La Ceramica Attica a Camarina

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“᾿Αττικὸν … κέραμον” VEDER GRECO A CAMARINA dal principe di Biscari ai nostri giorni A cura di Giada Giudice con la collaborazione di Giuseppe Sanfilippo Chiarello Catania 2010 Vol. I EDIARCH Editore

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Testo

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“᾿Αττικὸν … κέραμον”

VEDER GRECO A CAMARINA dal principe di Biscari ai nostri giorni

A cura di Giada Giudicecon la collaborazione di Giuseppe Sanfilippo Chiarello

Catania 2010

Vol. I

EDIARCH Editore

Page 2: La Ceramica Attica a Camarina

Direzione editoriale Giada Giudice

Progetto graficoElaborazione informatica

e impaginazioneGiuseppe Sanfilippo Chiarello

Cura editoriale Elvia Giudice

Filippo GiudiceGiada Giudice

Francesco Muscolino Rossano Scicolone

Sebastiano Luca Tata

CopertinaLaura D’Andrea Petrantoni

© copyright 2010 EDIARCH

Tutti i diritti riservati.è vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso dell’editore.

ISBN 88-8265-320Y

“᾿Αττικὸν … κέραμον” (Erodoto V, 88): Veder greco a Camarina dal principe di Biscari ai nostri giorni.

Catania, Vittoria, Camarina, Ragusa, Siracusa, 2008a cura di Giada Giudice

1. Ceramiche attiche - Camarina. I Giudice, Giada <1972>

Con la collaborazione scientifica dei membri del Centro di Ceramografia Greca dell’Università degli Studi di Catania

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Filippo Giudice, Premessa........................................................................................Filippo Giudice, con il contributo di Elvia Giudice, Giada Giudice, Pinella Laudani, Serena Raffiotta, Giuseppe Sanfilippo Chiarello, Rossano Scicolone, Sebastiano Luca Tata, Le importazioni di ceramica attica a Camarina.......................................................................................................................Catalogo a cura di Giada Giudice con la collaborazione di Giuseppe sanFilippo chiarello...................................................................................................................................Giada Giudice, Giuseppe sanFilippo chiarello, AddEndum............................................ Giada Giudice, Le importazioni attiche a Camarina. La necropoli di Passo marinaro. Addendum...................................................................................................................................Bibliografia a cura di Francesco Muscolino................................................................................

Sommario

p. III

» 3

» 49 » 197

» 203 » 249

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Premessa

L’idea di un volume che raccogliesse ed analizzasse le ceramiche attiche rinvenute a Camarina nasce nei lontani anni settanta, quando ebbi l’occasione, dietro invito della Prof. Paola Pelagatti, di studiare le terrecotte della stipe votiva rinvenuta nel 1896 da Paolo Orsi. Lo stretto rapporto tra le vicende dell’antica città, più volte abbandonata o distrutta e successivamente ricostruita, ed i materiali sia di produzione locale che provenienti dal continente greco, ha consigliato di iniziare la raccolta delle ceramiche provenienti da Atene, in modo da avere un corpus consistente su cui cominciare a lavorare. Il punto di partenza sono state le liste dello studioso britannico, sir John Davidson Beazley, il quale ha raccolto un notevole numero di vasi attici, attribuendoli a vari maestri del Ceramico ateniese e dividendoli in venticinquenni successivi all’interno dei tre secoli di produzione di questa straordinaria ceramica figurata, che dall’Attica raggiungeva i più lontani siti del Mediterraneo. Il materiale raccolto man mano si ingrandiva grazie agli scavi Di Vita, Pelagatti, Di Stefano, ma mancava uno studio sistematico che, partendo dalle liste dello studioso oxoniense, si cimentasse nella attribuzione dei nuovi vasi. Nuove forze, aggiuntesi nell’ultimo decennio, hanno consentito di realizzare l’antico sogno. Da qui è nato il progetto del Convegno “Veder greco a Camarina dal principe di Biscari ai nostri giorni” accompagnato da una mostra itinerante che prevedesse l’esposizione dei vasi rinvenuti a Camarina e conservati nei musei di Catania, Siracusa e Ragusa, oltreché nel museo regionale di Camarina. L’Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali, nella persona dell’Onorevole Lino Leanza, e dei Direttori dei Musei interessati che sentitamente ringrazio, ha consentito la realizzazione di questo ambizioso progetto, che segue a quello “Veder greco a Gela” realizzato nel 2003. La ricca messe di contributi raccolti consentirà la pubblicazione degli Atti del Convegno in un secondo volume edito a cura del sottoscritto e degli architetti Angelo Messina ed Aldo Spataro, in cui avranno voce quanti hanno contribuito, anche finanziariamente, alla realizzazione della mostra-Convegno.

Catania, 9 giugno 2008.

Filippo Giudice

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a) introduzione

L’aver raccolto in un unico volume, affidato alla cura di Giada Giudice, i vasi provenienti da Camarina1, oltre all’indubbio vantaggio di rendere

*Il mio più vivo ringraziamento va all’Assessore alla Pubblica Istruzione e ai Beni Culturali della Regione Sicilia on. Lino Leanza, che è stato promotore di questa iniziativa che ha coinvolto i più importanti musei della Sicilia Sud-orientale (Catania, Camarina, Vittoria, Ragusa, Siracusa), e i relativi Direttori e Responsabili scientifici Dott.ssa Concetta Ciurcina, Dott. Giovanni Di Stefano, Dott.ssa Giulia Falco, Arch. Luigi Messina, Arch. Aldo Spataro, Dott. Giuseppe Voza; ad esso sono da associare gli Accademici dei Lincei Proff. Antonino Di Vita e Paola Pelagatti che hanno appoggiato con entusiasmo l’iniziativa e il gruppo degli allievi di seconda generazione, Francesco Muscolino, Giuseppe Sanfilippo Chiarello, Rossano Scicolone, Sebastiano Luca Tata, e agli studenti della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università di Catania, che hanno partecipato all’iniziativa. Un particolare grazie si deve a Giada Giudice, che ha seguito e guidato con abnegazione gli autori delle schede del catalogo e, ancora, a Francesco Muscolino che ha curato in maniera impeccabile l’organizzazione del convegno. Un doveroso e sentito ringraziamento va al Rettore dell’Università di Catania, Prof. Antonino Recca, al Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Prof. Enrico Iachello, al Presidente del Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali, Prof. Sergio Guglielmino, all’ex Direttore Prof. Edoardo Tortorici e all’attuale Direttore del Dipartimento S.A.Fi.St., Prof. Carmelo Crimi, e al Direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia, Prof. Massimo Frasca, per aver supportato finanziariamente il progetto. Un ringraziamento, infine, al Sindaco di Ragusa, Dott. Nello Di Pasquale e al Presidente della Provincia Regionale di Ragusa, Dott. Franco Antoci per l’ospitalità accordata nel capoluogo ibleo, e, in particolar modo, al Sindaco di Vittoria Avv. Giuseppe Nicosia e all’Assessore On. Paolo Monello per essermi stati vicini nella realizzazione della Mostra-Convegno al Teatro Comunale e all’ex Centrale

immediatamente visibile tutta la produzione finora nota, consente di confrontare il quadro che è possibile ricavare dalle liste Beazley con quello costruito grazie alle successive acquisizioni.

Il catalogo, in realtà, permette di delineare: I) il quadro generale delle importazioni attiche a Camarina; II) i ceramografi presenti; III) le forme utilizzate e i relativi contesti di rinvenimento; IV) i soggetti prediletti. In questa maniera esso assume il valore di un database, in cui è possibile cogliere le presenze artistiche, la realtà commerciale della città dall’inizio del VI alla fine del V secolo a.C., le tipologie vascolari utilizzate nelle sepolture, nei contesti santuariali, nelle case private e, in ultima istanza, l’imagerie prediletta; importante indizio, quest’ultimo, delle idealità collettive di una città che, nella scelta dei soggetti proposti dalla produzione di Atene, culturalmente elevata ma pur sempre lontana, seleziona i temi che meglio rispondono alle esigenze e al credo di una polis, radicata nel lontano Occidente, ma che, nella seconda metà del V secolo, si trova costretta a scegliere tra la metropoli siracusana, potente e temibilmente vicina, e Atene, lontana, ma chiaramente portatrice di mire imperialiste, e democratica solo a parole. Un primo problema pone la modesta quantità di importazioni dal momento della fondazione fino a tutto il VI secolo, nel quale la presenza di ceramica attica nella sub-colonia sembra correlata a quella della metropoli siracusana: poche importazioni, talora

Elettrica, e per aver generosamente ospitato nella nuova polis ipparina gli illustri Convegnisti provenienti da tutta Europa e dall’America. Un affettuoso e grato grazie, infine, come sempre, alla mia Innocenza.

1 Vd. Catalogo a cura di Giada Giudice.

Le importazioni di ceramica attica a Camarina

FILIPPo GIUDICE*con il contributo di Elvia Giudice, Giada Giudice, Pinella Laudani, Serena Raffiotta, Giuseppe Sanfilippo Chiarello, Rossano Scicolone, Sebastiano Luca Tata.

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di prestigio, ma mai decisamente numerose, come è possibile giudicare dal confronto con quelle della vicina Gela. Il panorama non cambia nel primo quarto del V secolo, quando la nuova rifondazione di matrice geloa avrebbe potuto imprimere, come nella vicina metropoli, un’accelerazione delle importazioni: le vicende della Camarina ippocrateo-geloniana la configurano, invece, come città fortemente subordinata a Gela e, quindi, dalla limitata autonomia. La deportazione degli abitanti dalla città della ninfa alla nuova grande Siracusa voluta da Gelone, che trasferisce la sua residenza da Gela nella nuova metropoli, mortifica, molto probabilmente, sul nascere ogni iniziativa autonomista, che definitivamente tramonta con l’abbandono della città per circa ventitré anni.

Il panorama muta totalmente dopo la caduta dei Dinomenidi e il ritorno nella città di origine di quei geloo-camarinesi e della loro progenie, ritrasferitisi da Siracusa nell’antica sub-colonia, fondata primariamente da Siracusa nel 598 a.C. e rifondata da Ippocrate di Gela nel 491 a.C.2

(F. G.)

B) il quadro di riferimento Beazley e la verifica odierna

Dagli elenchi dello studioso oxoniense è

possibile ricavare la presenza a Camarina di 123 vasi; nel catalogo attuale, invece, grazie allo screening di tutti i materiali e alla loro determinazione stilistico-cronologica3, se ne contano ben 366. Alla luce di queste nuove acquisizioni, l’import attico a Camarina, oggi non solo supera quello della metropoli Siracusa, ma, tra il secondo e il terzo quarto del V secolo a.C., si avvicina alle importazioni di Gela, dove si conta in assoluto il maggior numero di vasi attici in Sicilia nell’arco di tre secoli4.

In realtà, la colonia rodio-cretese a partire dal 450-425 a.C. accusa un repentino calo delle importazioni fino a registrare livelli abbastanza simili a quelli camarinesi5.

Con le nuove attribuzioni la polis ipparina raggiunge la quota di 152 vasi nel pieno periodo classico, cui vanno aggiunti ben altri 142 esemplari inquadrabili nel decennio che va dalla terza fondazione (461 a.C.) al 450 a.C., dopo il

2 Giudice 1977-1979, 277-354.3 Vd. Catalogo a cura di Giada Giudice.4 Ta aTTika 2003, 27-29, 73, fig. 2.5 In questa fase si registra una diminuzione dei vasi

importati a Gela che passano da 236 esemplari del 475-450 a.C. a solo 88 esemplari databili al 450-425 a.C. (Cfr. Ta aTTika 2003, 27-29, 73, fig. 2).

ritorno dei Geloo-Camarinesi da Siracusa nella città, dalla quale erano stati deportati da Gelone nel 484 a.C.6

In ogni caso, il trend distributivo, benché sia quasi triplicato il numero di vasi, è abbastanza vicino a quello ricavabile dagli elenchi Beazley: nei due istogrammi qui pubblicati (Fig. 1) si nota un progressivo aumento delle importazioni dall’ultimo quarto del VI secolo al pieno periodo classico (450-425 a.C.), ed un crollo delle stesse durante la guerra del Peloponneso (425- 400 a.C.). Una novità, rispetto al quadro Beazley, è costituita dalla presenza di vasi attici probabilmente già dal primo quarto del VI secolo, e, comunque, nel secondo quarto (con 5 vasi) e, ancora nel terzo quarto (con 6 vasi).

(G. G.)

I Ceramografi7

600-575 a.C.Non si conoscono ceramografi attici a

Camarina riferibili al primo venticinquennio del VI sec. a.C. Della casualità di questo dato può essere, comunque, indizio, oltre al frammento segnalato da Paola Pelagatti8, la presenza di vasi attribuiti a pittori vascolari attici di questo periodo in ambiente indigeno vicino alla sub-colonia siracusana, quale per es. la lekane rinvenuta da A. Di Vita nella tomba 2 della necropoli Rito di Ragusa Ibla, sulle pendici dell’altipiano ibleo9, da lui ascritta al pittore di Ragusa, un ceramografo del gruppo del pittore del Polos, databile all’interno del primo quarto

6 Giudice 1977-1979, 277-354.7 Vd. appendice a cura di Giuseppe Sanfilippo

Chiarello.8 Giudice 1996.9 di Vita 1959a; di steFano 2001, 53 ss., fig. 67.

F. Giudice et Alii4

Fig. 1

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del VI secolo e riconosciuto in Sicilia ora anche nei materiali della stipe di Piazza San Francesco a Catania10.

575 -550 a.C.I primi ceramografi isolati con certezza sono

il pittore C (B1), il pittore di Taranto (B2-B3) ed altri pittori di coppe presumibilmente di Siana ancora non chiaramente identificati (B4-B5). La distribuzione del pittore C offre interessanti indicazioni sulla diffusione delle coppe di Siana. Esse sono testimoniate, oltreché a Camarina, a Selinunte11, Gela12, Siracusa13, Megara14, Monte Casale15; e lungo la rotta africana (numerose a Naucrati, e a Cirene16). La distribuzione sembrerebbe confermare un itinerario che raggiunge la nostra città per il tramite di Selinunte; anche se non può essere del tutto esclusa una rotta che dal golfo ionico (Taranto, Locri) scende in Sicilia e raggiunge prima Siracusa, e, da qui, Monte Casale e Camarina. La rotta ionico-tirrenica, in ogni caso, sembra prevalere a partire dalla importazione delle coppe del gruppo di Taranto (B2-B3), la cui cronologia sembra prevalicare la metà del VI secolo a.C.

550-525 a.C.Al terzo venticinquennio del VI secolo sono

datate una coppa detta “vicina a Lydos” (C1), una dei Piccoli Maestri (C2), due lekythoi della forma sub-Deianeira (C3-C4), di cui una attribuita al pittore del Pharos (C3), un pittore vascolare finora noto a Locri Epizefiri, oltreché ad Atene. La presenza di questo ceramografo, finora attestato solo in questi due siti, potrebbe essere indizio di una più intensa frequentazione della rotta, che, costeggiato il golfo ionico, scendeva alla volta della Sicilia, anche se è ancora in uso l’“itinerario africano”, con approdo a Selinunte, come sembra indicare la distribuzione di alcuni ceramografi del periodo, già oggetto di studio da parte di F. Giudice: “notevole presenza a Naucrati dei vasi del pittore di Tleson, le cui kylikes sono state rinvenute, oltreché nell’emporio egizio, a Tocra e in Sicilia: la band-cup rinvenuta a S. Anastasia presso Randazzo è gemella di quella rinvenuta a Tocra; o, ancora, del pittore del Gorgoneion di Palermo; o del gruppo di Rodi 12264; o degli skyphoi del tipo di Hermogenes presenti a Naucrati e in numerose città della

10 Giudice 1996.11 ABV 54, 56.12 ABV 53, 49.13 ABV 53, 45.14 PARA 24, 23 bis e 24 ter.15 ABV 53, 30.16 ABV 52, 7.

Sicilia; o del pittore del Louvre E 705 con band-cups a Naucrati e a Siracusa; o, per concludere il venticinquennio, la classe di skyphoi A1 dell’Ure, presente a Tocra, a Camarina e a Siracusa”. Ancora non attribuita è un’importante lekythos, di cui rimangono frammenti del collo, della spalla e del corpo, per la quale si rimanda ai successivi paragrafi sulla fortuna delle forme e al loro contesto di rinvenimento.

525-500 a.C.Ancora poco significativo è il numero dei

ceramografi attici documentato nell’ultimo venticinquennio del VI secolo. Il dato si può, forse, spiegare con il momento di forte crisi che vive la città dopo essere stata attaccata dalla metropoli Siracusa. A parte uno skyphos attribuito alla classe degli skyphoi A1 dell’ Ure (D1) , sono presenti anfore a collo distinto, di cui una “non lontana dal pittore di Lysippides” (D2) ed un’altra del gruppo di Medea (D3). Vicino al pittore di Antimenes è un frammento di coppa della collezione Collisani, detta come proveniente da Camarina (D4). Certamente vicine a questi ceramografi sono altre due anfore ancora non attribuite con precisione (D6-D7). Sempre non attribuite, infine, risultano una lekythos con Enea ed Anchise (D8) ed un’oinochoe già nota al Benndorf (D9)17. Un frammento di hydria miniaturistica è attribuito al gruppo del Vaticano G52 (D5), ampiamente rappresentato in Sicilia, specialmente a Megara Iblea e a Gela, oltreché a Messina ed Agrigento18. La classe degli skyphoi A1 dell’Ure è significativamente presente, oltre che a Camarina19, nella metropoli siracusana20. L’unico frammento a figure rosse di questo periodo è vicino alla produzione del pittore di Gales (E1); il soggetto (mandria di buoi) è identico a quello di una lekythos dello stesso pittore rinvenuta nella vicina Gela21.

500-484 a.C.Le vicende della Camarina del primo quarto

del V secolo, con Ippocrate oikistes e Gelone che interviene pesantemente nella vita della città, danno ragione non solo della esigua quantità di vasi noti in questo periodo, ma anche e soprattutto della presenza dei ceramografi testimoniati a Camarina. Il panorama è, infatti, chiaramente geloo sia nella predilezione per certe forme (lekythoi soprattutto, e qualche skyphos) che nelle personalità di quegli stessi ceramografi

17 BenndorF 1883, 104, n. 1, tav. 52. 18 Vd. ABV 460-3; 698-9; 715; PARA 202-203.19 PARA 84, 5.20 PARA 85, 29.21 Ta aTTika 2003, 274, cat. n. E2.

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 5

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rappresentati a Gela. Come nella vicina metropoli sono presenti i pittori di Edimburgo (F1, F2, F3), di diosphos (F4-F7), la classe del Leoncino (F8, F9, F10) il pittore di Athena (F11), la classe di Atene 581, 1 (F12), la maniera del pittore di Haimon (F21, F21bis, F21ter), il gruppo CHC (F22). Questa notevole similarità di forme con quelle di Gela trova, d’altra parte, una persuasiva spiegazione nella rifondazione della città nel 491 da parte di Ippocrate, tiranno di quella città. E, allo stesso modo, non sorprende, a causa della deportazione dei Camarinesi dalla loro polis a Siracusa, la miserevole realtà commerciale della città. Mancano a Camarina le lekythoi dei grandi maestri presenti in questo periodo a Gela, quali il pittore di Brygos, di Berlino, di Eucharides, dell’Angelo Volante, di Monaco 2774, di Tithonos, di Briseide, della Gigantomachia di Parigi, di Douris, ecc.22 L’unico pittore di lekythoi a figure rosse presente sia a Camarina che a Gela in questo periodo è il pittore di Dutuit (G1)23: la lekythos con Artemide ed il cervo è, infatti, l’unico vaso a figure rosse testimoniato in essa; e, non a caso, l’unica altra lekythos del pittore di Dutuit in Sicilia proviene proprio da Gela24.

461-450 a.C.A pochi esemplari si riducono, in linea con la

produzione globale ateniese, le lekythoi a figure nere inquadrabili nel primo decennio della terza fondazione, vasi tutti attribuiti all’officina del pittore della Megera (H3-H23) o all’officina del pittore di Athena (H1-H2). Siamo ormai vicini alla metà del secolo, e la produzione a figure nere è pressoché vicina ad esaurirsi, anzi queste lekythoi sono ormai le uniche superstiti dell’antica tecnica ed esse, nella nostra città come a Gela, segnano la fisionomia delle sepolture più povere25.

Al contrario, nel momento della terza fondazione della polis, si incrementa l’import dei vasi attici a figure rosse. Sono documentati numerosi pittori di grandi vasi del periodo proto-classico26; un buon numero di pittori di

22 Cfr. Giudice 1988; Ta aTTika 2003, 300 sgg. 23 Vd. ARV2 306-308, 676, 1644; PARA 345, 352, 357.24 ARV2 308, 19.25 Vd. paragrafo sulle forme.26 Hermonax (i1, i2, i3), la maniera del pittore di Egisto

(i4), il pittore di Mykonos (i5, i6), il pittore di Siracusa (i7), il pittore del Frutteto (i8), il pittore di Alkimachos (i9), il pittore di Borea (i10-i11) ed il pittore di Firenze (i12-i16), il gruppo di Borea-Firenze (i17), il pittore di Londra E489 (i18-i19), il pittore di Pan (vicino a) (i20), il pittore di Leningrado (i21), il pittore di Agrigento (i22), i primi Manieristi indeterminati (i23-i26), il pittore di Altamura (i27-i30), il pittore dei Niobidi (i31-i33), l’officina del pittore dei Niobidi (i34-i35), il pittore dell’Idria di Berlino (i36), il pittore di Villa Giulia (i37-i41), il pittore di Chicago (i42-i43), il pittore di methyse (i44- i45).

anfore nolane e lekythoi27; numerosi pittori di “slight lekythoi ed alabastra”28; ed un pittore specializzato in lekythoi funerarie, quale il pittore di Atene 1826 (i84, i85), i cui vasi, chiaramente prodotti per i riti funerari e di uso prettamente attico, pongono il problema della possibile presenza di Ateniesi a Camarina, come nella stessa Gela: non dimentichiamo che, nel 456 a.C., a Gela muore Eschilo, e non è improbabile che una comunità di Ateniesi fosse presente nel territorio geloo-camarinese.

Sono testimoniati, ancora, il pittore di Sotades con due vasi frammentari (i87, i88), alcuni pittori di coppe29, ceramografi dell’officina del pittore di Pentesilea30, diversi pittori di skyphoi31.

La folta schiera di ceramografi attici, in gran numero attestati nella città risorta, testimonia la sua grande vitalità e dà spessore alla testimonianza di Pindaro sulle notevoli risorse del nuovo corpo civico, composto dai vecchi geloo-camarinesi e dai loro figli, ritornati da Siracusa, metropoli in cui li aveva trasferiti nel 484 a.C. Gelone32; e dà significato, come è stato detto33, alla produzione di un artigianato locale che ha confronti soltanto nel territorio di espansione della nuova città (quale, per es., nel centro siculo-greco di Terravecchia di Grammichele)34.

450-425 a.C.Il notevole flusso di importazioni attiche

continua nel pieno periodo classico con un alto numero di ceramografi.

è presente il pittore di Persefone35 “vicino nello spirito al pittore di Achille”; sono ben rappresentati il pittore della Phiale, Polignoto ed il suo gruppo36; altri pittori di vasi classici quali

27 Il pittore di Providence (i46), il pittore della Lekythos di Yale (i47), la maniera del pittore di Londra E342 (i48), il pittore di Siracusa 22174 (i49).

28 Il prolifico pittore di Bowdoin e la sua maniera (i50-i59), il pittore di Atene 1308 (i60), il pittore di Icaro e la sua officina (i61-i64), il pittore della Seireniske (i65-i66), il pittore di Angers (i68), il prolifico pittore di Eschine (i69-i81), il pittore di Karlsruhe (i82, i83), la classe del pittore della Megera (i86).

29 Il pittore di Anfitrite (i89, i90), il pittore di Sabouroff (i91, i92), il pittore di Pistoxenos (i93).

30 Il pittore di Bologna 417 (i94), il pittore di Comacchio (i95).

31 Il pittore di Lewis (i96-i98), il pittore del Louvre CA 1849 (i99), la classe degli “owl Skyphoi” (i100-i101), la classe dei vasi di San Valentino (i102-i104).

32 Giudice 1979.33 Loc.cit.34 Loc.cit.35 ARV2 1012-1013, 1678, 1707; PARA 440.36 Polignoto ARV21027-1035, 1678-1679, PARA 442;

il pittore di Peleo e la sua maniera ARV2 1038-1043, 1679, PARA 398, 443; il pittore di Coghill ARV2 1042, 1679 PARA 443-444; il pittore di Curti ARV2 1035, 1042-1043; il pittore di Christie ARV2 1040-1049, 1679, PARA 444; il

6 F. Giudice et Alii

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i pittori di Eupolis, di Danae, di Menelao, di Clio, di Kassel. Non mancano i pittori di crateri a colonnette, quali il pittore della Centauromachia del Louvre, il pittore di Napoli e di Orfeo, i manieristi tardi, quali i pittori di Oreste, di Efesto, del Duomo, di oxford 529; è rappresentato, pure, il gruppo indeterminato dei manieristi tardi, all’interno del quale si collocano il pittore dell’Accademia, del Lavacro, di Hasselmann, il ceramografo che preannuncia la “malinconia” dell’ultimo quarto del secolo ed il crollo della potenza ateniese. Il clima partenonico della Atene periclea è ampiamente suggerito dai prodotti del pittore di Kleophon37 e del Dinos38.

La rassegna dei ceramografi classici prosegue con i pittori del Louvre G 443 e di Monaco 2335, Aison e il pittore di Cadmo. Del tutto assenti sono le lekythoi a fondo bianco funerarie, fatta eccezione per un esemplare39 del pittore di Atene 182640, per il quale è possibile ipotizzare una valenza simbolica di tipo funerario41. Cospicua è, al contrario, la presenza di pittori di lekythoi a figure rosse42.

Dei pittori di oinochoai è attestato il pittore di Shuvalov; dei pittori di coppe, il pittore di Calliope; del “Marlay Group” è presente soltanto

gruppo di Polignoto indeterminato ARV2 1050-1062, 1678-1679, PARA 444-446 (i quali sembrano avere un mercato privilegiato); il pittore di Pantoxena PARA 444; di Biscoe ARV2 1062-1063, 1681; di Komaris ARV2 1063-1064, 1681, PARA 446.

37 ARV2 1062, 1143-1151, 1684, 1703, 1708, PARA 455-457.

38 ARV2 1151-1159, 1685, PARA 457.39 ARV2 746, 7.40 Beazley attribuisce al pittore di Atene 1826 tre

lekythoi (ARV2 746, 4; ARV2 746, 11; ARV2 747, 22bis) raffiguranti la visita al sepolcro.

41 Sulla lekythos gli oggetti che le due donne recano possono orientare verso un’esegesi funeraria della scena. Se infatti la taenia, l’alabastron e la ghirlanda appaiono di frequente fra le offerte destinate al defunto, neppure la presenza dell’uovo appare dissonante. La sua costante raffigurazione nel contesto della visita alla tomba (vd. fra le altre ARV2 749, 10, pittore dell’Iscrizione) può far supporre che esso rientri fra le offerte alimentari destinate al nutrimento del defunto. A conferma è possibile ricordare una seconda lekythos del pittore di Atene 1826 (ARV2 746, 17), nella quale, all’interno del piatto che una donna regge, si distinguono chiaramente un uovo e una focaccia, molto probabilmente la pagnotta impastata col miele, donata al defunto perché se ne servisse per placare Cerbero all’ingresso dell’Ade, come ci informano scherzosamente gli scholiasti ad Aristofane (Ar., Lys. 601).

42 Gruppo di Rodi 11966 ARV2 1196; pittore di Dessypri ARV2 1997, 1686, 1703, PARA 461; pittore di Klügmann ARV2 1198-1200, 1686, PARA 462; pittore di Selinunte ARV2 1200-1201, 1686, PARA 462; pittore della Civetta di Palermo ARV2 1201; gruppo di Londra E 614 ARV2 1202-1203, 1687, 1704, 1707; classe di Salonicco 510 ARV2 1203-1204; gruppo di Palermo 16 ARV2 1204-1205, 1607, 1704, PARA 462-463.

il pittore del Coperchio; dei pittori di skyphoi, solo il pittore di Penelope.

Dei vasi a testa configurata, infine, abbiamo la classe di Basilea43, databile tra il 440 ed il 430.Chiude la serie dei ceramografi del pieno periodo classico la “White-line Class” delle lekythoi ariballiche, che anticipa le preferenze dell’ultimo venticinquennio del secolo.

425-400 a.C.L’ultimo quarto del V secolo, caratterizzato

dalle alterne vicende della guerra del Peloponneso, che si concluderanno con la doppia disfatta di Atene prima in Sicilia e poi nel continente greco, vede a Camarina, come in altre città, un calo vistoso delle importazioni che riflette quello della stessa attività produttiva del ceramico ateniese. Sono attualmente noti appena undici vasi di modesto livello sia stilistico che iconografico: quattro hydriai di un pittore finora noto solo nella nostra città, il ceramografo denominato appunto pittore di Camarina, con un soggetto di gineceo ripetuto stancamente sui quattro vasi (m1-m4). Vicine a questi esemplari, sono altre hydriai simili, assegnate al pittore del Toro (m5-m6) ed al pittore di Ferrara T.28 (m7), insieme con una terza, non attribuita, sempre con soggetto muliebre. Altre tipologie vascolari presenti sono le pelikai, rappresentate da due esemplari con figure femminili nel gineceo, del pittore di Bonn 2053 (m8-m9).

La lekythos di forma allungata è rappresentata da vasi attribuiti al pittore dell’Ancella del Louvre (m12) e di Canea (m15-m17); la lekythos ariballica, invece, del gruppo di Vienna 943, con figura femminile in corsa (m10), del pittore della Sfinge di Mainz (m11), del pittore di Al Mina (m13), del pittore Arruffato (m14), e da diversi esemplari non attribuiti, con rappresentazioni di galletto, di bambino, di delfino, di Sfinge sul corpo del vaso (m19-m24).

Se si riflette sul fatto che questo è il venticinquennio in cui ad Atene, nonostante le vicende belliche, operano artisti del calibro del pittore di Meidias e della sua cerchia, del pittore di Nicia, di Pronomos, di Talos, appare chiaro che la ceramografia attica di prestigio non ha più mercato a Camarina, come d’altra parte in tutta l’isola, ed una nuova stagione di alto artigianato, non più attico, ma prodotto in loco, si afferma: vasi come la pisside La Rocca, conservata al Museo di Ragusa, aprono la stagione dei pittori protosicelioti, artigiani probabilmente già operanti nell’Atene periclea che, rientrati nella loro antica patria, reimpiantano officine che sostituiranno, forse già alla fine del V secolo,

43 ARV2 1548-1549, PARA 504.

7Le importazioni di ceramica attica a Camarina

Page 12: La Ceramica Attica a Camarina

e, poi, nel secolo successivo, la ceramica attica con una fiorente produzione attribuita a pittori locali, quali il pittore della Scacchiera, di Dirce, dell’Orgia44.

(E. G.)

C) La fortuna delle forme e i relativi contesti

Al di là del quantitativo di vasi importati, il repertorio delle forme, dall’inizio del VI alla fine del V secolo a.C., mostra una consistente variabilità, certamente da collegare al mutamento del rituale, specie funerario, e, fatto finora non adeguatamente indagato, alle vicende storiche e alle istanze commerciali, che costituiscono elementi, non irrilevanti, nella distribuzione della ceramica dal luogo di produzione all’approdo nei diversi mercati del Mediterraneo.

Utile, a questo proposito, è indagare il rapporto tra la produzione globale ad Atene e i riflessi nelle importazioni delle varie tipologie vascolari a Camarina.

Vale la pena, quindi, esaminare dapprima la fortuna globale di ogni forma e, successivamente, quella per singoli venticinquenni.

(F. G.)

La produzione globale attica e il confronto con Camarina: le forme45

(Vd. figg. 2-9)

600-575 a.C.Durante questo venticinquennio si registra a

Camarina la presenza di un solo frammento di vaso segnalato da P. Pelagatti e rinvenuto nel temenos dell’Athenaion, di forma non facilmente riconoscibile, che segna l’inizio delle importazioni di ceramica attica nella sub-colonia46.

575-550 a.C.Nel secondo quarto del VI secolo a.C. sono

documentate a Camarina cinque kylikes di tipo Siana, che trovano una precisa corrispondenza con il picco della produzione del Ceramico

44 Cfr. Giudice 1985, 256-257, 286-287; Giudice, Giudice-rizzo 2004.

45 L’analisi delle forme della produzione globale è da considerarsi non definitiva.

46 Ben più articolate appaiono, naturalmente, le attestazioni delle forme nella produzione globale del Ceramico. Come mostra il grafico, una significativa preferenza va attribuita alle lekanides (centoventisei vasi), cui seguono le kylikes e le oinochoai. è registrabile, inoltre, anche un’alta percentuale di anfore (poco più di ottanta esemplari). Un numero di quaranta esemplari circa è attestato per crateri, alabastra, skyphoi, piatti. Poco meno di venti vasi sono attestati per la forma del dinos, dell’hydria, del kantharos, del kothon e della pisside.

8

ateniese che accorda a questa forma, nel venticinquennio in esame, una larga preferenza con oltre trecentocinquanta vasi47.

550-525 a.C.Rispetto alla produzione attica globale che

appare dominata dalla produzione delle anfore e delle kylikes (sia del tipo Siana che Kassel), il mercato camarinese del terzo quarto del VI secolo a.C. mostra una preferenza per queste ultime e per le lekythoi, di cui due nella variante sub-Deianeira48.

525-500 a.C.Si accresce il ventaglio delle tipologie

vascolari presenti sul mercato camarinese, che seleziona, tra i vasi prodotti dal Ceramico, forme ancora piuttosto “rare” come quella della pelike (4), che risulta, invece, scarsamente prodotta in questo periodo (le liste Beazley ne registrano meno di venti). Sono attestati con un solo esemplare i crateri, le hydriai, le kylikes, le lekythoi, le oinochoai, gli skyphoi49.

(s. l. t.)

500-484 a.C. Nel periodo compreso tra il 500 a.C. e la

distruzione della città nel 484 a.C. viene meno la varietà di forme che aveva caratterizzato il periodo precedente, mentre il mercato sembra essere monopolizzato dalla presenza di sole lekythoi (26) alle quali si affianca un unico skyphos.

Questo trend ricalca, in parte, quello della produzione generale che registra il primato delle lekythoi su tutte le altre forme50.

461-450 a.C.Il periodo compreso tra la rifondazione del 461

47 Assenti sono, però, a Camarina l’anfora, che pure appare significativamente attestata nella produzione attica di questo periodo superando i duecentocinquanta esemplari, così come crateri, dinoi, kantharoi, kothones, lekanides, lekythoi, loutrophoroi, oinochoai, pissidi, skyphoi, ancora prodotti in numero esiguo.

48 Totalmente assenti, oltre alle anfore, le altre forme prodotte nel Ceramico, come crateri, hydriai, oinochoai, lekanides, piatti, pissidi, skyphoi.

49 Dal confronto dei grafici è evidente che in questa fase Camarina non recepisce la preferenza della produzione attica per le kylikes, che raggiungono un picco nella produzione delle officine del Ceramico di quasi duemila vasi, e per le anfore, di cui le liste Beazley e Haspels attestano più di mille vasi.

50 Nella produzione globale le lekythoi sono strettamente seguite, però, dalle coppe che invece sono del tutto assenti a Camarina. Anche tutte le altre forme presenti in maniera più o meno consistente nel mercato globale della ceramica attica, allo stato attuale, non sono attestate nella colonia siracusana.

F. Giudice et Alii

Page 13: La Ceramica Attica a Camarina

e il 450 a.C. continua a registrare una consistente crescita del numero di lekythoi, ben settantuno esemplari (di cui sei di tipo ariballico, nuova tipologia che, apparsa in qualche esemplare nella produzione globale dei periodi precedenti, fa ora la sua comparsa anche a Camarina). Si accresce il numero dei crateri, (22 di cui 11 a colonnette, 5 a campana, 1 a volute, 1 a calice e 4 frammenti di tipo non ricostruibile), coppe (8), skyphoi (6) e, in minor numero, anfore (3), kantharoi (3), hydriai (2) e una sola pelike. Degli altri frammenti rinvenuti (22) la forma è difficilmente ricostruibile.

Il trend si discosta in parte da quello della produzione globale che nel venticinquennio 475-450 a.C. registra il primato delle coppe, attestate in minima parte a Camarina, seguite dalle lekythoi, che nella colonia invece continuano a registrare il picco delle importazioni, e dai crateri.

450-425 a.C.Il terzo venticinquennio del V secolo a.C.

vede un cambiamento di tendenza rispetto al periodo precedente, con una notevole crescita delle importazioni dei crateri che con sessantotto esemplari costituiscono la forma più documentata a Camarina in questo venticinquennio.

Le lekythoi continuano a costituire una delle forme maggiormente importate nella colonia, attestate da trentotto esemplari (sei ariballiche). Seguono le hydriai (11) e, seppur in numero ridotto, altre forme quali pelikai (4), anfore (3), coppe (3), lebeti (2), oinochoai (1), skyphoi (2), stamnoi (2) e, infine, un unico askos e un unico vaso configurato a testa femminile. A queste si aggiungono una quindicina di frammenti di forme non ricostruibili.

Il trend segue quello della produzione generale che come a Camarina mostra la fortuna di crateri e lekythoi attestati in numero consistente rispetto alle altre forme. Unica differenza sostanziale è lo scarso successo che la forma della kylix trova nella colonia a differenza della produzione globale in cui è la forma più attestata dopo crateri e lekythoi.

425-400 a.C.L’ultimo venticinquennio del V secolo a.C.

vede la completa scomparsa della forma che nel periodo precedente aveva conosciuto il momento di maggiore fortuna, il cratere. Le lekythoi costituiscono la tipologia vascolare che riscuote, pur nel generale calo della produzione, il maggior successo con 14 esemplari (di cui ben 10 ariballiche, ormai tipo prevalente), seguendo la tendenza della produzione globale. Sono attestate anche hydriai (6) e, in numero molto

ridotto, oinochoai (3) e pelikai (2) 51.

Il VI sec. a.C., dunque, a Camarina è caratterizzato da poche importazioni di ceramica attica e, di conseguenza, da un numero limitato di forme. Se nel 575-550 a.C. cominciano ad apparire sul mercato camarinese le prime coppe, in accordo con la grande produzione di queste forme registrata per il mercato globale, dal venticinquennio successivo fanno la loro comparsa prima le lekythoi e poi altre forme (crateri, hydriai, oinochoai, skyphoi, pelikai). Grandi assenti sono, invece, in questo secolo le anfore, molto attestate nella produzione globale.

Con gli inizi del V sec. a.C. le importazioni prediligono quasi esclusivamente la lekythos. La fortuna di questa forma, dal 450 a.C. anche nel tipo ariballico, durerà a Camarina fino alla fine del secolo. Solo nel terzo quarto del secolo le importazioni prediligeranno i crateri, per lasciare nuovamente, nell’ultimo venticinquennio, il primato alle lekythoi. È questa una tendenza che rispecchia quella della produzione globale con una differenza, però, legata all’assenza quasi totale a Camarina di coppe che, invece, nel V sec. a.C. si contendono con le lekythoi il mercato della ceramica attica.

(r. s.)

Le singole forme e il relativo contesto(figg. 10-22)

Rimandando all’Appendice l’analisi dei contesti delle singole sepolture nelle quali sono presenti vasi attici figurati, una preliminare rassegna delle singole forme può dare un’idea più precisa del loro variare dalla fondazione della sub-colonia alla fine del V secolo, allorquando in essa, come nel resto della Sicilia dopo la disfatta ateniese, sono rarissimi i vasi provenienti dall’Attica, sostituiti a partire da questo momento da una ceramica figurata locale, fortemente impregnata di influenze attiche; fenomeno, questo, che si è avuto modo di esplorare nel convegno agrigentino sull’età dei due Dionisi52e in quelli di Milano e di Parigi del 200453, nei quali è stato affrontato il “giallo” della forte influenza ateniese in un’isola con rarissime importazioni di vasi dall’Attica. Una rassegna dei contesti, quindi,

51 Nessun’altra forma sembra essere attestata in questo periodo. L’assenza di forme come il cratere o la coppa costituisce un carattere peculiare del mercato camarinese rispetto al dato generale che mostra invece la persistenza di queste forme, seppure in misura minore rispetto alla lekythos.

52 Giudice 2002.53 Giudice 2006.

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 9

Page 14: La Ceramica Attica a Camarina

10 F. Giudice et Alii

anche se necessariamente parziale e provvisoria, potrà dare un’idea della destinazione di questi vasi nella polis camarinese dalla fondazione alla fine del V secolo a.C., e quindi della precocità o recenziorità della loro apparizione, e in ultima analisi della loro fortuna.

Il periodo che va dalla fondazione di Camarina al 575 a.C. resta ancora pressoché vuoto. L’unico frammento attico attestato (a1) è quello proveniente dall’area dell’Athenaion e non ne è ancora chiara la forma e la decorazione.

1) KylikesLa presenza di importazioni di ceramica attica

si definisce con maggiore chiarezza a partire dal secondo venticinquennio del VI secolo. La prima forma attestata è quella della kylix, nelle sue varie tipologie (coppe di Siana, di Kassel, standard, senza stelo). Oggi ne contiamo cinque nel secondo venticinquennio del VI secolo (B1, B2, B3, B4, B5), tre nel terzo (C1, C2, C6), una nell’ultimo (D4), nessuna nel primo quarto del V secolo, ben otto nel secondo quarto (i75, i87, i88, i89, i90, i93, i114, i115), tre nel terzo (L109, L135, L141), nessuna nell’ultimo.

Il primo esemplare del secondo venticinquennio del VI secolo (B1) proviene da un pozzo situato nel quartiere sud-orientale, il secondo e il terzo (B2, B3) rispettivamente dalle sepp. 1161 e 152 della necropoli di Rifriscolaro; di questi ultimi, in particolare, va segnalata la coppa di Siana (B3), che, rinvenuta nella “imponente cella ipogeica”, era associata a lekythoi samie e a cinque lydia; il quarto e il quinto esemplare (B4, B5) provengono dal temenos del tempio di Athena (scavi Pelagatti 1961-62). I diversi contesti chiariscono che, in questo venticinquennio, la forma della kylix è l’unica attestata sia in contesti cultuali, sia sepolcrali (B3) e, anche, abitativi, come farebbe pensare il rinvenimento della coppa B1 in un pozzo.

Al terzo venticinquennio si datano le coppe C1, C2, C6. Quest’ultima proviene dalla tomba 1720 della necropoli di Rifriscolaro, del cui corredo purtroppo non si hanno notizie. Per l’ultimo venticinquennio è finora noto solo un frammento di coppa della collezione Collisani, di cui è pure sconosciuto il contesto di provenienza (D4).

Nel primo decennio della rifondazione democratica (461-450 a.C.) si datano otto coppe (i75, i87, i88, i89, i90, i93, i114, i115), delle quali va segnalato l’esemplare senza stelo a figure rosse messo in relazione da Beazley col pittore di Sotades (i88). Esso proviene dalla sepoltura 1364 della necropoli di Passo Marinaro ed è associato ad una lekythos a figure rosse e a “parecchi vasi

alterati dal fuoco e ridotti in minuti frammenti”. Al terzo quarto del V secolo (450-425 a.C.)

si datano le tre coppe L109, L135, L141, ma purtroppo di nessuna è dato conoscere il contesto. Nessuna kylix è nota nell’ultimo quarto del V sec. a.C.

2) LekythoiA partire dal terzo venticinquennio del VI

secolo è documentata la forma della lekythos in tre esemplari (C3, C4, C5), e, poi, in uno dell’ultimo quarto del VI secolo (D8), in più di venti del primo quarto del V secolo54, e in ben settanta del primo decennio della terza fondazione55; successivamente ne sono testimoniate, a decrescere, circa quaranta nel pieno periodo classico56, e più di dieci dell’ultimo quarto del V secolo57.

Non di tutti i pezzi conosciamo il contesto di rinvenimento. Per il terzo venticinquennio segnaliamo che le lekythoi (C3 e C4) provengono dalla necropoli di Rifriscolaro, ma purtroppo non ne è stato edito il contesto. Di più sappiamo della lekythos (C5) con scena di partenza col carro (con divinità) sul corpo del vaso, e con scena dionisiaca sul collo, proveniente dalla tomba 497 della necropoli di Rifriscolaro: non ancora attribuita, è indubbiamente un vaso di alto prestigio e si associa a due anfore attiche a figure nere (D2-D3, vd. sotto), ad una coppa attica a basso piede, ad una lucerna attica, ad un kernos (?). La forma della lekythos attestata ora per la prima volta a Camarina, merita, grazie a questo esemplare, una riflessione sulle condizioni della polis della metà del VI sec. a.C., ribelle a Siracusa. è ovviamente difficile precisare se l’esatta cronologia del vaso si collochi prima o dopo l’esito infelice della guerra contro Siracusa; la presenza, tuttavia, di piccole grappe di bronzo e la sua associazione con le due anfore che meglio si datano all’interno del venticinquennio successivo, la indicano come un vaso di eccezionale prestigio, arrivato a Camarina probabilmente prima della sua ribellione a Siracusa, e sepolto alla morte del suo proprietario.

Databili nel terzo quarto del VI secolo, sono pure due lekythoi della sub-Deianeira shape (C3, C4), la prima assegnata al pittore del Pharos (F. Fouilland), e l’altra non ancora attribuita, vasi certamente di rango minore rispetto a quello della tomba 497 (C5).

54 F1-F21ter; G1.55 H1-H23; i46; i48; i50-i74; i76-i86; i91-i92; i95;

i107-i112; i119.56 L1; L7; L8; L89; L106; L111-L132; L134; L139;

L142-L150.57 m10-m17; m19-m24.

Page 15: La Ceramica Attica a Camarina

11Le importazioni di ceramica attica a Camarina

Verso la fine del VI secolo si data la lekythos con Enea e Anchise in fuga da Troia (D8). Il vaso, proveniente sempre dalla necropoli di Rifriscolaro, faceva parte della collezione Pace (inv. 5905). Non abbiamo purtroppo notizie del suo contesto di rinvenimento.

Nel primo quarto del V secolo, a causa del trasferimento, da parte di Gelone, degli abitanti di Camarina a Siracusa, nella nostra città arrivano pochissimi vasi di non grande valore. La forma prediletta appare, in ogni caso, ancora la lekythos58, rappresentata da pochi esemplari attributi a ceramografi di infimo livello59. Gli sparuti vasi e i poveri contesti delle sepolture di questo periodo, quando noti60, danno una inconfondibile testimonianza del miserando stato della città nei primi decenni del nuovo secolo.

Nel primo decennio della terza fondazione i vasi a figure nere si riducono ormai a pochi esemplari: sono lekythoi decorate sul collo semplicemente da palmette, tutte attribuite all’officina del pittore della Megera (H3-H23), o all’officina del pittore di Athena (H1-H2). Siamo ormai vicini alla metà del secolo, e le lekythoi di queste officine sono le uniche superstiti dell’antica tecnica; esse, a Camarina come a Gela, costituiscono - a lato delle pregevoli ceramiche a figure rosse - il panorama più povero della nuova città ripopolata. In catalogo se ne contano più di una ventina e sono presenti, dove il contesto è noto, in tombe in cui sono associate a materiali a vernice nera e grezzi e non mancano tombe di bambini, in cui la pietas si esprime nel numero spesso alto di questi piccoli vasi (Cat. H, passim). Nella maggior parte dei casi la lekythos della classe della Megera è il solo elemento del corredo funebre (vd., per es., le tombe da cui provengono H3, H6, H8, H10) oppure è rappresentata da due esemplari61.

58 F1-F21ter; G1.59 Vd. paragrafo su “I ceramografi”. 60 Delle lekythoi di questo periodo è noto il contesto

della F21 proveniente da Passo Marinaro sep. 72 (Vd. salina 1989-90, 65-69, tav. 9, 1-2); le rimanenti provengono genericamente dalla necropoli settentrionale (Scoglitti) (F2), dalla necropoli di Scoglitti (F4-F5), da Passo Marinaro (F9), oppure genericamente da Camarina (F1, F3, F6-F8, F10-F20, F21bis-F21ter, G1).

61 Queste piccole lekythoi decorate con semplici palmette costituiscono il solo e unico corredo delle seguenti sepolture: la lekythos H3 prov. dalla sep. 803 di P. Marinaro; la lekythos H6 prov. dalla sep. 580; la lekythos H8 prov. dalla sep. 688; la lekythos H10 prov. dalla sep. 947. Altre, sempre del 461-450 a.C., sono associate, invece, ad altro corredo: vd., per es., la lekythos H1 prov. dalla sep. 550 di P. Marinaro associata ad una lucerna ombelicata, ad uno skyphos nero, e ad un ago di bronzo rotto; la H2 prov. dalla sep. 900 di P. Marinaro associata a tre kylikes nere e ad uno scodellino a calotta; le lekythoi H4 e H5 prov. dalla sep. 993 associata a piccolo vasellame (“appena

Passando ai vasi dipinti a figure rosse, nel primo decennio della terza fondazione, appare ormai definitivamente affermata la nuova tecnica, che proprio a Camarina, come anche a Gela, ha da questo momento uno dei mercati più ricettivi. Il rituale funerario, tuttavia, sembra non cambiare, e il ruolo, di secondo rango, affidato alla lekythos in questo periodo pare confermato anche per le figure rosse decorate dai pittori attestati nella polis62. A parte l’anomalia delle due lekythoi “funerarie” del pittore di Atene 1826, che rimandano probabilmente a costumi ateniesi63, il rituale, spesso consistente nella deposizione di una sola lekythos, non sembra discostarsi da quello concernente i vasi a figure nere. È il caso, per es., delle lekythoi i50, i64, i68, i70, i80, i86, i107, i111, rinvenute nelle sepolture di Passo Marinaro64; oppure di una lekythos associata ad altro corredo non figurato o a terrecotte65.

Talora, come per le figure nere, all’interno della sepoltura sono due lekythoi, senza (per es.,

tracce dello scheletrino...lekane attica nera con coperchio; prochoe nera a beccuccio con otto palmette sulla spalle; una coppia di boccalettini ansati con ventre baccellato; un paio di minuscole lekythoi a fondo bianco con giro d’ellera; due lekythoi ariballiche nere; piattello con triplice ordine di palmette impresse; uno skyphos nero.”); la lekythos H7, prov. dalla sep. 630 associata ad una scodellina; la H9, prov. dalla sep. 692, (cappuccina-bambino), associata ad “uno skyphos nero” e “ad una bella fresca lekane”; la H11, prov. dalla sep. 963 a cappuccina di un paio di tegole, ad “una zuppierina a fogliette sulle spalle”, ad “uno skyphos ed una piccola olpe nera”; le lekythoi H12 ed H13 dalla sep. 1374 (“a cappuccina…, senza tracce di ossa”), a “tre vasettini grezzi” (P. Orsi parla di una sola lekythos, la Lanza ne scheda due).

62 Vd. paragrafo su “I ceramografi”.63 Vd. paragrafo su “I ceramografi”.64 Queste lekythoi costituiscono il solo e unico corredo

delle seguenti sepolture: la i50 prov. dalla sep. 267 di P. Marinaro; la i64 prov. dalla sep. 39 di P. Marinaro (“inumazione in cappuccina...sotto il braccio sinistro: lekythos a figure rosse raffigurante una civetta; buca scavata nel tufo”); la piccola lekythos i68 prov. dalla sep. 302 (essa costituiva l’unico elemento di corredo all’interno di un’anfora contenente ossa di bambino); la lekythos i70 prov. dalla sep. 878 (“anfora verticale senza nessuna traccia e di sotto una tomba a baule … alla mano destra una lekythos nera”); la i80 prov. dalla sep. 715 (“piccolo baule fittile coperto con due paia di tegole a cappuccina”); la i86 prov. dalla sep. 531 (“a cappuccina per adulto”); la i107 probabilmente dalla sep. 1466 (“ustrinum di circa 70 cm. q. senza tracce di ossa”); la i111 dalla sep. 77 (“fossetta superficiale nella sabbia con uno scheletro cremato in posto”).

65 La lekythos i74 prov. dalla sep. 276 di P. Marinaro (“cassetta rettangolare di tegole”) è associata ad uno skyphos grezzo.

Page 16: La Ceramica Attica a Camarina

12 F. Giudice et Alii

i51)66 o con altro corredo67.Poche differenze si colgono nel rituale del

venticinquennio successivo (450-425 a.C.), per il quale ci sono finora note circa 40 lekythoi che, in genere, o costituiscono l’unico elemento di corredo, o sono associate a materiale grezzo e di scarso prestigio68.

La lekythos, di media o piccola grandezza, non appare quindi associata ad altro materiale attico figurato (tranne la presenza di qualche frammento sporadico), ma soltanto a piccoli oggetti di bronzo, vasi acromi, terrecottine figurate69.

66 La lekythos i51 proviene dalla sep. 358 (“Baule fittile mezzano”). Essa era deposta al gomito destro; al gomito sinistro era una “altra lekythos gemella” (non individuata).

67 Vedi le lekythoi i48, i84 prov. entrambe dalla sep. 369 (“cassetta di tegole per adulto”; “vicino alla prima era un alabastro di alabastro”); e, ancora, la lekythos i76, prov. dalla sep. 69 (“Inumazione in cappuccina...ai piedi, olpe con parte superiore a vernice rossastra, inv. 6384; tra le gambe, lekythos a figure rosse raffigurante una figura femminile alata con corona di ulivo in mano; inv. 6335”) associata ad un’olpe con parte sup. a vernice rossastra; la lekythos i79, prov. dalla sep. 594 (“a cappuccina di due paia di tegole”) era associata ad una grande terracotta seduta (acefala) con figurina in grembo; la lekythos i48, prov. dalla sep. 369 di P. Marinaro era associata ad un’altra lekythos più piccola a fondo bianco attribuita al pittore di Atene 1826 (i84) e ad un alabastron di alabastro. La peculiarità di questo rinvenimento, come abbiamo visto, apre il problema della sua titolarità (era di un ateniese?); non si hanno finora notizie del contesto delle lekythoi i57 e i58 dette provenienti dalla sep. 92.

68 Entrando nel dettaglio registriamo che dalla sep. 686 proviene la sola lekythos L114, dalla sepoltura 40 la sola lekythos L127, dalla sepoltura 544 la sola lekythos L142. In altre sepolture la lekythos è associata ad altri elementi di corredo: la L120, prov. dalla sep. 133 (tomba a cappuccina) è associata ad un ago di bronzo; la L124, prov. dalla sep. 817, ad una phiale a vernice nera. Talora dalla stessa tomba provengono due piccole lekythoi: la piccola lekythos L122, prov. dalla sep. 142 (“a cappuccina di un paio e mezzo di tegole”) era associata ad una lekythos ariballica, ad un boccaletto ansato panciuto grezzo, ad un bustino muliebre fittile, ad una “figurina a macchietta lavorata tutta a mano libera, meno la testa ricavata a stampo” (nella foto è visibile il fondo di un altro vasetto); dalla sep. 92 provengono due minuscole lekythoi, di cui una in catalogo (L130).

69 La piccola e insignificante lekythos L129 dalla sep. 136 con busto muliebre è associata ad un corredo più consistente: “un grande recipiente grezzo, simile ad un cratere; ...due piccole hydriai, ...due lucerne ombelicate grezze; un minuscolo stamnos fasciato; l’orlo di un piccolo cratere a calice, con testa rossa di efebo; alcuni skyphoi neri; una minuscola oinochoe e una lekane grezza... i piedi di una statuetta muliebre in creta”; la L131 proveniente dalla sep. 1260 (“scheletro in nuda terra col cranio ad E. Alla mano sinistra una lucernetta aperta e una piccola lekythos con meandro e figura muliebre rossa” (Lanza 1990, p.125 scheda invece una lekythos con un giovane che lancia una pietra); la L139 è associata ad una scodellina col suo coperchio e ad una lekane grezza col suo coperchio; la L143 è associata “a statuina fittile di Tammuz Adonis... piccolo askos grezzo. Frammento di ventre di vaso con

Dalle sepolture databili nell’ultimo venticinquennio del V emergono lekythoi in genere della “secondary shape” (e, come vedremo, lekythoi ariballiche) qualitativamente migliori di quelle del venticinquennio precedente, quali, per es., quelle attribuite al pittore dell’Ancella del Louvre e al pittore di Canea, ceramografi dotati di una certa eleganza stilistica. Come nel periodo precedente, sono presenti sepolture il cui corredo è costituito da una sola lekythos (m12, m16)70 o da una lekythos con altro corredo come nella m17, associata ad un ago di spillone bronzo71.

Una storia diversa, già dal punto di vista cronologico, presenta la variante ariballica della lekythos, essendo stata questa forma introdotta ad Atene solo a partire dal secondo venticinquennio del V secolo. Essa nasce come variante della lekythos standard o “secondary”, e quindi si afferma in maniera autonoma, specie nell’ultimo quarto del V secolo, spesso legata a sepolture di bambini. Per es., la lekythos ariballica i62, proveniente dalla sep. 444 di Passo Marinaro, attribuita al pittore di Icaro, era associata ad un ricco corredo di circa trenta vasetti (“anforette vitree cuoriformi greco-fenicie policrome... alabastron dello stesso genere... frr. di un alabastron di alabastro... quattro minuscole lekythoi ariballiche nere... piccolo alabastro conico a vernice nera... askos grezzo... in forma di animale... piccola lekane nera con coperchio. Lucernetta e piattello grezzi. Scodelletta... massa di piccolo vasellame nero frantumato, skyphoi, kylikes, scodellini; in tutto una trentina di esemplari...”; due figurine fittili muliebri sedute con polos in capo, due colombine e una grande statuetta seduta di terracotta con phiale in mano identificata con Afrodite o Persefone con un Eros o demone della morte tenuto in grembo). Il “sepolcro di fanciulla”, anzi di “tenera fanciulla”, è da ritenersi uno dei primi della terza fondazione della città. Il suo ricco corredo inaugura un rituale che sarà tipico delle sepolture di morti in giovanissima età: la testa femminile sul corpo della lekythos potrebbe alludere alla giovanissima defunta.

Ma la lekythos ariballica poteva costituire anche il corredo di un personaggio adulto specie

fig. r. Skyphos grezzo, quattro frammenti di guarnitura in doppia lamina di rame di un vaso di legno, probabilmente di un secchio, oppure di un cofanetto rotondo... ago di bronzo”.

70 Cfr. la lekythos m12 rinvenuta sopra la sep. 861 (“a cappuccina…; scheletro col cranio a NE”); la lekythos m16 rinvenuta poco sopra la sep. 1417 di P. Marinaro (“a cappuccina…cranio a levante”).

71 Cfr. la lekythos m17, prov. dalla sep. 185 di P.M. (“inumazione in cappuccina”) associata ad un ago di spillone in bronzo.

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13Le importazioni di ceramica attica a Camarina

nei primi anni della rifondazione democratica. In questo periodo s’inquadra la lekythos ariballica i95 della sep. 328 con scena di donna che suona le nacchere e giovane attribuita al pittore di Comacchio. Le dimensioni della sepoltura (m. 1,72 x 0,73, x 0,48) fanno pensare ad un individuo adulto, probabilmente di sesso femminile, come farebbe d’altronde supporre, oltre ad un alabastron di alabastro, “una piccola lekane grezza con coperchio in creta giallastra purissima quasi untuosa”.

La terza lekythos ariballica i108, ancorché non attribuita, ma con sagoma tipica di questo periodo, è assegnata dai cartellini del museo alla sep. 859 di Passo Marinaro; diversamente la Lanza (1990) annota che la sep. 859 era priva di corredo.

In pieno periodo classico si datano otto lekythoi ariballiche (L1, L89, L144, L145, L146, L147, L48, L149), ma solo di alcune conosciamo il contesto.

La prima (L1), proveniente dalla sep. 1187 di Passo Marinaro, non è associata ad altro corredo; la seconda (L146), è stata, invece, rinvenuta insieme con altri vasetti non figurati (due skyphoi, tazzina grezza, pateretta) e ad un anellino di rame e digitale di ferro con grande castone.

Dell’ultimo quarto del V secolo sono attestate dieci altre lekythoi ariballiche (forma, come abbiamo visto, presente a Camarina in questo periodo assieme alla lekythos “secondaria”, alla oinochoe, alla pelike, alla hydria). Esse in genere sono associate ad altro corredo (vd. le lekythoi ariballiche m10, m13, m22, m23, m24). La m1072, deposta vicino alla mano destra assieme ad un boccaletto; la m1373 assieme a tre piccole hydriai attiche (una alla destra e due alla sinistra del defunto) di cui una era completamente nera, le altre due dipinte a f.r. con soggetto quasi identico. Dalla sep. 1188 di Passo Marinaro (a cappuccina di un paio di tegole) provengono una lekythos ariballica con Sfinge di profilo a destra (m24) e una prochoe nera. Apparentemente senza corredo era la lekythos ariballica dalla sep. 1011 di P.M. (“a cappuccina di forse due paia, ma parzialmente già violata... tracce di ossa”): da

72 La lekythos m10 prov. dalla sep. 1240 (“a cappuccina di tre paia di tegole di corto con suolo pure di tegole…cranio ad Est”) è associata ad un boccaletto a vernice nera.

73 La lekythos ariballica m13 prov. dalla sep. 1114 di P.M. (“a cappuccina di tre paia di tegole... cranio ad E”), è associata a “tre piccole hydrie attiche (una alla d. e due alla s.); avevano tutte le identiche dimensioni… ; una era completamente nera e le altre due dipinte a f.r. [Vd. m5, m6] “...Ai piedi del morto: lucerna, piccolo skyphos nero, lekythos ariballica con oca che becca in un tumulo (?) sotto cui serpe” (p. 103-4). Vd. lanza 1990, 104-105, sep. 1114 (“Ha nel becco un lungo oggetto arrotolato [serpente?]”).

essa proviene la piccola lekythos ariballica con figura di Sfinge (m11), attribuita al pittore della Sfinge di Mainz. Non è dato, quindi sapere se fossero presenti altri elementi di corredo74.

Il panorama delle forme si amplia a partire dall’ultimo quarto del VI secolo a.C.: sono testimoniate anfore, crateri, oinochoai, skyphoi, hydriai.

3) anfore A partire dall’ultimo venticinquennio del VI

secolo appare a Camarina la forma dell’anfora75. Di questo periodo, infatti, sono noti quattro esemplari di grandi dimensioni stilisticamente simili, con collo distinto dal corpo del vaso, e con doppia fila di palmette diritte e rovesciate, divise da una catena di cerchi (D2, D3, D6, D7). Il contesto di rinvenimento è noto per le anfore D2-D376. Esse provengono dalla sepoltura 497 della necropoli di Rifriscolaro e sono associate ad una coppa ionica del tipo B2, ad una coppa attica a basso piede (tipo C), ad una lucerna attica, ad un kernos (?), ed alla grande lekythos frammentaria con scena dionisiaca sul collo e scena di partenza col carro alla presenza di Apollo ed Hermes - le due uniche figure superstiti - (C5). Le “grappe di bronzo applicate per un restauro operato in antico” indicano che essa, inquadrabile nel venticinquennio precedente, era stato un oggetto caro al defunto ed interrato, al momento della sepoltura, assieme ai suoi resti. Il ricco corredo farebbe pensare - come si è detto nel paragrafo sulle lekythoi - a personaggi di alto rango, vissuti nel momento della rivolta di Camarina contro la metropoli siracusana (553-552 a.C.).

La forma dell’anfora a collo distinto, assente nel breve periodo di vita della città nel primo quarto del V secolo, riappare nel momento della terza fondazione (461 a.C.) con un solo esemplare del tipo nolano, attribuito ad Hermonax e con figura di satiro su entrambi i lati (i1)77. Un altro frammento di anfora (?) è conservato in una collezione privata (i8); di altri esemplari poco sappiamo dei contesti di rinvenimento78.

74 La lekythos ariballica m23 con sfinge proviene dalla sep. 186 di P. Marinaro (orsi 1904: “breve area di ustrino senza ossa e con due vasettini, uno dei quali era una lekythos ariballica nera con fig. r. di sfinge...”).

75 Le anfore D2 e D3, provengono dalla sepoltura 497; l’anfora a collo distinto D6 (ex coll. Pacetto) prov. dalla necropoli di Scoglitti; l’anfora D7 prov. genericamente da Camarina.

76 Vd. Tabella dei contesti.77 Vale la pena, a questo proposito, ricordare che

l’anfora nolana, al contrario, è molto comune nella vicina Gela, dove, in questo periodo sono noti ben 26 esemplari (Ta aTTika 2003, 36, 76, fig. 6b).

78 Ricordiamo l’anfora i49 attribuita al pittore di

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14 F. Giudice et Alii

Nel terzo quarto del V secolo si colloca l’anfora a collo distinto L43, frammentaria, proveniente dalle adiacenze della sepoltura 819 della necropoli di Passo Marinaro, con scena di Amazzonomachia, attribuita al gruppo di Polignoto indeterminato; o, ancora, l’anfora L138, con kymation sotto l’orlo e palmette contrapposte tra spalla e parte inferiore delle anse, proveniente dalla sep. 282 di Passo Marinaro, della quale purtroppo non si conosce il contesto.

Nessuna anfora dell’ultimo quarto del V secolo è nota a Camarina.

4) CrateriDella forma del cratere è noto a Camarina un

piccolo frammento databile nell’ultimo quarto del VI secolo, ma una presenza consistente di questa forma si registra solo a partire dalla terza fondazione, allorquando dalle necropoli della città provengono più di venti esemplari; e, principalmente, in pieno periodo classico (450-425 a.C.), momento in cui i crateri attestati raggiungono quasi il numero di settanta. All’interno della forma sono compresi le varianti a colonnette, a campana, a calice, a volute, e frammenti di tipo indeterminato. Purtroppo solo di alcuni esemplari è noto il contesto di rinvenimento.

Fra i crateri a colonnette databili nel primo decennio della fondazione ne va segnalato un buon numero che non presenta altro corredo se non il cratere stesso utilizzato come cinerario (vd. i13, i19, i22).

Nella sep. 891 il cratere i10 conteneva “solite ossa cremate e due alabastra in frantumi”. Il cratere a colonnette i12 della sep. 974, “coperto da un rozzo bacile capovolto” aveva “nell’interno ampia pisside nero-iridescente e poche ossa cremate”79. Riguardo al cratere i15, proveniente dalla sepoltura 1157, annotava Orsi: “attorno al ventre del vaso erano collocate due kylikes nere combacianti, senza manichi... ed inferiormente a queste un alabastron di alabastro. Il vaso ossuario, racchiudente ossa cremate…”. Per questo periodo ricordiamo, infine, il cratere a colonnette i106 proveniente dalla sep. 280, per il quale Orsi chiosava che era “contenente abbondanti ossa cremate. Posata sulla tegola di protezione stava una strigile di bronzo …”, oggetto che con ogni probabilità sottolineava lo status del defunto.

In questo primo decennio della terza fondazione si inquadra un solo cratere a campana (i44), per il quale si ha fortunatamente notizia

Siracusa 22174, prov. dalla sep. 46 di P. Marinaro (scavi 1972).

79 In lanza 1990, 74, sep. 974, tav. 42, appaiono tuttavia associate una coppa su stelo e una lucerna.

del contesto di rinvenimento. Esso, in frammenti con figure femminili superstiti, proveniva da un ustrinum (sep. 901) ed era associato a “rottami di due kylikes nere”.

Per il venticinquennio successivo (450-425 a.C.) vanno segnalati, come per il primo decennio della fondazione, crateri a campana utilizzati come cinerario, senza altro corredo: è il caso per es. dell’esemplare L57 della sep. 413; su di esso Orsi annotava: “… coperto da un piatto grezzo capovolto … giaceva un piccolo cratere a campana perfettamente intatto … contenente sino a metà minute ossa cremate … esternamente un alabastron disfatto”; o, ancora, dell’esemplare L67 proveniente dalla sep. 151 di Passo Marinaro (“incinerazione in cratere, verticale sulla sabbia”) o di L70 dalla sep. 1478 di Passo Marinaro (“grandioso cratere a colonnette…coperto da un mattonaccio quadro … con prominenza circolare al centro, ...cenere derivante da un individuo giovane”)80. La tipologia di sepoltura è, quindi, abbastanza uniforme, e costante appare l’assenza di corredo aggiuntivo all’interno del cratere cinerario.

Né sostanzialmente fa eccezione il cratere L81 della sep. 14 di Passo Marinaro: ustrinum “con carboni e ceneri senza ossa. A m. 1,25 precisi di distanza da essa un cavo circolare nella sabbia vergine, a m. 2 di profondità, racchiudeva un grande vaso a colonnette, riempito in buona parte di una massa di cenere leggerissima, con poche candide ossa... cremate. La bocca ne era chiusa da un robusto piatto leggermente concavo, con ampio labbro e beccuccio, per versare la poltiglia che in origine vi si manipolava…”.

Non diverso è il tipo di sepoltura, quando, invece del cratere a colonnette, è utilizzato quello a campana, il quale, spesso, costituisce l’unico vaso destinato a contenere le ossa cremate del defunto81. Tuttavia, come l’altro tipo, lo si può

80 O, ancora, di L71 dalla sep. 1307 (“area di ustrino di circa un m. di circonferenza e poco sotto di esso un vaso a colonnette coperto di una lastra calcarea rettangolare. Conteneva ossa cremate…”); o di L73 della sep. 1493 (“piccolo ossuario in forma di vaso a colonnette circondato e coperto di scaglie…esso non conteneva ossa cremate ma della sabbia interamente cinerea, il che fa supporre una intensa cremazione di individuo giovanissimo”); o di L76 dalla sep. 68 (“incinerazione in cratere, vert. in una buca…all’interno ossa bruciate”), o di L78 della sep. 1347 (“protetto da una tegola si rinvenne un grandioso vaso a colonnette … il quale racchiudeva ossa e ceneri”); o di L86 della sep. 332 (“incinerazione in cratere, vert. in una buca…all’interno ossa bruciate”).

81 Sep. 289 di P. Marinaro (L22): “una tegola…proteggeva un grande... cratere a campana a f.r….con entro abbondanti ossa cremate, provenienti, penso, dalla vicina «bruciatura»”; sep. 602 bis di P. Marinaro (L23): “area di ustrino di m. 2 x 1, senza ossa. All’estremità un cratere a campana in frantumi, ridotto solo a metà…”; dalla sep. 413

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15Le importazioni di ceramica attica a Camarina

talora trovare associato ad altri vasi di corredo. Per il cratere a campana L45 dalla sep. 1252, per es., Orsi annotava: “… in un pozzetto profondo oltre 2 m. si trovò un cratere a campana coperto di un piatto rustico a beccuccio, di un tipo che è frequente negli scarichi di Gela e di Camarina. Conteneva abbondanti ossa cremate ed era tutto nero. In tutta prossimità si trovò anche il corrispondente ustrino con minime tracce delle ossa sfuggite nella ỏστολογία, una lucernetta, uno skyphos ed un vasetto a calotta neri”; oppure per il cratere a campana L55 dalla sep. 503: “Alla prof. di appena 1 m., poggiato sulla sabbia vergine, assicurato in giro da piccole pietre, e protetto da una mezza tegola, giaceva un piccolo cratere a campana, a cm. 30 … Nell’interno del vaso superiormente erano distribuiti: un manico di strigile in ferro, una bella lucerna ombelicata n. con fascia rossa, uno scodellino a calotta, una piccola kotyle n. a manico verticale, il labbro di un vasetto (forse un aryballos) in bronzo. Sul fondo una modica quantità di ossa cremate”. Anche in questo caso, come per il cratere a colonnette i106 dalla sep. 280 di Passo Marinaro (con strigile) il corredo chiarisce lo status del defunto.

La variante a calice del cratere (L47) è stata rinvenuta nella sep. 93 di Passo Marinaro, “di tegole a cappuccina, con scheletro dal cranio ad est”, da cui proviene il cratere a calice con soggetto dionisiaco su entrambi i lati. “Al di sopra delle tegole di chiusa stavano i rottami di un cratere a f. r. ed il fondo di un altro” (a calice?), probabilmente svuotato in epoca recente delle ossa cremate. Se l’ipotesi di Orsi della presenza di un secondo cratere a calice è corretta, questo sarebbe il primo caso di una sepoltura con due crateri (senza altro corredo). Ed, ancora, un cratere a calice associato ad altri vasi di corredo è l’esemplare L37, proveniente dalla sep. 524 (cratere a calice con Erma itifallica tra satiro e menade (A) e tre giovani ammantati (B), attribuito al pittore di Pantoxena da J.D. Beazley). Esso era coperto da un tegolone messo di piano e conteneva “ossa giovanili abbruciate... Esternamente erano appoggiate alle anse due piccole kylikes nere...; una conteneva una strigile

di P. Marinaro (“breve area di ustrino”) proviene il piccolo cratere a campana (L57), coperto da un piatto grezzo; esso “…contenente sino a metà... ossa cremate”; sep. 379 (L58), sotto una zoccolatura che probabilmente sosteneva un altare funebre “apparve una fossetta rettangolare…nella quale era stato calato, coprendone poi la bocca con una tegola, un cratere a campana contenente abbondanti ossa cremate”; dalla sep. 854 proviene il cratere a campana (L64) con scena nuziale (A) e ammantato tra due figure femminili (B), conservato nell’antiquarium camarinese (in lanza 1990 non compare nel corredo della tomba mentre di steFano 1998 lo dice proveniente da essa).

in bronzo, l’altra un bocchino di aryballos in bronzo, oggetti della palestra, appartenuti al giovane cremato”. Come già per il cratere a campana L55, anche in questo caso è segnalato lo status del defunto.

Chiude la serie dei crateri a calice il vaso L93, rinvenuto nelle adiacenze della sep. 819 di Passo Marinaro (“ustrinum di un mezzo m.q.... senza oggetti”). Annotava orsi che “nelle fiancate erano collocati grandi pezzi a f.r. di una hydria e di un cratere” ed aggiunge che “nel primo periodo degli scavi in questa vicinanza si raccolsero altri grandi pezzi”.

È probabile, quindi, che la tipologia della sepoltura fosse quella con i due grandi vasi associati, cratere ed hydria, presumibilmente appartenenti a defunti di alto status sociale82.

5) OinochoaiNell’ultimo quarto del VI secolo a.C. fa la

sua apparizione pure la oinochoe (D9); essa successivamente è documentata in pieno periodo classico (L3); e ben tre esemplari sono attestati nell’ultimo quarto del V sec. a.C. (m783, m18, m25). Poche indicazioni si hanno purtroppo sul contesto di rinvenimento. Per la D9 non si hanno notizie del contesto; per la oinochoe m18 è detto semplicemente84: “anche la oinochoe fig. 102, rinvenuta in vicinanza del sep. 91, ha un soggetto d’indole assai affine al precedente.”

6) SkyphoiSempre a partire dall’ultimo quarto del VI

secolo è attestata la forma dello skyphos (D1), documentata anche da un altro esemplare databile nel venticinquennio successivo (500-484 a.C.) (F22). Un’impennata nell’import di skyphoi si registra nel periodo della terza fondazione con sei esemplari (i96-i101); mentre un forte calo si verifica nel periodo pienamente classico, rappresentato da due esemplari (L95, L136); la forma non è attestata nell’ultimo quarto del V secolo a.C.

Abbiamo notizie del contesto per lo skyphos D1 con scena di congedo su entrambi i lati tra palmette, proveniente dalla sep. 201 di Passo Marinaro. Esso “giaceva nell’interno della costruzione circolare, …era una piccola area di ustrino di cerca mezzo metro quadrato”; assieme allo skyphos furono rinvenuti “rottami di un’anfora a f.n. scadentissimi e frammenti di oenochoe a bocca circolare; gli altri erano rottami

82 Vd. paragrafo sulle hydriai.83 Oinochoe dai livelli iniziali della fornace Provide.

(pelaGatti 1996, 12; pisani 2006, 224, fig. 4; Giudiceb 2007, 217, n. cat. 447).

84 orsi 1904, c. 902, fig. 102.

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16 F. Giudice et Alii

insignificanti”.Del successivo breve periodo della necropoli

(500-484 a.C.) è noto un frammento di skyphos del gruppo CHC (superstiti parzialmente una palmetta ed una Sfinge) (F22), ma nulla è noto del contesto di rinvenimento.

Più ricco è il momento della terza fondazione (461-450 a.C.) con ben tre skyphoi del pittore di Lewis (i96, i97, i98), uno skyphos del pittore del Louvre CA 1849 (i99) e due skyphoi della classe degli “Owl skyphoi” (i100, i101).

Di provenienza sporadica da Passo Marinaro sono gli esemplari i96, i97, i98; della collezione Collisani faceva parte l’esemplare i98. Le provenienze sono note, quindi, soltanto per gli skyphoi i100 e i101. Lo skyphos i101 proviene da una sepoltura di Passo Marinaro, di cui non è stato pubblicato il contesto di rinvenimento. Di più sappiamo dello skyphos i100; esso è stato rinvenuto nella sep. 374 di Passo Marinaro (“baule fittile di medie dimensioni … contenente uno scheletro dal cranio a sud-est”) e assieme ad un altro era deposto “alle due mani”; un terzo skyphos era ai piedi con una delle anse verticali; nello stesso punto erano una lucerna nera ombelicata ed un boccaletto a forma di attingitoio; al braccio sinistro e destro erano due piccoli alabastra. Il corredo abbastanza ricco, anche se composto da poveri vasetti, può darci l’idea del contesto all’interno del quale erano deposti gli skyphoi di quest’epoca. La presenza di esemplari del pittore di Lewis e della sua cerchia testimonia, tuttavia, che esistevano tombe in cui erano presenti skyphoi attici a figure rosse di maestri abbastanza rappresentativi della produzione di età protoclassica.

7) HydriaiCome l’anfora, l’hydria sembra fare la sua

apparizione a Camarina solo a partire dall’ultimo quarto del VI secolo. A Beazley, di questo venticinquennio, era noto un esemplare dell’ex collezione Pacetto con efebo in corsa tra giovani, attribuito al gruppo del Vaticano G52 (D5). Di essa purtroppo nulla sappiamo del contesto di rinvenimento.

Nessuna hydria si registra nel breve momento di vita della città nel periodo ippocrateo-geloniano.

La forma riappare nel momento della terza fondazione con un primo esemplare noto al Beazley (i47) e con un secondo aggiunto successivamente (i34). Il primo, con due donne, è attribuito al pittore della Lekythos di Yale (J.D. Beazley), il secondo, con Borea che insegue orizia, è inquadrato nell’officina del pittore dei Niobidi (G. Giudice). Entrambi, da Passo Marinaro, sono

rinvenimenti sporadici e non danno quindi altre informazioni. Su un terzo frammento, infine, anche se attribuito dubitativamente ad un’hydria (i35), bisogna richiamare l’attenzione. Esso conserva una splendida testa di Athena, protetta da un elmo caratterizzato da un lungo lophos decorato lateralmente da un Pegaso alato a f.r., ed è stato attribuito all’officina del pittore dei Niobidi, e, probabilmente, al pittore dei Satiri Villosi (G. Giudice), la cui produzione scende al di sotto della metà del V secolo; vale la pena di ricordare che nel frammento è stato riconosciuto un possibile riferimento alla Parthenos fidiaca85.

Anche se non disponiamo delle immagini vale la pena di richiamare il contesto della sep. 819, vicino alla quale è stato trovato il fr. di vaso L51, attribuito all’importante gruppo di Polignoto (“Ustrinum di un mezzo mq … cranio ad E, senza oggetti. Nelle fiancate erano collocati grandi pezzi a f.r. di una hydria e di un cratere. Nel primo periodo degli scavi in questa vicinanza si raccolsero altri grandi pezzi”). Anche in questo caso la presenza di un’hydria è testimonianza della importanza della tomba e del defunto ivi seppellito.

La tipologia vascolare dell’hydria, dai sei esemplari degli elenchi Beazley, raggiunge il numero di undici nel 450-425 a.C. Fra queste di particolare importanza è la scena di anodos sulla spalla e di partenza del guerriero sul corpo della kalpis L20, proveniente dalla sep. 578 (“grande hydria nera con due fasce di figure … era in un cavo del suolo a piccola profondità … coperta da una scaglia e a metà colma di grosse ossa cremate. All’esterno un boccaletto grezzo”).

Sempre in sepolture di prestigio sono state rinvenute le hydriai L27, L92, L103, L104, L107. In particolare, le hydriai L27, L103 ed L104 provengono tutte dalla ricca sep. 1222 di Passo Marinaro. Come annotava Orsi86, questa era una “grande tomba di pezzi a due filari, chiusa da quattro copertoni …; essa rappresentava una novità poiché conteneva un grandioso baule fittile col suo coperchio carenato in due pezzi. Lo scheletro era disteso col cranio verso E; alla gamba sin. una bella e media hydria a f. r., alla des. una lucerna ombelicata nero ebano ed una piccola lekythos aryballica con figurina muliebre nonché un orcioletto grezzo in pezzi ovolare. Alla mano des. una lametta o spatoletta di bronzo senza taglio, rotta al manico … alle due spalle des. e sin. altre due hydrie gemelle per disegno e dimensioni alle precedenti, ma di esse una a metà distrutta. Va ancora notato che

85 Giudicec 2003, 16-17. 86 orsi 1907, 484; lanza 1990, 120, sep. 1222, nn.

1-3.

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17Le importazioni di ceramica attica a Camarina

sopra i copertoni vi era uno dei soliti boccaletti grezzi di cui la necropoli ci ha dato diecine di esemplari e nell’interno della cassa alle testate ed ai piedi erano due e due (quattro) arpioni di ferro a doppio gambo con tracce di fibbre legnose, i quali sembrano fossero destinati a maneggiare un assito sul quale sarebbe stato disteso il morto; forse una specie di letto funebre adibito nella πρόθεσις e nella ἐκφορά e poi deposto col morto stesso nel sepolcro”.

Purtroppo solo un frammento è pervenuto della grande hydria L92 con Nike e figura maschile con strumento musicale, rinvenuta nelle adiacenze della sep. 910; essa è attribuita al pittore di Kleophon, il più “partenonico” dei ceramografi classici; e, sempre solo, il frammento di una piccola hydria (L107) con figure femminili forse nel gineceo, attribuita ad Aison, un altro ceramografo di primo piano nell’Atene periclea.

L’impressione che si ricava è che nel periodo classico la forma dell’hydria, fosse riservata, forse più dello stesso cratere, a sepolture di grande prestigio, destinate, probabilmente, a defunte di rango.

La fortuna della forma dell’hydria continua nell’ultimo quarto del V secolo, periodo in cui si assiste, peraltro, ad una estrema rarefazione del repertorio delle tipologie vascolari, che, come abbiamo visto, si riducono a piccole hydriai, piccole pelikai, lekythoi di forma secondaria, e lekythoi ariballiche. Al riguardo va ricordata la sepoltura 1114 della necropoli di Passo Marinaro da dove provengono tre hydriai, una a vernice nera e le altre due con scena di toilette femminile (m5, m6), attribuite entrambe al pittore del Toro (G. Giudice) ed associate ad una lekythos ariballica “vicina al pittore di Al Mina” (vd. m13) 87.

Askoi, kantharoi e pelikai appaiono solo a partire dalla terza fondazione.

8) AskoiPiuttosto rara è la forma dell’askos. A Beazley

era noto un esemplare frammentario (i94) con donna seduta e mano portata in avanti, attribuito al pittore di Bologna 417, inquadrabile nel primo decennio della terza fondazione della città. Il vaso, sporadico, è stato rinvenuto vicino alla sep. 1344, il cui corredo era costituito da “due

87 Sep. 1114 “a cappuccina di tre paia di tegole, dir. 280°-100°, cranio ad Est; alle mani tre piccole hydrie attiche (una alla d. e due alla s.); avevano tutte le identiche dimensioni (cm. 12,50); una era completamente nera, e le altre due dipinte a f.r. Avevano anche un soggetto quasi identico ed espresso in stile affettato e negletto…. Ai piedi del morto: lucerna, piccolo skyphos nero, lekythos ariballica con oca che becca in un tumulo (?) sotto cui serpe”.

piccole hydrie grezze, ...due tegamini con il loro coperchio, un alabastron ed una lucerna neri; ...ed una terza hydrietta grezza”. Ad esso ora se ne aggiunge un altro, inquadrabile nel periodo classico (L152), proveniente dalla sepoltura 253 di Passo Marinaro con scheletro di adulto; esso è stato rinvenuto assieme a frammenti di vasi a vernice nera.

9) KantharoiLa forma del kantharos, non presente tra i

vasi Beazley provenienti da Camarina, emerge ora in tre esemplari attribuiti alla classe di San Valentino (i102, i103, i104). Tutti e tre sono, purtroppo, rinvenimenti sporadici provenienti dalla necropoli di Passo Marinaro; pertanto non è dato conoscerne il contesto.

10) PelikaiLa forma della pelike è attestata a Camarina

grazie ad un esemplare databile nel primo decennio della fondazione (i23); altri quattro si datano in pieno periodo classico (L2, L14, L80, L90); a questi ora se ne aggiungono altri due dell’ultimo quarto del V secolo (m8, m9). La prima pelike (i23), frammentaria, proveniente dalla necropoli di Passo Marinaro, è stata attribuita da Beazley ai “Primi Manieristi Indeterminati”; di essa, purtroppo, non si conosce il contesto. Disponiamo di dati solo per la L2, proveniente dalla sep. 903 di Passo Marinaro. Questa pelike, attribuita al pittore di Persefone, presenta una scena di partenza del guerriero nel lato A e scena di conversazione tra due giovani nel lato B. Essa, unico pezzo di corredo della sepoltura 903 di Passo Marinaro, era “piena di ossa” e sovrastata da un bacile di copertura (annotava Orsi: “salvo le dimensioni era identico a quello del sepolcro 875”). Delle altre tre pelikai del 450-425 a.C. la prima (L14), conservata a Catania, è detta provenire genericamente da Camarina, e così anche la seconda (L80) (ARV2 p. 1116, 38)88, la terza (L90) è sporadica da Passo Marinaro. A questo gruppo se ne aggiungono due dell’ultimo quarto del secolo (m8, m9).

Stamnoi, lebeti nuziali, e vasi configurati,

infine, sono attestati a Camarina nel terzo venticinquennio del V secolo.

11) StamnoiLa forma dello stamnos è documentata a

Camarina a partire dal 450-425 a.C. Era già noto a Beazley un vaso di questa forma (L84) al quale se ne è aggiunto, ora, uno frammentario (?) (L50). Il primo, con scena di partenza di un

88 arias 1941, 5, tav. 7, 4 la dice proveniente da Gela.

Page 22: La Ceramica Attica a Camarina

18 F. Giudice et Alii

guerriero (A) e tre figure ammantate (B), è stato attribuito da J.D. Beazley al gruppo dei Tardo-Manieristi Indeterminati; il secondo, attribuito da G. Giudice al gruppo di Polignoto, è frutto di un rinvenimento sporadico dalla necropoli di Passo Marinaro. Non abbiamo pertanto elementi per conoscere il contesto di rinvenimento di una forma molto vicina al cratere. è probabile che, come quello, lo stamnos fosse utilizzato con funzione di cinerario, ma allo stato delle conoscenze questa resta solo un’ipotesi.

12) Lebeti nuzialiIl lebete nuziale, forma non presente tra i

vasi Beazley provenienti da Camarina, è ora rappresentato da due esemplari, databili in pieno periodo pericleo (L108, L140). Il primo, attribuito da G. Giudice ad Aison, “era protetto in giro da quattro scaglie. Nell’interno ossa cremate di bambino con assai cenere ed una piccola lekythos”. Annota orsi che la “combustione del bambino pare qui certa ed è un unicum”. Il secondo (L140) proviene dalla sep. 1316, un “minuscolo ustrino con lato di soli 20 cm. protetto da alcune pietre, conteneva ossa cremate ed un piccolo stamnos in frammenti col suo coperchio”. Segnalato “uno strano frammento come di osso fossile. è, parmi,” - annota Orsi - “uno dei casi estremamente rari di cremazione di bambino”.

13) Vaso configurato Maggiori elementi di conoscenza emergono

dalla sep. 780 di Passo Marinaro (“Fossa lunga senza traccia di ossa né cremate né incombuste”) nella quale è stata rinvenuta una oinochoe a testa configurata (L137), attribuita alla classe T di Basilea (J. D. Beazley). Assieme ad essa è stata rinvenuta una piccola quantità di “vasettini” in frantumi, grezzi non raccolti, e uno strigile in bronzo. Ci si potrebbe chiedere se non si tratti di un cenotafio.

14) Frammenti di vasiNumerosi sono i vasi rinvenuti in stato

frammentario e sporadico. Essi si concentrano, in numero di 25 nel 461-450, e di 15 nel venticinquennio successivo. Non si registrano finora frammenti di altro periodo. La loro valutazione resta finora sospesa fino a quando non si avrà un inquadramento cronologico e stilistico adeguato.

(G. G.)

i Soggetti (vd. fig. 23)

All’analisi delle forme conviene far seguire quella dei soggetti al fine di:

a) verificare in prima istanza il rapporto tra la fortuna dei soggetti a Camarina e quella della produzione globale ateniese nel variare dei venticinquenni dagli inizi del VI alla fine del V secolo a.C. (vd. figg. 24-31);

b) valutare, poi, il variare della fortuna dei singoli temi all’interno degli otto venticinquenni di importazioni nella polis camarinese (vd. figg. 32-58).

(F. G.)

a) i soggetti presenti a Camarina a confronto con la produzione globale attica89

(vd. figg. 24-31 )

600-575 a.C.La presenza di frammenti (a1), inediti (attici?),

non permette di riconoscere alcun tema90.

575-550 a.C.Solo a partire dal secondo venticinquennio

del VI sec. a.C. è possibile condurre un’analisi dei soggetti. Si tratta di pochissimi esemplari, tra i quali una coppa frammentaria (B5) in cui una figura barbata, che potrebbe essere interpretata come satiro, mostrerebbe a Camarina una precoce presenza di scene dionisiache, in un momento in cui, nel mercato globale, queste scene sono attestate da pochi esemplari (il Beazley ne registra solamente quarantaquattro). Altre due coppe presentano una semplice decorazione, una a foglie di edera (B2), l’altra a linguette (B3)91.

89 Nella realizzazione degli istogrammi, si è dovuto superare il problema relativo alla non coincidenza tra il numero dei vasi e le scene raffigurate su si essi; dato che possono incontrarsi, da uno a più temi, a seconda della forma, si è deciso di costruire i grafici rinunciando ad una arbitraria coincidenza tra numero dei vasi e numero dei soggetti, privilegiando così “il punto di vista del compratore” e salvaguardando la “polivalenza delle immagini” che è stata certamente determinante nell’orientarne l’acquisto (Cfr. F. Giudice, I vasi attici della prima metà del V sec. in Sicilia: il quadro di riferimento, in Lo stile severo in Grecia e in Occidente, Roma, 1990; o ancora F. Giudice e i. rizzo Giudice, Seeing the Image: the Construction of the Reference Frame of the Imagerie of Attic pottery from 635 to 300 B.C. in “Athenian Potters and Painters II”, pp.48-62, da cui sono tratti i grafici dei soggetti nella produzione globale).

90 D’altro canto la produzione globale conosce, in questo periodo, un notevole sviluppo di rappresentazioni di animali sia reali che fantastici, con probabile funzione decorativa piuttosto che narrativa. Nello stesso tempo cominciano ad affermarsi vasi con rappresentazioni di komos, insieme ad altri temi, ancora poco consistenti numericamente.

91 La sub-colonia si mostra ancora poco ricettiva nei

Page 23: La Ceramica Attica a Camarina

19Le importazioni di ceramica attica a Camarina

550-525 a.C.Nel terzo venticinquennio del VI secolo, pur

nella esiguità delle importazioni, si comincia a delineare una maggiore varietà tematica delle scene rappresentate. Come nel venticinquennio precedente, è possibile registrare la presenza di una scena dionisiaca sulla spalla di una lekythos frammentaria (C5), associata ad una rappresentazione di divinità (Hermes, Apollo sulla quadriga) sul corpo del vaso, e di una decorazione di tipo vegetale su una coppa (C2). Tra gli altri soggetti si ritrovano rappresentazioni di scene di culto (C3)92, di cavalieri e animali fantastici (C6), di attività sportive (C4). Anche in questo caso, difficilmente si può parlare di un interesse del mercato camarinese verso particolari tipi iconografici ed appare, per es., ovvia la presenza di un vaso con rappresentazione di animali reali (C1), data la grande fortuna che questo tipo di decorazione continua a conoscere nella produzione globale93.

525-500 a.C.L’ultimo quarto del VI secolo a.C. non registra

un sostanziale aumento delle importazioni rispetto al periodo precedente. Dal punto di vista iconografico si può notare come la presenza di scene dionisiache, su tre esemplari (D3, D6, D9), confermi la tendenza già in parte delineatasi nei venticinquenni precedenti. Fanno la loro apparizione a Camarina le scene di guerra, anch’esse presenti su tre esemplari (D1, D4, D6). Sono attestati, inoltre, vasi con rappresentazioni di divinità (D3, D8), di scene di culto (E1), di cavalieri (D7), di attività agonistiche (D5) e di animali reali (D2). Per la prima volta sono presenti anche le rappresentazioni relative al ciclo troiano (D8) e alle scene di conversazione (D7), entrambe documentate una sola volta. Pur nel limitatissimo numero di vasi, la fortuna dei soggetti a Camarina, in questo periodo, sembra seguire il trend della produzione globale che vede tra le rappresentazioni di maggior successo

confronti della produzione ceramica attica e, di conseguenza, delle sue scelte tematiche di maggior successo, tra le quali dominano le tradizionali rappresentazioni di animali reali, mentre cominciano a conoscere una discreta fortuna le scene di guerra e quelle con rappresentazioni eroiche e mitiche.

92 È visibile la parte inferiore di due figure femminili, poste frontalmente, tra le quali è steso un drappo. Per questo tipo di raffigurazione alcuni studiosi hanno suggerito interpretazioni di carattere erotico.

93 Costituisce un fenomeno di divergenza rispetto alla produzione globale la mancanza di rappresentazioni relative al mondo della guerra in un momento in cui queste scene, dopo quelle con animali, sono le più attestate (seguite dalle scene di conversazione e da quelle eroico-mitologiche, anch’esse assenti dal mercato camarinese).

quelle relative al mondo dionisiaco, seguite da quelle che hanno il guerriero come protagonista e da quelle con raffigurazioni di divinità94.

(r. s.) 500-484 a.C.Il confronto del grafico relativo al periodo

compreso tra l’inizio del V sec. a.C. e lo spopolamento della città da parte di Gelone (484 a.C.) con quello relativo al primo venticinquennio del V sec. a.C. nella produzione attica globale risente della evidente episodicità delle attestazioni di vasellame attico a Camarina. Le scene dionisiache95, le scene raffiguranti divinità96 e le scene con eroi e miti vari97, che rappresentano i soggetti prediletti nella produzione attica di questo periodo, subiscono, infatti, a Camarina un ridimensionamento significativo. Il mercato camarinese sembra prediligere insieme a questi ultimi soggetti i vasi con rappresentazioni di guerra o guerrieri98 (attestati nel mercato globale da un migliaio di esemplari) o con sola decorazione secondaria (F7, F17-F20). Poche, a Camarina, le rappresentazioni di cavalieri (F5), di Amazzoni o amazzonomachie (F9, F14), di animali reali (F5) e fantastici (F22), poco raffigurati rispetto ad altri soggetti nella produzione globale di questo periodo99.

461-450 a.C.Il grafico del periodo della terza fondazione

della città, messo a confronto con quello relativo ai soggetti raffigurati nella produzione attica coeva, consente di registrare una predilezione pressoché identica di temi iconografici. A Camarina tuttavia è possibile mettere in evidenza un picco per i vasi con sola decorazione secondaria100 che non trova rispondenza nel mercato globale che predilige, invece, nel secondo quarto del V sec. a.C. le scene di conversazione, ricorrenti a Camarina in

94 Sembrano, finora, assenti i temi di carattere eroico e mitico, che nella produzione globale conoscono, invece, una notevole fortuna accanto ai temi di maggior successo.

95 F11, F16bis, F21, F21ter.96 F6, F15, F16, G1.97 F1, F2, F15, F21bis.98 F4, F8, F10, F12, F16.99 Si registra la totale assenza di alcuni soggetti prodotti

ad Atene in misura non elevata come la Nike, le scene riferibili al ciclo troiano, i giganti e le gigantomachie, i centauri e le centauromachie, i soggetti esotici, le scene di vita quotidiana con eroti e Nikai, le scene di culto, le scene funerarie, i carri, le scene musicali, caccia e pesca, gli inseguimenti divini e umani, le donne in corsa, le scene di corteggiamento, le scene erotiche. Non presenti nel mercato camarinese anche soggetti raffigurati in un numero elevato di vasi prodotti dalle officine del Ceramico: è il caso delle scene di conversazione, delle scene di komos e simposio, e delle scene di vita quotidiana.

100 H1-H23, i54, i55, i81, i102-i104, i110, i111.

Page 24: La Ceramica Attica a Camarina

misura minore101. Altrettanto ben rappresentate, in proporzione, sono le scene di vita quotidiana sia nel mercato globale che nel mercato camarinese102. Un minor numero di attestazioni presentano Nike103, le scene dionisiache104, le divinità105, le scene di guerra106. Raffigurazioni con scarso successo in entrambi i mercati sono gli eroi e miti vari107, il ciclo troiano (i91)108, l’amazzonomachia (i90), le scene di culto109, quelle funerarie (i84, i85, i109), le attività sportive110, le scene musicali111, il komos (i12, i22, i118), il simposio (i15, i31), l’inseguimento divino e umano112, le donne in corsa113, gli animali reali114 e fantastici (i52)115.

450-425 a.C.A partire dalla metà del V sec. a.C. sia nel

mercato globale che in quello camarinese il soggetto più frequente risulta quello delle scene di conversazione116. Una preferenza comune si registra anche per le scene di vita quotidiana117, per le divinità118 e le scene dionisiache119. Il tema iconografico della guerra risulta scelto in percentuale di poco superiore in questo venticinquennio a Camarina rispetto alla preferenza ad esso accordata nel mercato globale: in particolar modo rappresentazioni con partenza del guerriero120 e, poi, scene di armamento

101 i9, i10, i12, i13, i15, i17, i47, i88, i94, i96, i106.102 i46, i48, i49, i53, i56, i62, i66, i83, i108.103 i60, i65, i67-i69, i74, i76, i77, i80.104 i1, i7, i10, i13, i45, i74, i87, i88, i117.105 i6, i9, i25, i34, i35, i71, i93, i113.106 i11, i18, i19, i28, i37, i57, i98, i116.107 i6, i14, i72, i92.108 La figura femminile, seduta, in atteggiamento afflitto,

interpretata da Orsi (orsi 1904, c. 910, fig. 106) come Penelope potrebbe far pensare anche a Niobe, addolorata per l’uccisione dei figli.

109 i58, i61, i70, i105.110 i51, i73, i78, i115.111 i4, i8, i50, i95.112 i9, i17, i34, i106.113 i33, i79, i82, i89. 114 i63, i64, i86, i100, i101, i107.115 è registrabile, invece, la totale assenza a Camarina

di alcuni temi iconografici prodotti ad Atene in misura non elevata come la gigantomachia, la centauromachia, i soggetti esotici, la vita quotidiana con eroti e Nikai, i cavalieri, i carri, le scene di caccia e pesca, il corteggiamento, le scene erotiche, le scene nuziali.

116 L2, L14, L16, L19, L22, L27, L32, L37, L46, L49, L55-L58, L61, L64, L67, L71-L73, L75-L84, L86, L87, L90, L91, L98, L100, L151.

117 L1, L4, L7, L8, L74, L89, L104, L106, L107, L111, L113, L121-L123, L133, L134, L137, L141, L149, L150.

118 L18, L20, L38, L40, L55, L62, L110, L115, L124, L129, L142, L146, L147.

119 L18, L21, L23, L28, L37, L42, L47, L48, L52, L54, L66, L101, L110, L112, L116, L151, L152.

120 L9, L13, L14, L20, L63, L81, L83, L84, L88,

(L56), di combattimento (L70), di riposo (L82, L114) o generiche (L2, L60, L90). Lo stesso pare verificarsi per la Nike121. Dagli istogrammi a confronto è possibile leggere un minor successo comune ai due mercati di temi come quello degli eroi122 e miti vari123, del ciclo troiano (L93), dell’amazzonomachia124, della centauromachia (L132), della vita quotidiana con eroti e Nikai, (L108, L140), delle scene di culto125, dei cavalieri (L77-L79), delle attività sportive126, delle scene musicali127, del komos128, del simposio (L86, L87, L135), degli inseguimenti divini o umani129, delle donne in corsa (L120), delle scene di corteggiamento (L80), delle scene nuziali (L64), degli animali reali130 o fantastici (L127, L130), dei vasi con sola decorazione (L45, L138)131.

425-400 a.C.Nell’ultimo venticinquennio del V sec. a.C.

la varietà dei soggetti che ha contraddistinto i venticinquenni precedenti a Camarina si riduce. Il soggetto più rappresentato è quello relativo a raffigurazioni della vita quotidiana132, notevolmente presente, d’altra parte, anche nella produzione globale di ceramica attica. Episodiche sono, in questo venticinquennio, le raffigurazioni di amazzonomachie o amazzoni (m15-m17) e animali reali (m13, m19, m22) o fantastici (m11, m23, m24) sia nella produzione globale che a Camarina. Rare a Camarina anche le raffigurazioni di divinità (m14) che tuttavia in questo periodo, nella produzione globale133,

L102.121 L70, L71, L77, L83, L85, L92, L118, L139. 122 Per l’interpretazione del personaggio che lancia

la pietra, nel vaso L131, si è proposta una possibile identificazione con Cadmo, che, secondo quanto raccontato dal mito, avrebbe ucciso il serpente di Ares con una pietra. è stata, dunque, supposta per questo vaso la possibile presenza di un vaso “gemello” che avrebbe mostrato la fonte e il serpente suo custode.

123 L38, L61, L67, L76, L110, L131.124 L22, L41, L43, L51, L68.125 L6, L39, L58, L102, L115.126 L57, L71, L85, L109.127 L38, L91, L92, L103, L105.128 L24, L31, L75, L95.129 L3, L5, L21, L34, L40, L55, L73.130 L117, L119, L126, L143, L148.131 Del tutto assenti a Camarina ma attestate nel mercato

globale le scene funerarie. Non prodotti dal Ceramico e di conseguenza neppure attestati a Camarina sono in questo periodo la gigantomachia, i carri, le scene di caccia e pesca, le scene erotiche.

132 m1-m10, m12, m18, m21.133 Assenti a Camarina sono temi iconografici che rag-

giungono un alto picco nella produzione globale di questo periodo, come, in particolare, le scene funerarie, ma anche le scene di conversazione. Assenti poi anche temi presenti in percentuali più modeste nella produzione globale come la Nike, le scene dionisiache, gli eroi e i miti vari, la vita quotidiana con eroti e Nikai, le scene di culto, le scene di

F. Giudice et Alii20

Page 25: La Ceramica Attica a Camarina

21Le importazioni di ceramica attica a Camarina

trovano una forte attestazione .(s. l. t.)

B) il variare della fortuna dei soggetti dagli inizi del VI sec. a.C. alla fine del V sec. a.C.

L’analisi dei soggetti presenti nella polis, condotta per venticinquenni, rivela una diversa fortuna dei soggetti importati. A parte il primo venticinquennio, in cui non registriamo vasi figurati, nel secondo cominciano ad emergere le scene dionisiache e i vasi con sola decorazione secondaria; nel terzo (550-525 a.C.) si affacciano vasi con divinità, scene dionisiache, scene di culto, cavalieri, attività sportive, animali domestici e fantastici, vasi con sola decorazione secondaria. Alla fine del secolo prevalgono, pur nell’esiguità delle attestazioni, le scene di guerra e le scene dionisiache, seguite dalle raffigurazioni di divinità, dal ciclo troiano, dalle scene di culto, dai cavalieri, dalla attività sportiva, dalla conversazione, dagli animali reali.

Nel breve periodo di vita della città nel primo quarto del V secolo (500-484 a.C.), i soggetti più rappresentati sono le scene di guerra, seguite da raffigurazioni di divinità, di eroi e miti vari, di amazzonomachie, di attività sportive, di animali domestici e fantastici; prevalenti in ogni caso appaiono i vasi con sola decorazione accessoria.

Col terzo momento di vita di Camarina le importazioni appaiono sostenute e, conseguentemente, i soggetti variegati. Emergenti, tuttavia, appaiono le scene di vita quotidiana e quelle di conversazione su quelle con divinità, con scene dionisiache, con eroi e miti vari; degno di nota appare il ruolo di Nike se rapportato alla assenza di questo soggetto nei venticinquenni precedenti; sempre alto è il numero di vasi con sola decorazione secondaria. Col 450-425 a.C. le scene di conversazione e di vita quotidiana sopravanzano tutte le altre, anche se sono sempre presenti le scene dionisiache, quelle con divinità e quelle con eroi e miti vari; di numero elevato restano i vasi con scene di guerra.

Il crollo delle importazioni nell’ultimo quarto del V secolo mette, in ogni caso, in assoluto primo piano la fortuna delle scene di vita quotidiana; estremamente semplificato è il quadro per i

guerra, le attività agonistiche, o scene che nella produzione globale sono poco attestate come il ciclo troiano, la gigan-tomachia, la centauromachia, i soggetti esotici, i cavalieri, komos, simposio, gli inseguimenti divini o umani, le donne in corsa, le scene nuziali. Non prodotti dal Ceramico e di conseguenza neppure attestati a Camarina sono in questo periodo vasi che raffigurano carri, scene musicali, caccia e pesca, corteggiamenti, scene erotiche, solo decorazioni secondarie.

restanti soggetti (presenti in numero minimo sono solo le divinità, le Amazzoni, gli animali reali e fantastici).

(S. L. T.)

Per concludere, se le importazioni attiche a Camarina fino al momento della sua terza fondazione non danno molte chiavi interpretative, se non altro a motivo della loro esiguità, esse diventano significative nel pieno periodo classico, allorquando la città entra nel vivo della contesa tra Atene e Siracusa, che porterà alla guerra e, quindi, alla alleanza o neutralità nei riguardi dell’una o dell’altra città. Da questo momento la selezione dei soggetti sembra essere legata ad una precisa scelta ideologica che tende a privilegiare i temi contrapposti della guerra e della pace. Forse la opzione per una imagerie che, per certi versi, si volge verso poli antitetici, non è casuale, ma sembra riflettere, piuttosto, la lacerante diatriba all’interno del corpo civico camarinese tra un impegno attivo nella contesa tra Siracusa ed Atene ed un disimpegno nei confronti della partecipazione ad una prevedibile guerra gravida di rischi, sia nel caso di vittoria che di sconfitta siracusana. Nelle scelta dei soggetti dei vasi sembra quasi di poter cogliere l’eco delle parole messe in bocca da Tucidide all’ambasciatore ateniese nei ben dieci paragrafi che egli dedica alla “questione camarinese” (VI, 75 sgg.), e in particolare nel § 88 in cui delinea il dilemma dei cittadini: “I Camarinesi, da parte loro, si trovavano in questa disposizione d’animo: erano favorevoli agli Ateniesi, a parte l’ipotesi che essi volessero asservire la Sicilia, e da sempre erano in contrasto con i Siracusani, in quanto loro vicini; ma d’altra parte non meno forte era il timore che i Siracusani, loro vicini, potessero, anche senza il loro aiuto, risultare vincitori, per questo avevano in precedenza inviato loro quei pochi cavalieri, e per il futuro pensavano che dovevano piuttosto aiutare nei fatti i Siracusani, nella misura più limitata possibile, ma per il momento, per non dare l’impressione di essere meno equi nei confronti degli Ateniesi, risultati tra l’altro superiori nella battaglia, dovevano fornire, a parole, una risposta che andasse bene per entrambi. Presa quindi questa risoluzione risposero che, dal momento che veniva ad esserci una guerra tra due parti entrambe alleate, giudicavano conforme ai giuramenti non andare in aiuto, per il momento, di nessuno dei due. E così gli ambasciatori di entrambe le parti se ne andarono”134.

(F. G.)

134 Trad. A. Izzo D’Accinni.

Page 26: La Ceramica Attica a Camarina

appendice i

I ceramografi

600-575 a.C. (Cat. a)(figure nere)

Si conoscono solo frammenti (attici?) non attribuiti1.

575-550 a.C. (Cat. B)(figure nere)

Pittore C (1)2

Pittore di Taranto (2)3

Coppe di Siana, non attribuite (2)4

550-525 a.C. (Cat. C)(figure nere)

Vicino a Lydos (1)5

Coppe dei Piccoli Maestri (1)6

Pittore del Pharos (1)7

Non attribuiti (3)8

525-500 a.C. (Cat. D)(figure nere)

Ure’s Class of Skyphoi A1 (1)9

Non lontano dal pittore di Lysippides (1)10

Gruppo di Medea (1)11

Vicino al pittore di Antimenes (1)12 Gruppo del Vaticano G 52 (1)13

Non attribuiti (4)14

525-500 a.C. (Cat. E)(figure rosse)

1 Cat. a1.2 Cat. B1.3 Cat. B2; Cat. B3.4 Cat. B4; Cat. B5.5 Cat. C1. 6 Cat. C2.7 Cat. C3.8 Non sono stati attribuiti ad alcun maestro del Ceramico

di Atene: una lekythos di tipo sub-Deianeira (Cat. C4); quattro frr. di un’altra lekythos (Cat. C5); una coppa (Cat. C6).

9 Beazley 1971, 84, 5 (cat. D1).10 Cat. D2.11 Cat. D3.12 Cat. D4.13 Beazley 1956, 462, 50 (Cat. D5).14 Non sono stati attribuiti ad alcun maestro del Ceramico

di Atene: due anfore a collo distinto (Cat. D6; Cat. D7); una lekythos (Cat. D8); una oinochoe (Cat. D9).

Ricorda il pittore di Gales (1)15

(P.L.)

500-484 a.C. (Cat. F)(figure nere)

Pittore di Edimburgo (3)16

Pittore di diosphos (4)17

Classe del Leoncino (3)18

Pittore di Athena (1)19

Classe di Atene 581, I (1)20

Classe di Atene 581, II (9)21

Maniera del pittore di Haimon (3)22

Gruppo CHC (1)23

500-484 a.C. (Cat. G)(figure rosse)

Pittore di Dutuit (1)24

461-450 a.C. (Cat. H)(figure nere)

officina del pittore di Athena (2)25

officina del pittore della Megera (21)26

461-450 a.C. (Cat. i)(figure rosse)

Hermonax (3)27

Maniera del pittore di Egisto (1)28

Pittore di Mykonos (2)29

15 Cat. E1.16 haspels 1936, 216, 15 (Cat. F1); haspels 1936, 217,

38 (Cat. F2); haspels 1936, 218, 53 (Cat. F3).17 haspels 1936, 232, 11 (Cat. F4); haspels 1936, 235,

65 (Cat. F5); haspels 1936, 236, 85 (Cat. F6); Cat. F7.18 Beazley 1956, 513, 30 (Cat. F8); Cat. F9; Cat.

F10.19 Cat. F11.20 Cat. F12.21 Beazley 1956, 543,143 (Cat. F13); Cat. F14;

Beazley 1956, 550, 327 (Cat. F15); Cat. F16; Cat. F16bis; Cat. F17; Cat. F18; Cat. F19; Cat. F20.

22 Cat. F21; Cat. F21bis; Cat. F21ter.23 Cat. F22.24 Beazley 1963, 308, 20 (Cat. G1).25 Cat. H1; Cat. H2.26 Cat. H3; Cat. H4; Cat. H5 ; Cat. H6; Cat. H7; Cat.

H8; Cat. H9; Cat. H10; Cat. H11; Cat. H12; Cat. H13; Cat. H14; Cat. H15; Cat. H16; Cat. H17; Cat. H18; Cat. H19; Cat. H20; Cat. H21; Cat. H22; Cat. H23.

27 Cat. i1; Cat. i2; Cat. i3.28 Cat. i4.29 Cat. i5; Beazley 1963, 515, 6 (Cat. i6).

F. Giudice et Alii22

Page 27: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore di Siracusa (1)30

Pittore del Frutteto (1)31

Pittore di Alkimachos (1)32

Pittore di Borea (2)33

Pittore di Firenze (5)34

Gruppo di Borea-Firenze (1)35

Pittore di Londra E 489 (2)36

Vicino al pittore di Pan (1)37

Pittore di Leningrado (1)38

Pittore di Agrigento (1)39

Primi Manieristi Indeterminati (4)40

Pittore di Altamura (4)41

Pittore dei Niobidi (3)42

officina del pittore dei Niobidi (2)43

Pittore dell’Idria di Berlino (1)44

Pittore di Villa Giulia (5)45

Pittore di Chicago (2)46

Pittore di methyse (2) 47

Pittore di Providence (1)48

Pittore della Lekythos di Yale (1)49

Maniera del pittore di Londra E 342 (1)50

Pittore di Siracusa 22174 (1)51 Pittore di Bowdoin e sua maniera (10)52

Pittore di Atene 1308 (1)53

Pittore di Icaro (2)54

officina del pittore di Icaro (2)55

Pittore della Seireniske (2)56

30 Cat. i7.31 Cat. i8.32 Beazley 1963, 532, 47 (Cat. i9).33 Beazley 1963, 538, 26 (Cat. i10); Cat. i11.34 Beazley 1963, 542, 27 (Cat. i12); 544, 54 (Cat.

i13); Cat. i14; Cat. i15; Cat. i16.35 Cat. i17.36 Beazley 1963, 546, 13 (Cat. i18); Cat. i19.37 Beazley 1939, 634, fig. 12 (Cat. i20).38 Cat. i21.39 Beazley 1963, 575, 28 (Cat. i22).40 Beazley 1963, 586, 48 (Cat. i23); 588, 83 (Cat.

i24); 588, 84 (Cat. i25); Cat. i26.41 Cat. i27; Cat. i28; Cat. i29; Cat. i30.42 Beazley 1963, 600, 16 (Cat. i31); Cat. i32; Cat.

i33.43 Cat. i34; Cat. i35.44 Cat. i36.45 Cat. i37; Cat. i38; Cat. i39; Cat. i40; Cat. i41.46 Cat. i42; Cat. i43.47 Beazley 1963, 633, 5 (Cat. i44); Cat. i45.48 Beazley 1963, 642, 109 (Cat. i46).49 Beazley 1963, 658, 20 (Cat. i47).50 Beazley 1963, 671, 6 (Cat. i48).51 Cat. i49.52 Beazley 1963, 682, 110 (Cat. i50); Beazley 1963,

684, 146 (Cat. i51); Beazley 1963, 685, 175 (Cat. i52); Cat. i53; Cat. i54; Cat. i55; Beazley 1963, 690, 10 (Cat. i56); Cat. i57; Cat. i58; Cat. i59.

53 Beazley 1963, 695, 2 (Cat. i60).54 Beazley 1963, 698, 35 (Cat. i61); Cat. i62.55 Cat. i63; Cat. i64.56 Beazley 1963, 702, 15 (Cat. i65); Beazley 1963,

703, 44 (Cat. i66).

Pittore di Siracusa 21975 (1)57

Pittore di Angers (1)58

Pittore di Aischines e sua maniera (13)59

Pittore di Karlsruhe (2)60

Pittore di Atene 1826 (2)61

Classe del pittore della Megera (1)62

Pittore di Sotades (2)63

Pittore di Anfitrite (2)64

Pittore di Sabouroff (2)65

Pittore di Pistoxenos (1)66

Pittore di Bologna 417 (1)67

Pittore di Comacchio (1)68

Pittore di Lewis (3)69

Pittore del Louvre CA 1849 (1)70

Classe degli Owl Skyphoi (2)71

Classe dei vasi di San Valentino (3)72

Non attribuiti (15)73

450-425 a.C. (Cat. L)(figure rosse)

The White-line Class of Squat Lekythoi (1)74

Pittore di Persefone (2)75

Pittore della Phiale (5)76

Polignoto o il suo gruppo (4)77

57 Beazley 1963, 706, 1 (Cat. i67).58 Beazley 1963, 706, 4 (Cat. i68).59 Beazley 1963, 709, 8 (Cat. i69); Beazley 1963, 710,

37 (Cat. i70); Beazley 1963, 713, 135 (Cat. i71); Beazley 1963, 713, 145 (Cat. i72); Beazley 1963, 714, 163 (Cat. i73); Beazley 1963, 714, 171 (Cat. i74); Beazley 1963, 718, 246 (Cat. i75); Cat. i76; Cat. i77; Cat. i78; Cat. i79; Cat. i80; Cat. i81.

60 Beazley 1963, 732, 33 (Cat. i82); 733, 58 (Cat. i83).

61 Beazley 1963, 746, 7 (Cat. i84); 746, 8 (Cat. i85).62 Cat. i86.63 Cat. i87; Beazley 1963, 770, 3 (Cat. i88).64 Beazley 1963, 832, 28 (Cat. i89); Cat. i90.65 Cat. i91; Cat. i92.66 Beazley 1963, 862, 28 (Cat. i93).67 Beazley 1963, 918, 213 (Cat. i94).68 Beazley 1963, 958, 70 (Cat. i95).69 Beazley 1963, 974, 32 (Cat. i96); Beazley 1963,

975, 33 (Cat. i97); Cat. i98.70 Beazley 1963, 979, 9 (Cat. i99).71 Cat. i100; Cat. i101.72 Cat. i102; Cat. i103; Cat. i104.73 Non sono stati attribuiti ad alcun maestro del

Ceramico di Atene: un fr. di cratere a campana (Cat. i105); un cratere a colonnette (Cat. i106); tre lekythoi (Cat. i107; Cat. i110; Cat. i111); tre lekythoi aryballiche (Cat. i108; Cat. i112; Cat. i119); una lekythos a f.b. (Cat. i109); frr. di cratere di forma indefinita (Cat. i113); un fr. di coppa (Cat. i114), un fr. di coppa apoda (Cat. i115); tre frr. di vasi di forma indefinita (Cat. i116; Cat. i117; Cat. i118).

74 Cat. L1.75 Beazley 1963, 1013, 10 (Cat. L2); Cat. L3.76 Beazley 1963, 1018, 61 (Cat. L4); Beazley 1963,

1018, 73 (Cat. L5); Beazley 1963, 1018, 74 (Cat. L6); Beazley 1963, 1022, 132 (Cat. L7); Cat. L8.

77 Cat. L9; Cat. L10; Cat. L11; Cat. L12.

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 23

Page 28: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore di Peleo (5)78

Maniera del Pittore di Peleo (3)79

Pittore di Coghill (1)80

Pittore di Curti (1)81

Pittore di Christie (14)82

Pittore di Pantoxena (1)83

Gruppo di Polignoto: Indeterminato (16)84

Pittore di Biscoe (1)85

Pittore di Komaris (1)86

Vicino al pittore di Barclay (2)87

Pittore di Eupolis (3)88

Pittore di Danae (2)89

Pittore di Menelao (1)90

Pittore di Clio (2)91

Pittore di Kassel (1)92

Pittore della Centauromachia del Louvre (3)93

Pittore di Napoli (5)94

Pittore di Orfeo (2)95

Manieristi Tardi: pittore di Oreste (2)96

Pittore di Hephaistos (2)97

Pittore del Duomo (1)98

Pittore di Oxford 529 (2)99

Gruppo dei Tardo-Manieristi indeterminati (2)100

78 Beazley 1963, 1038, 2 bis (Cat. L13); 1040, 16 (Cat. L14); Cat. L15; Cat. L16; Cat. L17.

79 Beazley 1963, 1041, 1 (Cat. L18); Cat. L19; Beazley 1963, 1041, 11 (Cat. L20).

80 Cat. L21.81 Beazley 1963, 1042, 4 (Cat. L22). 82 Beazley 1963, 1047, 12 (Cat. L23); Beazley 1963,

1047, 22 (Cat. L24); Beazley 1963, 1047, 25 (Cat. L25); Beazley 1963, 1047, 26 (Cat. L26); Beazley 1963, 1049, 51 (Cat. L27); Cat. L28; Cat. L29; Cat. L30; Cat. L31; Cat. L32; Cat. L33; Cat. L34; Cat. L35; Cat. L36.

83 Beazley 1963, 1050, 4 (Cat. L37).84 Beazley 1963, 1053, 32 (Cat. L38); Beazley 1963,

1055, 77 (Cat. L39); Beazley 1963, 1056, 79 (Cat. L40); Beazley 1963, 1057, 106 (Cat. L41); Beazley 1963, 1058, 108 (Cat. L42); Beazley 1963, 1059, 122 (Cat. L43); Beazley 1963, 1061, 162 (Cat. L44); Cat. L45; Cat. L46; Cat. L47; Cat. L48; Cat. L49; Cat. L50; Cat. L51; Cat. L52; Cat. L53.

85 Cat. L54.86 Beazley 1963, 1063, 1 (Cat. L55).87 Cat. L56; Cat. L57.88 Beazley 1963, 1073, 3 (Cat. L58); Beazley 1963,

1073, 8 (Cat. L59); Cat. L60.89 Beazley 1963, 1075, 7 (Cat. L61); Beazley 1963,

1076, 1 (Cat. L62).90 Cat. L63.91 Cat. L64; Cat. L65.92 Beazley 1963, 1084, 13 (Cat. L66).93 Cat. L67; Cat. L68; Cat. L69.94 Beazley 1963, 1096, 7 (Cat. L70); Beazley 1963,

1097, 13 (Cat. L71); Cat. L72; Cat. L73; Cat. L74.95 Beazley 1963, 1104, 9 (Cat. L75); Cat. L76.96 Beazley 1963, 1113, 8 (Cat. L77); Cat. L78.97 Beazley 1963, 1115, 18 (Cat. L79); Beazley 1963,

1116, 38 (Cat. L80).98 Beazley 1963, 1117, 1 (Cat. L81).99 Beazley 1963, 1119, 1 (Cat. L82); Beazley 1963,

1119, 3 (Cat. L83).100 Beazley 1963, 1121, 19 (Cat. L84); Beazley 1963,

Pittore dell’Accademia (2)101

Pittore del Lavacro (2)102

Pittore di Hasselmann (1)103

Pittore di Kleophon e sua maniera (11)104

Pittore del Dinos (1)105

Pittore del Louvre G 443 (2)106

Pittore di Monaco 2335 (2)107

Pittore di Aison (3)108

Pittore di Kadmos (1)109

Gruppo di Rodi 11966 (1)110

Pittore di Dessypri (3)111

Pittore di Klügmann (1)112

Pittore di Selinunte (1)113

Pittore della Civetta di Palermo e sua classe (3)114

Gruppo di Londra E 614 (8)115

Classe di Salonicco 510 (3)116

Gruppo di Palermo 16 (2)117

Pittore di Shuvalov (1)118

Pittore di Calliope (1)119

Pittore del Coperchio (1)120

Pittore di Penelope (1)121

Classe T: classe di Basilea (1)122

Non attribuiti (15)123

1122 (Cat. L85).101 Cat. L86; Cat. L87.102 Beazley 1963, 1130, 153 (Cat. L88); Cat. L89.103 Beazley 1963, 1136, 17 (Cat. L90).104 Beazley 1963, 1144, 18 (Cat. L91); Beazley 1963,

1147, 65 (Cat. L92); Beazley 1963, 1149, 13 (Cat. L93); Cat. L94; Cat. L95; Cat. L96; Cat. L97; Cat. L98; Cat. L99; Cat. L100; Cat. L101.

105 Beazley 1963, 1153, 17 (Cat. L102).106 Beazley 1963, 1160, 2 (Cat. L103); Cat. L104.107 Cat. L105; Cat. L106.108 Beazley 1963, 1176, 21 (Cat. L107); Cat. L108;

Cat. L109.109 Beazley 1963, 1184, 4 (Cat. L110).110 Beazley 1963, 1196, 4 (Cat. L111).111 Beazley 1963, 1198, 12 (Cat. L112); 1198 (Cat.

L113); Cat. L114.112 Beazley 1963, 1199, 18 (Cat. L115).113 Beazley 1963, 1200, 2 (Cat. L116).114 Beazley 1963, 1201, 3 (Cat. L117); Cat. L118;

Cat. L119.115 Beazley 1963, 1687 (Cat. L120); Beazley 1963,

1202, 14 (Cat. L121); Beazley 1963, 1202, 16 (Cat. L122); Cat. L123; Cat. L124; Cat. L125; Cat. L126; Cat. L127.

116 Cat. L128; Cat. L129; Cat. L130 (Vd. cook 1991, 209-230).

117 Beazley 1963, 1204, 2 (Cat. L131); Cat. L132.118 Cat. L133.119 Beazley 1963, 1263, 82 (Cat. L134).120 Beazley 1963, 1283, 23 (Cat. L135).121 Cat. L136.122 Beazley 1963, 1549, 19 (Cat. L137).123 Non sono stati attribuiti ad alcun maestro del

Ceramico di Atene: un’anfora a collo distinto (Cat. L138); quattro lekythoi (Cat. L139; Cat. L142; Cat. L143; Cat. L150); un lebes gamikos (Cat. L140); una coppa apoda (Cat. L141); sei lekythoi aryballiche (Cat. L144; Cat. L145; Cat. L146; Cat. L147; Cat. L148; Cat. L149); un

F. Giudice et Alii24

Page 29: La Ceramica Attica a Camarina

425-400 a.C. (Cat. m)(figure rosse)

Pittore di Camarina (4)124

Pittore del Toro (2)125

Pittore di Ferrara T.28 (1)126

Pittore di Bonn 2053 (2)127

Gruppo di Vienna 943 (1)128

Pittore della Sfinge di Mainz (1)129

Pittore dell’Ancella del Louvre (1)130

Pittore di Al Mina (1)131

Pittore Arruffato (1)132

Pittore di Canea (3)133

Non attribuiti (8)134

(G.S.C.)

Appendice II

TaBELLa DEi CoNTESTi Di riNVENimENTo

N.B. La bibliografia indicata è solo quella specifica sul contesto.

B3 Coppa (Siana) a f.n. attribuita alla tarda produzione del pittore di Taranto: Band and ivy Group (H.a.G. Brijder).Necropoli di Rifriscolaro, sep. 1522. pelaGatti 1980-81, 720: “un cenno merita anche la frequenza di elementi lignei rinvenuti all’interno delle sepolture: resti di casse e di assiti usati come coperture o per isolare lo scheletro dal piano di roccia: un caso singolare è quello offerto dalla imponente cella ipogeica T. 1522. All’interno una tavola disposta longitudinalmente e sorretta nei lati corti da due travetti ricopriva lo scheletro e nello stesso tempo fungeva da mensola per parte del corredo: lekythoi samie e coppa di Siana; il resto del corredo, cinque lydia per unguenti profumati, era presso lo scheletro.” Bibl.: pelaGatti 1980-81, 720, tavv. 158-159.

cratere a colonnette (Cat. L151); un askos (Cat. L152). 124 Beazley 1963, 1331, 1 (Cat. m1); 1331, 2 (Cat.

m2); 1331, 3 (Cat. m3); Cat. m4.125 Cat. m5; Cat. m6.126 Cat. m7.127 Cat. m8; Cat. m9.128 Cat. m10.129 Cat. m11.130 Cat. m12.131 Cat. m13.132 Cat. m14.133 Beazley 1963, 1369, 2 (Cat. m15); Beazley 1963,

1369, 3 (Cat. m16); Cat. m17.134 Non sono stati attribuiti ad alcun maestro del

Ceramico di Atene: una oinochoe (Cat. m18); sei lekythoi aryballiche (Cat. m19; Cat. m20; Cat. m21; Cat. m22; Cat. m23; Cat. m24); una chous (Cat. m25).

C5 Lekythos a f.n., frr. di, non attribuita. D2 anfora a collo distinto a f.n. “ricollegabile ad un gruppo non lontano dal pittore di Lysippides” (G. Di Stefano).D3 anfora a collo distinto a f.n. “Può rientrare nella cerchia di antimenes” (G. Di Ste fano), gruppo di medea (E. Kunze-Gotte).Necropoli Rifriscolaro, sep. 497.pelaGatti 1976, 43-46: “ La tomba 497 era situata su di un piccolo pianoro a Sud-Est dell’area delle tombe più antiche, circa 150 m. a Sud della strada scoperta nel 1974 (fig. 3). …. La tomba faceva parte di un gruppo di altre sepolture databili alla seconda metà del VI sec. Era del tipo che usiamo definire «a fossa con risega», consistente cioè in una fossa (di m. 2x0,70) scavata nel calcare roccioso, piuttosto tenero, che , alla profondità di m. 0,70 si riduce ad una fossa più ristretta (m. 1,50x0,50). In superficie non si rinvenne alcuna lastra di copertura. Il piano della risega presentava in ogni angolo un incavo di forma rettangolare mentre due coppie di incavi analoghi erano state praticate al centro dei lati lunghi: si può supporre che tali incavi fossero stati eseguiti per ricevere i montanti e le due tavole trasversali del letto funebre. Alle due estremità della fossa, sul fondo, erano collocate due anfore attiche a figure nere, l’una chiusa da un coperchietto nella medesima ceramica, l’altra con pietra. Altre pietre collocate sopra e ai lati dei vasi erano servite ad ancorarli in posizione verticale al terreno, offrendo al tempo stesso un’efficace protezione. Le pareti, sotto la risega, presentavano evidenti tracce di bruciato: ala loro superficie aderiva infatti un sottile strato cinerizio…ne diamo un elenco e una breve descrizione: coppa ionica del tipo B2, bruciata e incompleta; coppa attica a basso piede, mancante di circa la metà e delle anse, tipo C; lucerna attica, bruciata, tipo Agorà IV, n. 147, p. 42; frammenti di piccolo vaso multiplo (kernos ?) attico (s.inv.). Sul fondo della fossa, quasi al centro, fu rinvenuta la parte superiore bruciata e frammenti del corpo di una grande e bellissima lekythos attica a figure nere il cui orlo era fissato al corpo da piccole grappe di bronzo applicate per un restauro operato in antico…Intatte, apparentemente mai usate, e senza alcuna traccia di bruciatura sulla superficie, erano le due anfore in cui erano state raccolte le ossa combuste.” Bibl.: pelaGatti 1974, 30-31; pelaGatti 1976, 43-46, figg. 4-12.

D1 Skyphos a f.n. attribuito alla “Ure’s class of skyphoi a1” (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 201 (81).orsi 1904, cc. 814-815, sep. 201 (81): “Giaceva nell’interno della costruzione circolare, di cui si parlerà più avanti, ed alla profondità di m. 1,50; era una piccola area di ustrino di circa mezzo metro quadrato, contenente numerosi rottami di piccolo vasellame arcaico, diverso, cronologicamente, dalla massa di quello dato dalle tombe esistenti sull’orlo del bosco e fuori di esso. Tra codesti rottami si potè riconoscere: grande skyphos o meglio kotyle restaurata da piccoli frammenti con numerose lacune...Rottami di un’anfora a f.n. scadentissime e frammenti di oenochoe a bocca circolare; gli altri erano rottami insignificanti. Il sepolcro appartiene al VI secolo.” Bibl.: orsi 1904, cc. 814 - 815, sep. 201 (81), fig. 34.

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 25

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H1 Lekythos a f.n. attribuita all’ officina del pittore di Athena (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 550. lanza 1990, 19, sep. 550: “A cappuccina di tre paia di tegole, dir. 110°-290°, a m. 2 di profondità. Al costato destro poggiava inclinata una lekythos nera a palmette ioniche sulle spalle, alta cm. 25. Alla mano destra una bella lucerna nera ombelicata ed uno skyphos nero in frantumi, di più un ago di bronzo rotto.”Bibl.: lanza 1990, 19, sep. 550, tav. 5.

H2 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore di Athena (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 900. lanza 1990, 65, sep. 900: “Area di ustrino di mq. 1, con ossa cremate. Conteneva tre kylikes nere in frantumi ed uno scodellino a calotta. di più una lekythos mezzana.”Bibl.: lanza 1990, 65, sep. 900, tav. 34.

H3 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 803.lanza 1990, 54, sep. 803: “Anfora con bocca a n-E, chiusa da una scaglia; conteneva una piccola lekythos a palmette nere su rosso.” Bibl.: lanza 1990, 54, sep. 803, tav. 26.

H4 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice).H5 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 993. lanza 1990, 77, sep. 993: “Formato di due vaschette rettangolari riunite al labbro, capovolta l’una sull’altra, dir. 290°-110°, dimensioni di circa m. 0,76 x 0,46 largh. x 0,21 alt.. Appena tracce dello scheletrino; al centro una massa di piccolo vasellame: lekane attica nera con coperchio; prochoe nera a beccuccio con otto palmette sulle spalle; una coppia di boccalettini ansati con ventre baccellato; un paio di minuscole lekythoi a fondo bianco con giro d’ellera; due lekythoi ariballiche nere; piattello (diam. cm. 10,5) con triplice ordine di palmette impresse; uno skyphos nero.”Bibl.: lanza 1990, 77, sep. 993, tav. 43.

H6 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 580.lanza 1990, 24, sep. 580: “A cappuccina di un solo paio, dir. 280°-100°. Cranio non riconosciuto; a lato una lekythos a foglie d’edera e reticolato.” Bibl.: lanza 1990, 24, sep. 580, tav. 8.

H7 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 630.lanza 1990, 32, sep. 630: “A cappuccina di due paia di tegole, dir. Est-Ovest, col cranio ad Est, alla mano sinistra una piccola lekythos a foglie d’ellera su fondo bianco consunto; al cranio una scodellina a calotta nera ed un boccale grezzo.”Bibl.: lanza 1990, 32, sep. 630, tav. 12.

H8 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 688.lanza 1990, 38, sep. 688: “A cappuccina di due paia di tegole, dir. 10°-190°, cranio a nord; ai piedi una piccola lekythos a fondo bianco, con giro di ellera, consunta.” Bibl.: lanza 1990, 38, sep. 688, tav. 15.

H9 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 692. lanza 1990, 40, sep. 692: “A cappuccina con due soli tegoloni con teste, dir. Est-Ovest esatto, con tegolone di fondo. del bambino, come è naturale, nessuna traccia, però vi sono tre vasetti: skyphos nero, bella e fresca lekane in creta gialla e coperchio gradinato, piccola lekythos a fondo bianco con giro di foglie e fiori d’ellera.”Bibl.: lanza 1990, 40, sep. 692, tav. 18.

H10 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 947. lanza 1990, 71, sep. 947: “ustrinum di circa un mq., con ossa cremate ed una lekythos a fondo bianco con giro di ellera, mezzana.”Bibl.: lanza 1990, 71, sep. 947, tav. 40.

H11 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice). Necropoli di Passo Marinaro, sep. 963.lanza 1990, 73, sep. 963: “A cappuccina di un paio di tegole, dir. E-O, col cranio ad Est. Alla mano sinistra una zuppierina a fogliette sulle spalle, alla mano destra una piccola lekythos a palmette nere, uno skyphos ed una piccola olpe nera.”Bibl.: lanza 1990, 73, sep. 963, tav. 40.

H12 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice). H13 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Giudice). Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1374.lanza 1990, 136, sep. 1374: “A cappuccina di solo un paio di tegole, dir. SO-nE, senza tracce di ossa; nell’interno tre vasettini grezzi ed all’esterno una piccola lekythos a palmette.” Bibl.: lanza 1990, 136, sep. 1374, tav. 93.

H17 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Salina).Necropoli di Passo Marin aro, sep. 43.saliBra 1999, tomba n. 43: “Inumazione in cappuccina, E-O, cranio ad Est; sotto il cranio, a sinistra: lekythos a fondo bianco…, olpetta a vernice nera lucida …; sotto il braccio destro lucerna a vernice nera; buca scavata nel tufo, scheletro deposto su lastre.” Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 43.

H21 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (G. Salina).Necropoli di Passo Marina ro, sep. 55.saliBra 1999, tomba n. 55: “Inumazione in cappuccina, E-O, cranio ad Est; sotto la spalla sinistra, lekythos a

F. Giudice et Alii26

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fondo bianco…, frammenti di kylix a vernice nera…; scheletro deposto su tegole.”Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 55.

H23 Lekythos a f.n. attribuita all’officina del pittore della megera (V. rizzone)Necropoli di Passo Marin aro, sep. 349 (226).orsi 1904, c. 841, sep. 349 (226): “Simile [Piccola cappuccina] per adulto, dir. est ad ovest con 10º dev. sud, e scheletro dal cranio ad est. Al braccio d. piccola lekythos con palmette n. su fondo bianco, skyphos n., scodelletta grezza.”. Bibl.: orsi 1904, c. 841, sep. 349 (226).

i10 Cratere a colonnette a f.r. attribuito al pittore di Borea (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 891. lanza 1990, 63, sep. 891: “In un cavo della roccia ad un metro dal piano di campagna, un lastrone orizzontale di arenaria di circa 90 x 50 cm. di sotto sabbia; dopo 90 cm. appare una tegola, quindi sotto di essa un cratere a colonnette frantumato per il peso: conteneva le solite ossa cremate e due alabastra in frantumi….”Bibl.: lanza 1990, 63, sep. 891, tav. 33.

i12 Cratere a colonnette a f.r. attribuito al pittore di Firenze (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 974.lanza 1990, 74, sep. 974: “Ad un metro di profondità nella sabbia vergine si trovò un nono vaso, coperto da un rozzo bacile capovolto. Era uno dei soliti crateri a colonnette alto cm. 40. nell’interno ampia pisside nero-iridescente e poche ossa cremate.” Bibl.: lanza 1990, 74, sep. 974, tav. 42.

i13 Cratere a colonnette a f.r. attribuito al pittore di Firenze (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 127 (8).orsi 1904, cc. 793-794, sep. 127 (8): “Alla profondità di m. 1,80 si segnalò una tegola, la quale proteggeva un vaso a colonnette, deposto in un cavo delle sabbie vergini e pieno a metà di ossa cremate. Ad un paio di metri di distanza dal vaso, ed a soli cm. 80 di profondità si trovò anche l’area dove era avvenuta la καῦσις del cadavere, estesa

circa un m. q. con abbondanti ceneri e carboni, ed un solo frammento di osso dimenticato nella ὀστολογία.”Bibl.: orsi 1904, c. 794, sep. 127 (8), tav. 48.

i15 Cratere a colonnette a f.r. attribuito al pittore di Firenze (r. Salibra).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1157.lanza 1990, 108-109, sep. 1157: “Grande cratere a colonnette, calato in un fosso del tiparo giallo a m. 2 di prof., esso era coperto di una tegghia o meglio bacile piatto a beccuccio, rustico, questo alla sua volta difeso da una tegola orizzontale. Attorno al ventre del vaso erano collocate due kylikes nere combacianti, senza manichi (diam. cm. 17,50) ed inferiormente a queste un alabastron di alabastro. Il vaso ossuario, racchiudente ossa cremate, era uno dei soliti crateri, ma grande perchè alto cm. 45, di perfetta conservazione...”Bibl.: lanza 1990, 108, sep. 1157; saliBra 2002, 8-10, n. 3, figg. 7-10; saliBra 2006, 342, fig. 5.

i19 Cratere a colonnette a f.r. attribuito al pittore di Londra E 489 (r. Salibra; G. Giudice).Ne cropoli di Passo Marinaro, sep. 47.saliBra 1999, tomba n. 47: “Incinerazione in cratere, vertic. in una buca; …all’interno ossa bruciate; pietre di protezione e uno spezzone di tegola come coperchio.” Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 47.

i22 Cratere a colonnette a f.r. attribuito al pittore di agrigento (m. robertson). Necropoli di Passo Marinaro, sep. 385 (261).orsi 1904, c. 855, sep. 385 (261): “Alla profondità di m. 1,25 dal piano di campagna una tegola protetta da un letto di ciottolame mezzano ricopriva la bocca di una grande kelebe o vaso a colonnette, intatto, a f.r., a mm. 435 e colmo sino a metà di abbondanti ceneri con ossa cremate relativamente scarse.”Bibl.: orsi 1904, c. 855, sep. 385 (261), tav. 53.

I35 Frammento a f.r. attribuito all’officina del pittore dei Niobidi (probabilmente pit tore dei Satiri Villosi) (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 532.lanza 1990, 15, sep. 532: “Fossa or. 110°-290°, ad appena un metro di profondità, per un lato scavata nella sabbia vergine, nell’altro fiancheggiata da pezzi messi in coltello, ma senza coperture. La lunghezza era di circa 2 metri e vi erano sparsi ossa cremate piccole e rottami di una piccola kylix nera a sagoma curva ed un grosso chiodo di ferro. di sopra un coccio di vaso (hydria?) ….” Bibl.: lanza 1990, 15, sep. 532; 92, n. 83, tav. 54.

i44 Cratere a campana a f.r., frr. di, attribuito al pittore di Methyse (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 901.lanza 1990, 92, sep. 901: “Area di ustrinum di 1 mq. con ossa cremate, dentro cui erano i rottami di due kylikes nere e numerosi pezzetti di un cratere.”Bibl.: lanza 1990, 92, sep. 901, nn. 80-82, tav. 55.

i48 Lekythos a f.r. attribuita al pittore di atene 1826 (E. Buschor) e al gruppo che richiama il pittore di Londra E 342 o il pittore dell’Etiope (J.D. Beazley).

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Sep. 993 P. m.

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i84 Lekythos a fondo bianco attribuita al pittore di atene 1826 (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 369 (245).orsi 1904, cc. 845-847, sep. 369 (245): “Cassetta di tegole per adulto, dir. est a ovest con 10° dev. sud-est-est ed a m. 2,90 dal piano di campagna; lo scheletro era adagiato col cranio ad est. Al gomito d. esso aveva una lekythos a f.r. a. cm. 30, fresca ed intatta...Presso la lekythos un alabastro di alabastro. Al gomito sin. giaceva un’altra lekythos a. cm. 23 ½ a fondo bianco...”Bibl.: orsi 1904, cc. 845-847, sep. 369 (245), figg. 56-57.

i49 anfora a f.r. attribuita al pittore di Siracusa 22174 (G. Salina) e all’omonimo vasaio (J. Euwe)Necropoli di Passo Marinaro, sep. 46.saliBra 1999, tomba n. 46: “Inumazione in cappuccina, E-O; all’esterno: anfora nolana a figure rosse…, 3 lekythoi aryballiche acrome…, skyphos a vernice nera…, lucerna a vernice bruna…, ago in bronzo….” Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 46.

i50 Lekythos a f.r. attribuita al pittore di Bowdoin (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 267 (147). orsi 1904, c. 823, sep. 267 (147): “Cassetta formata di nove tegole, e coperta di quattro lastre di pietra; dimensioni m. 1,60 x 0,50 x 0,50. Lo scheletro col cranio ad est teneva alla mano sin. la lekythos, alt. cm. 24, freschissima...” Bibl.: orsi 1904, c. 823, sep. 267 (147), fig. 40.

i51 Lekythos a f.r. attribuita al pittore di Bowdoin (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 358 (234). orsi 1904, cc. 843-844, sep. 358 (234): “Baule fittile mezzano, dir. sud-est-est a nord-ovest-ovest con scheletro dal cranio a sud-est-est; al gomito sin. esso aveva una lekythos n. a. cm. 23 con palmette sulle spalle; al gomito d. altra lekythos gemella...” Bibl.: orsi 1904, c. 843, sep. 358 (234), fig. 55.

i62 Lekythos aryballica a f.r. attribuita al “pittore di icaro ?” (G. Giudice). Necropoli di Passo Marinaro, sep. 444 (318). orsi 1904, cc. 868-873, sep. 444 (318): “Area di ustrinum a poca profondità (cm. 50) e di poca estensione, contenente ceneri, carboni, ed ossa cremate, alcune delle quali certamente di animali; di più in massa di piccoli oggetti tutti frammentati ...Vetro. Frammenti di una delle note anforette cuoriformi greco-fenicie policrome...; frammenti

di un alabastron dello stesso genere...; frammenti di un alabastron di alabastro. Figure fittili. Due esemplari di quei giocattoli in forma di pupattole, colle gambe e le braccia snodate...due figurine muliebri sedute col polos in capo...Grande simulacro fittile di Afrodite...due colombine, una delle quali in frammenti. Vasi. Quattro minuscole lekythoi aryballiche nere; …Piccolo alabastron conico a vernice nera e fondo piano. Askos grezzo incompleto in forma di animale...Piccola lekane n. con coperchio. Lucernetta e piattello grezzi. Scodelletta slabrata grezza...V’era poi una massa di piccolo vasellame nero frantumato, skyphoi, kylikes, scodellini; in tutto una trentina di esemplari...Era un sepolcro di fanciulla, anzi di assai tenera fanciulla, le cui ossa cremate eran ridotte ad un piccolo pugno di avanzi...” Bibl.: orsi 1904, cc. 868-873, sep. 444 (318), figg. 73-76.

i64 Lekythos (secondary shape) a f.r. attribuita all’officina del pittore di Icaro (R. Salibra).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 39. saliBra 1999, tomba n. 39: “Inumazione in cappuccina, SE-nO, cranio a SE; sotto il braccio sinistro: lekythos a figure rosse..; buca scavata nel tufo.”Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 39.

i68 Lekythos (secondary shape) a f.r. attribuita al pittore di angers (J.D. Beazley).Ne cropoli di Passo Marinaro, sep. 302 (180).orsi 1904, c. 834, sep. 302 (180): “Anfora adagiata contenente ossa di bambino ed una piccola lekythos…..” Bibl.: orsi 1904, c. 834, sep. 302 (180), fig. 46.

i70 Lekythos a f.r. attribuita al pittore di Aischines (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 878.lanza 1990, 62, sep. 878: “Anfora verticale senza nessuna traccia e di sotto una tomba a baule, dir. SE-nO, col cranio a SE. Alla mano destra una lekythos nera, alt. cm. 20, con figura rossa… È di conservazione fresca. diam. del cavo m. 1,80 x 0,60; dal piano di campagna m. 1,80.” Bibl.: lanza 1990, 62, sep. 878, tav. 29.

i74 Lekythos a f.r. attribuita al pittore di Aischines (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 276 (156).orsi 1904, c. 825, sep. 276 (156): “Cassetta rettangolare di tegole con scheletro dal cranio ad est; presso di questo giaceva uno skyphos grezzo, ed ai piedi una lekythos a f.r., ricomposta con qualche lacuna ed a. cm. 31...” Bibl.: orsi 1904, cc. 825-826, sep. 276 (156), fig. 41.

i76 Lekythos a f.r. attribuita al pittore di Aischines (G. Salina).Necropoli di Passo Marina ro, sep. 69.saliBra 1999, tomba n. 69: “Inumazione in cappuccina, S-n, cranio a Sud; ai piedi, olpe con parte sup. a vernice rossastra …; tra le gambe, lekythos a figure rosse…; pietre per protezione.” Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 69.

i79 Lekythos a f.r. “correlata con il pittore di Aischines” (G. Giudice). Necropoli di Passo Marinaro, sep. 594.

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Sep. 444 P. m.

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lanza 1990, 26, sep. 594: “A cappuccina di due paia di tegole, dir. E-O, cranio ad Est. Esternamente addossata alle tegole si raccolse una grande terracotta disgraziatamente mancante della testa e delle gambe…. nell’interno della tomba fra i piedi una piccola lekythos a figure….” Bibl.: lanza 1990, 26, sep. 594, tav. 9.

i80 Lekythos a f.r. attribuita alla maniera del pittore di Aischines (G. Giudice). Necropoli di Passo Marina ro, sep. 715. lanza 1990, 42, sep. 715: “Piccolo baule fittile coperto con due paia di tegole a cappuccina. dir. 110°-290°, dimensioni del cavo: lungh. 1,16 x 0,54. ...Lo scheletro aveva il cranio ad Est. Al braccio vi era una lekythos a f.r., alta cm 22,50 ...” Bibl.: lanza 1990, 42, sep. 715; saliBra 2002, 13-14, n. 6, fig. 16 a-b.

i86 Lekythos a f.r. attribuita alla classe del pittore della megera (G. Giudice). Necropoli di Passo Marinaro, sep. 531. lanza 1990, 15, sep. 531: “A cappuccina per adulto, dir. Est-Ovest, col cranio ad Est. Alla spalla sinistra una piccola lekythos in frammenti.” Bibl.: lanza 1990, 15, sep. 531, tav. 3.

i88 Coppa apoda a f.r. correlata al pittore di Sotades (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1364. lanza 1990, 135, sep. 1364: “ustrinum con piccole ossa minutamente cremate, alla prof. di m. 1,40, della estensione di oltre un metro quadrato, contenente parecchi vasi alterati dal fuoco e ridotti in minuti frammenti. Riconosco una lekythos a f.r., e poi il pezzo più notevole una kylix senza gambo, con gola….” Bibl.: lanza 1990, 135, sep. 1364, tav. 93.

i95 Lekythos aryballica a f.r. attribuita al pittore di Comacchio (J.D. Beazley).Ne cropoli di Passo Marinaro, sep. 328 (206). orsi 1904, c. 837, sep. 328 (206): “Sarcofago o baule fittile, dir. est ad ovest con 20° dev. sud-est, deposto nelle sabbie alla prof. di m. 2,50, con labbro aggettante per appoggiarvi la coverta carenata; in tutto uguale quindi ai bauli frequentissimi a Gela, dalle cui fabbriche potrà forse derivare anche il nostro esemplare; le dimensioni interne erano di m. 1,72 x 0,73 x 0,48. Esso conteneva uno scheletro col cranio ad est, alla cui mano d. una piccola lekane grezza con coperchio in creta giallastra purissima quasi untuosa, ed un alabastron di alabastro in frantumi. Esternamente, in corrispondenza al piè d. si raccolse la lekythos ariballica a f.r. a. cm. 16...”Bibl.: orsi 1904, cc. 837-838, sep. 328 (206), fig. 50.

i100 Skyphos a f.r. attribuito alla classe degli “owl Skyphoi” (G. Giudice). Necropoli di Passo Mar inaro, sep. 374 (250). orsi 1904, c. 848, sep. 374 (250): “Baule fittile di medie dimensioni (cavo m. 1,60 x 0,65 x 0,48) dir. nord-est sud a ovest contenente uno scheletro dal cranio a sud-est. Al braccio d. ed al sin. Esso teneva due piccoli alabastra; alle due mani due skyphoi n.; al piè d. uno skyphos con una delle anse verticali…; nello stesso punto una lucerna nera ombelicata ed un boccaletto in forma di attingitoio…” Bibl.: orsi 1904, cc. 848-850, sep. 374 (250), fig. 59.

i106 Cratere a colonnette a f.r.. “La mancata analisi autoptica del vaso non consente un’attribuzione certa. Lo schema iconografico ri chiama la produzione del pittore dei Niobidi, qualche dettaglio dello stile quella del gruppo Borea-Firenze” (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 280 (159 bis).orsi 1904, cc. 826-827, sep. 280 (159 bis): “Sotto l’ustrino, in un cavo delle sabbie vergini e protetto da una tegola si rinvenne un grande vaso a colonnette, contenente abbondanti ossa cremate. Posata sulla tegola di protezione stava una strigile di bronzo...” Bibl.: orsi 1904, cc. 826-827, sep. 280 (159 bis), tav. 50.

i107 Lekythos a f.r. non attribuita.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1466. lanza 1990, 150, sep. 1466: “ustrinum di circa 70 cm. q., senza tracce di ossa, ma con una piccola lekythos …” Bibl.: lanza 1990, 150, sep. 1466; saliBra 2002, 14-15, n. 7 (“…Potrebbe provenire dalla sepoltura 1466… ”), fig. 17.

i111 Lekythos a f.r. non attribuita.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 77.orsi 1904, c. 786, sep. 77:“Fossetta superficiale nella sabbia con uno scheletro cremato in posto, senza ulteriore protezione di coperte; in un angolo piccola lekythos a fondo nero….” Bibl.: orsi 1904, c. 786, sep. 77, fig. 6.

i116 Frammento a f.r. non attribuito. L24 Cratere a campana a f.r., frr. di, attribuito al pittore di Christie (J. D. Beazley).L43 anfora a collo distinto a f.r., frr. di, attribuita al

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gruppo di Polignoto: indeterminato (J. D. Beazley).L51 Frammento a f.r. attribuito al gruppo di Polignoto (G. Giudice).L93 Cratere a calice a f.r., frr. di, attribuito alla maniera del pittore di Kleophon (J.D. Beazley). Necropoli di Passo Marinaro, adiacenze sep. 819. lanza 1990, 56, sep. 819: “Idem [Ustrinum di un mezzo mq. senza ossa], idem [280°-100º], cranio ad E, senza oggetti. nelle fiancate erano collocati grandi pezzi a f.r. di una hydria e di un cratere. nel primo periodo degli scavi in questa vicinanza si raccolsero altri grandi pezzi.” Bibl.: lanza 1990, 56, sep. 819; 89, nn. 54, 55, 56, 58, 59-60, tav. 52; 90, n. 57, tav. 53.

L1 Lekythos aryballica a f.r. attribuita alla “White-line class of squat lekythoi” (G. Giu dice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1187.lanza 1990, 111, sep. 1187: “A cappuccina di due paia, dir. 300º-120º. Al cranio piccola lekythos …” Bibl.: lanza 1990, 111, sep. 1187, tav. 20.

L2 Pelike a f.r. attribuita al pittore di Persefone (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 903. lanza 1990, 65, sep. 903: “In un cavo della sabbia-roccia, alla profondità di m. 0,60, un bacile dei soliti, capovolto, diam. cm. 28: sotto vi era una pelike piena di ossa, con coperchietto grezzo, intatta, freschissima. Il bacile di copertura, salvo le dimensioni era identico a quello del sepolcro 875.”Bibl.: lanza 1990, 65, sep. 903, tav. 37.

L20 Hydria a f.r. attribuita alla maniera del pittore di Peleo (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 578. lanza 1990, 23-24, sep. 578: “Grande hydria nera con due fasce di figure, alta cm. 47; era in un cavo del suolo a piccola profondità (bocca a m. 0,30) coperta da una scaglia e a metà colma di grosse ossa cremate. All’esterno un boccaletto grezzo.”Bibl.: orsi 1915, 183; lanza 1990, 23-24, sep. 578, tav. 7.

L22 Cratere a campana a f.r. attribuito al pittore di Curti (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 289 (168). orsi 1904, c. 829, sep. 289 (168): “A m. due dal detto ustrino, e ad uno solo dal piano di campagna apparve una tegola che proteggeva un grande ed intatto cratere a campana a f.r. …con entro abbondanti ossa cremate, provenienti, penso, dalla vicina «bruciatura»”.Bibl.: orsi 1904, 829, sep. 289 (168), tav. 51.

L23 Cratere a campana a f.r. attribuito al pittore di Christie (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 602 bis. lanza 1990, 27, sep. 602 bis: “Area di ustrino di m. 2 x 1, senza ossa. All’estremità un cratere a campana in frantumi, ridotto solo a metà….” Bibl.: lanza 1990, 27, sep. 602 bis, nn. 70, 73-74, tavv. 53-54.

L27 Hydria, a f.r. attribuita al pittore di Christie (J.D.

Beazley).L103 Hydria a f.r. attribuita al pittore del Louvre G 443 (J.D. Beazley).L104 Hydria a f.r. “appartiene al ciclo del ceramografo della Coll. Christie” (P.E. arias) e “Confronta con il pittore del Louvre G 443” (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1222. lanza 1990, 120, sep. 1222: “Grande tomba di pezzi a due filari, chiusa da quattro copertoni dir. 100°-280°; essa rappresentava una novità poiché conteneva un grandioso baule fittile col suo coperchio carenato in due pezzi. Lo scheletro era disteso col cranio verso E; alla gamba sin. una bella e media hydria a f.r., alla des. una lucerna ombelicata nero ebano ed una piccola lekythos aryballica con figurina muliebre nonché un orcioletto grezzo in pezzi ovolare. Alla mano des. una lametta o spatoletta di bronzo senza taglio, rotta al manico, e l. mm. 75. Alle due spalle des. e sin. altre due hydrie gemelle per disegno e dimensioni alle precedenti, ma di esse una a metà distrutta. Va ancora notato che sopra i copertoni vi era uno dei soliti boccaletti grezzi di cui la necropoli ci ha dato diecine di esemplari e nell’interno della cassa alle testate ed ai piedi erano due e due (quattro) arpioni di ferro a doppio gambo con tracce di fibbre legnose, i quali sembrano fossero destinati a maneggiare un assito sul quale sarebbe stato disteso il morto; forse una specie di letto funebre adibito nella πρόθεσις e nella ἑκφορὰ e poi deposto col morto stesso nel sepolcro.”Bibl.: orsi 1907, 484; lanza 1990, 120, sep. 1222, nn. 1-3, tav. 81.

L37 Cratere a calice a f.r. attribuito al pittore di Pantoxena (J.D. Beazley).Ne cropoli di Passo Marinaro, sep. 524 (400). orsi 1904, c. 888, sep. 524 (400): “Alla prof. di m. 2,50 un tegolone messo di piano copriva la bocca di un piccolo cratere a f.r., a. cm. 35, diam. bocca cm. 33, contenente ossa giovanili abbruciate...Esternamente erano appoggiate alle anse due piccole kylikes nere...; una conteneva una strigile in bronzo, l’altra un bocchino di aryballos in bronzo, oggetti della palestra, appartenuti al giovane cremato.”Bibl.: orsi 1904, c. 888, sep. 524 (400), tav. 56.

L45 Cratere a campana a f.r. attribuito al gruppo di Polignoto (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1252.lanza 1990, 124, sep. 1252: “In un pozzetto profondo oltre 2 m. si trovò un cratere a campana coperto di un piatto rustico a beccuccio, di un tipo che è frequente negli scarichi di Gela e di Camarina. Conteneva abbondanti ossa cremate ed era tutto nero. In tutta prossimità si trovò anche il corrispondente ustrino con minime tracce delle ossa sfuggite nella ὀστολογία, una lucernetta, uno skyphos ed un vasetto a calotta neri.” Bibl.: lanza 1990, 124, sep. 1252, tav. 84.

L47 Cratere a calice a f.r. attribuito a Polignoto o il suo gruppo (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 93. orsi 1904, c. 787, sep. 93: “Idem [Di tegole a cappuccina], idem [con scheletro dal cranio ad est]. Al di sopra delle tegole di chiusa stavano i rottami di un cratere a f.r. ed il fondo di un altro. I pezzi erano stati spostati dai precedenti

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lavori di coltura, e tutto fa credere, tenendo conto delle consuetudini rituali che si vedono costantemente osservate nelle necropoli camarinesi, che codesti due vasi contenessero ognuno ossa cremate…”Bibl.: orsi 1904, cc. 785-786, sep. 93, fig. 10.

L55 Cratere a campana a f.r. attribuito al pittore di Komaris (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 503 (378). orsi 1904, cc. 883-884, sep. 503 (378): “Alla prof. di appena 1 m., poggiato sulla sabbia vergine, assicurato in giro da piccole pietre, e protetto da una mezza tegola, giaceva un piccolo cratere a campana, a. cm. 30, diam. Bocca cm. 30½. nell’interno del vaso superiormente erano distribuiti: un manico di strigile in ferro, una bella lucerna ombelicata n. con fascia rossa, uno scodellino a calotta, una piccola kotyle n. a manico verticale, il labbro di un vasetto (forse un aryballos) in bronzo. Sul fondo una modica quantità di ossa cremate.”Bibl.: orsi 1904, cc. 883-884, sep. 503 (378), tav. 55.

L57 Cratere a campana a f.r., fr. di, “vicino al pittore di Barclay, probabilmente opera di un imitatore Tardo -manierista” (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 413 (288).orsi 1904, c. 862, sep. 413 (288): “Alla prof. di poco più di un m., sotto una breve area di ustrino di circa cm. 60 x 60, dentro un piccolo cavo della sabbia vergine, coperto da un piatto grezzo capovolto (diam. Cm. 32), giaceva un piccolo cratere a campana perfettamente intatto, a. mm. 268, diam. mm. 302, contenente sino a metà minute ossa cremate.”Bibl.: orsi 1904, c. 862, sep. 413 (288), fig. 70; saliBra 2002, 7, n. 2, figg. 5-6.

L58 Cratere a campana a f.r. attribuito al pittore di Eupolis (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 379 (255). orsi 1904, cc. 849-850, sep. 379 (255): “A circa 30 cm. dall’attuale piano di campagna apparve un rudere rettangolare (m. 2,10 x 1,32 x 0,35) formato di tre pezzi assai accuratamente commessi, lavorati in rustico nelle faccie da cm. 30 in giù, cogli spigoli superiori lievemente smussati; il piano superiore presentava un cavo in rustico di poca profondità, circondato da una fascia orizzontale, che come le fronti verticali era coperta di fine stucco. non vi è dubbio che il rustico dei pezzi non segni il livello antico del terreno, sottostante di mezzo metro a quello attuale, e che la zoccolatura sostenesse un altare funebre, del genere di quelli che veggonsi sovente sulle lekythoi bianche od anche su quelle di stile rosso. Strappati con le debite cautele i pezzi, apparve una fossetta rettangolare di m. 1,10 x 0,85 x 0,75 prof., nella quale era stato calato, coprendone poi la bocca con una tegola, un cratere a campana contenente abbondanti ossa cremate.”Bibl.: orsi 1904, cc. 849-850, sep. 379 (255), tav. 52.

L67 Cratere a colonnette a f.r., fr. di, attribuito al pittore della Centauromachia del Louvre (G. Giu dice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 151. saliBra 1999, tomba n. 151: “Incinerazione in cratere, vert. sulla sabbia.” Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 151.

L70 Cratere a colonnette a f.r. attribuito al pittore di Napoli (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1478. lanza 1990, 150-151, sep. 1478: “Grandioso cratere a colonnette rinvenuto a m. 3 prof. e ad altrettante di distanza verso SE dalla tomba delle hydriai (t. 1222). Esso era coperto da un mattonaccio quadro (cm. 38 x 39 x 7 alt.) con prominenza circolare al centro, corrispondente alla bocca del vaso, alla quale serviva così da tempo. Le ossa cremate erano poche e sottili, molta la cenere derivante da un individuo giovane.”Bibl.: orsi 1907, c. 484; lanza 1990, 150-151, sep. 1478, tav. 104.

L71 Cratere a colonnette a f.r. attribuito al pittore di Napoli (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1307. lanza 1990, 128, sep. 1307: “Apparve dapprima un’area di ustrino di circa un m. di circonferenza e poco sotto di esso un vaso a colonnette coperto di una lastra calcarea rettangolare. Conteneva ossa cremate, ma apparso sano con crepature si dovette smontare. I pezzi però si ricompongono. La prof. era di m. 2…..”Bibl.: orsi 1907, 484; lanza 1990, 128, sep. 1307, tav. 88.

L73 Cratere a colonnette a f.r. attribuito ai manieristi tardi (r. Salibra) e al pittore della Centauromachia di Napoli (G. Giudice).Ne cropoli di Passo Marinaro, sep. 1493 (?).lanza 1990, 151, sep. 1493: “Piccolo ossuario in forma di vaso a colonnette circondato e coperto di scaglie, rinvenuto alla prof. di m. 2, ed a circa 8 m. a nO dei due sepolcri circolari. Esso non conteneva ossa cremate [sic] ma della sabbia interamente cinerea, il che fa supporre una intensa cremazione di individuo giovanissimo.” Bibl.: orsi 1907, 484; lanza 1990, 151, sep. 1493; saliBra 2002, 12-13, n. 5, figg. 14-15.

L76 Cratere a colonnette a f.r. attribuito al pittore di orfeo (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 68.saliBra 1999, tomba n. 68: “Incinerazione in cratere, vertic. in una buca… All’interno ossa bruciate.” Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 68.

L78 Cratere a colonnette a f.r. attribuito ai manieristi tardi (r. Salibra) e al pittore di oreste (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1347.lanza 1990, 134, sep. 1347: “A m. 8 a nO dall’edificio circolare. Ad oltre 4 m. di profondità e protetto da una tegola si rinvenne un grandioso vaso a colonnette a. cm. 48 della consueta forma e decorazione secondaria, il quale racchiudeva ossa e ceneri.”Bibl.: orsi 1907, 484; lanza 1990, 134, sep. 1347; saliBra 2002, 10-12, n. 4, figg. 11-13.

L81 Cratere a colonnette a f.r. attribuito al pittore del Duomo (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 148 (29). orsi 1904, cc. 800-803, sep. 148 (29): “In vicinanza del sepolcro 8 si è segnalata una bruciatura» (termine locale

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per indicare l’ustrinum) con carboni e ceneri senza ossa. A m. 1,25 precisi di distanza da essa un cavo circolare nella sabbia vergine, a m. 2 di prof., racchiudeva un grande vaso a colonnette, riempito in buona parte di una massa di cenere leggerissima, con poche candide ossa profondamente cremate. La bocca ne era chiusa da un robusto piatto leggermente concavo, con ampio labbro e beccuccio, per versare la poltiglia che in origine vi si manipolava….” Bibl.: orsi 1904, cc. 800-803, sep. 148 (29), tav. 49.

L86 Cratere a colonnette a f.r. attribuito ad un tardo manierista vicino al pittore dell’accademia (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 332 saliBra 1999, tomba n. 332: “Incinerazione in cratere, vert. in una buca. …All’interno ossa bruciate.” Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 332.

L92 Hydria a f.r., fr. di, attribuita al pittore di Kleophon (J. D. Beazley).Necropoli di Passo Marina ro, adiacenze sep. 910.lanza 1990, 68, sep. 910: “ustrinum di circa un mq., senza ossa, con rottami incompletissimi di un’hydria con brani di figure.” Bibl.: lanza 1990, 68, sep. 910; 92, n. 77, tav. 53.

L107 Hydria a f.r., fr. di, attribuita ad Aison (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 254 (134). orsi 1904, c. 822, sep. 254 (134): “Piccola area di ustrino senza ossa e con pochi frammenti di vasi neri e grezzi; tra i primi da notare la parte superiore di una piccola hydria a f.r. ….”Bibl.: orsi 1904, c. 822, sep. 254 (134), fig. 38.

L108 Lebes gamikos a f.r. attribuito ad Aison (G. Giudice).Ne cropoli di Passo Marinaro, sep. 615.lanza 1990, 29, sep. 615: “Piccolo stamnos a figure rosse delicate, in frantumi, alto circa cm. 20 col suo coperchietto. Era protetto in giro da quattro scaglie. nell’interno ossa cremate di bambino con assai cenere ed una piccola lekythos nera. La combustione del bambino pare qui certa ed è un unicum.” Bibl.: lanza 1990, 29, sep. 615, tav. 10.

L114 Lekythos a fondo bianco attribuita al pittore di Dessypri (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 686. lanza 1990, 37, sep. 686: “A m. 2,60 di profondità tomba a cappuccina di due paia di tegole messe di lungo col vertice protetto da due coppi e mezzo, curvi e saldati con creta, dir. 100º-280º. All’anca destra lekythos bianca…”Bibl: lanza 1990, 37, sep. 686, tav. 15.

L120 Lekythos (secondary shape) a f.r. attribuita al gruppo di Londra E 614 (J.D.Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 133 (14).orsi 1904, c. 796, sep. 133 (14): “di tegole a cappuccina per adulto, direzione sud-ovest a nord-est; scheletro col cranio a nord-est; sul basso petto la minuscola lekythos …; alla mano destra un ago di bronzo.”

Bibl.: orsi 1904, c. 796, sep. 133 (14), fig. 14.

L122 Lekythos (secondary shape) a f.r. attribuita al gruppo di Londra E 614 (B.F. Cook).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 142 (23).orsi 1904, cc. 798-799, sep. 142 (23): “A cappuccina di un paio e mezzo di tegole, dir. est ad ovest; nell’interno non si avvertirono tracce dello scheletrino, ma due minuscole lekythoi n.; una era di tipo aryballico a. mm. 48; l’altra della forma consueta con strali sulle spalle ed una figurina muliebre r. …V’erano anche un boccalettino ansato panciuto grezzo; un bustino muliebre fittile a. mm. 88… Per ultimo la figurina a macchietta lavorata tutta a mano libera, meno la testa ricavata a stampo…”Bibl.: orsi 1904, cc. 798-799, sep. 142 (23), figg. 19-21.

L124 Lekythos (secondary shape) a f.r. attribuita alla classe di Londra E 640 (B.F.Cook) e al gruppo di Lon-dra E 614 (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 817.lanza 1990, 55, sep. 817: “ustrinum di un mezzo mq. senza ossa; conteneva una scodellina nera a calotta ed una piccolissima lekythos ….”Bibl.: lanza 1990, 55, sep. 817, tav. 26.

L127 Lekythos (secondary shape) a f.r. attribuita al gruppo di Londra E 614 (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 40.“Inumazione in cappuccina; E-O; sotto il braccio sinistro: lekythos a figure rosse…; buca scavata nel tufo; scheletro deposto su una lastra.” Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 40.

L129 Lekythos (secondary shape) a f.r. “vicina alla classe di Salonicco 510” (B.F. Cook). Necropoli di Passo Marinaro, sep. 136 (17).orsi 1904, cc. 796-797, sep. 136 (17): “…un’area di ustrino, alla prof. di m. 1,20, della estensione di circa un mq. con abbondanti carboni ed ossa cremate. In mezzo ad essa un grande recipiente grezzo, simile a un cratere, diam. bocca cm. 42, ed una massa di piccolo vasellame in frantumi; tra le forme riconoscibili enumero: una minuscola lekythos nera con busto muliebre r. tenente un fiore; due piccole hydrie n. irrestaurabili; due lucerne ombelicate grezze; un minuscolo stamnos fasciato; l’orlo di un piccolo cratere a calice, con testa rossa di efebo; alcuni skyphoi neri; una minuscola oenochoe ed una lekane grezza. Per ultimo i piedi di una statuetta muliebre in creta.” Bibl.: orsi 1904, cc. 796-797, sep. 136 (17), figg. 16-17.

L130 Lekythos (secondary shape) a f.r. “vicina alla classe di Salonicco 510” (B.F. Cook).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 92.orsi 1904, c. 787, sep. 92: “Idem [Di tegole a cappuccina], idem [con scheletro dal cranio ad est], con due minuscole lekythoi…” Bibl.: orsi 1904, c. 787, sep. 92, fig. 9.

L131 Lekythos a f.r. attribuita al gruppo di Palermo 16 (B.F. Cook)Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1260. lanza 1990, 125, sep. 1260: “Scheletro in nuda terra col cranio ad E. Alla mano sinistra una lucernetta aperta ed

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una piccola lekythos ….” Bibl.: lanza 1990, 125, sep. 1260, tav. 85.

L137 Oinochoe configurata a testa femminile a f.r. attribuita alla “classe T: classe di Basilea” (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 780. lanza 1990, 51, sep. 780: “Fossa lunga senza traccia di ossa né cremate né incombuste. Conteneva piccola quantità di vasettini in frantumi, grezzi non raccolti, uno strigile in bronzo ed un vasetto a testa muliebre.” Bibl.: lanza 1990, 51, sep. 780, tav. 24.

L138 anfora a collo distinto a f.n. non attribuita.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 282.saliBra 1999, tomba n. 282: “Incinerazione in anfora posta sulla sabbia. Anfora …, pomello bronzeo…, specchio in bronzo…, alabastron….”Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 282.

L139 Lekythos a f.r. non attribuita.Ne cropoli di Passo Marinaro, sep. 752. lanza 1990, 47, sep. 752: “Anfora coricata, con la bocca ad Est, contenente una scodellina col suo coperchio; all’esterno scodellina o meglio lekane grezza col suo coperchio ed una piccola lekythos con figura di nike volante sul ventre.” Bibl.: lanza 1990, 47, sep. 752, tav. 21.

L140 Lebes gamikos a f.r.. “ricorda il pittore della Centauromachia di Napoli” (G. Giudice).Ne cropoli di Passo Marinaro, sep. 1316.lanza 1990, 129, sep. 1316: “minuscolo ustrino con lato di soli 20 cm., protetto da alcune pietre, conteneva ossa cremate ed un piccolo stamnos in frammenti col suo coperchio; antecedentemente le poche ossa erano dentro il vaso, ma ne uscirono colla rottura del medesimo. Tra essi erano uno strano frammento come di osso fossile. È, parmi, uno dei casi estremamente rari di cremazione di bambino.”Bibl.: orsi 1907, 484-485; lanza 1990, 129, sep. 1316, tav. 89.

L142 Lekythos a f.r. non attribuita.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 544.lanza 1990, 18, sep. 544: “A cappuccina di due tegole piatte e testate, direzione 290º-110º; anche il letto è di tegole. Lo scheletro aveva il cranio ad est, alla spalla destra minuscola lekythos con genio alato nudo.”Bibl.: lanza 1990, 18, sep. 544, tav. 4.

L143 Lekythos a f.r. non attribuita.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 143 (24).orsi 1904, cc. 799-800, sep. 143 (24): “In tutto eguale al precedente [A cappuccina di un paio e mezzo di tegole], dir. est a ovest con 20º di dev. est. nello strato soprastante a questa ed alla attigua tomba 25 era sparso il seguente piccolo materiale: statuina fittile di Tammuzz-Adonis nel solito schema accoccolato. minuscola lekythos n. con cagnolino. Piccolo askos grezzo. Frammento di ventre di vaso con fig. r. Skyphos grezzo. Quattro frammenti di guarnitura in doppia lamina di rame di un vaso di legno, probabilmente di un secchio, oppure di un cofanetto

rotondo. …del morto poche tracce di piccole ossa ed un ago di bronzo.”Bibl.: orsi 1904, cc. 799-800, sep. 143 (24), fig. 21bis.

L146 Lekythos aryballica a f.r. non attribuita.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 295 (174).orsi 1904, c. 832, sep. 295 (174): “…a cappuccina per adulto, il cui cranio era ad est. …alla spalla sin. due skyphoi n., alla d. una tazzina grezza ed una pateretta n. con cinque palmette impresse nel fondo; alla mano d. piccola lekythos aryballica n. …, un anellino di rame ed uno digitale di ferro con grande castone ellittico.” Bibl.: orsi 1904, c. 832, sep. 295 (174), fig. 42bis.

L147 Lekythos aryballica a f.r. non attribuita.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 591.lanza 1990, 25, sep. 591: “A cappuccina di due paia, dir. Est-Ovest, cranio ad Est; alla mano destra due vasetti neri: lekythos ariballica con testa petasata, skyphos nero.” Bibl.: lanza 1990, 25, sep. 591, tav. 8.

L149 Lekythos aryballica a f.r. non attribuita.Ne cropoli di Passo Marinaro, sep. 937.lanza 1990, 70, sep. 937: “A cappuccina di due paia, dir. E-O, col cranio ad Est; al cranio una lekythos ariballica nera ed un ago.” Bibl.: lanza 1990, 70, sep. 937, tav. 38.

L152 Askos a. f.r. non attribuito.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 253 (133).orsi 1904, c. 821, sep. 253 (133): “A cappuccina per adulto, dir. est a ovest con 10º dev. sud-est; nell’interno scheletro ad est. Al di sopra frammenti di vasi neri ed incompleto il raro askos o guttus a f.r. delicate…” Bibl.: orsi 1904, c. 821, sep. 253 (133), fig. 37.

m5 Hydria a f.r. attribuita al pittore del Toro (G. Giudice).m6 Hydria a f.r. attribuita al pittore del Toro (G. Giudice).m13 Lekythos aryballica a f.r. “vicina al pittore di al mina” (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1114.lanza 1990, 104-105, sep. 1114: “A cappuccina di tre paia di tegole, dir. 280°-100°, cranio ad Est; alle mani tre piccole hydrie attiche (una alla d. e due alla s.); avevano tutte le identiche dimensioni (cm. 12,50); una era completamente nera, e le altre due dipinte a f.r.. Avevano anche un soggetto quasi identico ed espresso in stile affettato e negletto…. Ai piedi del morto: lucerna, piccolo skyphos nero, lekythos ariballica con oca che becca in un tumulo (?) sotto cui serpe. ” Bibl: lanza 1990, 104-105, sep. 1114, tav. 64.

m10 Lekythos aryballica a f.r. attribuita al gruppo di Vienna 943 (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1240. “A cappuccina di tre paia di tegole di corto con suolo pure di tegole dir. E-O esatto, cranio ad E. Alla mano des. una lekythos aryballica con figurina muliebre ed un boccaletto nero, ambedue in frantumi raccolti. Prof. m. 2,3.” Bibl: lanza 1990, 122, sep. 1240, tav. 84.

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 33

Page 38: La Ceramica Attica a Camarina

m11 Lekythos aryballica a f.r. attribuita al pittore della Sfinge di Mainz (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1011. “A cappuccina di forse due paia, ma parzialmente già violata, dir. Est-Ovest; tracce di ossa e piccola lekythos ariballica con figura.” Bibl.: lanza 1990, 78, sep. 1011, tav. 45.

m12 Lekythos a f.r. “vicina al pittore dell’ancella del Louvre” (G. Giudice).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 861. lanza 1990, 60, sep. 861: “A cappuccina di due paia a m. 2,50 di profondità; dir. nE-SO. Superiormente una lekythos mezzana con scadente figurina muliebre. Scheletro col cranio a nE.”Bibl.: lanza 1990, 60, sep. 861, tav. 29.

m16 Lekythos a f.r. attribuita al pittore di Canea (J.D. Beazley).Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1417. lanza 1990, 140, sep. 1417: “A cappuccina di due paia di tegole, dir. E-O, cranio a levante senza contenuto. Poco sopra la tomba una lekythos mezzana a f.r. …” Bibl: lanza 1990, 140, sep. 1417, tav. 95.

m17 Lekythos a f.r. attribuita al pittore di Canea (G. Giudice; a. Lezzi-Hafter; r. Salibra).Necropoli di Passo Mar inaro, sep. 185.saliBra 1999, 61, tomba n. 185: “Inumazione in cappuccina, E-O. Sotto il braccio destro: lekythos a figure rosse …; sotto il cranio, ago di spillone in bronzo…”Bibl.: saliBra 1999, 61, nota n. 81; tomba n. 185.

m22 Lekythos aryballica a f.r. non attribuita.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 546.lanza 1990, 18, sep. 546: “Idem [vicinissima alla precedente], idem [di due paia di tegole a cappuccina], idem [dir. E-O preciso], stessa direzione, a mezzo metro di distanza, ma ad un metro di profondità. Scheletro con il cranio ad Est. Alla mano destra in un mucchio c’erano uno skyphos nero, una minuscola lekythos ariballica con delfino rosso, una lucernetta nera ombelicata, dentro cui una armilletta in bronzo a fettuccia, un anellino in bronzo digitale.” Bibl.: lanza 1990, 18, sep. 546, tav. 4.

m23 Lekythos aryballica a f.r. non attribuita.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 186 (66).orsi 1904, c. 813, sep. 186 (66): “Breve area di ustrino senza ossa e con due vasettini, uno dei quali era una lekythos aryballica nera con fig. r. di sfinge….” Bibl.: orsi 1904, c. 813, sep. 186 (66), fig. 33.

m24 Lekythos aryballica a f.r. non attribuita.Necropoli di Passo Marinaro, sep. 1188.lanza 1990, 111, sep. 1188: “A cappuccina di un paio di tegole, dir. S-n, al centro una lekythos aryballica con sfinge ed una prochoe nera.” Bibl.: lanza 1990, 111, sep. 1188, tav. 70.

(S.R.)

F. Giudice et Alii34

Page 39: La Ceramica Attica a Camarina

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 35

Fig. 2

Fig. 3

Forme a Camarina: 600-575 a.C.

Forme a Camarina: 575-550 a.C.

Forme (produzione globale): 600-575 a.C.

Forme (produzione globale): 575-550 a.C.

Page 40: La Ceramica Attica a Camarina

F. Giudice et Alii36

Fig. 4

Fig. 5

Forme a Camarina: 550-525 a.C.

Forme a Camarina: 525-500 a.C.

Forme (produzione globale): 550-525 a.C.

Forme (produzione globale): 525-500 a.C.

Page 41: La Ceramica Attica a Camarina

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 37

Fig. 6

Fig. 7

Forme a Camarina: 500-484 a.C.

Forme a Camarina: 461-450 a.C.

Forme (produzione globale):500-475 a.C.

Forme (produzione globale): 475-450 a.C.

Page 42: La Ceramica Attica a Camarina

F. Giudice et Alii38

Fig. 8

Fig. 9

Forme a Camarina: 450-425 a.C.

Forme a Camarina: 425-400 a.C.

Forme (produzione globale):450-425 a.C.

Forme (produzione globale): 425-400 a.C.

Page 43: La Ceramica Attica a Camarina

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 39

Fig. 10

Fig. 11

Fig. 12

Fig. 13

Fig. 14

Fig. 15

Fig. 16

Fig. 17

Page 44: La Ceramica Attica a Camarina

F. Giudice et Alii40

Fig. 18

Fig. 19

Fig. 20

Fig. 21

Fig. 22

Page 45: La Ceramica Attica a Camarina

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 41

Fig. 23

Fig. 24

Fortuna soggetti a Camarina 600-400 a.C.

600-575 a.C.: soggetti a Camarina

Fortuna soggetti produzione globale 600-400 a.C.

600-575 a.C.: soggetti produzione globale (Beazley)

Page 46: La Ceramica Attica a Camarina

F. Giudice et Alii42

Fig. 26

Fig. 25

575-550 a.C.: soggetti a Camarina

550-525 a.C.: soggetti a Camarina

575-550 a.C.: soggetti produzione globale (Beazley)

550-525 a.C.: soggetti produzione globale (Beazley)

Page 47: La Ceramica Attica a Camarina

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 43

Fig. 27

Fig. 28

525-500 a.C.: soggetti a Camarina

500-484 a.C.: soggetti a Camarina

525-500 a.C.: soggetti produzione globale (Beazley)

500-475 a.C.: soggetti produzione globale (Beazley)

Page 48: La Ceramica Attica a Camarina

F. Giudice et Alii44

Fig. 29

Fig. 30

461-450 a.C.: soggetti a Camarina

450-425 a.C.: soggetti a Camarina

475-450 a.C.: soggetti produzione globale (Beazley)

450-425 a.C.: soggetti produzione globale (Beazley)

Page 49: La Ceramica Attica a Camarina

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 45

Fig. 31

Fig. 32

Fig. 33

Fig. 34

Fig. 35

425-400 a.C.: soggetti a Camarina

425-400 a.C.: soggetti produzione globale (Beazley)

Page 50: La Ceramica Attica a Camarina

F. Giudice et Alii46

Fig. 36

Fig. 37

Fig. 38

Fig. 39

Fig. 40

Fig. 41

Fig. 42

Fig. 43

Page 51: La Ceramica Attica a Camarina

Le importazioni di ceramica attica a Camarina 47

Fig. 44

Fig. 45

Fig. 46

Fig. 47

Fig. 48

Fig. 49

Fig. 50

Fig. 51

Page 52: La Ceramica Attica a Camarina

F. Giudice et Alii48

Fig. 52

Fig. 53

Fig. 54

Fig. 55

Fig. 56

Fig. 57

Fig. 58

Page 53: La Ceramica Attica a Camarina

Catalogo

a cura di Giada Giudicecon la collaborazione di Giuseppe Sanfilippo Chiarello

Page 54: La Ceramica Attica a Camarina

Sigle venticinquenni

600 - 575 a.C. f.n. A575 - 550 a.C. f.n. B550 - 525 a.C. f.n. C525 - 500 a.C. f.n. D525 - 500 a.C. f.r. E500 - 484 a.C. f.n. F500 - 484 a.C. f.r. G461 - 450 a.C. f.n. H461 - 450 a.C. f.r. I450 - 425 a.C. f.r. L425 - 400 a.C. f.r. M

Abbreviazioni adottate nelle schede

A) / A: = lato Aalt. = altezzaArch. = ArcheologicoB) /B: = lato BBibl. = bibliografiac. / cc. = colonna / colonnec.d.s. = in corso di stampad. = destraCfr. = confrontacoll. = collezionef.b. = fondo biancofig./figg. = figura/ef.n. = figure neref.r. = figure rossefr./frr. = frammento/iI)/I: = internoinv. = inventarioLarg. = larghezzaLung. = lunghezzamax. = massimo/aMus. = Museon. = numeroP. = Pittorep./pp. = pagina/eReg. = Regionales. = sinistrasep. = sepolturasine inv. = senza inventarios./ss. = seguente/itav./tavv. = tavola/evd. = vediLe misure sono espresse in metri.

Sigle Autori schede

P.L. Pinella LaudaniG.M. Giuseppina MonterossoA.M.M. Angela Maria ManentiR.N. Rossella NicolettiS.R. Serena RaffiottaG.S.C. Giuseppe Sanfilippo ChiarelloM.A.V.S. Maria Agata Vicari SottosantiS.S. Saverio ScerraE.S. Ermelinda Storaci

Page 55: La Ceramica Attica a Camarina

600-575 a.C.

Vasi non attribuiti

a1Non sono inclusi in catalogo alcuni frammenti (attici?) provenienti dal santuario di Athena di cui è data breve notizia in pelaGatti 1962, p. 257, fig. 16, e pelaGatti 1973a, pp. 135-136, n. 404, datati dalla stessa studiosa all’inizio del VI secolo a.C.

(G.S.C.)

51Catalogo

Page 56: La Ceramica Attica a Camarina

575-550 a.C.

Pittore C

B1Coppa (Siana), a f.n., fr. di. Camarina, Mus. Arch. Reg., cat. Lentini 61. Alt. m. 0,08. Proveniente da Camarina, da un pozzo situato nel quartiere sud-orientale. Medaglione interno: fascia di linguette alternatamente di colore paonazzo e nero.A: rimane parte di due zampe di un cavallo volto a s.Pittore C, “middle period” (H.A.G. Brijder).570-565 a.C. (H.A.G. Brijder).

Bibl.: lentini 1983, p. 15, n. 61, fig. 11 a-b; Brijder 2000, p. 717, n. 24.

(G.S.C.)

Pittore di TarantoB2 Coppa (Siana), a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,85, diam. m. 0,265. Proveniente da Camarina, necropoli di Rifriscolaro, sep. 1161; mancante del piede.

Labbro espanso completamente a vernice nera ed edera nella zona compresa tra le anse.“The Taras Painter: the Band-and-Ivy Group. Late period” (H.A.G. Brijder).560-550 a.C. (H.A.G. Brijder).

Bibl.: Brijder 1983, p. 255, n. 207; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 28; Fouilland 2006, p. 120, cat. n. 67, fig. 15d.

(G.S.C.)

B3Coppa (Siana), a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 8329. Alt. m.0,159, diam. m. 0,28. Proveniente da Camarina, necropoli di Rifriscolaro, sep. 1522. Fascia di linguette alla base della vasca; in basso, all’interno del piede, fascia di vernice nera.Labbro espanso a risparmio; una fascia di vernice nera alla base del labbro. Anse, piede e parte inferiore del corpo a vernice nera. Sbreccature sul labbro e scrostatura sull’ansa d.“The Taras Painter: the Band-and-Ivy Group. Late period” (H.A.G. Brijder).560-550 a.C. (H.A.G. Brijder).

Bibl.: pelaGatti 1980-81, p. 720, tav. 159, fig. 1; Brijder 1983, p. 255, n. 203 bis; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 28; Fouilland 2002, p. 553, fig. 72; Fouilland 2006, pp. 120 e 123, cat. n. 66.

(G.S.C.)

B1

B2

B3

52 Catalogo

B1

Page 57: La Ceramica Attica a Camarina

Non attribuiti

B4Coppa (Siana?), a f. n., fr. di orlo e parete. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, temenos del tempio di Athena, scavi 1961-62.Giovane.Testa e spalle di un giovane reso di profilo verso s.Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, fascia a vernice nera. Capigliatura sovraddipinta in paonazzo.Intorno al 550 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: pelaGatti 1962, p. 257, fig. 16, 9; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 27; lentini c.d.s.

(G.S.C.)

B5Coppa (Siana?), a f. n., fr. di orlo e parete. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. (?). Proveniente da Camarina, temenos del tempio di Athena, scavi 1961-62.Figura maschile.Testa e torso di figura maschile barbata (satiro?).

Il capo della figura è reso di pieno prospetto. Dinnanzi, corno potorio sovraddipinto di bianco. In paonazzo, la barba e la capigliatura.Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, fascia a vernice nera.Intorno al 550 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: pelaGatti 1962, p. 257, fig. 16, 10; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 27; lentini c.d.s.

(G.S.C.)

53Catalogo

B5

B4

Page 58: La Ceramica Attica a Camarina

550-525 a.C.

Vicino a Lydos

C1Coppa (Siana), a f.n., fr. di. Palermo, collezione Collisani, inv. R26 (destinata a Petralia Sottana, Mus. Civ. Antonio Collisani). Alt. m. 0,064. Proveniente da Camarina. Frammento della vasca. Una pantera incedente verso d., con la zampa anteriore s. alzata, la testa di prospetto. Coda ad esse. Decorazione secondaria: tre linee concentriche racchiudono la scena principale. All’esterno una fascia circolare decorata da linguette di colore rosso e nero e una fascia risparmiata decorata da due linee concentriche. “Nahe Lydos”(D. Leibundgut Wieland).550-525 a.C.

Bibl.: isler, sGuaitamatti 1990, p. 106, tav. 20, fig. 156; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 29.

(G.S.C.)

Piccoli maestri

C2 Coppa (Kassel), a f.n. Palermo, collezione Collisani, inv. R34 (destinata a Petralia Sottana, Mus. Civ. Antonio Collisani). Alt. m. 0,084,

diam. m. 0,127. Proveniente da Camarina. Sul corpo, nella zona compresa tra le anse, due file di foglie di edera contrapposte ai lati di una linea.Nella parte inferiore della vasca una fascia con foglie tra linee di vernice parallele. Al di sopra del piede, raggiera.Diverse scrostature della vernice sul labbro e in diverse zone del corpo, delle anse e del piede.“Little Master cup” (D. Leibundgut Wieland). 550-525 a.C.

Bibl.: isler, sGuaitamatti 1990, p. 110, tav. 21, fig. 161; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 29.

(G.S.C.)

Pittore del PharosC3Lekythos (sub-deianeira shape), a. f.n., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Rifriscolaro.Della scena figurata, inserita entro un pannello, restano le porzioni inferiori di due figure femminili rese di profilo. Indossano lunghi chitoni, stretti al corpo, che arrivano fino alle caviglie e un mantello che avvolge entrambe.

C1

C2

C3

54 Catalogo

Page 59: La Ceramica Attica a Camarina

Decorazione secondaria: linea in vernice diluita.Pittore del Pharos (F. Fouilland).550-525 a.C.

Bibl.: Fouilland 2006, p. 120, fig. 15a.

(G.S.C.)

Non attribuiti

C4Lekythos (sub-deianeira shape) a f. n. Ragusa Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Rifriscolaro.Giovane tra spettatori.Giovane nudo retrospiciente, di profilo verso d. Porta un braccio in alto. Ai suoi lati un giovane e un ragazzo. Entrambi indossano un mantello lungo fino alle caviglie.Decorazione secondaria: sulla spalla, linguette; sotto la scena figurata, linea in vernice diluita.550-525 a.C. Bibl.: Fouilland 2006, p. 120, fig. 15b.

(G.S.C.)

C5Lekythos, a f.n., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6924. Alt. m. 0,093 (fino alla spalla). Provenienti da Camarina, necropoli di Rifriscolaro, tomba 497.Sulla spalla) scena dionisiaca; sul corpo) scena

C4

C5

55Catalogo

C5

C5

C5

Page 60: La Ceramica Attica a Camarina

di partenza con il carro (?).Frammento pertinente alla spalla: restano le teste di tre personaggi resi di profilo. A sinistra, satiro tiene nella mano s., che porta in alto, krotala. Al centro testa e spalle di una figura femminile coronata di profilo verso d. (menade? o Arianna?) A destra figura maschile (Dioniso?) indossa una stephane e porta il braccio in avanti (si vedono, infatti, due dita della mano). Nel campo è visibile un kantharos. Due frammenti pertinenti al corpo: nel primo restano le teste di due destrieri bardati e davanti ad essi un personaggio, di cui resta parte della testa e del braccio, di profilo verso s., che regge un’asta (Hermes con kerykeion?): nel secondo frammento si riconosce una figura di profilo verso d. (Apollo?) con cetra, che indossa una stephane. Si intravedono anche parte del kentron (?) e redini, e il braccio sovradipinto di bianco di una figura femminile. Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette.550-525 a.C.

Bibl.: pelaGatti 1974, pp. 30-31; pelaGatti 1976, pp. 44 sgg.; mostra della Sicilia greca 1984, p. 269, n. 643; La Sicilia greca 1989, p. 151, n. 266.

(G.S.C.)

C6Coppa, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 8562. Proveniente da Camarina, necropoli di Rifriscolaro, sep. 1720. A) Cavallo alato (Pegaso?) e figura maschile tra due Sirene; B) cavaliere su cavallo tra due figure maschili; Sirene ai lati. A: Pegaso di profilo verso d., con le zampe anteriori in aria, è preceduto da un personaggio

in corsa. Ai lati, in posizione araldica, due sirene con le ali spiegate.B: Giovane su cavallo con le zampe anteriori levate in aria. Davanti a lui giovane in corsa verso d. retrospiciente e con il braccio d. alzato. Ai lati, due Sirene.I particolari anatomici delle figure sono graffiti; una sirena del lato B ha la faccia sovraddipinta in bianco. Ricomposta da diversi frammenti; piccole lacune sulla vasca; labbro verniciato di nero.550-525 a.C.

Bibl.: Fouilland 2002, p. 553, fig. 73; Fouilland 2006, p. 120, cat. n. 70, fig. 17 b-c.

(G.S.C.)

C6

C6

56 Catalogo

Page 61: La Ceramica Attica a Camarina

525-500 a.C.Ure’s Class of Skyphoi a1

D1Skyphos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,11. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 201 (?).A –B) Guerriero che lascia casa.A sinistra, un personaggio canuto seduto su un diphros, di profilo verso d. Indossa un chitone ed un lungo himation, ha barba e lunghi capelli resi a graffito. Davanti a lui un giovane guerriero incedente verso d., retrospiciente. Completamente nudo, calca l’elmo con cimiero e imbraccia uno scudo, decorato da globetti, e porta la spada. Graffiti i pochi particolari anatomici.Decorazione secondaria: sul labbro fascia a vernice nera; sul corpo, tra le anse, grande palmetta e fiore di loto semiaperto; al di sotto della scena principale, fascia di vernice nera e, sopra il piede, zona a vernice nera. Ricomposto da piccoli frammenti, con numerose lacune; piccole sbreccature sul labbro.“Ure’s class of skyphoi A1” (J.D.Beazley).525-500 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 814-815, fig. 34; Beazley 1971, p. 84, 5; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 30.

(G.S.C.)

Non lontano dal pittore di Lysippides

D2Anfora a collo distinto, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6926. Alt. m. 0, 362. Proveniente da Camarina, necropoli di Rifriscolaro, sep. 497.Fregio di animali sulla spalla.

Tra gli attacchi inferiori delle anse, da un lato, due coppie di leoni e cinghiali affrontati; dall’altro, da d. verso s., un leone e un cinghiale affrontati, un leone stante rivolto a s. e un cinghiale verso s. in prossimità dell’attacco dell’ansa. Le zampe poggiano su tre filetti concentrici a vernice nera.Decorazione secondaria: sul collo, fascia a palmette contrapposte diritte e rovesce, alternate a fiori di loto, legate da anelli e inquadrate da archetti con sovraddipinture in rosso paonazzo. Sulla spalla, all’attaccatura del collo, bastoncelli alternatamente in nero e in paonazzo. Sul corpo, quasi del tutto a vernice nera, fasce a risparmio: quella più in basso è distinta da tre filetti concentrici a vernice nera. Raggiera all’attacco del corpo col piede delimitata in alto da due filetti concentrici a vernice neraDettagli incisi. Sovraddipinture in rosso paonazzo sulle criniere dei leoni e il collo dei cinghiali.Scheggiata in più punti.“… è ricollegabile ad un gruppo non lontano dal pittore di Lysippides” (P. Pelagatti).525–500 a.C.

Bibl.: pelaGatti 1974, p. 30; pelaGatti 1976, pp. 45-46, figg. 11-12; di steFano 1995, p. 13; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 32; di steFano 2001, pp. 34-35, figg. 33-34; Fouilland 2006, pp. 120-121 e 124, cat. n. 74, fig. 15d.

(S.S.)

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Gruppo di medea

D3Anfora a collo distinto, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6925. Alt. m. 0,327. Proveniente da Camarina, necropoli di Rifriscolaro, sep. 497.A) Eracle ed il leone fra Athena e Iolao; B) Dioniso, menade (?) e due satiri. A: al centro Eracle barbato, nudo, rivolto a d., con gambe di profilo e torso di tre quarti, soffoca, stringendolo al petto con il braccio s., il leone che, con le zampe anteriori, serra i fianchi dell’eroe, mentre con la zampa posteriore s. fa forza sul ginocchio s. di Eracle per divincolarsi. Questi reca spada alla cintola e gorytos sulle spalle fissato ad un balteo che gli attraversa diagonalmente il petto. A s. Iolao, rivolto a d., ignudo, con gambe di profilo e torso di tre quarti, ha una spada alla cintola. A d. Athena in armi: stante, di profilo a s., vestita di lungo peplo, sul capo un elmo attico con alto lophos, imbraccia a s. un grande scudo circolare (episema: globi), impugna, a d., una lancia.B: tra tralci, coronato d’edera, Dioniso, stante, di profilo a d. Indossa chitone e himation e stringe, nella mano s. alzata, un corno potorio. Di fronte al dio, una figura femminile (menade ?), stante, di profilo, rivolta a s., indossa chitone ed himation di cui solleva un lembo con la mano d. Ai lati due satiri danzanti: quello a s., di profilo, incede, a passo di danza, verso d. con la gamba s. piegata fino a toccare, con il tallone, il gluteo. Quello di d., con gambe di profilo e torso di prospetto, incede verso d. volgendosi indietro.

Sovraddipinture: in rosso paonazzo sui corpi e le vesti dei personaggi e sulla circonferenza esterna dello scudo di Athena; in bianco sulle parti anatomiche femminili, sulle vesti, sui globi dell’episema dello scudo di Athena.Dettagli incisi.Decorazione secondaria: sul collo, fascia a palmette contrapposte diritte e rovesce alternate a fiori di loto legate da anelli e inquadrate da archetti con sovraddipinture in rosso paonazzo. Sulla spalla, bastoncelli alternatamente a vernice

nera e rossa. Sotto le anse, doppie volute contrapposte, all’estremità delle quali alternanza di palmette e fiori di loto. Al di sotto della zona figurata: meandro corrente a s. tra due filetti concentrici; boccioli di loto ascendenti, legati da archetti inquadrati da due filetti; raggiera all’attacco del corpo col piede.Ricomposta da frammenti; scheggiata in più punti.“…può rientrare nella cerchia del pittore di Antimenes” (P. Pelagatti).Gruppo di Medea (E. Kunze-Gotte).525–500 a.C.

Bibl.: pelaGatti 1974, p. 30; pelaGatti 1976, pp. 45-46, figg. 8-10; di steFano 1995, p. 13, fig. 11; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 32; di steFano 2001, pp. 36-37,

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figg. 35-36; Fouilland 2006, pp. 120-121 e 124, nota n. 50 (per la diversa attribuzione), cat. n. 73, fig. 16 a-c.

(S.S.)

Vicino al pittore di Antimenes

D4Coppa, a f.n., fr. di. Palermo, collezione Collisani, inv. R25 (destinata a Petralia Sottana, Mus. Civ. Antonio Collisani). Alt. m. 0,052, larg. m. 0,071. Proveniente da Camarina. A sinistra, restano le teste di due cavalli di profilo verso d. ed il busto di una figura maschile

barbata, con lancia nella mano, probabilmente seduta dinnanzi ai destrieri. Alle sue spalle una figura femminile volta a s., vestita con chitone ed himation, solleva il braccio s. Ha lunghi capelli legati e tenuti insieme da una taenia. Segue un oplita armato di elmo, scudo e lancia. A d. parte di una lancia (o asta) e di una veste. “Nahe dem Antimenes-Maler” (D. Leibundgut Wieland) 525–500 a.C.

Bibl.: isler, sGuaitamatti 1990, p. 109, tav. 21, fig. 160; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 31.

(G.S.C.)

Gruppo del Vaticano G 52

D5Hydria miniaturistica, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pacetto, inv. 18424. Proveniente da Camarina, necropoli settentrionale, Scoglitti.Efebo corre tra giovani. La scena è rappresentata entro riquadro metopale. Un giovane nudo, di profilo, in corsa. Ai lati, due giovani ammantati, stanti, lo osservano.Decorazione secondaria: fregio fitomorfo

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con foglie di edera e palmetta nella zona della spalla.Gruppo del Vaticano G 52 (J.D. Beazley).525–500 a.C.

Bibl.: orsi 1899, c. 237; Beazley 1956, p. 462, n. 50; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 30; saliBra 2006, p. 336.

(G.S.C.)

Non attribuiti

D6Anfora a collo distinto, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pacetto, inv. 18425. Alt. m. 0,34. Proveniente da Camarina, necropoli di Scoglitti. A) Dioniso ed Arianna, una menade e un satiro; B) quadriga montata da un guerriero;A: Dioniso ed Arianna, una menade e un satiro. Dioniso è con il corno potorio.B: rappresentazione di una quadriga. I cavalli di sponda girano la testa, uno verso l’interno, l’altro verso l’esterno. Del cocchio si vedono le ruote e l’asse, mentre dell’auriga si intravedono il busto

e parte dello scudo con decorazioni a cerchi.I particolari anatomici sono sovraddipinti in bianco. Decorazione secondaria: sul collo, serie di palmette affrontate e divise da una treccia ed elementi fitomorfi; sul corpo sotto le anse, palmette; al di sotto della scena figurata, zig-zag con punti ai vertici; sotto, fiori di loto; alla base del corpo, raggiera. Scrostature su parte del corpo.525–500 a.C.

Bibl.: orsi 1899, c. 237, fig. 28; arias 1941, p. 6, tav. 8, fig. 1; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 32.

(G.S.C.)

D7Anfora a collo distinto, a f.n. Camarina, Mus. Arch. Reg., inv. 1843. Alt. m. 0,445. Proveniente da Camarina, sporadico.A) Due cavalieri traci ed un cane; B) tre donne.A: due cavalieri con doppia asta al galoppo. Vestono la zeira e calzano alti stivali. Li accompagna un cane da caccia.

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B: tre donne stanno intrattenendosi in un dialogo. Due vestono chitone ed himation, mentre la prima sembra indossare uno stretto chitone che le modella il corpo. Hanno tutte i capelli raccolti e stretti da una stephane. La figura al centro regge in mano i krotala.Decorazione secondaria: nel campo, tralci di vite. Sul collo, serie di palmette affrontate e divise da una treccia ed elementi fitomorfi; alla base del collo, linguette; sul corpo tra le anse, palmette; al di sotto della scena figurata zig-zag con punti ai vertici, sotto fiori di loto; alla base del corpo, raggiera. 525–500 a.C.

Bibl.: di Vita, di steFano, d’andrea 1995, pp. 12-13, 15, 44, figg. 4-5, 7, 39; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 32; Giudice, messina 2006, pp. 31, 51, cat. 13, fig. 17.

(G.S.C.)

D8Lekythos, a f.n. Camarina, Mus. Arch. Reg.,

inv. 1844 (ex collezione Pace, inv. 5905). Alt. m. 0,30. Proveniente da Camarina, necropoli di Rifriscolaro.Enea ed Anchise, Afrodite e Creusa (?).Guerriero di profilo incedente verso d.; è completamente armato con elmo e scudo, ed indossa un chitonisco. In bianco e paonazzo sono resi gli ornamenti interni dello scudo. Regge sulle spalle un personaggio anziano di cui si vede la corta barba bianca sovraddipinta, così come i lunghi capelli, le sopracciglia e gli occhi. In bianco e paonazzo sono resi i puntini che decorano il mantello. Di fronte a loro una donna incede a sinistra. Indossa un lungo chitone e l’himation, ha una taenia, e regge una lancia. Alle spalle di Enea ed Anchise in fuga verso destra un’altra donna, similmente abbigliata, regge una lancia. Decorazione secondaria: il labbro è decorato da una fascia a meandro e croci tra scacchiere; alla base del collo, linguette; sulla spalla, palmette, giragli e boccioli di loto neri. Ricomposto da più frammenti.Verso il 500 a.C.

Bibl.: pace 1921, p. 17; caputo 1937-38, pp. 267-273; Galinsky 1969, pp. 123-125; pelaGatti 1973a, p. 148, n. 440, tav. 46; pelaGatti 1996, p. 11; di steFano, pelaGatti 1998, p. 220, fig. 20L; manGold 2000, III, n.45; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 33; Guzzardi, Germanà 2004, p. 47; Giudice, messina 2006, pp. 31, 51, cat. 14, figg. 18-19; pontrandolFo 2007, p. 10, nota 26.

(G.S.C.)D9Oinochoe, a f.n. Scicli, collezione Spadaro.

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Proveniente da Camarina.Scena dionisiaca.A sinistra, Dioniso e Arianna affiancati, volti a d.; vestono entrambi un chitone ed un himation ornato da punti e hanno il capo coronato da foglie di edera. Il dio regge nella d. un kantharos, mentre la sua sposa protende la mano in direzione di un satiro che li fronteggia. A fianco del satiro è un caprone; nel campo, tralci.525-500 a.C.

Bibl.: BenndorF 1883, p. 104, n. 1, tav. 52; saliBra 2006, p. 335.

(G.S.C)

richiama il pittore di Gales

E1Cratere, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Buoi in movimento verso sinistra.Nel frammento sono rimaste le teste e parte del corpo di due buoi incedenti verso s. e con la coda sollevata; uno di essi è retrospiciente. Al centro si vede anche il gluteo di un altro bovide.Decorazione secondaria: in alto, entro fascia risparmiata, zig-zag con punti ai vertici.“Un soggetto simile ricorre nella produzione del pittore di Gales” (G. Giudice).

E1

525–500 a.C.

Bibl.: orsi 1899, c. 264, fig. 48; Giudiceb 2006, pp. 197-198, 208, n. 1.

(G.S.C.)

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500-484 a.C.

Pittore di Edimburgo

F1Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Montemagno, inv. 12756. Proveniente da Camarina.Eracle ed Eurytos (?).Eracle, di profilo verso d., indossa la leontea, stringe la spada con la mano d. e con la s. regge l’arco. Alle sue spalle, Athena con lungo peplo ed himation, e lancia nella mano d. Fugge dinnanzi all’eroe Eurytos, nudo e barbato. Tra i due personaggi è un guerriero in completo assetto oplitico, caduto sulle ginocchia. Chiude la scena a sinistra Hermes con chitonisco, mantello, petaso e calzari alati; regge il caduceo. A destra è un oplita con mantello, elmo, scudo e lancia; dal fianco gli pende la spada. Decorazione secondaria: alla base del collo,

linguette; sulla spalla, palmette; sul corpo, al di sopra della scena, zig-zag con punti ai vertici. Sbreccature e scrostature, rottura alla base del collo, manca il labbro.Pittore di Edimburgo (C.H.E. Haspels - J.D. Beazley).500-484 a.C.

Bibl.: haspels 1936, p. 216, 15; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37; saliBra, caruso 2005, p. 53, fig. 11 a-c; saliBra 2006, p. 339.

(G.S.C.)

F2Lekythos, a f.n. (a f.b.). Siracusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pacetto, inv. 18418. Proveniente da Camarina, necropoli settentrionale.Achille condotto da Peleo presso Chirone.Al centro, un giovane imberbe completamente nudo con i capelli legati da una taenia. Lo fronteggia Chirone, barbato, con chitonisco ed himation sulle spalle; con la mano s. regge un lungo bastone nodoso, mentre nella d. ha un lungo bastone con rami a cui è appesa una lepre (?).

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Alle spalle del giovane è un personaggio barbato (Peleo?) ed incedente verso s., retrospiciente. Indossa petaso, clamide e chitonisco, mentre con la mano d. regge due lance; solleva la mano in un gesto di saluto. Dinnanzi una figura femminile, con lungo chitone ed himation, regge nella mano d. una lancia poggiata a terra e con la mano s. sembra salutare.In colore paonazzo, una taenia sul capo della figura femminile, i punti che ne ornano la veste e l’orlo del mantello, il laccio che ferma il petaso di Peleo, i punti sul chitonisco, la bordura della clamide ed i calzari; sovraddipinti dello stesso colore anche la taenia di Achille, la barba e l’orlo del mantello di Chirone.A risparmio la spalla del vaso. Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, palmette; sul corpo, al di sopra della scena, serie di punti e doppia linea a vernice di colore marrone.Sul corpo, iscrizioni: KALOS sopra la testa di Achille; PI IDES, tra il giovane e Peleo; NA ICI, sotto il corpo di Chirone.Pittore di Edimburgo (C.H. Haspels- J.D.Beazley).500-484 a.C.

Bibl.: BenndorF 1883, p. 86, n. 1, tav. 41; Baur 1912, p.

102, n. 246; haspels 1936, p. 217, 38; Friis johansen 1939, p. 195, fig. 6; Beazley 1939a, p. 6, n. 5; Beazley 1950, p. 316, n. 9; Brommer 19602, p. 250, A15; Von matt 1963, p. 48; Beck 1975, p. 12, tav. 3, n. 13; carpenter 1989, p. 120; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37; Blanck 2006, p. 322, fig. 11; Haspels addenda 2006, p. 28; LIMC I, s.v. Achilleus, p. 46, n. 33.

(G.S.C.)

F3Lekythos, a f.n. (a f.b.). Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23610. Proveniente da Camarina, necropoli.Scena di palestra.Efebi con lunghi bastoni. Uno di profilo verso d., completamente nudo, regge un disco in mano pronto a lanciarlo; l’altro di profilo a s., con aulos, indossa un lungo mantello (sovraddipinto); gli sta accanto un giovane in ginocchio, retrospiciente con bastoni in mano. Un’altra figura di profilo a d. con il torso di prospetto e retrospiciente, indossa un lungo mantello. Alle sue spalle altro efebo di profilo a d. completamente nudo, retrospiciente con asta nella mano d. Chiude la scena a sinistra un altro personaggio incedente verso d., nudo e

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Page 69: La Ceramica Attica a Camarina

con un’asta in mano.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulle spalle, palmette; sul corpo, al di sopra della scena, zig-zag con punti ai vertici sotto due linee di vernice.Diverse scrostature su tutto il corpo, vernice evanida; mancante del labbro.Pittore di Edimburgo (C.H.E. Haspels).500-484 a.C.

Bibl.: haspels 1936, p. 218, 53; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

Pittore di Diosphos

F4Lekythos, a f.n. (a f. b.). Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24148. Proveniente da Camarina, necropoli di Scoglitti. Dalla stessa sepoltura del vaso che segue.Carro.Auriga su un carro in corsa verso sinistra e con le braccia protese a reggere le redini. Della scena restano visibili anche il carro e i lombi dei quattro cavalli. Dietro i cavalli è visibile un personaggio di cui rimangono una gamba, il busto e il braccio d.; a destra, un animale, forse un cane (?), e i piedi di un altro personaggio rappresentato di profilo.Decorazione secondaria: sul collo, linguette; sulla spalla, raggiera; sul corpo, al di sopra della scena figurata, scacchiera con sovraddipinture in bianco. Ricomposta da diversi frammenti; lacuna sul corpo.Pittore di diosphos (C.H.E. Haspels - J.D. Beazley).500-484 a.C.

Bibl.: haspels 1936, p. 232, 11; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

F5Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24149. Proveniente da Camarina, necropoli di Scoglitti.Due destrieri.Sulla spalla si affrontano un leone dalla lunga coda serpentiforme ed un cinghiale.Sul corpo, due cavalieri di profilo verso d. lanciano i cavalli alla corsa. I giovani reggono entrambi

un’asta. Dietro, si intravede la rappresentazione della meta (?) di gara. Restaurata da diversi frammenti, scrostature su tutto il corpo.Pittore di diosphos (C.H.E. Haspels).500-484 a.C.

Bibl.: haspels 1936, p. 235, 65; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

F6 Lekythos, a f.n. (tecnica di Six). Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23784. Proveniente da Camarina.Eos e Memnone. Eos di profilo con lungo chitone ha le ali spiegate e tiene tra le braccia il corpo nudo di Memnone.Decorazione secondaria: sul collo, linguette; sulla spalla, fiori di loto; sul corpo, al di sopra della scena, scacchiera.Pittore di diosphos (C.H.E. Haspels).500-484 a.C.

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Page 70: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: haspels 1936, p. 236, 85; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

F7Lekythos, a f.n. (a f. b.). Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina.Palmette.Palmette disposte su tre file e congiunte da viticci.Decorazione secondaria: alla base del collo, fascia a vernice nera; sulla spalla, boccioli di loto congiunti da viticci; nel punto di congiunzione tra la spalla ed il corpo del vaso, meandro corrente a s. tra linee di vernice. La decorazione sul corpo è delimitata in alto ed in basso da una linea orizzontale.Ricomposta da diversi frammenti. Buono stato di conservazione.Pittore di diosphos (G.Salina).500-484 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 118-119, tav. 20, 2; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

Classe del Leoncino

F8Lekythos, a f.n. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 2132. Alt. m. 0,108. Proveniente da Camarina.Combattimento.Scena di combattimento tra due guerrieri, uno dei quali si difende con lo scudo. Ai lati, assistono due efebi che indossano una breve clamide svolazzante.Decorazione secondaria: quasi completamente abrasa; appena visibili bastoncelli sulla spalla.Classe del Leoncino (J.D. Beazley).500-484 a.C.

Bibl.: liBertini 1930, p. 156, tav. 71, n. 664; Beazley 1956, p. 513, n. 30; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

F9Lekythos, a f.n. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4061. Alt. m. 0,072. Proveniente da Camarina. Amazzone fra cavalieri.

Al centro, amazzone in chitonisco con faretra al fianco, in movimento verso destra. Stringe due lance nella mano d. Ai lati la fiancheggiano due cavalieri con la lancia.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, fascia di vernice nera diluita; sul terzo inferiore del corpo, vernice nera diluita.Incompleta. Ricomposta da diversi frammenti. Scrostature su tutta la superficie. Classe del Leoncino (S.Valastro).500-484 a.C.

Bibl.: Barresi, Valastro 2000, p. 36, n. 16; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

F10Lekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 18444. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro. Scena di combattimento.Al centro due opliti, armati di lancia e scudo. Il guerriero a d., retrospiciente, ha torso di prospetto e gambe di profilo. Ai lati dei duellanti, due giovani, nudi, dei quali quello di d. con mantello sulla spalla, si allontanano rivolti alla scena centrale recando gambe e testa di profilo e torso di prospetto.Decorazione secondaria: sulla spalla, leoncini affrontati; alla base della scena, linee a vernice rossa.Priva del collo, ricomposta da frammenti.Classe del Leoncino (G. Salina)500-484 a.C.

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Page 71: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: salina 1989-90, pp. 401-402, tav. 8; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(S.S.)

Pittore di Athena

F11Lekythos, a f.n. Palermo, collezione Collisani, inv. R30 (destinata a Petralia Sottana, Mus. Civ. Antonio Collisani). Alt. m. 0,31. Proveniente da Camarina.Satiri e caproni.A sinistra un satiro barbato, nudo e itifallico di profilo verso d. con una corona di foglie in testa, regge con entrambe le mani le zampe anteriori di un caprone retrospiciente. Al centro, un altro satiro barbato suona il doppio aulos. A destra, un terzo satiro, parzialmente conservato, sostiene per le zampe anteriori un caprone.Decorazione secondaria: sulla spalla, palmette; sul corpo, al di sopra della scena figurata, fascia a zig-zag.“Athena Maler” (A. Frölich).500–484 a.C.

Bibl.: isler, sGuaitamatti 1990, pp. 124-125, tav. 28, n. 180; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

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Page 72: La Ceramica Attica a Camarina

Classe di atene 581, i

F12Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione La Rocca-Impellizzeri, inv. 61455. Proveniente da Camarina.Scena di combattimento.Due guerrieri armati di lancia e scudo fra due figure stanti ammantate.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, boccioli di loto stilizzati legati da peduncoli ad archetto.La superficie del vaso è fortemente corrosa e a tratti fessurata; incrostazioni biancastre e vernice parzialmente evanida.Classe di Atene 581, I (R. Salibra).480 a.C.

Bibl.: Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37; saliBra 2006, p. 343.

(G.S.C.)

Classe di atene 581, ii

F13Lekythos, a f.n. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4056. Alt. m. 0,097. Proveniente da Camarina. Incompleta. Manca parte del collo e la bocca. Scrostature in diversi punti del corpo.Biga.Un auriga con lunga xystis è alla guida di una biga condotta da due destrieri lanciati nella corsa.Decorazione secondaria: nel campo, tralci; sulla spalla, linguette; sul corpo, al di sopra della scena figurata, meandro corrente a d. Il terzo inferiore del corpo è dipinto a vernice nera. Ritocchi in rosso violaceo. I particolari anatomici dei cavalli e della biga sono resi a graffito.Classe di Atene 581, II: maniera del pittore di Haimon (J.D. Beazley).500–484 a.C.

Bibl.: liBertini 1930, p. 158, tav. 71, n. 681; Beazley 1956, p. 543, n. 143; Beazley 1971, p. 233; Barresi, Valastro 2000, p. 56, n. 40; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

F14Lekythos, a f.n. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4123. Alt. m. 0,16. Proveniente da

Camarina. Amazzoni.Amazzoni di profilo verso d. al lato di un destriero; indossano entrambe una corazza ed un elmo dall’alto lophos. Decorazione secondaria: nel campo, tralci; sulla spalla, linguette; sul corpo sopra la scena figurata, doppia serie di puntini paralleli, sotto la scena; fascia di vernice diluita; il terzo inferiore del corpo è a vernice nera. Incisioni per i particolari dei cavalli e delle Amazzoni. Uso della vernice bianca per il volto delle Amazzoni e per la coda dei cavalli.Ricomposta da frammenti. Diverse scrostature sul corpo.“Classe di Atene 581, II: gruppo P (?)” (S.Valastro).500–484 a.C.

Bibl.: liBertini 1930, p. 157, n. 666; Barresi, Valastro 2000, p. 52, n. 34; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

F15 Lekythos, a f.n. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4146. Alt. m. 0,29. Proveniente da Camarina. Peleo e Teti.

F13

68 Catalogo

Page 73: La Ceramica Attica a Camarina

Al centro, Peleo in chitonisco rapisce Teti. Ai lati si dispongono quattro figure femminili ammantate in fuga.Decorazione secondaria: nel campo, tralci; sul collo, bastoncelli, sulla spalla, palmette ed una doppia riga di punti; in basso, una larga fascia nera.L’esecuzione è piuttosto andante. Manca l’ansa ed il vaso è restaurato in diversi punti.Classe di Atene 581, II: maniera del pittore di Haimon (J.D. Beazley).500–484 a.C.

Bibl.: liBertini 1930, p. 157, n. 668, tav. 72; Beazley 1956, p. 550, n. 327; Barresi, Valastro 2000, p. 60, n. 45; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

F16 Lekythos, a f.n. Camarina, Mus. Arch. Reg., inv. 2975. Proveniente da Camarina. Due guerrieri al cospetto di Athena.Due guerrieri armati siedono entrambi su un diphros al cospetto di Athena. I due personaggi

sono resi di profilo e indossano elmi dall’alto cimiero ed himatia che avvolgono interamente le figure. Guardano la dea e quello di d. alza un braccio fino a toccarla. La dea al centro della scena sta in piedi su un piccolo piedistallo. Di profilo verso d., indossa l’elmo ed ha il braccio d. piegato al petto mentre il s. è alzato. I particolari delle vesti e delle armature sono resi con incisioni.Decorazione secondaria: sulla spalla, doppia fila di linguette disposte a raggiera; all’attacco della spalla con il corpo del vaso, meandro; al di sotto della scena figurata, stretta fascia a risparmio.Classe di Atene 581, II: maniera del pittore di Haimon (G. Salina). 500–484 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 69-70, tav. 11,1; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(G.S.C.)

F16 bis Lekythos a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2351. Proveniente da Camarina (acquisizione

F15 F16F14

69Catalogo

Page 74: La Ceramica Attica a Camarina

vecchio fondo). Alt. m. 0,186; diam. piede m. 0,060.Menade e toro, fra due satiri.Al centro, fra due satiri di profilo, in atteggiamento di danza, con il braccio sinistro e la gamba sollevati, mentre tengono per mano probabilmente uno strumento (crotalo?), una menade stante, vista di profilo, con i capelli raccolti in un sakkos, c on braccio sinistro alzato, dietro ad un toro incedente. Tralci nel campo, con foglie stilizzate a puntini. Sovradipinture in rosso per vari dettagli (corona (?) sul capo della donna, barba e capelli dei satiri, parti del corpo del toro).Decorazione secondaria: sulla spalla doppia fila di bastoncelli. Sotto la scena due linee risparmiate, resto del corpo del vaso ricoperto di vernice nera.Attribuibile alla classe di Atene 581,II (A.M. Manenti)

500-484 a.C.

Bibl.: inedita.

(A.M.M.)

F17Lekythos, a f.n. (a f. b.). Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2808. Proveniente da Camarina, necropoli di Randello, scavi 1967.Sul corpo del vaso, palmette verticali circoscritte da archetti di colore bianco ed alternate a bastoncelli. Al di sotto, catena ad anelli.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli.“Palmette-lekythoi” della classe di Atene 581 - tipo I della classificazione Palmer, in Corinth XIII, pp. 163-164 (G. Giudice). 490-480 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 422-424, tav. 22, 1; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

F18Lekythos, a f. n. (a f. b.), Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2809. Proveniente da Camarina, necropoli di Randello, scavi 1967.Sul corpo del vaso, palmette verticali circoscritte

F16bis

70 Catalogo

Page 75: La Ceramica Attica a Camarina

da archetti di colore bianco ed alternate a bastoncelli. Al di sotto, catena ad anelli.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli.“Palmette-lekythoi” della classe di Atene 581 - tipo I della classificazione Palmer, in Corinth XIII, pp. 163-164 (G. Giudice). 490-480 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 425-427, tav. 22, 2; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

F19Lekythos, a f.n. (a f. b.). Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2810. Proveniente da Camarina, necropoli di Randello, scavi 1967.Sul corpo del vaso, palmette verticali circoscritte da archetti di colore bianco ed alternate a bastoncelli. Al di sotto, catena ad anelli.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli.“Palmette-lekythoi” della classe di Atene 581 - tipo I della classificazione Palmer, in Corinth XIII, pp. 163-164 (G. Giudice). 490-480 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 428-429, tav. 22, 3; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

F20Lekythos, a f.n. (a f. b.). Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2811. Proveniente da Camarina, necropoli di

Randello, scavi 1967.Sul corpo del vaso, palmette verticali circoscritte da archetti di colore bianco ed alternate a bastoncelli. Al di sotto, catena ad anelli.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli.“Palmette-lekythoi” della classe di Atene 581 - tipo I della classificazione Palmer, in Corinth XIII, pp. 163-164 (G. Giudice). 490-480 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 430-431, tav. 22, 4; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

maniera del pittore di Haimon

F21Lekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6342. Alt. m. 0,34. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 73, scavi 1972.Corteo dionisiaco (?)Quadriga a d. le cui redini sono trattenute da una figura muliebre che indossa una veste a larghe pieghe da cui fuoriescono le braccia. Alle sue spalle, è una donna stante, di profilo a destra, che tiene tra le mani una lyra. Davanti alla quadriga, figura femminile seduta su diphros rivolta al centro

F20F21

71Catalogo

Page 76: La Ceramica Attica a Camarina

della scena. In secondo piano, dietro la quadriga, al centro, figura maschile barbata stante, coronata (?) e coperta di un lungo himation (Dioniso?): ha in mano un corno potorio (?) e, di profilo a d., guarda alle sue spalle un figura femminile stante rivolta a d. Tralci nel campo.Sovraddipinti in bianco la criniera e le zampe di un cavallo, le pieghe dell’himation della figura barbata, il volto della figura muliebre in secondo piano, le braccia di quella che tiene le redini, l’himation e la chioma della figura assisa.Dettagli incisi.Decorazione secondaria: sopra la scena, fascia a meandro semplice a d. tra linee concentriche a vernice nera; filetto sotto la scena. Trattini verticali alla base del collo; bastoncelli verticali sulla spalla.Maniera del pittore di Haimon (G. Salina).500–484 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 65-69, tav. 9, 1-2; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(S.S.)

F21bisLekythos a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 12757, collezione Montemagno di Mineo. Proveniente da Camarina. Alt. m. 0,175; diam. m. 0,34.Eracle in lotta con il cinghiale di Erimanto.Al centro Eracle nudo, con il tronco piegato in avanti mentre afferra con le braccia allungate il ventre di un cinghiale affondandone il capo nel collo; l’animale soccombe prostrato in avanti con la zampa anteriore sinistra flessa e la destra allungata; in alto, tra racemi, sono la clamide e la faretra dell’eroe; alle estremità della scena due figure a cavallo, elmate e coperte da un corto mantello, guardano.Decorazione secondaria: alla base del collo bastoncelli puntati; sulla spalla foglie lanceolate; la sommità del corpo è decorata con doppia banda di puntini alternati, in basso è una banda nera, tra linee che inquadrano la scena.Ricomposta da frammenti con integrazioni; varie scheggiature e abrasioni; vernice diluita.Attribuibile alle lekythoi della classe di Atene 581 II dipinte alla maniera del gruppo di Haimon.500-484 a.C.

F21bis

72 Catalogo

Page 77: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: saliBra 2006, pp. 338-339.

(E.S.)

F21terLekythos a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 12758, collezione Montemagno di Mineo. Proveniente da Camarina. Alt. m. 0,168; diam. m. 0,33. Dioniso tra due Menadi e due satiri.Al centro Dioniso danzante verso destra con il capo retrospiciente, vestito di chitone e himation, porta il corno potorio nella mano sinistra; il dio è rappresentato tra due Menadi ammantate, su muli itifallici, preceduti da due satiri, che guardano entrambi la scena: il primo, a sinistra è rivolto verso il centro, l’altro sileno a destra, è retrospiciente. Racemi incorniciano le Menadi.Decorazione secondaria: alla base del collo bastoncelli puntati; sulla spalla foglie lanceolate; la sommità del corpo è decorata con doppia banda di puntini alternati, in basso è una banda nera, tra linee che inquadrano la scena. Integra. Abrasioni varie sulle figure; decorazione complementare evanida su gran parte della superficie; vernice diluita.Attribuibile alle lekythoi della classe di Atene 581 II dipinte alla maniera del gruppo di Haimon.500-484 a.C.

Bibl.: saliBra 2006, pp. 338-339.

(E.S.)

F22

Gruppo CHC

F22Skyphos, a f.n., fr. di. Palermo, collezione Collisani, inv. R25 (destinato a Petralia Sottana, Mus. Civ. Antonio Collisani). Alt. m. 0,054.Sfinge di profilo a sinistra davanti a palmetta.Sovraddipinti in bianco il volto e il petto della Sfinge. Incisioni sulle ali e sulla palmetta.Gruppo CHC (D.L. Wieland).500-484 a.C.

Bibl.: isler, sGuaitamatti 1990, pp. 114-115, n. 166, tav. 24; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 37.

(R.N.)

F21ter

73Catalogo

Page 78: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore di Dutuit

G1Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23611. Alt. m. 0,34. Proveniente da Camarina.Artemide, di profilo verso destra, indossa un chitone a pieghe molto fitte legato alla vita ed una sphendone. Con la mano sinistra protesa, tiene un arco e una freccia, mentre con la destra accarezza un cervo sul muso.Decorazione secondaria: sopra la scena, su fondo risparmiato, una fascia a meandro tra doppie linee parallele di vernice nera. Sotto la scena, kymation a vernice nera su fondo a risparmio tra due linee parallele di v.n. Stessa fascia alla base del collo.Ricomposta da frammenti. Pittore di Dutuit (J.D. Beazley).500-484 a.C.

Bibl.: Bealzey 1963, p. 308, 20; carpenter 1989, p. 212; Lo stile severo in Sicilia 1990, p. 326, n. 151; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 36; Giudiceb 2006, p. 198; LIMC II, s.v. Artemis, pp. 667-668, n. 619, tav. 495.

(R.N.)

74 Catalogo

G1

Page 79: La Ceramica Attica a Camarina

461-450 a.C.

Officina del pittore di Athena

H1Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23906. Alt. m. 0,25. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 550. Sulla spalla, cinque palmette legate da viticci; quella centrale rovesciata. Il corpo è completamente dipinto a vernice nera; al di sotto della spalla, meandro corrente a s.Integra, tranne due scheggiature al labbro e scrostature sul ventre e sull’ansa.officina del pittore di Athena (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 19, tav. 5, n. 550,1; Giudiceb 2006, p. 208, n. 2.

(G.S.C.)

H2Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24010. Alt. m. 0,185. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 900. Sulla spalla, cinque palmette legate da viticci. Alla base del collo, linguette; sotto la spalla, meandro corrente a d.Mancano il collo e parte dell’ansa.officina del pittore di Athena (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 65, tav. 34, n. 900, 6; Giudiceb 2006, p. 208, n. 3.

(G.S.C.)

Officina del pittore della Megera1

H3Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23996. Alt. m. 0,085. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 803.Tre palmette tra linee di vernice.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli. Due linee risparmiate sopra e sotto la decorazione

1 Sono probabilmente riferibili all’officina del pittore della Megera undici lekythoi provenienti dalla collezione del canonico siracusano Antonino Lentinello e attualmente conservate al Museo Archeologico Regionale di Siracusa (invv. 2293-2303). Vd. saliBra 2006, p. 337.

H1

H2

75Catalogo

Page 80: La Ceramica Attica a Camarina

principale. A vernice bianca sono resi larghi archi sovraddipinti al di sopra di ciascuna palmetta e perle in corrispondenza di ciascun archetto.Integra.officina del pittore della Megera (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 54, tav. 26, n. 803; Giudiceb 2006, p. 208, n. 4.

(G.S.C.)

H4Lekythos, a f.n. Siracusa Mus. Arch. Reg., inv. 24047. Alt. m. 0,073. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 993. Foglie di edera e corimbi sorgono da un tralcio entro fascia con ingubbiatura bianca. Tralcio e foglie sono a vernice nera, i gambi di colore rosso mattone.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli. Linee sopra e sotto la scena decorata. Screpolature sul corpo e vernice in parte evanida.officina del pittore della Megera (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1974, p. 71, fig. 16; lanza 1990, p. 77, tav. 43, n. 993, 9; Giudiceb 2006, p. 208, n. 5.

(G.S.C.)

H5Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24047. Alt. m. 0,068. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 993.Foglie e corimbi di edera che sorgono da un tralcio entro fascia con ingubbiatura bianca. Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli. Filetti sopra e sotto la scena decorata. Screpolature sul corpo e venice a tratti evanida.officina del pittore della Megera (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 77, tav. 43, n. 993, 10; Giudiceb 2006, p. 208, n. 6.

(G.S.C.)

H6Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23913. Alt. m. 0,145. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 580.Tralcio di edera con foglie e corimbi alternati entro fascia con ingubbiatura bianca.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli. Sopra e sotto la fascia decorata, reticolato preceduto da filetti a vernice nera.Integra e vernice ben conservata.officina del pittore della Megera (G. Giudice).461–450 a.C.

H3

H4

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76 Catalogo

Page 81: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: lanza 1990, p. 24, tav. 8, n. 580; Giudiceb 2006, p. 208, cat. n. 7.

(G.S.C.)

H7Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23941. Alt. m. 0,105. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 630.Tralcio d’edera entro fascia con ingubbiatura bianca.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli. Sopra e sotto la fascia decorata, reticolato fra linee a vernice nera.Diverse screpolature e scrostature.officina del pittore della Megera (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 32, tav. 12, n. 630; Giudiceb 2006, p. 209, n. 8.

(G.S.C.)

H8 Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23950. Alt. m. 0,15. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 688.Rimangono, in basso, tracce di un reticolato, al di sopra del quale erano foglie di edera. Al di sopra, un secondo reticolato.Decorazione secondaria: sulla spalla, bastoncelli; alla base del collo, linguette.Scheggiature sulla spalla e all’attacco dell’ansa. Vernice evanida e decorazione quasi del tutto scomparsa.officina del pittore della Megera (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 38, tav. 15, n. 688; Giudiceb 2006, p. 209, n. 9.

(G.S.C.)

H9Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23959. Alt. m. 0,10. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 692.Tralcio di edera con foglie e corimbi alternati entro fascia con ingubbiatura bianca.Decorazione secondaria: sopra e sotto la fascia decorata, reticolato a vernice nera; sulla spalla, bastoncelli e linguette.Screpolature su tutto il corpo e vernice evanida; decorazione quasi del tutto illeggibile.officina del pittore della Megera (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl. lanza 1990, p. 40, tav. 17, n. 692, 3; Giudiceb 2006,

H6

H7H8

77Catalogo

Page 82: La Ceramica Attica a Camarina

p. 209, n. 10.

(G.S.C.)

H10Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24029. Alt. m. 0,15. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 947.Reticolato e foglie di edera. In alto ed in basso, sul corpo del vaso, reticolato in parte eraso; al centro, tralcio di edera a foglie e a fiori compreso tra due linee a vernice nera. La decorazione è dipinta su ingobbio bianco.Decorazione secondaria: sulla spalla, doppio giro di foglie aghiformi a vernice nera; sulla faccia esterna del piede, due fasce a vernice nera.Diverse screpolature su tutto il corpo e fratture. L’ansa è di restauro.officina del pittore della Megera (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 71, tav. 40, n. 947; Giudiceb 2006, p. 209, n. 11.

(G.S.C.)

H11Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24033. Alt. m. 0,085. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 963.Palmette verticali sul ventre risparmiato, circondate da un archetto bianco; presentano delle nervature graffite. Al di sotto, catena ad

anelli.Decorazione secondaria: sulla spalla, doppio giro di foglie aghiformi.Integra; piccole scalfitture.officina del pittore della Megera (G. Giudice). 461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 73, tav. 40, n. 963, 2; Giudiceb 2006, p. 209, n. 12.

(G.S.C.)

H12Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv.

H9H10

H11

78 Catalogo

Page 83: La Ceramica Attica a Camarina

26610. Alt. m. 0,085. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1374.Tre palmette verticali su ingobbio a vernice bianca comprese entro una fascia nera in alto e due filetti in basso.Decorazione secondaria: sulla spalla, doppio giro di trattini verticali.Il piede è di restauro, piccole scalfitture sul corpo e vernice evanida.officina del pittore della Megera (G. Giudice). 461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 136, tav. 93, n. 1374, 1; Giudiceb 2006, p. 209, n. 13.

(G.S.C.)

H13Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26610. Alt. m. 0,08. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1374.Decorazione: sul corpo tre palmette verticali a vernice nera separate da linee ad archetto.Decorazione secondaria: sulla spalla, doppio giro di trattini verticali; due linee a vernice nera in basso sul ventre.Integra.officina del pittore della Megera (G. Giudice). 461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 136, tav. 93, n. 1374, 2; Giudiceb 2006, p. 209, n. 14.

(G.S.C.)

H14Lekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22868 (a). Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi Orsi, sep. 228.Sul corpo del vaso, palmette verticali su catena ad anelli, distinte da bastoncelli.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli; nel terzo inferiore del vaso, due linee a risparmio.officina del pittore della Megera (G. Giudice).461-450 a.C.

Bibl.: di steFano 2001, p. 48, fig. 53, a.

(G.S.C.)

H15Lekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22868 (b). Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi Orsi, sep. 228.Sul corpo del vaso, palmette verticali alternate a bastoncelli, poggiano su catena ad anelli.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, doppia raggiera di bastoncelli; nel terzo inferiore del vaso, due linee a risparmio.officina del pittore della Megera (G. Giudice).

H12 H13

H14

79Catalogo

Page 84: La Ceramica Attica a Camarina

461-450 a.C.

Bibl.: di steFano 2001, p. 48, fig. 53, c.

(G.S.C.)

H16Lekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22831. Alt. m. 0,16. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi Orsi, sep. 160.Sul corpo del vaso tralci di foglie di edera, tra fasce a reticolato. Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli.officina del pittore della Megera (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 437-438, tav. 25; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

H17Lekythos, a. f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6281. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 43.Sul corpo del vaso, palmette alternatamente dritte e rovesciate, legate da viticci. Ai lati, file di punti.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli.officina del pittore della Megera (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 432-434, tav. 23; saliBra 1999, tomba n. 43; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

H18Lekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Sul corpo del vaso, ampia fascia a palmette alternate, tra file di punti e reticolato.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli.Priva di parte del collo e del bocchello.officina del pittore della Megera (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 441-442, tav. 23; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

H19Lekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 30742. Proveniente da Camarina, contrada Piombo, scavi Orsi 1909, sep. 92.Sul corpo del vaso, losanghe quasi interamente scrostate.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli. officina del pittore della Megera (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 443-444, tav. 29; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

H20Lekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv.

H15

H18

80 Catalogo

Page 85: La Ceramica Attica a Camarina

22874. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 235, scavi Orsi.Sul corpo del vaso, tralcio di foglie di edera tra fasce a reticolato.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli; sopra la decorazione principale, meandro corrente a d.officina del pittore della Megera (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 435-437, tav. 24; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

H21Lekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6309. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 55, scavi 1972.Sul corpo del vaso, tralcio di foglie di edera e corimbi, tra fasce a reticolato.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli.officina del pittore della Megera (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 439-440, tav. 27; saliBra 1999, tomba n. 55; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

H22Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Palmette.officina del pittore della Megera (V. Rizzone).461-450 a.C.

Bibl.: Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(R.N.)

H23Lekythos, a f.n. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22865. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 349.Palmette.officina del pittore della Megera (V. Rizzone).461-450 a.C.

Bibl.: Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(R.N.)

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81Catalogo

Page 86: La Ceramica Attica a Camarina

Hermonax i1Anfora nolana, a f.r. Palermo, collezione Collisani, inv. R33 (destinata a Petralia Sottana, Mus. Civ. Antonio Collisani). Alt. m. 0,345. Proveniente da Camarina.A) Satiro; B) Satiro.A: Satiro, nudo, stante di profilo verso sinistra.B: Satiro (immagine inedita). Decorazione secondaria: sotto lo spazio figurato, meandro semplice corrente a destra; palmetta e girali al di sotto delle anse.Ricomposta da più frammenti. Hermonax (C. Isler Kerenyi).“480-475 v.Chr.“ (C. Isler Kerenyi).

Bibl.: isler, sGuaitamatti 1990, pp. 126-127, n. 183, tav. 29.

(S.R.)

i2Frammento, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Restano il capo ed il busto di una figura femminile stante, di prospetto, con la testa rivolta a s. Ha il capo coronato da una stephane con tre fiammelle, i capelli raccolti in uno chignon: sulle gote scendono dei riccioli. Indossa anche un orecchino a bottone. Un chitone a fitte pieghe segue le linee

del corpo e lascia intravvedere il seno.Hermonax (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 899, fig. 93a; Giudiceb 2006, pp. 199-200, 209, n. 15.

(G.S.C.)

i3Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Nel frammento rimane la parte superiore di una figura maschile barbata, stante e di profilo a s., che veste un himation riccamente panneggiato. Ha folti capelli lunghi, cinti da una taenia, e ricadenti sulle spalle.Maniera di Hermonax (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 93, tav. 56, n. 95; Giudiceb 2006, p.

H21 I1

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82 Catalogo

Page 87: La Ceramica Attica a Camarina

209, n. 16.

(G.S.C.)

maniera del Pittore di Egisto

i4Frammento, a f.r. Ragusa Mus Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Auletride stante di profilo verso destra. Indossa un chitone a fitte pieghe ed un himation; ha il capo leggermente chino in avanti e tiene con le due mani l’aulos nell’atto di suonare. A sinistra si riconosce un cuscino.Maniera del pittore di Egisto (G. Giudice).461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 94, tav. 56, n. 102; Giudiceb 2006, pp. 200, 209, n. 17.

(G.S.C.)

Pittore di mykonos

i5 Frammento, a f.r. Ragusa Mus. Arch. Reg., sine

inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, nei pressi della sep. 919.Busto di figura femminile stante a d., con un braccio piegato al di sotto del seno. La donna indossa un chitone fittamente panneggiato.Tra il pittore di Bologna 228 e il pittore di Mykonos (G. Giudice).461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 90, tav. 52, n.61; Giudiceb 2006, p. 210, n. 18.

(G.S.C.)

i6 Cratere a calice, a f.r. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4399. Alt. m. 0,51. Proveniente da Camarina.A) Perseo e la Medusa; B) Gorgone e Poseidone.A: al centro, Perseo di prospetto e col volto di profilo a sinistra, indossa una clamide e un petasos sul capo, stivali alati ai piedi. Tiene sollevata, con la mano sinistra, la testa di Medusa rappresentata frontalmente, mentre con la destra tiene una harpe e rivolge lo sguardo verso Athena, stante alla sua destra, posta di profilo verso di lui. La dea indossa un peplo con due bande nere centrali verticali, mantello, egida ed elmo attico. Si appoggia con la mano sinistra alla lancia mentre tiene la destra all’altezza del ventre. Alle sue spalle, seduta di profilo su una roccia, una figura femminile con chitone, himation e corona radiata, assiste alla scena sollevando con la mano destra un lembo della veste. Alle spalle di Perseo, invece, siede su un diphros un personaggio maschile identificato con il re Polidette, appoggiato con entrambe le mani ad uno scettro; il vecchio ha una barba bianca ed il capo cinto da una taenia. Alle sue spalle, stante, di profilo a sinistra, è un personaggio maschile canuto con chitone e himation, che assiste alla scena appoggiato ad un bastone con manico a T.B: da sinistra, una figura femminile stante di profilo verso sinistra indossa un chitone con fasce verticali nere e l’himation. Ha i capelli neri raccolti in uno chignon e cinti da una taenia; il

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Page 88: La Ceramica Attica a Camarina

braccio destro è piegato all’altezza del busto. Davanti a lei una Gorgone alata in corsa frontale verso sinistra con corto chitone bordato di nero. Al centro della scena, Poseidone barbato e con lunghi riccioli, incede verso destra tenendo con la destra il tridente; tende la mano sinistra verso una seconda Gorgone, anch’essa in corsa verso sinistra e con chitone corto decorato da due bande parallele verticali nere.Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, un fregio a palmette e fiori di loto alternati. Sotto la scena, fregio di palmette alternatamente al dritto e al rovescio, oblique e unite da girali. Nella congiunzione tra il corpo ed il piede del cratere, fregio di linguette nere.Ricomposto da frammenti con piccole integrazioni.Pittore di Mykonos (J.D. Beazley).461-450 a.C.

Bibl.: d’hancarVille 1767-1776, tav. 126; millin 1810, pp. 3-10, tavv. 3-4a; millin 1811, p. 6, n. 37, tav. 21; Welcker 1825, p. 29; raoul rochette 1833, p. 41; leVetzoW 1833, pp. 29-31, tav. 3; de luynes 1834, p. 327; hermann 1851, p. 8; inGhirami 18512, tavv. 70-71; Birch 1855, p. 62; Fedde 1860, pp. 48-49; jahn 1868, pp. 13-15; trendelenBurG 1872, p. 110; reinach 1891, p. 45, tavv. 3-4; mirone 1919, pp. 37-47; liBertini 1930, pp. 163-164, n. 697, tavv. 74-75; BesiG 1937, p. 84, n. 95; Brommer 19602, p. 218, B1; schauenBurG 1960, p. 83; Beazley 1963, pp. 515, 6, 1657; oakley 1988, p. 386; scheFold, junG 1988, pp. 113-114; LIMC VII, s.v. Polydektes, p. 468, n. 195; Barresi 1998, pp. 231-232, n. 178; Barresi, Valastro 2000, pp. 82-84, n. 63; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 44; mancuso 2008, p. 55.

(R.N.)

Pittore di Siracusa

i7Frammento, a f.r. Palermo, collezione Collisani, inv. R25 (destinato a Petralia Sottana, Mus. Civ. Antonio Collisani). Alt. m. 0,045, largh. m. 0,045. Proveniente da Camarina.Della scena figurata rimane parte di una figura maschile panneggiata, di cui si distinguono il capo, cinto da una mitra, e la spalla destra. Il personaggio, con il volto barbato di profilo a sinistra ed il torso di prospetto, è identificabile con Dioniso. Pittore di Siracusa (M. Marti).461-450 a.C.

Bibl.: isler, sGuaitamatti 1990, p. 130, n. 186, tav. 30; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 44.

(S.R.)

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Page 89: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore del Frutteto

i8 Anfora (?) a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,045, largh. m. 0,11. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Auleta stante a destra. L’himation scende per il corpo lasciandogli nude le spalle, i glutei e le cosce. Con le braccia piegate tiene l’aulos. Mancano la testa e le gambe.Pittore del Frutteto (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 93, tav. 54, n. 91; Giudiceb 2006, p. 210, n. 19.

(G.S.C.)

Pittore di Alkimachos

i9 Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina.A) Giovane guerriero insegue una donna; B) giovani e donna (immagine inedita).Pittore di Alkimachos (J.D. Beazley).461-450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 532, 47; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 39.

(R.N.)

Pittore di Borea

i10Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24009. Alt. m. 0,47. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 891. A) Scena di inseguimento; B) scena di conversazione.A: al centro un Sileno nudo calvo e con barba

ricciuta insegue una Menade con chitone ed himation, capelli raccolti da una taenia, che fugge verso destra, volgendo il capo indietro verso il suo inseguitore, e tiene con la mano sinistra un tirso. Ai lati, due figure femminili vestite di chitone ed himation, reggono due torce.B: al centro due efebi a colloquio: quello a destra, nudo con la sola clamide sulle spalle, incede verso sinistra, solleva il braccio destro, mentre piega il sinistro ad altezza del busto e ha il pugno chiuso. L’efebo di fronte a lui a s. è stante, avvolto in un himation, e tiene con la sinistra un bastone. Chiudono la scena due efebi ammantati: quello a s. protende il braccio destro in direzione delle due figure centrali; quello a d. avanza verso sinistra portando sollevato nella mano destra un bastone con manico ricurvo.Decorazione secondaria: l’orlo è decorato con figure di leoni e cinghiali alternati, cinque per lato, neri su fondo risparmiato. Ai lati di entrambe le scene figurate, su fondo a risparmio, un fregio a doppia fila di punti separati da una linea verticale a vernice nera. Sotto la scena, una linea risparmiata; sopra, sulla spalla del vaso, linguette nere su fondo risparmiato. Sul collo, sul lato A, boccioli di loto stilizzati uniti da archetti neri intrecciati su fondo a risparmio. Un puntino nero sotto ogni archetto.Sotto il piede, marchio commerciale (v. johnston 2006, p. 74, tipo 6B, n. 14; p. 159, n. 14).Pittore di Borea (J.D. Beazley).461-450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 538, 26; lanza 1990, p. 63, tav.

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Page 90: La Ceramica Attica a Camarina

33; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 39.

(R.N.)

i11Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,09, largh. m. 0,097. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.A sinistra, rimangono i piedi e la parte inferiore della veste di una figura stante rivolta a d.; a destra, la punta, rivolta verso il basso, di una lancia.Decorazione secondaria: meandro spiraliforme corrente a d. alternato a croci.Pittore di Borea (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 171, tav. 113, n. 77; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 39; Giudiceb 2006, p. 210, n. 20.

(G.S.C.)

Pittore di Firenze

i12Cratere a colonnette, a f. r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24036. Alt. m. 0,41. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 974.A) Komos; B) scena di conversazione.

A: una auletride incede verso destra suonando il doppio aulos. Indossa un chitone ed un himation. Di fronte a lei, una figura maschile nuda, barbata, con clamide poggiata sulle spalle, avanza verso sinistra e tiene sollevato con la d. un bastone che appoggia sulla spalla. Dietro di lui una terza figura, maschile e barbata, si allontana dalla scena muovendosi verso destra con il capo retrospiciente verso le figure centrali. Indossa un himation che gli lascia la spalla destra nuda e con la mano sinistra regge un bastone. Il quarto personaggio, una figura maschile all’estrema sinistra della scena, al seguito della auletride, incede verso destra tenendo sollevata con la mano destra una kotyle, mentre con la sinistra regge un bastone. Indossa un himation che gli lascia la spalla e il braccio scoperti.B: scena di colloquio tra tre efebi. La figura a sinistra, di profilo, indossa un himation e protende il braccio destro verso la figura centrale, un efebo interamente avvolto nel mantello. A destra, un terzo giovane, anch’esso ammantato, regge con la destra uno strigile.Decorazione secondaria: sulla superficie superiore del labbro, foglie lanceolate nere; sui piattelli delle anse, due palmette ioniche nere. Il lato esterno del labbro è decorato da un fregio a doppia fila di perle nere separate da una linea di vernice nera su fondo risparmiato. Stesso motivo ai lati di entrambe le scene figurate. Sopra la scena, sulla spalla del vaso, linguette nere su fondo risparmiato. Sul collo, solo sul lato A, boccioli di loto stilizzati uniti da archetti neri intrecciati su fondo a risparmio.Pittore di Firenze (J.D. Beazley).461-450 a.C. Bibl.: Beazley 1963, p. 542, 27; lanza 1990, p. 74, tav. 42; peschel 1987, p. 259; tav. 218; tullio 1996, p. 152, figg. 17-18; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 39.

(R.N.)

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Page 91: La Ceramica Attica a Camarina

i13Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22758. Alt. m. 0,385. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 127.A) Satiri; B) scena di conversazione.A: al centro della scena un satiro coronato, di profilo verso destra, suona l’aulos; davanti a lui un secondo satiro avanza danzando con il braccio destro e la gamba sinistra sollevati. Chiudono la scena altri due satiri itifallici danzanti, con le braccia protese.B: tre efebi a colloquio: la figura centrale si presenta di tre quarti ed è completamente ammantata; davanti a lui un secondo giovane ammantato di profilo verso sinistra tiene sollevato davanti a sé, con il braccio destro scoperto, un bastone con manico ricurvo. A sinistra della scena, un altro efebo di profilo verso destra solleva un bastone ricurvo.Decorazione secondaria: l’orlo è decorato con una doppia fila di puntini neri su fondo risparmiato, separati da una linea orizzontale di vernice nera. Ai lati di entrambe le scene figurate, su fondo a risparmio, un fregio a doppia fila di puntini separati da una linea verticale di vernice nera. Sotto la scena, una linea risparmiata; sopra, linguette nere su fondo risparmiato. Sul collo, solo sul lato A, boccioli di loto stilizzati uniti da archetti neri intrecciati su fondo a risparmio. Un puntino nero sotto ogni archetto.Sotto il piede, graffito commerciale (vd. johnston 2006, p. 11, tipo 18C, n. 1).

Pittore di Firenze (J.D. Beazley).461-450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 794, tav. 48; Bezley 1963, p. 544, 54; tullio 1996, p. 152, figg. 15-16; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 39.

(R.N.)

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87Catalogo

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Page 92: La Ceramica Attica a Camarina

i14 Cratere a colonnette, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Parte del corpo e della spalla di un giovane imberbe con capigliatura a riccioli e viso rivolto a destra. L’efebo indossa un mantello che sembra lasciargli scoperta la spalla sinistra. Sembra sollevare al di sopra del capo una clava (Eracle?).Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, bastoncelli.Pittore di Firenze? (G. Giudice).461–450 a.C. Bibl.: orsi 1899, c. 255, fig. 46; Giudiceb 2006, p. 210, n. 22.

(R.N.)

i15Cratere a colonnette, a f.r. Palermo, collezione Arezzo di Celano, sine inv. Alt. m. 0,445. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1157.A) Simposio; B) scena di conversazione.A: scena di simposio con tre figure maschili recumbenti su due klinai. Da sinistra, una figura maschile barbata, con lunghi capelli, cinti in fronte da una taenia, sovraddipinta in paonazzo, il torso di prospetto, il viso rivolto a destra, giace su una kline, visibile solo per metà; ha il braccio destro alzato verso gli altri banchettanti. A destra è una auletride stante di profilo a destra; indossa un chitone a punti ed un himation a pieghe poggiato sul braccio destro, e ha i capelli cinti in fronte da una taenia. Di fronte, sull’altra kline sono due giovani recumbenti, volti l’uno verso l’altro. Quello a destra, cinge con il braccio destro le spalle dell’altro. Entrambi hanno i capelli legati da una taenia. Dei tre personaggi maschili è visibile solo la parte superiore del corpo: tutti hanno il torso nudo e le gambe avvolte in himatia a morbide pieghe, e si appoggiano con il gomito sinistro a cuscini: decorati l’uno con linee parallele orizzontali; il secondo, al centro, interamente nero; il terzo con due linee verticali e crocette. Le due klinai hanno il medesimo motivo decorativo a volute nella zona angolare; sotto sono raffigurati due tavolini rettangolari con sgabello. In alto sono sospesi la custodia di un flauto resa a puntinato e due canestri con sostegni resi in paonazzo.I lembi degli himatia e i dettagli anatomici sono in vernice diluita.B: scena di colloquio tra tre efebi. A sinistra una figura stante, di profilo a destra, indossa un himation, stringe un bastone; porta i capelli corti, cinti da una fascia di colore paonazzo. Al centro un secondo efebo interamente avvolto nel mantello, con il corpo volto a destra, ma con viso di profilo a sinistra. A destra una terza figura, simmetrica e speculare alla prima, anch’essa ammantata, di profilo verso sinistra, porta i capelli corti, cinti da una fascia in paonazzo; stringe un bastone.I lembi degli himatia sono resi in vernice diluita. Un oggetto non distinguibile è sospeso tra il secondo ed il terzo personaggio.Decorazione secondaria: sulla superficie superiore del labbro, foglie lanceolate nere; sui piattelli delle anse, palmette a undici petali con volute; il labbro è decorato da un fregio a doppia fila di perle nere separate da una linea di vernice nera su fondo risparmiato. Stesso motivo ai lati di entrambe le scene figurate. Sopra la scena, sulla spalla del vaso, linguette nere su fondo risparmiato. Sul collo, solo sul lato A, boccioli di I14

88 Catalogo

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Page 93: La Ceramica Attica a Camarina

loto stilizzati uniti da archetti neri intrecciati su fondo a risparmio. I personaggi poggiano su una sottile linea verticale risparmiata. Pittore di Firenze (R. Salibra).461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 108; saliBra 2002, pp. 8-10, n. 3, figg. 7-10; saliBra 2006, p. 342, fig. 5.

(P.L.)

i16 Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,065, largh. m. 0,030. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.A sinistra, orlo di un himation; accanto, a destra, parte inferiore di uno sgabello con piede a forma di zampa leonina. Pittore di Firenze (G. Giudice).461–450 a.C. Bibl.: lanza 1990, p. 170, n. 63, tav. 112; Giudiceb 2006, p. 210, n. 21.

(R.N.)

Gruppo di “Borea-Firenze”

i17 Cratere a colonnette, a f.r. Palermo, collezione Arezzo di Celano, sine inv. Alt. m. 0.44. Proveniente da Camarina, necropoli di Randello.A) Scena di inseguimento; B) scena di conversazione.A: da sinistra due cavalli incedono verso destra. Del secondo è visibile solo la testa mentre in groppa al primo è un cavaliere coperto da chlamys e petaso sul capo. Il giovane regge con la destra una doppia lancia e insegue una figura femminile che fugge verso destra, rivolgendo il capo indietro. La donna indossa un ampio chitone con doppio apoptygma e mantello sulle spalle e porta i capelli raccolti sulla nuca. Con la destra sfiora il mento di una seconda figura maschile stante e rivolta di profilo verso sinistra, che indossa un himation e regge con la destra uno scettro. B: a sinistra, scena di conversazione tra due figure maschili vestite di himation. Il giovane a sinistra tende in avanti il braccio destro verso la seconda figura barbata che invece si appoggia con la destra ad un bastone. A destra una figura femminile stante, di prospetto ma volta col capo verso sinistra. La figura femminile, ad ampie ali spiegate è identificabile con Nike, indossa chitone ed himation e porta i capelli raccolti in un sakkos. Decorazione secondaria: entrambe le scene sono delimitate lateralmente da una fascia decorata da una doppia fila verticale di puntini neri, mentre superiormente da un fregio di linguette nere; sul labbro superiore, boccioli di loto uniti da un

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Page 94: La Ceramica Attica a Camarina

motivo ad archi a vernice nera; sull’orlo esterno, due linee di foglie d’edera separate da una linea nera; sul collo del lato A del vaso, catena di boccioli di loto stilizzati uniti da sottili archetti a vernice nera; sul piattello delle anse, palmette con volute.Gruppo di “Borea-Firenze” (R. Salibra).461-450 a.C.

Bibl.: saliBra 2002, pp. 4-7, n. 1, figg. 2-4.

(M.A.V.S.)

Pittore di Londra E 489i18Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6228. Proveniente da Camarina.A) Combattimento: cavallo e piede di un personaggio (immagine inedita). Pittore di Londra E 489 (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 546, 13; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 39.

(R.N.)

i19Cratere a colonnette, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6297. Alt. m. 0,39. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 47.A: cavaliere montato su destriero rampante verso d. affronta un oplita e un armato di fronte a lui. Il cavaliere, imberbe, reca sul capo un petaso

da cui fuoriescono, sulla nuca, i riccioli della capigliatura; una clamide gli lascia scoperti il braccio d. e la mano corrispondente con la quale stringe una lancia in posizione orizzontale rivolta verso gli avversari. Di questi, un oplita, barbato, in primo piano, ha sulla testa un elmo con basso lophos sollevato sulla fronte da cui fuoriesce la capigliatura a folti riccioli; reca il volto di profilo, così come la gamba s., mentre la gamba d. è di tre quarti; veste il chitonisco ed un corsetto. Col braccio s. regge un grande scudo circolare, mentre il braccio d. è alzato nell’atto di lanciare la lancia che stringe nella mano corrispondente. L’altro armato barbato, in secondo piano, di tre quarti, ha il capo, di profilo, coperto da un petaso da cui fuoriesce una capigliatura riccioluta; indossa una clamide appuntata sulla spalla d. che scende a larghe pieghe fin quasi all’altezza delle ginocchia lasciando scoperte le gambe: il braccio d., scoperto, è alzato per infliggere un fendente con la spada che stringe in mano e solleva sul capo; nella mano s. reca verticalmente una lancia che si intravede dietro lo scudo del compagno. Dietro il cavaliere, la testa di un secondo cavallo incedente verso d.B: al centro, figura muliebre di profilo, in movimento verso d. e retrospicente: ha la capigliatura raccolta in uno chignon, indossa lungo chitone e himation e reca la mano d. poggiata alla vita. A d. giovane di profilo a s. indossa un lungo himation a larghe pieghe che gli lascia scoperta la spalla d. Reca il braccio d. in avanti nell’atto di stringere un lungo bastone. A s. giovane stante di profilo a d., abbigliato come il precedente, allunga il braccio d. in avanti con ampio gesto della mano. Dettagli a vernice nera.

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Decorazione secondaria: sulla superficie superiore del labbro foglie lanceolate; sulle piastre delle anse, due palmette ioniche. Il labbro è decorato con tre linee concentriche intramezzate da due file di punti. Stesso motivo ai lati delle scene figurate al di sopra delle quali, bastoncelli. Sul collo (solo sul lato A), ampia fascia di boccioli di loto, stilizzati e penduli, uniti da archetti intrecciati, marginata, in alto e in basso, da due linee.Ricomposto da più frammenti.Pittore di Londra E 489 (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: pelaGatti 1973a, pp. 148-149, n. 441, tav. 47; saliBra 1999, tomba n. 47; Giudiceb 2001, p. 10, nota 48; Giudiceb 2006, p. 210, n. 23.

(S.S.)

Pittore di Pan (vicino a)

i20Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,07, largh. m. 0,07. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Busto di profilo verso sinistra di figura maschile nuda con braccio sinistro piegato, mano aperta e asta a destra.Vicino al pittore di Pan (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1939, p. 634, fig. 12; lanza 1990, p. 93, n. 100, tav. 56; Giudiceb 2006, p. 210, n. 24.

(R.N.)

Pittore di Leningrado

i21 Frammenti, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. 1) Alt. m. 0,075, largh. m. 0,035; 2) Alt. m. 0,065, largh. m. 0,02; 3) Alt. m. 0,055, largh. m. 0,024; 4) Alt. m. 0,06, largh. m. 0,034; 5) Alt. m. 0,042, largh. m. 0,022. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici.Tutti i frammenti presentano parti di una o più figure femminili panneggiate di profilo: in uno di questi si distinguono la parte inferiore del chitone di una figura stante verso destra e i piedi; in un altro, il busto, il collo e il mento della figura; un terzo frammento presenta la spalla e parte del peplo di una terza figura e, a destra, parte di un bastone.Pittore di Leningrado (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 93, n. 89, tav. 55; Giudiceb 2006, p. 210, n. 25.

(R.N.)

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Pittore di agrigento

i22Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22877. Alt. m. 0,435. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 385.A) Komos; B) scena di conversazione.A: al centro un efebo nudo, coronato, di profilo verso destra, indossa un mantello e suona, con la mano sinistra, il barbytos mentre con la destra tiene il plektron. Davanti a lui un secondo efebo, anch’esso coronato, indossa un himation che gli lascia scoperti la spalla destra e parte del busto. Tiene sollevata una coppa con la mano sinistra mentre, con la destra regge un’oinochoe, con cui ha appena attinto del vino da un’anfora che si trova ai suoi piedi. A sinistra della scena descritta, un terzo efebo con himation e spalla destra scoperta, viene rappresentato frontalmente ma con viso di profilo verso destra; indossa un cercine sul capo. Tiene nella mano destra un oggetto sferico e nella sinistra un bastone. Alla sua destra, poggia su una base, un grosso cratere. B: a sinistra, un efebo interamente ammantato è rappresentato di profilo mentre incede verso destra, sollevando con la mano sinistra un bastone nodoso. Ha il capo ornato da una sottile benda bianca, da cui escono piccoli riccioli. L’efebo al centro è rappresentato di prospetto: avanza verso sinistra col capo di profilo verso destra. Tiene le braccia sollevate e con la mano sinistra sostiene uno skyphos. Anch’egli ha il capo bendato da una taenia. Il terzo efebo a destra avanza verso

sinistra: indossa un himation che gli lascia scoperti la spalla e il braccio destro. Protende la mano destra leggermente sollevata verso la figura centrale.Decorazione secondaria: il labbro è superiormente decorato con foglie acuminate; sul piatto delle anse è una palmetta ionica; il lato esterno dell’orlo è decorato da una doppia fila di foglie di edera, nere su fondo risparmiato, separati da una linea orizzontale di vernice nera. Ai lati di entrambe le scene figurate, su fondo a risparmio, stesso fregio a doppia fila di foglie d’edera cuoriformi separate da una linea verticale di vernice nera. Sotto la scena una linea risparmiata; sopra, sulla spalla del vaso, linguette nere su fondo risparmiato. Sul collo, solo sul lato principale, boccioli di loto stilizzati uniti da archetti neri intrecciati su fondo a risparmio.Pittore di Agrigento (M. Robertson). 461–450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 858, fig. 65; Beazley 1963, p. 575, 28; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 39.

(R.N.)

Primi manieristi indeterminati

i23Pelike, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,12, largh. m. 0,12. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro (fr. riconosciuto nei magazzini del museo da G. Giudice). Ai lati dell’ansa, resta la rappresentazione di due figure femminili poste di profilo, una verso sinistra, l’altra verso destra. Una sottile fascia cinge la testa di quella a sinistra. Decorazione secondaria: sopra la scena, fascia

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decorata con catena di boccioli di loto stilizzati; all’attacco dell’ansa, due palmette contrapposte.Primi Manieristi indeterminati (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 586, 48; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 41.

(R.N.)

i24 Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,38, largh. m. 0,79. Proveniente da Camarina, scavi Orsi, Passo Marinaro 1896 (fr. riconosciuto nei magazzini del museo da G. Giudice).Sul frammento sono visibili una mano e le ginocchia di un uomo con clamide. Vernice nera lucida. Primi Manieristi indeterminati (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 588, 83; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 44.

(P.L.)

i25 Tre frammenti, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23634. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici. Ritorno di Efesto (?).Su uno dei tre frr. è visibile la figura acefala di un giovane a cavallo di profilo a sinistra, che avanza. Tiene il braccio sinistro sollevato (per reggere le briglie?). Indossa una clamide drappeggiata, che ricade sulle spalle. Vernice nera lucida. Reso in vernice diluita l’orlo della clamide.Primi Manieristi indeterminati (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: orsi 1904, c. 903, fig. 99; Beazley 1963, p. 588, 84; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 44.

(P.L.)

i26Frammento, a f. r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,04, largh. m. 0,035. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Piede e parte di una gamba nuda di profilo verso sinistra.Primi Manieristi indeterminati (G.Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 94, n. 105, tav. 56; Giudiceb 2006, pp. 210-211, n. 26.

(R.N.)

Pittore di altamura

i27Cratere, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,08, largh. m. 0,07. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Parte di due figure di profilo verso destra. Di quella a sinistra si conservano l’occhio, il naso e parte della testa, cinta da una benda decorata a puntini di vernice nera. Della seconda figura, a destra, si conserva solo la parte posteriore della testa cinta da un diadema.

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Decorazione secondaria: rimane, sopra la scena figurata, una parte della decorazione del collo; la fascia superiore è decorata a fregio di palmette e fiori di loto, quella inferiore a ovuli. Sotto le due fasce, su una banda a risparmio, una linea di vernice nera.Pittore di Altamura (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 94, n. 106, tav. 56; Giudiceb 2006, p. 211, n. 30.

(R.N.)

i28Cratere, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24131a. Alt. m. 0,08, largh. m. 0,05. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.A sinistra, giovane ammantato rivolto verso destra, di cui rimangono la testa, il volto imberbe e parte dell’himation; davanti a lui una seconda figura, di cui si conservano solo la mano destra e parte del panneggio, è in procinto di posargli un elmo sul capo.

Pittore di Altamura (G.Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 91, n. 67, tav. 53; Giudiceb 2006, p. 211, n. 29.

(R.N.)

i29Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,16, largh. m. 0,08. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Piede sinistro e parte inferiore di una figura vestita di chitone incedente verso destra. L’abito è caratterizzato da un panneggio verticale a tratti fitto e decorato da un ricamo reso con puntini di vernice nera. Davanti a questa figura ve ne era una seconda di cui sembra intravedersi il tallone.Decorazione secondaria: sotto la scena fregio a meandro verso destra intervallato da croci.Pittore di Altamura (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 171, n. 76, tav. 113; Giudiceb 2006, p. 211, n. 27.

(R.N.)

i30Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,10, largh. m. 0,085. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Figura femminile incedente verso sinistra. Della figura resta solo la parte inferiore del corpo, a partire dalla vita in giù e solo il piede destro; si riconoscono un chitone con panneggio a bande verticali a tratti fitte, e un himation di cui si conserva solo il bordo inferiore decorato da due bande orizzontali parallele e punti.Pittore di Altamura (G. Giudice). 461–450 a.C.

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Bibl.: lanza 1990, p. 171, n. 82, tav. 113; Giudiceb 2006, p. 211, n. 28, fig. 1.

(R.N.)

Pittore dei Niobidii31Cratere a volute, a f.r., 2 frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg. (già a Siracusa, Mus. Arch. Reg., invv. 24115 e 24127). 1) Alt. m. 0,085, largh. m. 0,03; 2) Alt. m. 0,175, largh. m. 0,07. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici.Parte di figura maschile su kline, avvolta nell’himation, con braccio piegato e mano aperta. Decorazione secondaria: sul labbro, fascia decorata a meandro doppio intervallato da croce. Sul collo, palmette ioniche circondate da pelte si alternano a fiori di loto.Pittore dei Niobidi (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 600, 16; Beazley 1971, p. 395, 16; pranGe 1989, p. 230, U20; lanza 1990, pp. 89-90, nn. 50 e 63, tavv. 51/53 ; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 39.

(R.N.)

i32Frammento, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Figura femminile di profilo a sinistra di cui si conservano la testa e il volto fino all’altezza dell’occhio e dell’orecchio; i capelli sono raccolti in un sakkos da cui fuoriesce una frangia sulla fronte. Pittore dei Niobidi (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 899, fig. 93b; Giudiceb 2006, p. 211, n. 31, fig. 2a.

(R.N.)

i33Frammento, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,056, largh. m. 0,06. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Mano sinistra che tiene una lancia; parte di un mantello con decorazione a crocette.Pittore dei Niobidi (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: orsi 1899, c. 253, fig. 43; Giudiceb 2006, p. 211, n. 32.

(R.N.)

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Officina del pittore dei Niobidi

i34Hydria, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26619. Alt. m. 0,095, largh. m. 0,04. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Scena di inseguimento. Una figura maschile nuda, barbata e alata (Borea) in rapido movimento verso destra, tende le braccia nel tentativo di afferrare la figura femminile (orizia). La donna indossa un peplo stretto in vita, è raffigurata di prospetto col volto retrospiciente verso il suo inseguitore; tiene le braccia aperte e ha i capelli raccolti in un sakkos. officina del pittore dei Niobidi (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 146, n. 6, tav. 101; Giudice-rizzo 2002, p. 153, tav. 20, 2; Giudiceb 2006, p. 211, n. 34.

(R.N.)

i35Frammento a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23897. Alt. m. 0,06, largh. m. 0,11. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 532.Figura femminile elmata (Athena) di profilo verso sinistra: rimangono solo la testa incompleta e parte delle spalle. Indossa una corazza di cui si riconosce, nel girocollo, una decorazione a punti neri; sulla spalla destra un mantello. Dall’elmo - caratterizzato da un lungo lophos, decorato lateralmente da un Pegaso alato a figure rosse, e sulla nuca, da un motivo a losanghe bianche e nere e, sotto, da una banda a risparmio con fila di puntini - fuoriescono lunghi riccioli ricadenti

sulle spalle e sul petto. Dall’orecchio pende un orecchino a bottone. Decorazione secondaria: sopra la figura resta una parte della decorazione della spalla del vaso, una fascia di bastoncelli.“officina del pittore dei Niobidi (probabilmente pittore dei Satiri Villosi)” (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 92, n. 83, tav. 54; Giudicec 2003, pp. 16-17, fig. 1; Giudiceb 2006, pp. 211-212, n. 35.

(R.N.)

Pittore dell’idria di Berlino

i36 Frammenti combacianti, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,085, largh. m. 0,04. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici.A sinistra, figura avvolta nell’himation: ne rimane solo la parte dalla vita alle ginocchia.Pittore dell’Idria di Berlino (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 92, n. 84, tav. 55; Giudiceb 2006, p. 212, n. 36.

(R.N.)

Pittore di Villa Giulia

i37Cratere, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici.A sinistra collo, spalla e parte del muso di un cavallo di profilo verso destra. Davanti a lui, a destra, una figura maschile con berretto frigio e lunghi riccioli, corazza e chitonisco, china in avanti nell’atto di indossare gli schinieri.

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Page 101: La Ceramica Attica a Camarina

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Pittore di Villa Giulia (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 899, fig. 98; Giudiceb 2006, p. 212, n. 37.

(R.N.)

i38Frammento, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,04, largh. m. 0,04. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Figura femminile di profilo verso destra, il capo cinto da una taenia, indossa un peplo. A sinistra oggetto appeso (sgabello?).Decorazione secondaria: palmette orizzontali sorgenti da girali.Pittore di Villa Giulia (G. Giudice).461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 93, n. 99, tav. 56; Giudiceb 2006, p. 212, n. 38.

(R.N.)

i39Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,07, largh. m. 0,056. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Parte di una figura in clamide, che regge una lunga asta.

Pittore di Villa Giulia (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 170, n. 66, tav. 112; Giudiceb 2006, p. 212, n. 39.

(R.N.)

i40Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,04, largh. m 0,035. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Della scena figurata è visibile, sull’estremità sinistra del frammento, parte di figura e di una lancia o di un bastone obliquo. Sull’estremità a destra, si riconosce una figura panneggiata che solleva il braccio destro con la palma della mano aperta. Vernice nera lucida. Vicino al pittore di Villa Giulia (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 94, tav. 56, n. 104; Giudiceb 2006, p. 212, n. 40.

(P.L.)

i41Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,75, largh. m. 0,75. Proveniente

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da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Della scena figurata è visibile la parte centrale di una figura maschile (?), stante, di prospetto; indossa un chitone a fitte pieghe e ampie maniche ed un himation. La figura tiene a destra un bastone.Vernice nera lucida. Pittore di Villa Giulia (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 170, tav. 112, n. 65; Giudiceb 2006, p. 212, n. 41.

(P.L.)

Pittore di Chicagoi42 Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,62, largh. m. 0,06. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Della scena figurata è visibile la parte centrale di una figura vestita di un chitone a fitte pieghe. La figura regge un bastone (?).Vernice nera lucida. Pittore di Chicago (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 170, tav. 112, n. 67; Giudiceb 2006, p. 212, n. 42.

(P.L.)

i43Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,09, largh. m. 0,42. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Della scena figurata rimane la parte mediana di una figura femminile (?) stante a destra; indossa un chitone a fitte pieghe; a destra s’intravede un’altro oggetto (benda o bastone?)Vernice nera lucida. Pittore di Chicago (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 168, tav. 111, n. 24; Giudiceb 2006, p. 212, n. 43.

(P.L.)

Pittore di Methyse

i44Cratere a campana, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. (già a Siracusa, Mus. Arch. Reg.). 1) Alt. m. 0,035, largh. m. 0,045; 2) Alt. m. 0,04, largh. m. 0,06. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, presso la sep. 901.A-B) Figura femminile.A: testa e busto di figura femminile rivolta verso destra: porta i capelli raccolti in un toupet

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e trattenuti da una taenia. Indossa chitone ed himation.B: testa e busto di figura femminile rivolta verso sinistra: indossa un chitone ed un himation.Pittore di methyse (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 633, 5; lanza 1990, pp. 92 e 94, nn. 82 e 101, tavv. 55 e 56 (erroneamente l’autrice identifica i frr. nn. 80 e 81 come opera del pittore di methyse); Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 39.

(R.N.)

i45Frammenti combacianti, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,07, largh. m. 0,063. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici. Della scena figurata rimane la parte mediana di una figura femminile (una Menade?) che incede di profilo a destra, con il braccio destro sollevato. Indossa un chitone a fitte pieghe e ampie maniche e regge un tirso (?).Vernice nera lucida.Pittore di methyse (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 93, tav. 55, n. 94; Giudiceb 2006, pp. 212-213, n. 44, fig. 3a.

(P.L.)

Pittore di Providence

i46Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. KAM14633, ex collezione Calandra. Proveniente da Camarina2.Figura femminile.Figura femminile seduta verso s. su un klismos; ha i capelli raccolti nel sakkos e veste il chitone ed un himation, che le avvolge anche la mano s. Poggia la mano d. sulla fronte in atteggiamento pensoso.Decorazione secondaria: alla base del collo e

2 Per la provenienza esatta del vaso, vd. saliBra 2006, p. 339.

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sulla spalla, bastoncelli; sopra la scena figurata, meandro corrente a s.; nel terzo inferiore del vaso, fascia a risparmio.Pittore di Providence (J.D. Beazley).Periodo tardo di produzione del pittore, fase II (E. Serbeti). 461-450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 642, 109; serBeti 1983, p. 207, n. 151; cook 1991, p. 218, fig. 11; Ta aTTika 2003, p. 350, I90; saliBra 2006, p. 339.

(G.S.C.)

Pittore della Lekythos di Yale

i47 Hydria, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 19894. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Due donne (immagine inedita). Pittore della Lekythos di Yale (J.D. Beazley).

461-450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p.658, 20; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(P.L.)

maniera del pittore di Londra E 342

i48Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22878. Alt. m. 0,030. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 369. Due donne offerenti.A sinistra, figura femminile di profilo verso destra. I capelli sono raccolti posteriormente a toupet. Indossa chitone con ampie maniche stretto in vita da una cintura. Tiene nelle mani una cassetta ed è in atto di aprirla. Accanto, donna stante, rappresentata frontalmente, con il capo volto a sinistra; porta i capelli raccolti dietro la nuca, ed indossa peplo cinto in vita. Regge nella mano sinistra sollevata una plemochoe e nella destra, stesa lungo il fianco, un oggetto incerto (Corona? Fiocco? Fascia?); tra le due donne, in basso, una piccola oca.Decorazione secondaria: alla base del collo, ovuli alternati a punti; sulla spalla, tre palmette

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e boccioli di loto, legati da viticci; sul corpo, sopra e sotto la scena figurata meandro corrente a destra tra strisce di vernice.Vernice nera lucida. Buona conservazione. Pittore di Atene 1826 (E. Buschor).Gruppo che richiama il pittore di Londra E 342 o il pittore dell’Etiope (J.D. Beazley). 461-450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 844, fig. 56; Buschor 1929, p. 16, n. 2; Beazley 1963, p. 671, 6 e p. 747.

(P.L.)

Pittore di Siracusa 22174

i49Anfora, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6290. Alt. m. 0,357. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 46, scavi 1972.Due figure femminili.A: a s., figura femminile di profilo in leggero movimento verso d. con capelli raccolti in uno chignon e trattenuti sulla fronte da un nastro,

vestita di chitone ed himation, regge, nella mano d. protesa, una oinochoe nell’atto di versarne il contenuto. La osserva una donna, similmente abbigliata, stante, di prospetto che regge nella s. una lunga asta e, nella d., abbassata, una phiale. B: giovane incedente verso d., di profilo e retrospiciente: indossa un lungo mantello.Decorazione secondaria: ai piedi delle figure, meandro corrente a d. tra linee.Pittore di Siracusa 22174 (G. Salina).Vasaio di Siracusa 22174 (J. Euwe).461-450 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 498-500, tav. 57; euWe 1996, p. 80, n. 30; saliBra 1999, tomba n. 46; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(S.S.)

Pittore di Bowdoin e sua maniera

i50 Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22822. Alt. m. 0,024. Proveniente da Camarina,

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necropoli di Passo Marinaro, sep. 267. Donna seduta con lyra eptacorde.Una donna seduta di profilo a destra su un klismos con alta spalliera. Ha il capo chino in avanti, cinto da una taenia, che trattiene la chioma raccolta sulla nuca a toupet; dall’acconciatura, ricadono sulle spalle lunghi riccioli. Indossa chitone a fitte pieghe ed un himation, avvolto intorno le gambe. Tiene nella mano sinistra una lyra eptacorde, appoggiata sulle gambe, e nella mano destra, il plektron. Appesi al muro, aulos con custodia, due dittici ed un sandalo (?).Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette tra due strisce di vernice; sulla spalla a f. b., palmette legate da volute e punti a vernice nera; la scena è inquadrata tra due fasce a meandro semplificato volto a destra.Vernice nera lucida. Buona conservazione. Pittore di Bowdoin (J.D. Beazley).461-450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 824, fig. 40; Beazley 1963, p. 682, 110; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(P.L.)

i51Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22872. Alt. m. 0,023. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 358. Atleta.Giovane nudo, stante, di profilo a destra, con gambe divaricate e busto piegato in avanti, nell’atto di saltare, tiene in mano gli halteres. Davanti a lui, un pilastro. In alto, sospesi, un aryballos e uno strigile.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette tra due strisce di vernice; sulla spalla, palmette legate da volute e punti a vernice nera; al di sopra e al di sotto della scena, meandro semplificato volto a destra fra strisce di vernice.Vernice nera lucida. Pittore di Bowdoin (J.D. Beazley).461-450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 843, fig. 55; Beazley 1963, p. 684, 146; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(P.L.)

i52Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 12760. Proveniente da Camarina. Pegaso (immagine inedita).Pittore di Bowdoin (J.D. Beazley).

461-450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 685, 175; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(P.L.)

i53Lekythos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5907. Alt. m. 0,27. Proveniente da Camarina, necropoli orientale, contrada Piombo e Dieci Salme.Figura femminile.Figura femminile stante rivolta a d. in chitone ed himation, con capelli raccolti in uno chignon e fermati sulla fronte da una fascia, regge nella mano d. uno specchio. Davanti a lei, poggiato a terra, un kalathos; alle sue spalle si intravede uno sgabello. Nel campo, in alto a d., un cestello in cui sono dei frutti (?) resi con sovraddipinture in vernice bianca; in alto a s. una benda o un alabastron (?).Decorazione secondaria: alla base del collo trattini verticali; sulla spalla, cinque palmette, legate da viticci alternativamente ascendenti e discendenti; sopra e sotto la scena meandro corrente a d. tra linee. Ricomposta da frammenti e integrata.

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Pittore di Bowdoin (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: pace 1921, p. 19, n. 5; pelaGatti 1973, p. 252, fig. 6b; di steFano, pelaGatti 1998, p. 61, tav. 4; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42; di steFano 2001, p. 87, fig. 101; saliBra 2006, p. 345, fig. 9b.

(S.S.)

i54Lekythos, a v.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5931. Alt. m. 0,31. Proveniente da Camarina, necropoli orientale, contrada Piombo e Dieci Salme.Corpo del vaso interamente a vernice nera. Decorazione secondaria: alla base del collo, fascia a bastoncelli; sulla spalla, tre palmette iscritte in racemi e due boccioli di loto; sul corpo, al di sotto della spalla, fascia di punti a vernice nera tangenti che formano un motivo a zig-zag fra triplici linee. Ricomposta da frammenti e integrata. officina del pittore di Bowdoin (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: pelaGatti 1973, p. 252; salina 1989-90, pp. 506-507, tavv. 66-67, 1; di steFano, pelaGatti 1998, p. 61, tav. 4; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42; di steFano 2001, p. 87, fig. 101; saliBra 2006, p. 345, fig. 10.

(S.S.)

i55Lekythos, a v.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5932. Alt. m. 0,31. Proveniente da Camarina, necropoli Orientale, contrada Piombo e Dieci Salme.Corpo del vaso interamente a vernice nera. Decorazione secondaria: alla base del collo,

fascia a bastoncelli; sulla spalla quattro palmette orizzontali legate da viticci. Ricomposta da frammenti e integrata.officina del pittore di Bowdoin (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: pelaGatti 1973, p. 252; salina 1989-90, p. 505, tav. 65; di steFano, pelaGatti 1998, p. 61, tav. 4; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42; di steFano 2001, p. 87, fig. 101.

(S.S.)

i56Lekythos, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 8245. Alt. m. 0,023. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro. Figura femminile.Rimane la parte superiore di una figura femminile volta a destra; ha il capo coronato, veste il chitone ed un himation riccamente panneggiato e regge

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in mano un cesto sacrificale. Decorazione secondaria: sopra la scena principale, meandro corrente a d. Maniera del pittore di Bowdoin (J.D. Beazley). 461-450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 690, 10; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

i57Lekythos, a.f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2642. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 92 (?).Oplita.Oplita di tre quarti in rapido movimento verso d.; sul capo un elmo con basso lophos, sollevato sulla fronte, da cui fuoriesce la chioma. Indossa corto chitone, cotta e schinieri. Imbraccia a s. uno scudo con episema figurato (idra o gorgone?) e nella mano d. stringe una lancia. Dettagli a vernice nera.Decorazione secondaria (a vernice nera): alla base del collo, bastoncelli; sulla spalla, cinque palmette, ascendenti e discendenti, legate da viticci; sopra e sotto la scena figurata, meandro corrente a d. Ricomposta da frammenti, lacunosa e integrata. Attribuibile al pittore di Bowdoin (G. Giudice).461-450 a.C.

Bibl.: di steFano 2001, p. 48, fig. 51.

(S.S.)

i58Lekythos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2642. Proveniente da Camarina, necropoli di Randello, scavi 1966, sep. n. 92.Scena di libagione.Figura femminile di profilo a d., compie una libagione presso un’ara. Indossa chitone ed himation, e reca il capo coperto da un sakkos; regge nella mano s. una lunga asta, nella d. una phiale. Nel campo, in alto a s., è appesa una benda.Dettagli a vernice nera. Decorazione secondaria: sulla spalla, cinque palmette ascendenti e discendenti legate da viticci; sopra la scena, meandro corrente verso d. tra linee.IntegraManiera del pittore di Bowdoin (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 503-504, tavv. 63-64, 1; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42; di steFano 2001, p. 48, fig. 51.

(S.S.)

i59Lekythos (a f. b.), fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,07, largh. m. 0,04. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, presso la sep. 910. Della scena figurata è visibile, a sinistra, parte inferiore del panneggio di una figura femminile (?). Indossa un chitone a fitte pieghe, ed un himation a larghe pieghe. A destra una cassetta dal coperchio abbassato orlato con borchie.Reso in vernice diluita l’orlo dell’himation.Classe delle “Semi-Outline Lekythoi” del pittore di Bowdoin (G. Giudice).461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 94, tav. 56, n. 108; Giudiceb 2006, p. 213, n. 45.

(P.L.

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Page 109: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore di atene 1308

i60Lekythos, a f.r. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4224. Alt. m. 0,25. Proveniente da Camarina. Nike.Nike in volo verso destra con le mani protese, tiene nella mano sinistra un ramoscello. Indossa un chitone a larghe pieghe ed un himation. Ha i capelli raccolti in un sakkos, ornato da un nastro sottile annodato sulla nuca.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette tra due strisce di vernice; sulla spalla a f. b., cinque palmette legate da volute e punti a vernice nera; la scena è inquadrata tra due fasce a meandro semplificato volto a destra. Resi con vernice diluita l’orlo dell’himation e le linee orizzontali sulle ali.Vernice nera lucida. Ricomposta da più frammenti, con piccole integrazioni moderne; orlo sbreccato con piccole scalfitture.Pittore di Atene 1308 (J.D. Beazley).461-450 a.C.

Bibl.: liBertini 1930, p. 172, n. 723; Beazley 1963, p. 695, 2; Barresi, Valastro 2000, p. 89, n. 67; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(P.L.)

Pittore di icaro

i61Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Donna. Figura femminile con il corpo frontale, il volto a s. stante presso un’altare, regge una phiale nella mano d. (immagine inedita).Pittore di Icaro (J.D. Beazley).461-450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 698, 35; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(P.L.)

i62Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 444. Testa femminile.Testa femminile volta di profilo a d.; ha i capelli raccolti in un sakkos decorato da un motivo a puntini tra linee parallele. Un orecchino a goccia le orna il lobo destro.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, linea a risparmio.Vernice nera lucida. Integra.Pittore di Icaro? (G.Giudice). 461-450 a.C.

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Page 110: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: orsi 1904, p. 872, fig. 75; Giudiceb 2006, p. 213, n. 47.

(P.L.)

Officina del pittore di Icaro

i63Lekythos (secondary shape), a f.r. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4194. Alt. m. 0,075, diam. m. 0,029. Proveniente da Camarina. Civetta tra due rami di ulivo verticali.Decorazione secondaria: alla base del collo, corona di linguette su fondo risparmiato; sulla spalla, boccioli di loto stilizzati su fondo risparmiato; sopra la scena figurata, meandro corrente a destra; sotto la scena, linea a risparmio. Parete esterna del piede risparmiata.Vernice nera opaca, scrostata in più punti. Mancante della bocca, del collo e dell’ansa. officina del pittore di Icaro (S. Barresi). 461-450 a.C.

Bibl.: liBertini 1930, p. 173, n. 727; Barresi, Valastro 2000, p. 92, n. 73; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42; Giudiceb 2006, p. 213, n. 46.

(P.L.)

i64Lekythos (secondary shape), a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6278. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 39. Civetta.

Civetta con testa di prospetto e corpo di profilo a s. Le ali, raccolte, hanno le penne remiganti rese a linee oblique e punti così come, a punti, è decorata la testa. Ai lati, due ramoscelli d’ulivo verticali.Decorazione secondaria: alla base del collo linguette; sulla spalla bastoncelli; sulla raffigurazione meandro corrente a d. tra linee. Sotto, linea a risparmio.Integra con abrasioni e scheggiature.officina del pittore di Icaro (R. Salibra).461-450 a. C.

Bibl.: saliBra 1999, tomba n. 39; di steFano 2001, p. 48, fig. 52; saliBra 2002, p. 14.

(S.S.)

Pittore della Seireniske

i65 Lekythos (secondary shape), a f.r. Scicli, collezione Spadaro. Alt. m. 0,10. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Nike.Nike in movimento verso d. in direzione di un altare. Veste chitone e himation, ha i capelli

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Page 111: La Ceramica Attica a Camarina

coperti dal sakkos e protende la mano d. in direzione di un’ara (?).Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, meandro corrente a d.; sotto, linea a risparmio. Pittore della Seireniske (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: BenndorF 1883, p. 69, tav. 36, 14; Beazley 1963, p. 702, 15; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.S.C.)

i66Lekythos (secondary shape), a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Donna con specchio (immagine inedita). Rimane la parte superiore del vaso.Pittore della Seireniske (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 703, 44; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(P.L.)

Pittore di Siracusa 21975

i67Lekythos, a f.r.. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22954. Proveniente da Camarina. Alt. m. 0,147; diam. bocca m. 0,03; diam. piede m. 0,03. Figura femminile alata, indossante chitone dalle fitte pieghe; al di sopra porta un himation. Il volto minuto è contornato da una pesante capigliatura, in parte coperta da un sakkos allungato. L’ala è resa con punti irregolari nella parte superiore, con tratti allungati e spaziati nella parte inferiore.In mano tiene una fiaccola, la cui fiamma è resa come una banda allungata e ondulata; in basso un kalathos.

Sulla spalla, bastoncelli a raggiera; trattini più piccoli alla base del collo a risparmio.Pittore di Siracusa 21975 (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 706, 1; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(G.M.)

Pittore di angers

i68Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 302.Nike.Nike in volo verso destra, regge nella mano destra uno specchio. Indossa un chitone a larghe pieghe, ed un himation. Ha i capelli raccolti in un sakkos,

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ornato da un nastro sottile annodato sulla nuca.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette tra due strisce di vernice; sulla spalla, palmette legate da volute e punti a vernice nera; al di sopra e al di sotto della scena, due linee risparmiate.Pittore di Angers (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: orsi 1904, c. 834, fig. 46; Beazley 1963, p. 706, 4; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(P.L.)

Pittore di Aischines

i69Lekythos, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Nike. Nike in peplo, frontale con il capo volto a s. (immagine inedita).Pittore di Aischines (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 709, 8; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(R.N.)

i70Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24004. Alt. m. 0,205. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 878.Una figura femminile stante, con chitone ed himation, è raffigurata di prospetto con volto di profilo verso sinistra e braccia aperte. Con la destra tiene una phiale e compie una libagione presso un’ara costituita da un masso rettangolare con contorno superiore irregolare. Il braccio sinistro è piegato con la palma della mano aperta e le dita semichiuse. I capelli sono raccolti in uno chignon.

Decorazione secondaria: sulla spalla risparmiata sono dipinte quattro palmette nere con girali, di cui una rovesciata, e sopra queste, un giro di bastoncelli. Sopra la scena figurata, meandro a destra.Pittore di Aischines (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 710, 37; lanza 1990, p. 62, n. 878, tav. 29; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(R.N.)

i71Lekythos, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv.Hermes (immagine inedita).Pittore di Aischines (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 713, 135; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(R.N.)i72Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., collezione Pacetto, inv. 18420. Proveniente da

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Camarina, necropoli settentrionale.Tithonos incedente verso destra, retrospiciente. Con la mano sinistra tiene una cetra.Decorazione secondaria: sulla spalla risparmiata sono dipinte quattro palmette nere con girali, di cui una rovesciata. Sopra la scena, meandro a destra intervallato da metope con croce. Sotto la scena una fascia a risparmio.Pittore di Aischines (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 713, 145; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(R.N.)

i73Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv.Atleta (immagine inedita). Atleta con il corpo frontale, il capo a s., lo strigile nella mano d. e il mantello sul braccio sinistro.Pittore di Aischines (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 714, 163; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(R.N.)

i74Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22827. Alt. m. 0,31. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 276.Due figure femminili: quella a sinistra di profilo verso destra, alata, con chitone, himation e sakkos; con ambo le mani accoglie o consegna un oggetto all’altra figura, che è stante davanti a lei. Questa indossa chitone e himation e regge un alabastron con la destra mentre tiene un lungo tirso nella sinistra.Decorazione secondaria: sulla spalla risparmiata sono dipinte cinque palmette nere. Alla base del

collo, fila di listelli. Meandro a destra, sopra e sotto la scena figurata.Ricomposta con qualche lacuna.Pittore di Aischines (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 826, fig. 41; Beazley 1963, p. 714, 171; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(R.N.)

i75Coppa, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2364 (?). Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica. Figura femminile.Della scena figurata rimane una figura femminile, stante, con il capo rivolto di profilo a sinistra e il busto frontale, che indossa chitone ed himation. Ha i capelli raccolti in uno chignon e trattenuti da un diadema. Tiene il braccio sinistro proteso con la palma della mano sollevata.Vernice nera lucida. In vernice diluita l’orlo dell’himation.Pittore di Aischines (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: orsi 1904, c. 911, fig. 108; Beazley 1963, p. 718, 246; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(P.L.)

i76Lekythos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6339. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 69, scavi 1972.Nike.Nike stante, di profilo a d., dinnanzi ad un kalathos decorato a fasce alternate di punti e motivi ad onda; veste chitone a fitte pieghe e himation ed ha i capelli raccolti in un sakkos da cui, sulla tempia, fuoriesce una ciocca di capelli. Regge, tra le mani protese, una coroncina (quasi completamente evanida).Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, palmette ascendenti e

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Page 114: La Ceramica Attica a Camarina

discendenti legate da viticci; sopra e sotto la scena figurata, meandro corrente a d. tra filetti su fondo a risparmio. Integra.Pittore di Aischines (G. Salina).461-450 a.C.

Bibl.: salina 1989-90, pp. 509-510, tav. 68; saliBra 1999, tomba n. 69; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(S.S.)

i77Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26617. Alt. m. 0,12. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica. Nike.Al centro Nike di profilo a destra, avanza verso un thymiaterion, nell’atto di offrire una libagione, con ambedue le mani protese. Indossa un chitone a fitte pieghe, porta i capelli raccolti a chignon sulla nuca, e un orecchino a bottone le orna il lobo destro.Decorazione secondaria: alla base del collo,

linguette; sulla spalla, palmette (?); sotto la scena figurata, linea a risparmio.Vernice nera opaca, scrostata. Maniera del pittore di Aischines (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 145, tav. 101, n. 4; Giudiceb 2006, p. 213, n. 48.

(P.L.)

i78Lekythos, a f.r. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4197. Alt. m. 0,14. Proveniente da Camarina.Giovane atleta nudo di profilo, in corsa verso sinistra.Decorazione secondaria: alla base del collo, catena di linguette a vernice nera; sulla spalla, su fondo a risparmio, palmette a vernice nera legate da girali. La scena è delimitata superiormente da un fregio a meandro semplice a destra e in basso da una fascia a risparmio. Priva della bocca e dell’ansa.“Vicina allo stile del pittore di Aischines” (S.

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110 Catalogo

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Page 115: La Ceramica Attica a Camarina

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Barresi).461-450 a.C.

Bibl.: BenndorF 1883, p. 61, n. 3, tav. 32; liBertini 1930, p. 172, n. 721, tav. 82; Barresi, Valastro 2000, p. 90, n. 69; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(S.R.)

i79Lekythos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23920. Alt. m. 0,13. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 594. Figura femminile.Figura femminile retrospiciente, con busto frontale, in corsa verso destra; tiene sollevate ambedue le mani. Indossa un chitone a fitte pieghe con larghe e corte maniche ed un himation trattenuto sulla spalla; i capelli sono raccolti a chignon sulla nuca, e trattenuti da una taenia.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, raggiera di boccioli di loto stilizzati; sul corpo, sopra la scena figurata, meandro semplificato corrente a destra, tra due filetti neri; sotto la scena figurata, linea a risparmio. Vernice nera opaca, scrostata. Correlata con il pittore di Aischines (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 26, tav. 9, n. 2; Giudiceb 2006, p. 213, n. 49.

(P.L.)

i80Lekythos, a f.r. Palermo, collezione Arezzo di Celano. Alt. m. 0,225. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 715.Nike in volo verso destra.Nike in volo verso d. con le ali spiegate e le braccia alzate. Indossa chitone e himation a fitte pieghe che le lasciano scoperti solo le caviglie e gli avambracci. I capelli sono raccolti dietro la nuca. Decorazione secondaria: sul collo, trattini; sulla spalla, serie di palmette; sul corpo, al di sopra della scena figurata, meandro semplice corrente a d.; sotto la scena principale, linea risparmiata.Riattaccato il collo. Diverse scheggiature. Vernice in parte evanida.Attribuibile alla maniera del pittore di Aischines (G. Giudice). 461-450 a.C.

111Catalogo

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Page 116: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl: saliBra 2002, pp. 13-14, n. 6, fig. 16 a-b.

(G.S.C.)

i81Lekythos, a. f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22868 (c). Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi Orsi, sep. 228.Sulla spalla, cinque palmette legate da viticci; alla base del collo, bastoncelli.Il corpo del vaso è interamente a vernice nera; a risparmio la parete laterale del piede.“La decorazione sulla spalla è simile a quella del pittore di Aischines” (G. Giudice).461-450 a.C.

Bibl.: di steFano 2001, p. 48, fig. 53, b.

(G.S.C.)

Pittore di Karlsruhe

i82Lekythos, a f.r. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4196. Alt. m. 0,16. Proveniente da Camarina. Figura femminile incedente verso destra volge

il capo indietro; tiene le braccia larghe e con la mano sinistra davanti a sé regge uno specchio. Indossa un chitone ed un himation, orecchini ai lobi ed ha i capelli raccolti in un toupet. Decorazione secondaria: sopra la scena, su fondo risparmiato, una fascia a meandro, intervallato da metope con croce greca, tra linee parallele di vernice nera. Sotto la scena, una fascia risparmiata. Sulla spalla, cinque palmette a vernice nera su fondo risparmiato, unite da girali.Ricomposta da frammenti. Integrazioni. Priva di collo e di labbro.Pittore di Karlsruhe (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: BenndorF 1883, p. 60, n. 1, tav. 32,1; liBertini 1930, p. 173, n. 726; Beazley 1963, p. 732, 33; Barresi, Valastro 2000, p. 90, n. 70; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(R.N.)

i83Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Donna. Figura femminile stante, con il corpo frontale ed il volto a s., regge in mano un frutto e uno specchio (immagine inedita). Pittore di Karlsruhe (J.D. Beazley).461–450 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 733, 58; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(R.N.)

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Pittore di atene 1826

i84Lekythos (a f. b.). Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22789. Alt. m. 0,23. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 369. Due donne offerenti.A sinistra, figura femminile stante di profilo a destra. Ha i capelli raccolti sulla nuca, cinti da una taenia, indossa un chitone con ampie maniche lunghe sino al gomito. Nelle mani protese tiene un alabastron ed un uovo. Una seconda donna, stante, raffigurata frontalmente con il capo rivolto a sinistra, porta i capelli raccolti in un sakkos ed indossa un chitone smanicato a larghe pieghe; tiene nella destra, stesa lungo il fianco, una taenia, e, nella mano sinistra sollevata, una corona. Alle spalle della prima donna, uno sgabello.Decorazione secondaria: alla base del collo, ovuli alternati a punti; sulla spalla, tre palmette ioniche alternate a boccioli di loto, legati da viticci; sul corpo, sopra la scena, meandro corrente a destra tra strisce di vernice.Superficie abrasa in più punti. Scheggiature. Pittore di Atene 1826 (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: orsi 1904, c. 846, fig. 57; Beazley 1963, p. 746, 7; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42; oakley 2004b, p. 35, n. 20.

(P.L.)

i85Lekythos (a f. b.). Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22952. Alt. m. 0,16. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica. Giovane e donna.A sinistra, figura femminile di profilo, stante. Porta i capelli raccolti dietro la nuca, ed indossa chitone con ampie maniche lunghe sino al gomito; regge nella mano destra protesa una patera, nella mano sinistra, abbassata, un’oinochoe. Accanto, giovane stante, raffigurato frontalmente, con il capo a sinistra volto verso la donna. Indossa l’himation che gli lascia scoperta la spalla destra; si appoggia con la mano sinistra ad un bastone, e nella mano destra abbassata tiene un ramoscello.Decorazione secondaria: sulla spalla, raggiera di boccioli di loto stilizzati; sul corpo, sopra la scena figurata, meandro corrente a destra tra linee di vernice.Frammentaria, ricomposta da più frammenti; incrostazioni e scheggiature.Pittore di Atene 1826 (J.D. Beazley).461-450 a. C

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Page 118: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: orsi 1904, c. 911, fig. 107; Beazley 1963, p. 746, 8.

(P.L.)

Classe del pittore della megera

i86Lekythos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23869. Alt. m. 0,092. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 531. Cinghiale.Al centro, cinghiale, con zampe anteriori puntate a terra in posizione obliqua, muso in avanti, pelo irto lungo la schiena, coda attorta, zampe posteriori riunite.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, raggiera di boccioli di loto stilizzati; sul corpo, sopra la scena figurata, meandro semplificato corrente a destra, tra due filetti neri; sotto la scena figurata, linea a risparmio. Vernice nera opaca, scrostata. Mancante della bocca, del collo e dell’ansa.Classe del pittore della Megera (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 15, n. 531, tav. 3; Giudiceb 2006, p. 213, n. 50.

(P.L.)

Pittore di Sotadesi87Coppa apoda, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24113. 1) Alt. m. 0,19, largh. m. 0,06; 2) alt. m. 0,09; largh. m. 0,03. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici. Della scena figurata è visibile la parte superiore di un satiro in corsa, volto a d., con braccio destro alzato; sulla spalla sinistra, egli tiene appoggiato il tirso. Decorazione secondaria: in prossimità delle anse, palmette verticali con volute.Vernice nera lucida, a tratti abrasa.Maniera del pittore di Sotades (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 89, tav. 51, n. 48; Giudiceb 2006, p. 213, n. 51.

(P.L.)

i88Coppa apoda, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26612. Alt. m. 0,07, diam. m. 0,0215. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1364. A) Satiro e Menade; B) figura ammantata e giovane.A: a sinistra, Menade danzante, volta di profilo a d.; indossa un lungo chitone, ha i capelli raccolti sulla nuca e legati da una taenia. Di fronte a lei,

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Satiro danzante, di profilo a s., con un braccio piegato all’altezza del fianco.B: a sinistra figura stante, rivolta a d., indossa un himation, orlato in nero, che copre anche la nuca. Di fronte a lei giovane stante, di profilo a sinistra; è avvolto in un lungo himation, regge un bastone, ed ha il capo scoperto.Decorazione secondaria: ai lati della scena, palmette verticali con girali a volute, che si dipartono da un anthemion centrale sotto l’ansa.Ricomposta da numerosi frammenti con molte lacune. Correlata al pittore di Sotades (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 770, 3; lanza 1990, p. 135, tav. 93; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 40.

(P.L.)

Pittore di Anfitrite

i89Coppa apoda, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23640. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Figura femminile.Della scena figurata rimane una figura femminile, di profilo a destra, che avanza. Indossa chitone a fitte pieghe ed è avvolta in un himation. Regge nella mano destra abbassata un’asta, e, poggiato alla spalla sinistra, un grande scudo circolare; alle sue spalle, in basso, è riconoscibile un bocciolo di loto verticale con girali.I: rosetta a impressione solo parzialmente conservata.Decorazione secondaria: sotto la scena, striscia risparmiata.Vernice nera lucida.Pittore di Anfitrite (J.D. Beazley).

461-450 a. C.

Bibl.: orsi 1904, c. 914, fig. 109; Beazley 1963, p. 832, 28; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 40.

(P.L.)

i90Coppa, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,05. Proveniente da Camarina, santuario di Athena.Amazzone.Figura di Amazzone di profilo verso d. Brandisce con entrambe le mani una doppia ascia, che tiene sollevata dietro la nuca pronta a colpire. Indossa una corta tunica svollazzante dalle fitte pieghe che le lasciano trasparire i seni. I capelli sono raccolti sulle spalle in una lunga coda.Pittore di Anfitrite (G. Giudice).461-450 a.C.

Bibl.: pelaGatti 2006, p. 54, fig. 9 e nota 36, p. 74.

(G.S.C.)

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Pittore di Sabouroff

i91Lekythos, (a f.b.). Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,16. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica. Penelope (o Niobe?). Figura femminile siede di profilo verso destra su una roccia, sorregge il capo poggiando il gomito al ginocchio, in atteggiamento pensoso. Indossa un chitone lungo alle caviglie, ed un himation nero, avvolto sui fianchi e sulle ginocchia. Ha i capelli raccolti in uno chignon dietro la nuca. In alto, sul campo, è appeso un arco.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, raggiera di boccioli di loto stilizzati; sul corpo, sopra la scena figurata, meandro semplificato corrente a sinistra, tra due filetti neri; sotto la scena figurata, linea a risparmio. Vernice nera lucida, scrostata. Reso in vernice diluita l’himation.Pittore di Sabouroff (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 910, fig. 106; Giudiceb 2006, p. 213, n. 52.

(P.L.)

i92Lekythos, a. f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 5908. Proveniente da Camarina, necropoli Orientale, contrada Piombo e Dieci Salme.Kephalos (?).Kephalos incedente verso d. e retrospiciente; indossa un corto chitonisco al di sotto di una clamide legata al collo. In testa, un petaso.Decorazione secondaria: sulla spalla, palmette; all’attacco della spalla con il corpo del vaso, meandro.Ricomposta da numerosi frammenti.Pittore di Sabouroff (G. Giudice).461-450 a.C.

Bibl.: pace 1921, p. 19, n. 6; pelaGatti 1973, p. 252, fig. 6a; di steFano, pelaGatti 1998, p. 61, tav. 4; Giudice, rizzone 2000, p. 304 e nota 42; di steFano 2001, p. 87, fig. 101; Dal Museo 2002; Giudiceb 2007, p. 19, nota 69.

(G.S.C.)

Pittore di Pistoxenos

i93Coppa apoda, a f.r., frr. di. Siracusa, Mus. Arch.

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Reg., inv. 23639. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici. A - B) Selene su cavallo alato.A: sul frammento è visibile un cavallo alato, di profilo, che galoppa verso sinistra, ad ali tese, e dietro (su un carro?) la parte superiore di un busto femminile, di profilo, con il capo rivolto sempre a sinistra; la figura femminile ha i capelli raccolti in un sakkos, ornato da un nastro sottile e orecchini. Al lato della scena, sotto l’ansa, sono riconoscibili girali e petali.Vernice nera lucida. Pittore di Pistoxenos (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: orsi 1904, c. 914, fig. 110; Beazley 1963, p. 862, 28; heldrinG 1977, tav. 21, 2; carpenter 1989, p. 298; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 40.

(P.L.)

Pittore di Bologna 417

i94Askos, a f.r., frammentario. Siracusa (?), Mus. Arch. Reg., inv. 26702 (in lanza 1990, il numero di inventario è 26709). Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico presso sep. 1344. Figura femminile seduta.Della scena figurata è visibile la parte inferiore di una donna seduta verso destra; indossa un chitone a pieghe ed un himation che le avvolge i fianchi e le gambe; tende la mano sinistra in avanti, con la palma rivolta verso l’alto (come per ricevere qualcosa). Dinnanzi a lei è visibile la parte inferiore di un’altra figura femminile, seduta verso sinistra, e vestita di chitone, la quale protende la mano destra con le dita piegate. Fra le due figure in basso, bocciolo di loto e girali in corrispondenza dell’attacco dell’ansa.Decorazione secondaria: al di sotto della scena figurata, doppio filetto risparmiato.Pittore di Bologna 417 (J.D. Beazley).

461-450 a. C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 918, 213; lanza 1990, p. 145, n. 3, tav. 99; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 43.

(P.L.)

Pittore di Comacchio

i95Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22855. Alt. m. 0,16. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 328. Donna e giovane.A sinistra, figura femminile di profilo verso destra, stante. Porta i capelli raccolti in un sakkos. Indossa un lungo chitone, fittamente pieghettato, ed un himation a larghe pieghe. Suona con le braccia protese le nacchere (?). Di fronte, giovane ammantato, di profilo a sinistra, osserva la donna, appoggiato ad un bastone.

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Catalogo

Page 122: La Ceramica Attica a Camarina

Decorazione secondaria: sotto la scena, fila di ovuli compresa tra due linee a risparmio.Qualche incrostazione, vernice a tratti abrasa.Pittore di Comacchio (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: orsi 1904, c. 838, fig. 50; Beazley 1963, p. 958, 70; di steFano 1997, p. 100, fig. 46; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 42.

(P.L.)

Pittore di Lewis

i96Skyphos, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23638. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Giovane e uomo.Della scena figurata è visibile, a sinistra, un giovane di profilo volto a destra, con mantello poggiato sull’avambraccio, che regge una lunga asta; una taenia gli cinge la fronte. Di fronte un uomo di età matura, con corta barba resa a punti (?), del quale rimane solo la spalla destra.Vernice nera lucida. Puntini di vernice diluita per la barba del vecchio.Pittore di Lewis (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: orsi 1904, c. 918, fig. 116; smith 1939, p. 22, tav. 24 i; Beazley 1963, p. 974, 32; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 40.

(P.L.)

i97Skyphos, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23636. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Re (Zeus?).Della scena figurata è visibile parte del volto e delle spalle di una figura maschile barbata, di

profilo a sinistra con lunghi capelli riccioluti sciolti. Indossa chitone smanicato ed himation. Tiene il braccio destro proteso.Vernice nera lucida. Vernice diluita per la barba. Iscrizione: ΛΟΝ. Pittore di Lewis (J.D. Beazley).461-450 a. C.

Bibl.: orsi 1904, c. 917, fig. 114; smith 1939, p. 22, tav. 24 d; Beazley 1963, p. 975, 33; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 40.

(P.L.)

i98Skyphos, a f.r., frr. di. Palermo, collezione Collisani, inv. R24 (destinato a Petralia Sottana, Mus. Civ. Antonio Collisani). Alt. m. 0,079, largh. m. 0,055. Provenienti da Camarina.Figura femminile panneggiata, in movimento verso destra. La donna - il volto di profilo a destra, i capelli raccolti in un toupet - ha entrambe le braccia protese e regge con una mano una phiale. “Umkreis des späten Lewis-Malers” (M. Marti).“Um 450 v.Chr.” (M. Marti).

Bibl.: isler, sGuaitamatti 1990, pp. 132-133, n. 191, tav. 30; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 40.

(S.R.)

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Page 123: La Ceramica Attica a Camarina

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Pittore del Louvre Ca 1849

i99Skyphos a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23635. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Uomo seduto (?).Della scena figurata è visibile parte del volto e delle spalle di una figura maschile barbata lievemente china in avanti, di profilo a destra. Si intravede un himation che gli copre la spalla sinistra. In alto, a destra, è appesa una cassetta.Vernice nera lucida. Vernice diluita per la barba.Pittore del Louvre CA 1849 (J.D. Beazley).461-450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 918, fig. 115; Beazley 1963, p. 979, 9; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 40.

(P.L.)

Classe degli “owl Skyphoi”

i100Skyphos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 374. A-B) Civetta tra due rami di ulivo. A-B: civetta di profilo a destra, con la testa di prospetto. Ha le ali raccolte, con le penne rese a linee oblique e puntini. Ai lati, due rami di ulivo verticali.Decorazione secondaria: sotto la scena, due linee a risparmio. Vernice nera opaca, scrostata in più punti.Classe degli “owl Skyphoi” (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 849-850, fig. 59; Giudiceb 2006, p. 213, n. 53.

(P.L.)

i101Skyphos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2510. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 6-48, scavi 1966. A-B: civetta di profilo a d., con la testa di prospetto. Ha le ali raccolte, con le penne rese a linee oblique e puntini. Ai lati, due rami di ulivo verticali.Dettagli a vernice nera.Decorazione secondaria: sotto la scena, due linee a risparmio.Vernice nera opaca, scrostata in più punti.Ricomposto da frammenti e integrato in più punti.Classe degli owl Skyphoi (V. Rizzone). 461-450 a.C.

Bibl.: Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 49.(S.S.)

Classe dei vasi di San Valentino

i102 Kantharos, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.

I100

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Page 124: La Ceramica Attica a Camarina

La vasca è decorata con motivo a losanghe e motivo vegetale.Decorazione secondaria: sull’orlo, ovuli tra due linee a risparmio; sotto la scena, linea a risparmio.Vernice nera opaca, scrostata in più punti. Classe dei vasi di S. Valentino (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 915-916, fig. 112; Giudiceb 2006, p. 214, n. 54.

(P.L.)

i103Kantharos, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. La vasca è decorata con losanghe e motivo vegetale con palmette stilizzate, separate da doppia fila di puntini bianchi delimitati da linee a risparmio.Decorazione secondaria: sull’orlo, ovuli tra due linee a risparmio; sotto la scena, linea a risparmio.Vernice nera opaca, scrostata in più punti.Classe dei vasi di S. Valentino (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 915-916, fig. 113; Giudiceb 2006, p. 214, n. 55.

(P.L.)

i104Kantharos, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.

La porzione pertinente all’orlo è decorata con tralci di edera stilizzati e delimitati da due linee a risparmio.Vernice nera opaca, scrostata in più punti. Classe dei vasi di S. Valentino (G. Giudice). 461-450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 915-916, fig. 111; Giudiceb 2006, p. 214, n. 56.

(P.L.)

Non attribuiti

i105Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24126. Alt. m. 0,125, largh. m. 0,137. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Figura maschile.Parte di figura maschile incedente verso d. e retrospiciente. Indossa un chitonisco decorato da motivi a losanghe e una mantellina stretta in vita da un cintura. Con le mani regge un’asta. All’estemità destra del frammento si intravedono le gambe di un’altra figura.461-450 a.C.

Bibl.: Beazley 1939, p. 634, fig. 12; lanza 1990, p. 90,

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Page 125: La Ceramica Attica a Camarina

tav. 52, n. 62; Giudiceb 2006, p. 222, nota 67.

(G.S.C.)

i106Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg.(?). Alt. m. 0,42. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 280.A) Scena di inseguimento; B) inedito.A: una figura femminile incedente verso destra è posta di prospetto e volge il volto all’indietro tenendo il braccio destro sollevato con la mano aperta. La donna indossa un chitone e un himation decorato sull’orlo e nel girocollo da una fila di cerchietti tra due linee a vernice nera; ha i capelli raccolti in un toupet e trattenuti da una benda decorata a puntini neri. Il suo inseguitore è un giovane imberbe con clamide e petaso appeso al collo. Avanza verso destra, tenendo in mano una doppia lancia. Alle sue spalle una figura femminile fugge in direzione opposta alla scena, sollevando la mano destra: anch’essa indossa chitone e himation e porta i capelli sciolti in riccioli che le ricadono sulle spalle e cinti sul capo da un diadema. Assiste alla scena un uomo barbato stante, posto all’estrema destra, di profilo verso sinistra. Indossa un ampio mantello da cui esce il braccio destro con il quale si appoggia a un lungo scettro decorato da fasce a vernice nera e coronato da un fior di loto stilizzato: l’uomo porta riccioli sulle spalle e ha il capo cinto da una sottile taenia.B) “efebo mantellato tra altri due muniti di bastone” (P. Orsi).“La mancata analisi autoptica del vaso non consente un’attribuzione certa. Lo schema iconografico richiama la produzione del pittore dei Niobidi, qualche dettaglio dello stile quella del gruppo Borea-Firenze” (G. Giudice).461–450 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 826-827, tav. 50; Giudiceb 2006, p.

211, n. 33. (R.N.)

i107Lekythos, a f.r. Palermo, collezione Arezzo di Celano, sine inv. Alt. max. m. 0,08. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, forse dalla sep. 1466. Al centro una civetta stante di profilo a destra e con volto frontale. Il suo piumaggio è decorato da puntini neri. A destra dell’animale ramo d’ulivo.Decorazione secondaria: sotto la scena, linea a risparmio; spalla del vaso decorata da una doppia serie di tratti verticali e paralleli.461-450 a. C.

Bibl.: lanza 1990, p. 150; saliBra 2002, pp. 14-15, n. 7, fig. 17.

(M.A.V.S.)

i108Lekythos aryballica, a f.r. Camarina, Mus. Arch. Reg., inv. 1853. Alt. m. 0,114. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 859 (?).Testa femminile di profilo a destra. La donna, di cui si intravedono le spalle nude, ha i capelli raccolti in un sakkos, trattenuto da una fascia resa da un’ampia banda a vernice nera. Decorazione secondaria: sotto l’immagine figurata, fascia a risparmio. Vernice parzialmente abrasa, soprattutto sulla spalla. Ricomposta all’attacco del collo.461-450 a.C. (G. Giudice).

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Page 126: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: Giudice, messina 2006, pp. 31, 52, cat. 15, fig. 20.

(S.R.)

i109Lekythos (a f. b.), frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,07, largh. m. 0,065. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici.Figura femminile.Figura femminile, con il corpo di tre quarti ed il volto a d., regge in mano un alabastron; veste il chitone e raccoglie i capelli in un toupet. Una collana con pendagli le orna il collo.Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, meandro a s. interrotto da scacchiera.461-450 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: lanza 1990, p. 93, n. 97, tav. 56.

(G.S.C.)

i110Lekythos, a f. r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24094. Alt. m. 0,068. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Sul corpo del vaso, palmette su due registri, alternatamente orizzontali e verticali; sono circoscritte e legate da viticci.Decorazione secondaria: sopra la decorazione del corpo, meandro corrente a d.; sotto, motivo ad esse verso s.Priva di collo e bocchello; piede di restauro.461-450 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: lanza 1990, p. 87, n. 29, tav. 48.

(G.S.C.)

i111Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg. (?). Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 77.Sul corpo del vaso due palmette sovrapposte, legate da girali.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli: sotto la decorazione del corpo, linea a risparmio.Priva del bocchello.Verso il 450 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: orsi 1904, c. 786, fig. 6; di steFano 1997, p. 100, fig. 46.

(G.S.C.)

i112Lekythos aryballica, a f.r. Scicli, collezione Spadaro. Alt. m. 0,08. Proveniente da Camarina.Figura femminile.Figura femminile volta a d., seduta su un I109

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klismos, regge nella mano d. uno specchio; ha i capelli raccolti in uno chignon e veste un chitone riccamente panneggiato e un himation di colore scuro.461-450 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: BenndorF 1883, p. 69, tav. 36, 6; saliBra 2006, p. 335.

(G.S.C.)

i113Cratere, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,054, largh. m. 0,052. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici.Rimane l’egida, decorata dal gorgoneion, di Athena; della dea è visibile solamente un lungo ricciolo. Al di sopra dell’egida posa un mantello.

461-450 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: orsi 1899, c. 254, fig. 44.

(G.S.C.)

i114Coppa, a f.r., fr. di. Palermo, collezione Collisani, inv. R25 (destinato a Petralia Sottana, Mus. Civ. Antonio Collisani). Alt. m. 0,043, largh. m. 0,028. Proveniente da Camarina.Della scena figurata rimane la parte superiore del corpo di una figura maschile panneggiata. L’uomo - il volto di profilo a sinistra, il torso di prospetto - ha il capo avvolto nell’himation.“Um 465 v.Chr.” (M. Marti).

Bibl.: isler, sGuaitamatti 1990, p. 130, n. 187, tav. 30.

(S.R.)

i115Coppa apoda, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24112. Alt. m. 0,06. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Giovani.Giovani nudi rappresentati di profilo in corsa verso s. e con il braccio d. alzato a reggere una

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lunga asta.Decorazione secondaria: nella zona attorno all’ansa, doppia palmetta da cui fuoriescono ampi giragli che vanno a cingere due altre palmette subito ai lati delle anse.461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, pp. 88-89, tav. 51, n. 47; Giudiceb 2006, p. 222, nota 67.

(G.S.C.)

i116Frammento, a f. r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24120. Alt. m. 0,23, largh. m. 0,14. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, vicinanze sep. 819. Parte inferiore di figura femminile vestita con lungo peplo che arriva fino alle caviglie. Un grande scudo circolare le copre le gambe. Lo scudo ha una decorazione a fasce nere concentriche e un quadrifoglio come episema.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, meandro alternato a croci di Sant’Andrea; sotto l’ansa, doppia palmetta con lunghi giragli.461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 89, tav. 52, n. 55; Giudiceb 2006, p. 222, nota 67.

(G.S.C.)

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i117Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,05, largh. m. 0,05. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Parte inferiore del corpo di un satiro incedente verso s. itifallico. Si intravede il lembo inferiore del mantello che gli copriva le spalle. Si vede inoltre il braccio di un’altra figura con la mano aperta.461-450 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 93, tav. 56, n. 98; Giudiceb 2006, p. 222, nota 67.

(G.S.C.)

i118Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0, 105, largh. m. 0,085. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi 1907, sporadico.Komos (?)A sinistra rimane il capo di una figura maschile barbata, che reggeva uno skyphos; a destra un giovane con il volto a s. ed il corpo di tre quarti; veste un himation, che gli avvolge la spalla s., e regge un bastone nodoso.Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, bastoncelli tra linee di vernice.461-450 a.C.

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Bibl.: lanza 1990, p. 172, n. 95, tav. 114.

(G.S.C.)

i119Lekythos aryballica, a f.r. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4371. Alt. m. 0,06. Proveniente da Camarina. Protome femminile. Protome femminile di profilo verso d. Indossa il sakkos che lascia fuori solo una frangia di capelli sulla fronte. Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, una fascia a risparmio.Mancante dell’ansa. Diverse scrostature. Vernice in parte evanida.450 a.C. circa.

Bibl.: Barresi-Valastro 2000, p. 116, n. 97; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 57.

(G.S.C.)

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450-425 a.C.

The “White-line Class of Squat Lekythoi”

L1Lekythos aryballica, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24824. Alt. m. 0,045. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1187.Testa femminile di profilo, volta verso destra; dinnanzi, crescente lunare.The “White-line Class of Squat Lekythoi” (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, pag. 111, n. 1187. tav. 70; Giudiceb 2007, p. 38, cat. n. 20, fig. 9.

(P.L.)

Pittore di Persefone

L2Pelike, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24011. Alt. m. 0,335. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 903. A) Figura femminile e guerriero; B) efebi a colloquio.A: figura femminile, vestita di chitone e himation, taenia sul capo, tiene con la destra abbassata un’oinochoe e guarda, a destra, un giovane armato di lancia, scudo (episema: motivo a stella) ed elmo crestato, e vestito di clamide; in alto, ΚΑΛΟΣ; regge in mano una phiale.B: efebi ammantati, con taenia sul capo; il giovane posto a s. si appoggia ad un bastone con la mano destra; quello di destra completamente avvolto nell’himation.

Decorazione secondaria: alla base del collo del lato A, fascia di palmette e fiori di loto; nel lato B, ramo d’ulivo; sotto le anse, doppia palmetta; sotto le due scene, fascia a meandro.Integro.Pittore di Persefone (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 65; arias 1941, p. 5, tav. 6, 2-3; Beazley 1963, p. 1013, 10; lanza 1990, p. 65, tav. 37; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 51.

(M.A.V.S.)

L3Oinochoe (tipo 4), a f.r. Camarina, Mus. Arch. Reg., sine inv., ex collezione Carratello. Alt. m. 0,188. Proveniente da Camarina, necropoli del Piombo.Scena di inseguimento. Da sinistra, Poseidone, armato di tridente nella mano destra, insegue una figura femminile verso la quale protende il braccio sinistro. Il dio si presenta barbato, di prospetto e nudo: indossa solamente una clamys appoggiata sulla spalla e sul braccio sinistro. La figura femminile indossa un chitone senza le maniche ed un himation appoggiato sul braccio sinistro. è rappresentata nell’atto di correre, di prospetto verso destra e con le braccia sollevate. Sono andati perduti i tratti del volto della figura femminile e parte della testa e del torso della figura del dio.Decorazione secondaria: sopra e sotto la scena, su fascia a risparmio, kymation ionico con puntini tra gli ovuli. Al di sotto dell’ansa, palmetta e lungo stelo desinente in un bocciolo di loto stilizzato. Graffito al di sopra del piede: ΚΛΕΥΛΛΙΔΟΣPittore di Persefone (G. Giudice).440-430 a.C.

Bibl.: orsi 1899, c. 247; di steFano 1998, p. 227; di

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Page 131: La Ceramica Attica a Camarina

steFano 1999, pp. 26-30; saliBra 1999, p. 46, nota 18; Giudice, messina 2006, p. 54, cat. 17, fig. 22; Giudiceb 2007, pp. 41-42, cat. n. 25, fig. 13.

(R.N.)

Pittore della Phiale

L4Cratere a calice, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. Scogli 7.11.04. Alt. m. 0,055, largh. m. 0,087. Proveniente da Camarina, necropoli di Scoglitti.Della scena figurata rimane la parte superiore di una figura femminile panneggiata. La donna - di profilo a destra, i capelli raccolti in un toupet - ha un braccio proteso.Decorazione secondaria: la scena è delimitata in alto da una linea a risparmio. Visibile la foglia di una palmetta.Pittore della Phiale (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1018,61; oakley 1990, p. 76, n.

61, tav. 41C; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 46.

(S.R.)

L5Cratere a campana, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24129. Alt. m. 0,09, largh. m. 0,075. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Scena di inseguimento?Parte superiore di una figura femminile panneggiata stante, di profilo a sinistra. La donna ha il capo cinto da una corona radiata, i capelli raccolti in un toupet e porta un orecchino a goccia. Indossa chitone ed himation (?). A sinistra s’intravede, poggiata sulla spalla della donna, la mano di un secondo personaggio. Decorazione secondaria: foglie d’ulivo (?) e, quindi, un fregio di ovuli con fascia a risparmio.Pittore della Phiale (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1018, 73; lanza 1990, p. 90, n. 65, tav. 53; oakley 1990, p. 78, n. 73, tav. 41D; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47.

(S.R.)

L6Cratere a campana, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24130. Alt. m. 0,08, largh. m. 0,045. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Parte superiore di una figura maschile, con il volto di profilo verso sinistra. Ha il capo cinto da corona di foglie e regge in mano uno scettro. J.D. Beazley ipotizzò che si trattasse della raffigurazione di un personaggio regale. Secondo Oakley, il frammento potrebbe appartenere allo stesso vaso da cui proverrebbe un altro frammento

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in catalogo (inv. 24129; cat. L5) [oakley 1990, p. 78, n. 74].Decorazione secondaria: un fregio di ovuli su fondo a risparmio incornicia in alto la scena.Pittore della Phiale (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1018, n. 74; lanza 1990, pp. 90-91, n. 66, tav. 53; oakley 1990, p. 78, n. 74, tav. 41E; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47.

(S.R.)

L7Lekythos, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch., inv. 24091. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro. Figura femminile (immagine inedita).Rimane la parte superiore di una figura femminile, con testa volta a s.; con la mano s. regge un’oinochoe.Pittore della Phiale (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl: Beazley 1963, p. 1022, 132; oakley 1990, p. 87, n. 132; lanza 1990, p.86, n.26, tav. 48 (l’autrice erroneamente identifica come opera del pittore della Phiale una lekythos non compresa nelle liste Beazley e databile al 461-450 a.C.; vd., al riguardo, Giudice G., infra ).

(M.A.V.S.)

L8Lekythos, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,031, largh. m. 0,025. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica.Della scena figurata rimane una figura femminile che regge uno specchio con la mano.Vicina al pittore della Phiale (G. Giudice).430-425 a.C.

Bibl: Giudiceb 2007, p. 49, cat. n. 40, fig. 25.

(M.A.V.S.)

Polignoto o il suo gruppo

L9Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,056, largh. m. 0,104. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Parte superiore di una figura panneggiata di profilo a destra, con il braccio destro proteso a reggere una phiale.Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1899, c. 254, fig. 41; Giudiceb 2006, p. 214, n. 57; Giudiceb 2007, p. 54, cat. n. 54, fig. 31.

(S.R.)

L10 Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,11, largh. m. 0,10. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Della scena figurata rimane parte di una figura stante di profilo a sinistra, vestita di chitone ed himation.Decorazione secondaria: un fregio a meandro corrente a destra, alternato a riquadri con croce di Sant’Andrea e puntini, delimita in basso la scena.

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Page 133: La Ceramica Attica a Camarina

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Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 172, n. 91, tav. 114; Giudiceb 2006, p. 214, n. 6; Giudiceb 2007, p. 56, cat. n. 57, fig. 34.

(S.R.)

L11 neck-amphora, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1252 (?).A destra, è parzialmente visibile l’himation di un personaggio con bastone (o scettro?); al centro, rimane la parte inferiore di un giovane con clamide e, a sinistra, l’orlo del chitone e parte del mantello di una figura femminile (?).Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 57, cat. n. 59.

(P.L.)

L12Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24118. Alt. m. 0,14, largh. m. 0,13. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Parte posteriore del corpo di un mulo (cavallo?) incedente a sinistra; all’estrema sinistra si intravede il lembo del panneggio di una figura seduta in groppa o stante davanti l’animale.Decorazione secondaria: la scena è incorniciata in basso da un fregio a meandro corrente a destra, alternato a riquadri con croce di Sant’Andrea e puntini. Una decorazione fitomorfa con palmette e girali desinenti in volute orna lo spazio al di sotto delle anse. Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 89, n. 53, tav. 51; Giudiceb 2006, p. 214, n. 59; Giudiceb 2007, pp. 55-56, cat. n. 56, fig. 33.

(S.R.)

Pittore di Peleo

L13Cratere a campana \ a calice (?), a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg. (già a Siracusa, inv. 24131e). Alt. m. 0,07, largh. m. 0,075. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Partenza di un guerriero.Parte superiore di una figura maschile barbata, di profilo a destra. L’uomo - vestito di chlamys e con il capo cinto da una corona di foglie - regge con la sinistra uno scettro (?). Si intravede in alto parte di un secondo personaggio, che solleva

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Page 134: La Ceramica Attica a Camarina

una phiale sulla testa dell’uomo barbato, davanti al quale è una terza figura. Beazley interpretò la scena come una partenza di guerriero alla presenza di una donna che offre una libagione e di un anziano seduto che regge uno scettro. Pittore di Peleo (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1038, 2bis; lanza 1990, p. 91, n. 71, tav. 53; matheson 1995, p. 436, PE3; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 48.

(S.R.)

L14Pelike, a f.r. Catania, Mus. Civ., collezione

Biscari, inv. 4401. Alt. m. 0,31. Proveniente da Camarina.A) Scena di commiato; B) tre efebi a colloquio.A: da sinistra, una figura femminile, con peplo e corona radiata, regge con la destra abbassata un’oinochoe mentre con la sinistra solleva una phiale sopra il capo di un uomo barbato, seduto su klismos, vestito di chitone e himation e con il capo coronato di alloro. Quest’ultimo con la sinistra si appoggia allo scettro mentre con la destra stringe la mano ad un guerriero nudo con chlamys appoggiata al braccio sinistro. Il guerriero regge con la sinistra una lancia mentre porta sul capo un elmo attico.B: tre giovani coperti da un mantello; solo il primo dei tre si appoggia con la destra ad un bastone.Decorazione secondaria: sul collo, ramo d’alloro tra due listelli; sotto le anse, palmette e girali; sotto le due scene, triplice meandro alternato a croci di Sant’Andrea.Integra.Pittore di Peleo (J.D. Beazley)450-425 a.C.

Bibl.: BenndorF 1883, p. 85, tav. 39, 2; liBertini 1930, p. 170, n. 715, tav. 81; Beazley 1963, p. 1040, 16; matheson 1995, p. 440, PE20; Barresi, Valastro 2000, pp. 98-99, n.

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Page 135: La Ceramica Attica a Camarina

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78; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 51; Giudicec 2003, p. 12, nota 54.

(M.A.V.S.)

L15Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,11, largh. m. 0,08. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Della scena figurata rimane parte di una figura virile stante vestita di himation.Decorazione secondaria: fregio di ovuli alla base delle anse.Pittore di Peleo (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 171, n. 84, tav. 113; Giudiceb 2006, p. 215, n. 62; Giudiceb 2007, pp. 63-64, cat. n. 70, fig. 41.

(S.R.)

L16Cratere a campana (?), a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,20, largh. m. 0,09. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Della scena figurata rimane la parte inferiore di due figure femminili stanti, vestite di chitone a fitte pieghe ed himation.Decorazione secondaria: un fregio a meandro a destra interrotto da riquadri con croce di Sant’Andrea e puntini delimita in basso la scena.Pittore di Peleo (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 172, n. 93, tav. 114; Giudiceb 2006, p. 215, n. 63, fig. 4a; Giudiceb 2007, p. 64, cat. n. 71, fig.

42.

(S.R.)L17Frammento a f.r., Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,070, largh. m. 0,041. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Rimane la parte inferiore di un personaggio ammantato.Pittore di Peleo (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 64, cat. n. 72, fig. 43.

(P.L.)

maniera del pittore di Peleo

L18Cratere a calice, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg. (già a Siracusa, inv. 24114). Alt. m. 0,11, largh. m. 0,12. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Trittolemo su trono alato e satiri. Trittolemo - il volto di profilo a sinistra, il torso di prospetto - siede su un trono alato in movimento verso destra. Il re ha il capo cinto da una corona di alloro ed indossa un ampio himation, che gli lascia scoperta la spalla destra. Con una mano regge lo scettro mentre con l’altra impugna tre spighe, sovraddipinte in bianco. Davanti al carro, parte della figura di un satiro verso destra, di cui si intravedono le gambe (l’una distesa, l’altra piegata) ed il braccio destro. Dietro il carro è appena riconoscibile il profilo di un secondo satiro.Decorazione secondaria: la fascia al di sotto del labbro è ornata da un fregio di foglie d’alloro. La scena figurata è delimitata in basso da una fascia risparmiata e da un meandro continuo.

L16

131Catalogo

L17

Page 136: La Ceramica Attica a Camarina

Maniera del pittore di Peleo (J.D. Beazley).Iscrizione: KW[MOS].450-425 a.C.

Bibl.: FurtWaenGler, hauser, reichhold 1932, p. 260; Brommer 1937, p. 47, n. 97; arias 1941, p. 12, tav. 24, n. 1-3; Brommer 1941, p. 336; Brommer 1944, p. 39; Brommer 19592, p. 43, fig. 40; Recueil dugas 1960, p. 137, n. 79; Beazley 1963, p. 1041,1; lanza 1990, p. 89, n. 49, tav. 51; LIMC VIII, s.v. Triptolemos, p. 64, n. 129, tav. 40; matheson 1995, p. 442, PEM 2; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 46.

(S.R.)

L19Cratere a calice, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,155, largh. m. 0,13. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo

Marinaro, sporadico. Colloquio tra ammantati.Della scena figurata si conserva solo la parte inferiore di due figure maschili ammantate stanti: l’una, di profilo a destra, ha la gamba piegata in avanti sotto l’himation e si appoggia ad un bastone nodoso, mentre l’altra, che lo fronteggia, è raffigurata di profilo a sinistra. Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, meandro corrente a destra.Maniera del pittore di Peleo (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 172, n. 92, tav. 114; Giudiceb 2006, p. 215, n. 65; Giudiceb 2007, p. 65, cat. n. 73, fig. 44.

(S.R.)

L20Hydria, a f.r., Siracusa, Museo Archeologico

L20

132 Catalogo

L19

L18

L20

Page 137: La Ceramica Attica a Camarina

133Catalogo

Regionale “Paolo Orsi”, inv. 23912. Alt. m. 0,480; diam. bocca m. 0,180; Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 578.Registro superiore: nascita di Afrodite o anodos di Kore; registro inferiore: commiato di guerriero.Registro superiore: al centro della scena, figura muliebre di profilo a destra con il busto appena volto e le gambe flesse; ha un’acconciatura a morbide ciocche raccolte in lunghe trecce che scendono sulle spalle, fermate sulla fronte da un diadema; indossa un peplo che lascia scoperto il braccio destro flesso al gomito, guarda Eros, con corona di alloro sul capo, che, rivolto e leggermente inclinato verso di lei, la afferra per la spalla sinistra nell’atto di aiutarla ad emergere; alle sue spalle Pan, di profilo, chino sulla gamba sinistra e con le braccia protese, osserva l’avvenimento; le tre figure sono inquadrate tra due donne contrapposte di profilo, rese alla stessa maniera, con i capelli bianchi fermati da un diadema, vestite di chitone lungo e plissettato con ampie maniche e la spalla sinistra coperta da un morbido himation che scende lungo il fianco; nella mano destra, entrambe impugnano un lungo scettro (sono interpretate da A. Rumpf come le Semnai); all’estrema sinistra del gruppo, un guerriero barbato, di profilo a destra, guarda la scena; porta sul capo un elmo crestato con paragnatidi; ha il busto scoperto, con il braccio destro abbassato, flesso in avanti e la mano aperta; con il braccio sinistro piegato al gomito e coperto da una lunga clamide panneggiata che avvolge anche il corpo, impugna la lancia.Registro inferiore: al centro sono due figure, un guerriero di profilo a sinistra, con elmo, grande scudo circolare con al centro una pantera, sotto il quale si nota un lembo del mantello; impugna nella mano destra una lunga asta; lo fronteggia una fanciulla, resa di tre quarti, con acconciatura raccolta nel sakkos, dal quale fuoriescono morbide ciocche e un orecchino a bottone in corrispondenza dell’orecchio destro; vestita di un lungo peplo che scende a morbide pieghe fino ai piedi, ha le braccia scoperte con il sinistro flesso al gomito, mentre la mano regge una phiale porgendola al guerriero; il braccio destro è abbassato lungo il fianco e la mano porta un’oinochoe; alle estremità della scena sono, a sinistra, un barbato che guarda di profilo, alle spalle della fanciulla; veste un himation che lascia scoperto il braccio destro proteso mentre si appoggia con la mano ad un bastone; a destra, è una figura muliebre di tre quarti, con acconciatura raccolta dietro il collo e morbide ciocche sulla fronte, porta un diadema e un orecchino a bottone nel lobo dell’orecchio sinistro; indossa un chitone e lungo himation e osserva anch’essa la scena centrale.

Sotto il piede, marchio commerciale (vd. lanza 1990, p. 182, n. 578). Decorazione secondaria: sul labbro, tra le due scene e intorno agli attacchi delle anse, ovuli; alla base del collo, quattro palmette separate da fiori di loto, collegate da volute; alla base delle figure della scena centrale, gruppi di meandri alternati a crocette.Ricomposta. Varie scheggiature e abrasioni; vernice diluita. Maniera del pittore di Peleo (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: liBertini 1929, pp. 92-93; messerschmidt 1932 p. 125, nota 5; Brommer 1937, p. 14; arias 1941, p. 12, tav. 24, figg. 1-3; Beazley 1941, p. 599; Brommer 1949-50, p. 26, fig. 34; rumpF 1950-51, p. 167, fig. 1; metzGer 1951, p. 72; simon 1959, p. 47, fig. 29; Beazley 1963, p. 1041, 11; kardara 1964, p. 55, fig. 3; Beazley 1971, p. 443; Bérard 1974, tav. 18, fig. 62; scheFold 1981, p. 79, fig. 95; Burn, Glynn 1982, 156; harrison 1984, p. 384, tav. 75 a; jucker 1988, p. 119, tav. 7,11; carpenter 1989, p. 320; himmelmann 1989, p. 50, fig. 15; lanza 1990, pp. 23-24, fig. 13, tav. 7; marquardt 1995, pp. 285-286, tav. 28,3; matheson 1995, p. 444, PEM13, tav. 156; Bottini 1996, p. 106, fig. 20; metzGer 1996, p. 47, fig. 4; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 52; Giudicec 2003, p. 12, nota n. 54; LIMC II, s.v. Aphrodite, p. 115, n. 1178; LIMC II, s.v. Ares, p. 483, n. 61; oakley, vd. Vol. II, c.d.s.

(E.S.)

Pittore di Coghill

L21 Cratere a calice a doppio registro, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0, 182, largh. m. 0,143. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Sul registro superiore rimangono le zampe di

L21

Page 138: La Ceramica Attica a Camarina

quattro cavalli in movimento di profilo a sinistra, e la veste di una figura femminile in fuga verso sinistra; su quello inferiore, un Satiro di profilo a destra insegue una menade di cui rimane parte superiore del busto e della testa retrospiciente a sinistra.Decorazione secondaria: tra i due registri, ovuli tra due strisce di vernice.Pittore di Coghill (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 67, cat. n.78, fig. n. 48.

(P.L.)

Pittore di Curti

L22Cratere a campana, a f.r., Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22833. Alt. m. 0,350; diam. max. m. 0,373. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, proprietà Arezzo, sep. 289.A) Amazzonomachia; B) tre efebi a colloquio.A: a sinistra, Amazzone a cavallo, con alopeke sul capo e scudo falcato sulle spalle, indossa un chitonisco decorato a cerchietti bordati in nero, ha le gambe coperte da anaxyrides decorati con motivo a triangoli aperti a vertice contrapposto, alternati a bande di puntini, ai piedi calza embades; ha il braccio sinistro basso lungo il fianco e con la mano tiene le redini del cavallo, mentre il destro arretrato e flesso al gomito impugna una lunga lancia nell’atto di affrontare due guerrieri che la

fronteggiano: uno al centro della scena, con pileo sul capo, veste una corta tunica decorata a motivi geometrici, in gran parte coperta dalla clamide panneggiata che nasconde il braccio destro, ha ai piedi alti calzari e brandisce con ambo le mani una lancia rivolta verso l’Amazzone; l’altro, all’estrema destra della scena, porta sul capo un elmo crestato, ha il busto ignudo con la clamide allacciata alla vita e tiene a destra un grande scudo rotondo mentre con la mano sinistra sollevata indirizza la lancia verso l’avversaria.B: tre efebi ammantati a colloquio. I due alle estremità della scena sono resi di profilo e quello a sinistra appoggia la mano destra ad un bastone; l’efebo al centro, frontale, volge il capo verso l’interlocutore alla sua sinistra.Sotto il piede, marchio commerciale. Decorazione secondaria: sotto il labbro, corona d’alloro; alla base delle scene figurate, fascia a gruppi di meandri alternati a crocette; ovuli intorno agli attacchi delle anse.Integro. Lievi abrasioni e scheggiature; nel lato B, la zona sottostante le figure evidenzia difetti di cottura della vernice.Pittore di Curti (J.D. Beazley).450-425 a.C.

orsi 1904, c. 829, tav. 51; arias 1941, p. 8, tav. 13,2; pariBeni 1959, p. 981; Beazley 1963, p. 1042, 4; matheson 1995, p. 378, CUR4; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47.

(E.S.)

L22

134 Catalogo

L22

Page 139: La Ceramica Attica a Camarina

L23

135Catalogo

Pittore di Christie

L23Cratere a campana, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24131 d (Alt. m. 0,012, largh. m. 0,08), 24132 a (Alt. m. 0,21, largh. m. 0,30), 24132 b (Alt. m. 0,18, largh. m. 0,07). Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, presso la sep. 602 bis.A sinistra, una figura femminile in peplo, con taenia sul capo, in rapido movimento verso destra, regge, nella mano destra stesa lungo il fianco, una oinochoe e nella sinistra protesa una fiaccola; la osserva un personaggio barbato (Dioniso?) che, coronato e con tirso, muove nella medesima direzione. Chiude la scena, a destra, un satiro, di cui si conservano solo la testa e un braccio.Decorazione secondaria: sotto il labbro, corona di alloro; ovuli intorno all’attacco d’ansa; sotto la scena, fascia a doppio meandro; nel terzo inferiore del vaso, girali e foglie.Pittore di Christie (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1939, p. 635, fig. 12; Beazley 1963, p. 1047, 12; lanza 1990, p. 91, nn. 70, 73, 74, tavv. 53, 54; matheson 1995, p. 367, CHR13; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47.

(M.A.V.S.)

L241

Cratere a campana, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg. (già a Siracusa), inv. 24124 (Alt. m. 0,12, largh. m. 0,088), 24125 (Alt. m. 0,09, largh. m. 0,085). Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, adiacenze sep. 819.1) 24124: una figura maschile, nuda, posta frontalmente, con mantello poggiato sulle braccia, regge un barbytos; alla sua destra è visibile la 1 I due frr., ad un’analisi autoptica, risultano essere comba-cianti con il fr. cat L29.

mano di un personaggio non conservato che regge uno skyphos; alla sua sinistra una seconda figura, della quale rimane una mano che reca una fiaccola.2) 24125: una figura maschile si appoggia con la mano destra ad un bastone; l’himation che indossa lascia scoperto il busto e la spalla destra.Pittore di Christie (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1047, 22; lanza 1990, p. 90, nn. 59-60, tav. 52; matheson 1995, p. 369, CHR23; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47; Giudiceb 2006, p. 204, figg. 6b-c; Giudiceb 2007, pp. 72-73, cat. n. 91, fig. 56.

(M.A.V.S.)

L25Cratere a campana, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg. Proveniente da Camarina.Della scena figurata rimangono una mano che regge un ramoscello ed, accanto, una donna seduta (immagine inedita).Pittore di Christie (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1047,25; matheson 1995, p. 370, CHR27; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47.

(M.A.V.S.)

L26Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg. Alt. m. 0,02, largh. m. 0,58. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi 1896.Della scena figurata rimane la parte superiore di una figura femminile in peplo rivolta a sinistra. Dietro le spalle della donna, una mano (frammento identificato da G. Giudice nei magazzini del Museo Archeologico Regionale di Ragusa). Pittore di Christie (J.D. Beazley).450-425 a.C.

L24

Page 140: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: Beazley 1963, p. 1047,26; matheson 1995, p. 370, CHR28; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47.

(M.A.V.S.)

L27Hydria, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26562. Alt. m. 0,275. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1222. Da sinistra, una figura femminile vestita di chitone e himation, rivolta di tre quarti verso destra, tiene il braccio destro abbassato mentre con la mano sinistra regge in alto uno specchio. Al centro, una seconda figura femminile, vestita di chitone e mantello, regge con la sinistra un giraglio; alle sue spalle è un klismos. La fronteggia un giovane che, con capo coronato e coperto da himation, si appoggia ad un bastone.Tra le due figure, un kalathos decorato da

meandro. Sopra la figura femminile, al centro, ΚΑΛΗ. Sullo sfondo, in alto, bende.Decorazione secondaria: sull’orlo, ovuli; sul collo, palmette e fiori di loto; sotto la scena, meandro alternato a croci di Sant’Andrea.Integro.Pittore di Christie (J. D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1907, p. 484; Beazley 1963, p. 1049, 51; lanza 1990, p. 120, n. 2, tav. 81; matheson 1995, p. 375, CHR54; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 52; Giudicec 2003, p. 12, nota n. 57.

(M.A.V.S.)

L28 Cratere, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24131 f. Alt. m. 0,07, largh. m. 0,05. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Della scena figurata rimane la parte superiore di un Satiro nudo di profilo a destra, con il capo cinto da una corona d’edera, rappresentato nell’atto di suonare l’aulos. Decorazione secondaria: la scena è incorniciata in alto da foglie d’alloro.Pittore di Christie (G.Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 91, n. 72, tav. 53; Giudiceb 2006, p. 215, n. 68, fig. 6a; Giudiceb 2007, p. 72, cat. n. 90, fig. 55.

(S.R.)

L29Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,09, largh. m. 0,12. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Parte superiore di una figura maschile. Il giovane, il torso nudo di prospetto, il volto di profilo a d., si appoggia con la mano destra ad un bastone.

L28

136 Catalogo

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137Catalogo

Decorazione secondaria: una corona di foglie d’alloro verso sinistra incornicia in alto la scena; alla base dell’ansa, su fondo a risparmio, catena d’ovuli. Pittore di Christie (G.Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 169, n. 44, tav. 111; Giudiceb 2006, p. 215, n. 69, fig. 5a; Giudiceb 2007, pp. 72-73, cat. n. 91, fig. 56.

(S.R.)

L30 Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,11, largh. m 0,11. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Due figure maschili ammantate stanti verso destra. Decorazione secondaria: la scena è incorniciata in basso da un fregio a meandro a destra alternato a riquadri con croce di Sant’Andrea e puntini.Pittore di Christie (G.Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 170, n. 90, tav. 114; Giudiceb 2006, p. 216, n. 70; Giudiceb 2007, p. 73, cat. n. 92.

(S.R.)

L31Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,074, largh. m. 0,024. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi 1899.Comasta.Della scena figurata rimangono la testa e la spalla di una figura maschile volta a destra. Il giovane, con benda sul capo, suona il barbytos. Decorazione secondaria: sotto il labbro, corona di alloro.Pittore di Christie (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 74, cat. n. 95, fig. 57.

(M.A.V.S.)

L32 Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,086, largh. m. 0,094. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico, scavi 1896–1899.Della scena figurata rimane soltanto la parte superiore di una figura maschile ammantata, di profilo a destra. Pittore di Christie (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 74, cat. n. 96, fig. 58.

(M.A.V.S.)

L33Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine

L31

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inv. Alt. m. 0,053, largh. m. 0,043. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Parte superiore del corpo di un efebo, di profilo a sinistra. Il giovane indossa l’himation, che gli lascia scoperta la spalla destra.Pittore di Christie (G.Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 93, n. 87, tav. 55; Giudiceb 2006, p. 215, n. 66; Giudiceb 2007, p. 71, cat. n. 88.

(S.R.)

L34Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0, 092, largh. m. 0,057. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico, scavi 1896.Parte inferiore del corpo di una figura femminile in rapido movimento verso sinistra. La donna, vestita di chitone a fitte pieghe ed himation, è inseguita da un personaggio, del quale sono visibili la gamba ed il piede.Pittore di Christie (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1899, c. 254, fig. 42; Giudiceb 2006, p. 215, n. 67; Giudiceb 2007, p. 71, cat. n. 89, fig. 54.

(S.R.)

L35Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,06, largh. m. 0,03. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Parte del corpo di una figura maschile panneggiata di profilo a sinistra. L’uomo, chino in avanti, si appoggia ad un bastone. Pittore di Christie (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 167, n. 12, tav. 111; Giudiceb 2006, p. 216, n. 71; Giudiceb 2007, p. 73, cat. n. 93.

(S.R.)

L36Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,04, largh. m. 0,04. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Parte inferiore di una figura femminile incedente verso destra, coperta da un’ampia veste bordata inferiormente da una fascia scura. Davanti alla donna si vede il piede nudo di una seconda figura in movimento verso destra. Decorazione secondaria: la scena è incorniciata in basso da una fascia a risparmio.Pittore di Christie (G.Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 168, n. 15, tav. 111; Giudiceb 2006, p. 216, n. 72; Giudiceb 2007, p. 73, cat. n. 94.

(S.R)

Pittore di PantoxenaL37Cratere a calice, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg.,

L35

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138 Catalogo

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Page 143: La Ceramica Attica a Camarina

139Catalogo

inv. 22934. Alt. m. 0,336; diam. max. m. 0,3250. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 400.A) Erma itifallica tra Satiro e Menade; B) tre efebi a colloquio.A: al centro della scena figura barbata di profilo a destra, itifallica, su alta base rettangolare; porta sul capo una corona radiata, indossa una lunga veste a motivi geometrici; nella mano sinistra solleva uno skyphos e con la destra regge il caduceo. Si tratta probabilmente di Hermes o Dioniso. Il dio ha di fronte una Menade, di profilo a sinistra, con acconciatura raccolta in un kekryphalos, dal quale fuoriescono la frangia e uno chignon, vestita di un lungo chitone e himation panneggiati; nella mano destra regge il tirso; alle spalle dell’erma è un Satiro incedente, ignudo con il capo cinto da una taenia e retrospiciente, porta nella mano destra una fiaccola accesa, mentre con la sinistra trattiene un otre appoggiato alla spalla; nel campo, in alto, tra satiro ed erma, è un bucranio.B: tre efebi ammantati a colloquio; quello al centro stante, di profilo a destra, è completamente coperto dall’himation panneggiato sotto il quale sembra allungare un braccio mentre guarda il giovane che lo fronteggia; questi ha l’avambraccio destro scoperto e sollevato con la mano aperta; all’estrema sinistra della scena è il terzo efebo, con il braccio destro scoperto, sollevato e allungato in avanti verso la figura centrale che gli volge le spalle. Sullo sfondo, in alto tra le figure, sono appesi un dittico e una spugna. Decorazione secondaria: sotto l’orlo, tralcio d’alloro e bacche; alla base delle scene figurate, fascia a gruppi di meandri alternati a quadrati

con scacchiera.Pittore di Pantoxena (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 888, tav. 56; rumpF 1918, p. 5, fig. 67; lullies 1931, p. 72, n. 6, tav. 8,1; arias 1941, pp. 7-8, tav. 11,4-5; Goldman 1942, p. 65, fig. 6; Beazley 1963, p. 1050, 4; keuls 1985, p. 389, fig. 330; Boardman 1989, p. 63, fig. 155; carpenter 1989, p. 321; matheson 1995, p. 121, tav. 104; metzGer 1996, p. 46, fig. 3; de cesare 1997, pp. 163-164, 254, fig. 100; oenBrink 1997, p. 390, tav. 47; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 46; LIMC V, s.v. Hermes, p. 303, n. 132, tav. 212.

(E.S.)

Gruppo di Polignoto: indeterminato

L38Cratere a campana, a f.r.. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 45911. Alt. m. 0,41. Proveniente da Camarina.A) Apollo, Artemide, Leto, Hermes, Ganimede; B) efebi ammantati.A: al centro della scena, Apollo, coronato e vestito di chitone e himation, regge a sinistra una cetra di cui sembra pizzicare le corde, e, a destra, sulla mano protesa una phiale che porge ad Artemide, posta di tre quarti verso sinistra; la dea, che veste un lungo peplo e ha i capelli raccolti in un sakkos, tiene nella sinistra abbassata l’arco, e nella destra protesa una ghirlanda; sulla

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Page 144: La Ceramica Attica a Camarina

schiena le pende la faretra. Tra i gemelli divini, un giovinetto ammantato (Ganimede) stante a sinistra stringe con la mano destra un’oinochoe e con la sinistra un cerchio e una verga. Chiude la scena, a sinistra, una figura femminile coronata (Leto), posta di tre quarti: veste il chitone ed un himation, che le copre anche la nuca, e regge uno scettro; a destra, Hermes con petaso, calzari alati e caduceo. A fianco di Apollo, un cerbiatto. B) al centro un efebo ammantato, volto a sinistra, regge una lyra; ai lati lo osservano altri due giovani; uno si appoggia ad un bastone, l’altro regge “un oggetto poco intelligibile” (Arias).Decorazione secondaria: sotto il labbro, corona di alloro e fascia d’ovuli; ovuli attorno alle

anse; sotto le anse, palmette; sotto le due scene, meandro alternato a croci di Sant’Andrea.Integro.Gruppo di Polignoto: indeterminato (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Bda 1935-1936, 29, p. 248, fig. 2; arias 1941, p. 9, tavv. 15-16; eckstein-WolF 1952, p. 5, tav. 2,2; Beazley 1963, p. 1053, 32; LIMC ii, s.v. Apollo, p. 247, n. 747; carpenter 1989, p. 322; matheson 1995, p. 453, PGU38; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47; LIMC iV, s.v. Ganymede, p. 158, n. 68; LIMC, s.v. Hermes, p. 344, n. 702.

(M.A.V.S.)

L39Cratere a campana o a calice (?), a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Parte superiore di una figura femminile panneggiata stante, di profilo a destra. Ha i capelli raccolti sulla nuca e trattenuti da una fascia, dalla quale fuoriescono riccioli sulla fronte. Impugna con la mano destra un’asta (una fiaccola, secondo Beazley).Gruppo di Polignoto: indeterminato (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 899-900, fig. 94; Beazley 1963, p. 1055, 77; matheson 1995, p. 463, PGU89; Giudice,

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Page 145: La Ceramica Attica a Camarina

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rizzone 2000, p. 304, nota 48.

(S.R.)

L40Cratere a campana o a calice (?), a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 213711. Proveniente da Camarina.A) Eos e Tithonos (immagine inedita).Sul frammento superstite sono visibili la spalla di un personaggio maschile che veste un himation e la spalla di una donna con peplo; tra di essi, l’iscrizione [P]RIAM[OS]. Secondo Beazley la scena si potrebbe interpretare come l’inseguimento di Tithonos da parte di Eos. Gruppo di Polignoto: indeterminato (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 900; caskey, Beazley 1954, p. 37, nota 1; Beazley 1963, p. 1056, 79; matheson 1995, p. 464, PGU92; LIMC III, s.v. Eos, p. 772, n. 258.

(S.R.)

L41Cratere a calice (a doppio registro), a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23629. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Sul registro superiore, parte di un’Amazzone armata in movimento verso sinistra. La donna - il volto di profilo, il torso di prospetto - indossa una veste frigia aderente a maniche lunghe, ornata da motivi geometrici, e porta sul capo l’alopekis. Impugna con la destra un’ascia, che scaglia in avanti; con la sinistra reggeva forse un’asta (?).Decorazione secondaria: la scena figurata è delimitata in alto da una fascia risparmiata sormontata da una catena di palmette disposte orizzontalmente e legate da girali.

Gruppo di Polignoto: indeterminato (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 901, fig. 96; Beazley 1963, p. 1057, 106; oakley 1984, p. 125, cat. n. 10; matheson 1995, p. 469, PGU119; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 46.

(S.R.)

L42Cratere a calice (a doppio registro), a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg. (già a Siracusa, inv. 24116). Alt. m. 0,085, largh. m. 0,075. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici.Sul registro superiore, satiro nudo barbato di profilo, in movimento verso sinistra. Ha le braccia protese e le gambe piegate come per saltare. Si intravede a sinistra una corda. Decorazione secondaria: sotto la figura del satiro, linea continua risparmiata.Gruppo di Polignoto: indeterminato - Richiama il pittore di Christie (J.D.Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1058, 108; lanza 1990, p. 89, n. 51, tav. 51; matheson 1995, p. 470, PGU121; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 46.

(S.R.)

L43Anfora a collo distinto, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg. (già a Siracusa), inv. 24122. I fr.: alt. m. 0,18, largh. m. 0,14; II fr.: alt. m. 0,23, largh. m. 0,14. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, adiacenze della sep. 819. Ammazzonomachia. Amazzone con alopekis e veste frigia, cavalca verso destra tenendo con la sinistra una lunga lancia e imbracciando a sinistra uno scudo beota.L41

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Decorazione secondaria: alla base del collo, fascia di linguette; sotto l’ansa, palmette sorgenti da giragli.Gruppo di Polignoto: indeterminato (J.D. Beazley).450-425 a.C.

BIBL.: Beazley 1963, p. 1059, 122; lanza 1990, p. 90, n. 57, tav. 53; matheson 1995, p. 474, PGU143; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 52.

(M.A.V.S.)

L44Frammento, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23626. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Parte superiore di figura femminile rivolta di profilo verso destra e vestita di peplo.Gruppo di Polignoto: indeterminato (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 899-900, fig. 95; Beazley 1963, p. 1061, 162; matheson 1995, p. 484, PGU193; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 54.

(M.A.V.S.)

L45 Cratere a campana. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26565. Alt. max. m. 0,36. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, tomba 1252.Vasca a vernice nera. Sotto il labbro, serto di foglie di alloro verso s. tra kymation ad ovuli al di sotto e linea risparmiata al di sopra. All’interno del labbro due linee concentriche risparmiate.Sotto il piede del vaso, graffito commerciale (v. johnston 1979, p. 149).Integro.Gruppo di Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 124, tav. 84, n. 1252; Giudiceb 2006, p. 217, n. 78; Giudiceb 2007, p. 83, cat. n. 119.

(S.S.)

L46Cratere a campana, a f.r., frr. combacianti di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,158, largh. m. 0,135 / alt. m. 0,145, largh. m. 0,280. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi del 1905, sporadici.Scena di conversazione tra tre ammantati.A sinistra restano i piedi di profilo a destra di un personaggio; al centro, la veste e i piedi di un ammantato di profilo a sinistra che regge un bastone; a destra, le gambe ed una parte del mantello di un personaggio di profilo a sinistra che si appoggia ad un bastone.Polignoto o il suo gruppo (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, pp. 56-57, cat. n. 58, fig. 35.

(P.L.)

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L47Cratere a calice, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg. (?). Alt m. 0,32. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 93. A) Tre figure femminili e due Sileni; B) Sileno tra Menadi.A: un Sileno nudo insegue una figura femminile panneggiata in movimento, che regge in mano una cetra a sei corde. Un altro Sileno nudo - il braccio destro sollevato, la gamba sinistra piegata indietro - incede verso destra; porta sulla spalla un triplice otre e regge una lunga fiaccola accesa. Ai lati della scena, una figura femminile in corsa ed un’altra seduta, la quale regge in mano un tirso.B: tra due Menadi panneggiate che reggono il tirso, un sileno nudo caudato di profilo a sinistra. Decorazione secondaria: un tralcio di foglie d’alloro incornicia in alto la scena, delimitata in basso da un fregio a meandro alternato a riquadri con croce di Sant’Andrea e puntini.Polignoto o il suo gruppo (G. Giudice).

450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 787-788, fig. 10; Giudiceb 2006, p. 214, n. 58; Giudiceb 2007, pp. 54-55, cat. n. 55, fig. 32.

(S.R.)

L48Cratere a calice, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24133. Alt. m. 0,105, largh. m. 0,20. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici.Da sinistra una testa di Satiro (?) coronata di edera; al centro una figura maschile (Dioniso?), rivolta verso s., vestita di chitone e himation e con capelli fermati da una benda, raffigurata nell’atto di reggere con la sinistra un tirso. A destra una figura femminile (Menade?), vestita di chitone e diadema sul capo, regge con la destra una fiaccola.Decorazione secondaria: sotto il labbro, corona di alloro.Gruppo di Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 91, tav. 53, n. 75; Giudiceb 2006, p. 216, n. 76; Giudiceb 2007, p. 83, cat. n. 117.

(M.A.V.S.)

L49Cratere a calice, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,19, largh. m. 0,26. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Due figure maschili vestite di himation in conversazione l’una di fronte all’altra; la figura di destra tende la mano con la palma rivolta verso l’alto.Decorazione secondaria: sotto la scena, fascia di meandro alternato a croci.Gruppo di Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

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Bibl.: lanza 1990, p. 172, tav. 114, n. 94; Giudiceb 2006, p. 216, n. 77; Giudiceb 2007, p. 83, cat. n. 118, fig. 69.

(M.A.V.S.)

L50Stamnos (?), a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,11, largh. m. 0,12. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Palmette contrapposte e giragli.Decorazione secondaria: un fregio a meandro, interrotto da riquadri con croce di Sant’Andrea e puntini, delimita in basso la scena.Gruppo di Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 170, n. 72, tav. 112; Giudicec 2003, p. 12, nota n. 52, p. 19, n. 8; Giudiceb 2006, p. 214, n. 60; Giudiceb 2007, p. 84, cat. n. 120.

(S.R.)

L51Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24123. Alt. m. 0,095, largh. m. 0,078. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, adiacenze sep. 819. Parte inferiore del corpo di un’Amazzone, incedente di corsa a sinistra verso un altare, parzialmente visibile. La donna indossa il tipico costume orientale, con anaxyrides ornate da motivi geometrici e corto chitone. Nello spazio tra le gambe, a terra, un’hydria. Si intravede davanti la gamba sinistra dell’Amazzone parte della zampa di un cavallo. Decorazione secondaria: un fregio a meandro, alternato a riquadri con croci di Sant’Andrea e puntini, delimita in basso la scena.Gruppo di Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 90, n. 58, tav. 52; Giudiceb 2006, p. 216, n. 74; Giudiceb 2007, p. 82, cat. n. 115.

(S.R.)

L52Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,045, largh. m. 0,033. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Parte superiore del corpo di un satiro barbato stante a sinistra; dinnanzi, un kantharos parzialmente conservato. Gruppo di Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

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Bibl.: lanza 1990, p. 93, n. 90, tav. 55; Giudiceb 2006, p. 216, n. 75; Giudiceb 2007, p. 82, cat. n. 116.

(S.R.)

L53Frammento, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,07, largh. m. 0,04. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Giraglio desinente in foglie.Gruppo di Polignoto (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 170, n. 71, tav. 112; Giudiceb 2006, p. 215, n. 64; Giudiceb 2007, p. 84, cat. n. 121.

(S.R.)

Pittore di Biscoe

L54Frammento, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,028, largh. m. 0,02. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Della scena figurata rimane soltanto parte di un tirso.Pittore di Biscoe (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 93, tav. 55, n. 93; Giudiceb 2006, p. 217, n. 79; Giudiceb 2007, p. 88, cat. n. 136.

(M.A.V.S.)

Pittore di Komaris

L55Cratere a campana, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22923. Alt. m. 0,298. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 503. A) Eos e Kephalos. B) tre giovani a colloquio.A: Kephalos nudo, con petaso al collo, chlamys appoggiata sul braccio e nella sinistra doppio giavellotto, fugge verso sinistra inseguito da Eos alata. La figura femminile, vestita di chitone smanicato, porta i capelli raccolti nella opistosphendone. Dietro Eos, un giovane nudo con chlamys appoggiata sulla spalla sinistra

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fugge verso destra, volgendo il capo indietro. B: tre giovani stanti a colloquio coperti da mantello; il primo a sinistra si appoggia ad un bastone.Decorazione secondaria: sotto il labbro, corona di foglie; ovuli intorno agli attacchi d’ansa; sotto le due scene, fascia di meandro alternato a croci di Sant’Andrea.Integro.Pittore di Komaris (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 883-884, tav. 55; arias 1941, p. 8, tav. 13,1; Forti 1952, p. 27, tav. 10; Beazley 1963, p. 1063, 1; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47.

(M.A.V.S.)

Vicino al pittore di Barclay

L56Cratere a campana, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 21254. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi Orsi.A) Scena di armamento di un guerriero; B) ammantati.A: al centro della scena, un oplita nudo, stante di prospetto e col capo cinto da fascia, porta una spada rinfoderata mentre con la sinistra regge una lancia ed un mantello. Il guerriero volge il capo a sinistra verso una figura femminile che gli porge, con la destra protesa, un elmo. La donna, di profilo a destra, indossa un chitone. Chiude la scena a destra, alle spalle dell’oplita, una figura maschile che, di profilo a sinistra e vestita di himation, si appoggia ad un bastone.B: al centro, un giovane ammantato volto a s. si appoggia ad un bastone; ai lati si dispongono altri due efebi; quello a sinistra veste un himation che gli copre i fianchi e le gambe, poggia la mano destra al fianco e protende la destra verso la figura centrale; il giovane a destra è completamente avvolto nel mantello e guarda a sinistra. Alle sue spalle è una palma. Nel campo è appeso un quadretto. Decorazione secondaria: sotto la scena, triplice meandro alternato a croci oblique; labbro modanato con decorazione ad ovuli. Vicino al pittore di Barclay. Probabilmente opera di un pittore tardo manierista che lo imita (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: di steFano 2001, p. 47, fig. 50; Giudiceb 2007, pp. 89–90, cat. n. 139.

(M.A.V.S.)

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147Catalogo

L57Cratere a campana, a f.r., fr. di. Palermo, collezione Arezzo di Celano. Alt. m. 0,268. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 413.A) Scena di palestra; B) ammantati.A: da sinistra, un efebo ammantato regge uno strigile volgendosi a destra verso un atleta nudo. Costui, stante di prospetto, col capo volto a sinistra, regge con la mano destra un’asta. A destra, un mantello appoggiato su una meta.B: a sinistra, efebo parzialmente avvolto nell’himation regge un bastone; a destra, giovane similmente abbigliato si appoggia ad un bastone. Tra i due personaggi è appesa una spugna (?). Decorazione secondaria: sotto la scena, triplice meandro alternato a croci oblique; labbro modanato e decorazione ad ovuli. Vicino al pittore di Barclay. Probabilmente opera di un pittore tardo manierista che lo imita (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 862-864, fig. 70; saliBra 2002, p. 7, n. 2, figg. 5-6; Giudiceb 2007, pp. 88–89, cat. n. 138.

(M.A.V.S.)

Pittore di Eupolis

L58Cratere a campana, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22886. Alt. m. 0,340. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep.

379. A) Scena di sacrificio; B) efebi a colloquio.A: dietro un toro stante è visibile una figura femminile che, vestita di chitone e himation, basso polos sul capo, tiene con entrambe le mani due torce.B: due efebi ammantati a colloquio; di essi, uno si appoggia ad un bastone.Decorazione secondaria: sotto il labbro, fascia di ovuli e fogliette; attorno alle anse, giro di ovuli, mentre al di sotto, palmette e girali floreali; sotto la scena, triplo meandro alternato a croci oblique.Integro. Sotto il piede, marchio commerciale (vd. johnston 2006, p. 70, tipo 2B, n. 32).Pittore di Eupolis (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 851, fig. 61, tav. 52; jacoBsthal 1927, pp. 128 e 171, tav. 120 a; liBertini 1929, pp. 93-94, fig. 24; arias 1941, p. 9, tav. 17,1; Beazley 1963, p. 1073, 3; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47.

(M.A.V.S.)

L59Cratere a calice, a f. r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. KPM 1904. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro. A destra testa e petto di figura femminile vestita di peplo; a sinistra trabeazione (immagine inedita).Pittore di Eupolis (J.D. Beazley).450-425 a.C.

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Bibl.: Beazley 1963, p.1073, 8; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 46.

(M.A.V.S.)

L60Cratere, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24131c. Alt. m. 0,08, largh. m. 0,03. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Guerriero regge un’asta e porta sul capo un elmo con la celata alzata, ampia cresta e lophos ondeggiante.Pittore di Eupolis (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 91, tav. 53, n. 69; Giudiceb 2006, p. 217, n. 80; Giudiceb 2007, p. 90, cat. n. 141.

(M.A.V.S.)

Pittore di Danae

L61Cratere a campana, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 18421. Alt. m. 0,403; diam. max. m. 0,440. Proveniente da Camarina, collezione Pacetto.A) Commiato del guerriero; B) due figure virili

e un efebo.A: al centro, guerriero barbato stante in posizione frontale, con lunghi capelli in morbide ciocche che coprono il collo e capo volto a destra, indossa una corazza dalla quale fuoriesce l’orlo del corto chitone; ha la clamide avvolta intorno al braccio sinistro, flesso al gomito e con la mano volta in alto regge la lancia; il braccio destro è proteso a porgere una corta spada sguainata ad un fanciullo che lo fronteggia allungando la mano destra, reso di profilo e vestito di un mantello panneggiato; alle sue spalle è una figura femminile che li osserva; questa, resa di profilo a sinistra, indossa un lungo peplo del quale, con la mano sinistra, solleva un lembo all’altezza della spalla; dietro la figura centrale, è un altro guerriero, armato di scudo e lancia, con pileo sul capo. B: due figure maschili barbate e coronate, si appoggiano con la mano sinistra ad un bastone e sono rivolte verso una terza, al centro; quella all’estrema destra volge il capo verso la figura centrale che regge con la sinistra uno skyphos, ha nella destra un bastone e guarda il giovane efebo, reso di profilo, che lo fronteggia porgendogli, a sua volta con la mano destra, uno skyphos; le tre figure sono avvolte in un hymation panneggiato che lascia scoperta una spalla.Decorazione secondaria: sotto il labbro, corona d’alloro; sulla costolatura e intorno agli attacchi delle anse, ovuli; alla base delle scene figurate, fascia a gruppi di meandri alternati a crocette; sulla superficie interna, due linee a vernice rossa. Ricomposto da grossi frammenti, con minime integrazioni; vernice diluita in diverse zone; varie scheggiature e abrasioni.Pittore di Danae (J.D. Beazley).

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440-425 a.C.

Bibl.: orsi 1899, cc. 238-239, fig. 29; rizzo 1904, cc. 63-74, fig. 19, tav. 4; arias 1936, pp. 218-219, fig. 6; arias 1941, p. 10, tav. 17, 2; Brommer 19602, p. 476, B3; Beazley 1963, p. 1075, 7; alFieri 1964, p. 43, fig. 7 b; Beazley 1971, p. 449; liMC, I, s.v. Amphiaraos, p. 697, n. 26, tav. 559; carpenter 1989, p. 326; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47; saliBra 2006, p. 336.

(E.S.)

L62Cratere a campana o a calice (?), a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. PM99. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.A) Hermes e Persephone (?).A: soggetto incerto (Hermes e un altro personaggio: probabilmente Persephone che sorge dalla terra).Forse del Pittore di Danae (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1076, 1; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 48.

(S.R.)

Pittore di menelao

L63Cratere a calice, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,324. Proveniente da Camarina,

necropoli di Passo Marinaro, sporadico. A) Scena di congedo; B) non conservato.A: al centro, figura maschile stante, di profilo verso s., avvolta in una clamide che gli lascia scoperte le gambe e con un petasos al collo che gli ricade sulle spalle, si appoggia ad una lunga lancia con la mano d. e rivolge lo sguardo verso terra. Di fronte, a s., una figura femminile stante di profilo verso d., gli porge con la d. una phiale, mentre, nella s., regge un’oinochoe (?). Indossa chitone ed himation e ha i capelli raccolti in uno chignon sulla nuca. Alle spalle del giovane, un uomo barbato, di tre quarti, si allontana dalla scena, incedendo verso d., ma retrospiciente. Indossa un himation, che gli lascia scoperta parte del torso e tiene la mano d. sul fianco, mentre, con la s. si appoggia a una lancia.B) non conservato.Decorazione secondaria: sopra la scena, a risparmio, tra due linee, palmette oblique e contrapposte collegate da racemi. Sotto la scena, a vernice nera, meandro corrente a s.Ricomposto da più frammenti e lacunoso.Pittore di Menelao (G. Giudice).440 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 145, n. 1, tav. 99; Giudiceb 2007, pp. 92-93, cat. n. 146, fig. 77.

(S.S.)

Pittore di ClioL64Cratere a campana, a f.r. Camarina, Mus. Arch. Reg., inv. 1854. Alt. m. 0,375. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 854. A) Scena nuziale (?); B) ammantato tra due figure femminili. A: scena nuziale (?). Da sinistra, figura femminile

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panneggiata di profilo a destra, rappresentata seduta nell’atto di suonare l’aulos. Si rivolge verso costei un’altra figura muliebre, stante, di profilo a sinistra; la donna, vestita di chitone ed himation e con i capelli raccolti in un toupet, regge con ambedue le mani una cassetta. Dietro di lei è una terza figura femminile seduta su klismos; la donna, che indossa chitone ed un ampio himation che le avvolge il capo, si volge a destra verso un personaggio maschile, che chiude la scena. L’uomo, panneggiato e con il capo cinto da una corona, si appoggia ad un bastone mentre tende il braccio destro verso la donna, sulla cui spalla poggia la mano. Nel campo, in alto, si riconoscono appesi una lyra e delle bende. B: al centro della scena, una figura maschile stante, di profilo a sinistra, vestita di ampio himation, si appoggia ad un bastone nodoso, rivolgendosi a sinistra verso una donna. Costei, stante di profilo a destra, vestita di chitone ed himation e con i capelli raccolti in un toupet, protende il braccio destro verso l’uomo, porgendogli una phiale. Dietro il personaggio maschile è una seconda figura muliebre stante, di profilo a sinistra; indossa un chitone a fitte pieghe ed un ampio himation, che le copre in parte il capo. Decorazione secondaria: un fregio di ovuli su fondo a risparmio incornicia in alto e in basso la scena.Ricomposto da frammenti e in parte lacunoso. Dotato di coperchio.“In relazione con il pittore di Clio” (G. Giudice)450-425 a.C.

Bibl.: di Vita, di steFano, d’andrea 1995, pp. 51-52,

figg. 48-49; di steFano 1998, p. 227, fig. 26; Giudice, messina 2006, pp. 31, 53, cat. 16, fig. 21; Giudiceb 2007, pp. 94-95, cat. n. 151, fig. 80.

(S.R.)

L65Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,062, largh. m. 0,081. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico, scavi Orsi.A sinistra è visibile il piede di un personaggio che probabilmente reggeva in mano un bastone o un tirso; a d., è appena riconoscibile una roccia. Vicino al pittore di Clio (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 94, cat. n. 150, fig. 79.

(S.R.)

Pittore di Kassel

L66Cratere a calice, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 19436. Alt. m. 0,322. Proveniente da Camarina.A) Menade fra Satiri; B) Sileno fra Menadi.A: “Menade al centro con cetra, a cui è appesa una pelle caprina, nella mano sinistra; ai lati Satiri, di cui quello a destra, intero, tiene un bastone ed un otre sulla spalla sinistra.” (P.E. Arias).B: al centro della scena, Sileno nudo barbato, stante, di profilo a sinistra. Ha il braccio sinistro appoggiato al fianco; tiene in mano un corno potorio. Ai lati, due Menadi stanti panneggiate, di profilo. Hanno i capelli raccolti sulla nuca in un toupet ed indossano chitone ed himation; ambedue reggono in mano il tirso.Decorazione secondaria: la scena è incorniciata in basso da una linea a risparmio e da un fregio con triplice meandro interrotto da riquadri con croce di Sant’Andrea e puntini. Lungo l’orlo, tra due linee a risparmio, foglie d’alloro e bacche. Sopra le anse, altre menadi semisdraiate con tirso

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(Arias).Ricomposto da frammenti.Pittore di Kassel (J.D. Beazley). 450-425 a.C.

Bibl.: arias 1941, p. 8, tav. 12,1; Beazley 1963, p. 1084, 13; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 46; Giudicec 2003, p. 12, nota n. 49.

(S.R.)

Pittore della Centauromachia del Louvre

L67Cratere a colonnette, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6532. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi 1972, sep. 151. A) Orfeo fra uomini traci; B) tre uomini a colloquio. A: al centro della scena, orfeo, di profilo a d., siede su una roccia; poggia sulle ginocchia una lyra che suona con un plettro. Ha il capo laureato e indossa un himation raccolto in vita che gli copre solo le gambe. Ai lati della scena, due Traci, stanti di profilo, osservano la scena centrale: si appoggiano ad una lancia che reggono con la mano d. e indossano lunghi mantelli e, sul capo, l’alopekis da cui fuoriescono, all’altezza della tempia, ciocche di capelli.B: tre figure maschili vestite di himatia. Quella

centrale di profilo a s., col piede d. poggiato su una roccia è leggermente piegata in avanti, si appoggia, con la mano d. ad un bastone e si rivolge alla figura di profilo di fronte a lei. Alla figura alle sue spalle, di tre quarti verso s., l’himation lascia scoperta la spalla d.: protende il braccio con ampio gesto della mano.Dettagli a vernice nera.Decorazione secondaria: sulla superficie esterna del labbro, sul lato A, due coppie di felini affrontati, sul lato B, una coppia di felini affrontati ed uno rivolto a d. resi in silhouette. Sul collo, nel lato A, fascia di boccioli di loto stilizzati e penduli uniti da archetti che si intersecano. Sulla spalla, al di sopra delle scene, bastoncelli; ai lati doppia fila di foglie d’edera stilizzate tra linee parallele. Ricomposto.Pittore della Centauromachia del Louvre (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudicec 2003, p. 20, n. 21; Giudiceb 2007, p. 105, cat. n. 171, fig. 97.

(S.S.)

L68Hydria, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24117. Alt. m. 0,065, largh. m. 0,07. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Amazzone a cavallo, vestita di chitonisco, corto mantello e alopekis, regge le redini di un cavallo dalla folta criniera.Pittore della Centauromachia del Louvre (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 89, tav. 51, n. 52; Giudiceb 2006, p. 217, n. 81; Giudiceb 2007, p. 104, cat. n. 169.

(M.A.V.S.)

L69Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,087, largh. m. 0,096. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo

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Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Efebo.Testa di un giovane ammantato rivolto a s.; l’himation gli copre parzialmente anche il capo.Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, foglie di alloro volte a s.Pittore della Centauromachia del Louvre (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 104, fig. 96, cat. n. 170.

(G.S.C.)

Pittore di Napoli

L70Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 28928. Alt. m. 0,496; diam. max. m. 0,385. Proveniente da Camarina, necropoli di

Passo Marinaro, sep. 1478.A) Scena di combattimento; B) Nike alata tra due efebi.A: a destra della scena cavaliere barbato, di profilo a sinistra; porta l’alopekis sul capo, vestito alla foggia orientale con chitonisco a fitte pieghe cinto alla vita, senza maniche e mantello, decorato con fasce a meandro al centro e denti di lupo marginalmente; calza alte endromides ai piedi; con la mano destra trattiene le redini del cavallo impennato, mentre con il braccio sinistro sollevato impugna un giavellotto per colpire due figure che lo affrontano: al centro è un guerriero barbato in armi ed elmo attico con paragnatidi, con lophos; raffigurato frontalmente, ha le gambe divaricate con la destra di profilo flessa al ginocchio e la sinistra dritta; vestito di un chitonisco a fitte pieghe, sul quale indossa una corazza ornata riccamente: al collo una fascia a meandro spezzato, ai lati motivi a reticolo e rettangoli, alla vita fascia a tralcio d’olivo; volge il capo al cavaliere impugnando con la mano destra una lunga lancia dalla cuspide piramidale, mentre a sinistra imbraccia un grande scudo decorato lungo il bordo interno da un motivo spinato. Nell’estrema sinistra della scena, alle spalle dell’oplita, è un giovane dai lunghi capelli mossi, coperto da un corto himation panneggiato che lascia vedere il braccio destro sollevato, mentre brandisce nella mano una lunga lancia all’indirizzo del cavaliere. Tra il guerriero e la testa del cavallo, in alto, è un elemento sferico. B: al centro, con il capo volto a sinistra e grandi

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ali è una Nike, con l’acconciatura raccolta nel sakkos; veste un lungo chitone panneggiato e himation, e ha il braccio destro, coperto in parte da una manica rigonfia, flesso al gomito, con la mano sul fianco; la guardano, alle estremità della scena, due efebi stanti, di profilo e coperti da un lungo himation panneggiato; a sinistra, il giovane ha il braccio destro scoperto, sollevato e si appoggia ad un bastone; l’efebo a destra ha sempre il braccio destro scoperto e lo allunga verso la Nike. Decorazione secondaria: sulla faccia superiore del labbro, boccioli di loto stilizzati legati da archetti neri e punti; sulle placche delle anse, palmette e girali; lungo la fascia dell’orlo, doppia banda di puntini inquadrati tra linee, su fondo a risparmio; sul collo del lato A, larga fascia metopale con fiori di loto stilizzati legati da archetti, intramezzati da punti, su fondo a risparmio. Le scene sono inquadrate in alto da una fascia a linguette nere su fondo a risparmio; lateralmente da bande di punti a vernice nera tra linee. Pittore di Napoli (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1907, p. 484; Beazley 1963, p. 1096, 7; lanza 1990, pp. 150-151, tav. 104; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 45; Giudicec 2003, p. 9, n. 26; Giudiceb 2006, p. 205, fig. 7b.

(E.S.)

L71Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26564. Alt. m. 0,40. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1307. A) Auriga su quadriga e Nike; B) due giovani ammantati ed una donna.A: domina la scena figurata un auriga alla guida di una quadriga in movimento. Il giovane, di profilo a destra, indossa una xystis a fitte pieghe. Impugna con ambedue le mani le redini e con la sinistra agita il kentron. Dietro i cavalli, Nike. La dea - di profilo, in volo verso sinistra - ha i capelli raccolti in un toupet e trattenuti da una taenia ed indossa il chitone. Si rivolge all’auriga, porgendogli con la mano sinistra una benda sovraddipinta. B: al centro della scena è una figura femminile stante, di profilo verso destra; ha i capelli raccolti in un toupet ed indossa chitone ed himation. La donna si rivolge ad una figura virile stante, di profilo a sinistra, con il ginocchio destro piegato in avanti sotto il chitone. Il giovane indossa l’himation e tiene, sollevandolo da terra, un bastone. Alle spalle della donna è raffigurato un secondo efebo, di profilo, con il braccio destro proteso. Anch’egli indossa l’himation. Decorazione secondaria: boccioli di loto stilizzati, uniti da archetti neri e punti, ornano la faccia superiore del labbro; sulle placche delle anse, palmette e girali; lungo l’orlo, su fondo a risparmio, doppia catena di puntini separata

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da una linea continua a vernice nera. Il lato principale del vaso presenta sul collo un’ampia fascia risparmiata ornata da fiori di loto stilizzati legati da archetti inframezzati da punti. Le scene figurate sono incorniciate in alto da una fascia di linguette nere su fondo risparmiato; ai lati, su fondo a risparmio, doppia catena di puntini separata da una linea continua a vernice nera. Solo sul lato A, sotto la scena figurata, linea a risparmio. Sotto il piede, graffito commerciale (vd. johnston 1979, p. 111, tipo 18C, n. 2).Ricomposto da frammenti.Pittore di Napoli (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1907, p. 484; Beazley 1963, p. 1097, 13 (inv. 26563); lanza 1990, p. 128, tav. 88; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 45; Giudicec 2003, p. 9, nota n. 26.

(S.R.)

L72Cratere a colonnette, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,235, largh. m. 0,135. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Due figure maschili ammantate; l’uomo posto a sinistra tiene un bastone.Decorazione secondaria: lateralmente alla scena, una doppia fascia campita da punti.Pittore della Centauromachia di Napoli (G. Giudice).

450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 171, tav. 113, n. 87; Giudicec 2003, p. 9, nota n. 26, p. 19, n. 14; Giudiceb 2006, p. 217, n. 83, fig. 7a; Giudiceb 2007, p. 107, cat. n. 177, fig. 101.

(M.A.V.S.)

L73Cratere a colonnette, a f.r. Palermo, collezione Arezzo di Celano. Alt. m. 0,30. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1493 (?).A) Scena di inseguimento; B) scena di conversazione.A: figura maschile nuda al centro (Teseo?), incedente verso destra con la gamba sinistra in avanti, il braccio destro è proteso, mentre nella mano sinistra abbassata tiene una doppia lancia; porta un mantello poggiato sulla spalla sinistra ed il petaso. Si spinge verso una figura femminile che fugge verso destra, ma con il volto retrospiciente ed il braccio destro sollevato indietro; indossa un peplo a fitte pieghe con kolpos; ha i capelli raccolti

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dietro la nuca in uno chignon e trattenuti da una taenia in fronte; indossa una collana e orecchini circolari. A sinistra della scena è un’altra figura femminile retrospiciente incedente verso sinistra; anche questa indossa chitone ed himation, e porta i capelli raccolti dietro la nuca in uno chignon.B: tre personaggi stanti in conversazione; al centro è una figura femminile stante, di profilo a sinistra, avvolta in un lungo mantello che le lascia scoperti solo l’orlo del chitone ed i piedi; porta i capelli raccolti dietro la nuca in uno chignon; ai lati due figure maschili stanti, volte verso il centro e con il braccio destro sollevato. Entrambi indossano himatia a pieghe.Decorazione secondaria: sulla fascia esterna del labbro, catena di boccioli di loto allungati uniti da archetti; sul margine superiore del labbro, doppia fascia di punti; sul collo, solo in A, boccioli di loto lanceolati uniti ad archetti. Sopra la scena principale, kyma; ai lati, due fasce di foglie di edera; in basso, linea risparmiata.Manieristi tardi (R. Salibra). Pittore della Centauromachia di Napoli (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1907, p. 484; saliBra 2002, pp. 12-13, n. 5, figg. 14-15; Giudiceb 2007, pp. 107-108, cat. n. 178, fig. 102.

(P.L.)L74Hydria, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.

Da sinistra, una figura femminile seduta tende le braccia in avanti nell’atto di ricevere una cassetta da una donna che la fronteggia. Dietro la donna seduta, un kalathos. Rimane visibile il braccio di una figura perduta. Maniera del pittore della Centauromachia di Napoli (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 901-902, 905-906, fig. 101; Giudiceb 2006, p. 217, n. 82; Giudiceb 2007, pp. 106-107, cat. n. 176, fig. 100.

(M.A.V.S.)

Pittore di orfeo

L75Cratere a colonnette, a f.r. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4186. Alt. m. 0,395. Proveniente da Camarina.A) Komos; B) figura femminile tra due giovani ammantati.

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A: all’estrema sinistra è una figura virile barbata nuda, in movimento verso destra. Indossa la clamide sulle spalle ed ha il capo cinto da una corona d’alloro; porta con entrambe le mani due fiaccole accese. Davanti a lui, incedente verso destra, è un giovane, con un himation appoggiato sulla spalla sinistra e sul capo una corona. Il giovane suona l’aulos e davanti a lui, raffigurato nell’atto di danzare, è un terzo personaggio barbato, con clamide sulle spalle e ai piedi alti calzari. Porta la mano destra sul capo e muove in avanti la sinistra, mentre ha un piede sollevato in un saltello.B: al centro della scena è una donna stante, di profilo a sinistra. Indossa chitone ed himation e porta i capelli raccolti in un toupet. Si rivolge ad un giovane di profilo verso destra, vestito di ampio himation, che le tende la mano sinistra. Alle spalle della figura femminile è un secondo personaggio maschile stante, di profilo a sinistra, vestito di himation, che impugna con una mano un bastone nodoso.Decorazione secondaria: la faccia superiore del labbro è ornata da boccioli di loto stilizzati uniti da archetti. Sulle placche delle anse, palmette e girale. Lungo l’orlo, su fondo a risparmio, duplice fila di punti alternati a linee continue a vernice nera. Sul collo del vaso, catena di boccioli di loto stilizzati uniti da archetti inframezzati da puntini a vernice nera. Un fregio di linguette nere su fondo a risparmio incornicia in alto le due scene figurate, delimitate ai lati da una duplice fila di punti alternati a linee continue a vernice nera ed in basso da una fascia risparmiata. La

parte inferiore del corpo del vaso è decorata da un’ampia fascia risparmiata e da una raggiera a denti di lupo a vernice nera.Pittore di Orfeo (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: liBertini 1930, pp. 162-163, n. 696, tav. 73 (inv. 1670); Beazley 1963, p. 1104, n. 9 (inv. 696); Barresi, Valastro 2000, pp. 100-101, n. 79 (inv. 4186); Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 45; Giudicec 2003, p. 9, nota n. 19.

(S.R.)

L76Cratere a colonnette, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6332. Alt . m. 0,38, largh. m. 0,285. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 68 (scavi Pelagatti).A) Scena di gara con l’arco; B) scena di conversazione.A: all’estrema sinistra è una figura maschile nuda barbata, di tre quarti, in ginocchio, rappresentata nell’atto di scoccare una freccia tesa su un grande arco a doppia curvatura. Al centro, una seconda figura maschile stante, di tre quarti a destra, vestita di himation che gli lascia scoperte entrambe le spalle e corona d’alloro sul capo, si appoggia ad un bastone nodoso e volge il capo a sinistra verso l’arciere in ginocchio. L’uomo potrebbe essere l’arbitro della gara. A destra, una

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terza figura virile nuda, stante di prospetto, regge lungo il fianco sinistro un arco a doppia curvatura. Questi, del quale non è visibile la testa, tende la mano destra puntando l’indice verso la freccia tesa dall’arciere in ginocchio. In alto a sinistra pende una faretra decorata da un motivo ad onde intervallato da linee verticali, mentre all’estrema destra chiude la scena un elemento circolare su alto sostegno tubolare, bersaglio utilizzato nella gara con l’arco (Salibra–Caruso identificano l’arciere con Eurito e la figura all’estrema destra con Eracle).B: tre figure vestite di himatia. Da sinistra, la prima figura maschile di profilo a destra e con bastone nodoso si volge verso una figura femminile di profilo a sinistra. Chiude la scena una figura maschile di profilo a sinistra e bastone nodoso. Decorazione secondaria: sulla faccia superiore del labbro, fascia di fiori di loto stilizzati; sull’attacco superiore delle anse, palmette tra foglie a lyra; lungo l’orlo del vaso, duplice fila di punti alternati a linee continue a vernice nera su fondo a risparmio; sul collo, catena di boccioli di loto stilizzati uniti da archetti inframezzati da puntini a vernice nera su fondo a risparmio; sopra le scene figurate, un fregio di linguette nere su fondo a risparmio; ai lati delle scene, duplice fila verticale di punti alternati a linee continue a vernice nera; sotto le scene, una fascia risparmiata. La parte inferiore del corpo del vaso è decorata da un’ampia fascia risparmiata e da una raggiera a denti di lupo a vernice nera.Pittore di Orfeo (G. Giudice).

450-425 a.C.

Bibl.: di steFano 2001, p. 46, fig. 49; Giudicec 2003, p. 9, nota n. 9, p. 20, n. 19; saliBra, caruso 2005, pp. 41–56, figg. 1–5; Giudiceb 2006, p. 217, n. 84, fig. 8b; Giudiceb 2007, p. 113, cat. n. 188, fig. 109.

(M.A.V.S.)

manieristi tardi: Pittore di oreste

L77Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6262. Alt. m. 0,354; diam. m. 0,292. Proveniente da Camarina.A) Nike e cavaliere; B) colloquio tra ammantati.A: domina la scena la figura di un cavaliere in movimento verso destra. Indossa un’ampia clamide bordata di nero, che lascia scoperte la spalla e la gamba destra, e porta ai piedi alti calzari a stringhe. Il giovane stringe le redini con ambedue le mani e regge con la destra una doppia lancia. Di fronte, una figura femminile stante con le ali spiegate (Nike), di profilo a sinistra. Indossa il peplo dorico ornato in vita da una fascia nera e ha i capelli raccolti in un toupet e trattenuti da una taenia. Con la destra si appoggia ad una lancia mentre porta al fianco la mano sinistra. B: Tre giovani (immagine inedita).Decorazione secondaria: lungo l’orlo, su fondo

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a risparmio, duplice fila di punti alternati a linee continue a vernice nera. Sul collo del vaso, catena di boccioli di loto stilizzati uniti da archetti inframezzati da puntini a vernice nera. Un fregio di linguette nere su fondo a risparmio incornicia in alto la scena, che è delimitata ai lati da una duplice fila di punti alternati a linee continue a vernice nera ed in basso da una fascia risparmiata. Integro.Pittore di Oreste (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1113,8; mannack 2001, p. 143, n.O.8; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 45; Giudicec 2003, p. 9, nota n. 22.

(S.R.)

L78Cratere a colonnette, a f.r. Palermo, collezione Arezzo di Celano. Alt. m. 0,48. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1347.A) Cavalieri; B) giovani stanti.A: tre cavalieri al galoppo verso d. Il primo è retrospiciente. Indossano tutti una clamide legata al collo, bordata da una fascia nera, mentre il petaso gli scende sulla schiena; una taenia cinge loro la testa; calzano le krepides.B: due coppie di giovani stanti. I giovani sono l’uno di fronte all’altro. Indossano un lungo

mantello che lascia scoperta solo una spalla. Hanno in mano un lungo bastone ed uno strigile.Decorazione secondaria: sull’orlo, due file di punti paralleli separati da una fascia di colore nero; sul collo, fiori di loto intrecciati; sulla spalla, ovuli; la scena è incorniciata da una fascia risparmiata con puntini tra linee di vernice; sotto la scena decorata fascia di vernice diluita e denti di lupo. Manieristi tardi (R. Salibra) – Pittore di Oreste (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1907, p. 484; lanza 1990, p. 134, sep. 1347; saliBra 2002, pp. 10-12, n. 4, figg. 11-13; Giudiceb 2007, pp. 116-117, cat. n. 195, fig. 115.

(G.S.C.)

Pittore di Hephaistos

L79Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 28923. Alt. m. 0,38. Proveniente da Camarina, necropoli settentrionale.A) Due cavalieri; B) tre ammantati.A: due cavalieri con doppia lancia in groppa a destrieri al galoppo verso d.; vestono entrambi una clamide orlata da una fascia di colore nero, portano allacciato al collo il petaso, e, ai piedi, krepides.B: inedito.

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Decorazione secondaria: sull’orlo, doppia fila di punti, ai lati di una linea a vernice nera; sul collo, boccioli di loto discendenti legati da peduncoli ad archetto, e punti; sopra la scena figurata, bastoncelli; ai lati, punti tra righe a vernice nera; sotto, fascia a risparmio.Pittore di Hephaistos (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1115, 18; mannack 2001, p. 131, H.18, tav. 60.

(G.S.C.)

L80Pelike, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 18426. Alt. m. 0,259, largh. m. 0,149. Proveniente da Camarina.A) Figure maschile e femminile; B) due giovani.A: da sinistra, una figura femminile seduta, vestita di chitone, himation e col capo coperto dal sakkos, poggia il braccio destro sulla spalliera della sedia; osserva un giovane coperto da himation, il quale si appoggia ad un bastone e le porge con la destra sollevata uno specchio. Con la sinistra regge un phormiskos e indica una cicogna.B: due giovani coperti da mantello; la figura di sinistra si appoggia ad un bastone.Decorazione secondaria: sul collo, foglie tra due listelli; ai lati delle scene, motivo a zig-zag.Integro.Pittore di Hephaistos (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: arias 1941, p. 5, tav. 7,4 (da Gela); Beazley 1963, p. 1116, 38; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 51; mannack 2001, pp. 34–36, 133, H.38.

(M.A.V.S.)

Pittore del Duomo

L81Cratere a colonnette, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22775. Alt. m. 0,464, diam. m. 0,43. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 148. A) Partenza di guerriero; B) ammantati a colloquio.A: al centro della scena, un giovane nudo - retrospiciente, il corpo di tre quarti a destra - siede su una roccia, su cui è adagiato un mantello. Ha i capelli trattenuti da una taenia e porta sulle spalle il petasos; il fodero di una spada gli pende lungo il fianco sinistro. Trattenendo con le mani incrociate il ginocchio sinistro piegato, si rivolge indietro verso un personaggio virile barbato stante, di profilo a destra. Costui ha il capo cinto da una corona di foglie ed indossa un ampio himation, ornato da una fascia nera. Si appoggia ad un bastone nodoso e colloquia con il giovane che lo precede, davanti al quale è raffigurata una donna, stante, il volto di profilo a destra, il corpo di prospetto. Essa indossa un peplo a fitte pieghe, decorato da una banda nera e fissato sulle spalle da due fibbie, ed ha sul capo un diadema. Mentre solleva con la destra un elmo attico con alto lophos e paragnatidi, trattiene con la sinistra un grande scudo poggiato a terra, ornato da un tralcio di foglie come episema. La donna si rivolge ad un terzo personaggio virile nudo, di profilo a sinistra, la gamba sinistra piegata in avanti. Costui - il mantello poggiato sulle spalle, i capelli trattenuti da una taenia e dietro il capo il petasos - si appoggia ad una doppia lancia e porta, appesa al fianco, una corta spada.B: uomo e tre giovani (immagine inedita).

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Decorazione secondaria: sul lato principale del vaso, un fregio di linguette nere su fondo a risparmio incornicia in alto la scena, che è delimitata lateralmente da una duplice fila di punti alternati a linee continue a vernice nera e in basso da una fascia risparmiata.Sotto il piede, graffito.Integro.Pittore del Duomo (J.D. Beazley).450-425 a.C.Bibl.: orsi 1904, cc. 800-803, tav. 49; Beazley 1963, p. 1117,1; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 45; mannack 2001, p. 126, D.1, tav. 32; Giudicec 2003, p. 9, nota n. 23.

(S.R.)

Pittore di oxford 529

L82Cratere a campana, a f.r. Oxford, Ashmolean Museum, inv. 529. Alt. m. 0,406. Proveniente da Camarina.A) Guerrieri; B) uomini a colloquio.A: a sinistra, un uomo barbato medica l’avambraccio di un giovane nudo seduto su un blocco rettangolare. Dietro costui un secondo giovane nudo, con chlamys e petaso, regge una lancia; nel campo, uno scudo e una lancia.A destra, un uomo barbato, vestito di himation, si appoggia ad un bastone e parla ad un giovane nudo seduto in secondo piano; tra i due uomini, in alto, un elmo e, in basso, uno scudo.B: scena di colloquio tra quattro figure maschili. Tutti gli uomini sono coperti da himation; quelli

ai lati reggono un bastone.Decorazione secondaria: sotto il labbro, corona d’alloro e fascia di ovuli; ovuli intorno alle anse; sotto la scena, meandro continuo.Integro.Pittore di Oxford 529 (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Gardner 1905, pp. 25 e 66-67; Beazley 1927, p. 21, tavv. 24,3 e 25,8; Beazley 1963, p. 1119, 1; pariBeni 1963, p. 809, fig. 984; Beazley 1971, p. 453; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47; mannack 2001, pp. 39 e 144, OX.1, tavv. 38a–38b; Giudicec 2003, p. 9, nota n. 18; kephalidou, vd. vol. II, c.d.s.

(M.A.V.S.)

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Page 165: La Ceramica Attica a Camarina

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L83Cratere a colonnette, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. (già Siracusa 23791). Proveniente da Camarina.A) Partenza di guerriero; B) ammantati a colloquio.A) oplita che si arma; B) tre giovani ammantati.A: giovane ignudo seduto su un drappo sopra una roccia: rivolto a d. e retrospiciente, ha busto di prospetto e gambe di profilo e con la mano d. si appoggia ad una lunga asta. Sotto l’ascella s. pende una corta spada nel fodero sospeso ad un balteo che in diagonale gli attraversa il petto da d. a s.; ai piedi alti sandali a strisce di cuoio. Alla sua s. una Nike di tre quarti dalle ampie ali decorate a punti e linee verticali rivolta verso il giovane: la capigliatura, trattenuta da un nastro sulla fronte, si bipartisce sulle spalle con una coppia di trecce su ogni lato. Veste peplo a fitte pieghe. Con la mano d. offre al giovane un elmo attico con paragnatidi e basso lophos, mentre trattiene, con la s., un grande scudo circolare appoggiato al suolo. A s. una figura maschile barbata, stante, di tre quarti con testa di profilo rivolta al giovane: indossa un himation che gli lascia scoperta la spalla d. e si raccoglie sul braccio s. piegato a reggere una corta spada infoderata, mentre la mano d. è appoggiata sul fianco. In basso a d., si intravede, dietro di lui, un bastone. Nel campo, in alto a s., un pinax (?) B: tre giovani vestiti di himatia. La figura centrale, di tre quarti, volge la testa, di profilo, alla figura di fronte a lui: ha la spalla d. scoperta e dallo stesso lato appoggia la mano al fianco mentre,

nella s., impugna uno strigile rivolto verso l’alto. Alle sue spalle, a d., un altro giovane, similmente abbigliato e nello stesso atteggiamento, si appoggia, a s., ad un bastone. Di fronte a loro un terzo giovane, raffigurato di tre quarti da tergo, col medesimo abbigliamento, si appoggia ad un bastone. Decorazione secondaria: sulla superficie superiore del labbro, foglie lanceolate; sulle piastre delle anse, due palmette ioniche a vernice nera. Il labbro è decorato con tre linee concentriche intramezzate da due file di punti. Stesso motivo ai lati delle scene figurate al di sopra delle quali sono bastoncelli. Sul collo, boccioli di loto, stilizzati e penduli, uniti da archetti intrecciati. Fascia a risparmio sotto la scena.Integro, con scheggiature.Pittore di Oxford 529 (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1119,3; mannack 2001, p. 144, OX.3; Giudicec 2003, p. 9, nota n. 18.

(S.S.)

Gruppo dei Tardo-manieristi:indeterminati

L84Stamnos, a f.r. Scicli, collezione Spadaro. Alt. m. 0,35. Proveniente da Camarina.A) Scena di partenza di un guerriero; B) tre figure ammantate.A: al centro, un guerriero stante, con pileo sul capo, si appoggia con la sinistra ad una doppia lancia, mentre al suo braccio destro si appoggia, con entrambe le mani, un fanciullo nudo. Alla destra di quest’ultimo si trova una figura femminile, vestita di peplo e spada legata alla vita mentre alla sinistra una figura maschile solleva il braccio destro tenendo con la sinistra due lance appoggiate alla spalla.B: tra due figure femminili ammantate si trova, di profilo verso s., un uomo barbato e coperto da mantello che si appoggia con la mano ad un bastone. Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, fascia di meandro alternata a croci; sul collo, fascia di linguette; sull’orlo, giro di ovuli. Gruppo dei Tardo-Manieristi indeterminati (J.D. Beazley). 450-425 a.C.L83

Page 166: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: BenndorF 1867, c. 115; BenndorF 1883, pp. 84-85, tav. 39, 1; Beazley 1963, p. 1121,19; Kunstwerke der Antike: münzen und medaillen, A.G., Basel, sale catalogue, Sonderliste R (december 1977), p. 54, n. 59; sheFold, junG 1989, p. 73, fig. 54; Christie, manson and Woods, sale catalogue, 28.4.1993, 57-59, n. 24; LIMC, I, s.v. Amphiaraos, n. 73, tav. 568; mannack 2001, p. 147, UI.19; saliBra 2006, pp. 335-336, fig. 1 a-b; Blanck 2006, p. 321, fig. 10.

(M.A.V.S.)

L85Cratere a colonnette, a f.r. Luogo di conservazione attuale sconosciuto, ex collezione Arezzo di Donnafugata. Alt. m. 0,50. Proveniente da Camarina.A) Carro e Nike; B) inedito.A: un auriga di profilo verso d., con lunga xystis fittamente panneggiata, è alla guida di una quadriga. Dietro ai destrieri è una Nike in volo verso s.; ha i capelli raccolti da una taenia, veste il chitone e regge in mano una benda che sembra porgere al giovane auriga.Gruppo dei Tardo-Manieristi indeterminati (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: BenndorF 1867, c. 115; BenndorF 1883, p. 104, n. 3, tav. 53, 3; Beazley 1963, p. 1122; mannack 2001, p. 148, UI.21.

(G.S.C.)

Pittore dell’accademia L86Cratere a colonnette, a f.r. Camarina, Mus. Arch. Reg., sine inv., ex collezione Carratello. Alt. m. 0,36. Proveniente da Camarina, necropoli del Piombo.

A) Scena di simposio; B) tre ammantati a colloquio.A: tre figure maschili, con corona d’alloro intorno al capo, sono sdraiati su due klinai tra cuscini. Al di sotto di queste due, trapezai e uno sgabello (?). Il barbato al centro è retrospiciente mentre quello di destra regge in mano una coppa. Nel campo una benda.B: tre ammantati a colloquio; la figura centrale si appoggia ad un bastone mentre il giovane a d. solleva un braccio.Decorazione secondaria: lungo l’orlo del vaso, duplice fila di punti alternati a linee continue a vernice nera su fondo a risparmio; sul collo, catena di boccioli di loto stilizzati uniti da archetti inframezzati da puntini a vernice nera su fondo a risparmio; sopra le scene figurate, un fregio di linguette nere su fondo a risparmio; ai lati delle scene, duplice fila verticale di punti alternati a linee continue a vernice nera; sotto le scene, una fascia risparmiata. La parte inferiore del corpo del vaso è decorata da un’ampia fascia a vernice e da una raggiera a denti di lupo a vernice nera.Attribuito ad un tardo manierista vicino al pittore dell’Accademia (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: pelaGatti 1973a, p. 149, n. 442, tav. 47; MosTra della siCilia greCa 1984, p. 169, n. 217; la siCilia greCa 1989, pp. 121-122, n. 139, fig. 139 a-b; di steFano 1998, p. 226, fig. 25; Giudiceb 2006, pp. 217-218, cat. n. 86; Giudiceb 2007, p. 124, cat. n. 210, fig. 121.

(S.S.)

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L87Cratere a colonnette, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 8622. Alt. m. 0,30. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 332, scavi 1972.A) Scena di simposio; B) tre personaggi ammantati a colloquio.A: tre giovani, con corona d’alloro intorno al capo, sono sdraiati su due klinai. Al di sotto di queste due, trapezai. I due giovani posti lateralmente volgono lo sguardo verso il centro reggendo in mano, quello di sinistra una coppa, quello di destra uno skyphos. Tra i giovani, in alto, due corone.B: tre giovani avvolti nel mantello; l’efebo posto a d. si appoggia ad un bastone.Decorazione secondaria: orlo decorato da una fascia con due file di punti separate da una linea orizzontale; entrambe le scene sono delimitate lateralmente da due fasce risparmiate e punteggiate, superiormente, da una fascia di linguette e tratti verticali; sul collo del lato A, bottoni di loto intrecciati delimitati superiormente e inferiormente da una linea verniciata.Pittore dell’Accademia (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1899, c. 247; di steFano 1999, p. 28, figg. 8-9; saliBra 1999, p. 46, nota 18; Giudice, messina 2006, p. 55, n. 18; Giudiceb 2006, p. 217, n. 85, fig. 9a; Giudiceb 2007, pp. 124-125, cat. n. 211, fig. 122.

(S.S.)

Pittore del Lavacro

L88Hydria, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg. (già a Siracusa, inv. KPM 1904), sine inv. Alt. m. 0,075, largh. 0,06. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Busto di figura maschile, vestito di corto chitone allacciato alla vita, clamide e petasos sulle spalle, tiene con la sinistra una lunga lancia e la destra appoggiata al fianco.Decorazione secondaria: alla base del collo, fregio a fiori di loto.Pittore del Lavacro (J.D. Beazley).425-420 a.C. (V. Sabetai).

Bibl.: Beazley 1963, p. 1130, 153; lanza 1990, p. 93, n. 96, tav. 56; saBetai 1993, p. 30, H4; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 52.

(M.A.V.S.)

L89Lekythos aryballica, a f.r. Camarina, Mus. Arch. Reg., inv. 1846. Alt. m. 0,08. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 34/81.Figura femminile in chitone ed himation stante a destra con una benda in mano. Pittore del Lavacro (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudicec 2003, p. 11, nota n. 47, p. 21, n. 25; Giudiceb 2006, p. 218, n. 87; Giudice, messina 2006, pp. 31, 56, cat. 19, fig. 24; Giudiceb 2007, p. 126, cat. n. 214, fig. 125.

(M.A.V.S.)

Page 168: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore di Hasselmann

L90Pelike, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26615. Alt. m. 0,208. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica.A) Figure maschili; B) figura maschile.

A: a sinistra, un uomo barbato coperto da himation, di profilo a destra, tiene col braccio destro proteso un bastone; dinanzi, un giovane guerriero con clamide, petaso e calzari stringati.B: scena lacunosa; è visibile una figura maschile coperta da himation che tende in avanti il braccio destro.Decorazione secondaria: sul collo, fascia di ovuli; sotto la scena, una linea a risparmio. Ricomposta. Sotto il piede, graffito commerciale (vd. Johnston 1979, pp. 142–143, type 17E, III;

johnston 2006, p. 133, tipo 16E, n. 37).Pittore di Hasselmann (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1963, p. 1136, 17; lanza 1990, p. 145, n. 2, tav. 100; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 51; Giudicec 2003, p. 11, nota n. 47.

(M.A.V.S.)

Pittore di Kleophon e sua maniera

L91Cratere a calice, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23794. Alt. m. 0,38. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro. A) Scena musicale; B) ammantati a colloquio.A: al centro della scena è una figura femminile panneggiata, di profilo a destra, con i capelli

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raccolti in un toupet. La fanciulla, seduta su klismos, suona il barbytos. Davanti a lei, una seconda figura femminile, di profilo a sinistra, vestita con peplo a fitte pieghe. La donna regge con una mano una piccola larnax, mentre con l’altra sembra rivolgersi alla compagna di fronte. Dietro la donna seduta è raffigurata una terza figura femminile, stante davanti ad uno sgabello. Ha i capelli raccolti nel sakkos, da cui fuoriesce un ciuffo sopra l’orecchio, ed indossa un peplo a fitte pieghe; anch’essa suona la lyra a sette corde. Sullo sfondo, appeso in alto, un dittico.B: “Man and youths” (J.D. Beazley).Decorazione secondaria: sotto il labbro del vaso, corona di foglie d’alloro verso sinistra e linea risparmiata. La scena figurata è delimitata in basso da due fasce a risparmio che racchiudono un meandro quadruplo alternato a riquadri con scacchiera.Pittore di Kleophon (J.D. Beazley). 450-425 a.C.

Bibl.: della seta 1922, p. 101, fig. 91 c; licht 1925-28, p. 59; arias 1941, p. 7, tav. 11,1; ByVanck, quarles Van uFFord 1950, p. 211, fig. 9, tav. 3; Gualandi 1962, p. 349, tav. 110 a; Beazley 1963, p. 1144, 18; Beazley 1971, p. 456; matheson 1995, p. 288, tav. 178; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 46.

(S.R.)

L92Hydria, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg. (già a Siracusa), inv. 24135. Alt. m. 0,30, largh. m. 0,255. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, adiacenze sep. 910.Nike, vestita di peplo e con capo cinto da una taenia, si volge a destra verso una figura maschile che tiene in mano una cetra.Decorazione secondaria: alla base del collo, fascia di palmette ioniche con volute; attorno all’ansa, giro di ovuli.Pittore di Kleophon (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Gualandi 1962, p. 352, tav. 114, a; Beazley 1963, p. 1147, 65; lanza 1990, p. 92, n. 77, tav. 53; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 52.

(M.A.V.S.)

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Cratere a calice, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus.

2 Il secondo frammento potrebbe essere quello già inserito in ARV1 700, 78 ed attribuito dallo stesso Beazley al gruppo di Polignoto. V. anche oakley 1984, p. 125, cat. n. 17.

Arch. Reg. già a Siracusa, 1) inv. 24121; 2) inv. 24119. 1) Alt. m. 0,28; largh. m. 0,21; 2) Alt. m. 0,09; largh. m. 0,05. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, adiacenze sep. 819.1) Frammenti combacianti appartenenti alla parte inferiore del corpo del vaso. Si individua la figura di un guerriero, armato, in corsa verso sinistra. Indossa un chitonisco privo di maniche, stretto in vita ed ornato da losanghe e punti. Con la mano sinistra impugna lo scudo (episema: stella). In basso, tra le gambe del guerriero, una lunga spada.2) Parte superiore di due figure panneggiate. La donna a sinistra, in corsa, ha i capelli raccolti in un toupet ed indossa il peplo. Di fronte, una seconda figura, di cui si intravede il braccio destro, in parte coperto da un chitone a mezze maniche.Ghali-Kahil interpreta i personaggi raffigurati come Elena e Menelao.Decorazione secondaria: la scena figurata è delimitata in basso da un fregio a meandro alternato a riquadri con croce di Sant’Andrea e puntini.Maniera del pittore di Kleophon (J.D. Beazley). 450-425 a.C.

Bibl.: Ghali-kahil 1955, p. 90, n. 71, tav. 64, 1-2; Beazley 1963, p. 1149, 13; lanza 1990, pp. 89-90, nn. 54 e 56, tavv. 51 e 52; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 46.

(S.R.)

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L94Frammento, a f. r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,055, largh. m. 0,06. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Parte inferiore di figura femminile di profilo verso sinistra vestita di chitone a fitte pieghe.Pittore di Kleophon (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 169, tav. 111, n. 43; Giudicec 2003, p. 11, nota n. 37, p. 22, n. 34; Giudiceb 2006, p. 218, n. 92; Giudiceb 2007, p. 136, cat. n. 237.

(M.A.V.S.)

L95Skyphos, a f.r. Palermo, collezione Collisani, inv. R35 (destinato a Petralia Sottana, Mus. Civ. Antonio Collisani). Alt. m. 0,193. Proveniente da Camarina.A-B) Komos.A: efebo nudo con mantello appoggiato sulle spalle, stante a sinistra, suona il doppio flauto; lo guarda, a destra, un secondo efebo con mantello sulle spalle che si allontana tenendo una kylix nella mano sinistra ed un bastone nella mano destra abbassata.B: efebo nudo con clamide sulle spalle, stante a sinistra, suona la lyra; lo guarda a destra un altro efebo, anche questo con clamide sulle spalle, che si allontana.Decorazione secondaria: sotto le scene fascia di meandro; sull’orlo fascia di ovuli; sotto le anse palmette. Privo di un’ansa.Pittore di Kleophon. La decorazione secondaria è opera del pittore di Penelope (D. Leibundgut Wieland).430 a.C.

Bibl.: isler, sGuaitamatti 1990, pp. 135-136, n.193, tav.31;

Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 49; Giudiceb 2006, p. 218, n. 91; Giudiceb 2007, p. 136, cat. n. 236.

(M.A.V.S.)

L96Cratere a campana (?), a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. (depositi). Alt. m. 0,039, largh. m. 0,053. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Della scena figurata si conserva la testa di una figura maschile di profilo a destra. Il personaggio indossa l’himation. Pittore di Kleophon (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 137, cat. n. 238, fig. 138.

(S.R.)

L97Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. (depositi). Alt. m. 0,10, largh. m. 0,067. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Della scena figurata si conserva la metà superiore di una figura maschile stante, di profilo a destra.Superficie fortemente abrasa.Pittore di Kleophon (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 137, cat. n. 239, fig. 139.

(S.R.)

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L98Cratere a campana, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. (depositi). Alt. m. 0,142, largh. m. 0,109. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Colloquio tra ammantati. Della scena figurata rimane parte di un personaggio maschile vestito di himation. L’uomo, raffigurato stante di profilo a destra, è rivolto verso una seconda figura posta di fronte, di cui si conservano il braccio e la mano destra protesi. Scheggiature sulla superficie.Pittore di Kleophon (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 138, cat. n. 241, fig. 141.

(S.R.)

L99Frammento di vaso di forma aperta, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. (depositi). Alt. m. 0,098, largh. m. 0,127. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Della scena figurata si conserva la metà inferiore di una figura maschile panneggiata, stante di profilo a sinistra.Scheggiature sulla superficie.Pittore di Kleophon o sua maniera (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, pp. 137-138, cat. n. 240, fig. 140.

(S.R.)

L100Frammento di vaso di forma aperta, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. (depositi). Alt. m. 0,065, largh. m. 0,094. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico.Della scena figurata rimane parte di una figura virile stante, vestita di himation, volta a sinistra e con il braccio destro piegato in avanti. Scheggiature sulla superficie.Pittore di Kleophon (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, pp. 138-139, cat. n. 242, fig. 142.

(S.R.)

L101Hydria (?), a f. r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Testa di Dioniso barbato, cinto da mitra, davanti a cui si intravede, a destra, una testa di menade con corona con foglie di edera. Sopra K (forse di KALOS).Vicino al pittore di Kleophon (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 899, 905-906, fig. 100; Giudiceb 2006, p. 218, n. 90; Giudiceb 2007, p. 136, cat. n. 235, fig. 137.

(M.A.V.S.)

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Pittore del Dinos

L102Cratere a campana, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 30747. Alt. m. 0,445. Proveniente da Camarina, necropoli orientale, contrada Piombo, dalla stessa sepoltura da cui provengono le hydriai cat. M1-M2. A) Scena di congedo; B) Re e due donne.A: a sinistra un uomo, barbato, coronato e vestito di himation, si appoggia ad un bastone e si volge a destra verso una figura femminile vestita di un peplo, del quale, con la sinistra, solleva un lembo, mentre con la destra abbassata regge un’oinochoe. Dinanzi, un altare e un giovane guerriero nudo che, con chlamys sulle spalle ed elmo, regge con la sinistra uno scudo ed una lancia, mentre con la destra porge alla giovane una phiale. A destra, una fanciulla vestita di chitone stringe la mano, nel gesto di dexiosis, a un giovane, che regge con la sinistra due lance. Sopra le figure, a partire da sinistra, iscrizione (vd. Beazley 1963).B: da sinistra, una figura femminile, rappresentata di tre quarti, vestita di chitone ed himation, e con

sakkos sulla testa, guarda verso un uomo barbato. Costui, vestito di himation, si appoggia con la destra ad una lancia e si rivolge ad una seconda figura femminile vestita di chitone, himation e sakkos. Decorazione secondaria: sotto il labbro, corona d’ulivo e fascia di ovuli; attorno alle anse, giro di ovuli; sotto le anse, palmette e giragli; sotto la scena, meandro alternato a motivo a scacchiera.Pittore del Dinos (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1912, pp. 369-371, fig. 20; liBertini 1929, p. 93, fig. 24; Beazley 1935, pp. 486-488, figg. 11-12; arias 1941, pp. 10-11, tavv. 20-21; Brommer 19602, p. 268, B1; Beazley 1963, p. 1153, 17; kron 1976, p. 264, P8, tav. 13,2; harrison 1979, p. 72, tav. 6,3; LIMC I, s.v. Akamas, p. 440, n. 25; carpenter 1989, p. 336; reeder 1995, pp. 159-160, n. 20; pelaGatti 1996, p. 12; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 47; Giudicec 2003, p. 12, nota 50; Miti Greci 2004, p. 141, cat. n. 108. matheson 2005, p. 28, fig. 3, 4; pelaGatti, cordano, “Tribù attiche a Camarina”, c.d.s.

(M.A.V.S.)

Pittore del Louvre G 443

L103Hydria, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26561. Alt. m. 0,28. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1222. A sinistra, una figura femminile, vestita di chitone

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e rivolta verso destra; le sta accanto un giovane che, coperto da himation e seduto su klismos, suona la lyra eptacorde. Dinanzi a costui, si trovano un airone e una figura femminile con chitone; la donna regge con la sinistra un Eros ad ali aperte, che l’abbraccia. Nel campo è appesa una corona.Decorazione secondaria: sull’orlo, ovuli; sul collo, palmette; attorno alle anse, ovuli; sotto la scena, fascia di doppio meandro alternata a croci di Sant’Andrea.Integra.Pittore del Louvre G 443 (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1907, p. 484; Beazley 1963, p. 1160; lanza 1990, p. 120, n. 1, tav. 80; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 52;

(M.A.V.S.)

L104Hydria, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22563. Alt. m. 0,28. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1222. Scena di gineceo. Al centro della scena è una figura femminile stante a destra. La donna, con i capelli raccolti in un toupet, ha il braccio destro proteso e regge con la mano sinistra un cofanetto, rivolgendosi verso una seconda figura femminile. Costei, seduta sul klismos davanti ad una grande porta, indossa chitone ed himation; porta i capelli raccolti in un toupet, trattenuti da una benda sovraddipinta.

Chiude la scena a sinistra una terza figura muliebre stante, vestita di chitone. La donna - il corpo di prospetto, il capo di profilo a destra - regge con una mano uno specchio mentre con l’altra si appoggia ad un klismos.Decorazione secondaria: lungo l’orlo e alla base delle anse, catena di ovuli su fondo risparmiato; alla base del collo, delimitata da linee a risparmio, catena di palmette sorgenti da girali alternate a boccioli di loto. La scena figurata è incorniciata in basso da una fascia a meandro a destra alternato a riquadri con croce greca circondata da punti. Integra.“Appartiene al ciclo del ceramografo della Coll. Christie” (P.E. Arias). “Confronta con il pittore del Louvre G 443” (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1907, p. 484; arias 1941, p. 13, tav. 28, 1; lanza 1990, pp. 120-121, n. 3, tav. 81; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 52; Giudicec 2003, p. 12, nota n. 57, p. 19, n. 9; Giudiceb 2006, p. 216, n. 73; Giudiceb 2007, p. 144, cat. n. 253.

(S.R.)

Pittore di monaco 2335

L105Cratere, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,031, largh. m. 0,049. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro,

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sporadico, scavi Orsi 1906.Della scena figurata si conservano le mani di una figura rappresentata nell’atto di suonare il doppio aulos.Pittore di Monaco 2335 (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudicec 2003, p. 10, nota n. 28, p. 22, n. 40; Giudiceb 2007, p. 145, cat. n. 256, fig. 148.

(S.R.)

L106Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24091. Alt. m. 0,079. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica.Figura femminile, vestita di chitone ed himation e con i capelli raccolti in un toupet, si volge verso destra col capo e regge con la mano destra una phiale.Pittore di Monaco 2335? (G. Giudice).420 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 95, tav. 58, n. 116; Giudiceb 2006, p. 218, n. 93; Giudiceb 2007, p. 144, cat. n. 255.

(M.A.V.S.)

Aison

L107Hydria, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 254. Figura femminile con peplo rivolta verso sinistra, raffigurata nell’atto di sollevare con la destra una plemochoe; sono visibili altre due teste femminili; una con taenia sul capo, l’altra con diadema.Decorazione secondaria: alla base del collo, fascia di ovuli. Aison (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, p. 822, fig. 38; Beazley 1963, p. 1176,

21; cramers 1980, p. 182, A 25; Giudicec 2003, p. 12, nota n. 53.

(M.A.V.S.)

L108Lebes gamikos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23930. Alt. m. 0,17. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 615.A–B) Scena di gineceo.A: al centro, una figura femminile frontale con il capo a sinistra, vestita di chitone, con diadema sui capelli e armille al braccio sinistro, offre un nastro ad un’altra fanciulla. Questa, vestita di peplo, le porge una cassetta; a destra una terza figura femminile, similmente abbigliata, tende con la destra una cassetta mentre con la sinistra solleva un lembo della veste; nel campo due scranne e un nastro.B: figura femminile di profilo vestita di chitone ed himation, con i capelli raccolti dietro la nuca, porge con la destra una cassetta ad una seconda figura femminile che, similmente abbigliata,

regge con la sinistra una benda.Decorazione secondaria: figure alate in volo sotto le anse.Aison (G. Giudice).450-425 a.C.

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Bibl.: lanza 1990, p. 29, tav. 10; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 52; Giudiceb 2006, p. 218, n. 94, fig. 10a-b; Giudiceb 2007, pp. 147–148, cat. n. 259, fig. 151.

(M.A.V.S.)

L109Coppa apoda a f.r., fr. di. Camarina, Mus. Arch. Reg., inv. 1848. Alt. m. 0,011, diam. m. 0,047. Proveniente da Camarina, proprietà Brugaletta, LC, “Casa dell’iscrizione”.Atleta nudo. Il giovane è rappresentato frontalmente con le braccia divaricate, la gamba destra piegata e aperta verso destra, quella sinistra anch’essa leggermente divaricata verso l’esterno. Il volto è rappresentato di profilo verso destra, il capo ricciuto con corti boccoli alle basette e sulla nuca. Sono perduti le mani, il piede destro e tutta la gamba sinistra a partire dal ginocchio. Aison (G.Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Giudice, messina 2006, pp. 33, 57, cat. 21, fig. 26; Giudiceb 2007, p. 148, cat. n. 260, fig. 152.

(R.N.)

Pittore di Kadmos

L110Cratere a calice, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 17427. Alt. m. 0,44. Proveniente da Camarina, necropoli Orientale. A) Afrodite, Eros, Arianna e Dioniso, Teseo e Athena, Poseidone; B) Artemide e Marsia, Athena ed Apollo.A: in prossimità dell’ansa, è raffigurata in alto

una figura femminile seduta, retrospiciente a destra (Afrodite?); indossa un ampio chitone ed un himation e ha il capo cinto da un diadema; regge in mano un grande flabello. Dinnanzi, adagiata su una kline, su cui poggia un cuscino ornato da fasce nere, è una giovane donna, vestita con chitone ed himation riccamente decorato. La fanciulla, di profilo a destra, ha il capo coperto dal mantello, al di sotto del quale si intravede un diadema. Le si avvia incontro un piccolo erote in volo, che regge in mano una corona. Di fronte alla donna è una figura barbata stante, panneggiata, con il corpo di prospetto ed il volto di profilo a sinistra. L’uomo ha il capo cinto da una corona di edera e regge con la sinistra un tirso; sembra rivolgersi alla fanciulla, verso cui protende la mano destra. Dietro di lui, ad un livello superiore, campeggia l’immagine di Athena. Armata di lancia, con elmo attico dall’alto lophos sul capo, la dea incorona un giovane nudo, stante, con la clamide sulle spalle e doppia lancia nella mano destra. Sopra di lui, emerge il busto di Poseidone - il torso di prospetto, il volto di profilo - con in mano il tridente. In prossimità dell’ansa è la figura di un efebo ammantato, con il capo coronato ed in mano la lyra; il giovane si muove verso destra, rivolgendosi ad un compagno dai lunghi capelli, anch’esso coronato, raffigurato su

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una nave a cui è appoggiata una scala e dalla cui prua pende una corona. Nel campo, ramoscelli e linee che indicano i rilievi del terreno (P. E. Arias ha supposto che la scena figurata rappresenti l’epifania di Dioniso ad Arianna e la partenza di Teseo, incoronato da Athena).B: seduto su una roccia è Marsia, raffigurato nell’atto di suonare la cetra, con il plettro nella mano destra. Ai suoi piedi è una grande anfora a punta e, sul campo in alto, un kantharos. Dietro il satiro, è una figura femminile stante, panneggiata, che regge una grande fiaccola accesa e porta sulle spalle una faretra. La donna, vestita di peplo a fitte pieghe, è identificabile con Artemide. Davanti Marsia, un secondo gruppo: Athena ed Apollo. La dea - stante, di profilo a destra, il capo cinto da diadema - indossa il peplo e l’egida. Regge con la destra una lunga lancia mentre con la sinistra offre un elmo al dio; costui - con il capo cinto da una corona di foglie - è raffigurato seduto su una roccia e tiene con la destra un lungo ramoscello d’alloro.Decorazione secondaria: sotto l’orlo, catena di palmette contrapposte oblique legate da girali. La scena del lato A è delimitata in basso da una fascia di palmette verticali circoscritte da pelte e alternate a fiori di loto stilizzati; sul lato B, catena di palmette contrapposte oblique legate da girali. Intorno alla base delle anse, ovuli.Ricomposto da frammenti.Pittore di Kadmos (G.E. Rizzo).430-420 a.C.

Bibl.: orsi 1899, cc. 243-245 figg. 35-36; rizzo 1904, p. 19 e ss.; orsi 1904, cc. 7, 22, 23, 27, 31, 38, tav. 1; Von salis 1910, p. 137; jacoBsthal 1911, pp. 10-11, tav. 4,8; studniczka 1919, p. 132, fig. 30; arias 1941, p. 7, tav. 10, 1-6; achillea 1956, p. 528; duGas, Flacelière 1958, pp. 70-71, tavv. 20-21; Recueil dugas 1960, p. 104, tav. 26,2; Brommer 19602, p. 218; Beazley 1963, p. 1184, 4; simon 1963, pp. 14-15, tav. 5,2; möBius 1965, p. 11, tav. 2; FroninG 1971, p. 40, tav. 8, 2; Beazley 1971, p. 460; trendall-WeBster 1971, p. 105, n. III.3, 50; kaempF- dimitriadou 1979, p. 102, n. 312, tav. 23, 3-4; mcnailly 1985, pp. 162-163, tav. 5, fig. 6 a-b; carpenter 1989, p. 341; LIMC II, s.v. Aphrodite, p. 129, n. 1356, tav. 133; s.v. Athena, p. 1000, n. 491, tav. 755, s.v. Artemis, p. 733, n. 1421; simon 1998, p. 145, fig. 12, 5; muGione 2000, p. 68, fig. 11, a-b; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 46; shapiro 2003, p. 238, figg. 13-14; tiVerios, vd. Vol. II, c.d.s.

(S.R.)

Gruppo di rodi 11966

L111Lekythos, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli. Figura femminile stante, volta a sinistra, regge

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uno specchio con la mano destra (immagine inedita). Gruppo di Rodi 11966 (J.D. Beazley). 450-425 a.C.

Bibl: Beazley 1963, p. 1196, 4; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53; Giudicec 2003, p. 8, nota n. 13.

(M.A.V.S.)

Pittore di Dessypri

L112Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2289. Proveniente da Camarina, necropoli.Menade in corsa verso destra nell’atto di guardare intorno (immagine inedita). Pittore di Dessypri (J.D. Beazley). 450-425 a.C.

Bibl: Beazley 1963, p. 1198, 12; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53; Giudicec 2003, p. 8, nota n. 8.

(M.A.V.S.)

L113Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli. Figura femminile, volta a destra, regge una phiale (immagine inedita).Priva della bocca e del piede.Pittore di Dessypri (J.D. Beazley). 450-425 a.C.

Bibl: Beazley 1963, p. 1198; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53; Giudicec 2003, p. 8, nota n. 8.

(M.A.V.S.)

L114Lekythos, a fondo bianco. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23949. Alt. m. 0,27. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 686. Guerriero seduto su una roccia. Il giovane, di profilo a destra, ha il capo sormontato da un grande elmo rialzato, con alto lophos e con l’immagine di un occhio dipinta sulla paragnatide destra, da cui fuoriescono i riccioli. Regge con la destra una lancia ed ha il capo inclinato in avanti, in atteggiamento pensoso.Decorazione secondaria: palmette legate da viticci ornano la spalla del vaso, mentre un meandro continuo corrente a sinistra incornicia superiormente la scena, delimitata in basso da

una sottile fascia a risparmio.Pittore di Dessypri (G. Giudice).450-440 a.C.

Bibl: FairBanks 1907, p. 106, gruppo A, classe III, 80; lanza 1990, p. 37, tav. 15; Giudicec 2003, p. 8, nota n. 8; Giudiceb 2006, p. 219, n. 95; Giudiceb 2007, pp. 155-156, cat. n. 278.

(S.R.)

Pittore di Klügmann

L115Lekythos, a f.r. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4191. Alt. m. 0, 26. Proveniente da Camarina.Figura femminile (Hera?) stante di prospetto, vestita di chitone e himation. Regge con la sinistra uno scettro, mentre si volge verso sinistra a libare su un piccolo altare, recando una patera nella mano destra. In alto a destra una benda.Decorazione secondaria: sulla spalla della lekythos, cinque palmette a vernice nera legate da girali; sopra la scena, fregio con meandro; sotto la scena, linea a risparmio.Perduto il piede. Ricomposta da più frammenti.Pittore di Klügmann (J.D. Beazley). 450-425 a.C.

Bibl: BenndorF 1883, p. 108, tav. 55, 3; liBertini 1930, p. 173, n. 725; Beazley 1963, p. 1199, 18; Barresi, Valastro

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Page 178: La Ceramica Attica a Camarina

2000, p. 114, n. 93; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53; Giudicec 2003, p. 7, nota 3.

(M.A.V.S.)

Pittore di Selinunte

L116Lekythos, a f.r., frr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina.Menade frontale con il capo a destra, regge un tirso in mano; la donna veste il chitone ed un himation orlato di nero e raccoglie la capigliatura in un sakkos. A sinistra un altare e al di sopra è appeso un pezzo di stoffa.Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, meandro corrente a destra interrotto da scacchiera. Pittore di Selinunte (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl: Beazley 1963, p. 1200, 2; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53; Giudicec 2003, p. 7, nota 4; foto presso il Beazley Archive di Oxford, n. 215880.

(S.R.)

Pittore della Civetta di Palermo e sua classe

L117Lekythos (secondary shape), a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg. (già a Siracusa, inv. 24093). Alt. m. 0,088. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica.Civetta a destra, raffigurata con il corpo di profilo e con il volto di prospetto. Decorazione secondaria: linguette a vernice nera alla base del collo e sulla spalla. Fascia risparmiata alla base della scena figurata.Priva della parte superiore del collo, della bocca e dell’ansa. Piede di restauro.Pittore della Civetta di Palermo (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl: Beazley 1963, p. 1201, 3; lanza 1990, p. 87, n. 28, tav. 48; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53; Giudicec 2003, p. 7, nota 5.

(S.R.)

L118Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26617. Proveniente da

Camarina. Nike verso destra dinnanzi ad un kalathos (immagine inedita).Classe della Civetta di Palermo (B.F. Cook). 450-425 a.C.

Bibl: cook 1991, p. 216, n. 20; Giudicec 2003, p. 7, nota 5, p. 24, n. 51; Giudiceb 2006, p. 219, n. 96; Giudiceb 2007, p. 157, cat. n. 284.

(S.R.)

L119Lekythos (secondary shape), a f.r. Camarina, Mus. Arch. Reg., inv. 1847. Alt. max. m. 0,064. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 902.Civetta volta a destra. L’animale, rappresentato con il corpo di profilo e la testa di prospetto, è posto accanto ad un ramo d’ulivo.Decorazione secondaria: sulla spalla e alla base del collo, due file di linguette a vernice nera su fondo a risparmio. Sotto la scena figurata, linea risparmiata. Priva del piede, dell’ansa e del collo.Pittore della Civetta di Palermo (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl: Giudicec 2003, p. 7, nota 5, p. 24, n. 52; Giudiceb 2006, p. 219, n. 97; Giudice, messina 2006, pp. 33, 56, cat. 20, fig. 25; Giudiceb 2007, p. 157, cat. n. 285, fig. 159.

(S.R.)

174 Catalogo

L117

Page 179: La Ceramica Attica a Camarina

L120

L119

175Catalogo

Gruppo di Londra E 614

L120Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, inv. 22765. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 133.Figura femminile, retrospiciente, in movimento verso destra. La donna, rappresentata con il volto di profilo a sinistra ed il corpo di prospetto, indossa un peplo a fitte pieghe ed ha una taenia tra i capelli.Decorazione secondaria: doppia fila di linguette a vernice nera alla base del collo e sulla spalla; fascia a risparmio alla base della scena figurata.Gruppo di Londra E 614 (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl: orsi 1904, c. 795, fig. 14; Beazley 1963, p. 1687; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53.

(S.R.)

L121Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22778. Proveniente da Camarina.Figura femminile.Figura femminile in peplo, con il corpo frontale ed il capo volto a d.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli; sotto la scena figurata, fascia a risparmio.Gruppo di Londra E 614 (B.F. Cook).450-425 a.C.

Bibl: Beazley 1963, p. 1202, 14; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53; foto presso il Beazley Archive di Oxford, n. 215915.

(S.R.)

L122Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22999. Alt. m. 0,085. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 142.Figura femminile panneggiata incedente verso destra. La donna, di profilo a destra, con i capelli raccolti in un toupet e trattenuti da una taenia, è rappresentata con ambedue le mani protese nell’atto di portare una ghirlanda.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli.Gruppo di Londra E 614 (B.F. Cook).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc.798-799, fig. 19; Beazley 1963, p. 1202,16; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53; BernaBò Brea 2002, p. 32, figg. 2-3.

(S.R.)

L123Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24091. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro. Figura femminile (immagine inedita).Gruppo di Londra E 614 (B.F. Cook).450-425 a.C. Bibl.: cook 1991, p. 211, n. 7; Giudicec 2003, p. 24, n. 58;

Page 180: La Ceramica Attica a Camarina

Giudiceb 2006, p. 219, n. 101; Giudiceb 2007, p. 161, cat. n. 295.

(R.N.)

L124Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23992. Alt. m. 0,082. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 817.Erote nudo, raffigurato di profilo a destra, con le ali spiegate ed il braccio destro proteso, nell’atto di cavalcare un grande volatile.Decorazione secondaria: doppio giro di linguette a vernice nera alla base del collo e sulla spalla; fascia risparmiata alla base della scena figurata.Integra.Classe di Londra E 640 (B.F. Cook) - Gruppo di Londra E 614 (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 55, tav. 26; cook 1991, p. 214, n. 1; Giudicec 2003, p. 24, n. 55; Giudiceb 2006, p. 219, n. 98; Giudiceb 2007, p. 160, cat. n. 292, fig. 162.

(S.R.)

L125Lekythos (secondary shape), a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24092. Alt. m. 0, 073. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica. Figura femminile con chitone ed himation, seduta

di profilo verso sinistra su un klismos, tiene il braccio destro sollevato e sostiene con la mano un oggetto sferico. La donna ha i capelli raccolti in un toupet e fasciati in alto da una duplice benda.Decorazione secondaria: sulla spalla, alla base del collo, cerchio di linguette e bastoncelli.Piede di restauro.Gruppo di Londra E 614 (G. Giudice).450-425 a.C. Bibl.: lanza 1990, p. 86, tav. 48, n. 27; Giudicec 2003, p. 8, nota 12, p. 24, n. 56; Giudiceb 2006, p. 219, n. 99; Giudiceb 2007, p. 160, cat. n. 293, fig. 163.

(R.N.)

L126Lekythos (secondary shape), a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica. Parte di una animale, presumibilmente un cerbiatto, incedente verso sinistra; privo di testa e di coda.Gruppo di Londra E 614 (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1899, c. 255, fig. 47; Giudicec 2003, p. 8, nota 12, p. 25, n. 57; Giudiceb 2006, p. 219, n. 100; Giudiceb 2007, p. 161, cat. n. 294, fig. 164.

(R.N.)

176 Catalogo

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Page 181: La Ceramica Attica a Camarina

L125

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177Catalogo

L127Lekythos (secondary shape), a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6279. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 40, scavi 1972.Sfinge accovacciata di profilo verso destra.Sotto la figura, sottile listello a risparmio.Decorazione secondaria: alla base del collo, corona di linguette. Sulla spalla, raggiera di boccioli di loto stilizzati.Gruppo di Londra E 614 (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: Dal Museo 2002, p. 117; Giudiceb 2007, p. 161, n. cat. 296.

(R.N.)

Classe di Salonicco 510

L128Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,07. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica. Infante incede carponi verso destra.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli.Priva di collo e bocchello.Classe di Salonicco 510 (B.F. Cook).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 909, fig. 103; cook 1991, p. 213, n. 8; Giudicec 2003, p. 7, nota 7, p. 25, n. 68; Giudiceb 2006, p. 219, n. 102; Giudiceb 2007, p. 165, cat. n. 308.

(R.N.)

L129Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 136.Testa e spalle di una figura femminile di profilo a destra, che porta i capelli raccolti in uno chignon e veste il chitone. Decorazione secondaria: alla base del collo, doppia fila di linguette.Priva del bocchello.Vicina alla classe di Salonicco 510 (B.F. Cook). 450-425 a.C.

L128L129

Page 182: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: orsi 1904, c. 797, fig. 17; cook 1991, p. 213, n. 5; Giudicec 2003, p. 7, nota 7, p. 25, n. 69; Giudiceb 2006, p. 219, n. 103.

(P.L.)

L130Lekythos (secondary shape), a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg. Proveniente da Camarina, sep. 92.Sfinge di profilo verso destra.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli.Priva di collo e bocchello. Vicina alla classe di Salonicco 510 (B.F. Cook).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1904, c. 789, fig. 9; cook 1991, p. 213; Giudiceb 2007, p. 166, cat. n. 310.

(R.N.)

Gruppo di Palermo 16

L131 Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26575. Alt. m. 0,125. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1260. Giovane di tre quarti verso destra, è rappresentato nell’atto di scagliare, con il braccio destro sollevato all’altezza del capo, una pietra (?); il braccio sinistro è proteso e le gambe sono in torsione, col ginocchio sinistro leggermente piegato al fine di imprimere maggiore potenza

al lancio. Il giovane è a torso nudo e porta un himation annodato all’altezza del ventre.Decorazione secondaria: sopra la scena, meandro a sinistra, intervallato da riquadri decorati con motivo a scacchiera. Sotto la scena, tra linee risparmiate, fregio di ovoli. Alla base del collo, cerchio di linguette. Sulla spalla, bastoncelli.Gruppo di Palermo 16 (B.F. Cook).430-425 a.C. (A. Lezzi-Hafter).

Bibl.: Beazley 1963, p. 1204, 2; lanza 1990, p. 125, n. 1260, tav. 85; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53; lezzi-haFter 2003, p. 188, n. 23, tav. 2,4; Giudicec 2003, p. 8, nota 10.

(R.N.)

L132Lekythos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 5918, ex collezione Pace. Proveniente da Camarina, necropoli Orientale, contrada Piombo e Dieci Salme.Centauro.Centauro calvo e barbato in corsa verso d. con corpo di profilo e busto di tre quarti. La mano d. è poggiata sul fianco, l’avambraccio s. è portato in avanti con la palma della mano rivolta verso l’alto. Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli; sopra la scena figurata, tra linee, meandro corrente a d. alternato a motivi cruciformi. Al di sotto della raffigurazione, linea a risparmio.Integra.Gruppo di Palermo 16 (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: pelaGatti 1973, pp. 251-252, fig. 6c; Dal Museo 2002, pp. 639-640; Giudiceb 2007, p. 167, fig. 173.

(S.S.)

Pittore di ShuvalovL133Hydria, a f.r., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. (depositi). Alt. m. 0,045, largh. m. 0,135. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi Orsi 1899.Restano la testa, di profilo verso destra, di un giovane ammantato fino al naso, e quella di una figura femminile, di profilo verso sinistra, con capo cinto da taenia.Decorazione secondaria: alla base del collo,

178 Catalogo

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ovuli.Pittore di Shuvalov (G. Giudice).430-420 a.C.

Bibl.: Giudiceb 2007, p. 171, cat. n. 328.

(R.N.)

Pittore di CalliopeL134Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 18419. Alt. m. 0,355. Proveniente da Camarina.Donna di profilo verso destra, vestita di chitone ed himation, capelli raccolti da una taenia, tiene sollevato sulla mano destra un alabastron decorato da file di puntini e zig-zag e lo porge ad una seconda figura femminile. Quest’ultima tiene con entrambe le braccia, accostato al corpo, un cofanetto ligneo decorato a riquadri alternati neri e bianchi con linee verticali rettilinee, a punti e ondulate. Indossa un chitone e porta l’himation morbido, poggiato sulle braccia e all’altezza della vita; ha i capelli raccolti in un toupet, decorati da tre bende a fasce sottili. Tra le due donne un diphros foderato da un cuscino, decorato da linee

verticali parallele a onda e a puntini.Decorazione secondaria: tra il collo e la spalla, fascia di linguette tra due bande a risparmio. Sulla spalla, palmette oblique verso destra unite da girali. Sopra la scena, fascia decorata a meandro verso sinistra alternato a riquadri con croce di malta e croce di Sant’Andrea.Pittore di Calliope (J.D. Beazley).440-435 a.C. (A. Lezzi-Hafter).

Bibl.: Beazley 1963, p. 1263, 82; lezzi-haFter 1988, p. 354, tav. 188, n. 301, c-d; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53.

(R.N.)

Pittore del Coperchio

L135Coppa, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Proveniente da Camarina.I) Simposio, con linguette attorno al tondo incise sulle pareti della vasca. Probabilmente del pittore del Coperchio (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl: Beazley 1963, p. 1283, 23; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 53.

(R.N.)

L134

Page 184: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore di Penelope

L136Skyphos, a f.r., frr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,054, largh. m. 0,050. Provenienti da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadici.Parte di motivo decorativo a girali e palmette sotto il labbro.Decorazione secondaria: alla base del collo, fregio a fiori di loto.Pittore di Penelope (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 92, n. 85, tav. 55; Giudiceb 2006, pp. 219-220, n. 104; Giudiceb 2007, p. 185, cat. n. 366.

(P.L.)

Classe T: Classe di Basilea

L137 Oinochoe configurata a testa femminile, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23982. Alt. m. 0,125. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 780.

Volto femminile con capelli ondulati divisi in due bande sulla fronte e raccolti con un cercine sulla nuca.Classe T: Classe di Basilea (J.D. Beazley).450-425 a.C.

Bibl.: Beazley 1929, p. 71, n. 12; Beazley 1963, p. 1549, 19; lanza 1990, p. 51, tav. 24; Giudice, rizzone 2000, p. 304, nota 50.

(M.A.V.S.)

Non attribuiti

L138Anfora a collo distinto, a v.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,44, largh. m. 0,26. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 282.Corpo del vaso a v.n. Sotto l’orlo, kymation.Tra spalla e parte inferiore delle anse, palmette contrapposte.Ricomposta da frammenti e con lacune.450-425 a.C.

Bibl.: pelaGatti 1973a, p. 149, n. 443, tav. 47.

(S.S.)

L138L139

180 Catalogo

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Page 185: La Ceramica Attica a Camarina

181Catalogo

L139Lekythos, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23972. Alt. m. 0,115. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 752. Nike in volo, di profilo verso destra, con le ali aperte in alto e con il braccio destro sollevato a reggere un ramoscello. Veste un himation il cui lembo estremo si vede sollevato in volo all’altezza del fianco sinistro e al di sotto delle ali; al di sotto di esso, si intravede un chitone a fitte pieghe. Decorazione secondaria: al di sopra della figura, una fascia a meandro ininterrotto, tra due filetti neri; in basso, sottile zona risparmiata a indicare il terreno; sulla spalla, doppio giro di fogliette aghiformi. 450-425 a.C.

Bibl.: lanza 1990, p. 47, tav. 21, n. 1.

(P. L.)

L140Lebes gamikos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26629. Alt. m. 0,13. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1316.A–B) Scene di gineceo.A: figura femminile, vestita di chitone ed himation e capelli raccolti in una benda, siede su un klismos di profilo a destra; le sta innanzi, di tre quarti e col capo volto a sinistra, una figura femminile che, vestita di chitone, tiene due bende tra le mani. Due larnakes sono poste ai lati della scena, l’una con decorazione a meandro, l’altra con motivi ondulati.B: a sinistra, una figura femminile, di profilo a destra, vestita di chitone, protende entrambe le braccia verso una seconda figura femminile che, di profilo a sinistra, e vestita di chitone e himation, regge una benda con la mano destra protesa. Decorazione secondaria: sotto le anse, due Nikai

alate vestite di chitone, in volo verso la scena del lato A, reggono con la destra l’una, una benda, l’altra, un alabastron; sulle spalle, sopra le scene, linguette; sotto le scene, ovuli.Ricorda il pittore della Centauromachia di Napoli (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl.: orsi 1907, pp. 484–485; lanza 1990, p. 129, n. 1316, tav. 89; Giudiceb 2007, pp. 108–109, cat. n. 179, fig. 103.

(M.A.V.S.)

L141Coppa apoda, a f.r. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4229. Alt. m. 0,05; diam. m. 0,153. Proveniente da Camarina.A-B) Efebi nudi tra elementi vegetali.A: un efebo nudo, con mantello poggiato sul braccio, di profilo a d., regge un bastone nodoso.B: un efebo nudo con mantello poggiato sulle spalle avanza verso sinistra tenendo un bastone.Tondo interno: figura seduta su klismos. Di questo restano solo i piedi.Decorazione secondaria: sotto le anse, palmette da cui nascono girali desinenti in boccioli; nella parte interna dell’orlo, fogliette lanceolate.

L140

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Page 186: La Ceramica Attica a Camarina

450-425 a.C.

Bibl.: liBertini 1930, p. 171, n. 716, tav. 78; Barresi, Valastro 2000, pp. 112-113, n. 92; Giudiceb 2006, p. 218, n. 88; Giudiceb 2007, p. 188, cat. n. 375.

(M.A.V.S.)

L142Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23901. Alt. m. 0,078. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 544.Eros.Eros nudo di profilo verso destra è accovacciato sulle ginocchia; protende le mani.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli; sotto la scena figurata, linea a risparmio.450-425 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: lanza 1990, p. 18, tav. 4.

(G.S.C.)

L143Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg. (?). Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 143.Felino con il capo frontale ed il corpo a destra; tiene la zampa sinistra sollevata.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli.

450-425 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: orsi 1904, c. 801, fig. 21 bis.

(G.S.C.)

L144Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg. (?). Alt. m. 0,075. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica.Bambino volto a sinistra; ha le gambe distese e si puntella con il braccio destro.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, linea a risparmio.Priva del collo e di parte del bocchello.430-420 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: orsi 1904, c. 909, fig. 104.

(G.S.C.)

L145Lekythos aryballica, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26624. Alt. m. 0,025. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadica.Fanciullo.Fanciullo, accoccolato verso destra, protende il braccio verso un oggetto (palla?).Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, fascia a risparmio.Priva di collo e bocchello.430-420 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: lanza 1990, p. 147, tav. 101, n. 19.

(G.S.C.)

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183Catalogo

L146Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg. (?). Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 295.Hermes.Testa di Hermes di profilo verso sinistra; calza il petaso.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, fascia a risparmio.450-425 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: orsi 1904, c. 832, fig. 42bis.

(G.S.C.)

L147Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23910. Alt. m. 0,068. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 591.Hermes.Testa di Hermes volto a sinistra; indossa il petaso.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, fascia a risparmio.450-425 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: lanza 1990, p. 25, tav. 8.

(G.S.C.)

L148Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24097. Alt. m. 0,045. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi 1904, sporadica.Cerbiatto in corsa verso sinistra.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, fascia a risparmio.450-425 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: lanza 1990, p. 87, tav. 48, n. 31.(G.S.C.)

L149Lekythos aryballica, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24027. Alt. m. 0,07. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 937.Figura maschile.Giovane con il corpo frontale ed il capo a s.; veste un himation e si appoggia con il braccio d. ad un bastone.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, fascia a risparmio.450-425 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: lanza 1990, p. 70, tav. 38, fig. 5.

(G.S.C.)

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Page 188: La Ceramica Attica a Camarina

L150Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg. inv. 22767. Proveniente da Camarina.Donna che sacrifica presso un’ara.(immagine inedita).

Bibl.: inedito.

(G.S.C.)

L151Cratere a colonnette, a f. r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22823. Proveniente da Camarina, necropoli Meridionale, sep. 1271 (è lo stesso cratere cat. I 13?).A) Danza di Satiri; B) colloquio tra efebi.(immagine inedita).

Bibl.: inedito.

(G.S.C.)

L152Askos, a. f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 253.Satiro e ariete.Su un lato, un Satiro piegato in avanti: si conserva solo la parte inferiore del corpo; sull’altro lato un ariete in movimento.Perduti il bocchello e l’ansa.430-420 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: orsi 1904, c. 821, fig. 37.

(G.S.C.)

L152

Catalogo184

Page 189: La Ceramica Attica a Camarina

425-400 a.C.Pittore di Camarina

m1Hydria, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 30746. Alt. m. 0,190. Proveniente da Camarina, necropoli del Piombo. Scena di toilette femminile.A sinistra, figura femminile, verosimilmente un’ancella, incedente verso destra, porta i capelli raccolti in un sakkos, indossa chitone ed himation; con la mano sinistra tiene un lembo dell’himation che scende lungo il chitone, mentre nella mano destra regge un alabastron che sembra porgere ad un’altra donna seduta dinnanzi. Questa veste chitone ed himation, ha i capelli raccolti in uno chignon, trattenuti da una taenia, e porta orecchini pendenti; poggia la mano destra su un ginocchio e solleva la sinistra reggendo uno specchio che sembra porgere ad una seconda ancella alle sue spalle. La fanciulla è restrospiciente con busto frontale e stante verso destra; ha i lunghi capelli trattenuti da una taenia ed è vestita con chitone panneggiato ed himation.Decorazione secondaria: alla base del collo e sotto la scena figurata motivo a ovoli.Ricomposta.Pittore di Camarina (J.D. Beazley).425-400 a.C.

Bibl: orsi 1912, p. 370, fig. 21a; arias 1941, p. 13, tav.

28.3; Beazley 1963, p. 1331, 1; pelaGatti 1996, p. 12; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 55.

(P.L.)

m2Hydria, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 30745. Alt. m. 0,192. Proveniente da Camarina, necropoli del Piombo. Scena di toilette femminile.A sinistra, figura femminile, verosimilmente un’ancella, incedente verso destra; ha i capelli raccolti a chignon, trattenuti da una taenia ed indossa chitone ed himation; con la mano sinistra tiene un lembo dell’himation che scende lungo il chitone, mentre nella mano destra regge uno specchio che sembra porgere ad un’altra donna seduta al centro. Questa veste chitone ed himation, ha i capelli raccolti in uno chignon, trattenuti da una taenia; poggia la mano sinistra su un ginocchio e solleva il braccio destro. Chiude la scena, a destra, una fanciulla di profilo a d., retrospiciente, con un alabastron in mano.Decorazione secondaria: motivo a ovoli.Integra.Pittore di Camarina (J.D. Beazley).425-400 a.C.

Bibl: orsi 1912, p. 371, fig. 21b; arias 1941, p. 13, tav. 28.2; Beazley 1963, p. 1331, 2; pelaGatti 1996, p. 12; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 55.

(P.L.)

m3Hydria, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23792. Alt. m. 0,187. Proveniente da Camarina,

M1

M2

185Catalogo

Page 190: La Ceramica Attica a Camarina

necropoli di Passo Marinaro, acquisto Orsi. Scena di toilette femminile.Al centro donna seduta su una roccia (?), veste chitone ed himation, ha i capelli raccolti in uno chignon, e porta orecchini pendenti; poggia la mano destra sulla roccia e solleva la sinistra reggendo uno specchio che sembra porgere ad una fanciulla dinnanzi a lei. Questa è retrospiciente, con busto frontale, incedente verso destra, con il braccio s. sollevato; ha i capelli raccolti in uno chignon ed è vestita con chitone panneggiato ed himation. A sinistra, una terza figura femminile, incedente verso destra, porta i capelli raccolti in uno chignon, indossa chitone ed himation; con la mano sinistra tiene un lembo dell’himation che scende lungo il chitone, mentre solleva la mano destra verso la donna seduta dinnanzi.Decorazione secondaria: alla base del collo e sotto la scena figurata motivo a ovoli.Integra.Pittore di Camarina (J.D. Beazley).425-400 a.C.

Bibl: Beazley 1963, p. 1331, 3; arias 1941, p. 13, tav. 28.4; arias 1959, pp. 280-281; pelaGatti 1996, p. 12; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 55.

(P.L.)

m4 Hydria, a f.r. Camarina, Mus. Arch. Reg, inv. 1849. Alt. m. 0,187. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Al centro donna seduta verso sinistra regge con la mano sinistra uno specchio; a sinistra, una figura femminile con capelli raccolti in un sakkos, volta

a destra, regge nella mano destra un alabastron; a destra, un’altra fanciulla con i capelli raccolti in uno chignon, si allontana retrospiciente.Pittore di Camarina (G. Giudice).425-400 a.C.

Bibl: Giudiceb 2006, p. 220, n. 105; Giudice, messina 2006, p. 57, cat. n. 22; Giudiceb 2007, p. 203, cat. n. 417, fig. 200.

(P.L.)

Pittore del Toro

m5Hydria, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24861. Alt. m. 0,120. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1114.Scena di toilette femminile.Figura femminile di profilo, stante verso destra, ha i capelli raccolti in uno chignon e trattenuti da una taenia, indossa chitone ed himation a larghe pieghe; con la mano destra tiene sollevata una cassetta rettangolare ornata di borchie, dai cui lati pende una benda. In alto a sinistra, pende un’altra benda, appesa dietro la fanciulla, con i bordi ricamati.Decorazione secondaria: alla base del collo motivo a ovoli.Pittore del Toro (G. Giudice).425-420 a.C.

Bibl: lanza 1990, p. 104, n. 1, tav. 64; Giudiceb 2006, p.

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186 Catalogo

Page 191: La Ceramica Attica a Camarina

220, n. 106

(P.L.)

m6Hydria, a f.r. Palermo, collezione Arezzo di Celano, inv. 24862. Alt. m. 0,122. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1114.Scena di toilette femminile. Una figura femminile vestita di chitone e himation, di profilo, stante verso destra, regge con entrambe le mani una cassetta decorata da due file di punti; con la mano destra tiene anche una benda. Dietro la figura, un kalathos, mentre in alto è appesa una taenia. Davanti alla figura, in alto, un alabastron.Decorazione secondaria: sul collo, fascia di ovoli e puntini; sotto la scena, linea a risparmio. Pittore del Toro (G. Giudice).425-420 a.C.

Bibl: saliBra 2002, p. 15, n. 8, fig. 18 a-b; Giudiceb 2007, pp. 214–215, cat. n. 441, fig. 208.

(M.A.V.S.)

Pittore di Ferrara T.28

m7Oinochoe, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 2693. Alt. m. 0,135. Proveniente da Camarina,

fornace Provide.Figura femminile, seduta di profilo verso sinistra, tende la mano destra e si appoggia con la sinistra ad una roccia (?). Indossa un chitone e ha i capelli raccolti in un toupet e cinti da una taenia.Decorazione secondaria: alla base del collo, fregio con ovoli. Dietro la figura, tralcio con girali stilizzato.Rotta all’altezza del collo: manca la bocca. Ricomposta ed integrata.Pittore di Ferrara T. 28 (G. Giudice).425-400 a.C.

Bibl.: pelaGatti 1996, p. 12; pisani 2006, p. 224, fig. 4; Giudiceb 2007, p. 217, n. cat. 447; pisani 2008, pp. 96-97, fig.18, pp. 100-101, cat. 206.

(R.N.)

M5

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187Catalogo

Page 192: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore di Bonn 2053

m8 Pelike, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5909. Alt. m. 0,17. Proveniente da Camarina, necropoli orientale.A) Donne stanti davanti cassetta; B) donna stante.A: scena di kosmesis. A s., una figura femminile, di profilo verso d., reca la capigliatura raccolta sulla nuca in uno chignon ed un orecchino ad anello al lobo d.; indossa chitone a fitte pieghe raccolto in vita. La mano d. è allungata verso la figura a d., si intravede la s. trattenuta alla vita. A d., una figura muliebre con capigliatura raccolta sulla nuca in uno chignon ed un orecchino ad anello al lobo s.; indossa chitone a fitte pieghe ed himation che copre la spalla s. e scende a larghe pieghe dal medesimo lato; il busto è di tre quarti nell’atto di porgere uno specchio con la mano d. protesa. Al centro della scena, a terra, una cassetta.B: figura muliebre con capigliatura raccolta sulla nuca in un sakkos; indossa chitone ed himation che copre la spalla s. e scende a larghe pieghe dal medesimo lato; il busto è di tre quarti con la mano d. protesa.Decorazione secondaria: sul collo, tra le anse, kymation ad ovuli. Breve fascia a risparmio alla base delle raffigurazioni.

Pittore di Bonn 2053 (G. Giudice).425-400 a.C.

Bibl: di steFano, pelaGatti 1998, figg. 5a, 6a; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 56; Giudiceb 2006, p. 220, n. 107; saliBra 2006, p. 346, fig. 11 a-b; Giudiceb 2007 p. 218, cat. n. 448.

(S.S.)

m9Pelike, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5916. Alt. m. 0,17. Proveniente da Camarina, necropoli orientale.A) Donne stanti davanti a cassetta; B) donna stante.A: scena di kosmesis. A s. una figura femminile, di profilo verso d. reca la capigliatura raccolta sulla nuca in uno chignon ed un orecchino ad anello al lobo d.; indossa chitone a fitte pieghe raccolto in vita. La mano d. è allungata verso d. e regge un oggetto di forma sferica. A d. una figura muliebre con capigliatura raccolta sulla nuca in uno chignon ed un orecchino ad anello al lobo s.; indossa chitone a fitte pieghe ed himation che copre la spalla s. e scende a larghe pieghe dal medesimo lato; il busto è di tre quarti. Al centro della scena, a terra, una cassetta.B: figura muliebre con capigliatura raccolta sulla nuca in un sakkos; indossa un chitone ed un himation che copre la spalla s. e scende a larghe pieghe dal medesimo lato; il busto è di tre quarti con la mano d. protesa.Decorazione secondaria: sul collo, tra le anse, kymation.Breve fascia a risparmio alla base della scena.

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188 Catalogo

Page 193: La Ceramica Attica a Camarina

Integra.Pittore di Bonn 2053 (G. Giudice).425-400 a.C.

Bibl: di steFano, pelaGatti 1998, figg. 5b, 6b; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 56; Giudiceb 2006, p. 220, n. 108; saliBra 2006, p. 346, fig. 11 a-b; Giudiceb 2007, p. 219, cat. n. 449.

(S.S.)

Gruppo di Vienna 943

m10 Lekythos aryballica, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22961. Alt. m. 0,076. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1240. Figura femminile in movimento verso destra.Figura femminile di profilo verso destra retrospiciente. Avanza con le braccia alzate quasi stesse danzando. Indossa un lungo peplo con ampio apoptygma. Il vestito asseconda il movimento del corpo allargandosi in basso.Ricomposta da frammenti. Vernice in parte evanida. Nessuna decorazione secondaria. Gruppo di Vienna 943 (G. Giudice).425-400 a.C.

Bibl: lanza 1990, p. 123, n. 1240, 2, tav. 84; Giudiceb

2006, p. 220, n. 109; Giudiceb 2007, p. 220, cat. n. 451, fig. 215.

(G.S.C.)

Pittore della Sfinge di Mainz

m11Lekythos aryballica, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24052. Alt. m. 0,07. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1011. Ricomposta da vari frammenti.Sfinge di profilo verso destra.La figura della Sfinge è lacunosa. Le zampe

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Page 194: La Ceramica Attica a Camarina

anteriori sono unite mentre si sono perdute quelle posteriori. Pittore della Sfinge di Mainz (G. Giudice).425-400 a.C.

Bibl: lanza 1990, p. 78, tav. 45; Giudiceb 2006, p. 220, n. 110; Giudiceb 2007, pp. 222-223, cat. n. 459, fig. 217.

(G.S.C.)

Pittore dell’ancella del Louvre

m12Lekythos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24001. Alt. m. 0,16. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 861. Figura femminile panneggiata in movimento verso d.; dinnanzi, elemento vegetale.Vicina al pittore dell’Ancella del Louvre (G. Giudice).425-400 a.C.

Bibl: lanza 1990, p. 60, n. 861, tav. 29; Giudiceb 2006, p. 220, n. 111; Giudiceb 2007, p. 224, cat. n. 464, fig. 219.

(S.R.)

Pittore di al mina

m13Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24881. Alt. m. 0,073. Proveniente da

Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1114. Su banda risparmiata è rappresentato un cigno di profilo verso destra, accovacciato. Tiene nel becco un elemento floreale (?).Vicina al pittore di Al Mina (G. Giudice).450-425 a.C.

Bibl: lanza 1990, p. 104, n. 4, tav. 64; Giudiceb 2006, p. 221, n. 112; Giudiceb 2007, pp. 227-228, cat. n. 471.

(R.N.)

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190 Catalogo

Page 195: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore arruffatom14Lekythos aryballica, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,06. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro.Hermes.Testa di Hermes volta a sinistra.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, fascia a riparmio.Pittore Arruffato (G. Giudice).425-400 a.C.

Bibl: lanza 1990, p. 93, n. 92, tav. 57; Giudiceb 2007, pp. 229-230, cat. n. 478, fig. 223.

(R.N.)

Pittore di Canea

m15Lekythos, a f.r., fr. di. Siracusa, Mus. Arch. Reg., sine inv. Alt. m. 0,048, largh. m. 0,037. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sporadico. Amazzone.Della decorazione principale resta la parte superiore del corpo di un’Amazzone che scocca una freccia dal suo arco teso. Indossa una tunica aderente con motivi geometrici ed alopekis sul capo.Decorazione secondaria: meandro corrente verso s. interrotto da scacchiera.Pittore di Canea (J.D. Beazley).425-400 a.C.

Bibl: orsi 1904, c. 909, fig.105; Beazley 1963, p. 1369, 2; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 57.

(G.S.C.)

m16Lekythos, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 26583. Alt. m. 0,22. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1417. Amazzone.Amazzone con busto frontale e testa di profilo a d. Con la mano s. sollevata tiene un arco ricurvo, mentre con la d. regge un akontion (o una lancia?). Veste un costume frigio a motivi geometrici, e l’alopekis. Dal copricapo fuoriescono i capelli ricci. Decorazione secondaria: sul collo, trattini; sulla

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191Catalogo

Page 196: La Ceramica Attica a Camarina

spalla, linguette; sopra e sotto la scena figurata fascia di ovuli. Riattaccato il collo; diverse scheggiature sul corpo.Pittore di Canea (J.D. Beazley).425-400 a.C.

Bibl: Beazley 1963, p. 1369, 3; riccioni 1959, p. 307, fig. 450; lanza 1990, p.140, tav. 95; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 57.

(G.S.C.)

m17Lekythos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., inv. 6580. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 185.Un’Amazzone di tre quarti verso d. Il capo, di profilo verso d., è coperto dall’alopekis da cui fuoriesce, sulla fronte, la chioma riccioluta. Indossa una lunga maglia, stretta sotto il seno

da un cinturino, decorata da fasce orizzontali con linee a zig zag e punti e con le maniche decorate a fasce orizzontali con linee verticali parallele. Reca il braccio d. piegato all’indietro e, nella mano corrispondente, stringe una lancia (akontion?), il braccio s. è alzato e coperto da una clamide. Alle spalle, all’altezza della vita, si intravede un gorytos trattenuto da una tracolla che attraversa, diagonalmente, da d. verso s., il torso dell’Amazzone.Al di sotto dell’Amazzone palmetta a foglie lanceolate iscritta in racemi, quindi tralci e convolvoli che si allungano, in alto e in basso, nel campo ai lati della scena.Decorazione secondaria: alla base del collo trattini, sulla spalla linguette; al di sopra e al di sotto della scena, corre un kymation ad ovuli marginato, in alto e in basso, da linee a

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Page 197: La Ceramica Attica a Camarina

risparmio.Pittore di Canea (G.Giudice).Gruppo di Palermo 16, Mormino Class, pittore di Canea (A. Lezzi-Hafter).Pittore di Canea (R. Salibra).425-400 a.C.

Bibl: saliBra 1999, p. 61; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 57; di steFano 2001, pp. 42-43, figg. 43-44; lezzi–haFter 2003, p. 188, n. 17; Giudiceb 2006, p. 221, n. 113; Giudiceb 2007, p. 233, cat. n. 487, fig. 226.

(S.S.)

Non attribuiti

m18 Oinochoe, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 22807. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, vicinanze sep. 91.Tre figure femminili; quella posta al centro, di profilo a sinistra, vestita di chitone fittamente panneggiato, regge una cassetta; quella a sinistra (volta a destra) ha i capelli raccolti in un sakkos e indossa chitone e himation; la terza figura femminile, posta a destra e vestita di chitone, regge una benda ed un alabastron.Ricomposta da frammenti.Verso il 420 a.C.

Bibl.: orsi 1904, cc. 907–908, figg. 102, 211; Giudiceb 2007, pp. 235–236, cat. n. 495, fig. 228.

(M.A.V.S.)m19Lekythos aryballica, a f.r. Scicli, collezione Spadaro. Alt. m. 0,08. Proveniente da Camarina.Galletto.Galletto volto a d. Dinnanzi, giraglio.425-400 a.C.

Bibl.: BenndorF 1883, p. 69, n. 7, tav. 36; saliBra 2006, p. 335.

(G.S.C.)

m20Lekythos aryballica, a f.r. Catania, Museo Civico, collezione Biscari, inv. 4202. Alt. m. 0,049. Proveniente da Camarina. Bambino che gioca a palla.Bambino di fianco d., chino in avanti, sta giocando con una palla che fa rimbalzare a terra.Decorazione secondaria: linea a risparmio sotto

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la scena figurata.Lacuna nella parte inferiore del corpo; priva dell’ansa. Diverse scrostature e vernice evanida.“Ca. 430-420 a.C.” (S. Barresi).

Bibl.: Barresi,Valastro 2000, p. 114, n. 94; Giudice, rizzone 2000, p. 305, nota 57.

(G.S.C.)

m21Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24107. Alt. m. 0,05. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi 1904, sporadica.Figura femminile.Figura femminile in movimento verso destra; veste un lungo chitone, l’himation ed ha i capelli raccolti in un toupet. Dinnanzi, elemento vegetale.Decorazione secondaria: sotto la scena decorata, fascia a risparmio.425-400 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: lanza 1990, p. 88, tav. 48, n. 42.

(G.S.C.)

m22Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 23903. Alt. m. 0,05. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 546.Delfino.

Delfino volto a sinistra, con le pinne sollevate.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, fascia a risparmio.Verso il 420 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: lanza 1990, p. 18, tav. 4, n. 3.

(G.S.C.)

m23Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg. (?). Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 186.Sfinge.Sfinge volta a sinistra; tiene la zampa destra e la coda sollevate.425-400 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: orsi 1904, c. 813, fig. 33.

(G.S.C.)

m24Lekythos aryballica, a f.r. Siracusa, Mus. Arch. Reg., inv. 24876. Alt. m. 0,068. Proveniente da Camarina, necropoli di Passo Marinaro, sep. 1188.

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Page 199: La Ceramica Attica a Camarina

Sfinge.Sfinge di profilo a destra; tiene una zampa e la coda sollevate.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, fascia a risparmio.425-400 a.C. (G. Giudice).

Bibl.: lanza 1990, p. 111, tav. 70.

(G.S.C.)

m25Chous, a f.r. Scicli, collezione Spadaro, sine inv. Alt. m. 0,07. Proveniente da Camarina.Infante.Infante gattona verso d.; dinnanzi palla e brocchetta. Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, ovuli; sotto, fascia a risparmio. “Ca. 420 b.C.” (Van Hoorn).

Bibl: BenndorF 1883, p. 69, tav. 36, 5; Van hoorn 1951,

p. 181; saliBra 2006, p. 335; Giudiceb 2007, p. 237, cat. n. 497.

(G.S.C.)

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Page 201: La Ceramica Attica a Camarina

D3bis1

Cratere a colonnette, a f.n., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace inv. 5934. Alt. m. 0,8. Proveniente da Camarina.Rimangono parte del collo e del labbro di un cratere a colonnette; sulla tesa dell’orlo cinghiale volto a destra, e parte di un volatile (?), entrambi nella tecnica a silhouette; sul suo taglio, doppia fila di foglie di edera contrapposte tra strisce di vernice. Il collo del vaso è coperto da vernice nera.Pittore del Louvre C 11266 (G. Giudice)Cfr.: il cratere a colonnette di Gela, coll. Navarra, ant. inv. 328/b (CVA Italia 54, Gela 4, tav. 4,2), e quello di Napoli, Raccolta Cumana, inv. 86323 (R.C. 20) (CVA Italia 69, Napoli 5, tav. 13,4). 530-520 a.C.

Bibl.: inedito.

(G.G.)

* Nelle more della stampa, la Prof.ssa Paola Pelagatti mi ha gentilmente fornito le foto di alcuni vasi e frammenti ancora inediti, facenti parte della collezione Pace. I vasi li-stati nell’addendum non sono conteggiati negli istogrammi che monitorano l’import della ceramica attica a Camarina.

[G.G.]

D4bisAnfora, a f.n., fr. di. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5936. Alt. m. 0, 6, largh. m. 0,85. Proveniente da Camarina.Scena di congedo del guerriero.Rimangono le teste di due guerrieri volti a sinistra. In primo piano è la testa di un oplita con il capo coperto da un elmo di tipo corinzio, che imbracciava un grande scudo rotondo di cui si conserva solamente l’antyga; in secondo piano, un personaggio maschile, barbato con berretto frigio (arciere scita?) regge in mano due lance; dinnanzi alle due figure si distingue appena una mano, che stringe le redini di una quadriga (?) ed un’asta. Sovraddipinti in paonazzo il lophos dell’elmo dell’oplita e la barba del guerriero scita.Pittore di Antimenes o sua maniera (G. Giudice).Cfr.: l’anfora di Parigi, Louvre F 219 (ABV 270, 59; BuroW 1989, p. 83, n. 38); per il rendimento del guerriero scita, l’anfora di New York, Metropolitan Museum 56.171.19 (ABV 269,43); per il disegno di entrambi, l’idria di Monaco 1695 (ABV 276,5, maniera del pittore di Antimenes) e quella di Los Angeles 50.8.5 (ABV 277,6), l’anfora di New York 41.85 (ABV 283,13, gruppo di Toronto 305).525-500 a.C.

Bibl.: inedito.

(G.G.)

ADDENDUM*

D3bis

D4bis

Page 202: La Ceramica Attica a Camarina

D4terCratere a volute, a f.n., fr. del collo. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5935. Alt. mt. 0, 72. Proveniente da Camarina.Rimane parte del collo di un cratere a volute; al centro una figura maschile, seduta verso sinistra su un diphros okladias, avvolta nell’himation, stringe in mano un’asta; dinnanzi si conservano la testa, il collo e le zampe anteriori di due destrieri; alle spalle rimangono il gluteo e la gamba di un personaggio maschile in procinto di salire su un cocchio.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, linea a vernice nera.Gruppo di Golvol (G. Giudice). Cfr.: il cratere a volute di Würzburg H 5169 (ABV 195,5; 689; PARA 80; ADD2 52); cfr. anche il cratere a volute di New York 41.162.64 (ABV 384,22) e il cratere a volute di Reggio Calabria, da Locri (ABV 386,13) .525-500 a.C.

Bibl.: inedito.

(G.G.)

F7bisLekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5906 Alt. cons. m. 0,115. Proveniente da Camarina.Combattimento oplitico.Da sinistra un guerriero in completo assetto oplitico si lancia contro un avversario, già caduto sulle ginocchia; ai lati incorniciano la scena due opliti ed un cavaliere.Combattimento di quattro opliti ed un cavaliere.Ricomposta da frammenti. Priva della parte superiore.

Cfr.: per la forma, la lekythos di Gela, coll. Navarra, ant. inv. 5 (CVA Italia 54, Gela 4, tav. 22,4).500 a.C. circa.

Bibl.: inedita.

(G.G.)

F21 quinquiesLekythos, a f.n. (fondo bianco). Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace inv. 5929. Alt. m. 0,11. Proveniente da Camarina.Quadriga in corsa.Un auriga in lunga xystis – rimane solo la parte inferiore della veste – è su un cocchio alla guida di una quadriga lanciata nella corsa; davanti a destrieri e al di sotto del ventre sono due pilastrini su plinti rettangolari; sotto le zampe, è poggiato in terra un calderone di tipo bronzeo. Sul campo, si intersecano tralci.Decorazione secondaria: il terzo inferiore del vaso è interamente a vernice nera; al di sopra, fasce a risparmio. Mancante di tutta la parte superiore del corpo, della spalla, del collo e del bocchello. Ricomposta da numerosi frammenti.Pittore di Haimon (G. Giudice).Cfr.: per la forma del vaso e per il rendimento delle zampe dei cavalli, la lekythos di Karlsruhe 187 (ABL 234,49; ABV 508,49); per la ruota del

D4ter

F7bis

198 Addendum

Page 203: La Ceramica Attica a Camarina

cocchio, la lekythos di Copenaghen 1677 (ABL 234,56); per il cocchio, la lekythos di New York, Gallatin 41.162.240 (ABV 538,30; ABL 242,30) e quella di Nicosia C 728 (ABV 539,1).500 – 484 a.C.

Bibl.: inedita.

(G.G.)

F21sexiesLekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5928. Alt. m. 0,13. Proveniente da Camarina.Scena musicale.Sul corpo rimangono due figure avvolte in himatia volte a destra; l’una è seduta sul diphros e regge in mano una lyra; l’altra, stante, suona il doppio aulos. Le fronteggia un terzo personaggio stante verso sinistra.Decorazione secondaria: sulla spalla, raggiera di boccioli di loto stilizzati; sopra la scena, doppia linea di punti, tra linee di vernice; sotto, fasce a risparmio, su fondo a vernice nera.Mancante del bocchello, del labbro, di parte della pancia e del piede. Superficie fortemente corrosa.

Gruppo di Haimon (G. Giudice).Cfr.: la lekythos di Oslo 36276 (PARA 282).500-484 a.C.

Bibl.: inedita.(G.G.)

G1bisLekythos, a v.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5930. Alt. m. 32. Proveniente da Camarina.Alla base del collo, ovuli, tra linee a risparmio.Il corpo del vaso è interamente a vernice nera.Ricomposta da frammenti.500-484 a.C.

Bibl.: inedita. (G.G.)

H23bisLekythos, a f.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5921. Alt. m. 0,105. Proveniente da Camarina.Sul corpo del vaso, motivo a scacchiera, tra linee a vernice nera; sopra e sotto, meandro corrente a destra.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, corona di bastoncelli. Il terzo inferiore del vaso è coperto da vernice.Cfr.: la lekythos di Oxford, Ashmolean museum 1879.209 (kurtz 1975, tav. 71, 2).461-450 a.C.

Bibl.: inedita.

(G.S.C.)

F21quinquies

F21sexies

G1bis H23bis

199Addendum

Page 204: La Ceramica Attica a Camarina

H23terLekythos, a f.n. (fondo bianco). Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5926. Alt. m. 0,13. Proveniente da Camarina.Sul corpo del vaso, doppia fila di punti tra linee di vernice; al di sotto motivo a losanghe, circoscritto da due righe a vernice nera.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli; nel terzo inferiore del vaso, fasce a risparmio.Cfr.: la lekythos di Oxford, Ashmolean museum 1879.209 (kurtz 1975, tav. 71, 2).461-450 a.C.

Bibl.: inedita.

(G.S.C.)

i55terLekythos, a v.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5919. Alt. m. 0,19.

Proveniente da Camarina.Alla base del collo, raggiera di linguette su fascia a risparmio.Il corpo del vaso è interamente a vernice nera.officina del pittore di Bowdoin (G. Giudice).Cfr.: la lekythos di Paestum (ARV 694,36) e quella di Città del Vaticano G.79 (ARV 694,31). 461-450 a.C.

Bibl.: inedita.

(G.S.C.)

i81bisLekythos, a v.n. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5923. Alt. m. 0, 23. Proveniente da Camarina.Alla base del collo, bastoncelli; sulla spalla, boccioli di loto stilizzati.Corpo del vaso a vernice nera.Classe ATL (G. Giudice).Cfr.: la lekythos di New York, Metropolitan Museum 41.162.136 (ARV2 720,1) e quella di Stavanger 4308 (PARA 410).Per la classe ATL vd. kurtz 1975, pp. 82-83.461-450 a.C.

Bibl.: inedita.(G.S.C.)

i111bisLekythos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5925. Alt. m. 0,9. Proveniente da Camarina.Sfinge.Sfinge accovacciata di profilo verso destra, dinnanzi ad una stele; ha i capelli raccolti in uno chignon.

H23ter

I55ter I81bis

I111bis

200 Addendum

Page 205: La Ceramica Attica a Camarina

Abrasa la decorazione secondaria sulla spalla del vaso.Cfr.: per la forma del vaso e per la decorazione secondaria, la lekythos di Reggio Calabria 27225 (ARV2 725,2). 461-450 a.C.

Bibl.: inedita.

(G.S.C.)

L126bisLekythos, a f.r. Ragusa, Mus. Arch. Reg., ex collezione Pace, inv. 5924. Alt. m. 0,75. Proveniente da Camarina.Cerbiatto.Cerbiatto in corsa verso sinistra.Decorazione secondaria: alla base del collo, corona di linguette; sulla spalla, bastoncelli; sotto la scena figurata, fascia a risparmio.Piede di restauro.Gruppo di Londra E 614 (G. Giudice).Cfr.: la lekythos di Londra E 614 (ARV2 1203,29).450-425 a.C.

Bibl.: inedita.(G.S.C.)

L126bis

201Addendum

Page 206: La Ceramica Attica a Camarina
Page 207: La Ceramica Attica a Camarina

Durante il convegno “Camarina 2600 anni dopo la fondazione. nuovi studi sulla città e sul territorio”, organizzato da G. Di Stefano e P. Pelagatti nel 20051, avevo presentato una relazione che verteva sull’analisi stilistica dei vasi attici rinvenuti a Camarina, nella necropoli di Passo Marinaro, editi a partire dal 1899 da P. Orsi2, G. Libertini3, da P. Pelagatti4, da M.T. Lanza5 ed, infine, da G. Di Stefano6, al fine di stabilire la loro cronologia e di attribuirne la paternità ai pittori del Ceramico di Atene: si trattava di più di 110 esemplari, che, quasi tutti decorati nella tecnica a figure rosse e non compresi nelle liste Beazley, necessitavano, ancor prima di una classificazione stilistica, di una determinazione cronologica.

Il paziente lavoro di filologia vascolare aveva consentito di allargare considerevolmente le nostre conoscenze sulla ceramica attica a Camarina nel corso del V secolo, portando da 118 a 230 circa il numero dei vasi e frammenti a f.r. attribuiti ed aveva, altresì, permesso di allargare lo spettro delle forme vascolari e dei pittori identificati.

Rimanevano esclusi da questo studio gran parte dei frammenti dei vasi rinvenuti sporadici sul terreno da P. Orsi durante le campagne di scavo degli anni 1899-1906 , ancora inediti7, e

1 Giudiceb 2006; vd. anche messina, Giudice 2006.2 orsi 1899; 1904; 1907; 1912.3 liBertini 1930.4 pelaGatti 1973a.5 lanza 1990.6 di steFano 1998; 1999; 2001; di steFano, pelaGatti

1998; di Vita, di steFano, d’andrea 1995.7 Un affettuoso ringraziamento va al Dott. Giovanni Di

Stefano, che mi ha affidato lo studio dei frammenti “orsi” ancora inediti.

custoditi nei magazzini del Museo Archeologico Regionale di Ragusa; sono circa 150 esemplari, dipinti nelle tecniche a figure nere e rosse, che coprono un arco cronologico piuttosto ampio, che va dal 550 a.C. al 420-410 a.C., e che un accurato esame stilistico, mi ha, in gran parte, permesso di assegnare ai maestri del Ceramico di Atene.

Pittori arcaici

Un solo frammento realizzato nella tecnica a figure nere è databile intorno alla metà del VI secolo a.C.: il coperchio di una lekanis8 (cat. 1), il primo finora rinvenuto a Camarina, ornato da denti di lupo, file di punti e boccioli di loto, in vernice nera diluita, che trova un parallelo interessante in un esemplare quasi identico conservato ad Edimburgo9.

Pittori tardoarcaici e Protoclassici

Pochi vasi - circa nove -, tra quelli analizzati, si datano nella fase ippocrateo-geloniana della città, periodo che vede un quasi esclusivo import di ceramica a figure nere; prevalente la forma della lekythos10 ed in misura minore quella della coppa skyphoide11, dipinte, entrambe, da un limitato gruppo di artigiani: i pittori di diosphos12,

8 Sulla forma della lekanis, vd. BreitFeld-Von eickstedt 1997, 55-61; lüdorF 2000.

9 Inv. n. 1953.24.10 Sulla forma della lekythos vd. sparkes, talcott

1970, 150-152; moore, philippides, Von Bothmer 1986, 43-47; kurtz 1975; de la Genière 1984, 91-98.

11 Sulla forma della coppa skyphoide, vd. hatzidakis 1984; Batino 2002.

12 Sull’atelier dei pittori di Sappho e diosphos, aBl

Le importazioni attiche a Camarina. La necropoli di Passo marinaro.

Addendum

GIADA GIUDICE

Page 208: La Ceramica Attica a Camarina

della Megera13, di Athena14, e quelli del gruppo di Haimon15. Al pittore di diosphos, in particolare, ritengo di poter attribuire un frammento di lekythos a fondo bianco (cat. 2), sul quale sono visibili le teste di due cavalli, probabilmente parte di una quadriga lanciata nella corsa; la linea del massetere piuttosto accentuata, gli occhi a mandorla, la criniera sovvraddipinta in colore paonazzo, sono elementi che, ritroviamo tutti, identici, su una lekythos di Atene (inv. CC 985).

Estremamente articolato, al contrario, è il corpus del materiale ceramico a figure rosse databile nel momento della rifondazione democratica: comprende, infatti, più di ottanta frammenti, per lo più di crateri a colonnette16, a calice ed a campana, e di lekythoi del tipo aryballico, “standard” e “secondary shape17”; contenuta la presenza di pelikai, anfore, stamnoi, coppe ed askoi18 di cui si conta un solo esemplare.

Piuttosto composito anche il quadro dei ceramografi documentati: numerosi i cosiddetti “painters of large pots”19, ed i primi manieristi, tra i quali i pittori di Mykonos20, del Frutteto21, di Alkimachos22, di Londra E 48923, di Agrigento24 ed il gruppo di Borea-Firenze25, cui sono riferibili

94-130, 232-241, appendici XI-XII; ABV 507-517; ARV2 300-304; PARA 246-255; haspels 1972, 103-109; kurtz 1975, 96-99; Frel 1983, 35-38; Grossman 1991, 13-26; juBier-Galinier 1996; juBier-Galinier 1998a, 75-85 ; juBier-Galinier 1998b, 731-748, in particolare 735 e ss. ; juBier 1999, 181-186; WeBer 2000 ; neils, oakley, 2003, 297-298; juBier-Galinier 2003, 79-89; Haspels addenda 2006, 40-45; closterman, 2007, 49-64.

13 Sull’officina del pittore della Megera, ABL 266-299; ABV 586-587, 709; PARA 292-294; kurtz 1975, 153-156; add2 139; torelli 1994, 117-125; Haspels addenda 2006, 69-72.

14 Sull’officina del pittore di Athena, ABL 254-269; ABV 522-524, 533, 704; kurtz 1975, 15-17; para 260-262; add2 130-131; Haspels addenda 2006, 60-67.

15 Sull’officina del pittore di Haimon, ABV 538-583, 705-708, 716; PARA 269-291, 357; aBl 132 e ss; kurtz 1975, 150-153; Haspels addenda 2006, 45-53.

16 Per la forma del cratere a colonnette, sparkes, talcott 1970, 54, con bibliografia; zaphiropoulou 1970, 380-398; Bakir 1974; tiVerios 1981, 120 e ss.; moore, philippides, Von Bothmer 1986, 23-25.

17 cook 1984, 149-152; cook 1991, 209-230.18 Sulla forma dell’askos, v. sparkes- talcott 1970,

157-160; massei 1978; moore 1997, 55-56.19 ARV2 483 e ss.20 ARV2 514-516, 1657; PARA 382.21 ARV2 522-528, 1657-1658; PARA 383; ADD2 254.22 ARV2 529-535, 1658; PARA 383-384; schWarz 1974,

36-38; ADD2 254.23 ARV2 546-548, 1658; PARA 385-386; ADD2 256.24 ARV2 574-579, 1659-1660; PARA 391-392; ADD2

262.25 ARV2 536-546, 1658; PARA 384-385; ADD2 255-256.

Sul pittore di Firenze vd. anche tullio 1996, 141-154. Sul

essenzialmente crateri a colonnette; fa eccezione un frammento attribuito al pittore di Mykonos sul quale è raffigurata una figura femminile con fuso (cat. 11) e che è probabilmente parte di un’hydria26.

Un ventaglio di tipologie vascolari più vario è dipinto dal pittore dei Niobidi27, di cui si sono con certezza identificati frammenti di anfore, di crateri a calice28 (anche a doppio registro29), ed a volute, di pelikai, di oinochoai30; tra i più interessanti, un coccio di cratere a calice (cat. 25) con raffigurazione di figura femminile, con corona radiata sul capo, vestita di un chitone ornato da motivo a crocette ed orlato sul collo e sulle spalle da una fila di punti, posta di tre quarti, secondo un modulo iconografico piuttosto frequente nella produzione del celebre ceramografo, che caratterizza normalmente figure maschili e femminili, come quelle che decorano i crateri a calice del Louvre G 341, di Ferrara T.313 e gli esemplari a volute di New York 07.286.84 e di Palermo G 128331, e che ricorre, anche, nella produzione di ceramografi operanti all’interno della stessa officina, quali, ad esempio, i pittori dei Satiri Villosi e di Ginevra32.

Grande fortuna sul mercato camarinese incontra anche la produzione ceramica della bottega del pittore di Villa Giulia33, specializzata nella pittura di crateri a calice ed a campana, ed hydriai di vario soggetto, e all’interno della quale operavano anche i pittori di methyse34 e di Chicago35 e, nella fase più avanzata, di Eupolis36: sono circa undici i frammenti riferibili alla loro

pittore di Borea, lezzi-haFter 2001, 131-135.26 Per la forma dell’hydria, Fölzer 1906; Beazley

1927a, 86; richter, milne, 1935, 11-12; Bloesch 1951, 35-37; diehl 1964; real 1976, 33-47; moore, philippides, Von Bothmer 1986, 35-38. Sull’hydria vd. anche schmidt 2005, in particolare 222-279.

27 ARV2 598-612, 1661, 1701-1702; PARA 394-397; ADD2 265-268.

28 Frank 1990; hüBer 1990, 57-72.29 Sui crateri a calice a doppio registro, oakley 1984,

119-127.30 Sulla forma dell’oinochoe, sparkes, talcott 1970,

58-63, 76-78 con bibliografia; Green 1972, 1-16; Green 1978, 262-269, esemplari a figure rosse di inzio V sec. a.C.; clark 1992.

31 ARV2 601,22; 602,24; 613,1; 599,2.32 Cfr. l’hydria di Odessa 26613 (ARV2 614,1; ADD2

269), il cratere a volute di New York 07.286.84 (ARV2 613,1; ADD2 268), e quello a calice di Ginevra MF 238 (ARV2 615,1; ADD2 269).

33 ARV2 618-626, 1662; PARA 398-399; ADD2 270-271.

34 ARV2 632-634; PARA 400; lezzi-haFter 1976, 102; lezzi-haFter 1988a, 325-334; ADD2 272.

35 ARV2 628-631, 1662-1663; PARA 399-400; lezzi-haFter 1976, 101-102; add2 272.

36 ARV2 1072-1074, 1681-1682; PARA 448-449; ADD2 325-326.

G. Giudice204

Page 209: La Ceramica Attica a Camarina

opera.Una scena di partenza per la caccia37 decorava,

probabilmente, il bellissimo frammento di cratere a calice (cat. 38), sul quale sono ora superstiti due uomini; a sinistra è una figura barbata, vestita di un mantello, che ricade sul braccio sinistro, lasciandogli scoperte le spalle ed il petto, dal quale pende l’aorter; regge con la mano sinistra, poggiandola sulla spalla, una lunga asta. Lo precede un personaggio similmente abbigliato ed armato.

Numerosi elementi richiamano il linguaggio figurativo del pittore di Chicago: si osservino in particolare il rendimento dell’occhio con la palpebra superiore fortemente accentuata, su cui, quasi, poggia un sopracciglio arcuato, la fluidità delle pieghe del mantello, ed il rendimento delle capigliature e della barba, caratterizzate da morbide ciocche in vernice diluita; tutti elementi che trovano un immediato confronto in una hydria di Napoli (inv. 3161), e su una oinochoe di Boston (inv.13.192)38, e che possiamo osservare anche su un piccolo frammento (cat. 42) con la testa ed il busto di un satiro verso destra; la barba e la capigliatura del sileno, il profilo dell’occhio hanno un esatto parallelo nella figura maschile dipinta su una pelike conservata a Lecce (inv. 570)39.

Affine al pittore di Chicago è quello di methyse; alla sua mano si deve un cratere a calice frammentario (cat. 44), la cui esegesi rimane ancora dubbia; sul coccio superstite sono visibili, al centro, una pelle di animale, a destra, un personaggio quasi calvo, con naso schiacciato, orecchie fortemente appuntite, pronto a scagliare un masso, che solleva all’altezza del capo, contro un avversario purtroppo perduto; l’immagine potrebbe essere letta sia come un Centauro in lotta con Eracle, sia come un Satiro in una scena di gigantomachia40.

Ci riconducono allo stile del pittore di methyse, in particolare, la decorazione secondaria, che orna il labbro del vaso, e che si compone di palmette oblique, con cuore bipartito da una fascia

37 Sulle scene di caccia, v. Fittschen 1969, 60-67; schauenBurG 1969; schmitt, schnapp 1979, 37-42; schnapp 1982, 57-74; schnapp 1988, 151-161; schnapp 1990, 49-59; schnapp 1997; lissarraGue 1990, 191-231; BarrinGer 2001; BarrinGer 2004, 12-25. Sulla tecnica della caccia, specificamente, anderson 1985, 30-56.

38 ARV2 630,30; 631,40.39 ARV2 629,23.40 Confronta liMC iii, s.v. dionysos, 477, n.656;

LIMC IV, s.v. Gigantes, 229, nn. 314-315; LIMC VIII, s.v. Kentaures, 674 e ss., nn. 12, 139, 267, 268, 362; ARV2 511,1 pittore di Kaineus; 516,5 - 517,6 pittore di Cleveland; 541,1 pittore di Firenze; 551,13 pittore di Pan; 563,7 pittore di Leningrado; 599,2 pittore dei Niobidi; 1027,1 Polignoto; 1029,18 Polignoto; 1096,3 pittore di Napoli.

semicircolare a risparmio, circoscritte da linee curve; ed ancora, i tratti del volto del personaggio, in particolare, il disegno dell’orecchio in vernice diluita, che trovano confronto nel cratere a calice di Bologna PU 28541 e in quelli di Parigi, Louvre G 403 e di New York 07.286.8542.

Completano il quadro dei vasi databili entro il secondo quarto del V secolo, il piede di un vaso conformato del pittore di Sotades43 (cat. 52), tre skyphoi44, sette coppe (cat. 53-60), di cui una attribuibile al pittore di Pistoxenos45 (cat. 56), che ha un immediato parallelo in un esemplare, quasi identico, rinvenuto proprio a Camarina, durante le campagne di scavo condotte da Paolo Orsi nei primi anni del 190046: su entrambe le coppe è visibile il capo di una figura femminile fasciato da un sakkos, che ne avvolge quasi interamente la fronte, e lascia scoperto un orecchio piuttosto grande, reso come una sorta di C rovesciata; e, ancora, sono databili tra il 461 ed il 450 sette lekythoi (cat. 44-50) opera dei pittori di Londra E 34247, della Seireniske48, di Eschine49, di Karlsruhe50, di Atene 182651, sulle quali sono raffigurate figure femminili stanti o in movimento52. Si prenda ad esempio quella attribuibile al pittore di Karlsruhe sulla quale una fanciulla con sakkos sul capo (cat. 50), vestita di chitone ed himation, regge in mano un fuso ed è in rapido movimento verso destra (cat. 50); numerosi sono i confronti possibili: i caratteri somatici della giovane (in particolare, il profilo del viso, il rendimento dell’occhio, del sopracciglio, che raggiunge sempre l’attaccatura dei capelli, della bocca, con il labbro inferiore piuttosto pronunciato, la sottolineatura del muscolo sternocleidomastoideo sul collo), il rendimento del mantello, attraversato al centro da una linea verticale, che ne interseca altre longitudinali, richiamano un po’ tutta la produzione del pittore e caratterizzano figure sia maschili che femminili, come quelle che decorano la pelike di Karlsruhe

41 ARV2 633,6.42 ARV2 633,7; 632,3.43 ARV2 763-765, 1669; PARA 415; ADD2 286-287.44 Attribuibili al pittore di Lewis, ai gruppi di San

Valentino e della Civetta.45 ARV2 859-863, 1672-1673, 1703; PARA 425-426;

ADD2 298-299.46 orsi 1904, 914, fig. 110; ARV2 862,28. Infra, cat.

I93.47 ARV2 667-672, 1664, PARA 404; ADD2 278.48 ARV2 701-704, 1667, 1702; PARA 408; ADD2 281.49 ARV2 709-722, 1667-1668, 1706; PARA 408-410;

ADD2 281-282.50 ARV2 730-739, 1668; PARA 411-412; ADD2 283.51 ARV2 745-748, 1668; PARA 413; ADD2 284.52 Sull’iconografia delle donne nella produzione

vascolare, killet 1994. Vd. anche Ferrari 2002, capp. I e II, in particolare 25-34 e 56 e ss.

Le importazioni attiche a Camarina 205

Page 210: La Ceramica Attica a Camarina

206 e la coppa di Firenze PD 42253.

Pittori classici

Gran parte dei ceramografi documentati nel terzo venticinquennio del V secolo si sono formati all’interno di botteghe già ben avviate e testimoniate a Camarina nel decennio 461-450 a.C., che, nel corso della loro attività, continuano a esportare una parte cospicua della loro produzione verso i ricchi mercati sicelioti ed in particolare verso la subcolonia siracusana. è questo, ad esempio, il caso del pittore di Achille54, di Polignoto55 e del suo gruppo56, di Nausicaa57, tutti “allievi” del pittore dei Niobidi, del pittore di Eupolis, “seguace” del pittore di Villa Giulia, dei pittori di Clio58 e di Kassel59, strettamente connessi con l’attività dei pittori di Achille e della Phiale60.

Proprio al pittore di Achille si può, forse, riferire la spalla di una lekythos a fondo bianco, con falso fondo per contenere l’olio (cat. 66), decorata da palmette con petali alternatamente rossi e neri: una tipologia vascolare, con soggetto funerario, destinata al culto dei defunti61, che per la prima volta è documentata a Camarina, ed è forse “spia” della presenza di Ateniesi nella subcolonia siracusana62; tali manufatti, infatti, all’interno della cospicua produzione del Ceramico, sembrano sostanzialmente destinati non all’esportazione, ma al consumo interno, in quanto funzionali ai costumi e alle pratiche cerimoniali proprie dell’Attica: solo sporadica è, infatti, la loro presenza nei mercati occidentali63.

Numerosi, al contrario, i vasi riferibili a Polignoto ed al suo gruppo, tra i quali crateri a campana, a calice, e le hydriai; su una,

53 ARV2 735,111; 738,148.54 ARV2 986-1001, 1676-1677, 1708; PARA 437-439;

kurtz 1975, 41-47; add2 311-313; oakley 1997.55 ARV2 1027-1033, 1678-1679, 1707; PARA .442;

ADD2 317-318; matheson 1995.56 Vd. anche oakley, Vol. II, c.d.s..57 ARV2 1106-1110, 1683; PARA 451-452; ADD2 329-

330; mannack 2001.58 ARV2 1080-1082, 1682; PARA 517; ADD2 327.59 ARV2 1083-1086, 1682; ADD2 327. 60 ARV2 1015-1024, 1678; PARA 440-441; kurtz

1975, 48-50; ADD2 315-317; oakley 1990; 1995.61 kurtz, Boardman 1971, 103-105; kurtz 1975, in

particolare, 19-21; mertens 1977; oakley 1997; Giudicec 2000; Giudicec 2002; Giudicec 2003a; Giudicec 2003b; oakley 2004, 8.

62 Giudiceb 2007, 362-364, ivi bibliografia precedente.63 Scarsi esemplari sono documentati a Spina, Selinunte,

Gela e Randazzo. Vd. martelli 1985, 177, 181; Giudiceb 2007, 362-364.

conservata solo parzialmente, è dipinta una figura femminile (cat. 78) stante verso sinistra, che regge in mano uno strumento musicale a corda64. Il rendimento della capigliatura della giovane, il profilo del volto, in particolare del naso, sul quale la narice è evidenziata da un breve trattino, e del sopracciglio, che, fortemente arcuato, accompagna con precisione la linea della palpebra superiore dell’occhio, il disegno della rima labiale sono tutti elementi che ricorrono nel gruppo di Polignoto come dimostra il confronto con le figure femminili su una hydria di Basilea65.

Al celebre maestro è riferibile anche un frammento di cratere a campana (cat. 69) sul quale è raffigurata la parte inferiore di un personaggio maschile in himation, stante in posizione frontale: significativa per il riconoscimento della “mano” dell’artigiano è proprio la rappresentazione grafica dell’orlo del mantello, resa con una morbida linea ad onda, in vernice diluita, che si ripete quasi identica anche sulle anfore di San Pietroburgo Б 192 e di South Hadley, Mount Holyoke College Art Museum 1929 BS II.466 e su un cratere a campana di New York 21.88.7367.

Un solo frammento di coppa (cat. 91) è databile nel terzo quarto del V secolo: superstite è una piccola parte dell’orlo, su cui è raffigurato un giovane con capo coronato, forse un atleta, riferibile all’opera di Aison68, cui ci riconducono la capigliatura ricciuta e il disegno della palpebra superiore dell’occhio reso con un semplice riga a vernice nera, che corre parallela al sopracciglio, come già sull’oinochoe di Londra E 524 e sulla kylix di Madrid 1126569.

Pittori tardo-classici

Due frammenti, tra quelli analizzati nei magazzini del Museo Archeologico di Ragusa, si possono datare nell’ultimo quarto del V secolo: su uno è visibile la parte inferiore della veste di una figura femminile in posizione frontale (cat. 142), sull’altro il piede di un personaggio volto a destra; al di sotto, è una fascia ad ovuli (cat.

64 Sugli strumenti musicali a corda, vd. WeGner 1949; michaelides 1978; paquette 1984, 173-185; Bélis 1988, 29-39; maas, mcintosh snyder 1989; anderson 1994; Bundrick 2005.

65 matheson 1995, 442, PE 31, tav. 90. 66 ARV2 1031,43; 1031,44.67 ARV2 1029,20.68 ARV2 1174-1177, 1685; PARA 460; cramers 1980;

lezzi-haFter 1980, 1-10; add2 339; lezzi-haFter 1992, 57-73.

69 ARV2 1175,17; 1174,1.

G. Giudice206

Page 211: La Ceramica Attica a Camarina

143); esso mostra richiami con la produzione di due ceramografi estremamente vicini tra loro, Aison ed il pittore di Meidias70, come dimostra il confronto con il chous del Ceramico di Atene 429071 e con la lekythos di New York 31.11.1372, sebbene non sia ancora possibile giungere ad un’attribuzione certa.

In conclusione, un lungo e paziente lavoro di filologia vascolare ha consentito di ampliare ulteriormente le nostre conoscenze della ceramica attica a Camarina nel corso del VI e del V secolo a.C.; ne emerge, significativamente consolidato, il quadro dei pittori e delle forme vascolari nel momento di grande rinascita della città - che vede Psaumide vincere alle Olimpiadi - e ancora, nel terzo quarto del V secolo; si conferma lo spettro dei pittori che sembrano privilegiare il mercato camarinese per l’esportazione dei propri prodotti: numerosi i vasi attribuibili alle botteghe dei pittori dei Niobidi, di Villa Giulia, al gruppo dei Manieristi, al pittore della Seireniske, di Amphitrite, di Pistoxenos, del gruppo di Polignoto, del pittore di Kleophon.

Si accresce, altresì, come già accennato, la varietà delle tipologie vascolari identificate; nel dettaglio, sono per la prima volta documentate la forma della lekanis e quella del vaso conformato, di cui come accennato, si conserva la base di appoggio, opera del pittore di Sotades; un “unicum” anche la lekythos a fondo bianco con falso fondo per contenere l’olio, databile verso il 450 a.C. ed attribuibile al pittore di Achille, probabilmente indizio delle intense relazioni commerciali e diplomatiche intercorrenti tra Camarinesi ed Ateniesi nella seconda metà del V secolo73, di cui peraltro abbiamo una chiaro riflesso, ancora per gli anni venti, nella commedia di Aristofane Gli Acarnesi74, andata in scena nel 425 a.C., nella quale si legge “Per questo io ho concluso una tregua, disgustato dallo spettacolo di uomini coi capelli bianchi nelle file dell’esercito, mentre dei giovanotti come te se la battono: chi in Tracia, con una paga di tre dracme chi a Camarina, a Gela, e a Catagela”. Questi versi sono messi in bocca a Diceopoli, agricoltore pacifista, che critica i giovani che se ne vanno lontano da Atene e dai combattimenti, prendendo la paga, cioè l’indennità di viaggio, che spettava loro come ambasciatori. Tra le località menzionate in

70 ARV2 1312-1314, 1690, 1705, 1708; PARA 477; Burn 1987; add2 361-362.

71 Burn 1987, 98, M15, tav. 33 : attribuita al pittore di Meidias e ad Aison da U. Knigge.

72 ARV2 1248,9, 1688; PARA 469; lezzi-haFter 1988a, 343, n. 239; add2 353.

73 Giudiceb 2007, 264 e ss. 74 Ar., Ach. 599 ss. (Trad. di C.F. Russo, Aristofane, Gli

Acarnesi, Bari 1953, 57).

modo esplicito dal personaggio comico compare proprio Camarina75.

In conclusione, le nuove attribuzioni accrescono in maniera significativa la nostra conoscenza della ceramica attica proveniente dalla necropoli di Passo Marinaro; i dati registrati, in futuro, se sommati a quelli raccolti nella necropoli di Rifriscolaro, in corso di studio, da F. Fouilland76, consentiranno di ricostruire in maniera completa il quadro dell’import attico nella colonia siracusana dal VI secolo fino agli inizi della guerra del Peloponneso, che vede Camarina, peraltro, inizialmente alleata di Atene.

75 Giudiceb 2007, 364. 76 Vd. Fouilland 2002, 551-554; Fouilland 2006, 109-

128.

Le importazioni attiche a Camarina 207

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Catalogo

550-525 a.C.

Cat.n.1Lekanis; parte del coperchio.H. cm. 6,0; largh. cm. 4,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadica.La decorazione, sul frammento superstite, è divisa in tre fasce: su quella superiore, sono dipinti raggi; su quella intermedia, due file di punti, tra righe a vernice diluita; su quella inferiore, boccioli di loto, legati da peduncoli ad archetto.Cron: 550-525 a.C. Bibl.: inedita.Cfr.: il coperchio della lekanis di Edimburgo 1953.24 (CVA Great Britain 16, tav.17,7-8).

500-484 a.C.

Pittore di Diosphos

Cat.n. 2Lekythos a fondo bianco; parte della spalla e del corpo del vaso.H. cm. 2,2; diam. spalla cm. 5,0.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadica.Sogg.: rimangono le teste di due cavalli in corsa verso destra.Decorazione secondaria: sulla spalla, boccioli di loto stilizzati.Cron.: 500-484 a.C.Bibl.: inedita.

Attribuibile al pittore di diosphos.Cfr.: la lekythos di Atene 463 (CC.985) (Haspels 1936, 233, n. 34, tav. 38, 2a-b).

Cat.n.3Lekythos a fondo bianco; parte del corpo del vaso.H. cm. 3; largh. cm. 2,9.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1896, sporadica.Sogg.: rimangono il collo e le zampe dei cavalli di una quadriga.Cron.: 500-484 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore di diosphos.Cfr.: supra.

Cat.n.4Lekythos a fondo bianco; parte del corpo del vaso.

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H. cm. 2,2; largh. cm. 1,6.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1896, sporadica.Sogg.: rimangono il collo e il dorso dei cavalli di una quadriga.Cron.: 500-484 a.C.Bibl.: inedita.Vicina al pittore di diosphos.Cfr.: una lekythos del mercato antiquario (ABV 511,6).

Cat.n.5Lekythos a fondo bianco; parte del corpo del vaso.H. cm. 4,5; largh. cm. 3,6. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1899, sporadica.Sogg.: visibile solo una piccola parte della decorazione secondaria; tripla fila di punti tra linee di vernice.Cron.: 500-484 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile all’officina del pittore di diosphos.Cfr.: la lekythos di Parigi, Louvre MNB 909 (Haspels 1936, 235, 70, tav. 39,1; ABV 508,70; ARV2 301,4; ADD2 212; Kurtz 1975, tav. 58, 2a-c; Haspels addenda 2006, 41).

Pittore della Megera

Cat.n.6Lekythos a fondo bianco; parte della spalla e del

corpo.H. cm. 8,1.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1899, sporadica.Sogg.: palmette verticali.Decorazione secondaria. Al di sotto della spalla, meandro corrente a destra.Cron.: 500-484 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore della Megera.Cfr.: le lekythoi di Atene, Museo del Ceramico (Haspels 1936, 266, n. 6, tavv. 50,4, 51,3; ARV2 751; PARA 292; Haspels addenda 2006, 69), Museo Nazionale 487 (CC.969) (haspels 1936, 267, n. 11, tav. 50, 1d; Haspels addenda 2006, 69).

Cat.n.7 Lekythos; parte del terzo inferiore del vaso.H. cm. 6,1. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadica.Sogg.: foglie di edera ai lati di una linea di colore nero.Cron.: 500-484 a.C.

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Le importazioni attiche a Camarina 209

Page 214: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore della Megera.Cfr.: la lekythos di Atene, Museo del Ceramico (Haspels 1936, 266, n. 6; Kurtz 1975, tav. 70,5; Haspels addenda 2006, 69).

Pittore di Athena

Cat.n.8Lekythos, parte della spalla e del collo.H. cm. 4,4; diam. max. cm. 5,2. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadica.Sogg.: visibili quattro palmette alternativamente orizzontali e verticali, sorgenti da girali.Decorazione secondaria: bastoncelli alla base del collo.Cron.: 500-484 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore di Athena.Cfr.: la lekythos di Palermo, coll. Mormino, inv.

794 (Banco di Sicilia 1992, 117, D129).

Gruppo di Haimon

Cat.n.9Coppa skyphoide; parte dell’orlo e della parete.H. cm. 5,5; largh. cm. 8,6Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadica.Sogg.: figura panneggiata volta a destra. Sullo sfondo, tralci.Cron.: 500-484 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al gruppo di Haimon.Cfr.: le coppe di Palermo, coll. Mormino, inv. 381 e 1648 (Banco di Sicilia 1992, 145-146, D217 e D219).

Cat.n.10Coppa skyphoide; parte dell’orlo e della parete.H. cm. 3,3; largh. cm. 4,1. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1896, sporadica.Sogg.: a sinistra, figura maschile realizzata nella tecnica a silhouette; a destra figura femminile con capelli raccolti in uno chignon, in movimento verso destra, ma retrospiciente. Sullo sfondo, tralci.Cron.: 500-484 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al gruppo di Lańcut.Cfr.: le coppe di Roma, Villa Giulia 6699 (ABV 576,12) e di Berkeley 8.444 (ABV 577,27); v. anche per il rendimento della figura femminile, l’hydria di Catania 654 (ABV 556,440; PARA 283; Haimon Group)..

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Page 215: La Ceramica Attica a Camarina

461-450 a.C.

Pittore di Mykonos

Cat.n.11Vaso di forma aperta, fr. di.H. cm. 9,35; largh. cm. 10,0. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico, cassetta 9.Sogg.: figura femminile, seduta verso destra, regge in mano un fuso.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Mykonos.Cfr.: l’hydria di Varsavia 142361 (ARV2 515,14); il lebete nuziale di Mykonos (ARV2 514,1); ed il frammento di vaso di Atene, Agorà P 9464 (ARV2 516,17).

Pittore del Frutteto

Cat.n.12Cratere a colonnette (?); parte della parete.H. cm. 5,7; largh. cm. 3,6.

Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: testa e busto di figura completamente avvolta nell’himation.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore del Frutteto o alla sua maniera.Cfr.: la neck-amphora di Mykonos (ARV2 525,45); il frammento di hydria di Atene, Agorà P 15086 (ARV2 527,72), e le pelikai di Mykonos 5938 (ARV2 526,54) e di Londra E 358 (ARV2 526,49).

Cat.n.13Cratere a colonnette (?); parte della parete.H. cm. 0,05; largh. cm. 0,092.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: personaggio, vestito di himation che gli lascia scoperta la spalla destra, regge in mano un bastone.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore del Frutteto.Cfr.: il cratere a colonnette di Ferrara T. 364 (ARV2 524,19; PARA 383).

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Le importazioni attiche a Camarina 211

Page 216: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore di Alkimachos

Cat.n.14Cratere a colonnette; parte della parete.H. cm. 18,5; largh. cm. 8,4. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, 1896-1899, sporadico.Sogg.: figura ammantata di profilo a destra.Decorazione secondaria: a lato della scena figurata, doppia fila di punti tra linee di vernice.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Alkimachos.Cfr.: il cratere a colonnette di Madrid 11042 (ARV2 532,49) e l’anfora di Madrid 32671 (ARV2

530,18).

Cat.n.15Cratere a colonnette; parte della parete.H. cm. 3,4; largh. cm. 3,6. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, 1896-1899, sporadico.Sogg.: testa di mulo verso destra.Decorazione secondaria: sopra la scena decorata, bastoncelli.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Alkimachos.Cfr.: il cratere a colonnette di Vienna 835 (ARV2 531,41).

Gruppo di Borea-Firenze

Cat.n.16Vaso di forma chiusa; fr. della parete.H. cm. 2,7; largh. cm. 6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.

Sogg.: rimane il torso, parzialmente coperto dall’himation, di un personaggio maschile verso destra.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al gruppo di Borea-Firenze.Cfr.: per il rendimento del muscolo grande pettorale, il cratere a colonnette di Siracusa 21189 (ARV2 541,4); per l’himation, il cratere a colonnette di Firenze 4029 (ARV2 542,34), di Rennes 716 (ARV2 543,39bis; ADD2 256) e di Lecce 598 (ARV2 537,14; PARA 384; ADD2 255).

Pittore di Firenze

Cat.n.17Cratere a colonnette; parte della parete.H. cm. 6,4; largh. cm. 9,6, Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: figura maschile ammantata verso destra; visibile anche il piede di un secondo personaggio in movimento verso destra.Decorazione secondaria: doppia fila di punti, tra linee di vernice.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Firenze.Cfr.: il cratere a colonnette di Cefalù (ARV2

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Page 217: La Ceramica Attica a Camarina

541,5; ADD2 256) e quelli di Ferrara 2795 (ARV2

541,7 ; PARA 385; ADD2 256) e di Cape Town (ARV2 543,45).

Pittore di Londra E 489

Cat.n.18Cratere a colonnette; parte della parete.H. cm. 6,1; largh. cm. 12,2. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: capigliatura di figura femminile volta a sinistra.Decorazione secondaria: sopra la scena principale, bastoncelli; a lato, doppia fila di punti tra linee di vernice.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Londra E 489.Cfr.: il cratere a colonnette di Roma, Villa Giulia 50646 (ARV2 546,8; 1658; ADD2 256) e quello di Ferrara 3004 (ARV2 548,36; PARA 386; ADD2 256).

Pittore di Agrigento

Cat.n.19Cratere a colonnette; parte della parete.H. cm. 4,4; largh. cm. 6,6. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del

1906, sporadico.Sogg.: figura di ammantato volto a sinistra; probabilmente si appoggiava ad un bastone.Decorazione secondaria: a lato della scena figurata, doppia fila di foglie di edera tra linee di vernice.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Agrigento.Cfr.: per la decorazione secondaria, il cratere a colonnette di Oxford 1927.1 (ARV2 574,3; ADD2 262) e, per il soggetto, quelli di Yale 1933.175 (ARV2 576,45; ADD2 262), di Roma, Villa Giulia 14217 (ARV2 574,11), di Siracusa 53237 (ARV2 575,15) e di Ferrara T. 31 VP (ARV2 576,40; PARA 391).

Cat.n.20Cratere; fr. della parete.H. cm. 9,1; largh. cm. 8,2. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1896-1899, sporadico.Sogg.: satiro verso destra; regge in mano un otre.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Agrigento.Cfr.: il cratere a colonnette di Siracusa, da Camarina (ARV2 575,28) e per il rendimento della mano destra, quello di Roma, Villa Giulia 846 (ARV2 575,20) l’hydria di Indianapolis, J.Herron Art Institute 47.34 (ARV2 579,33; ADD2 262) e il cratere a campana di Parigi, Louvre G 369 (ARV2 577,60).

Cat.n.21Cratere a colonnette; parte della parete.H. cm. 4; largh. cm. 6,2. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: visibili i piedi di una figura rivolta a

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sinistra.Decorazione secondaria: foglie di edera, tra linee di vernice.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Agrigento.Cfr.: il lato B del cratere a colonnette di Vienna 770 (ARV2 576,33; PARA 262; ADD2 262), quello di Ferrara T.31 A VP (ARV2 576,40; PARA 391) ed il cratere a campana di Parigi, Louvre G369 ARV2 577,60).

Pittore dei Niobidi

Cat.n.22Anfora; parte del collo e della spalla.H. cm. 3,6; largh. cm. 5. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1896, sporadica.Sogg.: sul collo, girale; sulla spalla, bastoncelli tra linee di vernice. Visibile, al di sopra, parte dell’elmo di un guerriero.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore dei Niobidi.Cfr.: l’anfora di Roma, Musei Vaticani 17.854 (ARV2 605,60; pranGe 1989, N76, p.197, tav.44) e quelle di Londra, British museum E 274 ( ARV2

604,53; pranGe 1989, N 69, p.195, tav.46); di Leida PC 78 (ARV2 605,58; 1702; pranGe 1989, p.196, N74, tav.29; ADD2 267).

Cat.n.23Vaso di forma aperta; parte di parete.H. cm. 3,4; largh. cm. 6,8. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: a sinistra, è visibile una mano che regge una oinochoe; a destra, il braccio proteso, su cui poggia il mantello di un personaggio con phiale.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore dei Niobidi o alla sua maniera.Cfr.: la pelike di Capua 1391 (ARV2 603,46; PranGe 1989, p.192, N58).

Cat.24Cratere a calice, fr. di.H. cm. 11,2; largh. cm. 7,7.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: parte della testa e la spalla destra di una figura femminile, volta a sinistra; raccoglie i capelli in un sakkos e veste il peplo.Decorazione secondaria: a destra, rimane una palmetta orizzontale circoscritta da pelte desinenti in girali, con petali; a sinistra, si contrappongono nuovamente girali; al centro losanga.Cron.: 461-450 a.C.Attribuibile al pittore dei Niobidi.Cfr.: il cratere a calice di Ferrara 2891 (ARV2

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602,24; 1661; PARA 395; PranGe 1989, 187-188, N32; ADD2 266).

Cat.n.25Cratere a calice; parte dell’orlo e della parete.H. cm.10,1, largh. cm.9,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1899, sporadico.Sogg.: testa e spalla destra di figura femminile con corona radiata; veste il peplo.Decorazione secondaria: a destra, rimane una palmetta orizzontale circoscritta da pelte desinenti in girali, con petali; a sinistra, si contrappongono nuovamente girali; al centro losanga.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore dei Niobidi.Cfr: il cratere a calice di Ferrara 2891 (ARV2

602,24; 1661; PARA 395; PranGe 1989, pp.187-188, N32; ADD2 266) , la pelike di Königsberg F 162 (ARV2 603,44; PranGe 1989, p.192, N56); per la testa di tre quarti, v. il cratere a volute di Agrigento 8952 (ARV2 599,2; 1661; PARA 394; PranGe 1989, p.180, N2).

Cat.n.26Cratere a calice; terzo inferiore del vaso.H. cm.4,7; largh. cm.3,2. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1899, sporadico.Sogg.: palmetta e bocciolo di loto – conservato solo parzialmente – sorgenti da girali.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore dei Niobidi.Cfr.: il cratere a calice di Parigi, Louvre G 341 (ARV2 601,22; pranGe 1989, p.186, N25, tav.7; ADD2 266) .

Cat.n.27 Cratere (a volute?); terzo inferiore del vaso.H. cm. 2,9; largh. cm.5,3.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: parte di palmetta e bocciolo di loto.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore dei Niobidi.Cfr.: il cratere a volute di Bologna, Pell. 269 (ARV2 599,8; PARA 395; pranGe 1989, p.182, N9,

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tav. 37; ADD2 266), il cratere a calice di Parigi, Louvre G 341 (ARV2 601,22; 1661; PARA 395; pranGe 1989, p.186, N25, tav.7) e la pelike di Königsberg F 162 (ARV2 603,44; pranGe 1989, p.192, N56).

Cat.n.28Vaso di forma chiusa; parte della parete.H. cm. 6,9; largh. cm. 8,9.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: al centro, la parte inferiore di una figura maschile in himation, stante frontalmente; a destra, una figura femminile di cui si conservano parte della veste ed i piedi (a sinistra).Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, meandro corrente a destra intervallato da croci.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore dei Niobidi.Cfr.: il cratere a volute di Boston 33.56 (ARV2 600,12; PARA 395; pranGe 1989, p. 184, N 13; ADD2 266) e quello di Parigi, Louvre G 343 (ARV2 600,17; pranGe 1989, pp. 184-185, N 20; ADD2 266); il cratere a campana di Perugia 846 (ARV2 603,34; pranGe 1989, p. 190, N 44; ADD2 267).

Cat.n.29Vaso di forma aperta; parte della parete.H. cm. 3,9; largh. cm. 6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi,

sporadico.Sogg.: Centauromachia? Rimangono il gluteo e la coda di un cavallo (?) ed il piede di un personaggio.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore dei Niobidi.Cfr.: per il soggetto, il cratere a volute di Berlino 2403 (ARV2 599,9; pranGe 1989, p. 182, N 10; ADD2 266) e quello di Bologna 268 (ARV2 598,2; PARA 394; pranGe 1989, p. 180, N 1; ADD2 265); per il rendimento del piede, il cratere a calice di Parigi, Louvre G 341 (ARV2 601,22; PARA 395; pranGe 1989, p.186, N 25; ADD2 266).

Cat.n.30Vaso di forma aperta, due frr. combacianti di; parte della parete.H. cm. 9,9; largh.cm. 9.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadici.Sogg.: parte mediana del peplo di una figura femminile in movimento verso destra.Cron.: 461-450 a.C. Bibl.: inediti.Attribubili al pittore dei Niobidi o alla sua maniera.Cfr.: l’oinochoe di Firenze 4007 (ARV2 607,85; pranGe 1989, p. 202, N 106) e l’hydria di Laon 37.1027 (ARV2 611,37, PARA 396; pranGe 1989, p. 215, GN 52).

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Page 221: La Ceramica Attica a Camarina

Cat.n.31Pelike; parte del collo e della parete.H. cm. 8,7; largh. cm. 8,2. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadica.Sogg.: alla base del collo, palmette oblique, contrapposte e circoscritte da pelte desinenti in girali.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore dei Niobidi?Cfr.: la pelike di Karlsruhe 205 (ARV2 604,49; PranGe 1989, p.193, N61, tav. 6; ADD2 267), quelle di Parigi, Louvre G 431 (ARV2 604,48; PranGe 1989, p.1989, N60, tav. 23; ADD2 267), di Königsberg F 162 (ARV2 603,44; PranGe 1989, p.192, N56), e l’hydria di Mississipi, Museo dell’Università (ARV2 611,35; PranGe 1989, p. 215, GN50).

Cat.n.32Parete di vaso, fr. di.H. cm. 5; largh. cm. 5,1. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1899, sporadico.Sogg.: palmette circoscritte da pelte. Il petalo centrale è lanceolato. Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore dei Niobidi ?Cfr.: l’oinochoe di Parigi, Cabinet des médailles 460 (ARV2 606,83; PranGe 1989, p. 202, N104, tav. 31; ADD2 267).

Cat.n.33Anfora; parte del collo e della parete.H. cm. 10; largh. cm. 11.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1904. Ragusa, Museo Archeologico Regionale, inv. 24129, sporadica.

Sogg.: sul collo, palmette circoscritte da pelte e bocciolo di loto; nel punto di congiunzione con il corpo del vaso, bastoncelli.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: lanza 1990, p. 90, n. 64, tav. 53.Attribuibile al pittore dei Niobidi?Cfr.: supra.

Cat.n.34Cratere a calice, fr. di ? Parte della parete.H. cm. 7; largh. cm. 12.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.Sogg.: scena di simposio? A sinistra, colonna dorica; al centro, sono visibili parte di una kline e trapeza. Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore dei Niobidi. Cfr.: il cratere a calice a doppio registro di Batumi (pranGe 1989, p. 188, N33, tav. 34).

Pittore di Villa Giulia

Cat.n.35Cratere a colonnette; parte del collo.H. cm. 5,7; largh. cm. 5,8.Prov.: Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.

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Sogg.: foglie di edera e corimbi ai lati di una linea di colore nero.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Villa Giulia. Cfr.: il cratere a colonnette di Ferrara 2790 (ARV2 620,28; ADD2 270).

Cat.n.36Vaso di forma chiusa; parte della parete.H. cm. 7,3; largh. cm. 7,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimangono parte della clamide, il braccio e la mano che sostiene la doppia lancia di un giovane probabilmente stante, con il busto frontale.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Villa Giulia.Cfr.: l’hydria di Edimburgo 1872.23.11 (ARV2

623,65).

Cat.n.37Cratere a campana; parte della parete.H. cm. 13,4; largh. cm. 7,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi

1896-1899, sporadico.Sogg.: rimane la parte inferiore del chitone di una figura volta a destra.Decorazione secondaria: meandro verso sinistra, interrotto da croce.Cron.: 461-440 a.C.Bibl.: inedito.Tra il pittore di Villa Giulia ed il pittore di Eupolis.Cfr.: l’hydria di New York 313.1 (ARV2 623,69; ADD2 271) ed il cratere a campana di Vienna 1772 (ARV2 1072,1; ADD2 325).

Pittore di Chicago

Cat.n.38Cratere a calice; parte dell’orlo e della parete.H. cm. 14,0; largh. cm. 23,4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1898, sporadico.Sogg.: a sinistra un personaggio maschile barbato, vestito di un himation che gli lascia la spalla destra scoperta, regge con la mano sinistra una lancia (?), che poggia sulla spalla; lo precede un altro personaggio similmente abbigliato, che stringe la lancia (?) nella destra.Decorazione secondaria: palmette orizzontali, circoscritte da pelte desinenti in girali, contrapposte e separate da losanghe.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Chicago.Cfr.: per il rendimento delle due figure maschili, l’oinochoe di Boston 13.192 (ARV2 631,40; 1571; ADD2 272), il cratere a volute di Ferrara 45685 (ARV2 628,1; 1662; PARA 399; ADD2 272); lo stamnos di Cracovia 1081 (ARV2 629,14). Vd. anche per il rendimento dell’occhio, il cratere a calice di Mosca I B 732 (ARV2 618,4; PARA 398; ADD2 270) e l’anfora di Monaco 2320 (ARV2 621,45; 1662; ADD2 270).

Cat.n.39Vaso di forma chiusa; Parte della parete.H. cm.6,0; largh. cm.10,4.

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Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: si conserva la parte inferiore di una figura femminile in chitone, volta a sinistra.Decorazione secondaria: meandro corrente a destra, intervallato da croce.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Chicago.Cfr.: gli stamnoi di Chicago 1889.22 (ARV2 628,4; ADD2 272), di Oxford 1929.779 (ARV2 628,7; PARA 399), di Cracovia 1081 (ARV2 629,14) e l’hydria di Zurigo, Roš (ARV2 630, 36).

Cat.n.40Cratere a campana; parte della parete.H. cm.12,4; largh. cm.13,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1899, sporadico.Sogg.: a sinistra, si riconosce una figura femminile in chitone ed himation seduta a s. su un klismos; a destra rimane la parte inferiore di un’altra donna, similmente abbigliata, stante a s.Decorazione secondaria: sotto la scena principale, meandro corrente a sinistra, intervallato da scacchiera.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Chicago.Cfr.: per le fitte pieghe del chitone di entrambe le figure, la coppa di Londra E 88 (ARV2 631,43) e lo stamnos di Boston 90.155 (ARV2 621,34; ADD2 270, pittore di Villa Giulia); per le pieghe dell’himation della figura a destra, lo stamnos di Chicago 1889.22 (ARV2 628,4; ADD2 272); per decorazione secondaria, vd. l’oinochoe di Boston 13.197 (ARV2 630, 37; ADD2 272); il cratere a calice di Mosca I B 732 (ARV2 618,4; PARA 398; ADD2 270: pittore di Villa Giulia) e l’oinochoe di Parigi, Louvre G 440 (ARV2 633,11; ADD2 272 pittore di methyse).

Cat.n.41Stamnos (?), fr. di.H. cm. 5,2; largh. cm.7,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1905, sporadico.Sogg.: palmetta circoscritta da pelta.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Chicago.Cfr.: gli stamnoi di Chicago 1889.22 (ARV2 628,4; ADD2 272) e di Cracovia 1081 (ARV2 629,14).

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Page 224: La Ceramica Attica a Camarina

Cat.n.42Vaso di forma chiusa; parte della pareteH. cm. 6,9; largh. cm. 8,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1905, sporadico.Sogg.: parte superiore di un satiro volto a destra.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Chicago.Cfr.: l’oinochoe di Boston 13.197 (ARV2 630,37; ADD2 272). Cfr. anche il cratere a calice di Berlino 4497 (ARV2 619,9; ADD2 270; pittore di Villa Giulia) e quello a colonnette di Roma, Villa Giulia 3582 (ARV2 1073,12; pittore di Eupolis).

Pittore di Methyse

Cat.n.43Cratere a campana, due frr. di; parte dell’orlo.H. cm.6,6 ; largh. cm.11; h. 6,7; largh. cm.18,7. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.Sogg.: fregio serpentiforme tra fasce d’ovuli. Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di methyse o al pittore di Chicago.Cfr.: i crateri a campana di Boston 10.215 (ARV2 629,20) e di New York 07.286.85 (ARV2 632,3; ADD2 272).

Cat.n.44Cratere a calice; parte dell’orlo e della parete.H. cm. 9,4; largh. cm. 12,7.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1898, sporadico.Sogg.: a destra, una figura maschile (un satiro? Un centauro?) porta le braccia all’indietro per scagliare un grosso masso; a sinistra, una pelle di animale (?).Decorazione secondaria: palmette oblique contrapposte, poggianti su girali.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.officina del pittore di Villa Giulia. Attribuibile al pittore di methyse? Cfr.: per il rendimento della testa del satiro, dell’occhio e dell’orecchio, il cratere a campana di New York 07.286.85 (ARV2 632,3; ADD2 272); per la decorazione secondaria, il cratere a calice di Bologna PU 285 (ARV2 633,6; 1663; ADD2 272); con qualche differenza vd. anche il cratere a colonnette di Roma, Villa Giulia 3589 (ARV2 628,3; ADD2 271: pittore di Chicago), l’hydria di Roma, Musei Vaticani 16509 (ARV2 623,72; ADD2 271) ed il cratere a campana di Londra E 492 (ARV2 619,16; ADD2 270: pittore di Villa Giulia).

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Page 225: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore di Londra E 342

Cat.n.45Lekythos; fr. della parete.H. cm. 3,1; largh. cm. 5,2.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.Sogg.: rimane parte della veste di una figura che reggeva un’oinochoe.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Londra E 342 o alla sua maniera. Cfr.: la lekythos di Bologna PU 320 (ARV2 1664,44bis), quella di Mainz, Johannes Gutenberg universität 119 (ARV2 670,13) e l’anfora di Monaco 2341 (ARV2 668,30).

Pittore della Seireniske

Cat.n.46Lekythos.H.cm. 7; diam. cm. 10.Prov.: Camarina, necropoli di Passo Marinaro, scavi Orsi, sep. 887.Sogg.: sul corpo del vaso, Nike in movimento verso destra.Decorazione secondaria: alla base del collo, linguette; sulla spalla, bastoncelli; sopra la scena figurata, meandro corrente a destra.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: lanza 1990, p. 63, tav. 34.Attribuibile al pittore della Seireniske.Cfr: la lekythos di Mannheim 7 (ARV2 704,63) e quella di Ginevra I 19 (ARV2 704,65; PARA 408).

Cat.n.47Lekythos; priva del labbro, piede di restauro.H. cm. 6,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1906, sporadica.Sogg.: figura femminile in chitone ed himation

seduta verso destra; regge in mano uno specchio. Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore della Seireniske.Cfr.: la lekythos di Siracusa 43988 (ARV2 1667,8 quater, seguace del pittore della Seireniske).

Cat.n.48Lekythos aryballica; parte della parete.H. cm. 2.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadica.

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Page 226: La Ceramica Attica a Camarina

Sogg.: figura avvolta nell’himation regge in mano delle spighe (?).Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Richiama la produzione del pittore della Seireniske.Cfr.: la lekythos di Losanna 77 (ARV2 1667).

Pittore di Eschine

Cat.n.49Lekythos aryballica.H. cm.10.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sep. 971.Sogg.: figura femminile in movimento verso destra, in direzione di un altare.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: lanza 1990, p. 73, sep. 971, n. 1, tav. 41.Il rendimento dell’orlo del mantello della figura ricorda la produzione del pittore di Eschine.Cfr.: le lekythoi di Altenburg 287 (ARV2 717,235; 1667), di Basilea 1921.366 (ARV2 712,78), di New York 9032 (ARV2 732,40) e di Laon 8833 (ARV2 719,7).

Pittore di Karlsruhe

Cat.n.50Lekythos frammentaria.H. cm. 10.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, inv. 24091. Sogg.: figura femminile, in movimento verso destra, regge in mano un fuso; veste chitone ed himation e raccoglie i capelli in un sakkos.Decorazione secondaria: alla base del collo e sulla spalla, bastoncelli; sopra la scena figurata, meandro verso destra.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: lanza 1990, p. 86, tav. 4877. Attribuibile al pittore di Karlsruhe.Cfr.: la lekythos di Kyoto 136 (ARV2 731,24; ADD2 283) e quella, identica, di Cambridge, Fitzwilliam Museum GR 120.1864 (ARV2 731,27).

Pittore di Atene 1826

Cat.n.51Lekythos; parte della spalla.H. cm. 4,1; largh. cm.7,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadica.Sogg.: palmetta circoscritta da linea curva.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.

77 La Lanza erroneamente considera il vaso compreso nelle liste Beazley e fornisce un riferimento bibliografico ARV2 1022,132 inesistente.

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Page 227: La Ceramica Attica a Camarina

Attribuibile al pittore di Atene 1826.Cfr.: la lekythos di Atene 17493 (ARV2 746,18).

Pittore di Sotades

Cat.n.52Vaso conformato; fr. del piede.H. cm. 2,4; largh. cm. 9,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1906, sporadico.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Sotades o alla sua officina.Cfr.: i vasi conformati di Basilea, mercato antiquario (ARV2 1669,2bis; PARA 415) e di Bonn 545 (ARV2 766,4).

Cat. n.53Coppa; fr. dell’orlo e della parete.H. cm. 3,5; largh. cm. 5,4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadica.Sogg.: palmetta circoscritta all’interno di una linea curva.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Vicina al pittore di Sotades.Cfr.: la coppa di Siracusa 26612, da Camarina (ARV2 770,3).

Pittore di Amphitrite

Cat.n.54Coppa; parte della vasca.H. cm.3,5; largh. cm.6,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi

1896, sporadica.Sogg.: parte inferiore di una figura maschile in himation, che si appoggia ad un bastone.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore di Amphitrite.Cfr.: lo skyphos di Altenburg 271 (ARV2 832,31; 1672; ADD2 295).

Pittore di Sabouroff

Cat.n.55Coppa; parte della vasca.H. cm. 2,8; largh. cm. 5,1.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1896, sporadica.Sogg.: parte inferiore di una figura femminile in chitone ed himation volta a destra; davanti, ara (?); alle sue spalle, girali (?).Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore di Sabouroff.

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Le importazioni attiche a Camarina

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Page 228: La Ceramica Attica a Camarina

Cfr.: la coppa di Mannheim Cg 182 (ARV2 838,18; KaVVadias 2000, p. 179, tav. 23, n. 17) e quella di Lipsia T 3577 (ARV2 838,1; KaVVadias 2000, p.179, tav. 25, n. 18).

Pittore di Pistoxenos

Cat.n.56Coppa; parte della vasca.H. cm. 3,7; largh. cm. 3,4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, cass.10, sporadica.Sogg.: rimane la testa di una figura femminile volta a sinistra; un sakkos le copre i capelli.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore di Pistoxenos.Cfr.: la coppa di Siracusa 23639 (ARV2 862,28; ADD2 298) e quella di Taranto (ARV2 862,29); per il rendimento del sakkos, la coppa di Todi 201.598 (ARV2 861,11; ADD2 298) e quella di Firenze 75770 (ARV2 861,15; ADD2 298); per il disegno dell’orecchio, lo skyphos di Schwerin 708 (ARV2 862,30; 1672; PARA 425; ADD2 298).

Cat.n.57Coppa; parte dell’orlo e della vasca.H. cm. 3,8; largh. cm.8,7.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, cass.10, sporadica.Sogg.: a destra, l’orecchio, la criniera, e l’occhio di un cavallo; a sinistra, il corno di un bue?Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore di Pistoxenos.Cfr.: la coppa di Todi 201.598 (ARV2 861,11; ADD2 298) e quella di Siracusa 23639 (ARV2 862,28; ADD2 298).

Cat.n.58Coppa; parte della vasca. Probabilmente pertinente al vaso che precede.H. cm. 3,4; largh. cm. 5,7.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadica.Sogg.: rimane il corno di un bue (?).Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore di Pistoxenos.Cfr.: la coppa di Todi 201.598 (ARV2 861,11; ADD2 298) e quella di Siracusa 23639 (ARV2 862,28; ADD2 298).

Cat.n.59Coppa; parte dell’orlo e della vasca.H. cm. 4,1; largh. cm. 3,9.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896, sporadica.Sogg.: a sinistra, la mano di un personaggio che regge un bastone; a destra, una colonna dorica e parte di un’architrave.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.

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Page 229: La Ceramica Attica a Camarina

Attribuibile al pittore di Pistoxenos.Cfr.: la coppa di Monaco 2653 (ARV2 861,10; 1598; 1672; ADD2 298).

Cat.n.60Coppa; parte della vasca.H. cm. 2,9; largh. cm. 10,1.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadica.Sogg.: girali e petali.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore di Pistoxenos.Cfr.: supra.

Pittore di Bologna 417

Cat.n.61Askos (bocchello di restauro).Diam. cm. 9,2.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, cass. 9, sporadico.Sogg.: due giovani simposiasti semisdraiati si appoggiano a cuscini; vestono entrambi un himation, che avvolge loro le gambe.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Bologna 417.Cfr.: per la forma vascolare, l’askos di Francoforte VF, ß 420 (PARA 430; ADD2 304); per il volto e la capigliatura dei due giovani, la coppa di Orvieto 1037 (ARV2 918,5).

Pittore di Lewis

Cat.n.62Skyphos; parte dell’orlo e della parete.H. cm. 3,5; largh. cm. 5,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1896, sporadico.Sogg.: giovane con clamide volto a sinistra.Cron: 461-450 a.C.Bibl.: orsi 1899, c. 254, fig. 45.Attribuibile al pittore di Lewis o alla sua maniera. Cfr.: per il profilo del volto, lo skyphos di Reggio, da Locri (ARV2 973,6bis) e quello di Siracusa 23636 (ARV2 975,33); per la capigliatura del giovane, lo skyphos di Taranto, inv.143570 (CVA Italia 70, tav. 26).

Cat.n.63Skyphos; parte della parete.H. cm. 3,3; largh. cm. 5,1.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg: rimangono il piede e parte della gamba di un personaggio in movimento verso destra.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Lewis o alla sua maniera.Cfr.: gli skyphoi di Capua 226 (ARV2 973,16), di Reggio 3877 (ARV2 974,25), e 4134 (ARV2 975,3, maniera del pittore di Lewis).

Le importazioni attiche a Camarina

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Page 230: La Ceramica Attica a Camarina

Gruppo degli “owl Skyphoi”

Cat.n.64Skyphos; parte della parete e del piede.H. cm. 3,5; largh. cm. 6,2.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: parte di una foglia di ulivo.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al gruppo degli “owl Skyphoi”.Cfr.: lo skyphos di Londra E 152 (CVA Great Britain 5, tav. 32,2).

Classe di San Valentino

Cat.n.65Skyphos (?); parte della parete.H. cm. 3,1; largh. cm. 4,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1905, sporadico.Sogg.: losanghe disposte su due file.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile alla classe di San Valentino.Cfr.: lo skyphos di Londra 64.10-7.1675 (ARV2 985).

450-425 a.C.

Pittore di Achille

Cat.n.66Lekythos, fr. di; collo e parte della spalla. All’interno, falso fondo per l’olio.H. cm. 12; largh. cm. 6,8. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.Sogg.: sulla spalla si conservano, parzialmente, tre palmette; alla base del collo, ovuli.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Vicino al pittore di Achille.Cfr.: le lekythoi di Atene 1923 (CC.1629) (ARV2 995,119; oakley 1997, tav. 92, n. 168), di Bruxelles A8 (ARV2 995,121; ADD2 312; oakley 1997, tav. 93, n. 170), di San Pietroburgo B 4533 (ARV2 1677; oakley 1997, tav. 152, n. 296) e la lekythos di Parigi, Louvre CA4723 (ARV2 1767; oakley 1997, p.156, n.12)78.

Pittore della Phiale

Cat.n.67Vaso di forma aperta; parte della parete.H. cm. 6,1; largh. cm. 7,5.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimane la parte inferiore di una figura femminile in movimento verso destra.Cron.: 450 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore della Phiale (?).Cfr.: l’hydria di Essen (ARV2 1020,90; PARA 441; ADD2 316; oakley 1990, p. 81, n. 90, tav. 70B); le anfore nolane di Ascona, mercato antiquario (oakley 1990, p. 69, n.9bis, tav. 32B), di New

78 Ringrazio il Prof. J.H. Oakley per avermi segnalato quest’ultimo confronto.

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Page 231: La Ceramica Attica a Camarina

York 41.162.142 (ARV2 1015,11; 1678; oakley 1990, p. 69, n. 11, tav. 32D); di San Pietroburgo Ь 1617 (ARV2 1015,27; PARA 516; oakley 1990, p. 71, n. 27, tav. 34B ); la pelike di Agrigento V 1749 (oakley 1990, p. 75, n. 52bis, tav. 36G); lo stamnos di Varsavia 142465 (ARV2 1019,82; PARA 441; ADD2 315; oakley 1990, tav. 63A).

Polignoto

Cat.n.68Vaso di forma aperta, frr. di; parte di parete. H. cm. 7,7; largh. cm. 9,1. H. cm. 6,8, largh. cm.7,9.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadici.Sogg.: Palmette contrapposte sorgenti da girali e legate da viticci.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inediti.Attribuibili a Polignoto.Cfr.: lo stamnos di Capua 7529 (ARV2 1028,7; matheson 1995, p. 347, P6, tav. 6) e quelli di Gotha 51 (ARV2 1028,10; ADD2 317; matheson 1995, p. 348, P10, tav. 37), di Atene 18063 (ARV2

1028,13; ADD2 317; matheson 1995, p. 248, P13, tav. 53), e di Firenze 75748 (ARV2 1028,8; ADD2 317; matheson 1995, p. 347, P7, tav. 32).

Cat.n.69Cratere; parte della parete.H. cm. 5,3; largh. cm. 4,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimane la parte inferiore di una figura maschile in himation, stante frontalmente.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile a Polignoto o al suo gruppo.Cfr.: il cratere a campana di New York 21.88.73 (ARV2 1029,20; ADD2 317; matheson 1995, p. 351, P22, tav. 47), lo stamnos di Oxford 1916.68 (ARV2 1028,6; matheson 1995, p. 346, P5, tav. 29), quello di Londra E 454 (ARV2 1028,14; matheson 1995, p. 349, P14, tav. 42), e quello di Eleusi 636 (ARV2 1052,23; 1680; ADD2 321; matheson 1995, p. 450, PGU26, tav. 140).

Cat.n.70Vaso di forma chiusa; parte della parete.H. cm. 3,6; largh. cm. 8,7.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: parte della veste, decorata da un motivo a x, di una figura femminile (?).Cron.: 450-425 a.C.Attribuibile a Polignoto o al suo gruppo.

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Le importazioni attiche a Camarina

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Page 232: La Ceramica Attica a Camarina

Cfr.: i frammenti di cratere a calice a doppio registro di Vienna, Università 505 (ARV2 1030,33; PARA 442; ADD2 317; matheson 1995, p. 354, P38, tav. 62) e lo stamnos di Atene 18063 (ARV2 1028,13; 1678; ADD2 317; matheson 1995, p. 348, P13, tav. 53).

Pittore di Ettore

Cat.n.71Vaso di forma chiusa; parte della parete.H. cm. 4,3; largh. cm. 9,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimane la parte mediana dell’ himation di un personaggio volto a destra.Cron.: 450-425 a.C.Attribuibile al pittore di Ettore.Cfr.: il lato B dell’anfora di Bruxelles, Bibliothèque Royale 15 (ARV2 1036,2; ADD2 318; matheson 1995, p. 401, H2, tav. 75).

Cat.n.72Vaso di forma aperta; parte della parete.H. cm. 7; largh. cm. 4,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: parte mediana di una figura femminile stante di profilo verso destra; veste un chitone ornato da un motivo a “v” ed un himation panneggiato.Cron.: 450-425 a.C.Attribuibile al gruppo di Polignoto, probabilmente del pittore di Ettore.Cfr.: lo stamnos di Firenze 80190 (ARV2 1036,6; 1679; matheson 1995, p. 402, H6, tav. 76); per la decorazione a punti e virgole, lo stamnos di

Firenze 4004 (ARV2 1038,5; matheson 1995, p. 405, HN5).

Pittore di Peleo

Cat.n.73Vaso di forma aperta; parte della parete.H. cm. 6,2; largh. cm. 6,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1903, sporadico.Sogg.: scettro desinente in bocciolo di loto.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al gruppo di Polignoto. Pittore di Peleo?Cfr.: la pelike di Catania 715 (ARV2 1040,16; matheson 1995, p. 440, PE20), il cratere a calice di Siracusa 24114 (ARV2 1041,1; matheson 1995, p. 442, PEM 2), lo stamnos di Napoli 81535 (ARV2 1050,4; 1680; matheson 1995, p. 446, PGU5, tav.164).

Cat.n.74Cratere a calice; parte dell’orlo.H. cm. 11,3; largh. cm. 16,5.

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Page 233: La Ceramica Attica a Camarina

Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.Sogg.: sull’orlo del vaso si alternano palmette circoscritte da pelte, e boccioli di loto.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al gruppo di Polignoto. Pittore di Peleo?Cfr.: il cratere a volute di Spina 2865 (ARV2 1039,9; 1679; ADD2 319; matheson 1995, p. 438, PE12, tav. 93), l’anfora di Atene, Agorà P 9486 (ARV2 1040,18; PARA 443; ADD2 319; matheson 1995, p. 440, PE22, tav. 88), e l’hydria di Mykonos (ARV2 1049,50; matheson 1995, p. 375, CHR52).

Cat.n.75Cratere a campana; parte della parete; rimane l’attacco dell’ansa sinistra.H. cm. 6; largh. cm. 5,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1906, sporadico.Sogg.: rimane il braccio destro e parte del peplo, bordato di nero, di una figura femminile.Cron.: 450-425 a.C.Attribuibile al gruppo di Polignoto, probabilmente al gruppo del pittore di Peleo. Bibl.: inedito.Cfr.: il cratere a campana di Parigi, Cabinet des médailles 424 (ARV2 1036,12; matheson 1995, p. 403, H 11) ed il cratere a calice a doppio registro di Lisbona, Fondazione Gulbenkian 682 (ARV2 1042,1; 1679; PARA 444; ADD2 320; matheson 1995, p. 377, COG 1).

Pittore di Coghill

Cat.n.76Cratere; parte della parete.H. cm. 6,2; largh. cm. 7,6. Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: zampe di cavalli componenti una quadriga in movimento verso destra.

Cron.: 450-425 a.C.Attribuibile al pittore di Coghill.Cfr.: il cratere a calice di Lisbona 682 (ARV2 1042,1; PARA 444; ADD2 320; matheson 1995, p. 377, COG 1, tav.73).

Cat.n.77Parete di vaso, fr. di.H. cm. 4,5; largh. cm. 4,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimane l’orlo ornato da una fascia di colore nero della veste di una figura femminile in movimento.Cron.: 450-425 a.C.Attribuibile al pittore di Coghill.Cfr.: l’hydria di Londra E 170 (ARV2 1042,2; ADD2 320; matheson 1995, p. 377, COG 2, tav. 72).

Gruppo di Polignoto: indeterminato

Cat.n.78Hydria, frr. di; orlo, collo, e parte della spalla.H. cm.11,2; largh. cm.14,3.

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Page 234: La Ceramica Attica a Camarina

Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadici.Sogg.: figura femminile, stante verso sinistra, regge in mano uno strumento musicale a corda.Decorazione secondaria: sull’orlo, ovuli; alla base del collo, meandro alternatamente a destra ed a sinistra intervallato da croce.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inediti.Attribuibili al gruppo di Polignoto. La decorazione secondaria richiama anche la produzione del pittore di Monaco 2335.Cfr.: per il profilo del volto della figura femminile, in particolare per il rendimento dell’occhio e del naso, l’hydria di Londra 1921.7-10.2 (ARV2 1060,138; PARA 445; ADD2 323; matheson 1995, p. 478, PGU 162); per il rendimento dell’orlo della veste, il frammento di Siracusa, da Camarina (ARV2 1055,77). Per il profilo del volto vd. anche lo stamnos di Londra 1898.7-16.5 (ARV2 1027,2; 1678; ADD2 317; matheson 1995, p. 346, P2, tav. 38), il frammento di cratere a campana di Adria Bc 104 (ARV2 1029,19; PARA 442; ADD2 317; matheson 1995, p. 350, P21, tav. 45) e l’hydria di Ferrara T 711, B VP (ARV2 1032,64; PARA 442; matheson 1995, p. 361, P69). Il tipo di decorazione secondaria è invece inconsueto nella produzione di Polignoto e del suo gruppo: ricorre, ad esempio, su un cratere a calice di Londra E 465 (ARV2 1057,12; matheson 1995, p. 468, PGU 113; oakley 1997, tav. 184A), su una pelike di Londra E 392 (ARV2 1146,43; matheson 1995, p. 415, KL 49) e su una lekythos di New York 22.139.89 (ARV2 1147,67; PARA 457; ADD2 335; matheson 1995, p. 420, KL74), entrambe attribuite al pittore di Kleophon. Per la decorazione secondaria, vd. anche le hydriai di Copenaghen 2679 (ARV2 1166,103) e di Bruxelles R2509 (ARV2 1166,102), entrambe attribuite al pittore di Monaco 2335.

Cat.n.79Cratere a campana, fr. di. H. cm. 8,8; largh. cm. 5,9. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: palmetta circoscritta da pelte, desinenti in girali.Cron.: 450-425 a.C. Bibl.: inedito.Attribuibile al gruppo di Polignoto.Cfr.: lo stamnos di San Pietroburgo Б 1148 (ARV2 1143,2; PARA 445; ADD2 334; matheson 1995, tav.122, KL3, p.137).

Cat.n.80Hydria, fr. di.H. cm. 8,5; largh. cm. 8,0. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimane la parte inferiore di una figura maschile in movimento verso destra; veste l’himation e si appoggia ad un bastone.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, ovuli.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al gruppo di Polignoto.Cfr.: la neck-amphora di South Hadley, Mass.

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Page 235: La Ceramica Attica a Camarina

1929 BS II.4 (ARV2 1031,44; ADD2 317; matheson 1995, P49, tav. 27); il cratere a calice di Tarquinia RC 4197 (ARV2 1057,96; PARA 445; ADD2 322; matheson 1995, p. 467, PGU106, tav. 141).

Cat.n.81Vaso di forma aperta, fr. di.H. cm. 3,6; largh. cm. 4,8.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: satiro in movimento verso sinistra, retrospiciente.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al gruppo di Polignoto.Cfr.: il cratere a calice di Londra E 462 (ARV2 1057,103; ADD2 323; matheson 1995, PGU 114, p.173); il cratere a calice di Siracusa 24116 (ARV2 1058,108; matheson 1995, p. 470, PGU 121); i crateri a calice di Lisbona 682 (ARV2 1042,1; 1679; PARA 444; ADD2 320; matheson 1995,

COG1, p. 96, tav. 73) e di Siracusa 24116 (ARV2 1058,108; matheson 1995, p. 470, PGU 121).

Cat.n.82Cratere, fr. di.H. cm. 9 ; largh. cm. 11,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: a sinistra, il busto di una figura di tre quarti verso destra, avvolta in un himation che gli copre anche le braccia e le mani; a destra, appena visibile un secondo personaggio volto a destra.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al gruppo di Polignoto, “close to Kleophon painter”.Cfr.: il cratere a campana di New York 21.88.73 (ARV2 1029,20; ADD2 317; matheson 1995, p. 351, P22, tav. 47), lo stamnos di Gotha 51 (ARV2 1028,10; PARA 442 ; ADD2 317; matheson 1995, p. 348, P10, tav. 37), quello di Capua 7530 (ARV2 1028,5; matheson 1995, p. 346, P4, tav. 7) e l’hydria di Siracusa 36330 (ARV2 1062,1). Vd. anche per la figura posta a destra, il cratere a campana di Monaco 2394 (ARV2 1145,28; PARA 456; matheson 1995, p. 412, KL33) e quello di Copenaghen 13817 (ARV2 1145,35; PARA 456; ADD2 335; matheson 1995, p. 414, KL42, tav.124).

Pittore di Eupolis

Cat.n.83Cratere a colonnette; parte del collo.H. cm. 8,5; largh. cm. 12,1.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.Sogg.: foglie di edera e corimbi ai lati di una linea di colore nero.

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Le importazioni attiche a Camarina 231

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Page 236: La Ceramica Attica a Camarina

Cron.: 460-440 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Eupolis.Cfr.: il cratere a colonnette di Vienna 725 (ARV2 1073,13); vd. anche, simile, la decorazione del cratere a colonnette di Taranto (ARV2 512,8: pittore di Bologna 228).

Cat.n.84Cratere a colonnette; parte del labbro.H. cm. 3,4; largh. cm. 12,9.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1906, sporadico.Sogg.: a sinistra, è visibile la parte posteriore di un felino; a destra, un cinghiale?Cron.: 460-440 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Eupolis. Cfr: i crateri a colonnette di Vienna 725 (ARV2 1073,13) e di Tarquinia 214445 (ARV2 1073,14; ADD2 326).

Pittore di Clio

Cat.n.85Cratere a calice, frr. di.H. cm. 4,7; largh. cm. 10; h. cm. 8,4; largh. cm. 8,9; h. cm. 4,1; largh. cm. 5,7; h. cm. 4; largh. cm. 8,5; h. cm. 6,7 ; largh. cm. 11,4.Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadici.Sogg.: sull’orlo del vaso, ovuli e fregio

serpentiforme.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inediti.Attribuibili al pittore di ClioCfr.: il cratere a calice di Parigi, Louvre G 481 (ARV2 1081,5).

Pittore di Kassel

Cat.n.86Cratere; parte della parete.H. cm. 4,2; largh. cm. 8,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: tirso posto verticalmente.Cron.: 450-425 a.C. Bibl.: inedito.Probabilmente attribuibile al pittore di Kassel.Cfr.: il cratere a calice di Siracusa 19436, da Camarina (ARV2 1084,13).

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G. Giudice

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Page 237: La Ceramica Attica a Camarina

Pittore di Nausicaa

Cat.n.87Anfora; parte del terzo inferiore del vaso.H. cm.14,4; largh. cm.7,9. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: figura maschile ammantata di profilo a destra si appoggia ad un bastone.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, meandro corrente a destra.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Nausicaa?Cfr.: il cratere a colonnette di Ferrara 9124 (ARV2

1109,37bis; mannack 2001, p. 139, N.37bis) e l’anfora di Londra E 284 (ARV2 1107,7; PARA 452; ADD2 330; mannack 2001, p. 137, N.7, tav.15).

Gruppo dei Tardo-Manieristi

Cat.n.88Vaso, fr. di; parte della parete.H. cm. 5,1; largh. cm. 5,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg: testa di figura maschile volta a sinistra.Decorazione secondaria: sopra la scena figurata, bastoncelli.Cron.: 460-440 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile ad un pittore tardo manierista; alcuni elementi richiamano la produzione del pittore di Nausicaa.Cfr.: i crateri a colonnette di Copenaghen 7030 (ARV2 1109,33; ADD2 330; mannack 2001, p. 139, N. 33), di Siracusa 19844 (ARV2 1109,31; PARA 452; ADD2 330; mannack 2001, p. 139, N. 31), 20533 (ARV2 1109,37; mannack 2001, p. 139, N. 37, tav. 5), di Ferrara 9124 (ARV2 1109,37bis; mannack 2001, p. 139, N. 37bis).

Pittore di Kleophon

Cat.n.89Cratere a campana; parte della parete.H. cm.17,1; largh. cm.15,0.

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Le importazioni attiche a Camarina

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Page 238: La Ceramica Attica a Camarina

Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimangono l’orlo del mantello ed i piedi volti a sinistra di un personaggio stante a sinistra.Decorazione secondaria: meandro alternatamente a destra e a sinistra, intervallato da croci. A lato della figura, girali.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.Attribuibile al pittore di Kleophon.Cfr.: il cratere a campana di Vienna 855 (ARV2

1151,1; ADD2 335; matheson 1995, p. 423, KLM 11); per la decorazione secondaria, gli stamnoi di Monaco 2415 (ARV2 1143,2; 1684; PARA 445; ADD2 334; matheson 1995, p. 406, KL 2, tav.121) e di Cambridge 28.8 (ARV2 1143,5; PARA 455; ADD2 334; matheson 1995, p. 407, KL 5) ed il cratere a campana di Monaco 2394 (ARV2 1145,28; PARA 456; matheson 1995, p. 412, KL 33).

Cat.n.90Cratere a campana; terzo inferiore del vaso.H. cm. 5,5; largh. cm. 9,6.Sogg.: rimangono l’orlo del mantello ed i piedi volti a sinistra di un personaggio stante a sinistra.

Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, meandro alternato a croce.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.Probabilmente del pittore di Kleophon. Cfr. anche con il gruppo di Polignoto.Cfr.: lo stamnos di Monaco 2415 (ARV2 1143,2; 1634; PARA 455; matheson 1995, p. 406, KL 2, tav.121) ed il cratere a volute di Ferrara 44894 (ARV2 1143,1, 1684; PARA 455; ADD2 334; matheson 1995, p. 406, KL 1, tav.125). V. anche lo stamnos di Firenze 4006 (ARV2 1062,1; PARA 446; ADD2 323).

Aison

Cat.n.91Coppa; parte dell’orlo e della parete.H. cm. 1,8; largh. cm. 3,7.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadica.Sogg.: testa di giovane rivolto a sinistra.Sovraddipinta in bianco una coroncina sul capo dell’efebo.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile ad Aison.Cfr.: la coppa di Madrid 11265 (ARV2 1174,1; 1685; ADD2 339 ) e l’oinochoe di Londra E524 (ARV2 1175,17).

Pittore di Shuvalov

Cat.n.92Hydria; fr. di.H. cm. 4,5; largh. cm. 13,5.

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G. Giudice

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Page 239: La Ceramica Attica a Camarina

Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadica.Sogg.: appena visibile lo chignon di una figura femminile.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedita.Attribuibile al pittore di Shuvalov.Probabilmente combaciante con il frammento già inserito nel catalogo generale L133.

Frammenti non attribuiti

CRATERI A COLONNETTE

Cat.n.93Cratere a colonnette; parte della spalla e del corpo del vaso.H. cm. 5; largh. cm. 9,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: si conservano la testa e le spalle di un giovane ammantato volto a destra.Decorazione secondaria: sopra la scena principale, bastoncelli; a lato, doppia fila di punti tra linee di vernice.Sovraddipinta in paonazzo la tenia del giovane.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.94Ansa di cratere a colonnette.H. cm. 6,3; largh. cm. 10,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1906, sporadica.Sogg.: sul piattello dell’ansa, due palmette circoscritte da pelte ed alternate a boccioli di loto.

Cron.: 460-440 a.C.Bibl.: inedita.

Cat.n.95Cratere a colonnette; parte del corpo del vaso.H. cm. 8,6; largh. cm. 8,1.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: rimane parte di un personaggio a s., avvolto in un mantello, che gli copre anche le braccia e le mani; visibile parzialmente, a sinistra, anche la mano di un secondo personaggio che reggeva un bastone. Sul campo è una croce di S. Andrea.Decorazione secondaria: sopra la scena principale, bastoncelli.Ricorda la produzione del pittore di Alkimachos.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.96Cratere a colonnette; parte del corpo del vaso.H. cm. 7,2; largh. cm. 6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: visibile parte della veste e la mano, con la palma sollevata verso l’alto, di una figura femminile.Decorazione secondaria: a lato della scena principale, doppia fila di punti tra linee di vernice.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

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Le importazioni attiche a Camarina

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Page 240: La Ceramica Attica a Camarina

Cat.n.97Cratere a colonnette; parte del corpo del vaso.H. cm. 5; largh. cm. 4,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1899, sporadico.Sogg.: rimane parte della veste o del mantello di un personaggio.Decorazione secondaria: a lato della scena principale, fila di punti tra linee di vernice.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.98Cratere a colonnette; parte del corpo del vaso e della spalla.H. cm. 3,3; largh. cm. 3,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimangono la testa e le spalle di una figura femminile (?) in chitone, con le braccia protese.Decorazione secondaria: sopra la scena principale, bastoncelli.Cron.: 461-450 a.C.

Bibl.: inedito.

Cat.n.99Cratere a colonnette; parte della spalla e del corpo del vaso.H. cm. 5,7; largh. cm. 7,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: rimangono la spalla ed il braccio sollevato di un personaggio forse frontale. Al di sopra, un cesto capovolto? Decorazione secondaria: sopra la scena principale, bastoncelli.Cron.: 461-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.100Cratere a colonnette; terzo inferiore del vaso.H. cm. 7,9; largh. cm. 9,4. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1899, sporadico.Sogg.: a sinistra, doppia fila di foglie di edera, tra linee di vernice diluita; a destra il tallone ed il lembo della veste di una figura femminile in movimento.Cron.: 461-450 a.C.?Bibl.: inedito.

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G. Giudice236

Page 241: La Ceramica Attica a Camarina

CRATERI A CALICE

Cat.n.101Cratere a calice; parte dell’orlo e della parete.H. cm. 11,8; largh. cm.7,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1898, sporadico.Sogg.: scena di libagione; a sinistra, un tralcio d’alloro e parte di una mano che regge una phiale; a destra è visibile una mano sollevata che regge una oinochoe.Decorazione secondaria: palmette oblique contrapposte, poggianti su girali.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

CRATERI A CAMPANA

Cat.n.102Cratere a campana; parte dell’orlo e della parete.H. cm. 8,6; largh. cm. 9,4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: si conservano la testa e le spalle di un personaggio barbato volto a sinistra; veste l’himation.Decorazione secondaria: sull’orlo doppia fila di

ovuli, alternati a punti.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.103Cratere a campana; parte della parete, terzo inferiore del vaso.H. cm. 9,7; largh. cm. 7,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: si conservano l’orlo dell’himation ed i piedi di un personaggio volto a destra.Decorazione secondaria: meandro corrente a destra, interrotto da croce.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.104Cratere a campana; parte della parete, terzo inferiore del vaso.H. cm. 6,5; largh. cm. 12,9.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.

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Le importazioni attiche a Camarina

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Page 242: La Ceramica Attica a Camarina

Sogg.: la parte inferiore di un ammantato volto a sinistra, che si appoggia ad un bastone.Decorazione secondaria: meandro.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.105Cratere a campana; parte della parete.H. cm. 8,5; largh. cm. 8,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: visibili le dita di un piede.Decorazione secondaria: meandro corrente a destra interrotto da croce.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.106Cratere, fr. di; parte della parete.H. cm. 2,6; largh. cm. 4,4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1896, sporadico.Sogg.: parte di un elmo.Cron.: 461-450 a.C.?Bibl.: inedito.

Cat.n.107Cratere, fr. di; parte del terzo inferiore.H. cm. 4,5; largh. cm. 3,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.Sogg.: piede di una figura danzante o in movimento.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, meandro corrente a destra.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.108Cratere, fr. di; parte dell’orlo.H. cm. 6,0; largh. cm. 14,4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: foglie di edera ai lati di un viticcio.Cron.: 460-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.109Cratere; parte della parete.H. cm. 5,4; largh. cm. 9,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: la parte inferiore del chitone e

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G. Giudice238

Page 243: La Ceramica Attica a Camarina

dell’himation di una figura volta a sinistra.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.110Cratere a campana; parte dell’orlo e della parete.H. cm. 5,3; largh. cm. 7,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: si conserva la testa di un efebo volto a destra.Decorazione secondaria: sull’orlo, fila di ovuli alternati a punti.Cron.: 450-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.111Cratere a campana; parte della parete, terzo inferiore del vaso.H. cm. 5,1; largh. cm. 5,7.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1899, sporadico.Sogg.: rimane l’orlo dell’himation (?) di un personaggio.Decorazione secondaria: sotto la scena principale,

meandro, intervallato da croce. Cron.: 450-425 a.C.?Bibl.: inedito.

OINOCHOAI

Cat.n.112Oinochoe; parte della spalla.H. cm. 2,9; largh. cm. 5,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1899, sporadica.Sulla spalla, fregio di ovuli, intervallati da punti, e, al di sotto, bastoncelli tra linee di vernice.Cron.: 460-440 a.C.Bibl.: inedita.

ANFORE

Cat.n.113Anfora (?); parte di parete.H. cm. 7,5; largh. cm. 7,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1906, sporadica.Sogg.: parte inferiore di una figura femminile in chitone ed himation, in rapido movimento verso sinistra.

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Le importazioni attiche a Camarina

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Page 244: La Ceramica Attica a Camarina

Decorazione secondaria: fascia a risparmio sotto la scena decorata.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.

FRAMMENTI DI PARETE

Cat.n.114Vaso di forma chiusa, fr. di; parte della parete.H. cm. 4,9; largh. cm. 5,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: parte superiore di una figura maschile vestita dell’himation e rivolta a sinistra.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.115Vaso di forma chiusa, fr. di; parte della parete.H. cm. 3,5; largh. cm. 6,7. Prov. Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: visibile una mano che regge la lyra.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.Cfr.: il cratere a colonnette di Parigi, Louvre G 349 (ARV2 518,6); vd. anche il cratere a colonnette di Lecce 601 (ARV2 523,14: pittore del Frutteto).

Cat.n.116Vaso di forma chiusa, fr. di; parte della parete.H. cm. 9,2; largh. cm. 9,8.

Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: busto di figura femminile vestita con un chitone ornato da punti e “virgole”, che regge una phiale.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.117Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 5,4; largh. cm. 6,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: parte della testa e la spalla sinistra coperta dall’himation di un personaggio barbato volto a sinistra, che reggeva in mano un bastone o uno scettro.Cron.: 461-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.118Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm.7,0; largh. cm.7,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: a sinistra, parte di un tirso; a destra satiro con otre o con pelle d’animale?Cron.: 461-450 a.C.

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G. Giudice240

Page 245: La Ceramica Attica a Camarina

Bibl.: inedito.

Cat.n.119Vaso di forma chiusa, fr. di; parte della parete.H. cm. 5,7; largh. cm. 6,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896, sporadico.Sogg.: a sinistra parte dell’himation di un personaggio volto a sinistra; a destra, la spalla di una figura femminile frontale, che indossa il peplo.Cron.: 461-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.120Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 2,2; largh. cm. 2,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: ali di un erote?Cron.: 450-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.121Vaso di forma chiusa, fr. di; parte della parete.H. cm. 4,4; largh. cm. 3,4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: giovane nudo volto a destra.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.122Vaso di forma chiusa, fr. di; parte della parete.H. cm. 3,7; largh. cm. 4,9.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi,

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Le importazioni attiche a Camarina

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Page 246: La Ceramica Attica a Camarina

sporadico.Sogg.: testa e spalla sinistra di una figura femminile in chitone.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.123Cratere, fr. di; parte della parete.H. cm. 3,2; largh. cm. 3,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: testa volta a destra di oplita con elmo e scudo.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.124Vaso di forma chiusa, fr. di; parte della parete; combaciante con il fr. che precede.H. cm. 4; largh. cm. 4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: torso di prospetto di oplita con scudo.

Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.125Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 2,5, largh. cm. 3,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: visibili le pieghe di un himation.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.126Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 4,8; largh. cm. 5,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.Sogg.: torace di Eracle con la leontea?Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

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Page 247: La Ceramica Attica a Camarina

Cat.n.127Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 4,7; largh. cm. 7,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimangono le gambe volte a sinistra di un personaggio con lancia.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, ovuli.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.128Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 2,6; largh. cm. 4,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: parte superiore di un tirso.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.129Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 2,9; largh. cm. 5,3.

Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: figura in groppa ad un cavallo o ad un mulo?Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.130Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 2,9; largh. cm. 6,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: figura femminile con veste orlata di nero regge in mano, orizzontalmente, un’asta (tirso).Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

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Le importazioni attiche a Camarina

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Page 248: La Ceramica Attica a Camarina

Cat.n.131Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 5,8; largh. cm. 2,1.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: visibili le gambe di un guerriero, che porta sul fianco il fodero della spada.Decorazione secondaria: meandro corrente a destra interrotto da croce.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.132Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm.13,5; largh. cm.6,0.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: visibile la parte posteriore di un satiro volto a sinistra.Decorazione secondaria: meandro corrente a

destra interrotto da croce.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.133Vaso di forma chiusa, fr. di; parte della parete.H. cm. 7,6; largh. cm. 5,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.Sogg.: piede frontale di una figura femminile in chitone.Decorazione secondaria: meandro verso destra interrotto da croce.Cron.: 461-450 a.C.?Bibl.: inedito.

Cat.n.134Parete di vaso, fr. di.H. cm. 3,6; largh. cm. 3,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi 1896-1899, sporadico.Sogg.: testa di un grifone.Cron.: 461-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.135Vaso di forma chiusa, fr. di; parte della parete.H. cm. 5,7; largh. cm. 6,1.

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G. Giudice244

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Page 249: La Ceramica Attica a Camarina

Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: palmetta sorgente da volute.Cron.: 461-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.136Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 5,7; largh. cm. 5,4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.

Sogg.: si conservano l’avambraccio e parte della mano di un personaggio probabilmente frontale.Cron.: 461-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.137Vaso di forma chiusa, fr. di; parte della parete.H. cm. 4,3; largh. cm. 6,4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1906, sporadico.Sogg.: busto di efebo in clamide (?) in movimento verso destra.Cron.: 461-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.138Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 2,0; largh. cm. 5,2.

Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimane parte di un klismos volto a destra.Cron.: 461-440 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.139Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 8,5; largh. cm. 8,5.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del

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Le importazioni attiche a Camarina

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Page 250: La Ceramica Attica a Camarina

1899, sporadico.Decorazione secondaria: bocciolo di loto circoscritto da viticci e tre petali di una palmetta.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.140Vaso, fr. di; parte della parete.H. cm.7,6; largh. cm.11,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: la parte inferiore del chitone e dell’himation di una figura volta a sinistra.Decorazione secondaria: ovuli sotto la scena figurata.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.141Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 4,4; largh. cm. 2,9.

Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: mano che stringe un bastone o un tirso.Cron.: 450-425 a.C.?Bibl.: inedito.

Cat.n.142Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm.7,8; largh. cm. 8,4.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi, sporadico.Sogg.: rimane parte del chitone di una figura femminile.Decorazione secondaria: sotto la scena figurata, ovuli.Cron.: 420 a.C.Bibl.: inedito.

Cat.n.143Vaso di forma aperta, fr. di; parte della parete.H. cm. 5,3; largh. cm. 4,3.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1905, sporadico.Sogg.: visibile un piede verso destra.Decorazione secondaria: ovuli, sotto la zona

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G. Giudice246

Page 251: La Ceramica Attica a Camarina

figurata.Cron.: 420-410 a.C.Bibl.: inedito.

PELIKAI

Cat.n.144Pelike; parte della parete.H. cm. 7,9; largh. cm. 4,8.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del 1896, sporadica.Sogg.: due palmette contrapposte, sorgenti da girali.Cron.: 461-450 a.C.Bibl.: inedita.

COPPE

Cat.n.145Coppa apoda; parte del tondo interno e della parete.Diam. max. cm. 8,6.Prov.: Camarina, Passo Marinaro, scavi Orsi del

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1904, sporadica.Sogg.: visibile la gamba di una kline?Decorazione secondaria: baccellature sulle pareti laterali.Cron.: 450-425 a.C.Bibl.: inedita.

Le importazioni attiche a Camarina

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Page 253: La Ceramica Attica a Camarina

Abbreviazioni bibliografiche1

a cura di Francesco Muscolino

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1 Per le riviste sono state adottate le abbreviazioni de L’Année Philologique e, ove non previste, quelle dello Jahrbuch.

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Finito di stampare in Catania nel mese di Gennaio 2010 per conto di EDIARCH

dalla Tipografia Rummer, Via Canfora, 4.