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GIORNATE DI FORMAZIONE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE BRESCIA, 10, 17 E 24 NOVEMBRE 2014 Il Codice Etico Il Codice di Comportamento Domenico Panetta Responsabile Servizio Risorse Umane

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GIORNATE DI FORMAZIONE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

BRESCIA, 10, 17 E 24 NOVEMBRE 2014

Il Codice EticoIl Codice di Comportamento

Domenico Panetta Responsabile Servizio Risorse Umane

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Perché un Codice etico

«Dal momento che l'etica (dal greco antico ἔθος - o ήθος -, comportamento, costume, consuetudine) è quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di distinguere i comportamenti umani in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati, il termine codice etico definisce quell'insieme di principi di condotta che rispecchia particolari criteri di adeguatezza e opportunità, in riferimento a un determinato contesto culturale, sociale o professionale».

Il Codice Etico è il documento che contiene i valori in cui l’ente si riconosce e i principi comportamentali fondamentali a cui i propri amministratori, dipendenti ed in genere tutti i soggetti che entrano in relazione con esso, devono attenersi.

- Adempimento di legge: art. 2 comma 4 legge 240/2010

- Una definizione:

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• PREAMBOLO

• PARTE II (Regole di condotta)

• PARTE III (Disposizioni attuative)

Il Codice etico dell’Università degli Studi di Brescia

Architettura del documento

Approvazione: 17 maggio 2011 (Senato Accademico)

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A chi si rivolge: ai professori, ai ricercatori, al personale tecnico-amministrativo, ai collaboratori ed esperti linguistici e agli studenti, nell’adempimento dei rispettivi doveri, e in relazione ai ruoli e alle responsabilità assunte sia individualmente sia nell’ambito di organi collegiali.

Cosa intende promuovere: i valori cardine delle istituzioni universitarie

- dignità umana;

- rifiuto di ogni discriminazione ingiusta e valorizzazione sia del merito sia delle diversità individuali e culturali;

- rispetto della libertà e dei diritti fondamentali;

- avanzamento dell’uguaglianza;

- responsabilità e riconoscimento-adempimento dei doveri nei confronti della comunità;

- onestà, integrità e professionalità;

- incentivazione degli studi e delle ricerche scientifiche;

- equità, imparzialità, leale collaborazione e trasparenza.

PREAMBOLO

Il Codice etico dell’Università degli Studi di Brescia

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- Rifiuto di ogni ingiusta discriminazioneTutti i membri dell’Università hanno diritto ad essere trattati con eguale rispetto e considerazione, e a non essere ingiustamente discriminati, direttamente o indirettamente, in ragione di uno o più fattori, inclusi la religione, il genere, l’orientamento sessuale, la coscienza e le convinzioni personali, l’aspetto fisico e il colore della pelle, la lingua, le origini etniche o sociali, la cittadinanza, le condizioni personali e di salute, la gravidanza, le scelte familiari, l’età nonché il ruolo che occupano in ambito universitario

• Discriminazione diretta: una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in situazione analoga (decido di dare un beneficio economico a Tizio e non a Caio, che ha pari requisiti)

• Discriminazione indiretta: una disposizione, un criterio o una prassi, apparentemente neutri, possono mettere in una posizione di svantaggio alcune categorie di persone, salvo che tale disposizione, criterio o tale prassi siano oggettivamente giustificati da una finalità legittima (il caso della statura minima richiesta per la partecipazione a un concorso o a un’iniziativa e tarata su medie maschili: va da sé che non vi è discriminazione sulla singola persona, ma adottando un simile criterio di selezione indubbiamente si avvantaggiano gli uomini rispetto alle donne) (previsione di una particolare indennità solo per dipendenti che abbiano sempre optato per il “full-time”; le donne che più spesso richiedono il “part-time” per ragioni di conciliazione fra casa e lavoro, ne sarebbero indirettamente escluse)

• Generalmente i comportamenti discriminatori possono discendere dall’azione di soggetti posti in posizione sovraordinata rispetto agli altri colleghi, ma non è l’unica possibilità

• Rientrano in questa categoria anche gli atti volti a determinare molestie, persecuzione psicologica e violenza morale.

- Abusi sessuali

Richieste di prestazioni sessuali, atteggiamenti o espressioni verbali e .non verbali attinenti la sfera sessuale, con aggravante in caso di abuso da parte di chi ricopra posizione gerarchica sovraordinata

- Libertà accademica, rilevanza sociale della ricerca e libertà di accesso alla letteratura scientificaRivolto essenzialmente al personale docente e ricercatore. Tutte le attività rivolte alla conoscenza e alla ricerca debbono poter essere esercitate in autonomia ,- rispettando comunque i criteri di efficienza, equità, imparzialità e trasparenza delle decisioni accademiche- assicurando la divulgazione dei risultati e degli impatti di tali attività.

PARTE IIRegole di condotta

Il Codice etico dell’Università degli Studi di Brescia

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- Interdisciplinarietà della ricerca e libero accesso alle biblioteche

Al fine di favorire la contaminazione tra le diverse branche del sapere, docenti, ricercatori, PTA e studenti hanno libero accesso alle biblioteche universitarie. Hanno diritto alla consultazione di tutti i materiali, nel rispetto delle regole e considerando le sanzioni previste per un non corretto utilizzo.

- Plagio

Quando idee, ricerche o scoperte altrui vengano attribuite a sé stessi o ad altri. Sia intenzionalmente, che per negligenza.

- Conflitto di interessi

Quando l’interesse privato di un membro dell’Ateneo contrasta, anche potenzialmente, con quello dell’ente. Anche nei rapporti esterni, con Enti e Università concorrenti. Si intende per interesse privato: il proprio personale, quello di un familiare, quello di enti coi quali il membro intrattenga rapporti di impiego, commerciali o di partecipazione, quello di terzi, qualora il membro possa trarne vantaggio. Chiunque si accorga di avere, in una particolare circostanza, interessi in conflitto, deve: 1. darne immediata comunicazione all’Ateneo; 2. astenersi da eventuali ulteriori movimenti.

- Nepotismo e favoritismo, abuso della propria posizione

Nessun membro dell’Università può utilizzare la propria posizione o autorevolezza per concedere o favorire benefici, incarichi o chiamate; nessuno può influire su prove selettive, a proposito di parenti, affini o terze figure. Neanche indirettamente, attraverso cioè la disapplicazione consapevole di norme e regolamenti.

PARTE IIRegole di condotta

Il Codice etico dell’Università degli Studi di Brescia

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- Doni e benefici

Assoluto divieto di chiedere o accettare offerte di denaro, beni o benefici in relazione allo svolgimento delle attività cui si è preposti. A propria discrezione possono essere accettati doni di «valore simbolico», i cui limiti vengono fissati nella somma di euro 150,00, valore entro cui doni e regali sono riferibili al c.d. “bene di modico valore”.

- Uso del nome dell’Università

Non possono essere utilizzati, salva autorizzazione, il logo, il nome e la reputazione dell’Università.Non si possono esprimere, in nome dell’Ateneo, proprie considerazioni e opinioni.Non si possono utilizzare strumenti multimediali (socialnetwork…) per esprimere concetti denigratori nei confronti dell’Ateneo.

- Uso delle risorse dell’Università

L’uso di risorse economiche e/o strumentali dell’Ateneo deve essere fatto in maniera diligente, tutte le spese fatte per conto dell’Ateneo oltre ad essere giustificate, devono essere opportunamente documentate e rendicontate.

- Rispetto della riservatezza

Qualora nello svolgimento del proprio ufficio il dipendente venga a conoscenza di informazioni e situazioni relative a persone o enti, ha l’obbligo di rispettarne la riservatezza. Stesso obbligo di riservatezza compete a chi partecipa ad organi collegiali. Chi conserva fascicoli del personale, o altre banche dati, atti e archivi, deve astenersi dal farne usi non conformi ai doveri d’ufficio.

- Motivazione delle decisioni

Nessun membro dell’Università può prendere decisioni che influiscano in particolare sulla posizione e sulla carriera del personale, senza fornirne adeguata motivazione.

PARTE IIRegole di condotta

PARTE IIRegole di condotta

Il Codice etico dell’Università degli Studi di Brescia

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- Osservanza e violazione del Codice etico

Tutti i membri dell’Università hanno il DOVERE di - prendere visione del Codice- applicarne i contenuti - osservarne le prescrizioni.L’eventuale violazione delle regole del Codice costituisce illecito disciplinare (salva la responsabilità civile, penale e amministrativa) e comporta l’applicazione delle relative sanzioni.

- Commissione etica

La Commissione etica – istituita dal Senato accademico, sentito il CDA – ha funzioni consultive e di studio, e funzioni di monitoraggio in merito all’attuazione delle previsioni del Codice e al rispetto delle sue regole.Predispone proposte di revisione ed integrazione. Motiva i suoi atti.

- Divulgazione e attuazione del Codice etico

L’Ateneo si impegna a promuovere la divulgazione dei contenuti del Codice, anche attraverso l’organizzazione di giornate formative e comunque con ogni altro mezzo ritenuto idoneo.Vigila sull’attuazione delle sue disposizioni.

PARTE IIIDisposizioni attuative

Il Codice etico dell’Università degli Studi di Brescia

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Perché un Codice di comportamento UniBS

• Adempimento di legge:- art. 54 commi 1, 5 e 7 D. Lgs. n. 165/2001

1. «Il Governo definisce un codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell'interesse pubblico»5. «Ciascuna pubblica amministrazione definisce, con procedura aperta alla partecipazione e previo parere obbligatorio del proprio organismo indipendente di valutazione, un proprio codice di comportamento»7. «Le pubbliche amministrazioni verificano annualmente lo stato di applicazione dei codici e organizzano attività di formazione del personale per la conoscenza e la corretta applicazione degli stessi»

- art. 1 comma 2 D.P.R. 62/2013 «Codice di comportamento nazionale»2. «Le previsioni del presente Codice sono integrate e specificate dai codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni ai sensi dell'articolo 54, comma 5, del citato decreto legislativo n. 165 del 2001».

• Opportunità di adeguare le previsioni generali dettate per tutte le PA alle peculiari esigenze di un’organizzazione complessa.

• Azione e misura di attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione.

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Disposizioni relative al comportamento dei pubblici dipendenti volte ad incrementare la trasparenza della PA e a contrastare i fenomeni di corruzione:

• Legge n. 190 del 6 novembre 2012 ( Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione) e suoi decreti applicativi;

• D. lgs. n. 33 del 14 marzo 2013 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni);

• D. lgs. n. 39 dell’8 aprile 2013 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico).

Il Codice di comportamento nazionale

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Approvato con dpr n. 62 del 16 aprile 2013 ed entrato in vigore nel giugno 2013:

• abroga e sostituisce il Decreto del Ministro della Funzione Pubblica del 28 novembre 2000;

• individua i livelli minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i dipendenti pubblici sono tenuti ad osservare; il dpr 62/2013 rappresenta il codice di comportamento generalmente applicabile nel pubblico impiego privatizzato e costituisce la base minima e irrinunciabile di ciascun codice di comportamento adottato dalle varie amministrazioni. A prescindere dai contenuti specifici di ciascun codice, il regolamento n. 62/2013 trova applicazione in via integrale in ogni amministrazione.

• prescrive che ogni P.A. è tenuta, con procedura aperta alla partecipazione (..), ad adottare un proprio codice di comportamento ad integrazione e specificazione di quello di cui al dpr n. 62;

• riguarda tutta la Pubblica Amministrazione.

Il Codice di comportamento nazionale

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Devono rispettare gli obblighi di condotta anche….:

• i collaboratori e i consulenti a qualsiasi titolo;

• i collaboratori di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell’amministrazione.

(Negli atti di incarico, nei contratti di collaborazione/consulenza/ fornitura di servizi occorre inserire apposite disposizioni o clausole di risoluzione o decadenza del rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal codice).

Il Codice di comportamento nazionale

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• “Linee guida in materia di codici di comportamento delle pubbliche amministrazioni (art. 54, comma 5, d.lgs. n. 165/2001)” delibera n. 75/2013 del 24 ottobre 2013 della Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (C.I.V.I.T.) – diventata poi Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.A.C.).

• La Commissione, ha definito, attraverso questa delibera, linee guida, criteri e modelli uniformi per singoli settori o tipologie di amministrazione

• Delibera 75: fissa al 31 dicembre 2013 il termine per l’adozione dei codici specifici, o comunque entro il termine di approvazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione.

Il Codice di comportamento UniBS

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L’elaborazione del Codice di comportamento UniBS e l’avvio della «procedura partecipata».

• Competenza: Responsabile della prevenzione della corruzione (RPC), di concerto con UPD, responsabile area legale, responsabile RU.

• Fase di consultazione pubblica (RSU e OO.SS., dipendenti, altri portatori di interessi): si è conclusa il 20 gennaio 2014.

• Verifica del Delegato del Rettore agli Affari giuridici, che ne ha verificato la tenuta rispetto alla normativa vigente e agli indirizzi politici e accademici.

• Parere dell’OIV: espresso in data 28 gennaio 2014, ha formulato solo osservazioni di carattere formale poi recepite nel testo finale

• Approvazione CdA: delibera n. 264/15689 del 4 febbraio 2014.

• Emanazione: D.R. n. 31 del 10 febbraio 2014.

• Pubblicazione sul sito di Ateneo di: bozza originaria, tabella riepilogativa di commenti e osservazioni ricevute, versione finale, Relazione illustrativa del RPC.

Il Codice di comportamento UniBS

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• Disposizioni di carattere generale- Richiami normativi

• Ambito di applicazione- Previsione di applicazione delle disposizioni a tutto il personale dipendente e a tutti

i soggetti che a vario titolo intrattengono rapporti con l’ateneo.- Norme = principi di comportamento per il personale docente, per quanto

compatibili con le disposizioni dei rispettivi ordinamenti.- Clausole di risoluzione del rapporto o di cessazione dalla carica.

• Principi generali- Declinazione dei principi generali del Codice nazionale nell’ambito della realtà

universitaria.- Previsione della partecipazione del/la dipendente al perseguimento delle finalità

istituzionali e degli obiettivi strategici dell’Ateneo.- Divieto di comportamenti atti a nuocere a interessi e immagine dell’ateneo.- Disponibilità e collaborazione nei rapporti con altre PA.

Il Codice di comportamento UniBS

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• Regali, compensi e altre utilitàMAI accettare un regalo a titolo di corrispettivo per un atto d’ufficio che hai compiuto o che compirai, soprattutto se esso proviene da chi può trarre benefici dalle tue decisioni o dalla tua attività, o comunque da soggetti che abbiano a che fare con le tue attività d’ufficio!

E ricorda di non accettare da un subordinato, né di offrire al tuo sovraordinato direttamente o indirettamente, regali o altre utilità …salvo quelli d’uso di modico valore.

Non chiedere, né sollecitare, né accettare per te o per altri, regali o altre utilità…Puoi accettare solo quelli d’uso di modico valore effettuati occasionalmente.

N.B.: per regali o altre utilità di modico valore si intendono di valore non superiore a circa 150 euro/anno.

Se ricevi regali e utilità fuori dai casi consentiti, DEVI immediatamente metterli a disposizione dell’Amministrazione per la restituzione o per essere devoluti a fini di beneficienza.

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• Partecipazione ad associazioni e organizzazioniComunicazione dell’adesione o appartenenza ad associazioni e organizzazioni, ad eccezione dall’appartenenza a partiti politici o associazioni sindacali, i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento dell'attività dell'ufficio.

• Comunicazione degli interessi finanziari, conflitti d'interesse e obbligo di astensione

Comunicazione dei rapporti di collaborazione, diretti o indiretti, con soggetti privati in qualunque modo retribuiti che il/la dipendente abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni.

Astensione dal prendere decisioni o svolgere attività in situazioni di conflitto di qualsiasi natura, anche potenziale, con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado.

Procedura da attuare da parte del/la dipendente che si trovi, direttamente o indirettamente in situazione di conflitto d’interesse anche potenziale: l’obbligatorietà della comunicazione.Le competenze per le decisioni in merito.

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• Prevenzione della corruzionerispetto della normativa nazionale anticorruzione e di quella prevista dai piani interni all’ateneo; segnalazioni di illeciti di cui il/la dipendente sia a conoscenza.Il/la dipendente segnala al RPC.Il RPC, - trasmette entro 5 giorni gli atti all’autorità disciplinare competente- adotta ogni misura a tutela del/la dipendente che ha fatto la segnalazione.

• Trasparenza e tracciabilitàil/la dipendente deve agire correttamente nell’espletamento delle proprie funzioni, con particolare riferimento alla cura nella gestione delle informazioni in proprio possesso a tutela dell’immagine dell’ateneo. Utilizzo corretto degli strumenti informatici per la gestione dei contenuti, pubblicazione dati in formato aperto.

• Comportamenti nei rapporti privatidetta le regole di comportamento del/la dipendente nelle attività private, in relazione all’utilizzo del nome, logo o immagine dell’ateneo.

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• Comportamento in servizioprincipi generali circa il corretto comportamento da tenere in servizio nello svolgimento dei compiti e doveri d’ufficio.Si raccomanda in particolare la massima diligenza:- nella gestione dei permessi per l’astensione dal lavoro, - nella regolare e corretta rilevazione delle presenze in servizio, - nella gestione degli spazi e dei beni affidati per ragioni di lavoro, - nella gestione di credenziali e password.

• Rapporti con il pubblicol’azione del/la dipendente deve essere orientata a criteri di collaborazione, cortesia, chiarezza e rapidità. Si raccomanda di:- utilizzare il badge di riconoscimento in modo visibile,- indirizzare l’utente agli uffici competenti,- non diffondere pubblicamente commenti o valutazioni, nei limiti delle norme a tutela del

diritto sindacale, che possano ledere l’immagine dell’ateneo,- rispondere all’istanze telematiche con tempistiche adeguate e comunque entro 7 giorni,

rendendosi identificabili,- osservare il segreto d’ufficio e la normativa sulla privacy e rilasciare atti e documenti secondo

le modalità stabilite dal Regolamento per l’accesso agli atti amministrativi.

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• Disposizioni particolari per i dirigenti- vigilanza, controllo e applicazione delle disposizioni anticorruzione, condotta in servizio;- impulso all’attività degli uffici per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi;- atteggiamento collaborativo e inclusivo verso i collaboratori;- denuncia degli illeciti;- assegnano l’istruttoria delle pratiche sulla base di un’equa ripartizione dei carichi di lavoro;- conferiscono incarichi aggiuntivi secondo la professionalità e, ove possibile, secondo criteri di

rotazione;- forniscono inoltre all’ateneo informazioni sui propri interessi economici e su quelli dei propri

familiari, che possano porli in contrasto con lo stesso, nonché sulla propria situazione patrimoniale e reddituale.

• Contratti ed altri atti negoziali- divieto di corrispondere utilità a titolo di intermediazione;- divieto di concludere, per conto dell'Ateneo, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento

o assicurazione con imprese con le quali abbia stipulato contratti a titolo privato o ricevuto altre utilità nel biennio precedente;

- obbligo di informare per iscritto il dirigente dell'ufficio nel caso di stipula contratti a titolo privato, con persone o ditte con le quali abbia concluso, nel biennio precedente, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento ed assicurazione, per conto dell'amministrazione;

- obbligo di astenersi dall’adozione di decisioni e da altre attività relative all’esecuzione del contratto, nel caso in cui sia l'Ateneo a concludere i suddetti contratti con le suddette imprese. Redazione di apposito verbale scritto;

- obbligo di informare immediatamente e per iscritto in caso di rimostranze.

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• Vigilanza, monitoraggio e attività formative- I Dirigenti: vigilano sull’osservanza delle disposizioni relative al codice di comportamento e alle

norme di prevenzione della corruzione. - L’UPD: cura l’aggiornamento del codice di comportamento.- Il RPC: ne cura lo stato di attuazione, il grado di diffusione. Cura l’organizzazione di seminari

formativi e di aggiornamento, almeno annuali, in relazione ai contenuti del Codice e in materia di trasparenza e integrità.

• Responsabilità conseguente alla violazione dei doveri del codice- previsione di inadempimento per violazione dei doveri d’ufficio e responsabilità disciplinare in

caso di trasgressione delle disposizioni- del Codice di comportamento dell’Ateneo, - del Codice di comportamento nazionale,- del Piano di prevenzione della corruzione.

- Possibilità di sanzioni penali, civili, amministrative o contabili del/la dipendente.

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• Disposizioni finali

Il Collegio di disciplina valuta la violazione delle norme del Codice, quali principi di comportamento, da parte di docenti e ricercatori, e impartisce le relative sanzioni.Il Codice di comportamento deve essere sottoscritto da parte di ciascun nuovo assunto o incaricato.Deve essere pubblicato sul sito web di ateneo e inviato per posta elettronica a tutti i/le dipendenti. Previsione di revisione annuale del codice ed entrata in vigore al momento della pubblicazione sul sito web dell’ateneo.E’ prevista la revisione annuale del Codice.

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335.7920142

«L'etica non è esattamente la dottrina che ci insegna come essere felici, ma quella che ci insegna come possiamo fare per renderci degni della felicità»

Immanuel Kant