. Infatti senza l’elemento di compassione, i Buddhisti Mahåyåna direbbero agli esistenzialisti che ilΩünyatå da solo renderebbe la vita insopportabile. Ed infine i Gau∂îya Vaiß∫ava devoti del Signore, mette-rebbero in discussione la maturità della libera scelta di compassione dei Buddhisti.

L' Editore.

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21Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

“Essere e non-essere “-Brahmå e Ûünya-

dal Måyåvådera Jîvanî - La storia della Vita dell’Impersonalismo(Vaiß∫ava Vijaya - Le Glorie Supreme del Vaiß∫avismo)

Oµ Viß∫upåda Ûrî Ûrîmad Bhakti Prajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråja

Abbiamo già presentato ai lettori la proposta con la quale viene chiarito che le conclusioni siddhåntichedel Buddha e di Åcårya Ûankara riguardanti l’universo, corrispondono. Se l’universo fosse senza un’essen-za, illusorio o temporaneo, ed un semplice sprazzo di luce, qual è dunque la vera e duratura essenza? Que-sta è la considerazione che facciamo ora: se il sünya o “nulla” del Buddhismo monista sia sat o reale e nityao duraturo, cioè se la conoscenza del sünya (sünya-jñåna) sia lo scopo ultimo; oppure se il brahma o “esse-re” del brahmavadismo di Ûankara sia reale e duraturo, cioè se lo scopo ultimo sia la conoscenza di brahma(brahma-jñåna).

E’ stato precedentemente esposto come la filosofia di Ûankara sia yåhåra pratîti nai tåhåi sat: “ciò che è im-percettibile è sat o reale”, ed anche per Buddha si comprende che “il non-percettibile è il sünya, l’essenza delnon-essere”. Con la parola brahma, Ûankara voleva farci giungere alla conclusione: “Cos’altro c’è che ci ri-guarda se non questo?” I lettori dovrebbero prendere nota di questa affermazione. La nostra opinione è che,analizzando tutte le considerazioni riguardanti il sünya o non-essere, e brahma o essere, vediamo che espri-mono entrambi lo stesso concetto. Quello che i Buddhisti chiamano sünya e ciò che Ûankara chiama brah-ma si riferiscono alla medesima cosa. Perciò sünya e brahma sono delle proposte identiche. Proseguiremoora ad avvalorare questi concetti con alcune prove in più.

Il Ûünyavåda di Buddha

(Il Suo Concetto di non-essere)

Nel sedicesimo sütra del Prajñå-Påramitå Sütra (una delle più autorevoli scritture Buddhiste) si legge:

sudurbodho ‘si måyava d®ßyase na ca d®ßyase

“Tu (sünya) sei estremamente difficile da comprendere. Come un’illusione sei visibile e non visibile.”Nel secondo sütra dello stesso libro viene spiegato:

åkåΩam iva nirlepaµ nißprapancam nirakßaramyas taµ paΩyati bhåvena sa paΩyati tathå-gatam

“Colui che, tramite la contemplazione, ti percepisce come inattaccabile, vuoto e silenzioso come il cielo,percepisce il non-esistente o lo stato di Ωünyatå o non-essere.”

Nella seconda parte del A߆asåhasrka Prajñå-Påramitå (la versione più ampia del Prajñå-Påramitå Sütra)viene spiegato:

sarva-dharma api deva-putra måyopama˙ svapnopama˙pratyag buddho’pi mayopama˙ svapnopama˙

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22 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

pratyag buddhatvam api måyopamaµ svapnopamamsamyak sambuddho’pi måyopama˙ svapnopama˙

samyak sambuddhatvam api måyopamaµ svapnopamam

Sugata Buddha (Ûåkyamuni) sta spiegando ai deva-putra, i figli degli esseri celesti::

“Tutti i dharma, o religioni, sono come un’illusione, come un sogno. Tutti i buddha sono come un’illusione,come un sogno. Tutti gli stadi di buddha sono come un’illusione, come un sogno. La somma totale di tuttii buddha sono come un’illusione, come un sogno e lo stadio perfetto di buddha è come un’illusione, comeun sogno.”

Nell'opera intitolata 'Sarva-DarΩana Sangraha', Såya∫a Mådhava ha esposto questa filosofia Buddhistain circa quindici sentenze:

mådhyamikås tåvad-uttama prajñå ittham acîkathan.bhikßu-påda prasåra∫a-nyåyena kßa∫a-bhangå dyabhi-dhå

mudhena sthåyitvånukula-vedanîyå-måtrånuga-tatvasarva-satyavata-bhrama;vyåvartena sarva-Ωünyatåyåm evaparyjvasånam atas tat tvam sad-asad ubhayånubhayåtmaka

catuß ko†i vinirmuktaµ ßünyam eva

“I Buddhisthi mådhyamika che hanno una saggezza e distacco di prima classe (uttama-prajñåna) hannoparlato così: "La momentaneità dell’esistenza materiale, ovvero le passate impressioni delle momentanee eprincipali categorie o titoli; ciò che è recepito come piacevole dai sensi; e tutti i tipi di verità, sono effimerie alla fine culminano nel sünya o non-essere. Perciò sia sat che asat, il vero e il falso, sono ontologicamentesunyatva, cioè hanno origine dal sünya (vuoto).”

Nella ventinovesima sentenza delle stesso libro viene fatto il seguente riferimento:

kecana bauddhå˙ båhyeßu gandhådißu antareßu rüpådi-skandheßu satsv api tatråhåstham utpådayituµ sarvaµ

Ωünyam iti pråthamikån vineyån aîikathan

“Alcuni seguaci Buddhisti hanno dichiarato ai loro studenti: gli aspetti esterni come olfatto, mente e for-ma e gli altri skandha (elementi costitutivi), sono in grado di produrre cambiamenti nel sat e asat perchè tut-to è sünya; questo mondo è pieno di questi cambiamenti categorici .”

Anche Ûåkya-Siµha Buddha ha descritto ciò nel ventunesimo capitolo della scrittura Buddhista 'Lalita-Vistara'. Gli aderenti alla dottrina del vuoto (Ωünyavåda) e del non- essere (nairåt-mavåda) di Ûåkya-SimhaBuddha, impugnando il potente arco della conoscenza, hanno sconfitto i nemici delle sofferenze generatedal saµsåra, spiegando così: 'samartha˙ dhanur-g®hîtvå Ωünya - nairatmavådinai˙ kleΩa-ripün nihatvå', e conaltre affermazioni del genere.

Dalle prove provenienti da svariate scritture Buddhiste, abbiamo compreso che la forma del mahå-nirvå∫aè essenzialmente Ωünya, non-esistente, è come il cielo, senza attributi e materialità, cioè la sua forma causa-le e le sue attività sono Ωünya o illusorie. La radice della non momentaneità o ”non-genere” è il Ωünya. NelPrajñå-Påramitå Sütra sta scritto: “Se le gustose qualità del mango vengono tolte, il mango diviene una par-te del Ωünya, non-essere.” Il nirguna brahmavåda di Ûankara, la filosofia dei non attributi di brahma o es-sere, è quindi un sinonimo di questo concetto. Buddha ha detto: “Ciò che non ha guna o qualità e attributi(karya), è Ωünya, non-essere. Anche Ûankara ha detto: “Ciò che è privo di guna o qualità, è brahma, essere.

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sakhyaya te mamanomo'stu namo'stu nityaµ

dåsyaya te mamaraso'stu raso'stu satyam

(Vilåpa-Kusumañjali)Ûrîla Raghunåtha Dåsa Gosvåmî

Ûrîla Raghunåtha Dåsa Gosvåmî, il più grande espo-nente della fede di servizio per Ûrîmatî Rådhikå, ilrådhå-dåsyam, afferma: "Non mi lascerò affascinaredalla proposta di un servizio di alto livello nella po-sizione di amico, sakhya. Invece sarò sempre pro-penso a compiere il servizio più basso da servitore,dåsya. Non voglio considerarmi come un servitoredi alta classe ma voglio essere propenso ad un servi-zio di bassa classe. Ma Lui potrebbe portarmi a for-za verso un servizio più elevato: 'No, non devi più

servire lì, ora devi servire in questa categoria più ele-vata."Perciò nella Ûrî Gîtå il Signore dice: teßåm evå-nukampårtham. "Conquistato dall'amore di quei de-voti, quando non posso più tollerare il dolore dellaloro separazione da Me, subito corro a soddisfarli eMi rivelo a loro con una luce speciale, con una co-scienza speciale: ‘sono tornato da te, ora guardaMi.'Con un potente fulgore (jñåna-dîpena) mostro loro laMia presenza quando hanno molto bisogno di Me ecosì li risollevo dal dolore della separazione."

Devoto: Noi tutti stiamo provando ad essere devotima a volte vediamo della differenza tra i devoti Oc-cidentali e i devoti Indiani.

Ûrîla B.R. Ûrîdhara Mahåråja: Ci sono molte diffe-

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23Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Una pioggia di DivyaDivini precetti ed insegnamenti di

Ûrîla Bhakti Rakßaka Ûrîdhara Gosvåmî Mahåråja

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to da jñåna e karma, ed il bhåva-sevå per Ûrî Krish-na, la metà predominante del pårakîya-bhåva (l'e-statico amore dell'amante) e per Ûrî Rådhå, l'altrametà predominante. Queste sono le uniche basi, gliunici recipienti dell'estatico servizio d'amore. Can-to le infinite glorie del mio dorato Signore Gaura-sundara, la meravigliosa e divina dimora del puroamore." (Ûrî Ûrî Prema-Dhåma-Deva Stotram 23)

Sul Ûara∫ågati, o arrendersi

La devozione è sopra tutto. Ûara∫ågati o arrendersiè la prerogativa più elevata. Arrendersi a Lui e poiLui graziosamente potrà farci conoscere il Suo nomee noi saremo in grado di conoscerLo.Nelle Upanißad si afferma: yam evaißa v®nute tenalabhya˙. 'Solamente colui che Egli sceglie per farSiconoscere può conoscerLo.' Altrimenti nessuno puòconoscerLo contro il Suo volere. Lui Si è riservatotutti i diritti di non esporsi ai sensi di nessuno e di tut-ti. Lui è molto elevato, Lui può farlo. Se Lui non de-sidera farSi conoscere da nessuno, nessuno potrà co-noscerLo e ogni volta che Lui desidera farsi cono-scere da qualcuno, quella persona Lo conoscerà.Questa è la Sua posizione.

La misericordia è superiore alla giustizia

Su ordine del suo Gurudeva Deva®ßi Nårada, Ve-davyåsa scrisse lo Ûrîmad-Bhågavatam come conclu-sione dei suoi insegnamenti. Dopo aver dato i Veda,le Upanißad, i Purå∫a, il Mahåbhårata, la Bhagavad-Gîtå e così via, l'ultimo dono di Vedavyåsa nel mon-do delle scritture, fu lo Ûrîmad-Bhågavatam. Ed ilmessaggio dello Ûrîmad-Bhågavatam è che la bellez-za è superiore a tutto, non è la conoscenza nè la giu-stizia. La misericordia è superiore alla giustizia.L'affetto, l'amore, la bellezza, il fascino, l'armonia,queste cose sono sopra tutto il resto, e questa conce-zione assoluta della realtà ultima si trova nella con-cezione di Krishna.

Riguardo la bellezza

La bellezza è superiore alla conoscenza e al potere.La conoscenza è superiore al potere ma superiore al-la conoscenza è la bellezza, il fascino e l'amore. Que-sti sono supremi. Lo Ûrîmad-Bhågavatam dichiara:k®ß∫as tu bhagavån svayam - la concezione di Dio co-me Krishna è la concezione più originale dell'Asso-luto. Questa è la prima dichiarazione del Bhågava-

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renze come ad esempio i capelli, gli occhi e così via!Devoto: Queste sono differenze materiali.

SSM: Ma queste provengono tutte dallo spirituale;non possono reclamare a sè la loro origine.Ci sono molte cose da comprendere. Persino aPußkara tîrtha, alla presenza di Krishna Stesso, l'in-tera dinastia Yadu, incluse grandi personalità, furonodistrutte davanti ai Suoi occhi. Ma queste dinastiecombatterono per rivelare le realtà più profonde delpiano dell'anima. Qualsiasi cosa Lui desideri è la giu-sta verità. Puoi capire questo? Krishna era testimo-ne, Lui semplicemente guardava! Come puoi ricon-ciliare questo? Puoi comprendere che la lotta è la vi-ta?Tutti i På∫∂ava incluso Arjuna erano sottomessi alRe Yudhi߆hira, ma ciò nonostante a volte si ribella-vano alla sua autorità. La pace come profonda nonazione del brahma-nirvåna è priva di vitalità; non è lavera pace finale. E la Verità Assoluta non è imper-sonale ma è una persona.Ûrîla Rüpa Gosvåmî ha delineato la gradazione nelservizio: quando Krishna si trova sulla cima della col-lina Govardhana e vede Balarama e i Suoi amiciΩakhå che stanno giocando nel pascolo sottostante,vede anche YaΩodå con le sue inservienti occupata apreparare il pranzo per Lui. Tutti i servitori dåsyasembrano impegnati in qualcosa sotto la direzione diYaΩodå. Candråvali col suo gruppo si sta avvicinan-do ad un particolare luogo d'incontri mentre la Suaamata Ûrîmatî Rådhårå∫î sta arrivando con le Sueamiche ad un luogo d'appuntamento per incontrarsicon Krishna. Tutti i differenti gruppi sono rappre-sentati insieme attorno a Govardhana: Ωånta, dåsya,sakhya, våtsalya e mådhura, tutti sono visibili ai Suoiocchi. Lui sta osservando tutto. Quindi moltissimiaffezionati servitori sono tutti in competizione per at-trarre la Sua attenzione, ma i Suoi occhi sono sem-pre catturati da Ûrîmatî Rådhårå∫î e il Suo gruppo.

godavarya-våma-tîra-råmånanda-saµvadaµjñåna-karma-mukta-marma-råga-bhakti Sampa-

dampårakiya-kånta-k®ß∫a-bhåva sevanåkaraµ

prema-dhåma-devam eva naumi gaura-sundaram

"Nella famosa conversazione tra Ûrî Caitanya eRåmånanda Råya conosciuta come råmånanda-saµvåda e riportata nella Ûrî Caitanya-Caritåm®ta,Egli concluse che il bene più amato è la råga-bhakti,lo spontaneo servizio d'amore reso con il cuore puli-

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Quinto Raggio √ Forum

25Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

tam: il Signore come Bellezza è sopra tutto. E sottodi Lui c'è la reverenza, il timore, il rispetto e così via. Mahåprabhu, Ûrî Caitanyadeva puntualizzò: "Vai al-la bellissima Realtà della Bellezza; è l'ottenimentopiù alto. Non aspirare nè al potere nè alla conoscen-za, ma aspira al servizio della Bellezza così verrai pre-so e ti sarà aperta l'entrata alla terra della Bellezza."Questa è la realizzazione più alta. Non perdete la vo-stra energia impegnandovi in altri scopi, ma andatediretti, jñåna-Ωünya-bhakti, devozione senza calcoli.Tramite l'aiuto del sådhu-sa∫ga cantate il nome delSignore e provate a marciare diretti verso la conce-zione di Krishna come Dio. La coscienza di Krishnaè il nostro ottenimento più alto e ci è stato dato da ÛrîCaitanya Mahåprabhu e dallo Ûrîmad-Bhågavatam.Ûrî Caitanya Mahåprabhu raccomandò: "Non perde-re la tua energia per altro. Utilizza la tua energia perla concezione di Krishna come Dio, l’infinitamenteaffascinante.

La compagnia dei Gau∂îya Vaiß∫ava

Quindi dobbiamo tentare di compiere progressi inquesta linea, e allo stesso tempo chiedere ai nostriamici di provare ad abbracciare questa vita. La sod-disfazione e realizzazione della vita di ogni particel-la di esistenza di questo mondo si trova qui. Marcia-re verso il bene universale. Dovunque vi trovate echiunque siete, non ha importanza. Prendete la di-rezione che vi conduce alla coscienza di Krishna.Questa è la più alta realizzazione della vita. Dovetesolamente rivolgere il vostro viso verso di Lui e in-camminarvi, e la Dolcezza Assoluta, Ûrî Krishna, vidarà il benvenuto. Questo significa la compagnia deiGau∂îya Vaiß∫ava.Ûrîla Rüpa Gosvåmî ha descritto Krishna in modoscientifico: akhila-rasåm®ta-mürti˙. Il nostro cuorecerca una soddisfazione e una felicità variegata, maLui è l'emporio di tutti i råsa, i gusti dell'estasi. Tut-ti i tipi di råsa sono in Krishna e Lui ne è la personi-ficazione totale, così tutti possono trovare la loro giu-sta collocazione in Lui solamente e da nessun'altraparte. Lui è Krishna, akhila-rasåm®ta-mürti˙. Tuttele soddisfazioni che cerchiamo sono personificate inLui. Così solo Lui può dire: "Lascia tutto e vieni daMe, e non ti pentirai. Troverai la soddisfazione piùgrande." Nessun altro aveva mai detto una cosa si-mile da nessuna parte. Solamente Krishna ha dettoquesto e Mahåprabhu lo ha puntualizzato: "Và di-rettamente da quella parte, non prendere altre stra-de, marcia diretto verso la concezione di Krishna,quella è la tua casa."

Riguardo l'hari-kathå, la predica, il parlaree lo scrivere

Una volta parlai con un grande capo spirituale deltempio di Udipi a Madras. Mi disse: "A volte predi-co di Madhvåcårya e del culto della bhakti ma nonho tempo per il sådhana." Io lo incoraggiai. Il no-stro guru mahåråja diceva che l'hari-kathå, il parlaredi Krishna non è meno importante del sådhana. Alcontrario, è la cosa più vitale. La predica è molto vi-tale; quando predichiamo automaticamente dobbia-mo essere concentrati al massimo. Viceversa men-tre cantiamo con il nostro japa, possiamo avere lamente assente. Quando parliamo di Krishna adun'altra persona, dobbiamo essere molto attenti al-trimenti parleremo senza cura. Tutta la nostra at-tenzione sarà automaticamente concentrata sul di-scorso che stiamo facendo. Ma nello scrivere su Kri-shna la cura è ancora più necessaria che nel parlare diKrishna. Quindi anche scrivere è kîrtana. Coltivarela coscienza di Krishna può essere ancora più inten-so che impegnarsi nello scrivere di Krishna.

Il significato di anårpita-carîµ-ciråt(CC. Adi 1.4)

Nel Jaiva Dharma di Bhaktivinoda Êhåkura trovia-mo un Vaiß∫ava che chiede al suo gurudeva: "La de-vozione è eterna, perchè allora dici che proviene daMahåprabhu?"Allora il suo guru, Paramahaµsa Båbåjî risponde:"Ho visitato V®ndåvana ed ho chiesto all'eterno ser-vitore di Ûrî Caitanyadeva, Sanåtana Gosvåmî, qualè il significato nascosto nelle righe di questo anårpi-ta carîµ-ciråt, ciò che non è mai stato dato prima."Allora Sanåtana Gosvåmî ha risposto che la bhakti èeterna; nel Nårada-bhakti-sütra, nel Sandilya-sütraed in tutte le scritture è stata data questa bhakti. Mail tipo di bhakti che Mahåprabhu ha portato, quellache abbiamo visto dopo l'avvento di Mahåprabhu ÛrîCaitanyadeva, precedentemente non fu mai data al-le persone comuni. Per questo si chiama anårpita-carîµ-ciråt."E qual è lo standard di quella devozione? E' questo:arrendersi completamente a Krishna con un senti-mento coniugale, dove ogni atomo dell'anima jîvaviene abbracciato dal corrispondente atomo di co-scienza di Krishna, il mådhura-råsa. Prima questonon era disponibile a tutti. "Questa è la mia fede, ciòin cui credo. Tu puoi accettarlo o non accettarlo.."Sanåtana Gosvåmî rispose così a quel Vaiß∫ava,"Questa è la mia concezione personale, sei libero diprenderla oppure no." Questa fu la sua risposta.

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26 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

vitori. E dopo avere instaurato questa relazione po-tremo servire. Come possiamo servire? Con quellarelazione che abbiamo con Madana-mohana e poiservendo, cosa avverrà? Krsna-prema-prayojana.Krishna non è il nostro prayojana, non è l'obiettivodella nostra vita. Non è Lui. Qual è? L'amore e l'af-fetto per Krishna è il nostro supremo obiettivo, e sichiama k®ß∫a-prema-prayojana. Cosa significaprayojana?Devoto: Lo scopo ultimo.SNM: Lo scopo ultimo. Qual è il nostro scopo ulti-mo? K®ß∫a-prema. Quale prema? Il prema che vi-ve sempre nel cuore di Ûrîmatî Rådhikå, quell'amo-re ed affetto per Krishna che dimora sempre nel cuo-re di Ûrîmatî Rådhikå. Lei possiede l'amore e l'af-fetto più grande. Questo è lo scopo della nostra vi-ta. Ottenere quell'amore e quell'affetto. E potreb-be venire se servite sempre Ûrîmatî Rådhikå. Quel-l'amore, cioè come Lei ama Krishna con un senti-mento di mahåbhåva: sneha, mana, pranaya, raga,anuraga, bhåva, mahåbhåva ed oltre con rudha, adhi-rudha, mohana, modana e ancora di più con mada-na. Il corpo, i sensi, i Suoi capelli, gli abiti, tutto diLei è composto da mahåbhåva, e specialmente dalSuo madana mahåbhåva. Krishna sa tutto, conosceogni cosa perchè Lui è raso-vai sah. Krishna è com-posto da due tipi di råsa: eka råsa e aneka råsa. Ekaråsa significa un solo råsa, Lui è completo, è il ma-gazzino del råsa. Non c'è nulla che Krishna non co-nosca. In questo modo Lui è atmaråma e aptakåma.Cosa significa atmaråma e aptakåma?Devoto: Atmaråma significa che Krishna è soddi-sfatto in Sè Stesso e non ha bisogno di nient'altro.Aptakåma significa che i Suoi desideri sono tutti sod-disfatti e quindi Lui è senza attaccamenti.SNM: Non c'è nulla che Krishna desideri. Ma Lui èanche aneka råsa, è una combinazione di moltissimiråsa, aneka råsa. Ed in questo aneka råsa Lui stessodiventa la hladini-Ωakti, Ûrîmatî Rådhikå Stessa. ELui vuole conoscere il sentimento di questa hladini-Ωakti, il sentimento della hladini Ωakti Ûrîmatî

Ratnåkara

Un oceano di gioielliÛrî Ûrîmad Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Giugno 1999Alachua, Florida

U.S.A.

Ûrîla Nåråya∫a Mahåråja (SNM): Caitanya-Ca-ritåm®ta, Madhya-lîlå, Ottavo Capitolo, Ωloka 1, 34,35. K®ß∫adåsa Kaviråja Gosvåmî sta offrendo pra-nama al suo mantra-guru e a tutti i suoi Ωikßå-guru.Poi specialmente al caitya-guru: Ωikhi-piñcha-maulih(CC. Adi 57), cioè a Krishna, il suo caitya-guru ed an-che al suo mahånta-guru, una manifestazione di Kri-shna. Egli offre pranama anche a questa forma di gu-ru ed a tutti i devoti. Similmente dice: haiyåchenahaibena prabhura yata dåsa; sabåra cara∫a vandoñdante kari' ghåsa (Ûrî Vaiß∫ava-Vandanå 6 di Ûrî De-vakînandana Dåsa Êhåkura). Qual è il significato dihaiyåchena haibena?Devoto: Tutti i Vaiß∫ava del passato e a tutti coloroche saranno Vaiß∫ava nel futuro, prendendo una pa-gliuzza tra i denti, offro pranama a tutti loro e pregodi avere la loro misericordia.SNM: "Offro i miei pranama a coloro che verranno,coloro che c'erano prima e a coloro che sono presentiadesso. Tutti loro devono essere misericordiosi." Poilui ha scritto di Govinda, Gopinåtha, Madana-moha-na:

ei tina †håkura gau∂îyåke kariyåchena åtmasåte tinera carana vandoñ, tine mora nåtha

(CC adi-lîlå 1.19)

"Queste tre Divinità di V®ndåvana (Madana-moha-na, Govinda e Gopinatha) hanno rapito il cuore e l'a-nima dei Gau∂îya Vaiß∫ava del Signore Caitanya.Adoro i Loro piedi; Esse sono i Signori del mio cuo-re." (Traduzione di Ûrîla Bhaktivedånta SwåmîMahåråja)Govinda, Gopinåtha e Madana-mohana, sono la vi-ta e l'anima di tutti i devoti del Gau∂îya Vaisnavismo.Madana-mohana è la Divinità della relazione; conMadana-mohana abbiamo una relazione. Noi siamoservitori di Madana-mohana, siamo degli eterni ser-

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27Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Rådhikå di mohana, il modana bhåva. Krishna vuo-le gustarlo perchè non lo conosce, il sentimento dimahåbhåva di Ûrîmatî Rådhikå che non conosce, de-sidera gustarlo. Quindi per soddisfare i Suoi tre de-sideri, Krishna viene nella forma di ÛacînandanaGaurahari. E poi gusta queste tre cose. Così sa co-s'è mahåbhåva ed il sentimento di mohana, modanadella hladini. In questa maniera Lui può gustarlo al-trimenti no. Questo è il motivo per cui è venuto nel-la forma di Ûacînandana Gaurahari, per gustare que-sti Suoi tre desideri che non aveva mai gustato, nep-pure durante i k®ß∫a-lila, i passatempi di Krishna.Ma per fare questo dovrà avere un addestramento.Dove riceverà questo addestramento?

La scuola di V®ndåvana al Rådhå-ku∫∂a

C'è una scuola a V®ndåvana, al Rådhå-ku∫∂a. Il di-rettore è Ûrîmatî Rådhikå Stessa e ci sono molti pro-fessori, uno per ogni dipartimento di quell'amore.Quell'amore ha molte facoltà. (Ci sono otto senti-menti e otto capi dipartimento, Lalitå, ViΩåkhå, Citrae le altre. Così Caitanya Mahåprabhu fu ammessoalla scuola di ViΩåkhå, ovvero Råya Råmånanda.Poichè lei è molto in intimità con Rådhikå, lei sa tut-to di questo. E' nata lo stesso giorno, hanno la stes-sa età, le loro qualità sono simili e sono care amiche,vivono sempre assieme. Perciò lei conosce il cuoredi Ûrîmatî Rådhikå, come Lei sente separazione daKrishna, come Lei diventa felice quando s'incontracon Krishna; lei sa tutto. Non c'è nulla che ViΩåkhånon conosce. Così Lui fu ammesso quando era sullerive del fiume Godavari nel sud India.)In quel luogo studiò per molti giorni e ViΩåkhå Loesaminò, se era esperto o no. Poi passò l'esame."Ora devi andare a praticare; questa era solo la teo-ria." Disse ViΩåkhå. "Devi andare a Gambhira e tiseguirò anch'io. Anche la mia più anziana sakhî, La-litå sarà là con noi. Noi due Ti metteremo alla provae vedremo se hai capito oppure no. Tu hai superatol'esame teorico, ora dovrai affrontare la prova prati-ca."Lalitå e ViΩåkhå che sono Svarüpa Dåmodara e RåyaRåmånanda, erano sempre assieme a Lui e a volteLo riprendevano, a volte Lo ispiravano a come re-stare nella linea. A volte il direttore, GadådharaPandita, veniva e faceva dei rimproveri di alta classe.Lei sa tutto, a volte Lo riprendeva con il bastone dimana, con un sentimento di rabbia di gelosia. PoiKrishna fu qualificato per gustare i Suoi tre desideri.Quando Si recò per avere l'ammissione alla scuola,

K®ß∫adåsa Kaviråja dice nella Caitanya-Caritåm®tamadhya-lîlå 8.1:

sancarya ramabhidha-bhakta-meghesva-bhakti-siddhanta-cayamrtanigaurabdhir etair amuna vitirnaistaj-jnatva-ratnalayatam prayati

Voglio spiegare utilizzando la Ûrî Caitanya-Ca-ritåm®ta tradotta da Swåmîjî stesso. Quindi primaleggeremo la spiegazione di Swåmîjî e poi io spie-gherò quello che lui dice perchè qualcuno sta dicen-do: "Oh, lui non è nella linea di Swåmîjî. Dice dellecose diverse." Ma io non dico nulla che non sia nel-la sua linea. Dovete realizzarlo ed ascoltare quelloche lui dice, dovete vedere da voi se io sono nella li-nea di Swåmîjî oppure no. Io sono sempre nella sualinea perchè lui è nella linea del suo guru e della suc-cessione disciplica degli åcårya. C'è solamente una li-nea non tante. C'è solamente una linea, la linea del-la guru-parampara. Quindi dobbiamo seguirla. An-che noi dobbiamo realizzare come seguire Swåmîjî.

Il devoto legge la traduzione di Ûrîla SwåmîMahåråja: "Ûrî Caitanya Mahåprabhu, che è cono-sciuto come Gauranga, è il contenitore di tutte le co-noscenze conclusive riguardanti il servizio devozio-nale. Egli potenziò Ûrî Råmånanda Råya, che puòessere paragonato alla nuvola del servizio devozio-nale. Questa nuvola conteneva tutte le spiegazioniconclusive riguardanti il servizio devozionale ed erapotenziata dall'oceano per spargere quest'acqua sul-l'oceano. Ûrî Caitanya Mahåprabhu Stesso era l'o-ceano della conoscenza del puro servizio devoziona-le."SNM: Qualche altra cosa?Devoto: No.SNM: Accha! Dovete provare a comprendere que-sto profondo significato. Un significato moltoprofondo! Ecco perchè è stato detto: yaha bhågava-ta pada vaiß∫avera sthane (ekanta åΩraya kara cai-tanya-carane). 'Se volete comprendere lo Srimad-Bhågavatam dovete avvicinare un Vaiß∫ava realizza-to ed ascoltare da lui. Questo si potrà realizzarequando ci si rifugerà ai piedi di loto di Ûrî CaitanyaMahåprabhu.' (C.C. Antya-lîlå 5.131) Ed anche:yaha caitanya-caritam®ta påda rasika vaiß∫avera stha-ne. 'Se volete comprendere la Ûrî Caitanya-Ca-ritåm®ta dovrete rifugiarvi ai piedi di loto di un rasikaVaiß∫ava che ha raggiunto lo stadio di bhåva.'Perchè la Caitanya-Caritåm®ta è l'essenza dello Ûrî-mad-Bhågavatam.

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28 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

comune non può immaginare la sua misericordia.

samsaradavanala-lidha-lokatranaya karunya-ghanaghanatvam

Karuna, la misericordia e ghana, condensata. Quin-di lui è la karuna condensata ed il råsa condensato diÛrî Caitanya Mahåprabhu. Ora Caitanya Mahå-prabhu è venuto nella forma di nuvola. Ma c'è unacosa. Quella nuvola fa scendere una pioggia di ac-qua dolce. Come è possibile? Se incontra una fore-sta, una montagna o delle colline, la nuvola toccan-dole farebbe scendere la pioggia. Qui di nuovo quel-l'oceano Caitanya Mahåprabhu Stesso prende la for-ma della montagna e della foresta, e inizia a porredelle domande. Quando questa nuvola incontra lamontagna e la foresta si scioglie trasformandosi inpioggia. Quindi qui, con il tocco di Mahåprabhu cheè paragonato alla montagna o alla foresta, quella nu-vola di nuovo si scioglie e scende la pioggia. Questapioggia è come quella che cade durante il passaggiodi una costellazione speciale, la svati naksatra. Quan-do quella pioggia cade tocca differenti cose e a se-conda del tipo di ricettacolo, produce cose differen-ti. Allo stesso modo quando avvenne l'incontro au-spicioso tra Caitanya Mahåprabhu e RåmånandaRåya, quella pioggia cadde sopra l'oceano e l'oceanodel råsa, Caitanya Mahåprabhu, divenne ratnåkara,un oceano di gioielli.Se quel tipo di pioggia che scende durante il passag-gio di quella speciale costellazione cadesse sopra unalbero di banane, si produrrebbe della canfora. Secadesse sopra la testa dei serpenti diventerebbegioielli. Se cadesse sugli zoccoli delle mucche, all'o-ra del gorocana, si produrrebbe un pigmento giallomolto molto prezioso. E se cadesse sulle conchigliedell'oceano?Devoto: Su delle ostriche.SNM: In queste ostriche si formerebbero perle.Quindi da molte goccie di quella nuvola si ricave-rebbero differenti risultati e l'oceano sarebbe pienodi ratnåkara. Cosa significa ratnåkara? Un oceano digioielli. Questo oceano era Caitanya Mahåprabhu ed ora èdiventato un ratnåkara, dopo aver preso la pioggia diquella nuvola di Råya Råmånanda, ascoltando ciòche non aveva mai sentito prima. Lui ascoltò tuttequeste cose da ViΩåkhå Devi ovvero da Råya Råmå-nanda. Ed ora è diventato un ratnåkara, la dimoradei gioielli, solamente gioielli. Ora che CaitanyaMahåprabhu è un ratnåkara la dimora di moltissimi

nigama-kalpa-taror galitam phalamsuka-mukhad amrta-drava-samyutam

pibata bhagavatam rasam alayammuhur aho rasika bhuvi bhavukah

(Ûrîmad-Bhågavatam 1.1.3)

L'essenza di tutti i Veda, Upanißad, l'essenza di tutto.Non c'è nocciolo, non c'è nulla da scartare, è tutto rå-sa, solo succo. Quindi tutti devono ascoltare. Vienedalla nostra guru-parampara. Da Brahmå a Nåradaa Vyåsa a Ûukadeva Gosvåmî. Ûukadeva Gosvåmî haportato da Goloka V®ndåvana fin qui questo dolcefrutto, il dolce frutto del råsa. Proviene dalla nostraguru-parampara. Così se qualcuno vuole gustare loÛrîmad-Bhågavatam, deve andare da un rasikaVaiß∫ava, e la Ûrî Caitanya-Caritåm®ta è persino l'es-senza dello Ûrîmad-Bhågavatam, è la forma conden-sata dello Ûrîmad-Bhågavatam. Che cosa è conden-sato? Dal Primo Canto al Nono Canto possiamoprendere l'essenza, e poi c'è il Decimo Canto. Qualè l'essenza del Decimo Canto? La Gopî-gîta, la Ve-nu-gîta, la Brahmara-gîta, la Yugala-gîta...Questo è il processo, sempre cantare, ricordare edascoltare i passatempi di Krishna. Questo è il soloprocesso, che viene dato da qualsiasi guru o devotoautentico. Quindi prima di tutto Ωravanam poi kîrta-nam; non kîrtanam ma anukîrtanam. Anu significain una linea, come una catena o come una goccia dimadhu. Madhu è il miele. Se si versa il miele, si for-merà un filo ininterrotto. Dovrà essere così, allorapotrete realizzare qualcosa.Quindi lui dice: sancarya ramabhidha-bhakta-meghe.Mahåprabhu ha potenziato Råmånanda Råya che èparagonato alla nuvola del servizio devozionale. Cai-tanya Mahåprabhu è Krishna e Rådhå insieme, è unoceano di råsa. Un oceano di råsa è sconfinato, nonha confini, la sua profondità è inimmaginabile. E daquesto oceano di råsa, che è Caitanya Mahåprabhu,è venuta una nuvola. Come è potuta nascere questanuvola? Con il vapore dell'oceano, l'essenza dell'o-ceano, senza il sale e tutto il resto, soltanto con l'es-senza dell'acqua, con l'evaporazione. Non tutti san-no come viene questo vapore e come si trasforma innuvole. Cosa sono le nuvole? L'essenza dell'oceanodi råsa. Qui Råya Råmånanda è paragonato alla nu-vola. Da dove proviene questa nuvola? Dall'oceano.L'oceano è Caitanya Mahåprabhu e la Sua miseri-cordia è il vapore, è come l'essenza. Nessuno in quelmomento ha visto come questo oceano è diventatonuvola. Hanno visto solo la nuvola, Råya Råmå-nanda. Chi è però Råya Råmånanda? Una persona

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cevettero anche l'iniziazione al gopala-mantra.

All'inizio nella nostra linea c'era solamenteil Gopala-mantra

All'inizio nella nostra linea c'era solamente il gopa-

la-mantra; da Krishna a Brahmå a Nårada e a tutti glialtri. Persino Ûrî Caitanya Mahåprabhu ricevette so-lo il gopala-mantra dal Suo gurudeva ed è stato tra-mandato in questo modo. Ora abbiamo moltissimimantra perchè siamo molto deboli. Oggigiorno sidanno molti mantra. Prima invece c'era solamente ilgopala-mantra ed il guru-mantra. Esso contiene tut-ta la potenza ed in esso è contenuta la relazione conKrishna, il gopala-mantra include tutto. Sapete che

Sesto Raggio √ Ûrî Caitanya

29Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

gioielli, vuole gustare questi Suoi tre desideri. Que-ste nuvole si formano dall'oceano salato, poi a lorovolta fanno cadere dell'acqua dolce sull'oceano e co-sì nascono le perle, poi l'oceano diventa ratnåkara, equesto equivale a Ûrî Caitanua Mahåprabhu.Ora Lui conosce tutto il siddhånta. Quale siddhånta?Cos'è sneha, mana, pra-naya, råga, anuråga, bhåva,mahåbhåva. Tutti questisintomi, il significato diqueste cose Lui li espose aRüpa Gosvåmî, ispirò Rü-pa Gosvåmî il quale le scris-se nel Bhakti-rasåm®ta-sindhu e specialmentenell'Ujjvala-nilamani.Iniziamo ora a discutere il

significato, qual è il nostroobiettivo. Ci sono lakh elakh di obiettivi per lakh elakh di devoti. CaitanyaMahåprabhu chiese a RåyaRåmånanda: "Qual è l'o-biettivo e qual è il processoper raggiungerlo?" Ogniparte di questo processo èseparata, non dipendonol'una dall'altra. Ma Cai-tanya Mahåprabhu le hapresentate in modo tale dafarle sembrare concatenate,come se una conduca all'al-tra; in realtà però sono tuttiobiettivi indipendenti permolti tipi di devoti. Lui leha presentate partendo dalprimo stadio.Quando Caitanya Mahå-prahu stava compiendo ilpellegrinaggio del Sud In-dia, Si recò in molti luoghi; aÛrî Rangam incontròVenkata Bhatta, Trimalla Bhatta, PrabodhanandaSarasvatî e Gopala. Egli predicò le glorie di ÛrîmatîRådhikå e della dolcezza di Krishna. Queste quat-tro personalità erano Ûrî Vaiß∫ava, adoratori di Lakß-mi-Naråya∫a. Ma ascoltando le esposizioni di Cai-tanya Mahåprabhu e le Sue descrizioni dei dolci pas-satempi di Krishna, cambiarono completamente e di-ventarono Gau∂îya Vaiß∫ava iniziando a servire Ûrî-matî Rådhikå e Krishna Yugala (coniugali). Essi ri-

Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

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erudita, molto grave ed ora piange e Lo abbraccia emanifesta i sentimenti asta-sattvika. Perchè succedequesto?"

ei mahåråja - mahå-pa∫∂ita,gambhira sannyåsira sparse matta haila asthira

(C.C. Madhya 8.27)

Il devoto legge ancora la traduzione: I bråhma∫apensarono: "Questo Råya Råmånanda è il Gover-natore di Madras, una persona molto erudita e gra-ve, un maha-pandita, ma dopo aver toccato questosannyåsî è diventato come pazzo."SNM: Caitanya Mahåprabhu vide che quelli eranobråhma∫a vijatiya, smarta pandita, che non avrebbe-ro compreso. Per un devoto realizzato in questomondo non esistono sudra nè bråhma∫a, per lui so-no tutti eterni servitori di Krishna. Solamente iVaiß∫ava pensano così. Gli smarta bråhma∫a, i bråh-ma∫a di casta non possono realizzare questo. Quin-di Lui nascose i Suoi sentimenti e poi disse: "Sar-vabhauma Bha††åcårya è stato molto misericordio-so con Me e Mi ha detto di venire al Godavari per in-contrare un devoto di alta classe come Råya Råmå-nanda. Così mi considero molto fortunato di esserevenuto qui ed averti incontrato."Anche Råya Råmånanda rispose: "Oh, Sarvabhau-ma Bhatta è stato molto misericordioso con me per-chè ha mandato Te così che possa essere liberato daquesto mondo."Entrambi si glorificavano e poi Caitanya Mahå-prabhu disse: "Voglio incontrarti." Råya Råmånan-da rispose: "Poichè sei venuto qui per me, voglio cheTu rimanga per qualche tempo e che Tu mi dia ispi-razione nella bhakti. Verrò stasera, quando farà buioe discuteremo di tante cose."Alla sera Caitanya Mahåprabhu lo aspettò. Avevamangiato qualcosa a casa di un devoto bråhma∫a epoi andò ad aspettare Råya Råmånanda. QuandoRåya Råmånanda arrivò Mahåprabhu chiese: "Vo-glio chiederti qualcosa sul sadhya ed il sådhana, sul-l'obiettivo e il processo della vita devozionale. Vor-rei però che tu mi dessi una risposta portando delleevidenze dalle scritture, specialmente dallo Ûrîmad-Bhågavatam, non voglio sentire nulla che non sia ba-sato sugli Ωåstra. Quello che gli Ωåstra dicono tu lodevi ripetere a me." Poi chiese:

prabhu kahe:"pada Ωloka sadhyera nirnaya"

råya kahe:"sva-dharmanacarane viß∫u-bhakti haya"

Sesto Raggio √ Ûrî Caitanya

30 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Gopa-kumara tramite questo gopala-mantra otten-ne ogni cosa; dall'inizio alla fine egli cantò semprequesto gopala-mantra. Caitanya Mahåprabhu quin-di mentre viaggiava nel Sud India incontrò GopalaBhatta e gli altri e li trasformò; poi giunse sulle rivedel fiume Godavari.Caitanya Mahåprabhu era come un bala-sannyåsî,era come un ragazzo sannyåsî, era molto luminoso.Arrivò alla riva del Godavari e si mise a cantarel'Harinama. Råya Råmånanda, il Governatore delSud India sotto il regno di Prataparudra Mahåråja,era là a fare il bagno nel Godavari secondo il siste-ma Vedico. Moltissimi bråhma∫a stavano recitan-do i mantra, il purusa-sukta, il devi-sukta e altri an-cora. I tamburi suonavano e lui faceva il bagno inmodo regale. Mentre stava facendo questo bagnovide da distante un bala sannyåsî dell'ordine di ri-nuncia che cantava. Subito fu attratto, lasciò tutti isuoi bråhma∫a, i soldati e tutto il resto e con un sem-plice abito andò là e porse i suoi pranama a CaitanyaMahåprabhu. Caitanya Mahåprabhu lo guardò dacima a fondo e gli disse: "Oh, tu sei Råya Råmå-nanda!" E subito lo abbracciò. Råya Råmånandaera nato in una famiglia di sudra e Caitanya Mahå-prabhu in una famiglia di elevati bråhma∫a inoltreera anche sannyåsî. Negli Ωåstra sta scritto che unsannyåsî di alta classe non deve toccare nessun su-dra, ma Caitanya Mahåprabhu disobbedì agli Ωåstrae abbracciò Råya Råmånanda. E lui a sua volta, puressendo come un re, ricambiò l'abbraccio di Mahå-prabhu ed entrambi persero i sensi. "Krishna! Kri-shna! Krishna!" Entrambi piangendo gridarono co-sì e persero i sensi. Dopo un po' di tempo presero dinuovo coscienza.Caitanya Mahåprabhu chiese: "Sei Råmånanda?"tenho kahe, sei hana dåsa sudra manda (C.C.madhya 8.21)? Cosa significa?Il devoto inizia a leggere dalla traduzione di ÛrîlaSwåmî Mahåråja: "Ûrî Caitanya Mahåprabhu allo-ra chiese se fosse Råmånanda Råya e lui rispose: 'Sì,sono il Tuo infimo servitore ed appartengo alla co-munità dei sudra'."SNM: Quando un devoto si incontra con unVaiß∫ava superiore dovrebbe comportarsi così. Noncon falso ego: 'Io sono erudito, sono un åcårya,' nonin questo modo, ma come fece Råya Råmånandaquando incontrò Caitanya Mahåprabhu. I bråh-ma∫a stavano pensando: "Perchè questo sannyåsîha toccato questo sudra di bassa classe? Gli Ωåstranon hanno prescritto ai sannyåsî questo comporta-mento. Lui anche è come un re, una persona molto

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ma. Tra questi ultimi è molto raro trovare chi è undåsya-bhakta. Ancora più raro è trovare chi è un ami-co di Krishna, un Ωakhå. E tra lakh e lakh di Ωakhå èrarissimo trovare chi è come Madre YaΩodå e NandaBaba, våtsalya. Più rari di tutti sono quelli come legopî; sono molto rari. E tra le gopî ci sono molti tipi:le vipakΩa, le tata߆ha, le suh®t e le svapakΩa. Tra essele svapakΩa e le servitrici delle svapakΩa chi sono? So-no tat-tad bhåva-icchamayi. Queste sono RüpaMañjarî e Rati Mañjarî. Sono venute nella forma didevoti uomini, Rüpa Gosvåmî e Raghunåtha DåsaGosvåmî. Noi dobbiamo quindi tentare di seguire illoro sentimento. Se li seguite allora sarà rågånugå,altrimenti no. Questo è molto, molto raro. Qui, nel-la ramananda samvada, gradualmente diranno que-ste cose, ma da dove dobbiamo iniziare noi?Dal varnaΩrama-dharma. Cos'è il varnaΩrama-dhar-ma? Durante la civilizzazione Vedica in India c'era ilvarnasrama-dharma. Ora però è contaminato, non èpiù la stessa cosa. Nel varnaΩrama-dharma una mo-glie deve sempre stare con il marito, deve sposarsiuna sola volta. Lei non deve mai divorziare, come av-viene in Occidente che ogni giorno cambiano comeuna moda. Vogliono scrivere il loro nome nel librodei primati. Essere come animali è la loro moda. NelvarnaΩrama-dharma non è così, loro servono sempreil padre, la madre, i deva e specialmente Viß∫u. Machi è questo Viß∫u? L'ultima manifestazione, il Pa-ramåtmå, il nostro testimone saksi, e Lui darà il ri-sultato delle nostre azioni, buone o cattive che siano.Lui è chiamato Viß∫u.Råya Råmånanda dice qui di essere situati nel var-naΩrama-dharma, nei varna e negli aΩrama. Cosa si-gnifica varna e aΩrama?Devoto: Varna significa la propria posizione all'inter-no di un ceto sociale e aΩrama è il proprio dovere spi-rituale.SNM: Cosa significa allora varnaΩrama-dharma?Devoto: Significa rimanere situati nel proprio rispet-tivo varna e aΩrama allo scopo di dar piacere a Viß∫u.SNM: I varna e gli aΩrama sono due cose. Varna si-gnifica bråhma∫a, ksatriya, vaisya e sudra, ha a chefare con le qualità. Catur-varnyam måyå s®stam guna-karma-vibhagasah (Gîtå 4.13) "In accordo ai tre mo-di della natura materiale ed al lavoro associato ad es-si, Io ho creato le quattro divisioni della società uma-na." (Ûrîla Bhaktivedånta Swåmî Mahåråja)AΩrama significa brahmacårî, g®ha߆ha, vanapra߆hae sannyåsa. Qual è il loro dharma? Essere situati lìma adorare Viß∫u. Perchè devono adorare? Per es-sere felici. Perchè adorandoLo Lui sarà compiaciuto

Sesto Raggio √ Ûrî Caitanya

31Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

(C.C. Madhya 8.57)Il devoto legge: "Ûrî Caitanya Mahåprabhu ordinòa Råmånanda Råya di recitare un verso tratto dallescritture rivelate riguardante lo scopo ultimo dellavita. Råmånanda rispose che se si eseguono i dove-ri prescritti per la propria posizione sociale, si risve-glierà la coscienza di Krishna originale."SNM: Da questo, dal dialogo tra Ûrî Caitanya Mahå-prabhu e Råya Råmånanda, possiamo sapere qual èl'obiettivo della linea di Mahåprabhu, della linea diRüpa Gosvåmî e qual è il processo per ottenerlo. Senon si conoscono queste cose, raya ramananda sam-vada, rüpa-siksa e sanåtana-siksa, non potremo co-noscere gli insegnamenti di Ûrî Caitanya Mahå-prabhu e poi non saremo nella Sua linea. Quindidobbiamo sapere tutte queste cose. Questa è purabhakti, più che pura.

Råya Råmånanda spiega qual è il nostrosadhya, scopo della vita e qual è il sådha-

na, il processo da seguire

Così lui parla dello scopo della nostra vita, lo scopodella nostra devozione, qual è il nostro sadhya e qualè il processo. Prima di tutto in questo mondo ci so-no lakh e lakh di anime condizionate di svariate spe-cie e tra di esse la specie umana è molto rara. E trachi ha questa forma umana molti hanno l'aspettoumano ma sono come animali. Loro non sanno nul-la di Krishna o della devozione e di tutto il resto.Molti inoltre sono smarta bråhma∫a, conoscono iVeda ma non hanno fede in Krishna, sono nirvisesa-brahmavadi. Tra di essi sono molto rari i viß∫u-bhakta e tra lakh e lakh di viß∫u-bhakta, i naråya∫a-bhakta sono molto rari. Tra essi i siddha, gli autorealizzati, sono rari. Tra i devoti siddha Nåråya∫a èmolto raro trovare un k®ß∫a-bhakta, colui che prati-ca il sådhana-bhajana, l'ananya-bhajana. Cosa si-gnifica ananya-bhajana?Devoto: Esclusiva.SNM: Solo per Krishna. Quale Krishna? PerBrajendranandana Krishna, non per Dvarakadhisao Mathuresa. Solo per dare piacere a Rådhå e Kri-shna. Questo significa ananya. Ma sono sådhaka.Tra lakh e lakh di sådhaka è molto raro trovare chiha ottenuto la bhåva-bhakti, ni߆hå, ruci, åsakti e poibhåva-bhakti. E' molto raro. Tra questi rarissimibhakta che hanno ottenuto la bhåva-bhakti, rati, èmolto raro trovare qualcuno che ha raggiunto lo sta-dio di svarüpa-siddha. E tra lakh e lakh di svarüpa-siddhi la cosa più rara è trovare chi ha ottenuto pre-

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e darà la grazia. Quale grazia? Che qualsiasi cosa sidesidera per essere felici in questo mondo, la ric-chezza, la reputazione, una moglie, dei figli e tuttequeste cose, Viß∫u se compiaciuto le darà. Lui daràpersino la salvezza. Quindi tutti servono Viß∫u e pen-sano: "Krishna, Rama, Ûaõkara, Ganesha, sono tuttiuguali." Rispettano tutti allo stesso modo, con lostesso criterio. Avete capito? Questo è il varnaΩra-ma-dharma.Cosa rispose Mahåprabhu? Eho bahya, age kaha ara(CC madhya 8.59) Cosa significa eho bahya? Ûrî Cai-tanya Mahåprabhu rispose all'affermazione di RåyaRåmånanda: "Oh, questo è esterno. Sarebbe megliotu mi dicessi di qualche altro processo." Råmå-nanda allora rispose: "Offrire a Krishna irisultati delle proprie azioni è l'essenzadi tutte le perfezioni." Perchè èesterno? Per quale motivo?Devoto: Perchè semplicementeseguendo il varnaΩrama-dhar-ma la persona giungerà a ri-spettare i sådhu, ma non cisarà un impegno positivo. Sidice di restare solamentenel proprio ordine e fareprogresso, ma non si dicecome fare progresso.SNM: Loro non sanno co-s'è l'anima. Non sannochi è Dio la Persona Su-prema, o che cos'è la ve-ra bhakti. Non sanno tut-te queste cose. Loro pen-sano: "Il corpo è il miosè." Sono sempre impe-gnati in questo. Così ÛrîCaitanya Mahåprabhu hadetto che era esterno.Noi vediamo in questo mon-do, specialmente in Occiden-te, che anche moltissimisannyåsî che adoravano sempreRådhå e Krishna al tempio, si so-no sposati. Loro dicono: "Oh, dob-biamo seguire il nostro gurudeva. Ilnostro gurudeva ci ha detto di seguire ilvarnaΩrama." A Saranagati, una comunitàagricola di devoti, nel Canada, volevano sta-bilire questo varnaΩrama-dharma. Anchequi vedo questo, impegnano il loro tempoper stabilire il varnaΩrama-dharma. Però

Caitanya Mahåprabhu sta dicendo, e anche Swåmîjîlo sta dicendo: eho bahya, 'questo è esterno.' Non siriceve niente da questo. Questo è il motivo per cuigli chiede di andare avanti, di proseguire.

Råya kahe:"k®ß∫e karmarpana sarva-sådhya-sara"

(CC madhya 8.59)

Råmånanda rispose: "Offrire a Krishna i risultati del-le proprie azioni è l'essenza di tutte le perfezioni."

SNM: Alcuni possono pensare che essere stabiliti nelvarnaΩrama-dharma sia bhakti. Non è così. Essere

nel varnaΩrama-dharma, nella famiglia, nonè vera bhakti. Ma se si seguono gli in-

segnamenti di Caitanya Mahå-prabhu, di Rüpa Gosvåmî, non c'è

nessun problema. Potrebbe es-sere bhakti. Ma se non si se-

gue e si resta nel varnaΩrama-dharma, adorando Krishnama pensando di esserequesto corpo, non ascol-tando e non realizzandodi essere eterni servitoridi Krishna, parti inte-granti di Krishna e nonsi segue la suddha-bhakti l'amore e la de-vozione pura per Kri-shna, allora nelg®ha߆ha aΩrama è pos-sibile essere måyåvådî,karmi, yogi e tapasvi.Questo è come zero.Questo g®ha߆ha aΩra-ma non è devozione nel-

la linea di CaitanyaMahåprabhu. Lui qui lo

rigetta. Poi Råya Råmå-nanda parla del karmarpa-

na. Cos'è questo karmarpa-na? Puoi spiegarlo tu?

Devoto: Lui dice: yat karosi yadasnasi; qualsiasi cosa fai offrila a

Krishna. Si potrebbe chiedere a que-sto punto: Qual è il difetto? Qual è ilproblema? Perchè Caitanya Mahå-prabhu ha rigettato anche questo? Per-chè se si offre ...SNM: Nella Gîtå Krishna ha detto, nel

Sesto Raggio √ Ûrî Caitanya

32 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Ûrî Rüpa Mañjarî

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Sesto Raggio √ Ûrî Caitanya

33Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Nono Capitolo (9.27):

yat karosi yad asnasiyaj juhosi dadasi yat

yat tapasyasi kaunteyatat kurusva mad-arpanam

"O figlio di Kunti, qualsiasi cosa fai, qualunque cosamangi, qualunque cosa offri in carità e qualsiasi au-sterità compi, fallo come offerta a Me." Cos'è que-sto?Devoto: Il problema è che se si pensa: "Offro questoa Krishna." Significa che si pensa: "Oh, questo è mioma lo dono a Krishna. In questo modo otterrò dellebenedizioni, qualcosa." Sembra più come uno scam-bio d'affari, non è essenziale.SNM: Qualcos'altro? Provate a comprendere per-chè siete uomini di famiglia nel varnaΩrama-dharma.Dovete anche sapere i principi basilari del varnaΩra-ma-dharma e della bhakti. Dove sta la differenza?Qualcuno prepara qualcosa e la offre a Krishna ado-randoLo. Questa persona ha un giardino, un orto elo cura. Và a lavorare, ha dei bambini ed una moglie.Cucina qualcosa e la offre a Krishna con i mantra, omk®ß∫aya namah, klim k®ßaya svaha, gauraya svaha.Qual è la mancanza? Ci sono moltissimi difetti nelvarnaΩrama-dharma. Perchè quella persona penserà:"Io sono colui che fa questo karma. Ho fatto questogiardino, ho costruito questa casa, guadagno i soldi.Sono l'autore di queste azioni. E poi il frutto di que-ste mie azioni, qualcosa, lo offro a Krishna." Ma inrealtà noi non siamo gli autori delle nostre azioni.Chi siamo? E' molto sbagliato pensare di essere gliautori delle nostre azioni. Ma è stato affermato chequalsiasi cosa si faccia si deve offrire. Per chi è statodetto questo? Per i principianti, per coloro che nonsono puri bhakta.Quindi se il vostro gurudeva ha detto: "Oh, dovetedistribuire i libri, fare membri a vita e portare i soldi;questa è bhakti e così andrete direttamente a V®ndå-vana." C'è qualche difetto? Lui lo ha detto nel verosenso, ma noi non lo abbiamo ancora realizzato. Nonabbiamo realizzato questo. Lui voleva creare delleimpressioni in modo che tutti giungessero alla piat-taforma della Ωuddha-bhakti, leggessero i libri, cono-scessero l'essenza dell'associazione con i Vaiß∫ava dialta classe e poi avrebbero potuto realizzare di nonessere gli autori delle proprie azioni e di essere partie particelle di Krishna, eterni servitori di Krishna.Quindi prima di tutto bisogna offrire sè stessi e poiagire; in questo modo qualsiasi cosa faremo per da-re piacere a Krishna diventerà bhakti. Questo yat ka-

rosi, non è pura bhakti ma è aropa-siddha-bhakti.Aropa-siddha significa un misto di karma e bhakti(karma-miΩra-bhakti). Ma il karma prevale, il pen-siero di essere gli autori delle proprie azioni è preva-lente. "Pieno di misericordia e gentilezza, offro qual-cosa a Krishna; tutte queste cose sono mie ma a vol-te le offro. Quindi sono misericordioso verso Krish-na. O Krishna sii compiaciuto di questa mia offertae aiutami in modo da essere felice in questo mondo."Questa non è bhakti. Mahåprabhu ha detto: ehobahya, questo è esterno. Egli lo ha rigettato e poi hadetto: "Devi dire altro."

Prabhu kahe: "eho bahya, age kaha ara" raya kahe: "svadharma-tyaga, ei sadhya-sara"

(C.C. madhya-lîlå 8.61)

"Anche questo è esterno," disse Ûrî Caitanya Mahå-prabhu. "Ti prego procedi e sviluppa ulteriormentequesto soggetto." Råmånanda Raya rispose: "Ab-bandonare i propri doveri occupazionali del varna-srama-dharma è l'essenza della perfezione." Poipronunciò un verso della Gîtå (18.66):

sarva-dharma parityajyamam ekam saranam vraja

aham tvam sarva-papebhyomoksayisyami ma sucah

Qual è il significato? "Dopo aver abbandonato tut-ti i tipi di doveri occupazionali e religiosi, vieni a Me,Dio la Persona Suprema, prendi rifugio in Me ed Ioti proteggerò da tutte le reazioni peccaminose. Nonti preoccupare."Qual è il significato?Devoto: Qui Krishna dice che se una persona si ri-fugia in Lui, diventa saranagata, sarà protetto da tut-to il suo karma-phala, le reazioni delle sue azioni. Inquesto modo arrendendosi a Krishna non è più ne-cessario preoccuparsi delle azioni e reazioni delle vi-te passate.SNM: Dobbiamo ascoltare ora una cosa molto im-portante. Krishna è venuto per stabilire lo yuga-dharma. E' venuto anche per stabilire lo svarüpa-dharma. Cosa significa svarüpa-dharma?Devoto: La religione dell'anima.SNM: E specialmente è venuto per gustare i råsa ditutti i tipi come dåsya, såkhya, våtsalya e mådhurya.Quindi se Lui è venuto per stabilire lo yuga-dharma,il manvantara-dharma e l'eterno svadharma delle jî-ve, allora perchè dice sarva-dharman parityajya, 'De-

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Sesto Raggio √ Ûrî Caitanya

34 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

vi lasciare tutti i tipi di dharma'? Qui Lui ha detto:'Devi lasciare tutti i tipi di dharma, solo i dharma ar-tificiali, i dharma esterni del corpo e della mente. Laporta della bhakti è saranagati, così Lui ha dato que-sto Ωloka. E poi ha detto...Devoto: 'Io ti libererò dalle reazioni delle tue prece-denti azioni.'SNM: Rifugiati solamente qui. Ma questa non è pu-ra bhakti, non è pura. E' saranagati, arrendersi, quiè quello che Lui vuole dare ad Arjuna. Questa è laporta della bhakti, non è reale bhakti. Non è la reli-gione della nostra svarüpa, åtmå, anima. Quindi Luidice ...Devoto: C'è una spiegazione. Swåmî Mahåråja hadato la spiegazione a questo verso.SNM: Sì ...Devoto legge la spiegazione di Ûrîla Prabhupåda: "Aquesto proposito Ûrîla Raghunåtha Dåsa Gosvåmîafferma nel suo libro Manah-siksa (2):

na dharmam nadharmam srutigana-niruktam kila kuru

vraje radha-krsna-pracura-paricaryam iha tanu

Egli ci ha ingiunto di non compiere attività religiosee irreligiose come prescritte nei Veda. La cosa mi-gliore è impegnarci sempre al servizio del SignoreKrishna e Rådhårå∫î. Questa è la perfezione di tut-to in questa vita. Similmente nello Ûrîmad-Bhåga-vatam (4.29.46) Nårada Muni afferma:

yada yasyanugrhnatibhagavan atma-bhavitah

sa jahati matim lokevede ca parinisthitam

"Quando uno compie veramente il servizio devozio-nale d'amore verso Dio la Persona Suprema, abban-dona tutti i doveri di questo mondo materiale comepure tutti i doveri prescritti nella letteratura Vedica.In questo modo diventerà fisso nel servizio al Signo-re."SNM: Quindi ora, in questo stadio, cosa stiamo fa-cendo? La bhakti? In realtà non è pura bhakti se nonsiamo saranagata, arresi nell'anima. Dobbiamo ar-renderci con i sensi, il cuore e l'anima. Prima di tut-to dobbiamo arrenderci. Non potete arrendervi aKrishna subito, prima di tutto dovete arrendervi al-la Sua manifestazione, il guru, ossia il Ωikßå-guru e ildikßa-guru ed essere servitori di Krishna e del vostrogurudeva. Poi potrete giungere alla porta della bhak-

ti, cioè saranagati. Dovete avere molta fede nelle pa-role del guru, degli Ωåstra e di Krishna; come l'avevaHaridasa Êhåkura, come Prahlada Mahåråja, anchese provarono ad avvelenarlo, ad ucciderlo, lui canta-va e ricordava sempre.Dobbiamo quindi avere fede che Krishna ci salverà.Se non avete questa fede, se non credete fermamen-te che Krishna vi salverà, non potrete cantare e ri-cordare senza problemi. I problemi verranno conti-nuamente uno dopo l'altro. Ma questi Vaiß∫ava dialta classe che si sono arresi a Krishna e a gurudeva,oh, non possono essere toccati dai problemi. Loronon cadranno.Ora il tempo è terminato. Domani spiegheremo al-tro nella lezione. Voglio darvi un'idea di cos'è la pu-ra bhakti, qual è lo scopo della nostra vita e qual è ilprocesso. Così domani e dopodomani, se avremotempo ed in modo semplice, con parole semplici, pro-verò a parlare di questo. Provate a comprendere. Ese non comprendete potete porre delle domande.Oggi la lezione è finita.

Gaura premanande!

Riguardo Ûrîla Nåråya∫a Mahåråja

E' stato dichiarato che ci sono cinque importanti ra-sika Vaiß∫ava: Jayadeva, Bilvama∫gala, Candidasa,Vidyapati e Råya Råmånanda. Ma nitya-lîlå pravi߆aoµ viß∫upada Ûrîla Bhakti Promoda Purî GosvåmîMahåråja ha affermato che Ûrîla BhaktivedåntaNåråya∫a Mahåråja è "un rasika Vaiß∫ava che si tro-va nella linea diretta di Ûrîla Sarasvatî Prabhupåda."Essendo un discepolo di Ûrîla Bhakti PrajñånaKeΩava Mahåråja ed un associato intimo di ÛrîlaBhaktivedånta Swåmî Mahåråja, la sua missione è diprovare a risolvere ed armonizzare le molte diffe-renze visibili tra i devoti dovute ad una mancanza dicomprensione sul fatto che stiamo tutti aspirando al-lo stesso scopo, la prema-bhakti. La sua chiarezza dicomprensione Ωastrica e sincerità di intenti sono sta-te riconosciute dai devoti di tutto il mondo. Comelui stesso afferma molte volte: "Stiamo camminandosulla piattaforma che Swåmî Mahåråja ha costruitoper tutti noi." Il suo stile di predica unico mostra atutti le più profonde implicazione di ciò che ÛrîlaBhaktivedånta Swåmî Mahåråja ha dato al mondoOccidentale ed egli ha anche soddisfatto il desideriodi Ûrîla Swåmî Mahåråja sullo spirito di cooperazio-ne tra la Gau∂îya Math e l'istituzione da lui fondata.

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Quinto Raggio √ Forum

35Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Bhaktivedånta Swåmî Mahåråja, a quel tempo co-nosciuto come Ûrî Abhaya Carana De. I confratelli,estremamente compiaciuti ed eccitati per la ricom-parsa di questa rivista spirituale leader, mandaronolettere di apprezzamento che furono pubblicate suc-cessivamente nel Ûrî Gau∂îya Patrika. Ûrîla Bhakti-vedånta Swåmî Mahåråja fu tra i primi a mandare ilsuo apprezzamento e la sua lettera fu pubblicata sulsecondo numero di quel primo anno.Per il beneficio dei lettori presentiamo qui la sua let-tera originale scritta in lingua Bengali e tradotta inInglese che fu pubblicata sul Ûrî Gau∂îya Patrika.Ûrîla Bhaktivedånta Swåmî Mahåråja scrisse poi fre-quenti articoli in Bengali per questa rivista ed è risa-puto che Ûrîla Bhakti Prajñåna KeΩava Mahåråja lonominò capo del consiglio editoriale del Ûrî Gau∂îyaPatrika.

Il giorno di Gaura Purnima del 1949, grazie aglisforzi instancabili di nitya-lîlå pravi߆a oµ viß∫upå-da aßtotara-sata Ûrî Ûrîmad Bhakti Prajñåna KeΩavaGosvåmî Mahåråja, fu pubblicata la prima edizio-ne del Ûrî Gau∂îya Patrika, la rivista settimanale cherappresentava lo spirito dei Gau∂îya Vaiß∫ava delBengala. Egli aveva a lungo coltivato il desiderio direistituire il settimanale Gau∂îya ed altri giornalispirituali che erano stati pubblicati durante la pre-senza in questo mondo di Ûrîla Bhaktisiddånta Sa-rasvatî Êhåkura. Questo settimanale Gau∂îya Pa-trika fu l'incarnazione delle vani (istruzioni) di Ûrî-la Bhaktisiddånta Sarasvatî Êhåkura e quindi nonè differente da lui.

Ûrîla Bhakti Prajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråjaspedì il primo numero del Ûrî Gau∂îya Patrika allamaggiorparte dei suoi confratelli, incluso Ûrîla

Un'opinione sul Ûrî Gau∂îya Patrika

Dal riverito Ûrîyuta Abhaya Carana De

Editore della rivista 'Back to Godhead'

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Quinto Raggio √ Forum

36 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

A Pujyapåda KeΩava Mahåråja,

Ti prego di accettare i miei da∫∂avat pranåma.

Ieri sono diventato estremamente felice nel ricevere il Ûrî Gau∂îya Patrika che mi hai mandato. Il Patrikasebbene sia di formato medio si presenta molto bene e anche la carta e la stampa sono buone. Vi sono po-chissimi errori di stampa insignificanti e da considerare un nonnulla. Da ciò sembra che la supervisionedella rivista sia fatta in modo perfetto. I tuoi sforzi di predica estesi e di vasta portata hanno sempre at-tratto il mio cuore.

Colmo di magnanimità tu mi ricordi sempre. Questa è una delle qualità per cui vieni celebrato, anche pri-ma che ti unissi alla matha, nel tuo precedente aΩrama. Sono tuttavia molto sfortunato per non essere ingrado di renderti nessun servizio. Perciò in nome della tua natura magnanima, perdona, ti prego, le mie of-fese e discrepanze. Quando pubblicai per la prima volta la mia rivista 'Back to Godhead, tu mi hai ampia-mente incoraggiato. Sebbene impegnato in moltissime attività mi hai benedetto dandomi la polvere deituoi piedi nonostante la mia condizione deplorevole di uomo di famiglia.

Nel primo articolo del tuo Ûrî Gau∂îya Patrika, tu ispiri tutti noi a ricordare Ûrîpåda Narahari Da. Ti sia-mo molto grati per questo in tutti gli aspetti. Il dolce e affezionato comportamento di Ûrîpada Narahari Darimarrà per sempre luminoso nel mio cuore. Le pene di separazione da lui non sono meno delle pene diseparazione da Ûrîla Prabhupåda.

Gli articoli del Ûrî Gau∂îya Patrika sono posti nell'ordine corretto. Hai fatto un eccellente lavoro inizian-do con un articolo su Ûrîla Baladeva Vidyabhusana. Pubblicare nel Patrika un estratto della vita dei nostriåcårya precedenti, uno ad uno, sarà di estremo beneficio per la nostra sampradåya.

Ho visto una proposta in cui si dice che il Patrika presenterà anche articoli in altre lingue oltre il Bengali.Su ordine di Ûrîla Prabhupåda, ho dato vita alla rivista 'Back to Godhead' per presentare discussioni in lin-gua Inglese.

Quando stamperai nel tuo Patrika articoli in Inglese, ti prego di benedirmi accettando un piccolo servizioda me. Ho scritto molti articoli ed estratti in Inglese e posso mandarteli a tua convenienza.

Ûrî Abhaya Carana De

6 No. Sita Kanta Banerjee LaneP.O. HatakholaCalcutta

27 Marzo 1949

Tradotto dal Ûrî Gau∂îya Patrika 1/2

(Narahari Da è il nomignolo dato a Ûrîla Narahari Sevavigraha Prabhu. In lingua Bengali Da significa fra-tello maggiore'.

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Settimo Raggio √ Rådhå-K®ß∫a-tattva

37Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Il Tuo nome è l'unica nave solida a cui la jîva si puòaggrappare per attraversare facilmente l'oceano del-l'esistenza materiale. Considera tutto questo. Perla misericordia dei piedi di loto di Ûrî Guru mi sonorifugiato su questa sicura nave del Tuo santo nome.Tu sei molto affezionato alle anime arrese. Ti pregoperdona tutti i miei errori perchè non ho nessun al-tro rifugio e considerami come una particella di pol-vere posta ai Tuoi piedi di loto, cosicchè non vengapiù separato da essi."

Questa è la spiegazione del verso citato. Da ciò sipuò comprendere che il bhakti-sådhaka deve rinun-ciare completamente al desiderio di liberazione e digodimento materiale.

tomåra nitya dåsa mui tomå påsåriyåpadîyachon bhavårnave måyåbaddha hañå

k®på kari 'kara more påda-dhülî samatomåra sevaka karoñ tomåra sevana

puna˙ ati-utka∫†hå dainya haila udgamak®ß∫a †hañi måge prema-nåma-sankîrtana

(C.C. Anthya-lîlå 20.33.35)

"'O Prabhu! Sono il Tuo servitore eterno. Permia grande sfortuna Ti ho abbandonato. Prigionie-ro di måyå, sono alla deriva in questo insondabileoceano dell'esistenza materiale. Ti prego accettamicome una particella di polvere dei Tuoi piedi di lo-

Ûrî Sanmodana BhåßyamÛrîla Bhaktivinoda Êhåkura

E' giusto che il sådhaka che ha intrapreso il pro-cesso dell'harinåma-sankîrtana rifletta sulle miseriedell'esistenza materiale? Per chiarire questo quesi-to, Ûrî Gaurasundara ci ha presentato il verso (ayinanda tanuja).

"O Nandanandana! In realtà io sono il Tuo eter-no servitore. Ma ora come risultato dalle mie catti-ve azioni, sono caduto in questo terribile oceano diesistenza materiale. La lussuria, la rabbia, l'invidiae altre contaminazioni sono come coccodrilli dallebocche spalancate pronti a divorarmi. Trascinatoqui e là dalle onde di non auspicabili speranze e diaspettative mal riposte, sono gravemente oppresso.Le potenti raffiche di vento che rappresentano lecompagnie corrotte, hanno disperso la mia intelli-genza. In questa condizione non ho altro rifugio cheTe.

"Il karma, jñåna, lo yoga, le austerità e così viasono come ciuffi d'erba fluttuanti qui e là. Ha qual-cuno avuto successo nell'attraversare l'oceano del-l'esistenza materiale rifugiandosi in essi? A volte lepersone alla deriva nell'oceano dell'esistenza mate-riale si aggrappano a questi ciuffi d'erba e sono tra-scinati giù con essi.

"Ora non ho altro rifugio che la Tua misericordia.

Ûrî Ûikßå߆akamQuinto Ωloka

Qual è la svarüpa del sådhaka?

ayi nanda-tanüja kinkaraµpatitaµ maµ vißame bhavåmbudhau

k®payå tava påda-pankajåsthita-dhüli-sad®Ωam vicintaya

"O Nandanandana! Ti prego sii misericordioso con questo Tuo eterno servitore che per conseguenza al-le sue azioni è caduto nello spaventoso oceano dell'esistenza materiale. Ti prego consideralo come una par-ticella di polvere dei Tuoi piedi di loto e accettalo per sempre come un Tuo servo."

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to. Diverrò il Tuo servitore e mi impegnerò eter-namente al Tuo servizio.' Pronunciando queste pa-role un grande desiderio scaturì dal cuore di Ûrî Cai-tanya Mahåprabhu. Con un'attitudine molto umi-le Egli iniziò a pregare Ûrî Krishna di risvegliare inSè l'amore per il nåma-sankîrtana."

anådi karama-phale, padi' bhavår∫ave jaletaribåre nå dekhi upåya

e vißaya halåhale, divåniΩi hiyå jvalemana kabhu sukha nåhi påya

åßa-påΩa Ωata-Ωata kleΩa deya avirataprav®tti ürmmira tåhe khelå

kåma-krodha-ådi chaya, vå†apå∂e deya bhayaavasåna haila åsi belå

jñåna-karma-thåga dui more pratåriyå laiavaΩeße phele sindhu jale

hena samaye bandhu tumi k®ß∫a k®pa-sindhuk®på kari' tola more bale

patita kinkare dhari, påda-padma-dhüli karideha bhaktivinoda åΩraya

åmi tava-nitya dåsa, bhuliyå måyåra påΩabaddha ha'ye åchi dayamaya

Ûikßå߆akam canzone 5 (Gitåvalî)

"O Supremo e misericordioso Krishna! Comeconseguenza delle mie azioni mi trovo in balia del-l'insondabile oceano dell'esistenza materiale. Nonvedo nessun mezzo per attraversare quest'oceano.Il mio cuore arde per il veleno mortale della grati-ficazione dei sensi. La mia mente è molto turbata.I problemi mi assillano continuamente poichè sonoprigioniero, saldamente legato dalle corde degli il-limitati desideri di lussuria. Sono sballottato qui elà colpito dalle violente onde della natura materia-le. Da un lato la durata della mia vita si accorcia ela morte si avvicina. Dall'altra parte, lussuria, rab-bia, illusione, invidia, avidità e pazzia come sei ladrisi sono scagliati su di me. Karma e jñåna sono co-me due truffatori che mi hanno imbrogliato e mihanno gettato in un'oceano senza fondo.

"O oceano di misericordia! In questo momentodi grandissimo dolore, Tu sei il mio unico amico. OKrishna! Ti prego, liberami. Io sono il Tuo eternoservitore. Ti ho dimenticato diventando così pri-gioniero dell'energia illusoria. Ti prego, accettaquesto servitore caduto Bhaktivinoda, e ponilo co-me particella di polvere ai Tuoi piedi di loto."

Settimo Raggio √ Rådhå-K®ß∫a-tattva

38 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Viv®tiÛrîla Bhaktisiddånta Sarasvatî Gosvåmî

Mahåråja

Ûrî Nandanandana è l'adorabile obiettivo di tuttele jîve. Tutte le jîve sono per natura servitrici di Kri-shna. Il k®ß∫a-dåsya è insito nella nitya-svarüpa ditutte le jîve. Le jîve, diventate indifferenti al senso diservizio per Ûrî Krishna, vengono gettate nell'insor-montabile e pauroso oceano dell'esistenza materia-le e tormentate da tre tipi di miserie materiali. Inquesta condizione l'unico aiuto per la jîva è la mise-ricordia del Signore. Se Ûrî Krishna, per Sua mise-ricordia senza causa, accetta la jîva come particelladi polvere ai Suoi piedi di loto, l'identità coperta del-la jîva e la sua eterna disposizione al servizio per ÛrîKrishna potrà di nuovo manifestarsi.

Il tentativo di raggiungere i piedi di loto di Ûrî Kri-shna tramite i propri sforzi è definito aroha-pantha.Krishna non può essere raggiunto con questo meto-do perchè è opposto alla intrinseca funzione della jî-va. Solamente adottando un'attitudine di servizioche è in sintonia con il volere di Krishna è possibileraggiungere i Suoi piedi di loto. Carica di questa for-te fede, la jîva si deve impegnare nel processo delsådhana e bhajana. Le parole påda-dhuli, particel-la di polvere, indicano l'identità eterna della jîva,una particella infinitesimale di Bhagavån definitavibhinnåµΩa.

Finchè la jîva non si situa nella sua svarüpa, leanartha saranno inevitabili. In questa condizione,l'accertamento dello scopo ultimo resterà ambiguo.Il Ωuddha-harinåma-sankîrtana inizia dopo il risve-glio di sambhanda-jñåna e solamente tramite que-sto Ωuddha-nåma-sankîrtana si raggiunge prema.Quando il cuore è purificato da un continuo cantodel Ωuddha-nåma, nel cuore della jîva si manifestarati. Questo rati, conosciuto anche come bhåva, è ilprimo germoglio dell'amore incondizionato per Kri-shna. E' una combinazione delle potenze samvit ehladini della svarüpa-Ωakti del Signore ed è eterna-mente situato nel cuore degli eterni associati del Si-gnore. Per la misericordia di Ûrî Krishna e di Ûrî Gu-rudeva, questo bhåva viene trasmesso nel cuore del-la jîva ed in quel momento essa sarà conosciuta co-me jåta-rati-bhakta, un devoto in cui si è manifesta-to rati o bhåva.

C'è una differenza tra il nåma-sankîrtana di unajata-rati-sådhaka (colui che non ha ancora manife-stato rati) e un jata-rati-bhåvuka-bhakta o un devo-to che ha già manifestato rati o bhåva. Presentare sestessi come un jata-rati-bhakti prima ancora di aver

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Settimo Raggio √ Rådhå-K®ß∫a-tattva

39Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

kara-dvaya tava karma, kariyå labhuk Ωarma,tava pade saµpinu parå∫a

"Sono il Tuo eterno servitore, ma per mia sfortu-na Ti ho dimenticato. Di conseguenza måyå mi hacatturato legandomi al collo e mi ha trascinato inquesta atmosfera materiale. Sto vagando qui e là inquesta esistenza materiale e passando in migliaia emilioni di svariate specie di vita vengo attaccato dadifferenti tipi di miserie. Ora in compagnia deiVaiß∫ava la mia intelligenza si è risvegliata. L'unicaaspirazione del mio cuore è di poter diventare un ser-vitore del servitore dei Tuoi servitori. Potrò così im-pegnarmi nel Tuo bhajana ed ottenere una particel-la di bhakti.

O Prå∫eΩvara! Fà che la mia mente sia costante-mente impegnata nel ricordare le Tue glorie trascen-dentali; fà che la mia lingua sia sempre impegnata nelcanto del Tuo santo nome, delle Tue qualità, dellaTua forma e dei Tuoi passatempi; fà che le mie manisiano impegnate in molteplici tipi di servizio resi a Te.Potrò in questo modo gustare l'estasi del Tuo servi-zio. Il mio essere è interamente offerto ai Tuoi piedidi loto."

Per sua natura intrinseca, la jîva è fatta per esseregioita (bhogya), mentre Krishna, è il Supremo godi-tore (bhokta). Perciò continuando a praticare ilbhajana, nascerà nel cuore un ardente desiderio didiventare una servitrice di Ûrîmatî Rådhikå che è lapersonificazione della felicità trascendentale (anan-damayi). In quel momento il gopî-bhåva, o il senti-mento d'amore che si nota nelle gopî, si risveglia nelcuore. Ciò è confermato nello Ûrîmad-Bhågavatam(10.29.38):

tan na˙ prasîda v®jinårdana te 'nghri mülaµpråptå vis®jya vasatîs-tvad-upåsanåΩa˙

tvat sundara-smita nirîkßa∫a tîvra-kåmataptåtmanåm purußa-bhüßana dehi dåsyam

"Le gopî dicono: 'O Svami. Tu mitighi le soffe-renze di coloro che si sono rifugiati ai Tuoi piedi diloto. Ora ti prego sii gentile e rendici oggetto dellaTua misericordia. Col desiderio di servirTi abbiamoabbandonato la famiglia, i parenti, la casa ed il vil-laggio e siamo giunte a rifugiarci da Te. O amato,non c'è nessuna opportunità di poterti servire là. Ogioiello tra gli uomini! Vedendo il Tuo seducentedolce sorriso e il Tuo irresistibile sguardo, i nostricuori sono infiammati da un ardente desiderio. Ti

raggiunto quello stadio è completamente improprio.Dopo aver raggiunto anartha-niv®tti, ci si situa in nai-vantarya, ovvero una stabilità continua nella praticadel sådhana. Subito dopo si raggiunge svecchå-pür-vikå, cioè lo stadio in cui si medita spontaneamentesui passatempi del Signore. Questo è uno stadioavanzato di ricordo del Signore che giunge quandoci si situa in åsakti. Successivamente si raggiunge lacondizione definita svaråsikî, quando i passatempidel Signore automaticamente si manifestano nel pro-prio cuore come un flusso ininterrotto (ciò avvienenello stadio di bhåva, dopo che nel cuore si è mani-festata Ωuddha-sattva). Alla fine si giunge allo stadiodi k®ß∫a-prema.

I versi del Ûrî Bhajana Rahasya

Quando bhåva si manifesta nel cuore del sådhaka,viene risvegliato il dåsya-rati (gusto per servire).Questo dåsya-rati è generico; si riferisce ad una in-clinazione naturale spontanea a servire Krishna.Senza la manifestazione di bhåva, il servizio a Krish-na resta superficiale. Ma quando nel cuore si mani-festa Ωuddha-sattva, automaticamente si desidera ser-vire Krishna con tutto il cuore. Questo fatto vieneconfermato dallo Ûrîmad-Bhågavatam (6.11.24):

ahaµ hare tava pådaika-müladåsanudåso bhavitasmi bhuyah

manah smaretåsu-pater gu∫åµs teg®∫ita våk karma karotu kåya˙

"O Signore Hari! Sarò ancora capace di diventa-re un servitore dei Tuoi servitori, coloro che si sonorifugiati esclusivamente ai Tuoi piedi di loto? Pregoaffinchè la mia mente possa sempre rimanere impe-gnata nel ricordare le Tue trascendentali glorie, lemie parole nel descriverle ed il mio corpo nel servir-Ti in svariati modi, Tu che sei il Signore della mia vi-ta."

Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura poi afferma (BhajanaRahasya 5.6):

chinu tava nitya-dåsa, gale båndhi' måyå-påΩa,saµsåre påinu ñaña-kleΩa

eva puna˙ kari åΩa, haña tava dåser dåsa,bhaji' pai tava bhakti-leΩa

prå∫eΩvara! Tava gu∫a, smaruk mana puna˙ pu-na˙,

tava nåma jihvå karuk gåna

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Settimo Raggio √ Rådhå-K®ß∫a-tattva

40 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

preghiamo, accettaci come Tue servitrici e concediciil servizio ai Tuoi piedi di loto."

Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura ha espresso la stessacosa in alcuni versi scritti in Bengali (Bhajana-raha-sya 5.7):

tava-dåsya-åΩe chå∂iyåchi ghara-dvåradayå karideha k®ß∫a cara∫a tomåra

tava håsya-muka-nirîkßa∫a-kåmi-janetomåra kainkarya deha praphulla vadane

"Col desiderio di servirTi, abbiamo dimenticato lacasa e la famiglia. Ti preghiamo Krishna, sii miseri-cordioso e donaci il servizio ai Tuoi piedi di loto. Ve-dendo il Tuo dolce viso sorridente si è acceso nel no-stro cuore un fuoco ardente per poterTi incontrare.Ti preghiamo, concedici la visione del Tuo viso chesboccia e accettaci come Tue servitrici."

La necessità di prendere rifugio ai piedi di loto diÛrîmatî Rådhikå viene espressa da Ûrîla Raghunåthadåsa Gosvåmî nel Ûrî Stavåvalî (Sva-sankalpa-prakåΩa-stotram 1):

anårådhya rådhåpadåmbhoja re∫umanåΩrîtya v®ndåtaviµ tat padånkåmasambhåßya-tadbhåva gambhîra cittånkuta˙ Ωyåma-sindho rasasyåvagåha˙

"Se non avete mai adorato la polvere di piedi diloto di Ûrîmatî Rådhikå, o non vi siete rifugiati in ÛrîV®ndåvana che è segnata dalle impronte dei Suoi pie-di di loto, o non avete parlato con quei devoti il cuicuore è profondamente immerso nei sentimenti d'a-more per Ûrîmatî Rådhikå, come potrete immerger-vi nello scuro oceano di nettare conosciuto come Ωyå-ma-sindhu-rasa?"

Ottenere il servizio ai piedi di loro di ÛrîmatîRådhikå è l'unico e solo scopo dei bhåvuka-bhakta.Ciò viene confermato nell'ottavo verso del Vilåpa-kusumåñjali tratto dallo Stavåvalî:

devî du˙kha kula-sågarodaredüyamånam mati-durgataµ janaµ

tvaµ k®på-prabala-naukayådbhutaµpråpaya sva-pada-pankajalåyam

"O Ûrîmatî Radhike, Tu che sei esperta in passa-tempi amorosi! Sono stato trascinato in un oceano

sconfinato di orribili miserie. Sono pesantementeoppresso e senza rifugio. Ti prego, ponimi nella na-ve inaffondabile della Tua misericordia senza causae guidami allo straordinario rifugio dei Tuoi piedi diloto!"

Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura nel Ûrî Bhajana Raha-sya (5.17) ha cantato:

du˙ka-sindhu måjhe devi, durgata e janak®på-pote påda-padme u†håo ekhana

"O Devi! Questa anima disgraziata è immersa inun oceano di miserie. Ti prego accettala nella navedella Tua misericordia e ponila ai Tuoi piedi di loto."

Commento Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Coloro che gustano il råsa sono definiti rasika, ecoloro che gustano bhåva sono definiti bhåvuka. Legopî e Krishna sono sia rasika che bhåvuka. Quan-do viΩuddha-sattva, o in altre parole quando bhåvadiscende dalle gopî su coloro che si trovano nello sta-dio di sådhana, essi otterranno la svarüpa-siddhi o lapercezione del loro sthayibhåva anche se non hannoancora ottenuto la loro siddha-deha. In quello sta-dio essi sono definiti bhåvuka-bhakta. Quando,avanzando ulteriormente, lo sthayibhåva si mischia

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ra ha cantato (5.14):

nirantara k®ß∫a-dyåna, tan-nåma-kîrtanak®ß∫a-påda-padma-sevå tan-mantra-japanrådhå-påda-dåsya-måtra abhi߆a-cintana

k®påya labhida rådhå-rågånubhåvana

"Il mio unico desiderio è di ottenere il servizio aipiedi di loto di Ûrî Rådhå. Tenendo fisso questo sco-po nel mio cuore, costantemente medito su Ûrî Kri-shna, canto i Suoi nomi, servo i Suoi piedi di loto epronuncio i Suoi mantra. In questo modo otterrò laSua misericordia e si risveglierà in me un profondo espontaneo attaccamento per i piedi di loto di ÛrîRådhå."

Hare KrsnaHare KrsnaKrsna KrsnaHare HareHare Rama Hare RamaRama RamaHare Hare

Settimo Raggio √ Rådhå-K®ß∫a-tattva

41Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

con gli elementi di vibhåva, anubhåva, såttvika-bhå-va e vyabhicåri-bhåva ed essi diventano in grado digustare il bhakti-rasa che è stimolato dall'ascolto deipassatempi di Ûrî Krishna, sono definiti devoti rasika.

E' proprio come nella råsa-lîlå in cui Krishna dan-za e tutte le gopî danzano. Krishna beve continua-mente la coppa del råsa e la passa alle gopî; essi sonorasika e coloro che ascoltano queste cose, coloro chebevono nel loro cuore le innumerevoli coppe di quelråsa, sono anch'essi rasika e bhåvuka.

Coloro che meditano e ricordano il bhåva cheRådhå e Krishna si scambiano o che le gopî, i Ωakhåo i våtsalya provano, sono definiti bhåvuka. Bhåva èl'emozione spirituale dell'åtma; non è un'emozioneche proviene da questo cuore materiale.

Per esempio Krishna rivolgendosi a ÛrîmatîRådhikå dice: "Chi sei? Come mai sei venuta qui?(A Govardhana o al Rådhå-ku∫∂a) Perchè rubi tut-ti i Miei fiori e rompi tutte le Mie care piantine?" Al-lora Ûrîmatî Rådhikå si ferma, si gira verso Krishnae senza dire una parola Gli lancia uno sguardo trucee pieno di rabbia. Cosa significa questo? SebbeneLei non dica nulla il Suo sguardo esprime tutto. Que-sto è bhåva. Quale bhåva? "Sei Tu il ladro o sono Iola ladra? Tu sei il ladro, quindi non accusarMi in que-sto modo." Lei non dice nulla ma tutto viene espres-so con il Suo sguardo.

Quei devoti che aspirano a diventare delle assi-stenti di Ûrîmatî Rådhikå costantemente cercano lamisericordia di Krishna praticando il saõkîrtana. Ciòè affermato nel Ûrî Ûrî Radha-rasa-sudha-nidhi (259):

dhyåyaµs taµ Ωikhi piccha maulimaniΩam tan-nåma sankîrtayan

nityaµ tac-carany ambujaµ paricarantan-mantra varjyaµ japan

Ωrî rådhå-pada-dåsyam eva paramåbhi߆aµh®då dhårayan

karhi syåµ tad-anugrahe∫aparamådbhutånurågotsava˙

"Conservando nel mio cuore la più elevata aspira-zione, ottenere il servizio ai piedi di loto di ÛrîmatîRådhikå, costantemente medito su Ûrî Krishna, la cuitesta è decorata da una piuma di pavone; canto i Suoidolci nomi; servo i Suoi piedi di loto e pronuncio iSuoi mantra. Quando, per Sua misericordia, il su-premo festival di anuraga per il servizio ai piedi di lo-to di Ûrîmatî Rådhikå si risveglierà nel mio cuore?"

Nel Bhajana-Rahasya Ûrîla Bhaktivinoda Êhåku-

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Settimo Raggio √ Preghiere Vaiß∫ava

42 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 1

Ûrî Vaiß∫ava VandanåÛrî Devakînandana Dåsa Thåkura

v®ndåvana-våsî yata vaiß∫avera ga∫a Prima di ogni cosa desidero glorificareprathame vandanå kari sabåra cara∫a tutti i Vaiß∫ava di V®ndåvana;

nilåcåla-våsî yata mahåprabhura ga∫a Mi prostro in omaggi ai piedi di tutti bhümite pa∂iyå vandoñ sabåra cara∫a gli associati di Mahåprabhu di Nilåcåla;

navadvîpa-våsî yata mahåprabhura bhakta Prego per l’attaccamento amorevole ai piedisabåra cara∫a vandoñ haiyå anurakta di tutti i bhakta di Mahåprabhu di Navadvîpa;

mahåprabhura bhakta yata gau∂a-deΩe sthiti Prego e offro pranåma ai piedi di tutti isabåra cara∫a vandoñ kariyå pra∫ati bhakta di Mahåprabhu del Gau∂adeΩa;

ye deΩe ye deΩe baise gaurångera ga∫a Alzo le mie braccia in giubilo e prego ai piedi deiurddhva-båhu kari vandoñ sabåra cara∫a bhakta di Gaurånga che risiedono in altri paesi;

haiyåchena haibena prabhura yata dåsa Tenendo un filo d’erba tra i denti mi prostro ai piedi sabåra cara∫a vandoñ dante kari’ ghåsa di tutti i servitori di Mahåprabhu passati e futuri;

brahma∫∂a tårite Ωakti dhare jane jane Essi hanno il potere di liberare l’intero universoe veda purå∫e guna gåya yebå Ωune I Veda e i Purå∫a cantano delle loro qualità;

mahåprabhura ga∫a saba patita påvana I bhakta di Mahåprabhu sono tutti patita påvana,tåi lobhe mui påpî lainu Ωarana Questo peccatore è ansioso di arrendersi a loro;

vandanå karite mui kata Ωakti dhari A causa della mia ignoranza e falso orgoglio nontamo-buddhi-doße mui dambha måtra kari posso glorificare la loro immensa potenza;

tathåpi mükera bhågya manera ullåsa Anche se incapace di esprimere queste qualità,doßa kßami’ mo-adhame kara nija dåsa sono comunque estatico. Perdonate le mie offese!

Rendetemi vostro servitore!

sarva-vañchå siddhi haya yama-bandha chu†e Tutti i desideri possono essere soddisfatti, persino jagate durlabha haiyå prema-dhana lu†e la liberazione dalla morte. Ma la ricchezza più rara

del mondo è prema.

manera våsanå pürna aciråte haya Allora tutti i desideri del cuore saranno subito devakînandana dåsa ei lobhe kaya soddisfatti! Devakînandana prega per avere questo

tipo di desiderio.

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