PRAGMATICA · Introduzione ! Pragmatica [πρᾶγµα: azione] Oggetto di studio della pragmatica...

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PRAGMATICA

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  • PRAGMATICA

  • Introduzione

    Pragmatica [: azione] Oggetto di studio della pragmatica (linguistica): agire linguistico, la lingua osservata dal punto di vista delle sue modalit di uso e del suo essere mezzo per lagire umano Pragmatica e competenza comunicativa: abilit propria degli utenti di una lingua di

    usarla in modo efficace per esigenze comunicative di vario tipo. Anche detta semantica della frase

    n Gli enunciati compiono una variet di funzioni, capaci di riflettersi sulla realt (contesto) in cui avviene la comunicazione e modificarla concretamente

    n Se vuole comunicare il singolo parlante non pu usare il linguaggio in maniera solipsistica, attribuendo qualsiasi significato a qualsiasi parola: la pragmatica individua le regole a cui soggiace la costruzione degli enunciati

    2 dimensioni: MICRO-PRAGMATICA

    n Lingua e contesto: anafora e deissi n Struttura informativa dellenunciato

    MACRO-PRAGMATICA n Atti linguistici n Implicature conversazionali n Cortesia

  • Lingua e contesto: anafora e deissi (personale, spaziale, temporale, sociale)

    Struttura informativa dellenunciato Dato/nuovo Tema/Rema Topic/Comment: definizione

    tradizionale, definizione illocutiva (LACT Theroy [Cresti], approccio di Lombardi Vallauri)

    Presupposizioni

    Micro-pragmatica

  • Lingua e contesto

    Ci sono elementi e fenomeni appartenenti alla struttura sintattica il cui comportamento non spiegabile se non facendo riferimento al contesto (linguistico o extralinguistico): ANAFORA / CATAFORA

    elementi per la cui interpretazione necessario fare riferimento al contesto linguistico precedente (anafora) o seguente (catafora) Il recupero dellantecedente fa leva su principi:

    - morfosintattici n Es: Il canex abbaia. Maria si affaccia alla finestra. Lox vede

    - semantici n Es: Il canex abbaia. Maria si affaccia alla finestra. Vede lanimalex

    - pragmatici

    DEISSI n elementi per la cui interpretazione necessario fare riferimento al contesto

    extralinguistico.

  • Deissi

    Sistema di coordinate: n DEISSI PERSONALE: indica i referenti in rapporto al loro ruolo

    nellevento comunicativo n Es: pronomi personali (io, tu), possessivi (mio, tuo..)

    n DEISSI SPAZIALE: organizza lo spazio rispetto alla posizione dei partecipanti

    n Es: pronomi dimostrativi (questo, quello..), avverbi di luogo (qui, l) n PROSSIMALE: indicano vicinanza n DISTALE: indicano lontananza

    n DEISSI TEMPORALE: colloca nel tempo gli eventi rispetto al momento dellevento comunicativo

    n Es: avverbi (oggi, ieri, domani, adesso, prima), tempi verbali, sintagmi (il giorno prima, dieci anni fa)

    n DEISSI SOCIALE: segnala i rapporti sociali reciproci esistenti tra gli interlocutori (intimit del rapporto, simmetria, status)

    n Es: Tu/lei/voi

  • Struttura informativa

    Non appena si inserisce la frase all'interno del contesto di un discorso, la sintassi si mostra dipendente dalla sua funzione informativa.

    Si possono produrre una pluralit di enunciati ugualmente corretti dal punto di vista sintattico per esprimere il medesimo contenuto informativo: variando l'ordine delle parole, la punteggiatura o utilizzando le risorse morfo-

    sintattiche del sistema linguistico: n Cristina ha visto Domenico. n Domenico lo ha visto Cristina. n Cristina che ha visto Domenico. n stata Cristina a vedere Domenico. n Domenico stato visto da Cristina. n Domenico che ha visto Cristina (non Lorenzo). n Domenico, ha visto Cristina.

    assegnando un diverso grado di salienza (PROMINENZA FRASALE) ai vari costituenti.

    n CRISTINA ha visto Domenico. n Cristina HA VISTO Domenico. n Cristina ha visto DOMENICO.20

    Pur rimanendo invariato il contenuto, gli enunciati sono funzionalmente diversi, ossia si adattano meglio ad alcuni contesti piuttosto che ad altri.

  • Struttura informativa

    Struttura informativa (S.I.): statuto informativo associabile a porzioni di enunciato e tratti linguistici che lo codificano.

    [] certain formal properties of sentence cannot be fully understood without looking at the linguistic and extralinguistic contexts in which the sentences having these properties are embedded.

    Lambrecht [1994: 2]

    [...] The study of information structure is not concerned with lexical and propositional content in the abstract but with the way such content is transmitted

    Lambrecht [1994: 3]

    Mentre il significato di una frase pu essere considerato una funzione dell'espressione linguistica che lo veicola, e dunque rimane costante, il suo valore informativo dipende dalla situazione comunicativa in cui l'enunciato prodotto

  • Dato/Nuovo

    DATO/NUOVO [Halliday,1967] informazione recuperabile/prevedibile o non recuperabile/non prevedibile per il ricevente

    n Esempi di anafora (1-2 mediante pronome, 3 anafora zero) 1. Cristina ha visto Domenico. Ci ha parlato per pi di mezzora. 2. Cristina ha visto Domenico che passeggiava nel parco. 3. Cristina ha visto Domenico. ( ) Stava passeggiando nel parco.

    n [...] alla sua prima introduzione di solito un concetto nuovo per il ricevente, e dunque richiede una codifica mediante un sintagma pieno che aiuti a capire di chi o di che cosa si tratta; ma nelle seguenti menzioni dello stesso referente non occorre fornire di nuovo tutta l'informazione. sufficiente richiamarlo in forma abbreviata, perch ormai gi noto o, con termine della linguistica, dato. Lombardi Vallauri [2002: 46]

    n il dato per natura anaforico, cio legato al discorso precedente. Perci pu essere

    oggetto di ellissi, e per la stessa ragione tende a comparire per primo nell'enunciato, fungendo da raccordo fra il discorso precedente e il nuovo che sta per essere introdotto. Lombardi Vallauri [2002: 46]

  • Dato/Nuovo

    DATO/NUOVO Piano linguistico Piano cognitivo

    n given (or old) information is that knowledge which the speaker assumes to be in the consciousness of the addressee at the time of the utterance. So-called new information is what the speaker assumes he is introducing into the addressee's consciousness by what he says Chafe [1976: 30]

    n un concetto (cio un oggetto, un evento o una propriet, corrispondente linguisticamente ad un sintagma) pu durante il discorso trovarsi in tre diversi stati di attivazione con riguardo alla sua presenza nella memoria a breve termine dei partecipanti alla comunicazione, e in particolare del ricevente. Questi stati sono: (a) attivo, cio in funzione [...] proprio in quel momento; (b) semiattivo, cio presente nella coscienza periferica, sullo sfondo: un concetto di cui la persona presentemente cosciente, ma senza concentrare l'attenzione su di esso; (c) inattivo, cio di cui il ricevente non ha coscienza presentemente []. Lombardi Vallauri [2002: 49-50]

  • Dato/Nuovo

    Stati di attivazione:

    ATTIVO: il parlante pu assumere che qualcosa nella coscienza del destinatario sulla base del contesto linguistico ed extralinguistico. n Dal punto di vista linguistico la menzione nel discorso che attiva i concetti n Sul versante extralinguistico il locutore e il destinatario condividono le

    percezioni e la presenza di oggetti nell'ambiente, a cui possono far riferimento mediante la deissi

    SEMIATTIVO: un concetto pu diventare accessibile n per disattivazione (un concetto che stato oggetto di focus, se per un po'

    non viene menzionato, passa attraverso un breve periodo di presenza senza attenzione nella coscienza, prima di uscire dalla memoria a breve termine)

    n per evocazione entro uno schema (cio entro il corredo di associazioni mentali collegate a un ente principale che stato attivato).

    INATTIVO: non presente nella memoria a breve termine

  • Dato/Nuovo

    Possibile rappresentazione delle dinamiche di costruzione degli enunciati: (D)N(D) un elemento nuovo obbligatorio, opzionalmente preceduto e/o seguito da

    qualcosa di dato n enunciati contenenti esclusivamente informazione data sono molto rari e

    informativamente inutili

    Pattern non marcato: (D)N La progressione informativa ha un andamento gradualmente crescente, dal

    blocco meno informativo, che riprende un'altra unit gi emessa (o di cui qualche parte componente sia contenuta in altra unit gi emessa), al blocco che convoglia il culmine informativo, quello costituito dall'unit meno prevedibile a partire dal co-testo o dal contesto

    Andamento epicicloidale dei testi orali: progressione in cui le informazioni non vengono organizzate gerarchicamente (come nello scritto) ma vengono inserite sempre a partire dalla ripetizione parziale dell'informazione precedente, disegnando una spirale che costringe a ritornare sul gi detto.

    n CAUSA: naturale tendenza cognitiva di procedere dal noto all'informativo.

  • Dato/Nuovo

    Quanto dura lo stato di giveness? n molto difficile che un referente rimanga attivo [...] per oltre 15-17

    clausole senza che vi si faccia mai riferimento. Non sembrano esserci limiti alla durata dell'accessibilit di un referente se questo viene periodicamente richiamato. Naturalmente fungono da richiamo sia le menzioni esplicite (anche in forma ridotta, ad esempio pronominale), sia le anafore zero. Lombardi Vallauri [2002: 65]

    L'identificazione di un concetto pu essere resa problematica

    dall'interporsi di altri referenti. n In tal caso il richiamo mediante espressione ridotta potrebbe risultare

    ambiguo: la comparsa di altri elementi accelera la disattivazione di un'idea, per una capacit strutturalmente ridotta della memoria a breve termine.

  • Tema/Rema (Topic/Comment)

    Weil [1844], Paul [1880], scuola di Praga

    Distinzione: Soggetto sintattico-grammaticale: chi fa o subisce l'azione espressa dal verbo.

    Funzione sintattica opposta a quella di predicato sintattico (che esprime invece l'azione).

    Soggetto psicologico (Topic, Tema o Ground): oggetto del discorso, ci di cui parla il parlante.

    Predicato psicologico: Comment, Rema o Focus

    [...] the two notions topic and subject cannot be conflated. Topics are not necessarily grammatical subjects, and grammatical subjects are not necessarily topics, at least in languages like English.

    Lambrecht [1994: 118]

    Precisazione Terminologica Topic/Comment: terminologia coniata Hockett, successivamente ripresa da Chomsky Tema/Rema: Termine coniato nellambito della scuola di Praga (es. Mathesius), ripresa

    successivamente da Halliday

  • Tema/Rema (Topic/Comment)

    Relazione elementare, di natura testuale Primitivo della teoria linguistica

    Si tratta di una struttura primitiva proprio perch prodotta dai principi costitutivi del testo: la generazione di un testo determina (ed determinata da) la struttura topic-comment. Questa formulazione pu permettere di giustificare l'assunzione intuitiva che, perch ci sia una proposizione, Deve esserci qualcosa di cui parlare, e, una volta scelto un soggetto di discorso, qualcosa deve essere detto a proposito di esso

    Sornicola [1981: 139]

    Def. Tradizionale: relazione di aboutness tra un'entit e una proposizione. TEMA/TOPIC: ci di cui si parla (what the sentence is about) REMA/COMMENT ci che se ne dice (what is predicated about the topic)

    [...]Every clause is also structured as a message. It consist of two parts: a Theme, which is the point of departure - what the message is about; and another element that constitutes the body of the message, known as the Rheme.

  • Tema/Rema (Topic/Comment)

    Tema-Rema TR l'ordine abituale, di default.

    Cos come nella maggioranza dei casi il Dato seguito dal Nuovo, perch se apparissero in ordine inverso lo sforzo di elaborazione sarebbe pi elevato e la ripetizione del dato meno utile.

    A meno che non si cerchi di mettere in evidenza una porzione di informazione, pi agevole (e comune) per i parlanti trasmettere informazioni dopo aver introdotto l'entit su cui verr effettuata la predicazione, piuttosto che iniziare ex abrupto.

  • Tema/Rema (Topic/Comment)

    Approccio alternativo: Cresti [2000], Lombardi Vallauri [2002]

    Un'enunciazione, oltre che di un significato, dotata di una forza/funzione comunicativa all'interno di un dato contesto, pertanto non esaurisce la sua portata interazionale al livello di atto locutorio, con la referenza e la predicazione. Ha anche uno status pragmatico, segnalato da indicatori di vario genere previsti dal sistema-lingua, come lessico, sintassi o prosodia.

    Austin, teoria degli atti linguistici: La complessit dell'atto linguistico

    deve essere intesa come il compimento simultaneo di tre atti, distinti ma simultanei e interdipendenti: n Locutivo

    Costruzione dellenunciato, rispettando la struttura del sistema linguistico n Illocutivo

    Intenzione con cui lenunciato viene prodotto, fare con il dire n Perlocutivo

    Effetto concreto, extralinguistico, che lenunciato produce

  • Illocuzione

    Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica [Beccaria 2004: 102] Illocuzione

    [] Livello cruciale dell'atto linguistico cos come inteso dalla teoria di J.L. Austin, cio il livello al quale si opera un cambiamento del contesto e che precisa in modo sostanziale l'idea del linguaggio come azione L'illocuzione concerne l'atteggiamento del parlante verso l'interlocutore, la sua attitudine, ovvero concerne il fatto se una certa espressione venga data dal parlante come un'asserzione con la quale l'interlocutore si deve confrontare (La terra piatta), o come una domanda alla quale l'interlocutore deve rispondere (Che ore sono?), o un ordine che si vorrebbe eseguito (Chiudi la porta!), o un'istruzione che deve cambiare le conoscenze dell'interlocutore (Si incide a destra), o un lamento o una manifestazione di sorpresa di cui l'interlocutore deve prendere atto e rispondere con empatia (Che giornata tremenda! Cos presto?). Essa quindi non pu essere considerata una caratteristica semantica della locuzione, ma la caratteristica azionale primaria dell'enunciato

    Cresti [2000: 47]

  • Illocuzioni: tassonomia

    1 classificazione: Searle [1969, 1975]

    LABLITA (Lab. Linguistico Dip. Italianistica, Unifi) Sono state censite per litaliano circa 80 illocuzioni convenzionali realizzate nel parlato spontaneo Criteri: tratti pragmatici, semiologici e cognitivi

    n lapertura del canale comunicativo n la condivisione dellorizzonte attenzionale e/o del focus attenzionale n le modalit dellazione comunicativa n i caratteri percettivi delloggetto di riferimento (vicino, lontano, fermo, in movimento,

    noto) n la distanza e la prossemica dei parlanti n la disponibilit e abilit di intervento dei parlanti n le trasformazioni di comportamento, o di attenzione, o di conoscenze, attese

    nellinterlocutore n lespressione di emozioni, o di stati interni, o di credenze da parte del parlante n let, il sesso, il ruolo degli interlocutori e la loro distanza sociale.

  • Illocuzioni: tassonomia

    Tassonomia delle illocuzioni [Cresti] Le illocuzioni possono essere raggruppate in cinque classi generali, sulla base dellatteggiamento o attitudine del parlante verso linterlocutore Rifiuto

    n Atteggiamento di libert e indipendenza del parlante nei confronti dellinterlocutore, che permette uno scontro con questultimo e una richiesta di trasformazione

    Asserzione n Atteggiamento di certezza del parlante, che consente di proporre giudizi, scoperte,

    valutazioni, rappresentazioni (es. Spiegazione, conferma, elencazione) Direzione

    n Presa in considerazione delle capacit, possibilit, disponibilit dellinterlocutore, nellattesa che trasformi se stesso relativamente al proprio orizzonte azionale, le proprie conoscenze, abilit, punto di vista (es. Richieste, richiami, domande)

    Espressione n Manifestazione di stati danimo, emozioni o credenze (es. espressione di incredulit,

    sollievo o desiderio, esclamazioni) Rito

    n Sulla base di un ruolo pi o meno codificato, assolvimenti di compiti linguistici che hanno effetti sociali (es. ringraziamenti, saluto, scuse, auguri)

  • LACT Theory [Cresti] e approccio di Lombardi Vallauri Teoria della lingua in atto - LACT Theory [Cresti] e Approccio di

    Lombardi Vallauri ASPETTI CONDIVISI:

    n equivalenza tra unit di azione (atti linguistici) e unit del linguaggio (enunciati)

    L'enunciato il corrispettivo dell'atto linguistico, e come tale ha sempre un valore illocutivo. n Rema/Comment parte dell'enunciato che ne realizza lo scopo informativo

    e ne veicola la forza illocutiva n Tema/Topic resto dell'enunciato, la cui funzione quella di fornire

    informazione accessoria che facilita la comprensione del rema/comment

    DIFFERENZE: n LACT Theory: Ruolo centrale della prosodia: luguaglianza tra atti linguistici e

    enunciati stabilita dall'intonazione n Il testo parlato pu essere segmentato in unit tonali, con funzioni specifiche

    n Es: Carlo /TOP va a Roma //COM n Marta/TOP s//COM

  • LACT Theory: Profili intonativi del Comment

  • LACT Theory: Profili intonativi del Comment

  • Novit vs. Tematicit

    NOVIT e TEMATICIT: spesso sono codificate dallo stesso materiale linguistico (di frequente il Nuovo espresso

    nel Rema e il Dato nel Tema)

    Tuttavia (D)/(N) e (T)/(R) si trovano su un livello diverso della realt linguistica: n dato e nuovo sono nozioni psicologiche, contenuti n tema e rema non sono i contenuti dell'enunciato ma il materiale linguistico che li esprime.

    quella che intercorre tra le due dicotomie non un'affinit di sostanza, ma una tendenza ad essere rappresentate dallo stesso materiale linguistico

    andrebbero tenuti distinti lo stato psico-cognitivo dell'informazione e la sua categoria linguistica, ovvero la sostanza linguistica mediante cui espresso.

    possibile identificare Tema e Rema in enunciati avulsi dalla situazione comunicativa, invece senza contesto semplicemente non ha senso parlare di informazione data e informazione nuova.

    se si pu dire che il (N) spesso sta a destra dell'enunciato, non perch un concetto possa stare a destra o sinistra, ma solo nel senso che nel caso pi frequente il nuovo codificato dal rema.

  • Presupposizioni

    PRESUPPOSIZIONE: Ogni contenuto che sia connesso con un enunciato linguistico non perch lenunciato

    lo asserisca, ma perch la produzione dellenunciato implica che lemittente dia per scontato tale contenuto.

    Il valore di verit di un contenuto presupposto presentato come fuori discussione.

    n Per piacere chiudi la porta n Per piacere non chiudere la porta Hanno significato diverso, ma presuppongono la stessa cosa: che la porta sia aperta

    n Carlo ha chiuso la porta n La porta era aperta Nel 2 caso asserito che la porta era aperta, nel 1 ci si inferisce, perch il verbo in realt asserisce qualcosaltro

    TEST per lidentificazione della presupposizione: NEGAZIONE La negazione nega ci che lenunciato asserisce, non ci che esso presuppone TEST NEGAZIONE: n Carlo non ha chiuso la porta n La porta non era aperta Nella 1 frase continua ad essere inferibile che la porta era aperta

  • Presupposizioni

    La presupposizione uno degli ingredienti pi usati a fini retorici/persuasivi (es: Pubblicit!)

    n Lascia che Philips ti apra gli occhi n P: Gli occhi del ricevente senza Philips erano chiusi

    n E mi sono sentiti grande con la mia prima alfa n P: Chi compra unalfa se ne trova contento e in seguito ne compra delle altre

    n Siete ancora competitivi? n P: siete stati competitivi in passato, sarebbe un peccato smettere di esserlo

  • Presupposizioni

    PRESUPPOSIZIONI di ESISTENZA D per condiviso che esista il referente dellespressione linguistica

    n Lattuale re di Francia calvo P: Esiste uno ed un solo re di Francia

    PRESUPPOSIZIONI DI VERIT Presupposizione con subordinate oggettive o soggettive rette da verbi fattivi (es. ignorare,

    disapprovare, rimpiangere). Sono verbi che mentre asseriscono una valutazione o un atteggiamento del soggetto verso qualche evento, danno per presupposto che levento si sia verificato

    n Tutti ignoravano che Fabio era completamente ubriaco n P: Fabio era ubriaco

    Relative restrittive n Es: La ragazza che ho incontrato parla basco n P: Uno incontrato una ragazza.

    Subordinate avverbiali n Quando vado a lavoro passo sempre per questa strada n P: Vado a lavoro

    n Gianni ha mangiato pi dolci di te n P: Tu hai mangiato dei dolci

  • Teoria degli atti linguistici (Austin e Searle), verbi performativi

    Teorie delle implicature conversazionali (Grice): principio di conversazione e massime conversazionali

    La conversazione come agire sociale

    Macro-pragmatica

  • Teoria degli Atti Linguistici

    Scuola di Oxford: J.L Austin J. Searle: teoria degli atti linguistici (speech acts) Gli atti di parola sono un tipo di azione umana Molti atti di parola non servono ad asserire qualcosa e non hanno necessariamente

    un valore di verit (non possibile dire se siano veri o falsi) n Ti chiedo scusa. n Scusi, che ore sono?

    Piuttosto hanno la funzione di far accadere qualcosa di concreto, di modificare il mondo per lo pi influendo sullinterlocutore

    Ogni atto linguistico la somma di tre atti contemporanei e inseparabili ATTO LOCUTIVO ATTO ILLOCUTIVO ATTO PERLOCUTIVO

    n LOCUZIONE: Oggi una bella giornata (vs. fa bello, oggi!) n ILLOCUZIONE: asserzione n PERLOCUZIONE: Linterlocutore informato; Linterlocutore decide di uscire per fare una

    passeggiata; linterlocutore si rattrista

  • Verbi performativi

    Alcuni verbi controllano in maniera diretta leffetto perlocutivo degli enunciati: il fatto stesso di pronunciare lenunciato determina un preciso effetto di modificazione del mondo.

    n Scommetto che vince Marta n Ti chiedo scusa n Prometto di rimettere in ordine la stanza n

    Producono unazione concreta, associata al loro significato

  • H.P. Grice: Teoria delle implicature conversazionali Teoria delle implicature conversazionali, H.P. Grice (anni 60)

    Nella normale comunicazione ci si attiene al PRINCIPIO di COOPERAZIONE Fornisci il tuo contributo cos come richiesto, in quel momento, dagli scopi o dallorientamento del discorso in cui sei impegnato.

    Ognuno dei partecipanti alla comunicazione ha interesse a far s che linterlocutore riconosca le sue intenzioni comunicative e parte dal presupposto che gli altri si comportino allo stesso modo. Composto da 4 massime conversazionali

    n Massima di Qualit n Validit epistemica: Cerca di fornire un contributo vero

    n Massima di quantit n Fornisci un contributo che non sia n pi informativo, ne meno informativo di quanto

    richiesto dagli scopi dellinterazione n Massima di relazione

    n Fornisci contributi pertinenti n Massima di modo

    n Agevolazione della comprensione: Sii chiaro, breve e procedi in modo ordinato

  • H.P. Grice: Teoria delle implicature conversazionali Le aspettative dei parlanti rispetto alle massime guidano le

    scelte espressive

    Ogni apparente violazione di una o pi massime di Grice sottende una implicatura conversazionale, ovvero una interpretazione diversa, indiretta.

    Spiega come i parlanti possano gestire scambi in apparenza inappropriati

    n A: Mi aiuti a preparare la torta? B: Non ho ancora finito di mettere a posto la mia stanza

    B non ha risposto alla domanda di A, ma A capisce lo stesso perch pu contare sul fatto che la risposta di B sia pertinente (massima di relazione)

  • La conversazione come agire sociale

    Esistono scopi e regole nella gestione degli scambi comunicativi che non sembrano avere a che fare con la comunicazione intesa come mezzo per compiere azioni del tipo tradizionalmente individuato dalla teoria degli atti linguistici, ma sembrano avere una funzione sociale: Gestire i rapporti tra le persone che comunicano Salvaguardia delle relazioni tra partecipanti

    Filone di studi: Analisi della conversazione Studio delle regole che servono alla gestione degli scambi comunicativi e che si manifestano nella struttura stessa della conversazione e nel comportamento dialogico dei parlanti n Unit di analisi: TURNO

    n Sequenza di parole che ogni partecipante produce in modo continuativo n Alternanza e avvicendamento dei parlanti regolata da principi generali (simmetria,

    dominanza di un parlante) n Individuazione di mosse comunicative: interazione verbale considerata in tutta la sua

    pienezza

    n Tra le regole e le strategie di comportamento presenti nella conversazione: STRATEGIE DI CORTESIA

    n Forme di attenuazione(esitazioni, eufemismi, litoti, atti linguistici indiretti)