Chimica Fisica dei Materiali · Le rispettive frazioni di corrente ionica trasferita da anioni e...
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Chimica Fisica dei Materiali
Dr. Sergio Brutti
Elettrochimica di base
L’efficienza di una cella elettrochimica, galvanica o elettrolitica, è spesso
data in termini di efficienza di potenziale di cella, ηcell, che è dato dal
rapporto tra il voltaggio di cella reale e quello reversibile (termodinamico):
Efficienza di celle elettrochimiche
η𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑔𝑎𝑙𝑣𝑎𝑛𝑖𝑐 =𝐸𝑐𝑒𝑙𝑙
𝐸°𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑟𝑒𝑣 η𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑒𝑙𝑒𝑐𝑡𝑟𝑜𝑙𝑦𝑡𝑖𝑐 =
𝐸°𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑟𝑒𝑣𝐸𝑐𝑒𝑙𝑙
La differenza tra i voltaggi reali di cella e quelli reversibili (termodinamici)
sono dovuti alle cosiddette sovratensioni.
L’esistenza di sovratensioni è legata alla resistenza al trasporto ionico
nell’elettrolita e alla cinetica dei processi elettrodici.
In entrambi i casi esse crescono al crescere della corrente applicata.
Il voltaggio di cella reversibile (termodinamico) è quindi il potenziale reale
di cella nel limite teorico di corrente nulla.
Le sovratensioni sono cadute di potentiale che producono un
disallineamento tra il voltaggio di cella reale e il voltaggio di cella
reversibile (termodinamico):
Sovratensioni
𝐸𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑔𝑎𝑙𝑣𝑎𝑛𝑖𝑐 < 𝐸°𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑟𝑒𝑣 𝐸𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑒𝑙𝑒𝑐𝑡𝑟𝑜𝑙𝑦𝑡𝑖𝑐 > 𝐸°𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑟𝑒𝑣
Le sovratensioni hanno essenzialmente 2 origini:
Cinetica della reazione
all’elettrodo
(sovratensioni cinetiche)
Interfaccia
elettrodo/elettrolita
Resistenza al trasporto
ionico
(cadute ohmiche)
Elettrolita
Caduta Ohmica Durante il funzionamento di una cella elettrochimica il principio di
elettroneutralità richiede che la corrente elettronica che fluisce nel
circuito esterno sia eguagliata dalla corrente ionica attraverso l’elettrolita
da un elettrodo all’altro (somma dei flussi di cationi al catodo e anioni
all’anodo).
ie- = IM+ + IA-
Semplificando e trascurando una
descrizione dettagliata dei fenomeni di
diffusione e di cinetica elettrodica, il
comportamento di una cella galvanica
(e analogamente per una elettrolitica)
può essere descritto dal circuito
equivalente rappresentato in figura.
Rext è la resistenza nel circuito elettrico
esterno e RΩ rappresenta la resistenza
dell’elettrolita al movimento degli ioni ed
è tipicamente espressa in Ω/cm2
Caduta Ohmica Il voltaggio reale della cella galvanica è quindi ridotto di una quantità
dovuta alla caduta di potenziale sulla resistenza ionica dell’elettrolita.
Ecell, galvanic=Ecell,rev - iRΩ
Al contrario in una cella elettrolitica il
potenziale reale sarà aumentato da un
analogo contributo.
Ecell, electrolytic=Ecell,rev + iRΩ
La caduta ohmica dipende quindi dalla
resistenza ohmica (RΩ) e cresce
linearmente con la corrente applicata.
La resistenza ohmica è una quantità che dipende a sua volta dalle
caratteristiche chimiche e fisiche del dispositivo considerato.
Resistenza Ohmica La resistenza ohmica dipende dalle proprietà di diffusione ionica
dell’elettrolita e dalle caratteristiche dimensionali (fisiche) della porzione
della cella occupata dall’elettrolita.
telectrolyte = spessore dello
strato di elettrolita tra gli
elettrodi
𝑅Ω =𝑡𝑒𝑙𝑒𝑐𝑡𝑟𝑜𝑙𝑦𝑡𝑒
κ ∙ 𝐴 𝜏
κ = conduttività
dell’elettrolita
A = dimensione degli
elettrodi
τ = tortuosità dei percorsi di
diffusione ionica (=1 liquidi)
Il rapporto A/τ è spesso approssimato mediante la relazione di
Bruggermann A/τ ≈ A1.5
La migrazione degli ioni Consideriamo più nel dettaglio i meccanismi microcinetici che sono
responsabili delle cadute ohmiche.
Assumiamo di aver a che fare con un elettrolita forte completamente
dissociato tra 2 elettrodi tra i quali esiste una differenza di potenziale.
La conduzione ionica nel bulk
dell’elettrolita seguirà la
seguente equazione:
In cui κ è la conduttività
dell’elettrolita Ω-1m-1; ρ la
corrispondente resistività; R la
resistenza della soluzione tra gli
elettrodi.
La conduttività dell’elettrolita
dipende dalla sua natura
chimica e composizione
della soluzione liquida.
Resistenza di una soluzione elettrolitica Riarrangiando la relazione precedente è possibile fare alcune
considerazioni:
La resistenza complessiva di un elettrolita al movimento degli ioni al suo
interno:
1. Cresce al diminuire della conduttività della soluzione
2. Cresce al diminuire della superficie degli elettrodi
3. Cresce al crescere della distanza tra gli elettrodi
La conduttività dell’elettrolita in buona
approssimazione cresce al crescere della sua
concentrazione in un medesimo solvente alla
stessa temperatura.
Elettroliti con basse resistenze possono essere
ottenute quindi usando soluzioni concentrate
dell’elettrolita, elettrodi con grandi superfici e
piccoli spessori occupati dall’elettrolita
Resistenza di una soluzione elettrolitica Una soluzione elettrolitica deve naturalmente rispettare anche ala legge di
Ohm.
Che assieme possono essere combinate:
In cui i rapporti I/A e V/l sono definiti densità di corrente (A m-2) e gradiente
di potenziale (V m-1). Riarrangiando la precedente:
La driving force al processo di migrazione degli ioni è il gradiente di
potenziale tra gli elettrodi.
Conduttività molare
Come già menzionato la conduttività di una
soluzione elettrolitica ha una dipendenza
pressocché lineare dalla concentrazione
dell’elettrolita nella soluzione. E’ possibile quindi
introdurre la conduttività molare, Λ:
Λ ha unità di misura tipicamente pari a Ω-1 cm2 mol-1
E’ interessante notare come le
conduttività molari di H+ e OH-
sono notevolmente superiori a
quelle della larga parte degli altri
anioni/cationi in acqua. Per un sale
MaXb completamente dissociato la
conduttività molare sarà:
Legge della migrazione indipendente degli ioni
Misure di conduttività e conduttività molare Al fine di misurare la conduttività di una soluzione elettrolitica è possibile
utilizzare una cella elettrochimica con elettrodi inerti di platino.
Applicando una ddp uno dei due elettrodi sarà l’anodo (+) e l’altro il catodo
(-). L’applicazione della ddp introduce un gradiente di potenziale tra gli
elettrodi e produce il movimento degli ioni con carica opposta in direzione
opposta (cationi verso il polo negativo e anioni verso il polo positivo).
In caso di una soluzione di HCl agli elettrodi avverranno le seguenti
semireazioni.
L’applicazione di una DC tuttavia consuma gli ioni e ne modifica la
concentrazione. Le misure di conduttività si realizzano in AC.
anodo catodo
Misure di conduttività e conduttività molare Tecnicamente alla cella viene applicato
un segnale AC con periodo costante
(circa 1 kHz) sufficientemente rapido in
modo che ciascun elettrodo sia
alternativamente anodo e catodo per
meno di 1 ms. In questo modo nessuna
reazione ha luogo agli elettrodi e l’unica
risposta fornita dal sistema è dovuta
alla resistenza dell’elettrolita.
Il sistema di misura
sfrutta un ponte di
Wheatstone (WB) con
R1 R2 di riferimento e
una Rvar. Quando il
valore della Rvar
soddisfa la relazione
(WB) la corrente sul
detector (D) è nulla.
Numero di trasporto
Come menzionato per un sale MaXb completamente dissociato la
conduttività molare sarà:
Questo implica che una parte della conduttività totale sarà dovuta al
movimento degli anioni ed una parte al movimento opposto dei cationi.
Le rispettive frazioni di corrente ionica trasferita da anioni e cationi è
quantificata dai rispetti numeri di trasporto.
La differenza di conduttività molare influenza quindi le rispettive porzioni di
corrente ionica trasportata.
Negli elettroliti per batterie al litio l’optimum di conduttività si realizza
avendo un numero di trasporto molto sbilanciato a favore dello ione litio.
Effetto della frizione viscosa Ogni ione in un elettrolita sottoposto a un campo elettrico migra verso il
polo opposto. Tuttavia oltre all’effetto del gradiente di potenziale anche la
viscosità del mezzo liquido (soluzione) gioca un ruolo essenziale per
determinarne la conduttività molare.
La forza di attrazione dovuta al
campo elettrico è pari a:
La forza di frizione viscosa è
quantificata con la legge di Stokes:
In cui z è la carica dello ione e V/l il
gradiente di potenziale.
In cui a è il raggio ionico in soluzione, v
la velocità di migrazione e η la viscosità
della soluzione elettrolitica.
Conduttività all’equilibrio
All’equilibrio le due forze si eguagliano e ciascuno ione migra con una
velocità «stazionaria».
La forza di attrazione dovuta al
campo elettrico è pari a: La forza di frizione viscosa è
quantificata con la legge di Stokes:
Da cui è possibile stimare la dipendenza della conduttività ionica molare
dalla viscosità della soluzione e dalla dimensione dello ione in soluzione.
La conduttività molare ionica di un
elettrolita sarà grande per:
1. Piccoli ioni
2. Ioni con carica >1
3. Solventi poco viscosi.
Meccanismo Grotthuss-like
Conduzione protonica Conduzione ossidrili
E’ da notare che la conduttività dei protoni e degli ossidrili in soluzione
acquosa è notevolmente maggiore comparata ai valori di ioni di analoga
carica e dimensione.
Questo è legato all’esistenza di un meccanismo «peculiare» di conduzione
definito «Grotthuss-like» dal nome dello scienziato che lo ha proposto.
Questo meccanismo che incrementa la conduttività è legato ad una
migrazione degli ioni promossa dalla formazione/trasferimento di legami
idrogeno tra molecole d’acqua contigue.
Diffusione vs. Conduzione ionica
La conduzione ionica attraverso un elettrolita è un meccanismo di
migrazione degli ioni promosso dal gradiente di potenziale.
Il fenomeno non va confuso con la diffusione ionica che invece è una
migrazione di specie ioniche/neutre promosse da un gradiente di
concentrazione.
Tuttavia esiste una stretta relazione
tra conduttività ionica e coefficiente
di diffusione come descritto dalla
equazione di Nernst-Einstein:
Le sovratensioni sono cadute di potentiale che producono un
disallineamento tra il voltaggio di cella reale e il voltaggio di cella
reversibile (termodinamico):
Sovratensioni
𝐸𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑔𝑎𝑙𝑣𝑎𝑛𝑖𝑐 < 𝐸°𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑟𝑒𝑣 𝐸𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑒𝑙𝑒𝑐𝑡𝑟𝑜𝑙𝑦𝑡𝑖𝑐 > 𝐸°𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑟𝑒𝑣
Le sovratensioni hanno essenzialmente 2 origini:
Cinetica della reazione
all’elettrodo
(sovratensioni cinetiche)
Interfaccia
elettrodo/elettrolita
Resistenza al trasporto
ionico
(cadute ohmiche)
Elettrolita
Sovratensione cinetica Un’altra fonte di caduta di potenziale che disallinea il valore del voltaggio
di cella reale rispetto a quello termodinamico è dovuta alla cinetica
elettrodica.
Una reazione redox non è infatti infinitamente veloce e un contributo
energetico aggiuntivo (driving force cinetica) è necessario al fine di
sostenere una data velocità di reazione (definita dalla corrente applicata).
Consideriamo una semireazione (semicella) redox:
𝑂𝑥 + 𝑛𝑒−𝑖𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐
𝑖𝑎𝑛𝑜𝑑𝑖𝑐
𝑅𝑒𝑑
In condizioni di equilibrio e in assenza di una corrente netta che fluisce nel
circuito esterno (galvanica o elettrolitica) ciascuna semireazione ai 2
elettrodi è in uno stato cosiddetto di equilibrio dinamico.
i0=ianodic= 𝑖𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐 𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 i0=ianodic= 𝑖𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑒
Le correnti anodiche sono convenzionalmente positive e quelle catodiche
negative. i0 è definita densità di corrente di scambio.
Sovratensione cinetica
𝑂𝑥 + 𝑛𝑒−𝑖𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐
𝑖𝑎𝑛𝑜𝑑𝑖𝑐
𝑅𝑒𝑑
Una corrente non nulla nel circuito esterno si
ottiene quando le due correnti anodiche e
catodiche per ciascuna semireazione non si
eguagliano:
Una descrizione micro-cinetica dei processi agli
elettrodi implica necessariamente che ciascuna
semireazione avvenga seguendo un percorso
energetico analogo a quello di qualunque altra
reazione chimica e quindi caratterizzato da
un’energia di attivazione.
Per attivare ciascuna semi-reazione sarà quindi
necessario un lavoro elettrico aggiuntivo.
ianodic > 𝑖𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐 𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒
ianodic < 𝑖𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑒
In una cella galvanica che eroga
corrente
ianodic < 𝑖𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐 𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒
ianodic > 𝑖𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑒
In una cella elettrolitica che consuma
corrente
Sovratensione cinetica
In una cella elettrolitica con una corrente non nulla, il suo voltaggio di cella
sarà dato da (considerando anche le cadute ohmiche):
𝐸𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑒𝑙𝑒𝑐𝑡𝑟𝑜𝑙𝑦𝑡𝑖𝑐=𝐸°𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑟𝑒𝑣 + η𝑎𝑛𝑜𝑑𝑖𝑐,𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑒 + η𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐,𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 + 𝑖 ∙ 𝑅Ω
In una cella galvanica con una corrente non nulla, il suo voltaggio di cella
sarà dato da (considerando anche le cadute ohmiche):
𝐸𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑔𝑎𝑙𝑣𝑎𝑛𝑖𝑐=𝐸°𝑐𝑒𝑙𝑙,𝑟𝑒𝑣 − η𝑎𝑛𝑜𝑑𝑖𝑐,𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 − η𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐,𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑒 − 𝑖 ∙ 𝑅Ω
L’attivazione di ciascuna semi-reazione richiede un
lavoro elettrico aggiuntivo per superare la barriera di
attivazione
Sovratensione cinetica
E’ possibile dimostrare che la relazione tra una corrente applicata e i
sovrapotenziali cinetici per una redox generica che richiede n elettroni è
data dalla equazione di Butler-Volmer:
La corrente catodica o anodica è data dalle note
equazioni cinetiche elementari.
𝑂𝑥 + 𝑛𝑒−𝑖𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐
𝑖𝑎𝑛𝑜𝑑𝑖𝑐
𝑅𝑒𝑑
𝑖𝑐𝑎𝑡ℎ𝑜𝑑𝑖𝑐 = −𝐹 ∙ 𝑆 ∙ 𝑘𝑟𝑒𝑑 ∙ 𝑂𝑥
𝑖𝑎𝑛𝑜𝑑𝑖𝑐 = −𝐹 ∙ 𝑆 ∙ 𝑘𝑜𝑥 ∙ 𝑅𝑒𝑑
𝑘𝑟𝑒𝑑 = 𝐴 ∙ 𝑒−∆𝐺𝑟𝑒𝑑𝑅𝑇
𝑘𝑜𝑥 = 𝐴 ∙ 𝑒−∆𝐺𝑜𝑥𝑅𝑇
In cui F è la costante di Faraday, S la superficie dell’elettrodo, k le costanti
cinetiche, A il «fattore di frequenza» e i DG le energie libere di attivazione.
𝑖 = 𝑖0 ∙ 𝑒η𝛼𝑛𝐹 𝑅𝑇 − 𝑒−η∙ 1−𝛼 ∙𝑛𝐹 𝑅𝑇
In cui η è la sovratensione cinetica ed α il coefficiente di trasferimento
ovvero la frazione di energia elettrica necessaria da attivare il processo.
Equazione di Butler-Volmer Gli esponenti degli esponenziali
nell’equazione di Butler Volmer:
𝑖 = 𝑖0 ∙ 𝑒η𝛼𝑛𝐹 𝑅𝑇 − 𝑒−η∙ 1−𝛼 ∙𝑛𝐹 𝑅𝑇
Per piccole sovratensioni la curva «i vs. η» è approssimabile con una retta.
Sono spesso indicati come pendenze
di Tafel anodica e catodica.
Essi quantificano la sovratensione di
potenziale necessaria ad
incrementare la corrente anodica o
catodica di un fattore e.
𝑖 =𝑖0 ∙ 𝐹
𝑅𝑇∙ η
Questa equazione è analoga alla legge di Ohm ed è possibile definire la
cosiddetta resistenza al trasferimento di carica.
𝑅𝑐𝑡 =η
𝑖=
𝑅𝑇
𝑖0𝐹
in cui 𝑖0∙𝐹
𝑅𝑇 = pendenza di Tafel
Equazione di Butler-Volmer Per sovratensioni più grandi della
metà della pendenza di Tafel le
corrente anodiche e catodiche
dominano la corrente complessiva.
η > 𝑖0∙𝐹
2𝑅𝑇
L’equazione di Butler-Volmer è
approssimabile con l’equazione di
Tafel per il ramo anodico a grandi
sovratensioni positive:
𝑙𝑜𝑔 𝑖 = 𝑙𝑜𝑔 𝑖0 +𝛼𝑛𝐹
2.303 ∙ 𝑅𝑇∙ η
E per il ramo catodico a grandi sovratensioni negative
𝑙𝑜𝑔 𝑖 = 𝑙𝑜𝑔 𝑖0 +1 − 𝛼 ∙ 𝑛𝐹
2.303 ∙ 𝑅𝑇∙ η
Il corrispondente plot di Tafel consente di ricavare α e i0.
ESERCIZIO 10
L’acido acetico (pKa=5) è utilizzato come elettrolita debole in una soluzione
acquosa con concentrazione nominale [AcOH]=0.02M. La ddp reale della
cella galvanica che utilizza questo elettrolita acquoso è pari a 0.55V
quando opera con una densità di corrente di J=0.6 mA/cm2.Sapendo che la
distanza tra i 2 elettrodi è pari a 0.2 mm determinare l’ammontare della
caduta ohmica ignorando la sovratensione cinetica. Λ(H+)=350 e Λ(AcO-
)=41 Ω-1cm2mol-1. Calcolare l’efficienza del potenziale di cella.
ESERCIZIO 11 Un generico processo elettrodico ha una resistenza al trasferimento di
carica quando la cella opera a 1.2mA pari a 16.67 Ω. Assumendo di
trovarci in regime di piccole sovratensioni calcolare la sovratensione
cinetica e la caduta ohmica complessiva sapendo che la resistività totale
della soluzione elettrolitica è pari a 8.81 kΩm e che gli elettrodi sono
distanti 0.5 mm e hanno area pari a 4 m2.
ESERCIZIO 12
Determinare l’efficienza di potenziale della seguente cella galvanica:
Al/Al(NO3)3(aq) 1M //Cu(NO3)3(aq) 1M CuNO3(aq) 1M/Pt
Per densità di correnti pari a 0.5 mAcm-2 sapendo che le resistenze al
trasferimento di carica delle due semireazioni anodica e catodica sono
rispettivamente 5 e 12 Ω , la distanza tra i 2 elettrodi di area A=5 cm-2 è pari
a 0.2 mm, che i potenziali redox di semireazione sono pari a
E°(Cu2+/Cu+)=0.160V, E°(Al3+/Al0)=-1.660V e le conduttività molari degli ioni
sono pari a: Λ(Cu+)=57, Λ(Cu2+)=112, Λ(Al3+)=145, Λ(NO3-)=71 Ω-1cm2mol-1.
Assumete nulla la resistenza del ponte salino.