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Anno XI - Special Edition

il Pitagora

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Il Pitagora

πρόλογος la redazione

Direttore responsabile: Prof.ssa Silvana Sabatino Caporedattore: Carlo Facente Vice caporedattori: Olga Simbari, Maria Giovanna Campagna, Gabriella Corigliano Espansione online: Prof. Emilio Pisani

Hanno collaborato: Maria Policastrese, Giuseppe Mendicino, Ro-

berta Serra, Daniela Santoro, Giuseppe Battaglia, Celeste Migale, Ma-ria Giovanna Campagna, Arianna Scerra, Giulia Coppola, Bruno De Siena, Matteo Domenico Varca, Linda Francesca Amodeo

Quando venne istituito nel 1859 dalla legge Casati, nel regno di Sardegna, il

Liceo Classico nasceva con il preciso compito di educare la futura classe dirigen-

te. Anche dopo l’unificazione del 1861, nella realtà contadina ed ancora

fortemente analfabeta del regno d’Italia, il ruolo del Classico, fino al 1911 unico

esempio di liceo nel paese, conservava una posizione predominante. E se da un

lato il ministro Gentile nel 1923 istituì il liceo Scientifico, dall’altro stabilì che

solo la maturità “classica” consentisse l’accesso a tutte le università di qualsiasi

settore. A coloro che studiavano le lettere classiche veniva istituzionalmente

riconosciuto un maggiore sviluppo della logica ed una superiore propensione

ad adattarsi ad ogni tipo di lavoro. Latino e greco, oggi grandi imputati nel

processo di modernizzazione della pubblica istruzione, in altre parole rappre-

sentavano un privilegio di cui vantarsi nel proprio curriculum vitae, non una

colpa da espiare di fronte alla moderna logica del consumismo educativo e

dell’apprendimento meccanico. Mentre negli istituti tecnici ad essere traman-

dato era il sapere pratico, motore dell’industria e dunque dell’economia del

paese, nei licei e nel liceo Classico in particolare ad essere forgiato era il pen-

siero stesso, assieme alla critica ed al carisma necessari all’Italia per sviluppare

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la redazione

χρόνικον a pieno il proprio potenziale. E se da un lato il

liceo “tradizionale” diede i “natali” a personalità

del calibro di Gabriele d’Annunzio, Cesare Pave-

se e Pier Paolo Pasolini, luminari delle humanae

litterae, dall’altro non mancarono negli anni

“classicisti” illustri nel mondo delle scienze: basti

solo citare Margherita Hack, Renato Dulbecco

(Nobel per la medicina nel 1975) e Giulio Natta

(Nobel per la chimica nel 1963). È la memoria di

testimonianze come queste che oggi deve guida-

re la nostra resistenza: resistere significa studia-

re il latino ed il greco nell’era dei linguaggi digi-

tali; resistere significa riuscire a percepire la bel-

lezza indomabile ed imperitura di versi vecchi

duemila anni, nella realtà dei sentimenti precon-

fezionati del ventunesimo secolo; resistere signi-

fica credere che una lingua sia morta solo quan-

do la si smette di studiare. Oggi resistiamo,

unendo l’Italia sotto questi ideali: perché la fine

del liceo Classico è una cosa che tocca tutti, è il

sintomo di una malattia ben più profonda e ter-

ribile, che tenta di nascondersi sotto la superfi-

cialità che contribuisce a diffondere. È il tramon-

to di alcuni degli ideali più alti che il genere

umano abbia mai conosciuto, l’anestesia totale

di una generazione che preferisce confinarsi in

uno stadio di quieta alienazione, pur di non per-

cepire il peso della miseria intorno a sé. Contro

ogni statistica, contro ogni logica di mercato,

contro ogni speculazione sociale, stasera voglia-

mo dimostrare che lo spirito del liceo classico

esiste, ed è ancora capace di unire un paese.

#GiuLeManiDalLiceoClassico (Pic by Jasmine Lonetti)

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Il Pitagora

Il liceo classico Pitagora Una storia che dura da più di 80 anni

Nel 1926 venivano aperte le iscrizioni al Ginnasio Pitagora: si formarono solo due classi molto scarne. Nel 2015 il numero degli alunni raggiunge i 630.

Sono ormai 80 anni che il Pitagora accoglie studenti da ogni "timpa" del crotonese che, varcando il can-cello, si sentono accolti come in un caldo abbraccio materno.

Nei primi decenni del '900 il "Liceo-Ginnasio" era solo un'idea nel cuore di pochi. Dopo anni di peripezie e inghippi burocratici, sotto pressione dell'allora potestà Ottavio Graziani, le ampie stanze di Palazzo Fu-scaldo, in via Suriano, vennero adibite come aule per la Nuova scuola. Nel 1926 ciò che fino a qualche anno prima risultava un'utopia divenne realtà: numerosi allievi si iscrissero al Classico, al quale si poteva accedere solo dopo aver passato un difficile esame di ammissione. Il corso di studi era diviso in Ginnasio Inferiore (triennio), corrispondente all'attuale scuola media, Ginnasio superiore (biennio) e Liceo (triennio), al termine del quale si conseguivano gli esami per la Maturità Classica, anche detti "Scoglio degli Asini".

Gli spazi di Palazzo Fuscaldo con il tempo iniziarono a star stretti alla crescente popolazione scolastica, così le Autorità decisero di dare all'Istituto una sede propria e definitiva. Largo S. Francesco o Suriano, in seguito Piazza Umberto I, risultò essere la culla perfetta per il Liceo-Ginnasio Pitagora. Nel 1932, infatti, sotto la guida dell'ingegnere Franco Lamanna iniziarono i lavori. Nel 1934 i cancelli si aprirono agli stu-denti.

di Daniela Santoro

(Il Pitagora poco dopo la sua costruzione nel 1940)

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Il liceo classico Pitagora

Durante la seconda guerra mondiale i sotterranei vennero impiegati come rifugio antiaereo, fino allo sfol-lamento della città avvenuto nel 1942; la scuola, quindi, venne chiusa dal primo di ottobre del medesimo anno al 30 marzo del '43.

Con gli anni a venire la scuola ha assunto grande prestigio. Numerosi ospiti illustri varcarono la soglia del Pitagora e sedettero nell'aula magna tenendo splendide conferenze. Come gli scrittori del Gutenberg, tra i quali ricordiamo: Tiziana Salerno, Giorgio Livanò e Vito Teti. La nostra scuola, inoltre, ha avuto l'onore di accogliere il presidente dell'Accademia della Crusca, il Prof. Francesco Sabatini, per un'attività laboratoria-le sulla lingua italiana. Anche lo scrittore calabrese Carmine Abate ha tenuto più di un convegno al Liceo, in cui presentava le sue nuove uscite.

Il Pitagora, come tutti i licei classici italiani, è un crogiolo di cultura. La futura classe dirigente viene forgia-ta tra le forti mura del nostro istituto ma, purtroppo, in un periodo in cui gli studi umanistici perdono va-lore anche la forte luce che un tempo il Classico emanava si sta affievolendo. Meno adolescenti si dedica-no allo studio delle Humane Litterae, ritenute talvolta "noiose" e "inutili" quando, invece, sono alla base del nostro modo di essere. In una città come Crotone, che un tempo era tra le più importanti della Magna Graecia, è impensabile che un'istituzione come quella del classico vada decadendo: valorizziamo le radici della nostra cultura, non disprezziamole! #GiuLeManiDalLiceoClassico

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Il Pitagora Mario Tozzi incontra i giovani crotonesi

Figli delle Catastrofi «Fiumi scomparsi: generosa ricompensa ai ritrovatori»

di Maria Giovanna Campagna

Mario Tozzi, geologo appassionato nonché noto saggista italiano in ambito scientifico, si dedica agli studenti crotonesi, spiegando loro il significa-to del titolo dato alla conferenza tenutasi il 9 di-cembre 2014 presso il Centro Studi Alkmeon (Località Passovecchio-Crotone). Figli delle Cata-strofi aiuta i giovani cittadini di oggi, ingegneri e costruttori di domani, a comprendere quanto sia indispensabile rispettare Madre Natura affinché non diventi figlicida.

Siamo nel maggio 1998, quando a Sarno cade pioggia distruttiva. Nell’arco di 72 ore supera i 140 millimetri di altezza e il peggio deve ancora arrivare.

In Italia l’82% delle aree comunali è a rischio idro-geologico e il 44% di queste è vulnerabile ai terre-moti. Ciò che occorre si capisca è il perché di que-

ste percentuali allarmanti. Si rende, dunque, indispensabile ricercare la causa di tutto. Avrebbe-ro potuto i Greci fondare le loro colonie su un territorio così apparentemente fragile? Avrebbero potuto essere patrie pitagoriche se il terreno fosse stato così ostile alla vita? Domande retoriche que-ste che inducono a pensare che tale territorio, l’Eden terrestre, sia stato modificato dall’uomo fino a deturparlo completamente.

Circa due milioni di metri cubi di fango si stacca-no dalle pendici del monte Pizzo d’Alvano e cor-rono a valle. La colata di fango è distruttiva, mol-to più di quanto una di lava può esserlo.

Le inondazioni fluviali e i terremoti sono causati, per la maggior parte, dalle costruzioni edificate sui letti o addirittura sul corso del fiume. Sono pre-senti, infatti, strade che ricoprono interamente i

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canali. Piove, il fiume è pronto a straripare ma il suo letto è occupato, ridotto al minimo dal centro commerciale e dal ristorante-pizzeria, non c’è più tempo: l’acqua mostra la sua furia. La città viene inondata: il torrente si riprende ciò che è suo.

I canali di scolo che attraversano l’intero paese, per incuria e stato di abbandono, si riempiono di detriti. Gli argini non reggono la spinta: auto, al-beri e tanti cuori vengono sommersi dal fango.

Mario Tozzi afferma: “Più il fiume rimane libero, meno danni causa”.

Dove sono andati a finire il Papireto e il Kemonia di Palermo? E dove l’Aposa bolognese? E il Sebeto napoletano?

Titolo di prima pagina: “Fiumi scomparsi: generosa

ricompensa ai ritrovatori”. L’unica ricompensa ricevuta dal noto geologo è nient’altro che amarezza e sdegno verso l’uomo che, sotto tonnel-late di cemento, ha fatto sì che questi fiumi dive-nissero ricercati!

Roberto esce vivo dopo tre giorni dalle macerie e racconta la sua avventura. Lui è uno dei fortunati superstiti. La sfortuna toccò ad altri 160 tra uomi-ni, donne e bambini.

Secondo lo scienziato occorre operare con una giusta prevenzione e manutenzione territoriale affinché semplici piene fluviali non si trasformino in alluvioni distruttive soprattutto in Calabria dove le percentuali di alluvione e di terremoto corri-spondono al 100% e al 50%.

#GiuLeManiDalLiceoClassico

(Le conseguenze di un fiume esondato nelle Marche)

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Il Pitagora Mese di dicembre ricco di eventi

Natale al liceo Pitagora Gli studenti dimostrano le loro abilità artistiche negli ambiti

più disparati di Maria Policastrese

Il mese di dicembre è stato ricco di eventi per il liceo classico Pitagora. Prima tappa di questo iter culturale il concerto “Il Romanticismo in musica” organizzato dall’associazione cristiana Vivere In, che ha avuto luogo il 13 dicembre nell’aula magna del liceo. Protagonista della serata il soprano Stella Sestito. Nata a Crotone, Sestito ha frequentato il liceo classico Pitago-ra per poi trasferirsi a Parma, dove è attualmente soprano I nel coro del Teatro Regio. Durante la serata, Sestito ha eseguito alcune tra le più

famose arie di tutti i tempi. Ogni momento musicale è stato introdotto dalla lettura di un brano. Le lettu-re sono state eseguite da diversi alunni del liceo coordinati dalla professoressa Sabatino; tra le più celebri arie eseguite, Quando Me'n Vo, dalla “Bohème” di Giacomo Puccini; Un bel di vedremo, dalla “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini; e Ave Maria, dall’ “Otello” di Giuseppe Verdi.

Da giorno 15 a giorno 17 dicembre i ragazzi del terzo anno sono invece partiti per una gita scolastica nel-la meravigliosa Napoli. Il primo giorno gli studenti hanno visitato la Certosa di Padula, e poi, una volta

arrivati nella madrepatria di Pino Daniele ed Eduardo De Filippo, hanno avuto il piacere di visitarne le vie più caratteristiche e famose, per poi mangiare la rinomata e deliziosa “Pizza Napoletana”. Il secondo giorno gli alunni hanno visitato il Museo della Scienza, il cui tema quest’anno è il mare. Si è entrati in contatto con curiosità, spunti interessanti che hanno coinvol-to a pieno i ragazzi. Il pomeriggio gli studenti hanno conosciuto le zone e le piazze principali di Napoli, posti come Piazza Dante, Piazza Plebiscito e via Toleto. Il giorno seguente gli alunni hanno avuto l’onore di partecipare alla rappresentazione teatrale del Trovatore, orga-nizzata dalla compagnia teatrale comunale, al teatro San Carlo. Infine, dopo aver visitato la cittadina di Vietri, sono ritornati a Crotone.

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χρόνικον Il 19 dicembre spazio dedicato al Presepe vivente, realizzato dagli alunni del Pitagora coordinati dalle professoresse Infante e Simoncelli, ubicato nel giardino scolastico; nel-lo stesso giorno ha avuto luogo la rivisitazione teatrale dell’opera “Sogno di una notte di mezza esta-te”, a cura del teatro della Maruca e della professoressa Cosentino. I discenti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con il testo shake-speariano e rielaborarlo poi in chiave moderna, producendo una rappresentazione divertente e leg-gera, che ha coinvolto pienamente il pubblico. Nel pomeriggio invece, in aula magna la cittadinanza ha assistito al Concerto di Natale, a cura delle professoresse Rizzuto e Varano. Protagonisti diversi ragazzi

Infine, la musica personaggio principale della giornata del 20 con la festa di natale, organizzata dagli alunni del liceo, che hanno anche realizzato un divertente flash mob in giardino coinvolgendo con il loro entusia-smo tutta la grande famiglia del Pitagora. I numerosi eventi che hanno caratterizzato il mese di dicembre dimostrano, parafrasando Omero, “il multiforme ingegno” degli studenti del liceo classico Pitagora, che hanno attestato la malleabilità degli studi umanistici, la loro capacità di penetrare in ogni ambito della vita arricchendo il percorso culturale di ognuno. Scuola non significa soltanto studio e verifiche, ma anche casa, luogo di ritrovo nel quale potersi confrontare e vivere esperienze significative, culturalmente e socialmen-te, arricchendo continuamente la propria istruzione in maniera spontanea e divertente. Il liceo classico Pi-tagora è una grande casa, una famiglia allargata i cui membri lavorano sinergicamente convivendo in un ambiente ideale, impegnandosi ogni giorno per una scuola e un futuro migliore, che permetta alle genera-zioni presenti e future di ottenere il massimo dall’esperienza formativa di questa magica scuola, che inse-gna ai suoi studenti a pensare, ragionare ma soprattutto a vivere pienamente e significativamente ogni mo-mento della vita. #GiuLeManiDalLiceoClassico

del biennio e del triennio, che hanno mostrato le loro abilità artistiche esprimendosi attraverso il canto, il ballo e la recitazione; tra loro anche l’ex alunno Vincenzo Leto, che ha appassionato la platea recitando La livella di Totò.

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Il Pitagora Gli alunni delle Scuole Medie Vittorio Alfieri ed Anna Frank

ospiti del Pitagora

Sulle orme del vento: alla ricerca della libertà Laboratorio di lettura interpretativa e creativa

di M. D. Varca, L. F. Amodeo, A. Scerra, C. Migale, G. Coppola, B. De Siena

“La libertà è come l’aria: si vive nell’aria; se l’aria è viziata, si soffre; se l’aria è insufficiente, si soffoca;

se l’aria manca, si muore” (Don Luigi Sturzo).

Intorno al tema della ricerca della libertà, in parti-

colare libertà di crescere e scegliere la propria

strada, di leggere e di creare storie, i ragazzi delle

classi I e II E hanno realizzato un laboratorio di

lettura, che ha avuto la sua conclusione in Aula

Magna il 18 dicembre 2014, alla presenza di alcu-

ne classi terze delle scuole medie “Vittorio Alfieri”

e “Anna Frank”. Gli alunni delle scuole medie sono

stati dapprima introdotti nei locali del Liceo

‘Pitagora’ e guidati da esperti Ciceroni delle classi

liceali, che hanno illustrato, oltre ai laboratori e

alle pertinenze del Liceo, i pannelli esposti nei cor-

ridoi dedicati alla cultura ed all’educazione Ginni-

ca e Sportiva presso la Magna Graecia. E’ seguito

poi un intrattenimento di due ore nell’Aula Ma-

gna, con letture, simulazioni, coreografie, video e

musiche, il tutto ispirato al tema della Libertà.

È stata una giornata ricca di spunti di riflessione su

cosa sia la libertà e su come la si possa vivere. Un

modo creativo, originale ed empatico per realizza-

re un progetto di Orientamento, cui hanno rispo-

sto in maniera immediata le scuole medie succita-

te, con l’intervento diretto e la disponibilità della

docente G. Lauro, referente dell’Alfieri e delle do-

centi A. Iorfida e L. Rizzuto per l’Anna Frank. So-

no stati letti brani di vario tipo: dalla poesia classi-

ca al fumetto, dal romanzo ai testi della musica

rock. Amare la propria libertà comporta innanzi-

tutto il ribellarsi a tutto ciò che ci priva di essa, co-

me avviene nel fumetto di Marjane Satrapì, Perse-

polis, letto e interpretato come testo di partenza

dagli alunni della classe II E, coordinati dalla pro-

fessoressa C. Adamo. Marjane, la protagonista, è

una bambina che vive a Teheran in una famiglia

progressista, contraria al governo autoritario im-

posto dagli estremisti islamici. Dimostra fin dall’in-

fanzia un carattere combattivo e desideroso di

difendere la propria libertà, infatti non teme di

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esprimere la propria opinione ed il proprio modo

di essere nonostante l’oppressione imposta dal

regime. In relazione al tema dell’autorità oppressi-

va e del fanatismo religioso, si è incentrata poi

l'attenzione sulla figura di Ifigenia, figlia di Aga-

mennone. Il padre deve offrirla in sacrificio alla

dea Artemide per espiare la colpa di aver ucciso

una cerva a lei sacra, e placare così i venti scatena-

ti dalla dea adirata, assicurando alla flotta greca

una felice partenza per Troia. L’episodio è narrato

da Lucrezio allo scopo di far comprendere agli uo-

mini i danni del fanatismo religioso, la religio, un

mostro capace di generare azioni empie e scellera-

te. Quando la fanciulla comprende la propria triste

sorte si arrende ad essa e non osa ribellarsi al fa-

natismo, all’autorità paterna che la vuole morta

senza esitazioni, e cade a terra muta per il terrore.

Marjane, a differenza di Ifigenia, ha il coraggio di

ribellarsi al potere oppressivo esercitato dal padre

e dalla religio. Anche Cassandra, la protagonista di

un altro brano letto, tratto dal romanzo di Christa

Wolf, si ribella all'autorità soffocante degli adulti,

in particolare a quella del padre, il re Priamo. La

nobile figura di Priamo dell’Iliade si tramuta qui,

infatti, in quella di un uomo debole, avido e asse-

tato di potere, che combatte contro i Greci per

brama di ricchezze. Cassandra, prevedendo la di-

struzione di Troia, parla in assemblea consigliando

di porre fine all'ostilità verso i Greci. A quel pun-

to, Priamo, la disconosce come figlia. Marjane e

Cassandra, quindi, sono figure esemplari per noi,

per la forza e il coraggio con cui difendono la loro

libertà di scegliere la propria strada. L’assenza di

libertà può condurre l’uomo a uno stato di estre-

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Il Pitagora ma sofferenza, come nel caso di Pink, rockstar pro-

tagonista dell’album “The Wall” dei Pink Floyd, il

quale è vittima di una serie di traumi psicologici

che lo porteranno a crearsi un muro mentale che

lo isolerà dal resto del mondo. Muro costituito

dall’autorità, dall’oppressione e dall’ignoranza del-

la società, dal controllo del pensiero da essa eser-

citato nei confronti dei ragazzi in particolare. Unica

via d’uscita è l’abbattimento del muro, per mezzo

di un'educazione basata sul dialogo costruttivo e

sul pensiero critico. Su queste tematiche sono stati

analizzati due brani: “Mother” e “Another brick in

the Wall”. Sulle note di quest’ultima canzone è sta-

to eseguito un balletto conclusosi simbolicamente

con la caduta del muro , rappresentato da cartello-

ni raffiguranti i singoli mattoni (paura, ignoranza,

autorità, controllo del pensiero). A questo punto i

ragazzi del primo anno, coordinati dalla professo-

ressa S. Sabatino, hanno recitato un brano tratto

dal romanzo “Casa di bambola” di H. Ibsen, in cui

si svolge una pungente critica sui tradizionali ruoli

dell’uomo e della donna, quest’ultima divisa tra

emancipazione e sottomissione. Lo studio delle

Lettere, come la più degna e nobile occupazione

dell’animo, è stato il tema trattato dagli alunni,

che hanno illustrato l’incipit del romanzo calvinia-

no “Se una notte d’inverno un viaggiatore” ed un

passaggio dell’opera di Pennac “Come un roman-

zo”; in entrambi i testi si è potuto assaporare non

solo il piacere ma anche il gusto della lettura, co-

me insegna Calvino: Regola la luce in modo che

non ti stanchi la vista. Fallo adesso, perché appena

sarai sprofondato nella lettura non ci sarà più ver-

so di smuoverti. La libertà, declinata addirittura

come libertà di seppellire un proprio congiunto,

privazione che appare assurda ai nostri giorni ma

che rappresenta un profondo dissidio tra la Morale

e la Legge per Antigone, è stata richiamata dalla

lettura del famoso passo che vede contrapposti la

nipote e lo zio, re Creonte. La libertà di interpreta-

re anche in maniera ludica e personale un’opera,

ha condotto l’uditorio ad un’attivazione corporea

accompagnata dalla lettura animata di un testo,

che ha sortito l’effetto di coinvolgere l’intero udi-

torio, rinsaldando la relazione stabilitasi tra alunni

delle scuole medie e liceali. La professoressa D.

Salerno, assieme ai suoi alunni, ha rappresentato i

punti chiave della narrativa di Calvino, intesa qua-

le visione giocosa tra fiaba e realtà, osservazione

geniale della vita da un punto di vista alternativo,

agilità e leggerezza stilistica, ars combinatoria in

cui le storie sono pensate come un sistema di ele-

menti componibili e ricomponibili secondo un de-

terminato schema di combinazioni. Calvino,

“scoiattolo della penna”, eroe della leggerezza si-

nonimo della libertà, inevitabile antitesi della pe-

santezza del mondo. Illuminante, a tal proposito, è

stata la letteratura della riscrittura della “Storia di

Orlando pazzo per amore”, tratta da “Il castello dei

destini incrociati”. L’originalità sta nel fatto che le

figure dei 78 tarocchi accompagnano sia le pagine

dell’opera, sia le diverse storie che vengono rac-

contate dai protagonisti, i quali, attraversato il bo-

sco, arrivano alla locanda del castello dopo aver

perso la parola, per incantesimo, per magia. Ognu-

no ha una storia, ma, essendo muto, per riviverla e

farla rivivere, usa i Tarocchi disponendoli sul tavo-

lo, il che significa che l’afasia è risolta dalle carte.

“Attorno ad ogni immagine ne nascono delle altre,

si forma, come dice Calvino, un campo di analogie,

simmetrie, contrapposizioni… Sono le immagini

stesse che sviluppano le loro potenzialità implicite,

il racconto che esse portano dentro di sé”. La sto-

ria di Orlando pazzo per amore ha voluto così di-

mostrare in una sequenzialità logico-visiva la verità

antitetica del razionale: l’incontrario, il punto di

vista alternativo. Gli alunni delle scuole medie,

attratti e soggiogati dai loro compagni “liceali”, un

po’ timidamente, hanno chiuso i lavori con interes-

santi letture sul tema della libertà da cui si è impa-

rato che pur non condividendo l’idea dell’altro, si

può essere in grado di dare la vita per lui Alcuni

testi, elaborati dagli alunni stessi, hanno ingenera-

to un clima empatico e di condivisione che ha fatto

sentire tutti LIBERI IN LIBRIS !

#GiuLeManiDalLiceoClassico

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HIPOPOTO-MONSTROSESQUIPEDA

di Silvana Sabatino

La lingua latina è una lingua morta? Il quesito ritorna spesso in questa rubrica. Oltre al latino implicito, contenuto nei nostri vocaboli e nei no-stri verbi, esiste un latino “strisciante” che pene-tra nella pubblicità e nei fumetti. La réclame della birra Leffe è apparsa su Le Monde con la scritta che ne denota l’origine “in officina abbatiae Leffensis” e con il marchio di birra superiore “nec plus ultra”. La nota Banca Fideuram ha pubblica-to sull’Osservatore Romano l’inserzione: “Si tu-tum quaeritis modum pecuniae vestrae collocan-dae atque servandae Fideuram est vobis cogno-scenda”. Si tratta di giornali che vanno in tutto il mondo!Certo, mentre accademici statunitensi parlano tra loro nelle occasioni ufficiali solo e rigorosamente in latino, durante il Sinodo i ve-scovi parlano ormai in inglese…Eppure, nel 1976 il papa Paolo VI ha istituito l’Opus Fundatum La-tinitas per favorire e promuovere questa lingua che, secondo molti, proprio la Chiesa aveva affossato con il Concilio Vaticano II; Papa Bene-detto XVI ha sostituito nel 2012 questa Fondazio-ne con la Pontificia accademia di Latinità. La sto-rica Fondazione di Paolo VI ha indetto Concorsi di poesia ed ha pubblicato il Diarium Latinum, di-retto dall’abate Carlo Egger, che presentava la cronaca secondo il punto di vista e lo stile di Livio e Tacito. La Redazione del giornale ha lavorato anche all’elaborazione del Lexicon recentis Latini-tatis, opera costituita da due volumi con circa 20.000 lemmi nuovi, ovvero neologismi, che tra-ducono in latino parole in uso attualmente e sco-nosciute duemila anni fa. Qualche esempio?PORTIERE: IANITOR; TERZINO: STRENUUS DEFEN-SOR ; CENTRO CAMPO: MEDIA ACIES;

ATTACCANTI: OPPUGNATORES; TIFOSI: FAUTO-RES; TIFOSI BIANCONERI: FAUTORES ALBATI ATRATI; CASINO’: TABERNA ALEATORIA; ROULET-TE: ROTULA; CROUPIER: ALEAE MAGISTER; BICI-CLETTA: BIROTA; ASTRONAVE: NAVIS SIDERALIS; BOMBA ATOMICA: PYRòBOLUS ATOMICUS; SOSTANZE STUPEFACENTI: MEDICAMENTA STU-PEFACTIVA; REGISTRATORE DI CASSA: EXACTIO-NIS ARCA; SHAMPO: SPUMIFERA LOTIO; CROCE ROSSA: CRUX RUBRA. Et cetera et cetera… Con grande duttilità la lingua latina si presta a tradur-re favole moderne, fumetti, storie. Così Pinocchio è diventato Pinòculus, Snoopy Snùpius, Paperino Donaldus Anas, Mickey Mouse (Topolino) Michael Musculus. Una delle avventure di Topoli-no lo vede partire in AERONAVIS verso la Cina in cerca della Pietra filosofale o LAPIS SAPIENTIAE. Sceso ad HONGONGUM (Hong Kong) prosegue il suo viaggio con l’AEROPLANUM DUPLICI MACHI-NAMENTO MOTORIO INSTRUCTUM (Bimotore), poi con un AUTOCINETUM (camion)arriva alla Muraglia Cinese e con un INSTRUMENTUM COM-PUTATORIUM (computer) trova la tomba di un antico imperatore in cui è contenuta la pietra fi-losofale, che all’analisi attenta dei RERUM PERI-TI si rivela un VILISSIMUS SILEX ( semplice sasso). CONFUTAZIONE: La lingua latina è il fondamento del nostro sapere umanistico, scientifico, tecnolo-gico; ci aiuta a comprendere se stessa, le altre lingue, la Matematica, la Scienza. E’ un antenato che miracolosamente ritorna nella nostra vita di ogni giorno: bisogna dedicargli la giusta e dovero-sa PIETAS.

S.V.V.B.E.E.V.!

#GiuLeManiDalLiceoClassico

ἔργα Μουσέων

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Il Pitagora

Il meglio del 2014

di Carlo Facente e Daniela Santoro

1

Gruppo: Sun Kill Moon

Nome album: Benji

Brano consigliato: Clarissa

2

Artista: Ariel Pink

Nome album: Poom Poom

Brano consigliato: Lipstick

3

Gruppo: Grouper

Nome album: Ruins

Brano consigliato: Clearing

4

Artista: Chet Faker

Nome Album: Built on Glass

Brano consigliato: 1998

5

Ben Howard

I forget where we were

End of the Affair

A Sunny Day in Glasgow

Sea when absent

Golden Waves

Alvvays

Alvvays

Party Police

Lust For Youth

International

Illume

6

7

8

Rumori, visioni e parole

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ἔργα Μουσέων

Ben Howard

I forget where we were

End of the Affair

A Sunny Day in Glasgow

Sea when absent

Golden Waves

Alvvays

Alvvays

Party Police

Lust For Youth

International

Illume

Regista: Morten Tyldum

Nome Film: The Imitation Game

Attore protagonista: B. Cumberbatch

Regista: David Fincher

Nome Film: Gone Girl

Attore protagonista: Ben

Affleck

Regista: Wes Anderson

Nome Film: Grand Budapest Hotel

Attore protagonista: R. Fiennes

Scrittore: Murakami Haruki

Nome Libro: L’incolore Tazaki

Tsukuro e i suoi anni di pellegri-

naggio

Pubblicato da: Einaudi

Scrittore: Donna Tartt

Nome Libro: Il Cardellino

Pubblicato da: Rizzoli

Scrittore: David Grossman

Nome Libro: Applausi a scena

vuota

Pubblicato da: Mondadori

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Il Pitagora

Il tempo di una sigaretta

“Fammi fare un tiro” – disse Brandon con aria prepotente

“Tieni pure” – rispose Lara aspirando per un’ultima volta la Malboro che teneva tra le dita delicatamente

“Ti ringrazio per essere venuta, andare a prendere mio fratello a scuola è una cosa che odio”

“Come mai?”

“Come mai? Vieni con me”

Brandon prese la mano di Lara e la trascinò con sé davanti al cancello della scuola elementare. C’erano centinaia di genitori che impazienti fissavano l’entrata principale della scuola da cui da lì a poco sarebbero usciti i bambini. Brandon cominciò a mordere la sigaretta con i denti, dopo un po’ la prese, e la gettò. Si avvicinò a Lara e prendendo le sue mani le adagiò sulle lame arrugginite del cancello.

“Perché?” chiese Brandon guardando altrove

“Perché cosa?” chiese a sua volta Lara dubbiosa

“Perché un cancello? Perché delle lame appuntite? Lame che fanno più male a vederle che a toccarle. Guarda, fra poco usciranno tutti i bambini, con le loro classi, e i loro insegnanti. Si stanzieranno tutti in zone diverse. Ogni due metri ci sono ci saranno classi differenti. Successivamente verranno aperti i cancelli, e ogni genitore andrà a prendere il proprio figliolo. Una tratta di animali nordeuropea insomma”

“La protezione dei bambini è la principale cosa che la scuola deve garant...”

“La protezione delle loro menti è quello che deve garantire la scuola, la sicurezza e il benessere non sempli-cemente del loro futuro ma soprattutto del presente. E invece funziona diversamente. I bambini vengono presi fin da quando sono incapaci di ragionare e prendere decisioni da sé e vengono chiusi in stanze dove imparano questo e imparano quello. Crescono educati da un’istituzione, e il loro ragionamento d’allora in poi è sabotato, e lo sarà per sempre.”

“Brandon, la verità è che senza la scuola ci sarebbero molte più persone ignoranti e senza lavoro più di quanto già ce ne siano”

di Carlo Facente

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ποετικη “Lara, non sto mettendo in discussione il valore della scuola, e nemmeno della sua istituzione, io sto cercando di farti venire a conoscenza della grandissima pericolosità che può avere sul ragazzo. Aiuta a confondere processo e sostanza. E una volta confusi questi due fattori acquista la logica che maggiore è l’applicazione tanto migliori sono i risultati. Ed ecco dove voglio arrivare. Ci sono ragazzi che a scuola non toccano un libro, che non studiano, ma soprattutto ci sono ragazzi per cui lo studiare corrisponde a una semplice caccia al voto, ragazzi che tornano a casa e invece di dire ai propri genitori di aver im-parato qualcosa di nuovo si esaltano per aver preso un voto alto o per aver ricevuto i complimenti dei professori. Il problema è il modo con il quale viene fatta conoscere e vivere la scuola ai ragazzi fin quando sono bambini. L’alunno arrivato a questo punto confonde insegnamento e apprendimento, promozione e istruzione, diploma e competenza”

“Spiegati meglio” disse Lara.

“L’immaginazione del ragazzo viene scolarizzata ed educata ad accettare il servizio al posto del lavoro. Possiamo davvero affermare con certezza che la scuola formi un ragazzo? La scuola non favorisce né l’apprendimento né la giustizia, poiché gli educatori insistono a mettere nello stesso calderone istru-zione e diplomi. La scuola ancora l’istruzione, non però l’apprendimento. La vera verità è che si impara a vivere fuori dalla scuola. Si impara a parlare, ad amare, a sentire, a lavorare e a fare politica. Senza la presenza di un’insegnante”.

“Stai esagerando Brandon, ma era una sigaretta, non un canna quella…”

“Lara, ascoltami bene, devi cercare di trovare la tua strada da te. Non dare ascolto alle indicazioni di estranei, sono più turisti di te in questa vita, semplici meteore. La scuola forse è l’istituzione più im-portante al giorno d’oggi, ma anche la più pericolosa, in quanto arriva a svolgere funzioni di controllo sociale. La scuola è la fabbrica di robot che produce i prossimi uomini del lavoro. Se la società richiede medici la fabbrica produce medici, se richiede ingegneri produce ingegneri e così fino all’infinito. Sia-mo oggetti didattici, lo capisci Lara?”.

“Mettiamo che sia così, Brandon, mettiamo che tu abbia ragione e la scuola sia il campo di concentra-mento che dici, allora quale sarebbe la soluzione? Una mega rivoluzione studentesca? Un mondo pie-no di autodidattici e intellettuali?”.

“No, assolutamente no, una mega rivoluzione sarebbe inutile, quanto utopica per giunta. La rivoluzio-ne deve essere dentro ognuno di noi, dobbiamo essere noi a capire e ad avere il coraggio di scegliere soli la strada che crediamo giusta. Dobbiamo rifiutarci di essere imboccati, dobbiamo prendere in ma-no forchette e coltelli e mangiare da noi. E’ molto difficile, quasi impossibile, ma ci sono in mezzo le nostre vite. Ci siamo di mezzo noi.

“Non siamo poi così diversi da questa sigaretta ” continuò Brandon fissando la Marlboro con forte di-sprezzo “Ci daranno la vita, ci metteranno in commercio, chi finirà in Svezia, chi in Norvegia, chi nella tasca del giubbotto di un muratore, chi nella borsa di un avvocato, chi invece nel portafoglio di un tre-dicenne, chi in America! Ci useranno, estirperanno il nostro tabacco e infine, proprio quando saremo all’apice del nostro ardore, ci faranno diventare nient’altro che polvere nell’aria”.

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Il Pitagora

Antigone sul mare di nebbia

di Giuseppe Mendicino

Cosa tu intendi per bellezza? Mani bianche, seni prominenti? Cosa più ti tenta uomo? Risposta: il visibile. Quello che tu puoi vedere è saldo come anco-ra al porto. È per questo che io riuscirò sempre a vedere oltre di te. Sono subli-me nel mio essere umano. A un passo dalla morte, lontano dal gregge. Eppu-re chi mai mi conoscerà veramente? Sono maschera unica, dotata di corpo e parola, imparerò così a conoscere gli altri uomini, apprenderò l’essenza del vostro vivere, mescolerò insieme a voi nel calderone del Sabba, giorno in cui mi riunirò col buio del mondo per effondere luce. Ho viaggiato tanto il mondo. Non ho mai avuto una terra che mi somigliasse, della quale riuscissi a ricordarmi per l’eternità.

Solo un paesaggio riuscì a stupirmi: quel paese detto “via del nord”. Sembra gettarsi nel mare, tra le isole incantate dove lo sguardo non arriva, abitate da creature fantastiche. Qui io mi spinsi nel mio peregrinare alla ricerca della felicità. E qui la trovai. Il mare gelido, come il sangue di chi non teme nulla se non le paro-le, la roccia che sembrava gettarsi in esso e poi quella nebbia calda e avvolgente. “Dove sarei dovuta anda-re?” mi chiedevo. E così rimasi a contemplare quella morte viva. A un tratto un bagliore. Un sibilo. Una no-ta. Un canto inquieto di donna. La spuma sale, mi mette paura quella rabbia di Poseidone. Mi sentivo tra-scinata giù da quelle parole insensate ma che cominciavano a esser profonde a ogni passo che facevo. Un vortice, per così dire. Ed eccole le vidi arrivare, le sirene di quella terra ignota a tutti fuorché a me. Dimmi amico, quale differenza c’è tra una Musa e una Sirena? Bellezza di donna, pelle bianca, seni prominenti. La Musa ispira i canti secolari, la Sirena canta da sé la passione dell’uomo. La differenza sta nella bassezza della donna. Definiamo mostri le figlie di Acheloo, uccellacci di sventura. Ma esse non sono forse di quanto più vicino a voi esseri umani? Non siete voi, forse, che le andate incontro? Richiamati eter-namente dalla passione, dalla carne, dall’amore. O che sentimento puerile di cui ci hanno fatto dono gli dei! Capace di oscurare le menti più alte, portarle al dubbio. E allora perché dovreste uccidere le vostre sorelle? Vivete con loro piuttosto. Le Muse sono le ispiratrici dei poeti, ma attenzione alla loro lingua! Non sapete mai quali saranno le verità inesistenti. Aspirate a essere Sirene se non riusciranno a raggiungervi le Muse. Non vi troverete in questa terra, a cadere nell’abisso della parola. Vi consiglio però di arrivare qui e guardarmi, mi divertirò a prendervi gioco di voi, prima di buttarmi e trovare la morte fra i vivi. Sarò spuma, montagna e parola. Lasciatevi catturare dal mistero, finirete di vivere e incomincerete a scrivere la vostra storia. #GiuLeManiDalLiceoClassico

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ποετικη

Amici di Social Dalle pagine facebook “Se i social network fossero sempre

esistiti” e “Questo è il liceo classico”

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