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Soluzioni di adeguamento sismico di capannoni industriali
prefabbricati applicazioni pratiche
Caso studio 2: capannone industriale prefabbricato con travi Caso studio 2: capannone industriale prefabbricato con travi
longitudinali a I, pilastri a testa piatta, tegoli alari di copertura
e fondazioni puntuali
Davide Bellotti
Area Analisi Strutturale - Eucentre - Pavia
Mantova, 6 Giugno 2014
PIANTE
Struttura prefabbricata del 1995 situato a Podenzano (PC)
Dimensioni in pianta 55x50 m
Superficie totale: 2750 m2
Tre campate di ca. 18 m
Travi principali ad I di luce ca. 8 m
DESCRIZIONE DELLEDIFICIO
Travi principali ad I di luce ca. 8 m
Piano intermedio sul lato nord delledificio
Tegoli alari Albatros
DESCRIZIONE DELLEDIFICIO
SEZIONI
28 Pilastri 50x50 cm di altezza 5,9 m
2 Pilastri reggipannello
Pannelli verticali
Pannelli orizzontali solo nella zona del piano intermedio
Travi a I, a L e rettangolari
Lastre alveolari
Fondazioni isolate con plinti a bicchiere
sezioni
DESCRIZIONE DELLEDIFICIO
prospetti
DESCRIZIONE DELLEDIFICIO
PILASTRI
PILASTRI
Presenza di pluviale circolare di diametro 14 cm
TRAVI
trave a I h=85 cm, b = 50 cm Trave a L
TRAVI
trave rettangolare h=60 cm trave rettangolare h=70 cm
ORIZZONTAMENTI
Mancanza di getto di completamento
PANNELLI
Pannelli verticali
Peso pannelli: 350 kg/m2
PANNELLI
Pannelli orizzontali
Peso pannelli: 350 kg/m2
PLINTI
Quota di imposta delle fondazioni pari a -1,60 m
dal piano campagna
COLLEGAMENTI
Tipologie collegamenti presenti
FATTORE DI CONFIDENZA
Costruzioni in calcestruzzo armato o in acciaio: livelli di conoscenza (Circolare NTC08, par. C8A.1.B.3)
Tre livelli di conoscenza seguenti:
- LC1: Conoscenza Limitata;
- LC2: Conoscenza Adeguata;
- LC3: Conoscenza Accurata.
In assenza di specifiche indagini in sito sulle
propriet dei materiali ed i dettagli di armatura
E stato assunto il livello di conoscenza della
struttura limitato LC1
FATTORE DI CONFIDENZA
struttura limitato LC1
Coerentemente il fattore di confidenza posto
pari a 1,35
Pilastri incastrati alla base
Travi incernierate alle estremit
Orizzontamenti deformabili:
Tegoli vincolati con cerniere cilindriche
MODELLAZIONE
MODELLO A ELEMENTI FINITI
cerniere cilindriche
Lastre alveolari modellate singolarmente
Analisi dinamica lineare con spettro di risposta
Materiali
Sezioni
MODELLAZIONE
Collegamenti
MODELLAZIONE
Collegamento trave - pilastroCollegamento trave - pilastro
Collegamento tra trave - tegolo
MODELLAZIONE
Attribuzione della massa partecipante dei pannelli
si assume che circa il 65% della massa del pannello partecipi alloscillazione
La struttura progettata per soli carichi statici
non possibile fare affidamento su riserve duttili
q=1,50SOLLECITAZIONI
MODELLAZIONE
MASSE
Definizione degli spettri di risposta
MODELLAZIONE
MODELLAZIONE
Centro di massa e di rigidezza
La posizione del centro di massa ottenuta a partire dalle coordinate xi e yi della massa
i-esima
i i iCM
i i
m xx
m
=
i i iCM
i i
m yy
m
=
Il centro di rigidezza ottenuto secondo il metodo semplificato proposto da Benjamin [1959].Il centro di rigidezza ottenuto secondo il metodo semplificato proposto da Benjamin [1959].
i yi iCR
i yi
K xx
K
=
i xi i
CRi xi
K yy
K
=
13
,,
1,23x y x y
h hK
E J G A
= + con:
MODELLAZIONE
MODI DI VIBRARE
Primo modo: Secondo modo:
MODELLAZIONE
MODI DI VIBRARE
Primo modo: traslazionale X
T = 1,30 sUX = 77%
Secondo modo: rotazionale Z
T = 1,03 sRZ = 53%
Terzo modo: traslazionale Y
T = 0,98 sUY = 88%
Le verifiche effettuate allo SLV:
Taglio nei pilastri
Effetti del secondo ordine sui pilastri
Pressoflessione dei pilastri
Ribaltamento fuori piano delle travi
VERIFICHE
Perdita di appoggio delle travi
Meccanismi di rottura dei plinti
Allo SLD verificato lo:
Spostamento in sommit dei pilastri
VERIFICHE
Resistenza a taglio delle sezioni di base dei pilastri:
VERIFICHE
Domini di interazione Mx My
VERIFICHE
Domini di resistenza dei plinti
Il calcolo dei domini di resistenza dei plinti di fondazione condotto separatamente per i
due piani verticali X-Z e Y-Z, in modo da considerare leffetto della flessione in entrambe le
direzioni.
P01 P15
P09
P22
VERIFICHE
Effetti del secondo ordine
Gli effetti del secondo ordine sono calcolati attraverso il coefficiente definito come rapporto tra i
momenti del secondo ordine e quelli del primo. Per i pilastri sui quali insiste il piano ammezzato il
momento del secondo ordine tiene conto del contributo delle azioni assiali agenti sia in sommit sia in
corrispondenza del piano intermedio.
La verifica condotta separatamente per ogni piano verticale. Gli effetti del secondo ordine risultano
sempre compresi nel limite del 20% perci possibile tenerne conto amplificando i momenti
attraverso il fattore A secondo lespressione:
VERIFICA DI PERDITA DAPPOGGIO
Lapproccio adottato prevede due principali sorgenti di spostamento:
,rel,g spostamento relativo del suolo alla base di elementi verticali adiacenti
,rel,s spostamento relativo tra elementi verticali valutato come
,rel s i j = +dove ,i e ,j sono gli spostamenti massimi, trasversali o longitudinali,
rispettivamente delli-esimo e j-esimo elemento
La valutazione dello spostamento ,rel,g effettuata a partire dal massimo spostamento stimato al
suolo, il quale dipende dalle caratteristiche del substrato.
Nellipotesi di luci tra pilastri inferiori a 20 m e medesima categoria di sottosuolo su cui insiste la Nellipotesi di luci tra pilastri inferiori a 20 m e medesima categoria di sottosuolo su cui insiste la
costruzione lo spostamento relativo ,rel,g dato dalle seguenti espressioni:
,max, 2,3
ijrel g
s
xV
= Per i suoli di categoria D:
Per gli altri suoli: ,max, 3
ijrel g
s
xV
=
X = distanza tra gli elementi verticali2 2
,max 1,25ij gi gi = +
dove:
0,025gi g s T C Da S S T T = Vs velocit di propagazione delle onde di taglio caratteristica della tipologia di sottosuolo.
La verifica effettuata considerando gli spostamenti dei nodi sommitali dei pilastri
moltiplicati per il corrispondente fattore di struttura, in base al principio di conservazione
degli spostamenti.
VERIFICA DI PERDITA DAPPOGGIO
VERIFICA DI RIBALTAMENTO FUORI PIANO
Il calcolo della forza orizzontale equivalente al sisma condotto secondo quattro modalit
differenti in modo da permetterne il confronto.
1) La prima mutuata dallespressione 3.2.4 delle NTC08 per periodi compresi tra TB e TC.
Laccelerazione orizzontale data da:
0ga
a Fs
q
=as q=
dove
ag laccelerazione di picco al suolo espressa in [g];
F0 fattore di amplificazione spettrale;
q fattore di struttura assunto pari a 1,5.
VERIFICA DI RIBALTAMENTO FUORI PIANO
2) La seconda modalit determina laccelerazione orizzontale come per elementi non
strutturali secondo lespressione 7.2.2 delle NTC08
2
1
(1 / )3 1 0,5
1a
a
TS Z HS
q T
+ = +
in cui:in cui:
rapporto tra ag su sottosuolo di tipo A e laccelerazione di gravit g;
S coefficiente di categoria di sottosuolo e delle condizioni topografiche;
Ta periodo fondamentale di vibrazione dellelemento non strutturale assunto pari a 1 s;
T1 periodo fondamentale di vibrazione della costruzione nella direzione considerata;
Z quota del baricentro dellelemento non strutturale;
H altezza della costruzione dal piano di fondazione.
Questa modalit fornisce i valori di accelerazione pi alti ed perci la pi conservativa
VERIFICA DI RIBALTAMENTO FUORI PIANO
3) La terza possibilit consiste nello stimare il periodo proprio della singola campata
attraverso unanalisi modale sul telaio isolato e leggere laccelerazione dallo spettro in
corrispondenza del periodo principale cos determinato. Nel caso del telaio in esame il
periodo risulta di 1 s.
Per queste tre modalit di calcolo dellaccelerazione, la forza orizzontale equivalente FEd
data semplicemente da:
Ed a iF S W= con:con:
Wi massa degli elementi strutturali gravanti sulli-esima trave compreso il peso proprio.
4) Calcolo lazione orizzontale secondo lo schema dellanalisi elastica lineare.
In questo caso laccelerazione letta direttamente dallo spettro in corrispondenza del
periodo del primo modo di vibrare della struttura. Viene cos determinata la forza
orizzontale totale sulledificio Fh:
1( )h aF S T W g
= dove
W peso total