Locuzioni Latino

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ab prep. lat. ~ “Da”: si ha in alcune locuzio- ni avverbiali latine di uso abbastanza comu- ne come ab aeterno ‘dall’eternità’ (cioè senza principio nel tempo), ab antiquo ‘dall’anti- chità’, ab ovo ‘fin dall’origine’ (vedi le voci). ab aeterno (ab ae.tèr.no /etεr/) loc. lat., in it. loc. avv. 1. “Dall’eternità, da sempre”; espressione propria della filosofia scolastica e della teologia per indicare ciò che non ha alcun cominciamento: Dio esiste ab aeterno. 2. Nel linguaggio comune è usata spesso per significare “da tempi lontanissimi”. ab antiquo TESTO. ab imis (ab ì.mis) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Dal profondo”; espressione usata per indi- care la necessità del radicale rinnovamento di un’istituzione o di un modo di vita. Dalla loc. ab imis fundamentis ‘dalle più basse fondamenta’. ab immemorabili (ab im.me.mo..bi.li) loc. lat., in it. loc. avv. 1. “Da (tempo) im- memorabile, da sempre”; espressione usata a proposito di un passato remotissimo, di cui si è perduta la memoria. 2. Spesso an- che col valore generico di ‘da moltissimo tempo’. ab imo pectore (ab ì.mo pèc.to.re) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Dal profondo del cuore”; l’e- spressione viene usata per sottolineare la profonda sincerità di un’azione o di un pen- siero. ab ingestis TESTO. ab initio (ab i..tio /tsjo/) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Da principio”; espressione usata a proposito di un passato molto remoto. ab intestato TESTO. ab irato (ab i..to) loc. lat., in it. loc. attr. e avv. ~ “Da chi è irato”; di cosa fatta o detta sotto gli effetti dell’ira: dichiarazioni ab irato. ab origine (ab o..gi.ne) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Dall’origine, dall’inizio”; l’espressio- ne viene usata in relazione a una remota an- tichità. ab ovo (ab ò.vo) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Dall’uovo”; a proposito di cosa narrata dai suoi inizi o fatta risalire fino a essi; la fonte dell’espressione è un verso di Orazio (Ars Poetica 147), in cui si allude alle due uova nate da Leda dopo il suo accoppiamento con Zeus in forma di cigno, da una delle quali nacque Elena, prima causa della guer- ra di Troia. ab ovo usque ad mala (ab ò.vo ùs.que ad .la) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Dalle uova alla frutta” (inizio e fine dei pasti romani); espressione usata talvolta per dire ‘dal prin- cipio alla fine’. absit iniuria verbo (ab.sit in..ria vèr.bo) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Sia detto senza of- fesa” (letteralmente “sia lungi dalla parola l’offesa”); l’espressione viene usata per invi- tare chi legge o chi ascolta a non deformare in senso maligno il significato di una parola o di un’espressione. ab urbe condita (ab ùr.be còn.di.ta) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Dalla fondazione di Roma”; l’espressione viene usata nei testi letterari ed epigrafici per indicare l’era che muove dal- l’anno della fondazione di Roma (753 a.C.). a contrario (a con.trà.rio) loc. lat., in it. loc. attr. e avv. 1. Nella logica: ragionamento a contrario, argomentazione che da un’oppo- sizione tra gli antecedenti conclude ad un’opposizione tra i conseguenti; contrap- posto a a pari. 2. Nel linguaggio corrente la locuzione viene usata, impropriamente, per indicare un esito o un risultato diverso da quello auspicato. Propr. “dal contrario”. acta (àc·ta) s.neutro pl. lat., in it. s.m.pl. ~ ‘‘Relazioni, compilazioni’’: frequente come titolo di pubblicazioni a carattere ufficiale. acta est fabula (àc·ta est fà·bu·la) loc. lat. ~ “Il dramma è finito”; frase adoperata in tea- tro, nell’antichità, per annunziare la fine dello spettacolo, e oggi talvolta usata a si- gnificare che non c’è più niente da fare, che tutto è finito. actio (àc.tio /aktsjo/) s.f., lat. 1. Termine frequente nel linguaggio giuridico, col sign. tecnico e specifico di “azione (o domanda) in sede giudiziaria”. 2. Nella retorica classi- ca era l’ultima delle cinque grandi partizioni dell’arte retorica (insieme a inventio, dispo- sitio, elocutio e memoria) e riguardava i mo- di di eseguire il discorso (recitazione, mimi- ca, ecc.). Propr. “azione”. ad prep. lat. ~ “A”: si ha in alcune locuzioni latine di uso abbastanza comune come ad abundantiam, ad hoc, ad hominem (vedi le singole voci). ad abundantiam TESTO. ad acta TESTO. ad adiuvandum (ad a.diu.vàn.dum) loc. lat., in it. loc. attr. ~ “In aiuto”; formula giu- ridica che indica un intervento volontario in un procedimento giudiziario già iniziato per sostenere le ragioni di una delle due parti. ad audiendum verbum (ad au.dièn.dum vèr. bum) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Ad ascol- tare una parola”; formula giuridica che indi- ca la situazione del convenuto che si sia co- stituito in ritardo: gli sono precluse le atti- vità difensive fondamentali e può soltanto stare in udienza ‘ad ascoltare’. ad bestias (ad bè.stias) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Alle belve”; formula rituale con cui a Roma, in età imperiale, si veniva condanna- ti ad essere sbranati dalle bestie feroci nel circo. addenda TESTO. addenda et corrigenda (ad.dèn.da ét cor.ri. gèn.da) loc. lat., in it. s.m.pl. ~ Cose da aggiungere e da correggere”; in un libro a stampa, l’elenco delle eventuali aggiunte e correzioni. ad hoc TESTO. ad hominem (ad hò.mi.nem /) loc. lat., in it. loc. attr. e avv. ~ “Secondo l’uomo”; nel- la logica: argomento (o dimostrazione) ad ho- minem, quello che confuta le affermazioni dell’avversario partendo dalle sue stesse pre- messe, senza entrare in merito alla loro vali- dità o veridicità (contrapposto all’argomento ad veritatem). ad honorem TESTO. ad impossibilia nemo tenetur (ad im.pos. si..lia nè.mo te..tur) ~ vedi NEMO AD IM- POSSIBILIA TENETUR. ad interim TESTO. a divinis (a di..nis) loc. lat., in it. loc. attr. e avv. ~ ‘‘Dalle cose divine’’; sospensione a di- vinis, in diritto canonico, la pena consisten- te nella proibizione di celebrare la messa e di amministrare i sacramenti, inflitta al sa- cerdote sospetto di eresia o incorso in parti- colari censure ecclesiastiche. ad libitum TESTO. ad maiora (ad ma..ra) loc. lat., in it. loc. avv. ~ ‘‘A cose ancora più grandi’’; formula d’augurio che si rivolge a chi ha conseguito una brillante affermazione per augurargli ulteriori e più significativi successi. ad mentem (ad mèn.tem) loc. lat., in it. loc. avv. ~ ‘‘Secondo l’intenzione’’; nel latino ec- clesiastico l’espressione indica l’intenzione per la quale viene compiuta una cerimonia religiosa: celebrare una messa ad mentem del sommo pontefice. ad metalla (ad me.tàl.la) loc. lat., in it. loc. avv. ~ ‘‘Ai metalli’’; nel sistema penale roma- no, formula con la quale veniva indicato il supplizio di chi, ridotto in stato di schiavitù, era condannato ai lavori forzati nelle minie- re. ad multos annos (ad mùl.tos àn.nos) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Per molti anni (anco- ra)”; formula augurale di origine cristiana rivolta per tre volte dal vescovo consacrato al vescovo consacrante, e una volta dall’aba- te che ha ricevuto l’investitura al vescovo che l’ha benedetto, com. usata come augurio di lunga vita. ad nutum TESTO. ad perpetuam rei memoriam (ad per.. tuam rèi me..riam) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “A memoria perpetua dell’avvenimento”; espressione tradizionalmente incisa su me- daglie commemorative, iscrizioni, monu- menti, ecc.; dal 1200 in poi compare nel pro- tocollo iniziale delle lettere papali. ad personam TESTO. ad quem (ad quèm) loc. lat., in it. loc. attr. ~ ‘‘Al quale’’; terminus ad quem, vedi TERMINUS. ad referendum (ad re.fe.rèn.dum) loc. lat., in it. loc. avv. 1. Nel linguaggio diplomatico indica la riserva con la quale un negoziatore internazionale accoglie, senza impegnare il proprio governo, una proposta eccedente i propri poteri di rappresentanza, subordi- nandone l’accettazione alla necessaria con- sultazione con il governo stesso. 2. L’e- spressione può indicare anche il limite del mandato che il governo affida al proprio agente. Propr. “per riferire”. ad unguem (ad ùn.guem) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “(Fino) all’unghia”: l’espressione vie- ne usata per indicare una cosa portata a ter- mine alla perfezione (dall’uso degli scultori che provano la rifinitura della loro opera passandoci sopra l’unghia). ad usum Delphini (ad ù.sum Del·phì·ni A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z LOCUZIONI E TERMINI LATINI

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ab prep. lat. ~ “Da”: si ha in alcune locuzio-ni avverbiali latine di uso abbastanza comu-ne come ab aeterno ‘dall’eternità’ (cioè senzaprincipio nel tempo), ab antiquo ‘dall’anti-chità’, ab ovo ‘fin dall’origine’ (vedi le voci).

ab aeterno (ab ae.tèr.no /et�εr–/) loc. lat., init. loc. avv. 1. “Dall’eternità, da sempre”;espressione propria della filosofia scolasticae della teologia per indicare ciò che non haalcun cominciamento: Dio esiste ab aeterno.2. Nel linguaggio comune è usata spesso persignificare “da tempi lontanissimi”.

ab antiquo ➪ TESTO.ab imis (ab ì.mis) loc. lat., in it. loc. avv. ~

“Dal profondo”; espressione usata per indi-care la necessità del radicale rinnovamentodi un’istituzione o di un modo di vita. �Dalla loc. ab imis fundamentis ‘dalle piùbasse fondamenta’.

ab immemorabili (ab im.me.mo.rà.bi.li)loc. lat., in it. loc. avv. 1. “Da (tempo) im-memorabile, da sempre”; espressione usataa proposito di un passato remotissimo, dicui si è perduta la memoria. 2. Spesso an-che col valore generico di ‘da moltissimotempo’.

ab imo pectore (ab ì.mo pèc.to.re) loc. lat.,in it. loc. avv. ~ “Dal profondo del cuore”; l’e-spressione viene usata per sottolineare laprofonda sincerità di un’azione o di un pen-siero.

ab ingestis ➪ TESTO.ab initio (ab i.nì.tio /–tsjo/) loc. lat., in it. loc.

avv. ~ “Da principio”; espressione usata aproposito di un passato molto remoto.

ab intestato ➪ TESTO.ab irato (ab i.rà.to) loc. lat., in it. loc. attr. e

avv. ~ “Da chi è irato”; di cosa fatta o dettasotto gli effetti dell’ira: dichiarazioni ab irato.

ab origine (ab o.rì.gi.ne) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “Dall’origine, dall’inizio”; l’espressio-ne viene usata in relazione a una remota an-tichità.

ab ovo (ab ò.vo) loc. lat., in it. loc. avv. ~“Dall’uovo”; a proposito di cosa narrata daisuoi inizi o fatta risalire fino a essi; la fontedell’espressione è un verso di Orazio (ArsPoetica 147), in cui si allude alle due uovanate da Leda dopo il suo accoppiamentocon Zeus in forma di cigno, da una dellequali nacque Elena, prima causa della guer-ra di Troia.

ab ovo usque ad mala (ab ò.vo ùs.que admà.la) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Dalle uovaalla frutta” (inizio e fine dei pasti romani);espressione usata talvolta per dire ‘dal prin-cipio alla fine’.

absit iniuria verbo (ab.sit in.iù.ria vèr.bo)

loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Sia detto senza of-fesa” (letteralmente “sia lungi dalla parolal’offesa”); l’espressione viene usata per invi-tare chi legge o chi ascolta a non deformarein senso maligno il significato di una parolao di un’espressione.

ab urbe condita (ab ùr.be còn.di.ta) loc. lat.,in it. loc. avv. ~ “Dalla fondazione di Roma”;l’espressione viene usata nei testi letterari ed

epigrafici per indicare l’era che muove dal-l’anno della fondazione di Roma (753 a.C.).

a contrario (a con.trà.rio) loc. lat., in it. loc.attr. e avv. 1. Nella logica: ragionamento acontrario, argomentazione che da un’oppo-sizione tra gli antecedenti conclude adun’opposizione tra i conseguenti; contrap-posto a a pari. 2. Nel linguaggio corrente lalocuzione viene usata, impropriamente, perindicare un esito o un risultato diverso daquello auspicato. � Propr. “dal contrario”.

acta (àc·ta) s.neutro pl. lat., in it. s.m.pl. ~‘‘Relazioni, compilazioni’’: frequente cometitolo di pubblicazioni a carattere ufficiale.

acta est fabula (àc·ta est fà·bu·la) loc. lat. ~“Il dramma è finito”; frase adoperata in tea-tro, nell’antichità, per annunziare la finedello spettacolo, e oggi talvolta usata a si-gnificare che non c’è più niente da fare, chetutto è finito.

actio (àc.tio /�aktsjo/) s.f., lat. 1. Terminefrequente nel linguaggio giuridico, col sign.tecnico e specifico di “azione (o domanda)in sede giudiziaria”. 2. Nella retorica classi-ca era l’ultima delle cinque grandi partizionidell’arte retorica (insieme a inventio, dispo-sitio, elocutio e memoria) e riguardava i mo-di di eseguire il discorso (recitazione, mimi-ca, ecc.). � Propr. “azione”.

ad prep. lat. ~ “A”: si ha in alcune locuzionilatine di uso abbastanza comune come adabundantiam, ad hoc, ad hominem (vedi lesingole voci).

ad abundantiam ➪ TESTO.ad acta ➪ TESTO.ad adiuvandum (ad a.diu.vàn.dum) loc.

lat., in it. loc. attr. ~ “In aiuto”; formula giu-ridica che indica un intervento volontario inun procedimento giudiziario già iniziato persostenere le ragioni di una delle due parti.

ad audiendum verbum (ad au.dièn.dumvèr. bum) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Ad ascol-tare una parola”; formula giuridica che indi-ca la situazione del convenuto che si sia co-stituito in ritardo: gli sono precluse le atti-vità difensive fondamentali e può soltantostare in udienza ‘ad ascoltare’.

ad bestias (ad bè.stias) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “Alle belve”; formula rituale con cui aRoma, in età imperiale, si veniva condanna-ti ad essere sbranati dalle bestie feroci nelcirco.

addenda ➪ TESTO.addenda et corrigenda (ad.dèn.da ét

cor.ri. gèn.da) loc. lat., in it. s.m.pl. ~ Coseda aggiungere e da correggere”; in un libro astampa, l’elenco delle eventuali aggiunte ecorrezioni.

ad hoc ➪ TESTO.ad hominem (ad hò.mi.nem /�ɔ–/) loc. lat.,

in it. loc. attr. e avv. ~ “Secondo l’uomo”; nel-la logica: argomento (o dimostrazione) ad ho-minem, quello che confuta le affermazionidell’avversario partendo dalle sue stesse pre-messe, senza entrare in merito alla loro vali-dità o veridicità (contrapposto all’argomentoad veritatem).

ad honorem ➪ TESTO.ad impossibilia nemo tenetur (ad im.pos.

si.bì.lia nè.mo te.nè.tur) ~ vedi NEMO AD IM-POSSIBILIA TENETUR.

ad interim ➪ TESTO.a divinis (a di.vì.nis) loc. lat., in it. loc. attr. e

avv. ~ ‘‘Dalle cose divine’’; sospensione a di-vinis, in diritto canonico, la pena consisten-te nella proibizione di celebrare la messa edi amministrare i sacramenti, inflitta al sa-cerdote sospetto di eresia o incorso in parti-colari censure ecclesiastiche.

ad libitum ➪ TESTO.ad maiora (ad ma.iò.ra) loc. lat., in it. loc.

avv. ~ ‘‘A cose ancora più grandi’’; formulad’augurio che si rivolge a chi ha conseguitouna brillante affermazione per augurargliulteriori e più significativi successi.

ad mentem (ad mèn.tem) loc. lat., in it. loc.avv. ~ ‘‘Secondo l’intenzione’’; nel latino ec-clesiastico l’espressione indica l’intenzioneper la quale viene compiuta una cerimoniareligiosa: celebrare una messa ad mentem delsommo pontefice.

ad metalla (ad me.tàl.la) loc. lat., in it. loc.avv. ~ ‘‘Ai metalli’’; nel sistema penale roma-no, formula con la quale veniva indicato ilsupplizio di chi, ridotto in stato di schiavitù,era condannato ai lavori forzati nelle minie-re.

ad multos annos (ad mùl.tos àn.nos) loc.lat., in it. loc. avv. ~ “Per molti anni (anco-ra)”; formula augurale di origine cristianarivolta per tre volte dal vescovo consacratoal vescovo consacrante, e una volta dall’aba-te che ha ricevuto l’investitura al vescovoche l’ha benedetto, com. usata come auguriodi lunga vita.

ad nutum ➪ TESTO.ad perpetuam rei memoriam (ad per.pè.

tuam rèi me.mò.riam) loc. lat., in it. loc. avv.~ “A memoria perpetua dell’avvenimento”;espressione tradizionalmente incisa su me-daglie commemorative, iscrizioni, monu-menti, ecc.; dal 1200 in poi compare nel pro-tocollo iniziale delle lettere papali.

ad personam ➪ TESTO.ad quem (ad quèm) loc. lat., in it. loc. attr. ~

‘‘Al quale’’; terminus ad quem, vedi TERMINUS.ad referendum (ad re.fe.rèn.dum) loc. lat.,

in it. loc. avv. 1. Nel linguaggio diplomaticoindica la riserva con la quale un negoziatoreinternazionale accoglie, senza impegnare ilproprio governo, una proposta eccedente ipropri poteri di rappresentanza, subordi-nandone l’accettazione alla necessaria con-sultazione con il governo stesso. 2. L’e-spressione può indicare anche il limite delmandato che il governo affida al proprioagente. � Propr. “per riferire”.

ad unguem (ad ùn.guem) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “(Fino) all’unghia”: l’espressione vie-ne usata per indicare una cosa portata a ter-mine alla perfezione (dall’uso degli scultoriche provano la rifinitura della loro operapassandoci sopra l’unghia).

ad usum Delphini (ad ù.sum Del·phì·ni

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/–f�i–/) loc. lat., in it. loc. attr. e avv. 1. “Peruso del Delfino”: espressione usata in sensospregiativo per definire un’edizione espur-gata o redatta secondo criteri volutamenteparziali • propr. A proposito delle edizionifrancesi espurgate e rese acconce alla lettu-ra del Delfino, redatte durante il regno diLuigi XIV (1638–1715). 2. generic. Di qual-siasi cosa modificata artificiosamente se-condo interessi di parte.

ad valorem (ad va.lò·rem) loc. lat., in it. loc.attr. ~ ‘‘Al valore’’; di tributo computato inbase al valore del bene preso in considera-zione.

ad veritatem (ad ve.ri.tà.tem) loc. lat., in it.loc. attr. e avv. ~ “Secondo la verità”; nellalogica: argomento (o dimostrazione) ad veri-tatem, quello che prova la tesi in modo inop-pugnabile, fondandosi su basi scientificheirrefutabili (contrapposto all’argomento adhominem).

adynaton ➪ TESTO.aere perennius (ae.re pe.rèn.nius /�εre/) loc.

lat., in it. loc. attr. ~ “Più duraturo del bron-zo”; espressione che ricorre in Orazio (Odi3.30.1; il verso completo è: exegi monumen-tum aere perennius “ho costruito un monu-mento più duraturo del bronzo”), usata perindicare l’immortalità di un monumento odi un’opera artistica o letteraria.

affidavit (af.fi.dà.vit) terza pers. sing. delperfetto ind. del verbo lat. affidare (‘testimo-niare’) in it. s.m. ➪ TESTO.

a fortiori (a for·tiò·ri /–tsj�ɔ–/) loc. lat. me-diev., in it. loc. attr. e avv. 1. Nel linguaggiologico-filosofico, a proposito di argomentocomprovante che una tesi deve esser ritenu-ta valida per il fatto che presenta ragioni opiù numerose o più valide di altra tesi giàdata come vera. 2. com. A maggior ragione.� Propr. “a più forte (ragione)”.

agnus Dei (à.gnus Dè.i) loc. lat., in it.s.m. 1. “Agnello di Dio”; formula liturgicatratta dalle parole di s. Giovanni Battista ri-volte a Cristo durante il battesimo nel Gior-dano; prima della riforma liturgica del Con-cilio Vaticano II, veniva recitata tre volte dalsacerdote battendosi il petto e nelle messesolenni era cantata dal coro • Anche, il mo-mento della Messa in cui veniva recitata ocantata la formula (la Messa era all’AgnusDei) e il brano relativo di una Messa musi-cata (l’Agnus Dei della “Messa di Requiem” diVerdi). 2. fig. (per lo più iron.). Parere unagnus Dei, ostentare innocenza, umiltà, sot-tomissione. 3. Medaglia fatta con la ceraconsacrata, che reca impressa l’immaginedell’agnello, simbolo del Cristo.

a latere (a là.te.re) loc. lat., in it. loc. attr. 1.Nel linguaggio ecclesiastico: legato a latere,dignitario della gerarchia cattolica (per lopiù un cardinale), cui è affidata la rappre-sentanza del pontefice in missioni di parti-colare gravità o importanza, con poteri defi-niti volta per volta. 2. Nel linguaggio giuri-dico: giudice, consigliere a l., magistrato dicarriera che insieme al presidente e ai giudi-ci non togati compone un tribunale o unacorte d’assise. � Propr. “a fianco”.

alea iacta est (à.lea iàc.ta èst) loc. lat. ~ “Ildato è stato gettato; il dado è tratto”; si trat-ta delle parole che, secondo lo storico latinoSvetonio, furono pronunciate da Cesare almomento di passare il Rubicone (10/11 gen-naio 49 a.C.) e che segnarono, di fatto, l’ini-

zio della guerra civile con Pompeo; l’espres-sione viene usata correntemente per sottoli-neare che in una situazione di grave perico-lo, oppure in un momento in cui urgonoscelte importanti, la decisione risolutiva èstata presa.

alma mater (àl.ma mà.ter) loc. lat., in it. loc.attr. 1. “Madre e nutrice”; presso i Romaniantichi, epiteto di alcune dee (Cibele, Cere-re) alle quali si attribuivano l’abbondanza ela fecondità. 2. Nel Medioevo (e ancor ogginei paesi anglosassoni), attributo di celebriuniversità o centri di studio: Bologna, almamater (studiorum).

alter ego ➪ TESTO.amnios ➪ TESTO.analecta (a.na.lèc.ta) s.neutro pl. lat. mo-

derno, in it. s.m.pl. ~ Raccolta di composi-zioni di diversa provenienza o di documentistorici, ad opera di ordini religiosi: gli Ana-lecta Bollandiana. � Dal gr. análekta, neutropl. di análektos ‘scelto’.

an debeatur (an de.be.à.tur) loc. lat., in it.s.m. 1. Nel linguaggio giuridico, l’esameche il giudice compie per accertare se unadeterminata prestazione sia dovuta o meno.2. Nel linguaggio assicurativo, in tema di re-sponsabilità civile, l’accertamento della re-sponsabilità. � Propr. “se dovuto”.

angina pectoris ➪ TESTO.angor (àn-gor) s.f., lat. ~ Lo stesso che angi-

na pectoris.animus (à.ni.mus) s.m., lat. ~ Intenzione,

motivazione, proposito; determinazionesoggettiva di un comportamento; spec. in lo-cuzioni del diritto romano tuttora vive nellinguaggio giuridico: a. donandi, intenzionedi effettuare una donazione; a. conciliandi,intenzione di conciliare una lite; a. iniuran-di, volontà di recare ingiuria; a. necandi, vo-lontà di uccidere. � Propr. “animo”.

annus fictus (àn.nus fìc.tus) loc. lat. scient.,in it. s.m. ~ “Anno immaginario”: in astro-nomia, l’anno solare qualora si faccia inizia-re quando la longitudine media del Sole è280° esatti (epoca sempre prossima al 1°febbraio).

ante litteram ➪ TESTO.ante partum (àn.te pàr.tum) loc. lat., in it.

loc. attr. e avv. ~ “Prima del parto”; l’espres-sione viene usata per indicare genericamen-te il periodo che precede il parto; per esem-pio, la legge che tutela le lavoratrici madriprevede due periodi di astensione obbligato-ria dal lavoro: uno ante partum e l’altro postpartum.

ante quem (àn.te quèm) loc. lat., in it. loc.attr. ~ “Prima del quale”; terminus antequem, vedi TERMINUS.

ante rem (àn.te rèm) loc. lat., in it. loc. attr.e avv. ~ “Prima della cosa”; nella filosofiascolastica, formula usata per indicare unadelle soluzioni del problema degli universa-li: quella per cui il concetto è ritenuto indi-pendente e preesistente nei confronti dellarealtà sensibile (le altre soluzioni sono indi-cate con le formule in re e post rem).

antiquarium (an.ti.quà.rium) s.neutro lat.,in it. s.m. ~ Piccolo museo di materiale ar-cheologico locale. � Propr. “antiquario”.

a pari (a pà.ri) loc. lat., in it. loc. attr. e avv. ~“Per una ragione simile”: nella logica: ragio-namento a pari, di argomentazione che con-siste nel concludere da un caso dato a un ca-so simile; contrapposto a a contrario.

aperitio aurium (a.pe.rì.tio àu.rium /–tsjo/)loc. lat., in it. s.f. ~ “Apertura degli orecchi”;il rito con cui nella liturgia cattolica del bat-tesimo vengono bagnate di saliva le orecchie(e le narici) del catecumeno, per aprirlesimbolicamente in modo che possano rice-vere la parola di Dio.

aperitio oris (a.pe.rì.tio ò.ris /–tsjo/) loc.lat., in it. s.f. ~ “Apertura della bocca”; ilpermesso esplicito richiesto al papa perchéun suo provvedimento possa essere riesa-minato da parte di una autorità subordi-nata.

apertis verbis (a.pèr.tis vèr.bis) loc. lat., init. loc. avv. ~ “Con parole chiare, manifesta-mente, a chiare lettere”; a proposito di cosedette con estrema chiarezza e sincerità.

a posteriori ➪ TESTO.appendix (ap.pèn.dix) s.f., lat. ~ “Appendi-

ce”: complesso di opere tradizionalmente at-tribuite a un determinato autore, ma dellacui autenticità si dubita e quindi si pubbli-cano quasi ‘in appendice’ alle opere sicure:Appendix Vergiliana (oggi sicuramente nonpiù attribuibile a Virgilio).

a priori ➪ TESTO.a quo (a quò) loc. lat., in it. loc. attr. ~ “Dal

quale”; terminus a quo, vedi TERMINUS.arbiter elegantiarum ➪ TESTO.area Celsi (à.rea Cèl.si) loc. lat. scient., in it.

s.f. ~ Chiazza rotondeggiante, glabra, che siproduce sul cuoio capelluto in seguito allacaduta di capelli; è detta anche alopeciaareata (cioè limitata ad aree circoscritte). �Propr. “area di Celso”; è detta di Celso per-ché fu descritta per primo da Aulo CornelioCelso, scrittore romano della prima metàdel sec. I d.C., nel libro De medicina.

a.r.s. /ars/ ~ In alcune date e iscrizioni, ab-breviazione del latino anno recuperatae salu-tis (“nell’anno della salvezza recuperata”),con riferimento alla nascita di Gesù, il sal-vatore del mondo.

ars dictaminum (ars dic.tà.mi.num) (o arsdictandi) loc. lat., in it. s.f. ~ “Arte di detta-re” (cioè di ‘comporre’); titolo comune a nu-merosi libri di testo medievali che insegna-vano per regole ed esempi a scrivere letterein latino.

ars dictandi (ars dic.tàn.di) ~ vedi ARS DIC-TAMINUM.

audaces fortuna iuvat (au.dà.ces for.tù.naiù.vat) loc. lat. ~ “La fortuna aiuta gli auda-ci”; adattamento medievale di un emisti-chio virgiliano (audentes fortuna iuvat:Eneide 10. 280), usato per invitare ad avereil coraggio di osare, contando sull’aiuto del-la fortuna.

aurea mediocritas (àu.rea me.diò.cri.tas)

loc. lat. ~ “Aurea mediocrità”; espressionedel poeta latino Orazio (Odi 2.10.5), riferitaad una concezione della vita che si appagadel poco, secondo il modello greco della mi-sura; è com. usata, per lo più in senso ironi-co, per sottolineare le non brillanti doti diqualcuno o la mancanza d’iniziativa a mi-gliorare se stessi o la propria condizione.

aut aut ➪ TESTO.ave Caesar morituri te salutant (à.ve Cae.

sar mo.ri.tù.ri tè sa.lù.tant /��ε–/) loc. lat. ~“Salve, o Cesare, ti salutano coloro che stan-no per morire”; frase tradizionalmente attri-buita ai gladiatori come saluto all’imperato-re all’ingresso nel circo, prima della gara chespesso si rivelava fatale.

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baculinum argumentum (ba.cu.lì.num ar.

gu.mèn.tum) loc. lat., in it. s.m. ~ “Argo-mento del bastone”; argomento che preten-de di provare la realtà del mondo esternobattendo il suolo con un bastone, cioè fa-cendo appello alla testimonianza immediatadei sensi; la locuzione compare per lo più inespressioni ironiche o scherzose per sottoli-neare l’efficacia del ricorso al bastone comemezzo di persuasione (sull’esempio delloSganarello molieriano nel Mariage forcé),oppure per ribadire che la ragione del piùforte è sempre la migliore.

bonorum cessio (bo.nò.rum cès.sio) loc.lat., in it. s.f. ~ “Cessione dei beni”: contrattocol quale il debitore incarica i suoi creditoridi liquidare tutti i propri beni ripartendone ilricavato in soddisfacimento dei loro crediti.

bonorum distractio (bo.nò.rum dis.tràc.

tio /–tsjo/) loc. lat., in it. s.f. ~ “Distrazionedei beni”: vendita parziale dei beni a favoredei creditori.

bonorum possessio (bo.nò.rum pos.sès.

sio) loc. lat., in it. s.f. ~ “Possesso dei beni”:in diritto, il potere di fatto sulla cosa che simanifesta in un’attività corrispondente al-l’esercizio della proprietà o di altro dirittoreale.

bonorum venditio (bo.nò.rum ven.dì.tio/–tsjo/) loc. lat., in it. s.f. ~ “Vendita dei be-ni”: nel diritto romano, istituto che permet-te al creditore di chiedere la vendita totaledei beni del debitore, e segna di fatto l’av-vento dell’esecuzione patrimoniale.

brevi manu ➪ TESTO.

capitis deminutio (cà.pi.tis de.mi.nù.tio/–tsjo/) loc. lat., in it. s.f. 1. “Diminuzionedella persona(lità giuridica)”: espressioneche definisce la perdita dei diritti e delle ca-pacità giuridiche subita da un cittadino ro-mano in seguito alla perdita della libertà(per prigionia di guerra o per cause civili).2. Nell’ordinamento italiano, nella formademinutio capitis, indica la privazione deidiritti civili.

capsa (càp.sa) s.f., lat. 1. Nome delle scato-le cilindriche in cui i Romani custodivanospecialmente papiri e libri. 2. Nel linguag-gio degli archivisti, cassetto nel quale sonoconservati ordinatamente i documenti d’ar-chivio. � Etimo incerto.

captatio benevolentiae (ca.ptà.tio be.ne.

vo.lèn.tiae /–tsjo… –tsje/) loc. lat., in it. s.f. 1.Nell’oratoria classica, la parte dell’orazionediretta a ottenere l’attenzione e l’assenso daparte degli ascoltatori • Nella critica lette-raria, il repertorio degli accorgimenti a cuil’autore ricorre per procacciarsi l’attenzione(e il plauso) dell’uditorio o del pubblico. 2.estens. Qualsiasi artificio messo in atto neiconfronti di una persona pur di assicurarse-ne l’adesione o il consenso. � Propr. “cattu-ra del favore”.

caput (cà.put) s.neutro lat., in it. s.m. ~ “Ca-po, testa”, usato soprattutto in medicina •

part. C. medusae (“testa di Medusa”), aspet-to caratteristico della dilatazione delle veneombelicali che si verifica nel corso di alcunemalattie croniche del fegato (per es. nellacirrosi epatica) ~ C. obstipum (“testa torta”),atteggiamento forzato assunto dal capo neltorcicollo ~ C. quadratum (“testa quadrata”),particolare forma della testa in soggetti ra-

chitici provocata da un difetto di ossifica-zione determinato da mancanza di vitaminaD nei primi mesi di vita ~ C. succedaneum(“testa succedanea”), rigonfiamento mollesul cuoio capelluto del neonato, dovuto acompressione della testa durante il trava-glio, che in genere scompare spontanea-mente dopo alcuni giorni senza lasciare al-cun segno.

caput mortuum (cà.put mòr.tu.um) loc.lat., in it. s.m. 1. Nel linguaggio degli alchi-misti, i residui di distillazione e calcinazio-ne. 2. In chimica, l’ossido ferrico in polve-re, usato come smeriglio e come pigmento.� Propr. “capo morto”.

caput mundi (cà.put mùn.di) loc. lat., in it.s.m. ~ “Capo del mondo”: appellativo tradi-zionale di Roma imperiale, esteso poi allaRoma papale; oggi individua la città capito-lina in quanto centro della cattolicità.

carmina (càr.mi.na) s.neutro pl. lat., in it.s.m.pl. ~ “Carmi, canti”: titolo di raccolte dicanti latini medievali: per es. i Carmina Bu-rana, goliardici, ritrovati in un codice del1225 a Benediktbeuern (Bura Sancti Bene-dicti).

carmina non dant panem (càr.mi.na nòndant pà.nem) loc. lat. ~ “La poesia non dàpane”: motto, di origine non classica, usatoancor oggi per sottolineare la condizione dipovertà tradizionalmente legata all’attivitàpoetica, letteraria e artistica in genere.

carpe diem (càr.pe dì.em) loc. lat., in it.s.m. 1. “Cogli il giorno (presente)”: massi-ma oraziana (Odi 1.11.8) che esorta a sapercogliere i doni che la vita ci offre giorno pergiorno. 2. L’espressione viene usata, in sen-so parzialmente improprio, come esortazio-ne a prendere la vita come viene, senza pen-sieri né scrupoli.

castigat ridendo mores (ca.stì.gat ri.dèn.

do mò.res) loc. lat. 1. “Corregge i costumicol riso”: motto attribuito alla commedia inquanto, col mettere in ridicolo o col satireg-giare i vizi o le debolezze umane, consenteall’ascoltatore di far propri gl’insegnamentiche ne derivano sul piano morale; la massi-ma compare tutt’oggi sul frontone di nume-rosi teatri. 2. com. Di qualsiasi opera lette-raria o del suo autore che propongano al let-tore insegnamenti morali in tono pacato,non rifuggendo però dall’ironia, dallo scher-no o dal sarcasmo. � Frase coniata dal let-terato francese Jean de Santeuil (1630–1697)per il busto d’Arlecchino che doveva decora-re il proscenio della “Comédie Italienne” aParigi, presa in seguito a motto dalla stessa“Comédie Italienne” e dall’“Opera Comique”francese.

casus belli ➪ TESTO.casus foederis (cà.sus foe.de.ris /f�ε–/) loc.

lat., in it. s.m. ~ “Caso d’alleanza”: l’eventoper cui uno stato, stretto a un altro da al-leanza militare, è tenuto a prestargli l’assi-stenza promessa.

casus irreducibilis (cà.sus ir.re.du.cì.bi.lis)

loc. lat., in it. s.m. ~ “Caso irriducibile”: nel-la risoluzione di un’equazione di terzo gra-do, il caso in cui si ottengono radici espres-se da numeri immaginari.

catarrhus aestivus (ca.tàr.rhus ae.stì.vus/–rus e–/) loc. lat., in it. s.m. ~ “Catarro esti-vo”: locuzione del latino scientifico, usatanel linguaggio medico per indicare la febbreda fieno o oculorinite allergica.

cave canem (cà.ve cà.nem) loc. lat. ~“Guardati dal cane”: avviso posto all’ingres-so di case e ville della Roma antica, spessoin calce a un mosaico raffigurante un caneringhioso alla catena, e oggi in targhe oscritte sui cancelli o sui muri delle case.

centum ➪ TESTO.cessio bonorum (cès.sio bo.nò.rum) ~ ve-

di BONORUM CESSIO.cessio in iure (cès.sio in iù.re) loc. lat., in it.

s.f. ~ “Cessione in diritto”: modo di trasmis-sione della proprietà attraverso una finte li-te dell’acquirente contro il proprietario; an-che in iure cessio.

cessio pro soluto (cès.sio prò so.lù.to) ~vedi PRO SOLUTO.

cessio pro solvendo (cès.sio prò sol.vèn.

do) ~ vedi PRO SOLVENDO.ceteris paribus (cè.te.ris pà.ri.bus) loc. lat.,

in it. loc. avv. ~ “Rimanendo invariate le al-tre condizioni (o circostanze)”; l’espressio-ne, non presente nel latino classico, vieneusata soprattutto nel corpo di leggi o neicontratti, come inciso di valore limitativo.

clangor ➪ TESTO.claudicatio intermittens (clau-di-cà-tio in-

ter-mìt-tens /–tsjo/) loc. lat., in it. s.f. ~ Clau-dicazione associata a crampo doloroso in-gravescente al polpaccio, tipica dei pazienticon ostruzione delle arterie iliache o femora-li. � Propr. “claudicazione intermittente”.

clerici vagantes (clè.ri.ci va.gàn.tes) loc.lat., in it. s.m.pl. 1. Nome dato nel Medioe-vo (anche clerici vagi) agli ecclesiastici nonaggregati a una diocesi né destinati a unachiesa, che prestavano servizio ora in unluogo ora in un altro. 2. Sempre nel Me-dioevo (secc. XII–XIII), furono così chiama-ti i ‘chierici’ (studenti universitari) che pas-savano da una università all’altra per segui-re le lezioni di maestri diversi, oppure perspirito d’avventura o necessità di guadagno.� Propr. “chierici vaganti”.

climax ➪ TESTO.clivus (clì.vus) s.m., lat. scient. ~ Il termine

del latino scientifico viene usato, in anato-mia, per indicare l’ampia doccia situata sul-la faccia endocranica dell’osso occipitale.

cogito (cò.gi.to) prima pers. sing. del pres.ind. del verbo lat. cogitare (‘pensare’), in it.s.m., invar. ➪ TESTO.

cogito ergo sum (cò.gi.to èr.go sum) loc. lat.~ “Io penso, dunque io esisto”: aforisma car-tesiano che costituisce la prima certezza ra-zionale su cui fondare una nuova scienza fi-losofica, ancor oggi spesso citato e, spec. nel-la pubblicistica, parafrasato e banalizzato.

coitus interruptus ➪ TESTO.collectanea (col.lec.tà.nea) s.neutro pl. lat.,

in it. s.m.pl. ~ Miscellanea, raccolta diestratti di diversi autori. � Neutro pl. di col-lectaneus, der. di collectus, p. pass. di collige-re ‘raccogliere’.

colluvium ➪ TESTO.colon ➪ TESTO.colophon ➪ TESTO.columen (cò.lu.men) s.neutro lat., in it. s.m.

~ “Cima, sommità”: elemento della copertu-ra del tempio etrusco, corrispondente allatrave principale.

combinatio (com.bi.nà.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~“Combinazione”: nella critica testuale, ilconfronto tra due varianti erronee, in quan-to permette di congetturare la lezionedell’archetipo.

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comitatus (co.mi.tà.tus) s.m., lat. 1. Nel-l’antica Roma, seguito, spec. di magistrati ecapi militari. 2. Nel latino medievale, spec.dell’area franca, contea. � Der. di comitari‘accompagnare’; nel sign. 2 der. di comes –ïtisnel senso di ‘conte’.

communio (com.mù.nio) s.f. lat., in it. s.m.~ “Comunione”: antifona della Messa, canta-ta o letta dopo la comunione del celebrante.

communio pro diviso (com.mù.nio pròdi.vì. so) loc. lat., in it. s.f. ~ vedi PRO DIVISO.

communio pro indiviso (com.mù.nio pròin.di.vì.so) loc. lat., in it. s.f. ~ vedi PRO INDI-VISO.

communis opinio (com.mù.nis o.pì.nio)

loc. lat., in it. s.f. 1. Nel linguaggio giuridi-co, la dottrina corrente, la convinzione ge-nerale. 2. generic. Talvolta, spec. nel lin-guaggio giornalistico, il senso comune, l’opi-nione della maggioranza. � Propr. “opinio-ne comune”.

comparatio compendiaria (com.pa.rà.tiocom.pen.dià.ria /–tsjo/) loc. lat., in it. s.f. ~“Comparazione abbreviata”: in stilistica,forma di comparazione, nella quale uno de-gli elementi è sottinteso: per es. conosco me-glio la storia d’Italia che d’America, dove èsottinteso la storia d’America.

compos sui (còm.pos sù.i) loc. lat., in it.loc. attr. 1. Nel linguaggio giuridico, di sog-getto che ha piena capacità di intendere e divolere. 2. Nel linguaggio corrente, coscien-te di sé e delle proprie azioni, per lo più infrasi negative nelle quali si vuole mettere indubbio lo stato psicologico di una persona.� Propr. “padrone di sé”.

concordia discors (con.còr.dia dìs.cors)

loc. lat., in it. s.f. ~ Ossimoro usato per indi-care un accordo che nasce da un contrastodi idee o di sentimenti. � Propr. “concordiadiscorde”; espressione oraziana (Epistole1.12.19).

conditio sine qua non ➪ TESTO.conductus ➪ TESTO.confitemini (con.fi.tè.mi.ni) seconda pers.

pl. dell’imp. del verbo lat. confiteri (‘confes-sare’), in it. s.m. ~ “Confessatevi”: solo nellaloc. essere al c., in punto di morte, dalla pri-ma parola del salmo di David (105: ‘Confite-mini Domino quoniam bonus, quoniam insaeculum misericordia eius), che si recitanelle preghiere per i moribondi.

confiteor (con.fì.teor) prima pers. sing. delpres. ind. del verbo lat. confiteri (‘confessa-re’), in it. s.m. ➪ TESTO.

consecutio temporum ➪ TESTO.consensus ➪ TESTO.consolatio (con.so.là.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~

“Consolazione”: nella retorica classica, tipodi componimento morale inteso a consolarein occasione di lutti o disgrazie.

contaminatio (con.ta.mi.nà.tio /–tsjo/) s.f.,lat. ~ “Mescolanza, fusione”: in filologia, ilprocedimento con cui si fondono insiemedue o più modelli letterari.

continuum (con.tì.nu.um) s.neutro lat., init. s.m. ~ Lo stesso che continuo2 (➪ TESTO).� Uso sost. dell’agg. continüus ‘continuo’.

conventio ad excludendum (con.vèn.tioad ex.clu.dèn.dum /–tsjo/) loc. lat., in it. s.f. ~“Accordo per escludere”: messa al bando, ta-cita o apertamente dichiarata, di una forzapolitica dal dialogo fra partiti e dalle possi-bilità di accesso alle attività di governo.

coram populo ➪ TESTO.

cor bovinum (còr bo.vì.num) loc. lat. scient.,in it. s.m. ~ “Cuore bovino”: in medicina, l’i-pertrofia generale del cuore.

corpus ➪ TESTO.corpus domini ➪ TESTO.credo quia absurdum (crè.do quìa ab.sùr.

dum) loc. lat. ~ “Credo perché assurdo”: for-mula polemica (desunta in età medievale daalcuni paradossi di Tertulliano) con cui i ra-zionalisti del Seicento e Settecento attacca-vano il dogmatismo dei cattolici; viene e-stensivamente usata per sottolineare l’accet-tazione indiscussa di una fede anche se incontrasto con la ragione.

credo ut intelligam (crè.do ut in.tèl.li.gam)

loc. lat. ~ “Credo per (poter) comprendere”:espressione ripresa dal Proslogion di s. An-selmo e invocata per asserire la priorità del-la fede sulla ragione nel conoscere; rappre-senta uno dei cardini della Scolastica.

crepitatio (cre.pi.tà.tio /–tsjo/) s.f., lat.scient. ~ In semeiotica, lo stesso che crepita-zione (➪ TESTO). � Der. del lat. crepitare‘crepitare’.

crimen laesae maiestatis (crì.men lae.saema.ie.stà.tis /l�εze/) loc. lat., in it. s.m. ~ “De-litto di lesa maestà”: l’espressione individuanel diritto moderno qualsiasi delitto controla sovranità. ➪ TESTO alla voce lesa maestà.

crucifige (cru.ci.fì.ge) imp. del verbo lat.crucifigere ‘crocifiggere’, in it. s.m. ➪ TESTO.

cui prodest (cù.i prò.dest) loc. lat., in it.s.m. ~ “A chi giova”: l’espressione, risalentea un passo di una tragedia di Seneca (Medea500-501: cui prodest scelus is fecit: “il delittol’ha commesso chi ne trae vantaggio”), vienespesso usata nel linguaggio giuridico e inquello giornalistico a proposito della perso-na cui si deve attribuire un fatto (non neces-sariamente delittuoso), nell’ipotesi che que-sto sia risultato a suo esclusivo vantaggio.

cum grano salis (cum grà.no sà.lis) loc. lat.,in it. loc. avv. ~ “Con una presina di sale”;con un po’ di discernimento, con un giudi-zio attento, con qualche riserva.

cupio dissolvi (cù.pio dis.sòl.vi) loc. lat., init. s.m. ~ Annientamento di se stesso, per lopiù con un accento di assurda tragicità. �Propr. “desidero essere dissolto, annul-larmi”.

currenti calamo (cur.rèn.ti cà.la.mo) loc.lat., in it. loc. avv. ~ “A penna corrente”: digetto, senza particolari attenzioni concet-tuali o formali, o anche di fretta, con possi-bilità di imprecisioni od errori: scrivere c. c.� Comp. del p. pres. di currëre ‘correre,scorrere’, e dell’ablativo di calämus ‘penna,asticciola’.

curriculum vitae ➪ TESTO.cursus (cùr.sus) s.m., lat. ~ “Corso”: anda-

mento ritmico del periodo, caratterizzato daclausole o successioni di accenti, che adat-tano all’orecchio moderno le cadenze dellaprosa latina classica, fondate invece sull’al-ternanza di sillabe lunghe e brevi; codificatoalla fine del secolo XI nelle Artes dictandi,ebbe influsso anche sulla prosa volgare delDue–Trecento.

cursus honorum (cùr.sus ho.nò.rum /on�ɔ–/)loc. lat., in it. s.m. 1. La serie di carichepubbliche che segnavano la carriera del cit-tadino nell’antica Roma. 2. estens. Carrie-ra. � Propr. “carriera degli onori”.

curtis (cùr.tis) s.f., lat. mediev. ~ Organismoeconomico e giuridico tipico della società

feudale, più o meno rigorosamente chiuso, incui si compiva il ciclo della produzione e del-lo scambio e si svolgeva ogni attività ammi-nistrativa, sotto la direzione di un capo uni-co, di regola fornito di immunità tributaria egiurisdizionale. � Propr. “corte”, dal lat.class. cohors ‘corte, recinto per il bestiame’.

custos ➪ TESTO.

damnatio memoriae (dam.nà.tio me.mò.

riae /–tsjo… –rje/) loc. lat., in it. s.f. 1. “Con-danna della memoria, cancellazione del ri-cordo”: nella Roma antica, gravissima con-danna postuma, per effetto della quale veni-va cancellato o distrutto ogni ricordo delpersonaggio che ne fosse stato colpito. 2.Oggi l’espressione viene usata a propositodella revisione totale di avvenimenti del pas-sato o della cancellazione del ricordo di per-sonaggi un tempo famosi.

de cuius (dé cù.ius) loc. lat., in it. s.m. e f. ~Nella successione, il defunto proprietariodei beni costituenti il patrimonio ereditario.� Prime parole della loc. de cuius hereditateagitur ‘della cui eredità si tratta’.

de facto (dé fàc.to) loc. lat., in it. loc. avv. 1.“Di fatto, effettivamente”: espressione dellinguaggio giuridico che, accoppiata allaloc. de iure (“di diritto”) o a questa contrap-posta, indica una situazione “di fatto”, nonriconosciuta nell’ordinamento giuridico •

Nel diritto internazionale, la locuzione vieneusata a proposito del riconoscimento di unostato o di un governo che non ha ricevutouna sanzione ufficiale. 2. generic. Nel lin-guaggio comune, ‘nella realtà, in pratica’: defacto chi comanda è lei.

defensor civitatis (de.fèn.sor ci.vi.tà.tis)

loc. lat., in it. s.m. 1. “Difensore della città”:titolo di un magistrato cittadino che, a par-tire dalla seconda metà del secolo IV d.C.,era incaricato di salvaguardare i diritti dellaplebe nei centri urbani. 2. Durante la se-conda guerra mondiale, appellativo dato alpapa Pio XII per l’opera svolta per evitare al-la città di Roma le distruzioni della guerra.

defensor Ecclesiae (de.fèn.sor Ec.clè.siae/–zje/) loc. lat., in it. s.m. ~ “Difensore dellaChiesa”: nel Medioevo, il funzionario laicocui la Chiesa affidava la tutela dei suoi benie dei suoi diritti secolari.

defensor vinculi (de.fèn.sor vìn.cu.li) loc.lat., in it. s.m. ~ “Difensore del vincolo”: spe-ciale organo della giurisdizione ecclesiasticacui è demandato il compito della difesa delvincolo nelle cause matrimoniali.

deficit (dè.fi.cit) terza pers. sing. del pres.ind. del verbo lat. deficëre (‘mancare’), in it.s.m. ➪ TESTO.

de gustibus non est disputandum (dégù.sti.bus nòn èst di.spu.tàn.dum) loc. lat. ~“Sui gusti non si discute”: adagio del latinomedievale usato, spesso ellitticamente, co-me riflessione sulla incontestabile varietàdelle preferenze o dei giudizi degli uomini,oppure come ironico commento alla stra-nezza di certe scelte o decisioni.

de hoc satis (dé hoc sà.tis /�ɔk/) loc. lat., init. loc. avv. ~ “Basta di ciò”: locuzione usatacome riflessione sul fatto che la discussioneo l’argomento sono esauriti e come invito apassare ad altro.

de iure (dé iù.re) loc. lat., in it. loc. avv. 1.“Di diritto”: espressione del linguaggio giu-

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ridico che, accoppiata alla loc. de facto (“difatto”) o a questa contrapposta, indica pienacorrispondenza all’ordinamento giuridico •

Nel diritto internazionale, la locuzione vieneusata a proposito di uno stato o di un go-verno riconosciuto in modo pieno e definiti-vo. 2. generic. Nel linguaggio comune, ‘didiritto, legalmente’.

de iure condendo (dé iù.re con.dèn.do) loc.lat., in it. loc. avv. ~ “Quanto al diritto costi-tuendo”: nel linguaggio giuridico, espressio-ne (usata in contrapposizione a de iure con-dito) che indica un progetto o un’attesa diriforma della legge o delle norme vigenti.

de iure condito (dé iù.re còn.di.to) loc. lat.,in it. loc. avv. ~ “Quanto al diritto costitui-to”: nel linguaggio giuridico, espressione(usata in contrapposizione a de iure conden-do) che indica lo stato delle norme vigenti inuna determinata questione o materia.

de lana caprina (dé là.na ca.prì.na) loc. lat.,in it. loc. avv. ~ “Sulla lana delle capre”: lafrase latina, che risale a un verso di Orazio(Epistole 1.18.15), viene usata a proposito didiscussioni su questioni futili o di argomen-tazioni capziose (più comune la traduzioneitaliana: questioni di lana caprina).

deleatur (de.le.à.tur) terza pers. sing. del pres.cong. del verbo lat. delere (‘cancellare’), in it.s.m. ~ “Sia cancellato, distrutto”: annotazio-ne usata un tempo tra le abbreviazioni tipo-grafiche per indicare che una o più paroleandavano cancellate.

delenda Carthago (de.lèn.da Car.thà.go/–t�a–/) loc. lat. ~ “Cartagine deve essere di-strutta”: era la frase con la quale, secondogli storici romani, Catone il Censore, acerri-mo nemico di Cartagine, usava concludere isuoi interventi in Senato.

delirium cordis (de.lì.rium còr.dis) loc. lat.scient., in it. s.m. ~ “Delirio del cuore”: nellinguaggio medico, la perdita completa delritmo delle pulsazioni cardiache.

delirium tremens ➪ TESTO.deminutio capitis (de.mi.nù.tio cà.pi.tis

/–tsjo/) loc. lat., in it. s.f. ~ “Diminuzione del-la persona”: vedi CAPITIS DEMINUTIO.

denotatum (de.no.tà.tum) s.neutro lat., in it.s.m. ~ In linguistica, l’oggetto a cui si riferi-sce un segno, per lo più convenzionale; equi-vale di solito a referente (vedi REFERENTE2). �Propr. neutro sost. di denotatus, p. pass. didenotare ‘segnare, distinguere’.

Deo gratias ➪ TESTO.de plano (dé plà.no) loc. lat., in it. loc. avv. ~

Nel linguaggio giuridico, in modo amiche-vole, extragiudizialmente. � Propr. “in luo-go piano”, cioè fuori del tribunale, che era ilpalco elevato del tribuno.

de profundis ➪ TESTO.de relato (dé re.là.to) loc. lat., in it. loc. avv.1. “Riferito da altri”: espressione del lin-guaggio giuridico usata a proposito della te-stimonianza indiretta. 2. estens. Nel lin-guaggio corrente, a proposito di notizie oinformazioni di seconda mano.

desiderata ➪ TESTO.designatum (de.si.gnà.tum) s.neutro lat., in

it. s.m. ~ Lo stesso che denotatum. � Propr.neutro sost. di designatus, p. pass. di desi-gnare ‘designare’.

deus ex machina ➪ TESTO.de visu ➪ TESTO.Dies irae (Dì.es ì.rae /–re/) loc. lat., in it. s.m.1. La sequenza della liturgia dei defunti, at-

tribuita a Tommaso da Celano (1190 ca.–1260 ca.), che descrive il giorno del giudiziouniversale. 2. Nel linguaggio comune, resadei conti: verrà anche per te il D. i.; cantare ilD. i. (a una persona o a una cosa), conside-rarla già morta o perduta; parere un D. i.,avere un aspetto cadaverico o anche appari-re in volto fortemente alterato e acceso persdegno o furore. � Propr. “il giorno dell’ira”.

Diluvium ➪ TESTO.dietim (di.è.tim) avv., lat. mediev. 1. avv.

Giorno per giorno; tuttora in uso nel lin-guaggio notarile. 2. Come s.m., nel linguag-gio bancario e di Borsa, l’ammontare degliinteressi maturati giorno per giorno dalladata d’inizio del godimento. � Der. di dies‘giorno’.

discessit (dis.cès.sit) terza pers. sing. delperfetto del verbo lat. discedëre (‘andarse-ne’), in it. s.m. ~ Passaporto ecclesiastico ri-lasciato dal vescovo a un sacerdote dellapropria diocesi peché venga accolto provvi-soriamente in un’altra diocesi: concedere ildiscessit. � Propr. “è partito”.

dispositio (di.spo.sì.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~“Disposizione”: nella retorica classica, la se-conda delle cinque grandi partizioni dell’ar-te retorica (insieme a inventio, elocutio, me-moria e actio): riguardava essenzialmentel’ordine in cui vengono presentati gli argo-menti e i temi del discorso.

disputatio (di.spu.tà.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~“Disputa”: esercitazione accademica di filo-sofia scolastica, tipica delle università me-dievali, consistente nella discussione tramaestri, o tra maestri e allievi, su un datotema.

divide et impera (dì.vi.de ét ìm.pe.ra) loc.lat., in it. s.m. ~ “Dividi e domina”: la riva-lità dei popoli soggetti giova a chi vuol do-minarli, cioè chi vuole comandare deve met-tere gli altri in discordia tra loro; il motto(tradizionalmente attribuito a Filippo il Ma-cedone, anche se è più probabile la sua ori-gine latina) viene ripetuto spec. con allusio-ne ai metodi politici seguiti dalla casa d’Au-stria nel sec. XIX.

docet (dò.cet) terza pers. sing. del pres. ind.del verbo lat. docere (‘insegnare’) ~ “Inse-gna”: la parola è tratta dalla divisa medieva-le della città di Bologna (Bononia docet),con la quale essa rivendicava il primato diantichità della propria università tra le cittàitaliane; oggi, nel linguaggio corrente, il ter-mine viene accostato a nomi di personaggiche, con la loro attività o semplicemente conla loro notorietà, conferiscono prestigio ovalore di esempio a comportamenti o fatti odiscorsi: Stevenson docet: l’arte dello scrivereè omettere, omettere, omettere.

dominus (dò.mi.nus) s.m., lat. ~ “Padrone,signore assoluto; proprietario”; il terminelatino viene oggi usato, spesso polemica-mente, a proposito di chi detiene un’autoritàassoluta in un determinato ambito: il domi-nus di Cosa nostra.

do ut des (dò ut dès) loc. lat., in it. s.m. 1.Nel diritto romano, locuzione con la quale siindica il tipo di contratto che si configuraquando la prestazione già eseguita e quellache si aspetta in cambio consistono nel tra-sferimento di proprietà di qualcosa. 2.Concessione di un favore accompagnatadalla previsione o dalla pretesa di un con-traccambio. � Propr. “do perché tu dia”.

dramatis personae (drà.ma.tis per.sò.nae/–ne/) loc. lat., in it. s.f.pl. 1. “I personaggidel dramma”: didascalia che precedeva, nel-le antiche edizioni di opere drammatiche,l’elenco dei personaggi. 2. fig. I protagoni-sti di un avvenimento singolare.

ductus (dùc.tus) s.m., lat. 1. In paleografia,il modo secondo cui si viene configurandola scrittura, spec. in relazione con lo stru-mento impiegato e l’inclinazione del fogliorispetto a chi scrive. 2. Nella terminologiamedica latina, corrisponde a dotto1 ➪ TE-STO. � Propr. “tratto”.

dulcis in fundo ➪ TESTO.dura lex sed lex (dù.ra lèx sèd lèx) loc. lat.

~ “Dura è la legge, ma è la legge”: massimadel latino medievale con cui viene perento-riamente affermata la necessità morale disottostare a una legge, anche se severa, af-finché sia garantito il bene comune.

ecce homo ➪ TESTO.editio maior (e.dì.tio mà.ior /–tsjo/) loc. lat.,

in it. s.f. ~ “Edizione maggiore”: nel lin-guaggio filologico, edizione di un testo piùampia rispetto a un’altra (editio minor), oprovvista, rispetto a questa, di un apparatocritico.

editio minor (e.dì.tio mì.nor /–tsjo/) loc. lat.,in it. s.f. ~ “Edizione minore”: nel linguaggiofilologico, edizione di un testo meno ampiarispetto a un’altra (editio maior), o priva, ri-spetto a questa, di apparati o note.

editio princeps (e.dì.tio prìn.ceps /–tsjo/)loc. lat., in it. s.f. ~ “Prima edizione”: nel lin-guaggio filologico, la prima edizione diun’opera e, in particolare, di un classico oun testo medievale stampato nel secolo XVo nella prima metà del XVI.

ego ➪ TESTO.elocutio (e.lo.cù.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~ “Elo-

cuzione, espressione”: nella retorica classi-ca, la terza parte dell’arte retorica (insieme ainventio, dispositio, memoria e actio), cioè lascelta e la combinazione accorta delle paro-le che formano il discorso.

emendatio (e.men.dà.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~In filologia, correzione congetturale di untesto, apportata dove la tradizione non ap-pare accettabile. � Der. di emendare ‘libera-re da imperfezioni o difetti’.

erga omnes ➪ TESTO.errare humanum est (er.rà.re hu.mà.num

èst /u–/) loc. lat. ~ “Sbagliare è umano”:adagio scolastico che continua perseverareautem diabolicum (“ma ostinarsi nell’erroreè diabolico”).

errata corrige ➪ TESTO.essentialia delicti (es.sen.tià.lia de.lìc.ti

/–tsj�a–/) loc. lat., in it. s.m.pl. ~ “Elementi es-senziali del delitto”: nel linguaggio giuridi-co, gli elementi la cui presenza è indispen-sabile per la sussistenza del reato.

est (èst) terza persona sing. del pres. ind. delverbo lat. esse (‘essere’) ~ Forma verbale cor-rispondente all’it. è, oggi usata nei telegram-mi per distinguerla dalla cong. e.

est est est (èst èst èst) loc. lat., in it. s.m. ~Vino bianco di Montefiascone (presso il lagodi Bolsena), di color giallo paglierino, quasiasciutto, lievemente aromatico; secondo latradizione il nome deriva dal triplice segno(est est est, appunto, cioè “c’è, c’è, c’è”) che,per sottolinearne la squisitezza, avrebbe

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tracciato, sulla porta della cantina di un’o-steria, un domestico del vescovo tedescoGiovanni Fugger (XII sec.), grande amatoredei vini italiani.

est modus in rebus (èst mò.dus in rè.bus)

loc. lat. ~ “C’è una misura nelle cose”: for-mula, risalente ad Orazio (Satire 1.1.106)ma già ricorrente nella cultura classica gre-ca e latina, che invita alla moderazione eall’equilibrio.

et ➪ TESTO.et cetera (ét cè.te.ra) loc. lat., in it. loc. avv.

~ “E le (cose) rimanenti”: locuzione usataspesso (anche abbreviata in etc.) in luogodella forma italianizzata eccetera (➪ TESTO).

et similia (ét si.mì.lia) loc. lat., in it. loc. avv.~ “E (cose) simili”: locuzione usata spessoin luogo della forma italianizzata, spec. allafine di enumerazioni per indicare un generi-co rapporto di affinità.

et ultra (ét ùl.tra) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Eanche di più, e ancora più a lungo”: espres-sione enfatica talvolta usata per indicareuna promessa che eccede la misura: ti sarògrato in eterno et ultra.

ex ➪ TESTO.ex abrupto (èx ab.rùp.to) loc. lat., in it. loc.

avv. ~ “All’improvviso”; spec. a proposito didiscorsi o allocuzioni iniziati all’improvviso,senza preamboli.

ex actis (èx àc.tis) loc. lat., in it. loc. avv. ~“Dagli atti”; espressione del linguaggio giu-ridico che significa “sulla scorta degli atti dicui si dispone”.

ex adverso (èx ad.vèr.so) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “Dalla parte avversa”; epressione dellinguaggio giuridico che significa “prove-niente dalla parte avversa”.

ex aequo ➪ TESTO.ex ante (èx àn.te) loc. lat., in it. loc. avv. e

attr. ~ “In un momento anteriore”: primadella scadenza convenuta o del maturare diun evento (spec. nel linguaggio economico).

ex cathedra ➪ TESTO.excerpta (ex.cèrp.ta) s.neutro pl. lat., in it.

s.m.pl. ~ “Cose scelte, estratti”: passi sceltidi una o più opere di un autore, pubblicaticome testo autonomo.

ex consuetudine (èx con.sue.tù.di.ne) loc.lat., in it. loc. avv. ~ “Secondo la consuetu-dine”; epressione del linguaggio giuridico.

ex contrario (èx con.trà.rio) loc. lat., in it.loc. avv. ~ “Al contrario, invece”; espressio-ne del linguaggio giuridico e filosofico.

excursus ➪ TESTO.excusatio non petita, accusatio manife-

sta (ex.cu.sà.tio nòn pe.tì.ta ac.cu.sà.tioma.ni. fè.sta /–tsjo… –tsjo/) loc. lat. ~ “Scusanon richiesta, accusa manifesta”: notissimoadagio di origine medievale, usato anche nellinguaggio corrente a proposito di precisa-zioni attribuibili a cautela eccessiva o so-spetta.

ex dono (èx dò.no) loc. lat., in it. loc. attr. 1.“Proveniente da un dono, regalato”: è la di-citura che nei musei o nelle biblioteche ve-niva apposta, seguita dal nome del donato-re, sull’oggetto (opera d’arte o libro) che erastato donato. 2. Nel linguaggio correnteviene usato (come s.m.) spec. per indicareconcretamente il cartellino che reca tale di-citura.

exempli causa (ex.èm.pli cà.u.sa /e�z�εm–/)loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Per esempio” (me-no com. di exempli gratia).

exempli gratia (ex.èm.pli grà.tia /e�z�εmpli�r�atsja/) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Per esem-pio” (più com. di exempli causa).

exemplum fictum (ex.èm.plum fìc.tum /e�-z�εm–/) loc. lat., in it. s.m. 1. “Esempio im-maginario”: ipotesi addotta a sostegno diuna tesi, secondo la prassi dei retori antichi.2. generic. Esempio inventato per renderepiù chiara una esposizione.

exequatur (e.xe.quà.tur) terza pers. sing. delpres. cong. del verbo latino exëqui, in it. s.m.1. In diritto, formula imperativa per espri-mere concessione, convalida, autorizzazione• part. Il riconoscimento, da parte della ma-gistratura italiana, dell’efficacia di una sen-tenza civile straniera. 2. In diritto am-ministrativo, il visto di esecutività appostoda un’autorità superiore ai provvedimenti diun’autorità gerarchicamente inferiore. 3.Nel diritto internazionale, l’atto con il qualeuno stato riconosce la nomina di un consolestraniero nel proprio territorio. 4. Visto diapprovazione dello stato italiano, prima deiPatti Lateranensi necessario alla validità edefficacia di un decreto della S. Sede. �Propr. “abbia corso”.

exit (è.xit /�ε�zit) terza pers. sing. del pres. in-dic. del verbo latino exire ~ Didascalia sce-nica (usata sino al XVII secolo, ripresa tal-volta anche da autori moderni come D’An-nunzio): indicava l’uscita di scena di un per-sonaggio in una rappresentazione teatrale.

ex lege (èx lè.ge) loc. lat., in it. loc. avv. ~“Per la legge, secondo la legge, a norma dilegge”: espressione del linguaggio giuridico.

ex libris ➪ TESTO.ex novo ➪ TESTO.ex officio (èx of.fì.cio) loc. lat., in it. loc. avv.

~ “D’ufficio”; espressione del linguaggio giu-ridico usata a proposito di qualcosa che vie-ne fatto (o che si compie) in tacito e rutina-rio accordo con una prassi amministrativa.

explicit (èx.pli.cit) terza pers. sing. del pres.ind. (nella forma tarda) del verbo lat. expli-care (‘terminare’), in it. s.m. ➪ TESTO.

ex post (èx pòst) loc. lat., in it. loc. avv. e at-tr. ~ “In un momento posteriore”: relativa-mente a quanto ormai stabilito o maturato(spec. nel linguaggio economico): risparmioex post, prezzo ex post.

ex professo (èx pro.fès.so) loc. lat., in it.loc. avv. 1. “Di proposito, volutamente”:parlare ex p. 2. estens. Con autorevole com-piutezza: trattare ex p. un argomento. �Comp. di ex e l’ablativo di professus ‘noto,pubblico’, p. pass. di profiteri ‘professare’.

extra (èx.tra) prep. lat., in it. agg. e s.m. ➪TESTO.

extra moenia ➪ TESTO.extrema ratio (ex.trè.ma rà.tio /–tsjo/) loc.

lat., in it. s.f. ~ “Ultimo argomento”: lo stes-so che ultima ratio (vedi la voce).

exultet (e.xùl.tet /e�z�ul–/) terza pers. sing.del pres. cong. del verbo lat. exultare (‘esul-tare’), in it. s.m. 1. “Esulti”: l’inno liturgicoche si canta alla benedizione del cero pa-squale durante la veglia del sabato santo(inno che comincia con le parole exultet iamangelica turba caelorum = “esulti già l’ange-lica turba dei cieli”) • Il termine viene usa-to anche per indicare i rotoli pergamenaceicontenenti questo inno, spesso riccamenteillustrati; loro particolarità è che le raffigu-razioni sono capovolte in modo da essere vi-ste correttamente dai fedeli quando il rotolo

viene svolto e lasciato pendere dal pulpito.2. Nel linguaggio corrente, la parola vieneusata per indicare genericamente un’espres-sione di giubilo, spec. collettivo, dunque uncoro di consensi (con un sign. estensivo si-mile a quello di osanna).

ex voto ➪ TESTO.

fabula (fà.bu.la) s.f., lat. 1. Nella filologiaclassica, ogni tipo di racconto o di rappre-sentazione (miti, leggende, romanzi, testiscenici comici o drammatici): f. milesia, f.palliata • F. saltica, pantomima a ballo. 2.Nella moderna critica letteraria, l’insiemedegli elementi che costituiscono il contenu-to narrativo di un’opera (contrapposto al-l’intreccio, che individua la concreta struttu-ra narrativa). 3. generic. Vicenda, narrazio-ne, racconto. 4. In frasi proverbiali: lupusin fabula, acta est fabula, vedi le voci. � Der.di fari ‘parlare’; propr. “favola, racconto.

facies ➪ TESTO.fama volat (fà.ma vò.lat) loc. lat., in it. loc.

avv. ~ ”La fama vola”; l’espressione fa riferi-mento alla tradizionale raffigurazione dellafama come essere alato, immagine che vuo-le sottolineare la velocità con cui le notizie sidiffondono (cfr. per esempio Virgilio, Eneide3.121); il modo di dire è tuttora vivo nel lin-guaggio corrente, spesso con una sfumaturanegativa per sottolineare la repentina e in-contenibile diffusione delle voci, spec. se sitratta di pettegolezzi o di indiscrezioni.

fas (fas) s.neutro lat., in it. s.m. 1. Presso iRomani, ‘norma di carattere religioso’ (con-trapposto a ius, la ‘norma giuridica’). 2.lett. Per fas et nefas, ‘a diritto o a torto’. �Propr. “legge divina”; prob. dalla radice difari ‘parlare’.

favor (fà.vor) s.m., lat. ~ “Favore”: terminefrequente in alcune locuzioni latine del lin-guaggio giuridico nelle quali indica o defini-sce una situazione riconosciuta di vantaggio(per es. favor debitoris, favor legitimitatis, fa-vor libertatis, ecc.).

felix culpa (fè.lix cùl.pa) loc. lat., in it. s.f. ~“Fortunato errore”: a proposito di un beneindirettamente prodotto da un male; l’e-spressione (nella sua formulazione comple-ta) secondo i padri della Chiesa allude alpeccato originale che è stato riscattato dalsacrificio di Cristo, evento di gran lunga piùimportante e significativo per l’umanità delmale che l’ha reso necessario.

fellatio (fel.là.tio /–tsjo/) s.f., lat. ➪ TESTO al-la voce fellazione.

festina lente (fè.sti.na lèn.te /–tsjo/) loc. lat.~ “Affrettati con lentezza”: espressione ossi-morica attribuita, dallo storico Svetonio,all’imperatore Augusto, che con queste pa-role invitava i suoi comandanti a muoversivelocemente ma con circospezione.

fiat ➪ TESTO.fiat lux (fì.at lux) loc. lat. ~ “La luce sia”: so-

no le parole della Bibbia (Genesi 1.3) con lequali ha inizio il racconto della creazione:subito dopo il cielo e la terra, Dio creò la lu-ce; l’espressione compare spesso ancora og-gi, usata, spec. nel linguaggio giornalistico,in banali giochi di parole relativi all’indu-stria automobilistica torinese della FIAT ealle sue vicende.

ficta confessio (fìc.ta con.fès.sio) loc. lat.,in it. s.f. ~ “Confessione fittizia”: espressio-

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ne del linguaggio giuridico che definiscequel particolare tipo di confessione che siconsidera resa quando la parte da interroga-re non compare davanti al giudice (o co-munque si rifiuta di rispondere); in questocaso vengono dal giudice ritenuti come am-messi i fatti dedotti nell’interrogatorio.

fictio iuris (fìc.tio iù.ris /–tsjo/) loc. lat., in it.s.f. ~ “Finzione del diritto”: espediente giu-ridico per cui una norma viene applicata aun caso diverso da quello per cui era stataemanata.

finis (fì.nis) s.m., lat. ~ “Fine”: voce con cui ibidelli nelle scuole annunciavano lo scaderedel tempo destinato alle lezioni.

finis coronat opus (fì.nis co.rò.nat ò.pus)

loc. lat. ~ “La fine corona l’opera; il risulta-to è il coronamento dell’opera”: il motto, diorigine medievale, viene a volte ancor oggiusato per significare che il miglior corona-mento di un’opera è il portarla a conclusio-ne e, di conseguenza, che essa va giudicatasolo alla fine.

finis Poloniae (fì.nis Po.lò.niae /–nje/) loc.lat., in it. s.f. o s.m. 1. “La fine della Polo-nia”: è l’esclamazione attribuita al coman-dante polacco Tadeusz Kosciuszko (1746–1817) dopo la sconfitta di Maciejowice(1794), ultimo atto della spartizione dellaPolonia tra Austria, Russia e Prussia, che de-terminò la fine dell’esistenza autonoma del-lo stato (fino al 1918); successivamente, l’e-spressione è stata ripresa a proposito di unodei tanti momenti della travagliata storia diquesto paese, come l’invasione hitleriana del1939. 2. Più generic., nel linguaggio giorna-listico, la locuzione viene usata a propositodi un momento storico contraddistinto dallafine di un’entità statale o dall’esaurimento diun regime o di un modello politico (finis Au-striae, finis Jugoslaviae, finis Italiae).

finis terrae (fì.nis tèr.rae /–re/) loc. lat., in it.s.m. ~ “La fine della terra; il confine delmondo”: l’espressione viene usata a proposi-to di luoghi o territori posti agli estremi li-miti delle terre conosciute; ne rimane trac-cia in alcuni toponimi quali Finistère (dipar-timento francese all’estremità occidentaledella Bretagna) o il Cabo de Finisterre (pro-montorio della costa atlantica spagnola).

flagrante delicto (fla.gràn.te de.lìc.to) loc.lat., in it. loc. avv. ~ “In flagrante delitto”: nellinguaggio giuridico l’espressione viene usa-ta a proposito di chi viene colto nell’atto dicommettere il reato, sul fatto.

flatus vocis (flà.tus vò.cis) loc. lat., in it.s.m. ~ “Emissione di voce”: mera emissionedi voce, senza alcun valore né significato;parola vuota, inutile chiacchiera; l’espres-sione si deve al filosofo e teologo franceseRoscellino da Compiègne (sec. XI), rappre-sentante del nominalismo medievale, per ilquale i concetti universali (secondo la testi-monianza di sant’Anselmo e di Abelardo)non sono altro che un “fiato di voce”, cioèniente più che la loro formulazione verbale.

flavedo (fla.vè.do) s.f., lat. scient. ~ La scor-za esterna, gialla e lucida, della buccia degliagrumi. � Dal lat. flavére ‘esser biondo’.

flos aquae (flòs à.quae /–kwe/) loc. lat.scient., in it. s.m. ~ “Fior d’acqua”: in bota-nica, addensamento di Alghe Cianoficee allasuperficie di laghi e di stagni, dovuto all’im-provvisa straordinaria riproduzione in que-sti organismi.

flos ferri (flòs fèr.ri) loc. lat. scient., in it.s.m. ~ “Fiore di ferro”; minerale: varietà diaragonite concrezionata in forma coralloi-de, di colore bianco rosato.

focus (fò.cus) s.m., lat. scient. ~ In medici-na, focolaio d’infezione preesistente nell’or-ganismo e quasi sempre latente, da cui traeorigine l’infezione secondaria o focale. �Dal lat. focus ‘focolare’ attraverso l’inglese.

foetor hepaticus (foe.tor he.pà.ti.cus /f�εtore–/) loc. lat., in it. s.m. ~ “Fetore epatico”:l’odore sgradevole che emana dalle personeaffette da grave insufficienza epatica.

folium (fò.lium) s.neutro lat. scient., in it.s.m. ~ Impronta fossile di foglia o di epi-dermide, non attribuibile a un determinatogruppo di piante. � Dal lat. class. folium‘foglia’.

forma mentis ➪ TESTO.fortes fortuna adiuvat (fòr.tes for.tù.na àd.

iu.vat) loc. lat. ~ “La fortuna aiuta i forti”:motto proverbiale già in latino sia in questaformula (dalla forte allitterazione fortes–for-tuna) che nel più fortunato adattamento au-daces fortuna adiuvat (vedi la voce).

fortunate senex (for.tu.nà.te sè.nex) loc.lat. ~ “O vecchio fortunato”: è l’esclamazio-ne che il pastore Melibeo rivolge a Titiro nel-la prima egloga di Virgilio (Egloghe 1.46),per commentare il fatto che Titiro conser-verà il suo campo, contrariamente a lui, co-stretto ad andare esule • L’espressione vie-ne a volte ripetuta ancor oggi per esprimere,se così si può dire, sentimenti di affettuosainvidia nei confronti di chi, pur anziano, hapossibilità di godere ancora moralmente efinanziariamente delle gioie della vita.

forum (fò.rum) s.neutro lat., in it. s.m. ➪TESTO.

fractio panis (fràc.tio pà.nis /–ktsjo/) loc.lat. eccl., in it. s.f. ~ “Spezzatura del pane”:il gesto rituale del padre di famiglia chespezza il pane all’inizio del pasto, tipico del-l’agape ebraica e cristiana, che nel NuovoTestamento Gesù compie nell’ultima cenaistituendo l’Eucaristia; quindi, per i cristia-ni, il sacramento dell’Eucaristia.

frangar non flectar (fràn.gar nòn flèc.tar)loc. lat. ~ “Mi spezzerò ma non mi piegherò”:motto gentilizio, ripetuto spesso per sottoli-neare un’irriducibile fermezza o intrasingen-za, a volte assunto come insegna di testategiornalistiche che si propongono come bat-tagliere e ‘tutte d’un pezzo’ o di associazioni(per ese. è il nome di una loggia massonica).

fugit irreparabile tempus (fù.git ir.re.pa.

rà.bi.le tèm.pus) loc. lat. ~ “Fugge irrepara-bile il tempo”: la frase virgiliana (Georgiche3.284), che nasce come un invito a non per-dersi in digressioni, anche se piacevoli,quando un importante impegno ci aspetta, èstata da subito sentita come una riflessionesull’ineluttabile trascorrere del tempo; vieneancor oggi usata, anche banalmente, percommentare la rapidità con cui ci si avvici-na alla vecchiaia o anche, con altro senso,come invito a non perdere tempo • Anchequesta frase, come molte altre legate al tem-po e alla sua veloce corsa, compare comeiscrizione su meridiane e orologi.

fumus (fù-mus) s.m., lat. ~ Fondamento mi-nimo di un’azione giuridica; è la forma con-tratta delle espressioni fumus persecutionise fumus boni iuris (vedi le voci). � Propr.“fumo, sentore”.

fumus boni iuris (fù.mus bò.ni iù.ris) loc.lat., in it. s.m. ~ “Odore, sentore di buon di-ritto”: nel linguaggio giuridico è la “convin-zione della possibilità dell’esistenza di unbuon motivo giuridico” circa l’esito finale diuna causa, e, più genericamente, il probabi-le buon fondamento giuridico di una prete-sa; è uno dei requisiti fondamentali per ot-tenere l’ammissione a determinati benefici(per esempio il patrocinio a spese dello sta-to) o la pronuncia di certi provvedimenti delgiudice (come i provvedimenti cautelari).

fumus persecutionis (fù-mus per.se-cu-

tiò-nis /-tsj�ɔnis/) loc. lat., in it. s.m. ~ “Fumo,sentore di persecuzione”: nel linguaggio giu-ridico è la possibile volontà persecutoria daparte di un organo inquirente.

fundus oculi (fùn.dus ò.cu.li) loc. lat., in it.s.m. ~ “Il fondo dell’occhio”, cioè la retina ela papilla ottica, come si osservano dall’e-sterno con l’oftalmoscopio; è un elementoimportante nella diagnosi di molte malattienon solo oculari, ma anche circolatorie, me-taboliche e cerebrali.

funere mersit acerbo (fù.ne.re mèr.sit a.

cèr.bo) loc. lat. ~ “[Li] immerse in una mor-te prematura”: l’espressione è un emistichiovirgiliano (Eneide 6.428–429, a proposito deifanciulli strappati anzitempo alla vita) e vie-ne usata con valore epigrammatico percommentare la morte di un bambino, invirtù del notissimo sonetto carducciano chereca questo titolo, ispirato alla morte del fi-glioletto Dante.

furor teutonicus (fù.ror teu.tò.ni.cus) loc.lat., in it. s.m. ~ “Furore teutonico”: l’e-spressione è del poeta Lucano (Farsalia1.255–256) ed è attribuita ai soldati di Cesa-re per descrivere i nemici teutoni; la “tede-sca rabbia” è immagine tradizionale in tuttala letteratura italiana, dal Medioevo in poi(cfr. il petrarchesco: Ben provide Natura alnostro stato / quando de l’alpi schermo / posefra noi e la tedesca rabbia).

gaudeamus (gau.de.à.mus) prima pers. pl.del cong. ottativo pres. di gaudere, in it. s.m.~ “Godiamo”: la voce latina, tratta dall’ini-zio di un’antifona delle feste solenni (Gau-deamus omnes in Domino) o dall’inizio di unnotissimo canto goliardico (Gaudeamus igi-tur Iuvenes dum sumus), è usata nel senso di‘godimento spensierato, cuccagna, baldo-ria’: stare in g., è finito il g.; il concetto è quel-lo classico del carpe diem (vedi la voce) e dellaurenziano “quant’è bella giovinezza… chivuol esser lieto sia”.

gaudete (gau.dè.te) seconda pers. pl. del-l’imp. del verbo lat. gaudere, in it. s.m. invar.~ “Rallegratevi”: Domenica del g.: la terzadell’Avvento, dalla prima parola dell’introitodella Messa (cfr. Lettera di S. Paolo ai Filip-pesi: Gaudete in Domino semper…).

genius loci (gè.nius lò.ci) loc. lat., in it. s.m.~ “Genio del luogo”: espressione con cui nelmondo latino si individuava lo spirito pecu-liare di un ambiente o di un luogo, ad essostrettamente legato, usata spesso anche initaliano, sia a proposito di entità astratteche, più concretamente, di persone benidentificate.

gens (gèns) s.f., lat. 1. “Gente, stirpe,schiatta”: nel mondo romano il vocabolo in-dividuava l’insieme dei gruppi famigliari

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che si riconoscevano legati da vincoli di di-scendenza da un comune progenitore. 2.Oggi, nel linguaggio giornalistico, il termineviene usato col significato generico di ‘clan’,‘gruppo’, ‘popolazione’ (la gens televisiva),oppure è legato, polemicamente, al nome diqualche personaggio famoso e potente.

Graecia capta ferum victorem cepit(Grae. cia càp.ta fè.rum vic.tò.rem cè.pit/�r�ε–/) loc. lat. ~ “La Grecia conquistata con-quistò il fiero vincitore”: si tratta di un versodi Orazio (Epistole 2.1.156), ben presto pro-verbiale per commentare il fatto che i Ro-mani, conquistatori con le armi, furono a lo-ro volta ‘vittime’ delle arti e delle scienze del-la Grecia conquistata • Nel linguaggio cor-rente viene talvolta usato (spesso in formaridotta) per commentare, e ribadire, la supe-riorità delle arti liberali o della poesia (o an-che semplicemente dello stile e dell’educa-zione) sulla forza bruta e sulla prepotenza.

Graecum est non legitur (Grae.cum èstnòn lè.gi.tur /�r�ε–/) loc. lat. ~ “È greco, nonsi legge”: assioma medievale che dimostra inquale conto fosse tenuta la lingua greca inOccidente prima dell’Umanesimo; si trattadelle parole che i glossatori ponevano amargine dei codici quando nei brani com-parivano parole o frasi greche • La formulaviene talvolta usata nella lingua corrente aproposito di dichiarazioni (o di dimostra-zioni) di totale e ingiustificata ignoranza.

gutta cavat lapidem (gùt.ta cà.vat là.pi.dem) loc. lat. ~ “La goccia scava la pietra”:frase proverbiale già presso i latini, usata siacome invito a riflettere sugli effetti, special-mente dannosi, che può provocare la ripeti-zione continua di un’azione sia come elogiodella perseveranza in quanto mezzo per ot-tenere qualcosa altrimenti difficilmente rag-giungibile; in italiano vi corrisponde il pro-verbio “a goccia a goccia si incava la pietra”,e anche “chi la dura la vince”.

habeas corpus ➪ TESTO.habemus confitentem reum (ha.bè.mus

con. fi.tèn.tem rè.um /ab�ε–/) loc. lat. 1. “Ab-biamo il reo confesso”: espressione del lin-guaggio giuridico usata per indicare chel’imputato si è riconosciuto colpevole, chene è stata ottenuta la confessione. 2. estens.A proposito di chi ha riconosciuto una pro-pria colpa o si è dichiarato responsabile diqualcosa (anche in contesti scherzosi).

habemus papam (ha.bè.mus pà.pam /ab�ε–/)loc. lat. 1. “Abbiamo il papa”: sono le paro-le finali della formula con cui, terminato ilconclave, si annunzia l’avvenuta elezione diun pontefice: nuntio vobis gaudium ma-gnum: habemus papam (“vi annuncio unagrande gioia: abbiamo il papa”). 2. estens.L’espressione viene usata, spesso in contestischerzosi, per sottolineare con enfasi unanuova nomina o l’assunzione di una dignitào di una carica.

habet (hà.bet /�a–/) terza pers. sing. delpres. ind. del verbo lat. habere (‘avere’) ~Forma verbale corrispondente all’it. ha, og-gi usata nei telegrammi per distinguerladalla prep. a.

habitat (hà.bi.tat /�a–/) terza pers. sing. delpres. ind. del verbo lat. habitare (‘abitare’), init. s.m. ➪ TESTO.

habitus ➪ TESTO.

herpes ➪ TESTO.hiatus ➪ TESTO.hic et nunc (hic ét nunc /�ik/) loc. lat. 1.

“Qui e ora”: subito, immediatamente, su duepiedi (specialmente a proposito di un ordineche deve essere eseguito senza indugio). 2.In vari linguaggi tecnici indica la situazioneo condizione di ‘immediatezza’ propria del-l’attualizzarsi di un fenomeno o di un pro-cesso: per esempio l’hic et nunc del rapportoterapeuta–paziente nella seduta psicoa-nalitica. 3. La locuzione gode di particolarefortuna nel linguaggio giornalistico (anchein traduzione italiana) per sottolineare l’im-mediatezza di un’azione o la rapidità di unadecisione: nell’età dell’ansia tutto è “hic etnunc”, “qui e ora”, con il cronometro tra lemani.

hic Rhodus, hic salta! (hic Rhò.dus, hicsal. ta /�ik r�ɔdus �ik/) loc. lat. ~ “Qui è Rodi, equi salta!”: si tratta della traduzione latina diun’espressione di Esopo che racconta comeun personaggio che si vanta di mirabolantiimprese, e specialmente di un salto da luifatto a Rodi, degno delle Olimpiadi, sia mes-so alle strette dall’interlocutore che seccatoesclama: “qui è Rodi, e qui facci il salto”; l’e-spressione viene ancor oggi usata per mette-re alle strette un millantatore e anche, conun senso impreciso e più generico, per allu-dere alla presenza di una difficoltà e alla ne-cessità di affrontarla.

hic sunt leones (hic sunt le.ò.nes /�ik/) loc.lat. 1. “Qui ci sono i leoni”: legenda che siriscontra nelle antiche carte geografiche del-l’Africa per indicare le regioni non ancoraesplorate del continente e quindi ignote (lastessa scritta si trova su una cartolina italia-na del 1911 per la campagna di Libia). 2.scherz. La locuzione viene usata per allude-re all’incombere di un grave, sia pure im-precisato pericolo, o a difficoltà di orienta-mento oppure, più spesso (fig.), all’ignoran-za, propria o altrui, a proposito di un argo-mento o di un problema.

hippus (hìp-pus /�ip-/) s.m., lat. ~ In medici-na, alternanza ritmica di contrazione e dila-tazione del muscolo della pupilla, osservabi-le talvolta in caso di insufficienza della val-vola aortica. � Dal gr. híppos ‘cavallo’, conriferimento al ritmo di galoppo.

historia magistra vitae (hi.stò.ria ma.gì.stra vì.tae /ist�ɔrja… –te/) loc. lat. ~ “La sto-ria, maestra della vita”; parole ciceroniane(De oratore 2.9) citate per sottolineare il va-lore educativo della storia e l’importanzadello studio degli avvenimenti passati percomprendere il presente.

hoc erat in votis (hòc è.rat in vò.tis /�ɔk/)loc. lat. ~ “Questo era nei miei desideri”: leparole iniziali di una famosa poesia di Ora-zio (Satire 2.6), nella quale il poeta ringraziaMecenate per il dono che gli ha fatto di unpodere nella Sabina, non troppo grande nétroppo ricco, bensì perfettamente risponden-te ai requisiti del “giusto mezzo”, vengonotradizionalmente usate per esprimere l’inti-ma soddisfazione per il concretarsi di un de-siderio lungamente accarezzato, o per com-mentare il fatto che certe cose sono andateproprio come ci si aspettava o ci si augurava.

hoc opus, hic labor (hòc ò.pus hic là.bor/�ɔk… �ik/) loc. lat. ~ “Qui è l’impegno, qui èla fatica”: sono le parole con cui la Sibillacumana mette in guardia Enea circa le diffi-

coltà della risalita dall’Ade rispetto alla di-scesa (Eneide 6.129) e vengono tradizional-mente ripetute per sottolineare le difficoltàdi un’impresa.

homo faber (hò.mo fà.ber /�ɔ–/) loc. lat., init. s.m. ~ “Uomo artefice”: l’uomo comecreatura razionale, che esplica al meglio lesue facoltà intellettive in quanto capace difabbricare strumenti per adeguare e trasfor-mare la realtà secondo le sue esigenze.

homo habilis (hò.mo hà.bi.lis /�ɔmo �a–/)loc. lat., in it. s.m. ~ “Uomo manipolatore”:l’uomo in quanto capace di manipolazionifinalizzate a determinati scopi.

homo homini lupus (hò.mo hò.mi.ni lù.

pus /�ɔmo �ɔ–/) loc. lat. ~ “L’uomo è un luponei confronti dell’altro uomo”: espressioneproverbiale risalente a Plauto (Asinaria495), ripresa nella concezione pessimisticadi Hobbes per sottolineare l’egoismo e lacrudeltà propri della natura umana, e usataancor oggi con tale valore.

homo ludens (hò.mo lù.dens /�ɔ–/) loc. lat.,in it. s.m. ~ “Uomo giocatore”: in antropolo-gia, l’uomo considerato nella sua dimensio-ne di evasione dalla serietà e dalla responsa-bilità della vita, che considera ogni aspettodella realtà secondo una visuale ludica (daltitolo di un’opera dello storico olandeseJohan Huizinga del 1938).

homo novus (hò.mo nò.vus /�ɔ–/) loc. lat., init. s.m. 1. “Uomo nuovo”: presso gli antichiRomani, chi, per primo nella propria fami-glia (senza cioè appartenere alla nobiltà)giungeva alle alte cariche dello stato. 2. Og-gi, persona che abbia raggiunto una notevo-le posizione superando i limiti della propriaclasse sociale.

homo oeconomicus (hò.mo oe.co.nò.mi.cus /�ɔmo e–/) loc. lat., in it. s.m. ~ “Uomoeconomico”: il soggetto astratto dell’attivitàeconomica.

homo proponit sed Deus disponit (hò.

mo pro.pò.nit sèd Dè.us dis.pò.nit /�ɔ–/)loc. lat., in it. s.m. ~ “L’uomo propone maDio dispone”: l’espressione (oggi prover-biale in tutte le lingue europee) in questaformulazione appare nell’Imitazione diCristo di Tommaso di Kempis (1380 ca. –1471); viene correntemente usata per invi-tare a riflettere sul fatto che, dato che èDio a decidere sul destino dell’uomo, a luibisogna affidarsi con fiducia.

homo sapiens ➪ TESTO.homo sum humani nihil a me alienum

puto (hò.mo sum hu.mà.ni nì.hil a mèa.liè.num pù.to /�ɔmo… um�ani n�iil/) loc. lat.1. “Sono un uomo e non considero estraneoa me niente che sia umano”: espressioneproverbiale latina, usata per esprimere la di-sponibilità umana a ogni tipo di esperienzao la spinta verso un atteggiamento di solida-rietà degli uomini tra di loro. 2. Con altrosenso ricorre talvolta per riconoscere, conun misto di umiltà e di autoindulgenza, ladebolezza propria dell’uomo.

homunculus (ho.mùn.cu.lus /o–/) s.m., lat.1. Presunto mostruoso omiciattolo frutto diun procedimento pseudo–chimico indicatoda Paracelso (1493–1541). 2. estens. Crea-tura di proporzioni mostruosamente ridottee deformate. 3. Rappresentazione, secondouna mappa proporzionale, delle varie fun-zioni del cervello umano, part. quelle moto-rie e quelle sensoriali ~ Fallacia dell’h., in fi-

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losofia della mente, ogni teoria che spieghi ifenomeni mentali attribuendoli a una sortadi agente interno le cui proprietà essenzialicoincidono con i fenomeni da spiegare, cherestano così privi di una giustificazione defi-nitiva; a livello euristico, tali tentativi posso-no essere ricondotti all’idea che vi sia un es-sere umano minatiurizzato all’interno dellanostra mente il quale possa interpretare lesue rappresentazioni per conferire loro unsenso: ma una simile ipotesi comporterebbeun regresso all’infinito, perché bisognerebbepostulare un altro essere all’interno del pri-mo e così via. � Der. di homo –inis ‘uomo’;propr. “omiciattolo”.

honoris causa ➪ TESTO.horribile dictu (hor.rì.bi.le dìc.tu /or-/) loc.

lat., in it. loc. avv. ~ “Cosa orribile a dirsi”:locuzione latina usata a proposito di fatti ovicende che destano orrore anche soltanto araccontarle; spesso citata, con valore escla-mativo, anche semplicemente per commen-tare una cosa che non ci soddisfa.

horror vacui (hòr.ror và.cui /�ɔr–/) loc. lat.,in it. s.m. 1. “Terrore del vuoto”: espressio-ne usata nella critica d’arte a proposito diorientamenti pittorici o architettonici chetendono a eliminare ogni spazio vuoto e,quindi, a sovraccaricare l’ornamentazione.2. estens. Terrore del silenzioso, del disa-dorno, dell’imprevisto e incontrollato.

hortus conclusus (hòr.tus con.clù.sus/�ɔr–/) loc. lat., in it. s.m. ~ “Giardino chiu-so”: espressione biblica tratta dal Cantico deicantici (4.12), nel quale è uno degli elogi ri-volti dallo sposo alla sposa, usata talvoltacon affettazione per indicare la gelosa riser-vatezza di cui si circonda un artista o unoscrittore relativamente al proprio lavoro, oanche la chiusura totale di un ambiente neiconfronti di persone desiderose di entrare afarne parte, o ancora, più genericamente, uncircolo chiuso, una cerchia ristretta.

humus ➪ TESTO.hysteron proteron ➪ TESTO.

iactatio capitis (iac.tà.tio cà.pi.tis /–tsjo/)loc. lat., in it. s.f. ~ “Scuotimento del capo”:espressione del latino scientifico usata nellinguaggio medico per indicare il parossisti-co scuotimento del capo tipico dell’epilettico.

ibidem ➪ TESTO.ictus ➪ TESTO.id ➪ TESTO.idem ➪ TESTO.id est ➪ TESTO.idola (ì.do.la) s.neutro pl. lat., in it. s.m.pl. ~

Secondo il filosofo inglese F. Bacone (1561–1626), l’insieme di comuni pregiudizi da cuibisogna liberarsi per intendere la naturanella sua vera e genuina essenza: i. tribus, glierrori propri alla stessa specie (tribù) uma-na; i. specus, dovuti alla conformazione psi-chica e alla natura del singolo individuo pri-gioniero di se stesso (‘spelonca’ a ricordo deiprigionieri della caverna platonica); i. fori,dovuti alle relazioni umane e dunque ai lin-guaggi, acquisiti attraverso l’umano com-mercio (‘foro’ cioè ‘mercato’); i. theatri, do-vuti alla passività nell’accogliere i sistemi fi-losofici che si susseguono sul ‘teatro’ dellavita. � Dal gr. eídóla.

ignorabimus (i.gno.rà.bi.mus) prima pers.pl. del fut. del verbo lat. ignorare (‘ignorare’)

~ “Ignoreremo, non lo sapremo mai”: è laconclusione di un discorso che tenuto a Li-psia dal fisiologo tedesco E. Du Bois–Rey-mond nel 1880. L’aforisma (che completosuona ignoramus et ignorabimus “non sap-piamo e non sapremo”) sintetizza l’atteggia-mento nei confronti di quelli che lo scien-ziato definiva “i misteri della vita, gli enigmidel mondo”: per i problemi fisici, che in unfuturo più o meno prossimo sono suscettibi-li di essere spiegati, dobbiamo pronunciareun ignoramus (non li conosciamo adesso),mentre per i problemi dell’origine della ma-teria, della struttura della realtà, del sorgeredella sensibilità e della coscienza, ora e sem-pre dovremo pronunciare un ignorabimus(non li conosceremo mai) • La frase vieneproverbialmente citata come professione discetticismo nei confronti delle realtà supe-riori (spec. con riferimento alle posizioniproprie del Positivismo).

illico et immediate (ìl.li.co ét im.me.dià.te)

loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Subito (propr. ‘lìsul posto’) e immediatamente”: si usa persottolineare, per lo più scherzosamente, l’e-sigenza che un ordine venga eseguito senzaporre tempo in mezzo.

imago (i.mà.go) s.f., lat. scient. 1. L’ultimostadio della vita postembrionale degli Inset-ti, caratterizzato dalla maturità sessuale edall’attività riproduttiva; corrisponde prati-camente allo stato adulto. 2. Secondo C.G.Jung (1875–1961), immagine idealizzata diun amore infantile, tuttora influente sullapsiche dell’adulto. � Dal lat. class. imago–ïnis ‘immagine’.

immediate (im.me.dià.te) avv., lat. mediev. ~“Immediatamente”, cioè subito dopo o subi-to prima in una successione spaziale o tem-porale; oggi esclusivamente nell’espressioneillico et i. ‘all’istante’ (vedi la voce).

immissio penis (im.mìs.sio pè.nis) loc. lat.,in it. s.f. ~ “Introduzione del pene”; nel lin-guaggio medico–legale l’espressione viene tal-volta preferita alla corrispondente italiana.

impedimentum criminis (im.pe.di.mèn.

tum crì.mi.nis) loc. lat., in it. s.m. ~ “Impe-dimento derivante da un (precedente) delit-to”; nell’ordinamento giuridico italiano èuna delle cause di invalidità del matrimoniocivile (prevista dall’art. 88 del Codice Civile):“non possono contrarre matrimonio tra lorole persone delle quali l’una è stata condan-nata per omicidio consumato o tentato sulconiuge dell’altra”.

impedimentum ligaminis (im.pe.di.mèn.

tum li.gà.mi.nis) loc. lat., in it. s.m. ~ “Im-pedimento derivante da un (precedente) le-game”; nell’ordinamento giuridico italiano èuna delle cause di invalidità del matrimoniocivile (prevista dall’art. 86 del Codice Civile):“non può contrarre matrimonio chi è vinco-lato da un matrimonio precedente”.

imperium (im.pè.rium) s.neutro lat., in it.s.m. 1. L’ambito di potere dei più alti magi-strati romani. 2. estens. Potere esteso, as-soluto ed arbitrario. � Der. di imperare‘comandare’.

implantatio (im.plan.tà.tio /–tsjo/) s.f., lat.moderno ~ “Piantamento”: nella terminolo-gia moderna del diritto romano, il caso diaccessione di mobile a immobile, che si haquando un albero, piantato in suolo altrui,abbia messo radici stabilmente e riceva ali-menti dal nuovo terreno.

imprimatur (im.pri.mà.tur) terza pers. sing.del pres. cong. del verbo lat. imprimëre(‘stampare’), in it. s.m. ➪ TESTO.

in absentia (in ab.sèn.tia /–tsja/) loc. lat., init. loc. avv. ~ “In assenza, in contumacia”;espressione propria del linguaggio giuridi-co, talvolta usata anche in contesti non tec-nici.

in albis (in àl.bis) loc. lat., in it. loc. avv. ~“In [vesti] bianche”: attributo liturgico deigiorni della settimana successiva alla Pa-squa (perché in antico i neofiti battezzati ilsabato santo vestivano di bianco per ottogiorni); domenica in albis, quella successivaalla domenica di Pasqua.

in alto loco ➪ TESTO.in articulo mortis (in ar.tì.cu.lo mòr.tis) loc.

lat. eccl., in it. loc. avv. ~ “Sul punto di mor-te”: dell’assoluzione che il sacerdote puòconcedere al credente che si trovi in immi-nente pericolo di morte, anche riguardo allecensure e scomuniche il cui condono è nor-malmente riservato al vescovo o al pontefice.

inaudita altera parte (in.au.dì.ta àl.te.rapàr. te) loc. lat. eccl., in it. loc. avv. ~ “Senzaaver ascoltato l’altra parte; senza sentire laparte avversa”: espressione del linguaggiogiuridico usata a proposito di quei provvedi-menti del giudice che vengono emessi senzache vi sia in atto fra le parti un procedimen-to di contraddittorio.

in bonis (in bò.nis) loc. lat., in it. loc. avv. ~“In buone condizioni”: nel linguaggiogiuridico–economico, in attivo, in buonecondizioni di solvibilità: essere, tornare inbonis.

in camera caritatis (in cà.me.ra ca.ri.tà.

tis) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Nella cameradella carità”: di comunicazione, rimprovero,avvertimento fatto confidenzialmente all’in-teressato per evitargli una spiacevole pub-blicità.

in cauda venenum (in càu.da ve.nè.num)

loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Nella coda [sta] ilveleno”; a proposito delle difficoltà chegiungono alla fine di un’impresa o di un’o-pera o, più spesso, per indicare la chiusabruciante e ‘velenosa’ di una argomentazio-ne o di un ragionamento.

incipit (ìn.ci.pit) terza pers. sing. del pres.ind. di incipëre (‘cominciare’), in it. s.m. ➪TESTO.

in corpore vili (in còr.po.re vì.li) loc. lat. ~“Su un corpo senza importanza”: l’espres-sione viene usata a proposito di esperienzerischiose, più che altro per chi le subisce, ocon il senso generico di “a titolo di esperi-mento”. Si tratta dell’abbreviazione dell’e-spressione faciamus experimentum in corpo-re vili (“facciamo l’esperienza sopra un cor-po plebeo”) che, secondo la tradizione, sa-rebbe stata pronunciata da un consesso dimedici al capezzale dell’umanista franceseMarc–Antoine Muret (1526–1585), cadutoammalato durante un viaggio in Italia:scambiato per un pezzente, dato che eramalvestito, i medici proposero, in latino, disperimentare su di lui un medicamentonuovo (l’aneddoto prosegue narrando che ilMuret non solo capì, ma replicò e, dal gran-de spavento, guarì anche).

incredibile dictu (in.cre.dì.bi.le dìc.tu) loc.lat., in it. loc. avv. ~ “Cosa incredibile a dir-si”: la locuzione viene usata, parentetica-mente, a proposito di fatti o vicende che de-

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stano meraviglia o incredulità anche solo araccontarle.

in cymbalis (in cym.ba.lis /��im–/) loc. lat.,in it. avv. ~ Espressione biblica (spesso ri-corrente nell’Antico Testamento) con la qua-le il popolo viene invitato ad esprimere lasua lode a Dio col suono dei cembali; asso-ciata a occasioni di gioiosa e scompostaesultanza, viene usata in espressioni scher-zose (spec. negli adattamenti italiani andare,essere in cimbali; avere il capo in cimberli) aproposito di chi si lascia andare a incontrol-late manifestazioni di allegria, soprattuttoper il troppo vino bevuto.

inde irae (ìn.de ì.rae /–re/) loc. lat. ~ “E daciò le ire”: espressione di Giovenale (Satire1.168), usata a proposito di fatti che suscita-no protesta o risentimento.

index (ìn.dex) s.m., lat. ~ “Indice”: ancoraadoperato, spec. in bibliografia, nel senso di‘repertorio analitico’, per indicare un elencoordinato di parole; per esempio nelle espres-sioni index nominum (“indice dei nomi”),index rerum (“indice delle cose”, repertorioanalitico), index verborum (“indice delle pa-role”), index locorum (“indice delle parole ci-tate in un testo”, accompagnate dall’indica-zione del luogo dove compaiono).

in diebus illis (in di.è.bus ìl.lis) loc. lat., init. loc. avv. ~ “In quei giorni”: espressioneevangelica che ricorre più volte nel NuovoTestamento, usata spesso scherz. per indica-re un tempo lontano e definitivamente tra-scorso, circoscritto nel passato.

in diem (in dì.em) loc. lat., in it. loc. avv. ~“A un giorno futuro”: formula giuridica perindicare un giorno futuro previsto ma inde-terminato.

in dubiis abstine (in dù.biis àb.sti.ne) (o indubio abstine) loc. lat. ~ “Nei casi dubbi (onel dubbio) astieniti”: formula tradizionale,di probabile origine medievale, che invita anon prendere decisioni (o a non esprimeregiudizi) nei casi non sufficientemente chiario conosciuti.

in dubio abstine (in dù.bio àb.sti.ne) ~ ve-di IN DUBIIS ABSTINE.

in dubio pro reo (in dù.bio prò rè.o) loc.lat. ~ “Nel dubbio (si deve decidere) a favo-re dell’imputato”: espressione del linguaggiogiuridico (in questa formulazione non atte-stata nel latino classico) che, nel diritto pe-nale, esprime il principio per cui è meglioassolvere il presunto colpevole piuttosto checondannare un eventuale innocente.

in extenso (in ex.tèn.so) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “Per esteso, per intero”, soprattutto aproposito di manoscritti o documenti copia-ti o riprodotti nella loro integrità.

in extremis ➪ TESTO.in fieri ➪ TESTO.infra ➪ TESTO.in hoc signo vinces (in hòc sì.gno vìn.ces

/�ɔk/) loc. lat. 1. “In questo segno vincerai”:sono le parole che secondo la tradizionecomparivano scritte attorno alla croce nelsogno profetico fatto dall’imperatore Co-stantino nel 312, nell’atto di marciare controMassenzio: Costantino fece fabbricare unlabaro che riproduceva l’immagine del so-gno (la croce, in quanto simbolo dei cristia-ni) e sotto questa insegna sbaragliò le arma-te nemiche, numericamente molto più nu-merose delle sue; in seguito si avvicinò alcristianesimo (nel 313 proclamò l’Editto di

Milano che concedeva libertà di culto ai cri-stiani). 2. L’espressione viene ancor oggiusata (spesso in contesti scherzosi) per indi-care un mezzo (o anche un espediente) chedovrebbe permettere di vincere una batta-glia o di superare una difficoltà.

in illo tempore (in ìl.lo tèm.po.re) loc. lat.,in it. loc. avv. ~ “In quel tempo”: l’espressio-ne, frequente nei Vangeli per introdurre di-versi episodi, viene usata nel linguaggio fa-miliare a proposito di un passato remoto oritenuto tale.

in itinere (in i.tì.ne.re) loc. lat., in it. loc. attr.e avv. 1. loc. attr. Nel linguaggio assicurati-vo, di incidente che occorre al lavoratore du-rante il percorso per recarsi sul luogo di la-voro: infortunio in i. 2. loc. attr. e avv. Incorso di svolgimento (spec. di atti ammini-strativi): pratica, ricorso in i. � Propr. “du-rante il viaggio, durante il percorso, il cam-mino”.

in iure cessio (in iù.re cès.sio) ~ vedi CESSIO

IN IURE.in limine (in lì.mi.ne) loc. lat., in it. loc. avv.

~ “Sulla soglia”: l’espressione, che in latinoindica figuratamente il limitare (della vita odella morte), viene usata in italiano con il sign. estensivo e generico di “all’inizio” o “al-l’ultimo momento”.

in loco ➪ TESTO.in medias res (in mè.dias rès) loc. lat., in it.

loc. avv. ~ “Nel mezzo dell’argomento”; l’e-spressione (è una frase oraziana: Ars poeti-ca 147–148) viene usata correntemente nel sign. di ‘al centro della situazione, dell’ar-gomento, dell’interesse’: entrare in mediasres.

in medio stat virtus (in mè.dio stàt vìr.tus)

loc. lat. 1. “In mezzo sta la virtù”: sentenzadella filosofia scolastica medievale che sirifà alla dottrina aristotelica ed esprime l’i-deale (greco prima e poi romano) della mi-sura e dell’equilibrio, sia nei momenti dellescelte che, più genericamente, nelle diversecircostanze della vita. 2. Nel linguaggiocorrente, viene usata come esortazione allamoderazione (spesso sentita anche come in-vito alla mediocrità).

in memoriam ➪ TESTO.in mente Dei (in mèn.te Dèi) loc. lat., in it.

loc. avv. ~ “Nella mente di Dio”; quindi, an-cora da nascere, fuori dai confini del mon-do, escluso da ogni possibile previsione: es-sere, trovarsi ancora in mente Dei.

in nuce ➪ TESTO.in partibus infidelium (in pàr.ti.bus in.fi.

dè.lium) loc. lat., in it. loc. avv. e attr. 1.“Dalle parti, nei luoghi degli infedeli”:espressione di ambito ecclesiastico (anchenella forma abbreviata in partibus), riferitapropriamente a quei vescovi le cui diocesi,di fatto onorifiche, erano situate in regionioccupate dai Turchi. 2. estens. A propositodi generiche zone non cristianizzate, o an-che di persona che opera in territorio nemi-co (sia in senso proprio che fig.).

in pectore ➪ TESTO.in perpetuum (in per.pè.tu.um) loc. lat., in

it. loc. avv. e attr. 1. “Per sempre”: formuladei documenti medievali che attestava la va-lidità perpetua del negozio giuridico. 2.estens. Nel linguaggio corrente, la locuzioneviene talvolta usata a proposito di vincoli olegami o decisioni che si ritengono validi persempre.

in primis ➪ TESTO.in quovis (in quò.vis) loc. lat., in it. loc. avv.

e attr. ~ “In qualsiasi…” (sott. navigio ‘im-barcazione’): clausola di un contratto di as-sicurazione marittima mediante la quale so-no specificati i limiti di tempo ma non il no-me della nave (da rendersi noto tuttavia en-tro cinque giorni dalla partenza della stessa).

in re (in rè) loc. lat., in it. loc. attr. e avv. ~“Nella cosa”: nella filosofia scolastica, for-mula usata per indicare una delle soluzionidel problema degli universali: quella per cuil’universale è ritenuto presente “nelle cose”come essenza (le altre soluzioni sono indi-cate con le formule ante rem e post rem).

in saecula saeculorum (in sae.cu.la sae.

cu.lò.rum /s�εkula se–/) loc. lat., in it. loc.avv. 1. “Per i secoli dei secoli”: formula conla quale si concludono molte dossologie del-la liturgia latina, a ricordare l’eternità dellaTrinità. 2. scherz. A proposito di fatti che siprolungano o si rinviano indefinitivamente.

in situ (in sì.tu) loc. lat., in it. loc. avv. e attr.~ “Sul posto”: meno generico di in loco, po-tendo, per es., riferirsi a precise localizza-zioni anatomiche o geologiche.

instrumentum (in.stru.mèn.tum) s.neutrolat., in it. s.m. ~ “Strumento”: nel linguaggiogiuridico, atto pubblico redatto presso unostudio notarile.

instrumentum regni (in.stru.mèn.tum rè.

gni) loc. lat., in it. s.m. 1. Sussidio o mezzodi potere; l’espressione viene usata a proposi-to della strumentalizzazione della religioneda parte del potere politico. 2. Qualsiasi sus-sidio o mezzo di potere. � Propr. “strumen-to del regno, del governo, del potere”.

insula1 (ìn.su.la) s.f., lat. ~ “Isola”: termineche nella Roma antica designò prima la ca-sa con le adiacenze, e quindi il caseggiatocon fondi e appartamenti d’affitto.

insula2 (ìn.su.la) s.f., lat. scient. 1. “Isola”nel sign. embriologico e anatomico. 2. Areasensoriale della neocorteccia del telencefalo,dove probabilmente terminano le vie gusta-tive. � Dal lat. class. insüla ‘isola’.

in syllabam (in syl.la.bam /s�il–/) loc. lat., init. loc. attr. ~ “In una (sola) sillaba”: di versocatalettico ridotto ad una sola sillaba conictus.

intelligenti pauca (in.tel.li.gèn.ti pàu.ca)

loc. lat. ~ “Per chi capisce, poche parole”:frase proverbiale usata sia per sottolineare ilfatto che a chi vuol capire bastano poche pa-role, sia, con altro senso, come avvertimen-to o minaccia; cfr. anche le locuzioni italia-ne “a buon intenditor poche parole” e “chiha orecchi per intendere intenda”.

inter alios (ìn.ter à.lios) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “Tra gli altri, tra terzi”: nel linguaggiogiuridico, riferito alle parti di un processo.

inter arma silent leges (ìn.ter àr.ma sì.lentlè.ges) loc. lat. ~ “Tra le armi tacciono le leg-gi”; espressione ciceroniana (Pro Milone4.10) che viene usata per sottolineare la va-nità delle leggi in tempo di guerra.

interim (ìn.te.rim) avv., in it. sm. ➪ TESTO.interna corporis acta (in.tèr.na còr.po.ris

àc. ta) loc. lat., in it. s.m.pl. ~ “Atti interni diun organo”: gli atti adottati da un organoistituzionale (ad esempio dalla Camera deideputati, dal Senato o dalla Corte costitu-zionale) per regolare la propria attività in-terna in piena autonomia (come riconoscela Costituzione); equivalgono al regolamen-

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to interno dell’organo (anche sempl. internacorporis).

inter nos (ìn.ter nòs) loc. lat., in it. loc. avv.~ “Fra noi”: per sottolineare il carattere con-fidenziale o segreto di un discorso.

inter pares (ìn.ter pà.res) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “Fra pari, fra soggetti uguali”; espres-sione del linguaggio giuridico.

inter partes (ìn.ter pàr.tes) loc. lat., in it.loc. avv. ~ “Fra le parti”; espressione del lin-guaggio giuridico.

inter pocula (ìn.ter pò.cu.la) loc. lat., in it.loc. attr. ~ “Fra i bicchieri, a tavola”: l’e-spressione, che riprende un verso virgiliano(Georgiche 2.383), viene usata per indicareconversazioni, discorsi, riflessioni fatti inoccasioni conviviali, in clima di allegra cor-dialità.

inter pocula silent negotia (ìn.ter pò.cu.lasì. lent ne.gò.tia /–tsja/) loc. lat. ~ “Fra i bic-chieri tacciono gli affari”: una delle iscrizio-ni bacchiche del famoso “Rathauskeller” diNorimberga, che invita a godersi pienamen-te il convito, lasciando gli affari (e quindi lepreoccupazioni) ad altri momenti.

inter vivos (ìn.ter vì.vos) loc. lat., in it. loc.attr. ~ “Fra vivi”: nel linguaggio giuridico, aproposito di negozi che producono il loro ef-fetto mentre tutti i soggetti interessati sonoancora in vita, con particolare riferimentoalle donazioni inter vivos, cioè alle vere eproprie donazioni, in contrapposizione ailasciti testamentari.

intitulatio (in.ti.tu.là.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~“Intitolazione”: in diplomatica il termine in-dica la formula iniziale di documenti nellaquale sono espressi il nome, i titoli e le qua-lità dell’autore.

in toto ➪ TESTO.intra moenia ➪ TESTO.introibo (in.trò.i.bo) prima pers. sing. del

fut. del verbo lat. introire (‘entrare’), in it.s.m. invar. 1. “Entrerò”; è la parola con cuicomincia il versetto introibo ad altare Dei(“salirò all’altare di Dio”, Salmo 42) che, pri-ma della riforma della liturgia, era recitatodal sacerdote all’inizio della Messa, ai piedidell’altare. 2. In italiano, il termine era usa-to nella locuzione arc. venire all’introibo, fa-re l’introibo (= entrare nel discorso) e com-pare talvolta ancor oggi, spec. nel linguaggioletterario, nel significato figurato di ‘pre-messa’, ‘preliminare’.

introitus (in.trò.i.tus) s.m., lat. scient. ~ Inmedicina, apertura, ingresso verso un cana-le, una cavità, un organo cavo.

inventio (in.vèn.tio /–tsjo/) s.f., lat. 1. Nellaretorica classica è la prima parte dell’arte re-torica (insieme a dispositio, elocutio, memo-ria e actio), relativa alla scelta degli argo-menti e delle argomentazioni • Nel lin-guaggio corrente, il termine viene talvoltausato con un significato vicino a quello di‘idea’, ‘trovata’. 2. Nella filosofia scolastica,il procedimento di scoperta delle idee. 3.Nel diritto romano, l’acquisto di cosa sco-perta, che non faccia parte di un fondo pub-blico o privato (per esempio la scoperta diun tesoro: inventio thesauri). 4. Nel lin-guaggio canonico, il ritrovamento di una re-liquia e la scrittura che ne dà conto. �Propr. “ritrovamento, invenzione”.

in vino veritas (in vì.no vè.ri.tas) loc. lat. ~“Nel vino la verità”: proverbio latino (a suavolta traduzione di una frase greca) usato

spesso ancor oggi per commentare il fattoche l’ebrezza etilica favorisce una sinceritàdi cui, una volta ritornati sobri, spesso ci sipente.

in vitro ➪ TESTO.in vivo (in vì.vo) loc. lat., in it. loc. avv. e attr.1. “Nel vivo”: a proposito di un processobiologico studiato sperimentalmente men-tre si svolge all’interno di un organismo invita, in contrapposizione a quelle compiutesu materiale fissato o conservato. 2. Nellinguaggio corrente si usa talvolta con un si-gnificato paragonabile a quello di ‘dal vivo’,‘dal vero’.

ipse dixit (ì.pse dì.xit) loc. lat., in it. s.m. ~Convalida perentoria (per lo più con intona-zione sarcastica) di un’affermazione me-diante il ricorso al principio di autorità. �Propr. “l’ha detto lui”, trad. lat. della formu-la usata nell’antichità dai seguaci di Pitago-ra con riferimento all’autorità del maestro enel Medioevo con riferimento all’autorità diAristotele.

ipso facto (ì.pso fàc.to) loc. lat., in it. loc.avv. 1. “Sul fatto stesso”: l’espressione vieneusata sia per esprimere urgenza (‘immedia-tamente’, ‘senza por tempo in mezzo’, ‘da unmomento all’altro’), che per significare unnesso causale (‘per il fatto stesso’, ‘conse-guentemente’, ‘automaticamente’). 2. In di-ritto, spec. canonico, indica che il “fatto stes-so” di aver trasgredito una legge fa incorrereautomaticamente nella relativa pena.

ipso iure (ì.pso iù.re) loc. lat., in it. loc. avv.~ “Per il diritto stesso”: in diritto, per solaforza di legge, con riferimento agli effettiche seguono direttamente da una norma dilegge, indipendentemente da qualsiasi altroatto o provvedimento.

item (ì.tem) avv., lat. ~ “Parimenti, altresì”:usato spec. nel linguaggio notarile.

ite missa est (ì.te mìs.sa èst) loc. lat., in it.s.m. ~ “Andate, la Messa è finita”: formuladel congedo solenne della Messa in rito lati-no (alla quale si risponde con le parole Deogratias), adoperata talvolta scherz. per indi-care compimento, conclusione: se Dio vuolesiamo giunti all’ite missa est.

iter (ì.ter) s.m., lat. ➪ TESTO.iunior ➪ TESTO.iurare in verba magistri (iu.rà.re in vèr.ba

ma.gì.stri) loc. lat. ~ “Giurare sulle paroledel maestro”: espressione oraziana (Epistole1.1.14) nella quale il poeta rivendica orgo-gliosamente la propria libertà e la propriaautonomia intellettuale, usata a proposito dichi accetta acriticamente le opinioni di unapersona autorevole o anche, con altro senso,di chi cerca di giustificare la propria inca-pacità dietro un’autorità superiore.

iure (iù.re) avv., lat. ~ “Per forza di legge, didiritto”: espressione del linguaggio giuri-dico.

iure et facto (iù.re ét fàc.to) loc. lat., in it.loc. avv. ~ “Di diritto e di fatto”: espressionedel linguaggio giuridico.

ius (iùs) s.neutro lat., in it. s.m. ~ “Diritto”:presso gli antichi Romani, la norma di carat-tere giuridico (contrapposta a fas, la “normareligiosa”) • Il vocabolo viene usato anche initaliano per indicare il “diritto” (spec. per ac-centuare la solennità di un discorso o di unassunto), o, più spesso, in locuzioni che indi-cano speciali istituti del diritto romano e me-dievale (ius civile, ius gladii, ecc.), oppure in

espressioni scherzose (ius murmurandi, cioèdi commentare sfavorevolmente almeno dinascosto le condizioni imposte da una ditta-tura): vedi le voci seguenti.

ius civile (iùs ci.vì.le) loc. lat., in it. s.m. ~“Diritto civile”: nel diritto romano indica ildiritto del popolo; senza altre specificazioni,si intende del popolo romano.

ius gentium (iùs gèn.tium) loc. lat., in it.s.m. 1. “Diritto delle genti, diritto dei popo-li”: nel diritto romano classico indica il com-plesso delle norme che vengono osservateda tutti i popoli civili (al di fuori di Roma),in quanto nascono dalla ragione naturale.2. Nel linguaggio odierno, il diritto interna-zionale.

ius gladii (iùs glà.dii) loc. lat., in it. s.m. ~“Diritto di spada”: nello stato feudale è il di-ritto riconosciuto al barone di infliggere lapena capitale.

ius loci (iùs lò.ci) (o ius soli) loc. lat., in it.s.m. ~ “Diritto di territorio”; nel diritto mo-derno, la norma per la quale si considera cit-tadino di un certo stato chi nasce sul suoterritorio da genitori ignoti o apolidi (con-trapposto allo ius sanguinis).

ius primae noctis (iùs prì.mae nòc.tis /–me/)loc. lat., in it. s.m. ~ “Diritto della prima not-te”; presunto diritto feudale secondo il qua-le sarebbe spettato al signore di trascorrerecon la moglie del suddito la prima notte dimatrimonio.

ius sanguinis (iùs sàn.gui.nis) loc. lat., init. s.m. ~ “Diritto di sangue”; nel diritto mo-derno, la norma per la quale si considera cit-tadino di un certo stato chi nasce sul suoterritorio ed è figlio di persone che ne han-no già la cittadinanza.

ius soli (iùs sò.li) ~ vedi IUS LOCI.iuventus (iu.vèn.tus) s.f., lat. ~ “Gioventù”:

istituzione romana di carattere sportivo–mi-litare, sorta in epoca repubblicana e riordi-nata da Augusto, che raccoglieva i giovanidai nove ai diciassette anni.

labrum (là.brum) s.neutro lat., in it. s.m. ~ Inarcheologia, termine col quale vengono indi-cate le grandi vasche, spesso marmoree, usa-te come ornamento di giardini e per ablu-zioni dagli antichi Romani, talvolta reimpie-gate nel Medioevo come altari. � Formacontratta di lavabrum, der. di lavare ‘lavare’.

lacrima Christi (là.cri.ma Chrì.sti /kr�i–/) (olacryma Christi) loc. lat., in it. s.f. ~ “La la-crima di Cristo”: nome di un vitigno coltiva-to nella zona di Torre del Greco (presso Na-poli) e del vino che se ne ricava; secondouna leggenda diffusa nel Napoletano, Gesùarrivò in Campania e, trovandola invasa daidiavoli, pianse a calde lacrime: nel luogodove le lacrime avevano toccato il suolo nac-que un vigneto dalla cui uva fu tratto un vi-no prelibato, il “Lacrima Christi”.

lacryma Christi (là.cry.ma Chrì.sti /–krimakr�i–/) ~ vedi LACRIMA CHRISTI.

lacus (là.cus) s.m., lat. ~ “Lago”: nome concui i Romani designavano le cisterne a cieloscoperto, destinate cioè alla raccolta dell’ac-qua piovana.

lapsi (là.psi) agg. e s.m.pl., lat. ~ Designa-zione dei cristiani apostati (“caduti”) duran-te le persecuzioni di Decio e Valeriano (sec.III). � P. pass. di labi ‘scivolare, cadere’.

lapsus ➪ TESTO.

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latinorum ➪ TESTO.lato sensu (là.to sèn.su) loc. lat., in it. loc.

avv. ~ “In senso largo”, cioè nel significatopiù esteso e comprensivo (contrapposto astricto sensu).

laudator temporis acti (lau.dà.tor tèm.po.

ris àc.ti) loc. lat., in it. s.m. ~ “Lodatore deltempo passato”: espressione oraziana (Arspoetica, 173) citata spesso a proposito delconservatorismo dei vecchi o, più generica-mente, riferita a chi rimpiange i tempi pas-sati e vede solo i lati negativi del presente.

lectio (lèc.tio /–tsjo/) s.f., lat. 1. Il commen-to cattedratico agli autori nelle universitàmedioevali e del Rinascimento • L. brevis,ancora oggi, riduzione dell’orario scolastico,in concomitanza con l’inizio di un periododi vacanza. 2. Nella liturgia delle ore, cia-scuno dei passi di letture liturgiche intro-dotti nell’ufficio quotidiano cattolico • Nel-la Messa in latino, il titolo del brano dellaScrittura che viene letto. 3. Nella critica te-stuale, il modo di presentarsi di una parolao di una frase, caratteristico di un codice odi una famiglia di codici: l. facilior, la va-riante più facile perché più spontanea per ilcopista e quindi meno attendibile; l. diffici-lior, la più difficile registrata dai codici e cheha quindi maggiori probabilità di esserequella autentica. � Propr. “scelta; lettura; le-zione”, der. di legëre ‘cogliere, scegliere; leg-gere’.

lectio brevis (lèc.tio brè.vis /–tsjo/) ~ vediLECTIO.

lectio difficilior (lèc.tio dif.fi.cì.lior /–tsjo/)~ vedi LECTIO.

lectio facilior (lèc.tio fa.cì.lior /–tsjo/) ~ vediLECTIO.

legenda ➪ TESTO.legibus solutus (lè.gi.bus so.lù.tus) loc.

lat., in it. loc. attr. e avv. ~ “Libero dalle leggi,sciolto dai vincoli imposti dalle leggi”:espressione, risalente al diritto romano (Ul-piano: princeps a legibus solutus est), per cuiil sovrano non è soggetto alle leggi in quantoegli stesso è fonte di legge; rappresenta unodei fondamenti del potere assoluto del re.

legitima suspicione (le.gì.ti.ma su.spi. ciò.

ne) loc. lat., in it. s.f. ~ “Per un legittimo so-spetto”: espressione dell’abrogato Codice diprocedura penale con cui si indicava unodei casi in cui poteva essere disposta la re-missione del processo penale per il sospettoche l’ambiente locale determinasse qualcheinfluenza sul corso del procedimento e sulladecisione del giudice.

lex (lèx) s.f., lat. ~ “Legge”: con riferimentoagli atti giuridici dell’epoca romana e me-dievale.

lexicon (lè.xi.con) s.neutro lat. moderno, init. s.m. ~ Titolo comune a molti repertori dilingue o civiltà antiche (per es. il Lexicon to-tius latinitatis dell’abate E. Forcellini pub-blicato nel 1771). � Trascr. del gr. leksikón.

libido (li.bì.do) s.f., lat., in it. s.f. ➪ TESTO.lichen (lì.chen) s.m., lat. scient. ~ Dermatosi

caratterizzata da un ispessimento cronicodella pelle con piccole papule violacee espesso pruriginose, paragonate per il loro a-spetto ai licheni; si presenta con papule diforma appiattita e diffuse (l. planus) oppuredisposte in strie lineari (l. striatus). � Dallat. lichen –enis ‘lichene’.

limes (lì.mes) s.m., lat. ~ La linea di fortifi-cazioni che corre lungo i confini continenta-

li dell’Impero Romano in Europa. � Affinea limen –ïnis ‘soglia’.

littera (lìt.te.ra) s.f., lat. 1. “Lettera”: nella fi-lologia medievale, sin. di testo, spec. riguar-do alla tradizione manoscritta del Digesto.2. In paleografia, sin. di scrittura.

livedo (li-vè-do) s.f., lat. scient. ~ Colorazio-ne livida della cute e delle mucose visibili. �Lat. livédo ‘lividura’, der. di livëre ‘essere, di-ventare livido’.

livedo anularis (li.vè.do a.nu.là.ris) loc. lat.scient., in it. s.f. ~ “Lividura anulare”: parti-colare aspetto marezzato della cute per sta-si venosa presente sul seno femminile e su-gli arti inferiori spec. nella stagione fredda.

loco citato (lò.co ci.tà.to) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “Nel passo citato”, espressione comu-nemente usata (spesso nella forma abbre-viata loc. cit. o l.c.) come rimando al passo oalla pagina di un’opera che è stata già citatain precedenza.

locus ➪ TESTO.locus amoenus (lò.cus a.moè.nus /mε–/)

loc. lat., in it. s.m. ~ Antico topos della mi-tologia e della letteratura usato per rappre-sentare una situazione in cui l’uomo, comenell’Eden, è sottratto ai contrasti della storiaed è riconciliato con la natura. � Propr.“luogo ameno”.

longa manus ➪ TESTO.ludus (lù.dus) s.m., lat. (pl. ludi) 1. Nel latino

classico, scherzo, divertimento, spettacolo.2. Nel Medioevo, la sacra rappresentazione inlatino, evoluzione del dramma liturgico.

lupus (lù.pus) s.m. lat. mediev., in it. s.m. ➪TESTO.

lupus in fabula (lù.pus in fà.bu.la) loc. lat.,in it. loc. avv. 1. “Il lupo nella favella”; mo-do di dire proverbiale che si usa ripeterequando si tronca il discorso al sopraggiun-gere di persona di cui si stava parlando (conallusione alla credenza popolare che l’uomo,visto dal lupo, perde la favella). 2. Nel lin-guaggio corrente, l’espressione viene collo-quialmente usata anche rivolta alla personache sopraggiunge per avvertirla che stavamoparlando di lei.

lusus naturae (lù.sus na.tù.rae /–re/) loc.lat., in it. s.m. ~ “Scherzo di natura”: espres-sione con cui i naturalisti del Rinascimentotentarono di definire presunti aspetti o fe-nomeni strani o mostruosi del mondo fisico.

lyceum (ly.cè.um /li–/) s.neutro lat., in it.s.m. ~ Nome assunto come titolo di istitu-zioni o circoli culturali. � Dal gr. Lykeion,località ateniese presso la quale sorgeva iltempio di Apollo Liceo e della scuola dei pe-ripatetici fondata da Aristotele.

lyra mendicorum (ly.ra men.di.cò.rum/l�i–/) loc. lat., in it. s.f. ~ Lo stesso che orga-nistrum (➪ TESTO).

magister (ma.gì.ster) s.m., lat. 1. “Capo, co-mandante”: titolo di funzionari e dignitaridel mondo romano e medievale: m. equitum,incaricato del comando della cavalleria nel-l’antica repubblica romana; m. militum, co-mandante della fanteria dell’esercito romanosotto Costantino; m. officiorum, importantecarica del tardo impero. 2. Nelle universitàmedievali, “maestro”; m. artium, titolo spet-tante al professore delle arti liberali.

magna charta (mà.gna chàr.ta /k�ar–/) loc.lat. mediev., in it. s.f. 1. Il documento fir-

mato dal re d’Inghilterra Giovanni Senzater-ra nel 1215, col quale venivano solennemen-te definiti e confermati i diritti delle variecomponenti della società (feudatari, o baro-ni, Chiesa, Comuni e ‘uomini liberi’) neiconfronti del sovrano e le conseguenti limi-tazioni al potere di quest’ultimo; è conside-rato il prototipo degli atti di garanzia dellelibertà individuali e delle istituzioni politi-che costituzionali moderne • estens. Cartacostituzionale per antonomasia. 2. Nel lin-guaggio corrente, qualsiasi documento nelquale siano stabilite le norme fondamentaliche regolano una comunità, un’istituzione,un gruppo, un’attività sociale, a tutela deidiritti di chi ne fa parte: la magna charta deidiritti degli animali. � Dal titolo del docu-mento, Magna Charta libertatum ‘grandeeditto delle libertà’.

magna cum laude (mà.gna cum làu.de)

loc. lat., in it. loc. attr. e avv. ~ “Con grandelode”: formula accademica con la quale vie-ne conferito un giudizio di merito come par-ticolare forma di elogio aggiunta al votomassimo.

magna pars (mà.gna pàrs) loc. lat. ~ “Granparte”: espressione latina, tratta da Virgilio(Eneide 2.5–6: sono le parole con cui Eneadà inizio alla narrazione della fine diTroia), usata comunemente a proposito dichi ha svolto il ruolo principale nell’attua-zione di un’impresa o nello svolgimento diuna vicenda.

magnificat (ma.gnì.fi.cat) terza pers. sing.del pres. ind. del verbo lat. magnificare(‘esaltare’), in it. s.m. ➪ TESTO.

magnis itineribus (mà.gnis i.ti.nè.ri.bus)

loc. lat., in it. loc. avv. ~ “A grandi tappe, amarce forzate”, a proposito del modo di pro-cedere di truppe che compivano nel corsodella giornata il maggior percorso possibile.

magnitudo (ma.gni.tù.do) s.f. lat. scient., init. s.f. ➪ TESTO.

magnum (mà.gnum) agg. neutro lat., in it.s.m o f. e agg. ➪ TESTO.

maiora premunt (ma.iò.ra prè.munt) loc.lat. ~ “Cose più importanti urgono”: l’e-spressione viene usata come riflessione sulfatto che ci attendono cose più importanti diquelle che stiamo facendo, o anche come in-citamento a lasciar perdere le nostre occu-pazioni per dedicarci a qualcosa di più si-gnificativo.

mala avis (mà.la à.vis) loc. lat. ~ “Uccello dimalaugurio”, a proposito di persona cui siattribuisce nefasto influsso; iettatore.

mala tempora currunt (mà.la tèm.po.racùr. runt) loc. lat. ~ “Corrono tempi cattivi”:adagio del latino medievale usato, con valo-re parentetico, per commentare in senso ne-gativo il periodo che stiamo vivendo.

mali moris (mà-li mò-ris) loc. lat., in it. loc.attr. ~ “Di natura funesta”, espressione dellinguaggio medico riferita ad una situazioneclinica o ad una patologia con esito infausto.

mancipium (man.cì.pium) (o mancupium)s.neutro lat., in it. s.m. ~ Termine che, se-condo l’antico diritto romano, indica sia ildiritto di proprietà su un bene, sia lo schia-vo, sia la condizione giuridica dei liberi sog-getti alla tutela nell’ambito familiare. �Comp. di manus ‘mano’ e tema di capëre‘prendere’.

mancupium (man.cù.pium) ~ vedi MANCI-PIUM.

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mandamenta (man.da.mèn.ta) s.neutro pl.lat., in it. s.m.pl. ~ In diplomatica, le letterepontificie contenenti ordini o disposizioni.� Der. di mandare ‘comandare’.

manu militari ➪ TESTO.manus (mà.nus) s.f., lat. ~ “Mano”: nel di-

ritto romano, la ‘potestà’ del padrone (domi-nus) o del padre (pater familias).

mare magnum ➪ TESTO.mare nostrum (mà.re nò.strum) loc. lat., in

it. s.m. ~ Espressione tradizionalmente usa-ta per definire il Mediterraneo, dai tempi diCesare fino a D’Annunzio. � Comp. di mare‘mare’ e nostrum ‘nostro’.

mathesis universalis (mà.the.sis u.ni.ver.

sà.lis) loc. lat., in it s.f. ~ Espressione dellafilosofia cartesiana e leibniziana, poi ripresanel secolo scorso da E. Husserl (1859-1938),per designare il progetto di una disciplina fi-losofico-matematica generale, dotata di unapparato simbolico-concettuale idoneo arappresentare adeguatamente l’intera realtà.� Propr. “dottrina universale”.

maximum ➪ TESTO.mea culpa ➪ TESTO.medium (mè.dium) agg. neutro lat., in it.

s.m. e f. ➪ TESTO alla voce medium1.melius (est) abundare (quam deficere)

(mè.lius (èst) a.bun.dà.re (quàm de.fì.ce.re))loc. lat. ~ “È meglio abbondare che scarseg-giare”: sentenza latina medievale, di origineignota, usata spesso anche in forma ellittica;compare in contesti in cui si vuole sottoli-neare che nell’incertezza è meglio eccedere(sia in senso concreto che figurato) che ri-sultare troppo scarsi o troppo cauti.

memento (me.mèn.to) imp. fut. del verbolat. meminisse (“ricordare”), in it. s.m. invar.➪ TESTO.

memento mori (me.mèn.to mò.ri) loc. lat.~ “Ricordati che si muore, che si deve mori-re”: motto di origine medievale proprio deifrati trappisti (che devono ripeterselo comesaluto per non dimenticare mai la presenzaincombente della morte), usato anche incontesti non religiosi per invitare a rifletteresulla caducità della vita.

memorabilia (me.mo.ra.bì.lia) s.neutro pl.lat., in it. s.m.pl. ~ “Cose memorabili, degnedi essere ricordate”: eventi degni di memo-ria, successi, reminescenze: memorabilia ci-nematografici, sportivi.

memorandum (me.mo.ràn.dum) dal neu-tro del lat. memorandus ‘che deve essere ri-cordato’, gerundivo di memorare ‘ricordare’,in it. s.m. ➪ TESTO.

memoria (me.mò.ria) s.f., lat. ~ “Memoria”:nella retorica classica, la quarta delle cinquegrandi partizioni dell’arte retorica (insiemea inventio, dispositio, elocutio e actio): ri-guardava essenzialmente la capacità dell’o-ratore di mandare a mente il discorso cheaveva elaborato in vista della recitazione.

mens sana in corpore sano (mèns sà.nain còr.po.re sà.no) loc. lat. ~ “Mente sana inun corpo sano”: sentenza tratta da un versodi Giovenale (Satire 10.356) che sintetizzal’ideale del mondo romano di un equilibriotra le facoltà dell’anima e quelle del corpo,usata correntemente, spec. nella letteraturamedica dall’antichità a oggi, con il significa-to banalizzato che per avere integre le fa-coltà dello spirito non si deve trascurare lacura del fisico.

militaria (mi.li.tà.ria) s.neutro pl. lat., in it.

s.m.pl. ~ “Cose militari”: oggetti riguardan-ti la storia degli eserciti (insegne, uniformi,stampe, ecc.), come materia di collezioni-smo.

minimum ➪ TESTO.minus habens ➪ TESTO.mirabilia (mi.ra.bì.lia) sneutro pl. lat., in it.

s.m. o s.f.pl. ➪ TESTO.miserere (mi.se.rè.re) seconda pers. sing.

dell’imp. del verbo lat. miseréri (‘aver pietà’),in it. s.m. invar. ~ ➪ TESTO.

mixta religio (mìx.ta re.lì.gio) loc. lat., in it.s.f. ~ “Religione mista”: impedimento cano-nico a contrarre matrimonio fra due perso-ne entrambe battezzate, ma una delle qualiappartenente alla confessione cattolica el’altra a una setta eretica e scismatica; è eli-minabile con dispensa pontificia dietro ga-ranzie particolari da parte del coniuge acat-tolico, spec. per quanto riguarda l’educazio-ne religiosa della prole.

modus operandi ➪ TESTO.modus ponens (mò.dus pò.nens) loc. lat.,

in it. s.m. ~ “Modo che afferma”: in logica,regola di inferenza che permette di passaredalla verità di un enunciato ipotetico e delsuo antecedente alla verità del suo conse-guente (ad es.: se è giorno, c’è luce; ma ègiorno; quindi c’è luce).

modus tollens (mò.dus tòl.lens) loc. lat., init. s.m. ~ “Modo che nega”: in logica, regoladi inferenza che permette di passare dallaverità di un enunciato ipotetico e dalla fal-sità del suo conseguente alla falsità del suoantecedente (ad es:. se c’è fuoco, c’è fumo;ma non c’è fuoco; quindi non c’è fumo).

modus vivendi ➪ TESTO.molimen (mo.lì.men) s.neutro lat. (pl. molì-

mina), in it. s.m. ~ “Grande sforzo”: in me-dicina, lo sforzo che si accompagna all’e-spletamento di una funzione fisiologica.

monstrum (mòn.strum) s.neutro lat., in it.s.m. ~ “Mostro, cosa mostruosa”: fenomenoeccezionale, con una valutazione che va dal-lo stupore ammirato all’orrore: il razzismo èun m. potenziale e latente nelle coscienze; m.giuridico.

more maiorum (mò.re ma.iò.rum) loc. lat.,in it. loc. avv. ~ “Secondo il costume degliavi”: espressione usata per sottolineare il va-lore sacro della tradizione o gli usi e costu-mi dei nostri antenati, anche in senso scher-zoso.

more nobilium (mò.re no.bì.lium) loc. lat.,in it. loc. avv. ~ “Secondo la tradizione deinobili”: espressione usata in italiano con rife-rimento alla cerimonia funebre un tempo ri-servata alle famiglie nobili e distinta dal fat-to che la bara era posata direttamente sul pa-vimento della chiesa anziché sul catafalco.

more solito ➪ TESTO.more uxorio ➪ TESTO.mors tua vita mea (mòrs tù.a vì.ta mè.a)

loc. lat. ~ “La tua morte è la mia vita”: sen-tenza proverbiale latina allusiva alla lotta perl’esistenza, nella quale, spesso, ciò che risul-ta di danno a uno va a vantaggio di un altro.

mortis causa (mòr.tis càu.sa) loc. lat., in it.loc. avv. e attr. ~ “Per causa di morte”:espressione del linguaggio giuridico usata aproposito di fatti o situazioni che si verifica-no con la morte: successione m. c.; estinzio-ne di un reato m. c.

multa paucis (mùl.ta pàu.cis) loc. lat., in it.loc. avv. ~ “Molte cose in poche parole”:

espressione sintetica che viene ancor oggiusata per invitare a essere concisi.

mutatis mutandis ➪ TESTO.mutuus dissensus (mù.tu.us dis.sèn.sus)

loc. lat., in it. s.m. ~ “Mutuo dissenso”: neldiritto romano, lo scioglimento, di comuneaccordo, di un contratto consensuale.

narratio (nar.rà.tio /–tsjo/) s.f., lat. 1. L’espo-sizione obiettiva del fatto: una delle parti incui l’antica retorica suddivideva l’orazione:seguiva all’esordio e serviva all’esposizionedel fatto. 2. In diplomatica, formula che de-finisce le circostanze che hanno dato origineal documento. � Calco sul gr. dixgésis.

natura abhorret vacuum (na.tù.ra ab.hòr.

ret và.cu.um /ab�ɔr–/) loc. lat. ~ “La naturaaborre dal vuoto”: formula (che in realtà ri-chiama un concetto già aristotelico) tradi-zionalmente attribuita a Cartesio, che la uti-lizza per spiegare alcuni fenomeni naturali,come l’impossibilità di ottenere il vuoto as-soluto (esiste anche la variante natura ab-horret a vacuo) • Viene talvolta usata insenso scherzoso a proposito di qualcosa chenon sta bene vuoto, come lo ‘stomaco’ o il‘portafoglio’.

naturaliter (na.tu.rà.li.ter) avv., lat. ~ “Natu-ralmente; secondo natura, per propria natu-ra”, usata in luogo del corrispondente italia-no quasi per recuperarne il significato piùetimologico, rispetto al significato più gene-rico di “ovviamente, prevedibilmente”.

natura non facit saltus (na.tù.ra nòn fà.citsàl.tus) loc. lat. ~ “La natura non fa salti,non procede a balzi”: formula di origine sco-lastica, risalente a Linneo nella forma che ri-portiamo, ma già presente in Leibniz peresprimere il concetto che la natura procedeper gradi, senza soluzione di continuità •

La locuzione viene ripresa nella pubblicisti-ca contemporanea anche fuori da contestiscientifici.

ne bis in idem (nè bis in ì.dem) loc. lat., init. loc. avv. 1. “Non (si giudichi) due voltesul medesimo fatto”: principio giuridico chevuole evitare la duplicazione di atti tendential medesimo scopo: per esempio, nel dirittoprocessuale moderno stabilisce che quandoè stata emessa una sentenza definitiva unapersona non può essere nuovamente giudi-cata per lo stesso fatto, e, nel regolamentoparlamentare, che una Camera o una com-missione non possono essere chiamate apronunciarsi due volte sullo stesso argo-mento. 2. Nel linguaggio comune l’espres-sione viene talvolta usata come invito a nonricadere nel medesimo errore, o anche, piùgenericamente, a non ripetersi.

nemo ad impossibilia tenetur (nè.mo adim.pos.si.bì.lia te.nè.tur) loc. lat. 1. “Nessu-no è tenuto (a fare) cose impossibili; nessu-no può essere costretto a cose impossibili”:norma giuridica (attestata anche nella va-riante ad impossibilia nemo tenetur) che pre-scrive che tra i requisiti essenziali del con-tratto vi sia quello della possibilità del suooggetto. 2. La frase, che trova la sua originenel latino volgare (anche se numerose sonole attestazioni di un concetto simile sia nel-la latinità che nella grecità classica), vienetalvolta usata nel linguaggio comune con ilsignificato generico di “non si può pretende-re l’impossibile”.

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nemo propheta in patria (nè.mo pro.phè.

ta in pà.tria /prof�εta/) loc. lat. ~ “Nessuno èprofeta in patria”: espressione evangelica(sono le parole che Gesù pronuncia a Naza-reth per commentare la fredda accoglienzadei suoi conterranei), frequentemente usatanel linguaggio corrente per significare cheraramente si arriva a godere di grande pre-stigio nel luogo dove siamo nati e dove sia-mo conosciuti (un po’ perché sono noti tuttii nostri limiti e difetti e più che altro perchésiamo oggetto di invidia).

ne quid nimis (nè quid nì.mis) loc. lat., init. loc. avv. ~ “Nulla di troppo”: traduzionelatina della frase che gli antichi dicevano es-sere scolpita sul frontone del tempio diApollo a Delfi: si tratta di un chiaro invito al-la moderazione, a non eccedere, a non su-perare i limiti (e in questo senso è talvoltausata ancor oggi).

ne sutor ultra crepidam (nè sù.tor ùl.tracrè.pi.dam) loc. lat. ~ “Che il calzolaio nonsalga oltre la scarpa”: l’espressione latina (lacui esatta formulazione è ne sutor supra cre-pidam iudicaret “che il calzolaio non espri-ma il suo giudizio su ciò che è sopra la scar-pa”) riproduce la frase che la tradizione gre-ca attribuisce al pittore Apelle: il pittore l’a-vrebbe pronunciata rivolgendosi al calzolaioche, dopo aver fatto delle giustificate criti-che sul calzare, pretendeva di esprimere giu-dizi anche sulla muscolatura delle gambedella figura che lui stava dipingendo • Lafrase era proverbiale già nell’antichità perinvitare, piuttosto sprezzantemente, a nonparlare di argomenti che non si conoscono oche comunque non ci competono; con que-sto senso viene ancor oggi a volte usata, perlo più con valore parentetico (cfr. i proverbi“ciabattino, parla sol del suo mestiere”, o ilpiù generico “a ognuno il suo mestiere”).

ne varietur (nè va.riè.tur) loc. lat. 1. “Nonsi modifichi”: espressione usata (per lo piùcon funzione attributiva) per indicare che iltesto di un’edizione è definitivo e quindi nonsuscettibile di modifiche o variazioni. 2.Nel linguaggio diplomatico, a proposito didocumenti internazionali il cui testo va con-siderato come definitivo.

nihil difficile amanti (puto) (nì.hil dif.fì.ci.le a.màn.ti (pù.to) /n�iil/) loc. lat. ~ “(Ri-tengo) che niente sia difficile per chi ama”:espressione ciceroniana (Orator 33) che ri-flette sulla forza dirompente e trionfantedell’amore (inteso in senso lato anche comerapporto di amicizia).

nihil obstat ➪ TESTO.nisi (nì.si) cong. lat., in it. agg. ~ “Se non, a

meno che”: nel diritto anglosassone, di di-vorzio che produce effetti solo dopo sei me-si “a meno che” non compaiano nel frattem-po ragioni in contrario.

nisi caste saltem caute (nì.si cà.ste sàl.tem càu.te) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Se noncastamente, almeno cautamente”: massimalatina medievale che invita ad agire in ma-niera cauta quando proprio non si riesca aevitare di venir meno alla castità • Vienetalvolta usata in senso estensivo per invitarea muoversi con cautela in situazioni che inqualche modo si prestino a destare sospettoo scandalo.

nisi omnes (nì.si òm.nes) loc. lat., in it. loc.attr. ~ “Se non tutti”: nel diritto internazio-nale, della clausola di un accordo plurilate-

rale diretta a stabilire che una determinataconvenzione è applicabile soltanto “se tutti”gli Stati ne sono vincolati.

noli me tangere ➪ TESTO.nomen iuris (nò.men iù.ris) loc. lat., in it.

s.m. 1. “Nome di diritto”: espressione cheesprime un concetto giuridico privo di cor-rispondenza nel mondo della realtà materia-le (per es. azienda o patrimonio in quantoentità riconducibili a unità solo tramite il di-ritto). 2. estens. La definizione giuridica diun istituto.

nomen omen (nò.men ò.men) loc. lat. ~ “Ilnome è un auspicio”: espressione latina cheesprime il concetto del valore augurale cheil nome reca in sé; viene spesso ripetuta,spec. scherz., a proposito di persone (o cose)la cui sorte sembra legata al nome che por-tano.

nomina sunt consequentia rerum (nò.

mi.na sunt con.se.quèn.tia rè.rum /–kw�εntsja/) loc. lat. ~ “I nomi sono conseguenzadelle cose”: espressione derivata da un passodi Giustiniano (e che deve la sua fortuna al-la citazione che ne fa Dante nella Vita Nuo-va: 13.4), usata spesso anche oggi (spec. conintento ironico o scherzoso) per sottolinearecome esista un’intima corrispondenza tra inomi e le cose (o le persone) nominate.

non dolet (nòn dò.let) loc. lat. ~ “Non duo-le, non fa male”: parole attribuite da Plinioil Giovane ad Arria, moglie di Cecina Peto,che, coinvolto nella congiura di Scribonianocontro l’imperatore Claudio, fu invitato auccidersi; secondo il racconto (ripreso an-che da Marziale) l’uomo esitava e la moglie,per spingerlo a compiere coraggiosamente ilgesto finale, si trafisse e, restituendo il pu-gnale al marito, pronunciò la frase “Paete,non dolet!”; le parole vengono talvolta ripe-tute a proposito di un gesto eroico che co-stituisce un esempio e un incoraggiamentoper altri.

nondum matura est; nolo acerbam su-mere (nòn.dum ma.tù.ra èst; nò.lo a.cèr.

bam sù. me.re) loc. lat. ~ “Ancora non è ma-tura; non la voglio cogliere acerba”: espres-sione risalente a una famosissima favola diFedro (4.3.4), quella della volpe e dell’uva: lavolpe non arriva all’uva, che è troppo alta, efinge che non le interessi in quanto ancoranon abbastanza matura per essere colta; lafrase viene usata (per lo più ridotta alle pa-role iniziali) a proposito di chi ostenta di-sprezzo o disinteresse nei confronti di qual-cosa che invece lo interessa molto ma chenon è capace di ottenere.

non expedit (nòn èx.pe.dit) loc. lat., in it.s.m. ~ “Non conviene”: formula di dissua-sione usata dalla Chiesa romana, in relazio-ne alla partecipazione dei cattolici alla vitapolitica dello stato italiano dopo la presa diRoma (1870), e fino ai primi anni del XX se-colo.

non liquet (nòn lì.quet) loc. lat. ~ “Non èchiaro”: formula giudiziaria romana, usataper indicare l’assenza di elementi certi digiudizio; viene ancor oggi talvolta usata aproposito di fatti, situazioni e anche diespressioni poco chiari.

non multa sed multum (nòn mùl.ta sèdmùl.tum) loc. lat. ~ “Non molte cose mamolto bene”: adagio latino che invita ad ap-prendere privilegiando la qualità sulla quan-tità.

non olet (nòn ò.let) ~ vedi PECUNIA NON OLET.non omnia possumus omnes (nòn òm.

nia pòs.su.mus òm.nes) loc. lat. ~ “Non tut-ti possiamo tutto”: espressione virgiliana(Egloghe 8.63), gnomica già nell’antichità,talvolta usata ancor oggi per commentare ilimiti delle possibilità umane.

non omnis moriar (nòn òm.nis mò.riar)

loc. lat. ~ ”Non morirò completamente”:espressione oraziana con cui il poeta con-clude orgogliosamente la sua raccolta diodi; ancor oggi viene usata per rivendicarel’immortalità che l’uomo può conseguire at-traverso la propria opera, spec. artistica.

non plus ultra ➪ TESTO.non possumus (nòn pòs.su.mus) loc. lat.,

in it. loc. avv. e s.m. 1. “Non possiamo”: l’e-spressione è tratta dagli Atti degli apostoli(4.20) e si riferisce al rifiuto da parte degliapostoli Pietro e Giovanni di accogliere l’in-vito di desistere dalla predicazione del Van-gelo rivolto loro dai sacerdoti ebrei • Lafrase è stata frequentemente usata dai papiin risposte date a regnanti per indicare l’im-possibilità di accedere alle loro richieste dideroga a leggi divine o canoniche: così sem-bra rispondesse Clemente VII a Enrico VIIId’Inghilterra circa la sua richiesta di annul-lamento di matrimonio, così rispose Pio IXa Napoleone III a proposito della cessionedella Romagna a Vittorio Emanuele II, e ri-petutamente, sempre lo stesso pontefice, co-sì rispose al governo italiano a propositodelle richieste di entrare in Roma col con-senso della Santa Sede. 2. estens. Rifiutocategorico o dogmatico, che nasce da unasuperiore esigenza morale o politica o cheviene giustificato come tale.

non praevalebunt (nòn prae.va.lè.bunt /pre–/)loc. lat. 1. “Non prevarranno”: espressionetratta dal Vangelo di Matteo (16.18) relativaal conferimento da parte di Cristo del pri-mato a san Pietro (“tu sei Pietro, e sopraquesta pietra edificherò la mia chiesa, e leporte dell’inferno non prevarranno contro diessa”), usata nel linguaggio ecclesiastico peresprimere l’incrollabilità della Chiesa difronte agli attacchi delle potenze del male (èanche uno dei due motti che compaionosulla testata dell’Osservatore Romano). 2.Nel linguaggio comune si usa per esprimerela fiducia di una vittoria sui propri nemici o,più genericamente, per auspicare che non sirealizzi un’ipotesi sentita come negativa opericolosa.

non scholae sed vitae discimus (nònschò.lae sèd vì.tae dì.sci.mus /sk�ɔle… v�ite/)loc. lat. ~ “Non impariamo per la scuola maper la vita”: si tratta del reciproco di un’e-spressione senechiana (Epistole 106.11: nonvitae sed scholae discimus “non per la vita,ma per la scuola impariamo”), con cui il fi-losofo, in una lettera a Lucilio, criticava ilmodo di insegnare dei suoi tempi; viene tal-volta usata come riflessione sul fatto chel’apprendimento deve essere finalizzato allaformazione dell’individuo e non tanto alconseguimento di aride nozioni o di un tito-lo di studio.

non sequitur (nón sè.qui.tur) loc. lat., in it.s.m. ~ “Non segue”: in logica, ragionamentofallace, in cui la conclusione non segue coe-rentemente dalle premesse.

norma agendi (nòr.ma a.gèn.di) loc. lat., init. s.f. ~ “Regola dell’agire”: espressione del

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linguaggio giuridico usata per designare ildiritto oggettivo, inteso come il complessodelle norme che regolano i rapporti tra gliuomini, imposte dall’autorità dello stato.

nostras (nò.stras) agg., lat. scient. ~ In me-dicina, di malattia il cui aspetto clinico este-riore è analogo a quello di malattie esotiche;per esempio il colera nostras, una forma disalmonellosi, è accompagnato, analogamen-te al colera asiatico, da profusa diarrea. �Dal lat. class. nostras –atis ‘nostrano’.

notitia criminis ➪ TESTO.nova ➪ TESTO.nugae (nù.gae /–�e/) s.f.pl., lat. ~ “Bagattel-

le, sciocchezze, inezie”: nell’uso lett., a pro-posito di componimenti cui l’autore annette(o finge di annettere) poca importanza.

nulla dies sine linea (nùl.la dì.es sì.nelì.nea) loc. lat. ~ “Nessun giorno senza unalinea”: l’espressione, attribuita da Plinio ilVecchio (Naturalis Historia 35.84) al pittoregreco Apelle (sec. IV a.C.) che affermava dinon passare nemmeno un giorno senzaesercitarsi nel disegno, viene ancor oggi usa-ta per invitare all’esercizio, all’impegno quo-tidiano, e non solo a proposito di pittori escrittori; la frase fu il motto dello scrittorefrancese Emile Zola.

nulla poena sine lege (nùl.la poe.na sì.nelè.ge /p�εna/) loc. lat. ~ “Nessuna pena senzala legge”: si tratta di uno dei principi fonda-mentali del diritto, risalente al diritto roma-no, ripreso nelle dichiarazioni (americana efrancese) dei diritti dell’uomo e sancito dal-la nostra Costituzione nell’art. 25: nessunapena può essere inflitta senza che sia pre-scritta dalla legge.

nullum crimen sine lege (nùl.lum crì.mensì. ne lè.ge) loc. lat. ~ “Nessun delitto senzala legge”: è una delle formulazioni con cuiviene stabilito uno dei principi fondamenta-li del diritto (cfr. anche nulla poena sine le-ge); l’art. 1 del nostro codice penale recita:“nessuno può essere punito per un fatto chenon sia espressamente preveduto come rea-to dalla legge”.

numerus clausus ➪ TESTO.nunc est bibendum (nunc èst bi.bèn.dum)

loc. lat. 1. “Ora è il momento di bere”: èespressione oraziana: il poeta invita a esul-tare bevendo in occasione della morte diCleopatra (Odi 1.37), riprendendo il toposletterario (celebrato dal greco Alceo) dell’e-sultanza nel vino e nel canto in occasionedella morte del tiranno. 2. Nel linguaggiocorrente la locuzione viene ripetuta, con va-lore banalizzato, come generico invito abrindare in occasione di festeggiamenti oavvenimenti lieti.

obitus (ò-bi-tus) s.m., lat. ~ Termine propriodel linguaggio medico nel significato di de-cesso. � Propr. “morte”.

obtorto collo ➪ TESTO.odi profanum vulgus (et arceo) (ò.di

pro.fà.num vùl.gus (ét àr.ceo)) loc. lat. 1.“Odio il volgo profano (e lo tengo a distan-za)”: celebre verso di Orazio, sentito comeproverbiale già nell’antichità; è l’inizio diun’ode nella quale il poeta esprime il suo di-sgusto per il volgo ignorante, totalmenteestraneo all’universo della poesia e del bello(Odi 3.1.1). 2. Viene ancor oggi variamentecitato per esprimere l’atteggiamento di chi,

per disprezzo (o disgusto), si tiene lontanodalle opinioni e dai comportamenti dellamassa.

offendicula (of-fen-dì-cu-la) s.lat. neutro pl.,in it. s.m.pl. ~ Nel linguaggio giuridico, imezzi offensivi predisposti per la difesa diun bene immobile (per es. i pezzi di vetromurati lungo la sommità di un muro di cin-ta, le punte aguzze delle aste dei cancelli, lerecinzioni di filo spinato, ecc.). � Dal sing.offendicülum ‘impedimento’, der. di offendë-

re nel sign. di ‘urtare, inciampare’.oleum (ò.le.um) s.neutro lat. scient., in it.

s.m. ~ Soluzione di anidride solforosa inacido solforico; detto anche acido solforicofumante, è un liquido oleoso fortemente cor-rosivo, usato spec. in chimica organica nellereazioni di solfonazione. � Dal lat. class.olëum ‘olio’.

olim (ò.lim) avv., lat. ~ “Una volta, un tem-po”: in contesti italiani, per lo più ironi-camente o scherzosamente, per sottolinearecome una situazione appartenga ormaicompletamente al passato.

omne trinum est perfectum (òm.ne trì.num èst per.fèc.tum) loc. lat. ~ “Ogni com-plesso di tre è cosa perfetta”: massima me-dievale d’origine cabalistica, allusiva al valo-re sacro del numero tre.

omnia mea mecum porto (òm.nia mè.amè.cum pòr.to) loc. lat. ~ “Porto tutte le co-se mie con me”: parole attribuite a vari filo-sofi greci (in particolar modo cinici e scetti-ci), proverbiali ad indicare la superioritàdello spirito sul possesso dei beni materiali.

omnia munda mundis (òm.nia mùn.damùn.dis) loc. lat. ~ “Tutto è puro per i puri”:frase di s. Paolo (Lettera a Tito 1.15) che vie-ne citata a difesa della rettitudine e della ca-stità delle intenzioni in quanto elementofondamentale del lecito: chi agisce in statodi innocenza non commette il male, inquanto il male non è nell’oggetto ma nellamalizia dell’uomo.

omnia vincit amor (òm.nia vìn.cit à.mor)

loc. lat. ~ “L’amore vince tutto”: emistichiovirgiliano (Egloghe 10.69), divenuto prover-biale già in epoca antica per esaltare la po-tenza dell’amore.

omnium (òm.nium) gen. pl. di omnis (“o-gni”), in it. s.m. ➪ TESTO.

onus probandi (ò.nus pro.bàn.di) loc. lat.,in it. s.m. ~ “Onere della prova”: nel linguag-gio giuridico, il principio secondo il qualel’obbligo di provare i fatti spetta a chi accusa.

ope legis ➪ TESTO.opera omnia ➪ TESTO.oportet ut scandala eveniant (o.pòr.tet ut

scàn.da.la e.vè.niant) (o oportet ut veniantscandala) loc. lat. ~ vedi NECESSE EST ENIM UT

VENIANT SCANDALA.optimum (òp.ti.mum) neutro sost. di opti-

mus (‘ottimo’), in it. s.m. ➪ TESTO.opus ➪ TESTO.ora et labora (ò.ra ét la.bò.ra) loc. lat. ~

“Prega e lavora”; è il motto con cui tradizio-nalmente si sintetizzano i dettami di san Be-nedetto da Norcia: preghiera e lavoro; rap-presenta il modello della vita attiva propriodel monachesimo occidentale, contrappostoa quello prevalentemente contemplativo delmonachesimo orientale.

oremus (o.rè.mus) prima pers. pl. del pres.cong. di orare (‘pregare’), in it. s.m. ~ “Pre-ghiamo”: l’invito in latino che il sacerdote,

nella liturgia cattolica, rivolge (in italianonella nuova liturgia) ai fedeli ogni volta chesta per innalzare a Dio una preghiera a no-me dei presenti • La preghiera stessa e an-che il momento in cui viene detta.

organum (òr.ga.num) s.neutro lat. mediev.,in it. s.m. ~ La prima forma polifonica me-dievale, sviluppatasi dal IX al XIII secolo,costituita da una voce principale e da unaseconda (vox organalis) procedente in motoparallelo all’intervallo di una quarta inferio-re. � Dal lat. orgänum, dal gr. órganon (affi-ne a érgon ‘opera’); propr. “strumento”.

o tempora o mores (ò tèm.po.ra ò mò.res)

loc. lat. ~ “O tempi, o costumi”: celebreesclamazione di Cicerone, ripetutamente dalui usata e divenuta proverbiale per deplora-re la corruzione imperversante nell’epoca incui si vive • Spesso viene ancor oggi usata,con valore attenuato, per commentare criti-camente o scherzosamente un fatto o un av-venimento.

pacta sunt servanda (pàc.ta sunt ser.vàn.

da) loc. lat. ~ “Si devono rispettare i patti”:norma che obbliga i soggetti, spec. nel dirit-to internazionale, ad adempiere gli impegniassunti con gli accordi da essi stessi conclu-si • Nel linguaggio corrente l’espressioneviene usata con significato più generico perribadire che si devono rispettare gli obblighiassunti verso gli altri.

pactum sceleris (pàc.tum scè.le.ris) loc.lat., in it. s.m. 1. “Patto di scelleratezza”: se-condo il codice penale, il patto associativotra più persone allo scopo di compiere azio-ni delittuose. 2. Nel linguaggio giornalisti-co, accordo illegale tra poteri diversi: il p. sc.tra mafia e potere politico.

panem et circenses (pà.nem ét cir.cèn.ses)

loc. lat. ~ “Pane e giochi del circo”: espres-sione con la quale Giovenale (Satire 10.81)sintetizza le aspirazioni della plebe romanache nell’età imperiale aveva come unico in-teresse il cibo e i divertimenti • Oggi, vienecorrentemente ripetuta sia a proposito di at-teggiamenti analoghi diffusi a livello di mas-sa, che di iniziative o metodi politici dema-gogici e banalmente populisti diretti a sod-disfarli.

par condicio ➪ TESTO.pars construens (pàrs còn.struens) loc.

lat., in it. s.f. ~ “Parte che costruisce”: lacomponente propositiva e costruttiva diun’argomentazione o di un ragionamento;critica costruttiva.

pars destruens (pàrs dè.struens) loc. lat.,in it. s.f. ~ “Parte che distrugge”: la compo-nente radicale e distruttiva di una disanima;critica distruttiva.

parva sed apta mihi (pàrva sèd àp.ta mì.hi/m�ii/) loc. lat. ~ “Piccola ma adatta a me”:sono le parole iniziali del distico che Ludo-vico Ariosto pose sull’ingresso della sua casadi Ferrara; vengono spesso ripetute per sot-tolineare la soddisfazione per una dimora (oanche per una sistemazione) che si ritienedecorosa pur nella sua modestia • Se ne ri-trova una lontana eco nel popolare “casamia, casa mia, per piccina che tu sia tu misembri una badia”.

passim ➪ TESTO.passio (pàs.sio) s.f. lat., in it. s.f. o m. 1. s.f.

Titolo generico di testi agiografici contenen-

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ti la narrazione del martirio di un santo. 2.s.m. Vedi TESTO. � Propr. “passione”.

pater ➪ TESTO.pater familias (pà.ter fa.mì.lias) loc. lat., in

it. s.m. 1. Nell’antica famiglia romana, co-lui che, non avendo ascendenti vivi in lineamaschile, era il capo della famiglia. 2. Og-gi, padre di famiglia, capofamiglia, spessocon allusione ironica a un anacronistico au-toritarismo o ad atteggiamenti patriarcali.� Propr. “padre della famiglia”.

pavor nocturnus (pà.vor noc.tùr.nus) loc.lat. scient., in it. s.m. ~ “Spavento notturno”:crisi di terrore infantile che sopravviene po-che ore dopo l’inizio del sonno: caratterizza-ta al risveglio dal mancato riconoscimentodell’ambiente circostante, può avere originepsicomotoria o derivare da disturbi emotivie colpire anche soggetti nevrotici o cardio-patici.

pax et bonum (pax ét bò.num) loc. lat. ~“Pace e bene”: formula di saluto e di augu-rio caratteristica della predicazione di s.Francesco e dei suoi seguaci.

pax tecum (pax tè.cum) loc. lat. ~ “La pace(sia) con te”: saluto liturgico con il quale siaccompagna l’abbraccio di pace.

pax vobiscum (pax vo.bìs.cum) loc. lat. ~“La pace (sia) con voi”: la formula di salutoo di benedizione che viene usata nella litur-gia cattolica.

pectus excavatum (pèc-tus ex-ca-và-tum)

loc. lat. scient., in it. s.m. ~ “Petto incavato”:deformazione del torace, che presenta unadepressione in corrispondenza della parteinferiore dello sterno.

pecunia non olet (pe.cù.nia nòn ò.let) loc.lat. ~ “Il denaro non ha odore, non puzza”:la frase viene tradizionalmente attribuita al-l’imperatore Vespasiano, che con queste pa-role si giustificava di fronte ai rimproveridel figlio Tito per aver imposto una tassa su-gli orinatoi; viene usata per commentare co-me, ancor oggi, non si sottilizzi troppo sullaprovenienza del denaro.

pedibus calcantibus (pè.di.bus cal.càn.ti.bus) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Coi piedi checalcano il terreno”: espressione usatascherz. per indicare lo svolgimento a piedidi un percorso.

peplum ➪ TESTO.percontatio (per.con.tà.tio /-tsjo/) s.f., lat. ~

“Interrogazione”: nella retorica classica, tec-nica espositiva consistente nel rivolgere do-mande al pubblico, fornendo poi risposteche suonino, di preferenza, come obiezioni.

per fas et nefas (per fas ét nè.fas) loc. lat.,in it. loc. avv. ~ vedi FAS.

periculum in mora (pe.rì.cu.lum in mò.ra)

loc. lat., in it. s.m. ~ “Pericolo nel ritardo”:nel linguaggio giuridico è il rischio implici-to nella procrastinazione o nel compimentotardivo di un atto; nella procedura civile èuno dei requisiti per la pronuncia dei prov-vedimenti cautelari e per l’esecuzione prov-visoria della sentenza di primo grado.

perinde ac cadaver (pe.rìn.de ac ca.dà.ver)

loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Non diversamenteda un cadavere”: formula gesuitica cheesprime, iperbolicamente, la sottomissioneassoluta alla regola e alla volontà dei supe-riori.

per (omnia) saecula saeculorum (pér(òm.nia) sae.cu.la sae.cu.lò.rum /s�εkulase–/) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Per tutti i se-

coli dei secoli”: espressione evangelica cor-rentemente usata per indicare una duratalunghissima, eterna.

per os (pér òs) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Perbocca”: espressione usata in farmacologiaper indicare che un farmaco va assunto pervia orale.

petitum (pe.tì.tum) s.neutro lat., in it. s.m. ~In diritto, quanto costituisce l’oggetto di unarichiesta o di una rivendicazione di una par-te di fronte al giudice. � Propr. neutro sost.di petitus, p. pass. di petëre ‘chiedere’.

phylum ➪ TESTO.pietas (pì-e-tas) s.f., lat. ~ L’abito, il compor-

tamento corrispondente all’osservanza deidoveri tradizionali verso la divinità, la fami-glia, la patria (➪ TESTO alla voce PIETÀ nel sign. 2) • Atteggiamento equanime e rispet-toso: la p. dello storico. � Der. di pius ‘pio3’.

placebo (pla.cè.bo) prima pers. sing. del fut.del verbo lat. placere (‘piacere’), in it. s.m. ➪TESTO.

placet (plà.cet) terza pers. sing. del pres.ind. del verbo lat. placere (‘piacere’), in it.s.m. ➪ TESTO.

placitum (plà.ci.tum) s.neutro lat., in it. s.m.~ Voce latina con cui, fino dalle più anticheleggi popolari germaniche, è reso il concettodi assemblea generale del popolo libero, aun tempo tribunale ed esercito. � Neutrosostantivato di placïtus, p. pass. di placere‘piacere2’.

pleno iure (plè.no iù.re) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “A pieno diritto”: espressione del lin-guaggio giuridico.

plenum ➪ TESTO.pluralia tantum ➪ TESTO.pluralis maiestatis ➪ TESTO.pluralis modestiae ➪ TESTO.plus ➪ TESTO.pollice verso (pòl.li.ce vèr.so) loc. lat., in it.

loc. avv. 1. “Col pollice volto in giù”: il gestoche presso i Romani esprimeva condanna emediante il quale, in particolare, il pubblicodel circo chiedeva la morte per il gladiatoreatterrato. 2. Comunemente, l’espressioneviene usata per esprimere condanna catego-rica o rifiuto netto: fare pollice verso.

portio (pòr-tio /–�jo/) s.f., lat. scient. ~ vediPORTIO VAGINALIS UTERI.

portio vaginalis uteri (pòr-tio va.gi nà.lisù.te.ri /–�jo/) (o sempl. portio) loc. lat scient.,in it s.f. ~ In medicina, la parte del collo del-l’utero che sporge nella vagina. � Propr.“porzione vaginale dell’utero’.

post factum (pòst fàc.tum) loc. lat., in it. loc.avv. e s.m. 1. loc. avv. A fatto avvenuto. 2.s.m. Nel linguaggio giuridico, reato conse-guente o accessorio rispetto ad altro reato.� Propr. “dopo il fatto”.

post mortem (pòst mòr.tem) loc. lat., in it.loc. avv. e attr. ~ “Dopo la morte”: onori resip. m.; nel linguaggio medico, avvenuto o rin-venuto dopo il decesso: coltellate inferte p.m.; parto p. m., il taglio cesareo eseguito suuna gestante deceduta.

post partum ➪ TESTO.post quem (pòst quèm) loc. lat., in it. loc.

attr. ~ “Dopo il quale”: espressione usata nellinguaggio giuridico o storico per indicare iltermine dopo il quale si fa tradizionalmenteiniziare qualcosa: terminus post quem, vediTERMINUS.

post rem (pòst rèm) loc. lat., in it. loc. avv. ~“Dopo la cosa”: espressione del linguaggio

filosofico che indica una delle soluzioni delproblema degli universali (assieme a anterem e in re): è quella per cui l’universale è ri-tenuto presente nella mente umana comesemplice nome o concetto, senza corrispon-denza nella realtà o come idea astratta dallecose concrete.

post scriptum ➪ TESTO.pretium doloris (prè.tium do.lò.ris /–tsjum/)

loc. lat., in it. s.m. ~ “Prezzo del dolore”: nellinguaggio giuridico, il risarcimento deldanno morale.

pretium sceleris (prè.tium scè.le.ris/–tsjum/) loc. lat., in it. s.m. ~ “Prezzo del de-litto”: nel linguaggio giuridico, il compensocorrisposto alla persona alla quale è stato ri-chiesto di compiere un atto contrario allalegge o alla morale.

pretium sanguinis (prè.tium sàn.gui.nis/–tsjum/) loc. lat., in it. s.m. ~ “Prezzo delsangue”: nel diritto barbarico, il compensoche doveva essere corrisposto dal colpevoledi un ferimento o di un omicidio al ferito oalla famiglia dell’ucciso.

primus inter pares ➪ TESTO.pro ➪ TESTO.pro bono pacis (prò bò.no pà.cis) loc. lat.,

in it. loc. avv. ~ “Per il bene della pace”:espressione frequentemente ripetuta a pro-posito di concessioni effettuate o di condi-zioni e situazioni tollerate solo per evitarecontrasti o discussioni.

pro capite ➪ TESTO.procul negotiis (prò.cul ne.gò.tiis /–tsiis/)

loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Lontano dagli affa-ri”: espressione oraziana (Epodi 2.1–4), cita-ta oggi per alludere a una condizione diquiete e di serenità, lontano dagli affanniquotidiani o, più genericamente, per fare ri-ferimento a un periodo di ferie o di riposo.

pro die (prò dì.e) loc. lat., in it. loc. avv. ~ “Algiorno”; espressione usata talvolta ancor og-gi nelle prescrizioni mediche o farmaceuti-che, a proposito della quantità di farmacoda assumere nelle 24 ore.

pro diviso (prò di.vì.so) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “Mediante divisione (del bene)”: for-mula del linguaggio giuridico, usata nell’e-spressione communio pro diviso per indicarequella forma impropria di comunione nellaquale un bene comune sia stato diviso fra ivari proprietari mediante l’attribuzione aciascuno di parti concrete (è per esempiouna communio pro diviso la proprietà distin-ta per appartamenti di uno stesso edificio).

pro domo sua (prò dò.mo sù.a) loc. lat., init. loc. avv. ~ “Per la propria casa”: a proprio(esclusivo) vantaggio; espressione tratta daltitolo di una famosa orazione (propriamenteDe domo sua ad pontifices) con la quale Cice-rone perorava la causa dei suoi possessi.

pro dose (prò dò.se) loc. lat. mod., in it. loc.avv. ~ “Per ciascuna dose”: espressione usa-ta talvolta ancor oggi nelle prescrizioni me-diche o farmaceutiche, a proposito dellaquantità di farmaco da assumere ad ognisomministrazione.

pro forma ➪ TESTO.pro indiviso (prò in.di.vì.so) loc. lat., in it.

loc. avv. ~ “Senza divisione (del bene)”: for-mula del linguaggio giuridico, usata nell’e-spressione communio pro indiviso, con cui siindica la comunione vera e propria di benenon diviso (del quale a ciascuno dei compro-prietari è attribuita una quota ideale).

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pro loco ➪ TESTO.promoveatur ut amoveatur (pro.mo.ve.à.

tur ut a.mo.ve.à.tur) loc. lat. ~ “Si promuo-va per allontanarlo”: motto di origine nonclassica usato a proposito di una promozio-ne il cui reale scopo è quello di allontanarechi ne beneficia dalla posizione di potere odi prestigio che occupa (sia in caso di per-sona inetta che scomoda).

prorogatio (pro.ro.gà.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~“Proroga, prolungamento”: nel diritto pub-blico italiano, istituto per il quale il titolaredi un organo pubblico elettivo resta in cari-ca anche dopo la scadenza del mandato nelcaso di un mancato o ritardato rinnovo deisuoi componenti.

prosit (prò.sit) terza pers. sing. del cong.pres. del verbo lat. prodesse (‘giovare’), in it.inter. ➪ TESTO.

pro soluto (prò so.lù.to) loc. lat., in it. loc.avv. ~ “A titolo di pagamento”; nel linguag-gio giuridico: cessio pro soluto, l’espressionedefinisce una forma particolare di cessionedel credito nella quale il cedente è liberatonei confronti del cessionario anche se il de-bitore ceduto non adempie.

pro solvendo (prò sol.vèn.do) loc. lat., in it.loc. avv. ~ “A titolo di pagamento da farsi”;nel linguaggio giuridico: cessio pro solvendo,l’espressione definisce una forma particola-re di cessione del credito nella quale il ce-dente è liberato nei confronti del cessiona-rio solo nel caso che il debitore cedutoadempia.

pro tempore ➪ TESTO.pro veritate (prò ve.ri.tà.te) loc. lat., in it.

loc. avv. ~ “Per la verità; al fine della verità”:espressione del linguaggio giuridico usata aproposito di un giudizio tecnico sotto giura-mento da esibire qualunque sia la sua con-clusione.

punctorium (punc.tò.rium) s.neutro lat., init. s.m. ~ “Punteruolo”: strumento metallicoa forma di compasso usato dagli amanuensimedievali per eseguire nei manoscritti i fo-rellini di guida per tracciare la rigatura.

punctum dolens (pùnc.tum dò.lens) loc.lat., in it. s.m. 1. “Punto dolente”: in origi-ne, termine del linguaggio medico per indi-care il punto dolorante del corpo malato. 2.Oggi solo fig., col sign. di argomento o pun-to delicato, spinoso, scottante di una que-stione.

quaestio (quae.stio /kw�ε–/) s.f., lat. 1. Ilmetodo di esposizione proprio della scola-stica medievale, basato sull’enunciazione diun problema, sulla proposta degli argomen-ti favorevoli e contrari, e sulla scelta dell’ar-gomento migliore, seguita spesso anche dal-la confutazione degli altri. 2. Nel linguag-gio corrente, la parola è usata nella locuzio-ne vexata quaestio (vedi la voce). � Propr.“inchiesta”, da quaerere.

qualia (quà.lia) pron. lat., in it. s.m.pl. ~ Gliaspetti dell’esperienza soggettiva che pre-sentano una dimensione irriducibilmentequalitativa • Problema dei q. invertiti, nellafilosofia della mente, esperimento mentaleconsistente nell’ipotizzare un organismocon stati funzionali simili ai nostri, ma nelquale, ad es., il dolore provoca la sensazioneche noi associamo al piacere (se il dolorenon provoca nessuna sensazione si parla di

q. assenti). � Dal lat. qualia, pl. neutro diqualis, quale, ‘quale’.

qualis pater talis filius (quà.lis pà.ter tà.lisfì.lius) loc. lat. ~ “Quale il padre, tale il fi-glio”: antica sentenza popolare (anche nellavariante talis pater talis filius) che viene usa-ta proverbialmente per indicare il perpe-tuarsi nei figli delle qualità o, più spesso, deidifetti e dei vizi dei padri.

quamquam (quàm.quam) cong. lat., in it.s.m. ~ Solo nelle locc. lett. fare il q., stare sulq., fare il saccente, darsi importanza, per in-dicare un indisponente sussiego. � Propr.“benché, quantunque”; con riferimento al-l’uso assai frequente della congiunzione nel-le dispute scolastiche medievali.

quandoque bonus dormitat Homerus(quàn. do.que bò.nus dòr.mi.tat Ho.mè.rus/�ɔ–/) loc. lat. ~ “Ogni volta che il buon Ome-ro sonnecchia”: espressione oraziana (Arspoetica 359), che viene però comunementeintesa “a volte dormicchia anche il buonOmero”: il poeta latino dichiara di indignar-si ogniqualvolta il grande Omero si rivelanon all’altezza della sua fama, ma subito do-po lo giustifica dicendo che qualche difettoè inevitabile in un’opera così ampia. Il versoviene spesso ripreso per sottolineare comeanche agli artisti più grandi possa venir me-no l’ispirazione, con risultati non pari allaloro fama.

quantum ➪ TESTO.quaternio terminorum (qua.tèr.nio ter.mi.

nó.rum) loc. lat., in it. s.f. ~ Fallacia della sil-logistica consistente nell’attribuire due si-gnificati distinti a uno dei tre termini chefanno parte delle premesse e della conclu-sione.

quia (quìa) cong. lat., in it. s.m. invar. ➪ TESTO.quid ➪ TESTO.quidam ➪ TESTO.quis custodiet custodes? (quis cu.stò.

diet cu.stò.des?) loc. lat. ~ “Chi custodirà icustodi?”: la frase risale a un famoso passodel poeta latino Giovenale (6.48–49), che sipone questo interrogativo a proposito di chiè incaricato di vigilare sulla virtù delle don-ne, in quanto una donna licenziosa comin-cerà proprio col circuire il proprio custode• L’espressione, divenuta ben presto prover-biale, compare oggi, soprattutto nel linguag-gio giornalistico, per esprimere, mediantel’interrogativo retorico, sfiducia nei con-fronti di chi esercita funzioni direttive o dicontrollo, specialmente a proposito di altecariche o istituzioni dello stato.

quodlibet ➪ TESTO.quondam ➪ TESTO.quorum (quò.rum) genitivo lat. plurale del

pronome relativo qui quae quod, in it. s.m.➪ TESTO.

quousque tandem… (quo.ùs.que tàn.

dem…) loc. lat. ~ “E fino a quando…”: sonole parole iniziali della Prima Catilinaria diCicerone (quousque tandem, Catilina, abute-re patientia nostra? “e fino a quando Catilinaabuserai della nostra sopportazione?”), conle quali l’oratore esprime il suo sdegno per ilcomportamento di Catilina che non solocomplottava contro lo stato, ma osava addi-rittura presentarsi in Senato.

quo vadis (quò và.dis) loc. lat. ~ “Dove vai”:secondo un’antica tradizione risalente aiprimi secoli della Chiesa, parole rivolte dasan Pietro fuggitivo da Roma a Cristo che gli

andava incontro (propriamente Quo vadis,Domine? “dove vai, Signore?”), alle qualiCristo avrebbe risposto: Romam, ut iterumcrucifigar (“a Roma, per essere crocifissouna seconda volta”).

raptus ➪ TESTO.rara avis (rà.ra à.vis) loc. lat., in it. s.f. ~

“Uccello raro”, espressione tratta da un ver-so del poeta latino Giovenale (Satire 6.165),in cui si parla di una donna bella e pudica;viene spesso usata per indicare l’eccezio-nalità di una persona o di un suo comporta-mento oppure la peculiarità di un oggetto odi una situazione.

ratio ➪ TESTO.ratio legis (rà.tio lè.gis /–tsjo/) loc. lat., in it.

s.f. ~ “Ragione della legge”: nel linguaggiogiuridico, lo spirito della legge quale si de-sume mediante l’interpretazione della leggestessa.

realia (re.à.lia) s.neutro pl. lat., in it. s.m.pl.1. In pedagogia, gli oggetti concreti usatiper individuare e comprendere i corrispon-denti concetti astratti. 2. In lessicografia,l’apparato iconografico utile per la com-prensione di un vocabolo o di un suo signi-ficato. � Propr. “le cose reali”.

rebus (rè.bus) ablativo pl. di res rei (‘cosa’),in it. s.m. ➪ TESTO.

rebus sic stantibus (rè.bus sic stàn.ti.bus)

loc. lat. 1. Espressione del linguaggio giuri-dico: nel diritto privato, la clausola per laquale avviene la rescissione del contratto nelcaso in cui siano mutate le condizioni che loavevano determinato (per esempio la for-mula ricorre nella definizione dell’entità de-gli alimenti in caso di separazione o di di-vorzio) • In diritto internazionale, il dirittodi uno stato di considerare estinto un accor-do a causa del cambiamento delle circostan-ze in base alle quali era stato sottoscritto. 2.Nel linguaggio comune, la locuzione è usataper esprimere la determinante causalità diuno stato di fatto. � Propr. “così stando lecose”.

receptus (re.cèp.tus) agg. lat., in it. agg. es.m. ~ Nel linguaggio della critica testuale, iltesto comunemente accettato: così comparenel testo r. � Propr. p. pass. di recipëre ‘rice-vere’, quindi ‘accogliere’.

recipe (rè.ci.pe) seconda pers. sing. del pres.imp. del verbo lat. recipëre (‘ricevere’), in it.s.m. invar. ➪ TESTO.

recto ➪ TESTO.redde rationem ➪ TESTO.reductio ad absurdum (re.dùc.tio ad ab.

sùr.dum /–d�uktsjo/) loc. lat., in it. s.f. ~ Nellalogica classica, indica due procedimenti:quello che conduce a respingere una propo-sizione mostrando che essa implica una con-seguenza evidentemente falsa; e quello chedimostra una proposizione mostrando comela sua negazione conduca a contraddire altreproposizioni precedentemente provate. �Propr. ‘riduzione all’assurdo’.

reductio ad unum (re.dùc.tio ad ù.num/–d�uktsjo/) loc. lat., in it. s.f. 1. Nel linguag-gio giuridico, la locuzione è usata a proposi-to della riunificazione di più processi pro-mossi dal medesimo attore per una stessacausa. 2. Nel linguaggio corrente, riduzio-ne a un tutto unico in cui vengono annulla-te (o assorbite) le specificità delle parti;

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omologazione, unificazione. � Propr. “ridu-zione all’unità”.

referendum (re.fe.rèn.dum) dalla loc. lat.convocatio ad referendum (‘convocazione ariferire’), in it. s.m. ➪ TESTO.

refugium peccatorum (re.fù.gium pec.ca.

tò.rum) loc. lat., in it. s.m. 1. “Rifugio deipeccatori”: uno degli appellativi della Ma-donna nelle litanie. 2. scherz. Nel linguaggiocomune, a proposito di una persona di gran-de bontà, o di istituto o ambiente contraddi-stinti da eccessiva indulgenza o tolleranza.

regula fidei (rè.gu.la fì.dei) loc. lat., in it. s.f.~ “Regola della fede”: in teologia, la normaa cui ci si deve attenere per conoscere ade-guatamente il contenuto della rivelazione;per i protestanti coincide con le sole SacreScritture, mentre per i cattolici comprendeanche l’intera tradizione ecclesiastica.

regula iuris (rè.gu.la iù.ris) loc. lat., in it. s.f.~ “Regola di diritto”: nel diritto romano, laregola che nasce da un’esperienza giuridicasecolare, formulata per forza di logica comeprincipio fondamentale del diritto civile, eperciò ritenuta inderogabile.

rei vindicatio (rèi vin.di.cà.tio /–tsjo/) loc.lat., in it. s.f. ~ “Rivendicazione della cosa”:nel diritto romano, l’azione promossa dalproprietario di un bene contro chi, avendoneil possesso, ne impedisce, senza averne tito-lo, il godimento al legittimo proprietario e in-tesa ad ottenere la restituzione dello stesso.

relata refero (re.là.ta rè.fe.ro) loc. lat. ~ “Ri-ferisco cose riferite (da altri)”: espressione,di formulazione medievale, usata come pre-messa all’esposizione di un fatto dal quale sivuol escludere la responsabilità propria.

renovatio Imperii (re.no.và.tio Im.pè.rii/–tsjo/) loc. lat., in it. s.f. ~ “Restaurazionedell’Impero”: espressione usata spesso nellastoriografia per indicare l’ideale di restaura-zione della potenza imperiale romana, asso-ciato alla missione ancor più universalisticadel cristianesimo, vagheggiato in tutto ilMedioevo, spec. a partire dalla creazione delSacro Romano Impero (incoronazione inRoma di Carlo Magno nell’anno 800), e chetrovò la sua massima espressione nell’Impe-ro degli Ottoni, in particolare durante il re-gno di Ottone III (983–1002).

repetita iuvant (re.pe.tì.ta iù.vant) loc. lat.~ “Le cose ripetute giovano”: sentenza latinafrequentemente usata per sottolineare lasoddisfazione che deriva dal ripetere unqualcosa di piacevole oppure, più spesso,per ribadire l’opportunità o l’utilità di rinno-vare una raccomandazione o un avverti-mento, per ottenere lo scopo desiderato.

repulisti (re.pu.lì.sti) seconda pers. sing. delperfetto ind. del verbo lat. repellëre (‘respin-gere’), in it. s.m. ➪ TESTO.

requiem (rè-quiem) s.f. lat., in it. s.m. o f. ➪TESTO.

requiescat in pace (re.qui.è.scat in pà.ce)

loc. lat. ~ “Riposi in pace”: frase con cui ter-mina la preghiera per i defunti (propr. re-quiescant in pace), usata nel linguaggio co-mune a proposito di chi muore o, estens., aproposito di chi, andando via, non lasciadietro di sé nostalgia né rimpianto.

res cogitans (rès cò.gi.tans) loc. lat., in it.s.f. ➪ TESTO alla voce sostanza.

res derelicta (rès de.re.lìc.ta) loc. lat., in it.s.f. ~ “Cosa abbandonata”: espressione dellinguaggio giuridico usata per indicare una

cosa abbandonata dal suo proprietario conl’intenzione di rinunciare alla sua proprietà,e della quale quindi un altro può entrare inpossesso.

res extensa (rès ex.tèn.sa) loc. lat., in it. s.f.➪ TESTO alla voce sostanza.

res nullius (rès nul.lì.us) loc. lat., in it. s.f.1. “Cosa di nessuno”: nel linguaggio giuridi-co, espressione, risalente al diritto romano,usata per indicare beni mobili sui quali nonesiste nessun diritto di proprietà (per esem-pio gli animali oggetto di caccia o di pesca),pur essendo suscettibili di proprietà: la sel-vaggina è considerata res nullius. 2. Nel lin-guaggio corrente la locuzione compare,spesso in senso polemico, a proposito direaltà nei cui confronti si agisce con la piùcompleta mancanza di rispetto. � Propr.“azzeramento, annullamento”.

restitutio ad integrum (re.sti.tù.tio ad ìn.

te.grum /–t�utsjo/) ~ vedi RESTITUTIO IN INTE-GRUM nel sign. 2

restitutio in integrum (re.sti.tù.tio in ìn.te.

grum /–t�utsjo/) loc. lat., in it. s.f. 1. “Resti-tuzione nelle condizioni primitive”: espres-sione del diritto romano con la quale si in-dica il ripristino dell’originario stato di dirit-to alterato, mediante la rescissione di deter-minati effetti giuridici da parte del magi-strato • Nel linguaggio giuridico viene usa-to in riferimento alla reintegrazione in pri-stino sia come risarcimento di un danno siacome effetto delle azioni possessorie e del-l’azione di denuncia di una nuova opera. 2.estens. Nel linguaggio medico (anche resti-tutio ad integrum), a proposito di guarigionicomplete e definitive di processi morbosi;recupero completo dopo un intervento.

rictus (rìc.tus) s.m., lat. ~ “Apertura dellabocca”: nel linguaggio medico, stiramentodell’apertura orale in conseguenza di spasmidei muscoli facciali: r. cadaverico; r. tetanico,lo stiramento spastico dell’apertura orale ca-ratteristico dei soggetti colpiti dal tetano.

rigor (rì.gor) s.m., lat. 1. “Rigore”: nel lin-guaggio giuridico, l’interpretazione dellanorma nel suo significato più ristretto. 2.Nel linguaggio medico: r. mortis, vedi la vo-ce; r. parkinsoniano, l’ipertonia diffusa che sinota nel morbo di Parkinson.

rigor mortis ➪ TESTO.risus abundat in ore stultorum (rì.sus a.

bùn.dat in ò.re stul.tò.rum) loc. lat. ~ “Il ri-so abbonda nella bocca degli sciocchi”:espressione proverbiale non classica (anchese è attestato in tutta l’antichità il topos del-lo sciocco che ride troppo) usata per biasi-mare chi ride spesso e a sproposito.

ruit hora (rù.it hò.ra /�ɔra/) loc. lat. ~ “Preci-pita l’ora”: frase che non pare essere di ori-gine classica (anche se l’immagine è ricor-rente in tutta la letteratura antica), che si ri-pete talvolta per sottolineare l’implacabilecorsa del tempo e l’incombere della morte.

ruminatio (ru.mi.nà.tio /–tsjo/) s.f., lat. me-diev. ~ “Ruminazione”: il dialogo interioreche esclude la parola, proprio dei filosofi edegli eremiti.

saltum (sàl.tum) s.neutro lat., in it. s.m. ~Usato nella loc. ricorso per s., impugnazionedi una sentenza di primo grado mediante ri-corso alla Corte di cassazione, evitando, suaccordo delle parti, il giudizio di appello.

salutatio (sa.lu.tà.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~ “Sa-luto”: in diplomatica, la formula di salutoche chiude l’intitolazione dei documenti.

salutatio matutina (sa.lu.tà.tio ma.tu.tì.na/–tsjo/) loc. lat., in it. s.f. ~ “Saluto mattuti-no”: nell’antica Roma, l’omaggio che al mat-tino i clienti andavano a porgere al patrono• In contesti scherzosi, ironici o polemici,l’espressione ritorna ancor oggi per indicareatti o gesti di deferenza nei confronti dei po-tenti.

salve (sàl.ve) imp. del verbo lat. salvere (‘sal-vare’), in it. inter. ➪ TESTO.

salvis iuribus (sàl.vis iù.ri.bus) loc. lat., init. loc. avv. ~ “Fatti salvi i diritti”: formula ri-tuale latina cui gli avvocati ricorrono alla fi-ne di documenti redatti in rappresentanzadei loro clienti per sottolineare che anche al-tri diritti non esplicitamente richiamati po-tranno essere fatti valere.

sancta sanctorum ➪ TESTO.sanctus ➪ TESTO.schola cantorum ➪ TESTO.scilicet (scì.li.cet) avv., lat. ~ “Cioè a dire,

appunto”: l’avverbio, che in latino era usatoper confermare o chiarire ciò che si inten-deva dire, compare talvolta ancor oggi (perlo più abbreviato in scil.) con il significato di“ovviamente, evidentemente, cioè”.

scripta (scrìp.ta) s.m.pl., lat. ~ L’insieme deivari usi di scrivere di una determinata area,con particolare riferimento ai testi volgarimedievali dell’Occidente europeo. � Neutropl. sost. di scriptus, p. pass. di scribëre ‘scri-vere’.

scriptio (scrìp.tio /–tsjo/) s.f., lat. 1. “Scrit-tura”, termine tecnico della paleografia: s.continua, la scrittura che non distingue spa-zi fra parola e parola; s. inferior, s. superior,nei palinsesti rispettivamente la scritturaoriginaria e quella apposta in un secondotempo dopo la raschiatura della prima. 2. Iltermine ha un uso tecnico anche in lingui-stica, dove compare per distinguere, nellelingue a grafia di base consonantica, la s. de-fectiva, che segna normalmente le sole con-sonanti, dalla s. plena che, con accorgimen-ti vari, permette di indicare le vocali. � Der.di scribëre ‘scrivere’.

scriptorium ➪ TESTO.secundum ius (se.cùn.dum iùs) loc. lat., in

it. loc. avv. ~ “Secondo il diritto”: espressionedel linguaggio giuridico usata per indicareconformità al diritto, alla disciplina legale.

secundum legem (se.cùn.dum lè.gem) loc.lat., in it. loc. avv. ~ “Secondo la legge”: e-spressione del linguaggio giuridico usataper indicare conformità alla legge, alle nor-me giuridiche.

selectio (se.lèc.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~ “Sele-zione”: termine della critica testuale che in-dica la scelta tra più varianti che hanno lostesso valore (talvolta anche nel caso che ab-biano natura diversa), oppure tra più con-getture ugualmente possibili rispetto allatradizione manoscritta.

semel in anno licet insanire (sè.mel inàn.no lì.cet in.sa.nì.re) loc. lat. ~ “Una voltaall’anno è lecito far pazzie”: sentenza latina,divenuta proverbiale nel Medioevo, usataspesso (anche abbreviata in semel in anno)per giustificare, con intonazione scherzosa,un’inconsueta infrazione alle regole dellamorigeratezza, una follia passeggera, unostrappo alla regola.

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Senatus Populusque Romanus (Se.nà.tusPo.pu.lùs.que Ro.mà.nus) loc. lat. ~ “Il Se-nato e il popolo romano”: l’espressione rias-sumeva il concetto dell’autorità politica diRoma (abbreviata in SPQR, vedi la voce).

senior ➪ TESTO.sensu lato (sèn.su là.to) ~ vedi LATO SENSU.sensu stricto (sèn.su strìc.to) ~ vedi STRIC-

TO SENSU.sic ➪ TESTO.sic et simpliciter (sic ét sim.plì.ci.ter) loc.

lat., in it. loc. avv. ~ “Così come si è detto esenz’altro”: espressione (attestata solo nelXX secolo) usata per indicare una conse-quenzialità immediata o un’adesione senzalimitazioni o riserve.

sic transit gloria mundi (sic tràn.sit glò.riamùn.di) loc. lat. 1. “Così passa la gloria delmondo”: frase che il cerimoniere pronunciatre volte al pontefice neoeletto facendo bru-ciare un batuffolo di stoppa: si ripete talvol-ta con intonazione enfatica con riferimentoalla caducità delle cose del mondo (peresempio in occasione di onoranze funebri).2. Nella pubblicistica l’espressione vieneusata con intonazione ironica o polemicaper commentare il rapido o inopinato decli-no di un personaggio, oppure il tramonto diun’ideologia, di un costume, di una moda.

si Deus pro nobis, quis contra nos? (siDè.us prò nò.bis, quis còn.tra nòs?) loc. lat.~ “Se Dio (è) per noi, chi (sarà) contro dinoi?”: espressione di s. Paolo (Lettera ai Ro-mani 8.31), proverbiale già nel Medioevo,che si ripete talvolta come esortazione aprocedere per la propria strada fiduciosinell’aiuto divino; viene a volte usata ancheestensivamente a proposito di una protezio-ne che viene dall’alto.

similia (si.mì.lia) s.neutro pl., lat. ~ Nellaloc. et similia: vedi la voce. � Forma sostan-tivata dell’agg. simïlis ‘simile’.

similia similibus curentur (com. curan-tur) (si.mì.lia si.mì.li.bus cu.rèn.tur (cu.ràn.

tur)) loc. lat. ~ “Le cose simili si curano conle cose simili”: è uno dei principi fondamen-tali della medicina omeopatica, per cui sisomministrano al paziente medicamentiche provocano sintomi uguali a quelli dellamalattia che si vuole curare.

simul stabunt simul cadent (sì.mul stà.

bunt sì.mul cà.dent) loc. lat. ~ “Insieme sta-ranno, insieme cadranno”: espressione giu-ridica usata a proposito di un provvedimen-to legislativo le cui norme siano strettamen-te legate l’una alle altre; viene talvolta usataanche in contesti non giuridici a propositodi realtà i cui destini sono intimamente con-nessi.

sine die ➪ TESTO.sine ira et studio (sì.ne ì.ra ét stù.dio) loc.

lat., in it. loc. avv. ~ “Senza ira né passione”:espressione con cui Tacito riassume il suointento di storico (Annali 1.1): tenersi egual-mente lontano dalla faziosità e dalla parte-cipazione emotiva nel descrivere gli avveni-menti; viene talvolta citata per sottolinearel’obiettività di un giudizio o di un’osserva-zione.

sine materia (sì-ne ma-tè-ria) loc. lat., in it.loc. attr. ~ “Senza materia”: nel linguaggiomedico, di sintomi che non corrispondonoad una malattia specifica: febbre, colica sinemateria.

singularia tantum (sin.gu.là.ria tàn.tum)

loc. lat., in it. s.m.pl. ~ “Soltanto singolari”:in grammatica, espressione con la quale siindicano collettivamente quei vocaboli usatisoltanto al singolare, sia in latino che in ita-liano (per es. sangue e latte).

si parva licet componere magnis (sipàr.va lì.cet com.pò.ne.re mà.gnis) loc. lat. ~“Se è lecito confrontare le cose piccole con legrandi”: nota espressione virgiliana (Georgi-che 4. 176) che, riprendendo un topos am-piamente diffuso nella cultura classica, vie-ne usata per introdurre il confronto tra la la-boriosa attività delle api e l’opera mastodon-tica dei Ciclopi: si ripete talvolta per intro-durre paragoni azzardati o sproporzionati(spesso con intonazione di falsa modestia).

sit venia verbo (sit vè.nia vèr.bo) loc. lat. ~“Si perdoni la parola” (letteralmente “siascusa alla parola”): espressione del latinonon classico usata talvolta come inciso perchiedere scusa di una parola che si è co-stretti ad adoperare anche se può risultaretroppo cruda o poco elegante.

si vis pacem, para bellum (si vis pà.cem,pà. ra bèl.lum) loc. lat. ~ “Se vuoi la paceprepara la guerra”: massima latina cheesprime un concetto presente, in forme leg-germente diverse, in numerosi scrittori; an-cor oggi viene ripetuta (spesso limitata alleprime parole) per affermare l’opportunitàper uno stato di esibire la forza militare al fi-ne di dissuadere eventuali aggressori da attiostili, oppure per una persona (o un’istitu-zione) la necessità di mostrarsi forti e ag-guerriti per garantirsi ordine e stabilità.

solarium ➪ TESTO.solutio (so.lù.tio /–tsjo/) s.f., lat. ~ Nel dirit-

to romano, e talvolta anche nel linguaggioforense, l’adempimento dell’obbligazione.� Der. di solvëre ‘sciogliere’.

solve et repete (sòl.ve ét rè.pe.te) loc. lat.,in it. s.m. ~ “Paga e poi reclama”: nel lin-guaggio giuridico, il principio, valido spec. aproposito del contenzioso tributario, secon-do il quale l’impugnazione dell’esistenza, va-lidità o entità di un debito è subordinata alpreventivo pagamento dello stesso.

spatium deliberandi (spà.tium de.li.be.

ràn.di /–tsjum/) loc. lat., in it. s.m. ~ “Tempoper decidere; pausa di riflessione”: espres-sione del linguaggio giuridico usata soprat-tutto a proposito dell’art. 7 dello Statuto deilavoratori: le sanzioni disciplinari più gravidel semplice rimprovero verbale possono es-sere applicate solamente dopo una “pausa diriflessione” di cinque giorni.

specimen (spè.ci.men) s.neutro lat., in it.s.m. ➪ TESTO.

speculum ➪ TESTO.spes ultima dea (spès ùl.ti.ma dè.a) loc. lat.

~ “La speranza è l’ultima dea”: frase del lati-no tardo che esprime però un concetto pre-sente in tutta l’antichità classica: nel mito diPandora (narrato già dal poeta greco Esio-do) la donna apre il vaso che le è stato do-nato dagli dei e da questo fuggono tutti i be-ni, mentre le sciagure e i malanni si diffon-dono tra gli uomini; l’unico bene a rimaneredisponibile per il genere umano è appuntola speranza; numerosi sono gli adattamentidella frase in italiano (la speranza è l’ultimaa morire; finché c’è vita c’è speranza) e anchegli esempi letterari: anche la Speme, ultimadea, fugge i sepolcri (Foscolo, Sepolcri 16).

sponte ➪ TESTO.

SPQR /�εssepikku�εrre/ ~ Abbreviazione del-l’espressione Senatus PopulusQue Romanus(“il senato e il popolo romano”), che indica-va il popolo romano come unità politica;frequente come epigrafe sui monumenti ecome iscrizione sui labari, fu ripresa poi sul-le monete del senato romano nel tardo Me-dioevo; oggi compare sullo stemma dellacittà di Roma.

Stabat Mater (Stà.bat Mà.ter) loc. lat., in it.s.m. ~ “Stava la madre”: parole iniziali e ti-tolo di una sequenza liturgica in onore dellaMadonna, attribuita a Iacopone da Todi emusicata da diversi autori (Palestrina, Per-golesi, Verdi, ecc.).

statu quo ➪ TESTO.status ➪ TESTO.status civitatis (stà.tus ci.vi.tà.tis) loc. lat.,

in it. s.m. ~ “Stato di cittadinanza”: storica-mente l’espressione designa la condizione dipiena cittadinanza romana; oggi, nel lin-guaggio giuridico, indica il complesso di di-ritti e doveri che spettano alla persona inquanto cittadino.

status quo ➪ TESTO.stricto sensu (strìc.to sèn.su) loc. lat., in it.

loc. avv. ~ “In senso stretto”, cioè nel signifi-cato più preciso e specifico, in senso proprio(contrapposto a lato sensu).

sub ➪ TESTO.sub conditione ➪ TESTO.sub divo (sub dì.vo) loc. lat., in it. loc. avv. ~

“Sotto il cielo”: espressione usata anche incontesti italiani per reminiscenza classica enel linguaggio dell’archeologia cristiana nel-l’espressione tecnica sepolcro s. d., equiva-lente a sepolcro a cielo scoperto, in contrap-posizione ai sepolcri catacombali.

sub Iove (sub Iò.ve /j�ɔve/) loc. lat. ~ “SottoGiove”: espressione latina usata in contestiitaliani con lo stesso sign. di sub divo (vedi lavoce), ma non nel linguaggio archeologico.

sub iudice ➪ TESTO.sub specie aeternitatis (sub spè.cie ae.ter.

ni.tà.tis /eter–/) loc. lat., in it. loc. avv. 1.“Sotto l’aspetto dell’eternità”: espressionedella filosofia scolastica e della teologia cat-tolica a proposito di fatti che vanno consi-derati nella loro universalità, fuori del tem-po e della contingenza. 2. Nel linguaggiocomune compare talvolta ancor oggi per in-dicare una visione delle cose svincolata dalrelativo e dal contingente, che prescinde daogni considerazione di tempo e di luogo.

sub voce (sub vò.ce) loc. lat., in it. loc. avv.~ “Sotto la voce”: espressione usata in bi-bliografia come formula di rinvio, riferi-mento o confronto (spesso abbreviata ins.v.).

sui generis ➪ TESTO.sui iuris (sù.i iù.ris) loc. lat., in it. loc. attr. ~

“Di proprio diritto”: espressione usata neldiritto romano per indicare la condizione dichi, non essendo sottoposto alla patria pote-stà di alcuno, gode dei pieni diritti civili co-me cittadino.

summa ➪ TESTO.summum ius summa iniuria (sùm.mus

iùs sùm.ma in.iù.ria) loc. lat. ~ “Il sommodiritto è somma ingiustizia”: aforisma giuri-dico, già da Cicerone riferito come prover-biale (De officiis 1.10.33), con cui si vuole al-ludere al pericolo di commettere un’ingiu-stizia quando si usa la legge in maniera rigi-damente indiscriminata.

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supernova ➪ TESTO.super partes ➪ TESTO.superscriptio (su.per.scrìp.tio /–tsjo/) s.f.,

lat. tardo ~ “Soprascritta”: in diplomatica, laformula iniziale dei documenti di autoritàpubbliche che esprime il nome dell’autore.

sursum corda (sùr.sum còr.da) loc. lat. ~“In alto i cuori”: espressione liturgica (faparte del prefazio della Messa in latino)spesso ripetuta nel linguaggio comune comeesortazione a tenere alto il morale.

taberna (ta.bèr.na) s.f., lat. 1. “Bottega”:nell’antica Roma, in origine, baracca di ta-vole adibita a magazzino o a vari tipi dicommercio; in seguito locale ricavato nellaparte della casa affacciata sulla strada, iso-lato dal resto dell’abitazione e affittato spes-so a schiavi o liberti del padrone di casa. 2.Il termine viene a volte ancor oggi usato,nella forma latina invece che nell’italiano ta-verna, come nome di piccoli ristoranti oosterie.

tabula (tà.bu.la) s.f., lat. ~ “Tavola”: tavolettacontenente iscrizioni o indicazioni; terminefrequente nella denominazione di anticheepigrafi, tavole incise o figurate (per esem-pio le tabulae Eugubine, quelle trovate aGubbio che recano iscrizioni in lingua um-bra antica).

tabula gratulatoria (tà.bu.la gra.tu.la.tò.ria) loc. lat., in it. s.f. ~ “Tavola di felicita-zione”: elenco di persone o istituzioni che in-tendono onorare un individuo in una deter-minata occasione, di solito inserito al princi-pio di un volume pubblicato a tale scopo.

tabula rasa ➪ TESTO.taedium vitae (tae.dium vì.tae /t�εdjum v�i

te/) loc. lat., in it. s.m. 1. “Noia della vita”:espressione latina che compare in Ciceroneed esprime il disgusto della vita e la fugacontinua da se stessi, tutti elementi, propridi un accentuato pessimismo, descritti an-che nel finale del terzo libro del De rerumnatura di Lucrezio • Con significato più at-tenuato, a proposito di uno stato di insoddi-sfazione e noia. 2. In medicina, forma mor-bosa di immotivata tristezza, propria deisoggetti schizoidi.

talis pater talis filius (tà.lis pà.ter tà.lis fì.lius) loc. lat. ~ vedi QUALIS PATER TALIS FILIUS.

tamquam non essent (tàm.quam nòn ès.

sent) loc. lat. ~ “Come se non esistessero”: e-spressione usata a proposito di norme dilegge, o di parti di esse, che si presentano la-cunose o oscure tanto da essere considerateinesistenti per la loro difficoltà di interpre-tazione.

tanto nomini nullum par elogium (tàn.tonò.mi.ni nùl.lum pàr e.lò.gium) loc. lat. ~ “Acosì gran nome nessuna lode è pari”: espres-sione latina dell’epigrafe del monumento aN. Machiavelli (1469–1527) in Santa Croce aFirenze, spesso citata, con tono ironico oenfatico, per elogiare qualcuno.

tantum ergo (tàn.tum èr.go) loc. lat., in it.s.m. ~ “Dunque un così grande (sacramen-to)”: parole iniziali della penultima strofadell’inno Pange lingua di s. Tommaso d’A-quino, cantata, insieme all’ultima, durantela benedizione eucaristica • pop. Cantare iltantum ergo a qualcuno, cantargliele chiare.

tantundem (tan.tùn.dem) agg. lat., in it.s.m. ~ “Altrettanto grande”: termine usato

nel linguaggio giuridico come sin. di equiva-lente: nel contratto di mutuo il debitore si li-bera con il pagamento del t. della somma mu-tuata.

tempora (tèm.po.ra) s.neutro pl. lat., in it.s.f.pl. ➪ TESTO.

temporibus illis ➪ TESTO.tempus lugendi (tèm.pus lu.gèn.di) loc.

lat., in it. s.m. ~ “Il tempo del lutto”: nel lin-guaggio giuridico, il tempo che la vedova de-ve aspettare prima di contrarre nuove noz-ze, al fine di evitare confusione nell’attribu-zione della paternità di un eventuale figlio.

tenor (tè-nor) s.m., lat. mediev. ~ La parte ela voce di tenore che in una polifonia esegueil canto fermo, le cui note devono essere piùa lungo tenute mentre le altre voci svolgonoil contrappunto concertando. � Dal lat.class. tenor ‘corso non interrotto’ e anche ‘al-tezza di voce’.

terminus (tèr.mi.nus) s.m., lat. ~ “Termine,limite”; voce di impiego tecnico in espres-sioni del linguaggio giuridico o storico indi-canti limite o scadenza (t. ad quem o antequem) ovvero decorrenza (t. a quo o postquem).

tertium non datur (tèr.tium nòn dà.tur/t�εr-tsjum/) loc. lat., in it. s.m. ~ “Non è am-messa una terza possibilità”: l’espressionerisale alla logica aristotelico–scolastica e si-gnifica che, in un’alternativa di due giudizicontraddittori (o tra due ipotesi contrappo-ste, o anche tra un’affermazione e la sua ne-gazione), è esclusa ogni altra possibilità.

thesaurus ➪ TESTO.timeo Danaos et dona ferentes (tì.meo

Dà. na.os ét dò.na fe.rèn.tes) loc. lat. 1. “Te-mo i Danai anche quando recano doni”:espressione latina che Virgilio (Eneide 2.49)mette in bocca a Laocoonte nel suo tentati-vo di dissuadere i Troiani dall’introdurrenella città il cavallo di legno lasciato daiGreci; alle spalle del giudizio virgiliano stan-no due topoi proverbiali: la disonestà deiGreci e la pericolosità dei doni dei nemici.2. Nel linguaggio comune la frase viene ri-petuta, in senso più o meno scherzoso, peresprimere diffidenza nei confronti di chi,già noto come infido e ostile, si presenta conofferte e promesse di amicizia troppo allet-tanti per esser vere.

timeo hominem unius libri (tì.meo hò.mi.nem u.nì.us lì.bri /�ɔ–/) loc. lat. ~ “Temo l’uo-mo di un solo libro”: sentenza di origineignota, tradizionalmente attribuita a s. Tom-maso d’Aquino, citata per esprimere preoc-cupazione nei confronti di chi legge sempreun unico libro, dimostrando dunque ristret-tezza di idee non disgiunta da un certo fa-natismo, e anche, con altro senso, critica neiconfronti di chi, avendo letto un unico libro,si ritiene un esperto, dimostrandosi quindisuperficiale e limitato • Con altro senso, lafrase viene interpretata come espressione dipreoccupata ammirazione verso chi si è im-pegnato ad approfondire sempre lo stessoargomento o lo stesso tema di studio, dive-nendone quindi un esperto assoluto.

tinea (tì.nea) s.f., lat. scient. ~ “Tigna”: ter-mine del latino scientifico usato per desi-gnare varie dermatosi dovute a funghi pato-geni, frequenti soprattutto nelle regioni tro-picali.

tinnitus aurium (tin.nì.tus àu.rium) loc.lat., in it. s.m. ~ “Tintinnio delle orecchie”:

espressione del latino scientifico usata perindicare i disturbi auditivi di origine labirin-tica che si manifestano con sensazioni dironzio o fischio.

tot (tòt) agg. lat., in it. s.m. e agg. ➪ TESTO.tot capita, tot sententiae (tòt cà.pi.ta, tòt

sen.tèn.tiae /–tsje/) loc. lat. ~ “Tante teste,tanti pareri”: espressione proverbiale latinadiretta a sottolineare l’impossibilità di trova-re fra una molteplicità di persone una veraconcordanza di opinioni.

tot delicta, tot poenae (tòt de.lìc.ta, tòtpoe. nae /p�εne/) loc. lat. ~ “Tanti delitti,tante pene”: espressione del linguaggio giu-ridico con la quale si fa riferimento al prin-cipio del “cumulo materiale delle pene”(cioè il colpevole deve sottostare a tante di-verse condanne quante sono le infrazionicommesse); nel vigente codice penale taleprincipio è stato sostituito da quello del “cu-mulo giuridico”: il colpevole viene condan-nato alla pena prevista per il reato più gra-ve, con un aumento adeguato (anch’essoprevisto dalla legge).

toto corde ➪ TESTO.transeat (tràns.eat) terza pers. sing. del

pres. cong. del verbo lat. transire (‘passare’),in it. inter. ➪ TESTO.

transfert (tràns.fert) terza pers. sing. delpres. ind. del verbo lat. transferre (‘trasferire,trasportare’), in it. s.m. ➪ TESTO.

tu quoque Brute, fili mi (tu quò.queBrù.te, fì.li mi) loc. lat. ~ “Anche tu, Brutofiglio mio”: sono le parole che, secondo latradizione (cfr. Svetonio, Vita di Cesare82.2), Giulio Cesare avrebbe rivolto a MarcoBruto, suo figlio adottivo, nel riconoscerlotra i congiurati che lo stavano pugnalando• L’espressione (spesso nella forma abbre-viata tu quoque e anche variamente parafra-sata) viene usata per esprimere delusioneper l’ingratitudine che ci viene dimostratada chi si riteneva amico, per un tradimentoinatteso, o anche (spesso in contesti scher-zosi) per commentare il comportamento diuna persona considerata irreprensibile cheviene colta in fallo.

tuto (tù.to) avv., lat. ~ “Con sicurezza”: per lopiù nell’espressione decreto de tuta, il decre-to col quale il Papa dichiara che si può sicu-ramente procedere alla solenne canonizza-zione di un beato.

ubi consistam (ù.bi con.sì.stam) loc. lat., init. s.m. ~ “Dove io mi appoggi”: espressionecom. adoperata per indicare un punto stabi-le d’appoggio o di partenza per intraprende-re un’azione coerente e organica, quindi unpunto di riferimento: la ricerca di un u. c. po-litico. � Trad. lat. della celebre frase greca‘dammi un punto d’appoggio e muoverò laterra’, attribuita ad Archimede.

ubi maior minor cessat (ù.bi mà.ior mì.nor cès.sat) loc. lat. ~ “Dove è presente chiha maggiore autorità cessa (il potere di) chiè inferiore”: frase spesso citata per indicareil rispetto delle priorità gerarchiche, oppureanche per commentare l’atteggiamento dichi mostra rispetto nei confronti dei più an-ziani o dei più saggi.

ubi Petrus ibi Ecclesia (ù.bi Pè.trus ì.biEc.clè.sia) loc. lat. ~ “Dove è Pietro ivi è laChiesa”: sentenza di sant’Ambrogio che, ri-chiamandosi al primato conferito da Cristo

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a Pietro e ai suoi successori (Matteo 16.18),afferma che la vera Chiesa è quella che si ri-conosce nel vescovo di Roma, cioè la Chiesacattolica, apostolica, romana.

ubi societas ibi ius (ù.bi so.cì.e.tas ì.bi iùs)

loc. lat. ~ “Dove c’è una società lì c’è il dirit-to”: formula giuridica che sintetizza il prin-cipio per cui non può esistere un consessocivile che prescinda da una serie di regole edi leggi che lo disciplinano.

ubi tu Caius ego Caia (ù.bi tu Cà.ius è.goCà.ia) loc. lat. ~ “Dove tu Gaio, io Gaia”: erala frase con la quale la sposa romana rico-nosceva di entrare a far parte della casa delmarito.

ultima ratio (ùl.ti.ma rà.tio /–tsjo/) loc. lat.,in it. s.f. ~ Ultima possibilità di soluzione odi salvezza in situazioni ingarbugliate o incircostanze difficili (anche extrema ratio). �Comp. di ultïma ‘ultima’ e ratio ‘argomento’.

ultima Thule (ùl.ti.ma Thù.le /t�ule/) loc.lat., in it. s.f. ~ “L’ultima Tule”: presso gli an-tichi Greci e Romani, l’estremo limite set-tentrionale del mondo allora conosciuto; si ètentato di identificare questa regione con unluogo geografico, per es. l’Islanda, le IsoleShetland o la media Norvegia • L’espressio-ne compare talvolta per indicare, più gene-ricamente, un luogo estremamente lontanoe per ciò stesso favoloso, ma anche, in sensomorale, il limite estremo cui si può giunge-re, o, ancora con altro senso, l’ultima vagasperanza.

ultimatum (ul.ti.mà.tum) neutro sost. del p.pass. del verbo lat. ultimare (‘ultimare’), init. s.m. ➪ TESTO.

ultra (ùl.tra) avv., lat. ~ Al di là di un limite;ancor oggi usato in espressioni come nonplus ultra e ultra petita (vedi le voci).

ultra petita (ùl.tra pe.tì.ta) loc. lat., in it. loc.avv. “Oltre quanto è stato richiesto” ~ Lalocuzione, abbreviazione della frase giuridi-ca ne eat iudex ultra petita partium (“non va-da oltre, il giudice, a quanto richiesto dalleparti”), viene usata nel linguaggio proces-suale per indicare il vizio di sentenza consi-stente nella decisione, da parte del giudice,di accordare alla parte più di quanto abbiarichiesto; costituisce motivo d’impugnazio-ne della sentenza.

umbra (ùm.bra) s.f., lat. scient. ~ “Ombra”:in astronomia, il cono d’ombra duranteun’eclissi • Anche, la zona centrale di unamacchia solare.

unicuique suum (u.ni.cu.ì.que sù.um) loc.lat. ~ “A ciascuno il suo”: aforisma del dirit-to romano ispirato a passi di Cicerone e del-le Institutiones giustinianee; viene comune-mente usato (anche in contesti non giuridi-ci) per indicare che ciascuno deve avere (opagare) quello che gli spetta.

unicum ➪ TESTO.urbi et orbi ➪ TESTO.usque ad effusionem sanguinis (ùs.que

ad ef.fu.siò.nem sàn.gui.nis) loc. lat. ~ “Finoallo spargimento del sangue”: espressionelatina che richiama il concetto della fedeltào della coerenza anche a rischio della pro-pria incolumità.

usus scribendi ➪ TESTO.

vacatio ➪ TESTO.vacatio legis ➪ TESTO.

vade retro, Satana (và.de rè.tro, Sà.ta.na)

loc. lat. ~ “Va’ indietro, Satana”: espressio-ne evangelica con la quale Gesù respinge iltentatore nel deserto, spesso ripetuta in to-no scherzoso per esprimere repulsione oper respingere offerte allettanti, ma inac-cettabili.

vae victis (vae vìc.tis /v�ε/) loc. lat. ~ “Guaiai vinti”: espressione attribuita al capo deiGalli, Brenno (Tito Livio 5.48), sentita giànell’antichità come proverbiale; la frase vie-ne spesso ripetuta per affermare o depreca-re il diritto della forza.

vale ➪ TESTO.valete ➪ TESTO.vanitas (và.ni.tas) s.f., lat. ~ “Vanità”: nella

storia dell’arte, genere di natura morta dif-fuso nel XVII secolo, soprattutto in ambitoolandese, caratterizzato dal tema della ca-ducità della vita umana; vi comparivanoelementi che richiamavano la morte, cometeschi o clessidre, e scritte quali vanitas va-nitatum (“vanità delle vanità”; vedi la voceseguente), memento mori (vedi la voce),ecc.

vanitas vanitatum (et omnia vanitas)(và. ni.tas va.ni.tà.tum (ét òm.nia và.ni.tas))loc. lat. ~ “Vanità delle vanità (e tutto è va-nità)”: parole con cui inizia il libro biblicodell’Ecclesiaste (o Qohèlet 1.2), spesso cita-te per ricordare la vanità dei beni terreni ela stoltezza di chi assiduamente li va ricer-cando.

Vare legiones redde (Và.re le.giò.nes rèd.

de) loc. lat. ~ “Varo, rendimi le mie legioni”:sono le parole che Svetonio (Vita di Augusto23.2) fa gridare ad Augusto dopo che le suetre legioni, guidate dal generale PublioQuintilio Varo, sono state annientate daiGermani nella selva di Teutoburgo, nel 9d.C. • La frase viene talvolta ripetuta perdomandare conto a qualcuno del suo opera-to o, con altro senso, per chiedere la restitu-zione di qualcosa.

varia ➪ TESTO.vas electionis (vàs e.lec.tiò.nis /elektsj�ɔnis/)

loc. lat. ~ “Vaso di elezione”: epiteto dell’a-postolo s. Paolo, risalente a un passo degliAtti degli Apostoli (9.15), in Dante (Inferno2.28) parzialmente tradotto in Vas d’elezione(Andovvi poi lo Vas d’elezïon); propriamentel’espressione significa “recipiente della scel-ta divina”, quindi “strumento scelto in mi-sura speciale da Dio”.

veni vidi vici (vè.ni vì.di vì.ci) loc. lat. ~“Venni, vidi, vinsi”: parole con cui, secondoquanto riferiscono Plutarco (Vita di Cesare50.6) e altri scrittori, Giulio Cesare avrebbeannunziato la fulminea vittoria riportata nel47 a.C. su Farnace, nel Ponto, frequente-mente usate per indicare la rapida e feliceriuscita di qualche impresa.

verbatim ➪ TESTO.verba volant, scripta manent (vèr.ba

vò.lant, scrìp.ta mà.nent) loc. lat. ~ “Le pa-role volano, gli scritti rimangono”: anticoproverbio di origine medievale che esprimesia la necessità di far documentare per scrit-to i propri diritti, sia, più spesso, l’opportu-nità di non attestare con documenti quantoin futuro potrebbe risultare dannoso.

versus (vèr.sus) avv. lat., in it. prep. ➪ TESTO.vexata quaestio (ve.xà.ta quae.stio /kw�ε

stjo/) loc. lat., in it. s.f. ~ “Questione discus-

sa”: questione lungamente dibattuta, con-troversa e non ancora risolta.

Via Crucis ➪ TESTO.videant consules (vì.deant còn.su.les) loc.

lat. ~ “Provvedano i consoli”: prime paroledi una formula (videant consules ne quid respublica detrimenti capiat “provvedano i con-soli a che lo stato non abbia a subire alcundanno”) con la quale il Senato romano con-feriva ai consoli pieni poteri in casi di estre-ma emergenza, spesso ripetute in tonoscherzoso per declinare ogni responsabilitàpersonale circa la soluzione di questioni dif-ficili, demandandola a chi ha l’incarico e ilpotere decisionale di risolverle.

vidimus (vì.di.mus) prima pers. pl. del per-fetto vidi del verbo lat. vidére (‘vedere’), in it.s.m. ~ Espressione con cui si designano lecopie di documenti convalidati da autoritàpubbliche (spesso infatti la formula di con-valida contiene questa parola).

virus (vì.rus) s.neutro lat., in it. s.m. ➪ TESTO.vis (vis) s.f., lat. ~ “Forza, vigore, violenza”:

nel linguaggio della critica letteraria, vigore,capacità, forza espressiva: v. drammatica, v.politica; v. comica (vedi la voce) • Nel lin-guaggio giuridico: vis compulsiva: vedi lavoce.

vis comica ➪ TESTO.vis compulsiva (vis com.pul.sì.va) loc. lat.,

in it. s.f. ~ “Violenza istigativa”: nel lin-guaggio giuridico, la violenza psichica, cioèla minaccia esercitata da un soggetto su unaltro per indurlo ad effettuare un negoziogiuridico.

vis polemica ➪ TESTO.visus ➪ TESTO.vis vitalis (vis vi.tà.lis) loc. lat., in it. s.f., in

it. s.f. ~ “Forza vitale”: espressione con cui ibiologi aderenti alla concezione vitalisticaindicavano una presunta forza metafisicapreposta ai fenomeni fisico–chimici che sisvolgono negli organismi viventi.

vox clamantis in deserto (vòx cla.màn.tisin de.sèr.to) loc. lat. ~ “La voce di uno chegrida nel deserto”: frase biblica (Isaia 40.3)ripresa nel Vangelo a proposito della predi-cazione di Giovanni Battista che annunciala venuta del Messia; viene comunemente ri-petuta per alludere a un avvertimento vano,che non viene ascoltato.

vox media (vòx mè.dia) loc. lat., in it. s.f. ~“Voce media”: espressione usata in linguisti-ca per indicare un vocabolo che, non aven-do in sé significato né positivo né negativo,può determinarsi in un senso o nell’altromediante un aggettivo oppure secondo ilcontesto in cui si trova (per es. evento, cheper venir determinato ha bisogno di un ag-gettivo: felice, infausto, ecc.).

vox populi vox Dei (vòx pò.pu.li vòx Dè.i)loc. lat., in it. s.f. ~ “Voce di popolo voce diDio”: sentenza medievale con la quale si at-tribuisce valore di verità a opinioni com. ac-cettate, e che viene usata per indicare il pa-trimonio comune di modi tradizionali dipensare e di esprimersi (talvolta viene citataanche la sola prima metà della frase): è voxpopuli che sia stato lui a falsificare i bilanci.

vulgo ➪ TESTO.vulnus ➪ TESTO.

zoster ➪ TESTO.

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