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Alessandro Magno (Il Grande) Μέγας λέξανδρος Alessandro durante la battaglia di Isso (Casa del Fauno) Re di Macedonia Egemone della Lega Ellenica Faraone d'Egitto Re dei Re In carica 336 a.C. 323 a.C. Predecessore Filippo II di Macedonia Successore de iure Alessandro IV di Macedonia e Filippo III Arrideo di Macedonia de facto Perdicca e i Diadochi Nome completo Μέγας λέξανδρος Nascita Pella, lōios (ecatombeone) 20 o 21 luglio 356 a.C. Morte Babilonia, daisios (targelione) 10 o 11 giugno 323 a.C. Sepoltura Alessandria d'Egitto Padre Filippo II di Macedonia Madre Olimpiade d'Epiro Coniugi Rossane Alessandro Magno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Alessandro III di Macedonia, (in greco antico λέξανδρος Γ' Μακεδών, traslitterato in Aléxandros trίtos ho Makedόn), [1] universalmente conosciuto come Alessandro Magno (in greco antico Μέγας λέξανδρος, traslitterato in Mégas Aléxandros; Pella, ecatombeone 20 o 21 luglio 356 a.C. – Babilonia, targelione 10 o 11 giugno 323 a.C.) fu re di Macedonia a partire dal 336 a.C., succedendo al padre Filippo II. È noto anche come Alessandro il Grande, Alessandro il Conquistatore o Alessandro il Macedone. Il termine "magno" deriva dal latino magnus che significa per l'appunto "grande", che in greco antico si traduce con il termine mégas. È considerato uno dei più celebri conquistatori e strateghi della storia. In soli dodici anni conquistò l'intero Impero persiano, dall'Asia Minore all'Egitto fino agli attuali Pakistan, Afghanistan e India settentrionale, fino ai confini della Cina. Tale straordinario successo fu dovuto sia ad una congiuntura storica eccezionalmente favorevole (le crisi dell'Impero persiano e della Grecia, l'opera espansionistica già iniziata dal padre) sia ad una notevole intelligenza militare e diplomatica. Dotato di coraggio e valore, aveva un grande ascendente sui soldati che spronava partecipando direttamente ai combattimenti. Inoltre aveva capito l'importanza della propaganda per guadagnare prestigio, di qui i gesti di forte valenza simbolica e le leggende sulla discendenza divina. Infine si sforzava in ogni modo di unificare le diverse etnie e culture delle terre conquistate, prima Grecia con Macedonia, poi Ellenica e Persiana, consapevole del fatto che avrebbe guadagnato consenso ed evitato ribellioni se presentava il suo potere diversamente da quello di un conquistatore straniero. Le sue vittorie sul campo di battaglia, accompagnate da una diffusione universale della cultura greca e dalla sua integrazione con elementi culturali dei popoli conquistati, diedero l'avvio al periodo ellenistico della storia greca. Morì a Babilonia nel mese di daisios (targelione) del 323 a.C., forse avvelenato, oppure per una recidiva della malaria che aveva contratto in precedenza o, secondo congetture più recenti, per una cirrosi epatica provocata dall'abuso di vino. Molto probabilmente la vera causa di

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Alessandro Magno (Il Grande)Μέγας Ἀλέξανδρος

Alessandro durante la battaglia di Isso(Casa del Fauno)

Re di MacedoniaEgemone della Lega Ellenica

Faraone d'EgittoRe dei Re

In carica 336 a.C. ­ 323 a.C.

Predecessore Filippo II di Macedonia

Successore de iure Alessandro IV diMacedonia e Filippo IIIArrideo di Macedoniade facto Perdicca e iDiadochi

Nomecompleto

Μέγας Ἀλέξανδρος

Nascita Pella, lōios(ecatombeone) 20 o 21luglio 356 a.C.

Morte Babilonia, daisios(targelione) 10 o 11giugno 323 a.C.

Sepoltura Alessandria d'Egitto

Padre Filippo II di Macedonia

Madre Olimpiade d'Epiro

Coniugi Rossane

Alessandro MagnoDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Alessandro III di Macedonia, (in greco anticoἈλέξανδρος Γ' ὁ Μακεδών, traslitterato in Aléxandrostrίtos ho Makedόn),[1] universalmente conosciuto comeAlessandro Magno (in greco antico Μέγας Ἀλέξανδρος,traslitterato in Mégas Aléxandros; Pella, ecatombeone ­ 20o 21 luglio 356 a.C. – Babilonia, targelione ­ 10 o 11giugno 323 a.C.) fu re di Macedonia a partire dal 336 a.C.,succedendo al padre Filippo II.

È noto anche come Alessandro il Grande, Alessandro ilConquistatore o Alessandro il Macedone. Il termine"magno" deriva dal latino magnus che significa perl'appunto "grande", che in greco antico si traduce con iltermine mégas. È considerato uno dei più celebriconquistatori e strateghi della storia.

In soli dodici anni conquistò l'intero Impero persiano,dall'Asia Minore all'Egitto fino agli attuali Pakistan,Afghanistan e India settentrionale, fino ai confini dellaCina. Tale straordinario successo fu dovuto sia ad unacongiuntura storica eccezionalmente favorevole (le crisidell'Impero persiano e della Grecia, l'opera espansionisticagià iniziata dal padre) sia ad una notevole intelligenzamilitare e diplomatica. Dotato di coraggio e valore, avevaun grande ascendente sui soldati che spronava partecipandodirettamente ai combattimenti. Inoltre aveva capitol'importanza della propaganda per guadagnare prestigio, diqui i gesti di forte valenza simbolica e le leggende sulladiscendenza divina. Infine si sforzava in ogni modo diunificare le diverse etnie e culture delle terre conquistate,prima Grecia con Macedonia, poi Ellenica e Persiana,consapevole del fatto che avrebbe guadagnato consenso edevitato ribellioni se presentava il suo potere diversamenteda quello di un conquistatore straniero.

Le sue vittorie sul campo di battaglia, accompagnate da unadiffusione universale della cultura greca e dalla suaintegrazione con elementi culturali dei popoli conquistati,diedero l'avvio al periodo ellenistico della storia greca.Morì a Babilonia nel mese di daisios (targelione) del 323a.C., forse avvelenato, oppure per una recidiva dellamalaria che aveva contratto in precedenza o, secondocongetture più recenti, per una cirrosi epatica provocatadall'abuso di vino. Molto probabilmente la vera causa di

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Statira IIParisatide II

Figli Eracle di Macedonia (daBarsine, nonriconosciuto)Alessandro IV diMacedonia (da Rossane)

serekht o nome Horo

praenomen o nome del trono

nomen o nome di nascita

Alessandro Magnoin geroglifico

morte, come si può dedurre dalla accurata sintomatologiadescritta, fu una pancreatite acuta, conseguente alleeccessive libagioni compiute in quella giornata.

Dopo la sua morte l'impero Macedone fu suddiviso tra igenerali che lo avevano accompagnato nelle sue spedizionie si costituirono i regni ellenistici, tra cui quello tolemaicoin Egitto, quello degli Antigonidi in Macedonia e quello deiSeleucidi in Siria, Asia Minore e negli altri territoriorientali.

L'eccezionalità del personaggio e delle sue imprese, giàdurante la vita ma ancor più dopo la sua morte, ispirarono ungran numero di leggende, che egli stesso favoriva peraumentare il proprio prestigio, e una tradizione letteraria incui appare come un eroe mitologico, assimilato ad Achille, dacui vantava discendenza per parte di madre. I racconti storicihanno presto assunto colorazioni mitiche e diventa pertantoarduo discernere i fatti realmente accertati. Le storie a luiriferite non si ritrovano solo nelle letterature occidentali: nellaBibbia (Primo libro dei Maccabei), ad esempio, si fa esplicitoriferimento ad Alessandro, mentre nel Corano il misteriosoDhu al­Qarnayn (il Bicorne o letteralmente "quello dalle duecorna") viene talvolta identificato con lui.

Indice

1 La questione della data di nascita2 Descrizione fisica3 Biografia

3.1 I genitori di Alessandro3.2 Educazione3.3 L'incontro con Bucefalo3.4 Le prime spedizioni3.5 L'assassinio di Filippo3.6 Campagna nei Balcani3.7 L'insurrezione delle polis3.8 Conquista dell'Impero persiano

3.8.1 Battaglia del Granico (334 a.C.) econquista dell'Asia Minore

3.8.1.1 La resistenza di Mileto el'accordo con Sardi3.8.1.2 Il controllo delle zoneconquistate3.8.1.3 L'assedio ad Alicarnasso3.8.1.4 I primi tradimenti e il nodogordiano

3.8.2 Battaglia di Isso (333 a.C.)3.8.2.1 Preludio3.8.2.2 La battaglia3.8.2.3 Il dopo battaglia3.8.2.4 L'ambasciata di pace

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3.8.2.4 L'ambasciata di pace3.8.3 Damasco e Tiro3.8.4 La conquista di Gaza3.8.5 Egitto

3.8.5.1 La costruzione diAlessandria3.8.5.2 L'oracolo di Amon

3.8.6 Battaglia di Gaugamela (331 a.C.) efine di Dario

3.8.6.1 Preludio3.8.6.2 Forze in campo3.8.6.3 La battaglia

3.8.7 Dopo Gaugamela3.8.8 Persepoli3.8.9 L'inseguimento di Dario3.8.10 Il destino degli assassini di Dario3.8.11 La sorte di Parmenione e dei suoifigli3.8.12 Guerriglie in Sogdiana3.8.13 La sorte di Clito

3.9 Spedizione in India3.9.1 Invasione dell'India3.9.2 Ritorno

3.10 Ultimo periodo di regno e morte4 Successione5 Fonti storiche e leggenda6 Alessandro nella cultura di massa

6.1 Alessandro nel cinema6.2 Alessandro nell'animazione6.3 Alessandro nella musica6.4 Alessandro nei videogiochi

7 Curiosità8 Note9 Bibliografia10 Voci correlate11 Altri progetti12 Collegamenti esterni

La questione della data di nascita

Discussa tra gli storici è la data di nascita di Alessandro Magno; vi è chi la riporta intorno al 20 o 21luglio, chi alla metà di luglio e altri ancora verso il 6 del mese (quest'ultima data era dovuta allacoincidenza con il giorno sacro della dea Artemide e si narra che alla nascita del condottiero ella si fossedistratta non osservando l'incendio del suo tempio di Efeso).[2] Vi era anche chi sosteneva che fosse natoad ottobre (tale data risulta la più errata, dovuta più che altro alla confusione, che regnava al tempo, conla data dell'ascesa al trono).

Descrizione fisica

(LA) (IT)

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Scultura in marmo di Alessandro(Lisippo)

« Per idem tempus conditorium et corpus MagniAlexandria, cum prolatum et penetralisubiecisset oculis, corona aurea imposita acfloribus aspersis veneratus est, consultusque,num et Ptolemaeum inspicere vellet, «regem sevoluisse ait videre, non mortuos» »

« Quando il sarcofago di Alessandro fu trattofuori dal sepolcro, Augusto fissò il corpo, posesul coperchio di vetro una corona d'oro e visparse sopra dei fiori in segno di venerazione.Richiesto se volesse vedere anche la salma diTolomeo, rispose «Desideravo vedere un re, nondei cadaveri» »

(Traduzione di Guido Paduano, contenuta in Alessandro Magno di Robin Lane Fox, di Gaio Svetonio Tranquillo, Vita diAugusto, 18.1)

Alessandro non era dotato di un fisico particolarmenteavvenente, bensì era tozzo e di corporatura robusta; era affetto daeterocromia, ovvero aveva gli occhi di un colore uno diversodall'altro (uno azzurro, l'altro marrone o nero), mentre la suavoce era aspra;[3] portava sempre il collo leggermente inclinatoverso sinistra e soffriva di alcune malformazioni congenite che,con molta probabilità, avranno contribuito alla sua morte.[4]Aveva i capelli aspri e rossicci, sebbene tendesse spesso atingerli di biondo attraverso un mix di fiori di zafferano ed acquadi potassio, trattandoli poi con profumi, incenso e mirra. Èdovuta a lui l'usanza di radersi il volto: pare che avesse infattipochissima barba, che all'epoca connotava inequivocabilmentel'uomo di potere (contrapposto a donne e giovani che ne eranoprivi) e per non sfigurare in mezzo ai suoi dignitari li indusse aradersi. Per effetto della circolazione delle idee dovutaall'Ellenismo la moda si diffuse poi in tutto il Mediterraneo equindi a Roma.

Fra gli scultori del tempo, Lisippo ritraeva molto fedelmente ilcondottiero[5] (venne nominato scultore di corte). Pirgotele fu, invece, l'unico autorizzato dallo stessoAlessandro che poté ritrarlo su pietre dure e sigilli; sfortunatamente nessuno di tali lavori è giunto fino anoi.

Fra i pittori che lo ritrassero, Apelle di Colofone si dice che lo dipingesse di carnagione più scura diquella che aveva, mentre Aristosseno di Taranto, apprendista di Aristotele, raccontava che emanava unprofumo gradevole.[6] Secondo quanto riporta Teofrasto di Ereso, si diceva che il profumo fosseprobabilmente dovuto al calore eccessivo del corpo, mentre Ateneo di Naucrati sottolineava la suaabitudine al bere e all'ubriacarsi.[7]

Sappiamo da Plutarco[8] che Alessandro, almeno a partire dalla battaglia di Gaugamela, indossava inbattaglia la linothorax, la corazza multi­strato di lino che veniva preferita, per la fanteria leggera e lacavalleria, alla classica corazza oplitica di bronzo, meno resistente alle frecce. In alcuni mosaici che cisono pervenuti, Alessandro è raffigurato mentre indossa questo tipo di abbigliamento.[9]

Biografia

I genitori di Alessandro

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Aristotele insegna ad Alessandro

Alessandro era figlio del re macedone Filippo II e della principessa epirota Olimpiade (o Olimpia);secondo le leggende, da parte di padre era discendente di Eracle, mentre da parte di madre di Achille,attraverso il nipote Molosso che avrebbe dato origine alla casa reale dei Molossi.[10] Alessandromostrava di non considerare questa genealogia una finzione, tanto che diceva di comportarsi qualediscendente diretto sia di Eracle che di Achille.

Secondo la leggenda, in parte da lui stesso alimentata dopo essere salito al trono, e riferita da Plutarco,[11] il suo vero padre sarebbe stato lo stesso dio Zeus, che avrebbe preso le sembianze di un serpente egiaciuto con la madre.[12]

Molte furono le leggende a lui postume sulla sua nascita; ad esempio si narrava che la madre Olimpiade,in visita alla corte persiana, avrebbe avuto una notte d'amore con il loro re, per poi ritornare inMacedonia.[13] La madre stessa per altro alimentava leggende di ogni tipo sul figlio.

Educazione

All'epoca della nascita di Alessandro, sia la Macedonia chel'Epiro erano ritenuti stati semi­barbarici, posti all'estremaperiferia settentrionale del mondo greco.

La sua nutrice fu Lanice, sorella di Clito il Nero;[14] i suoigenitori volevano dare al figlio un'educazione greca(precisamente attica­ateniese) e, dopo Leonida (che il suo allievogiudicò avaro)[15] e Lisimaco (con cui Alessandro legò moltorischiando una volta la vita per salvarlo),[16] scelsero come suomaestro, fra il 343 a.C. e il 341 a.C., il filosofo greco Aristotele;[17] la scelta era dettata anche dalla politica del tempo.[18]Aristotele lo educò, insegnandogli la scienza, la medicina, l'arte ela lingua greca, preparando appositamente per lui un'edizione annotata dell'Iliade[19] e gli restò legato,come amico e confidente, per tutta la vita. Alessandro lo considerò all'inizio alla stregua di un padre masuccessivamente diffidò di lui.[20]

Non si sa fino a che punto gli insegnamenti filosofici di Aristotele influirono sul pensiero di Alessandro.Sembra molto probabile che non potessero esservi molti punti di accordo tra i due: le teorie politiche diAristotele erano fondate sulla città­stato greca, teoria ormai fuori moda in quel tempo. Il concetto digoverno di una piccola città­stato non poteva interessare a un principe ambizioso che voleva costruire ungrande impero centralizzato.

Del suo apprendere dal maestro si ha una prova in una lettera inviata da Isocrate ad Alessandro, in cui ilretore greco si congratulava con il macedone nel come affrontava e apprendeva l'arte della filosofia.[21]

Una delle prime volte che venne menzionato il suo nome fu in un discorso pubblico di un politicoateniese; a quell'epoca Alessandro aveva dieci anni.[22]

Del suo rapporto con Aristotele nei suoi primi anni si raccontarono molte storie, quasi tutte inventate.

L'incontro con Bucefalo

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Alessandro combatte contro un leone(mosaico del III secolo a.C.)

Si narra che il giovane Alessandro, all'età di dodici anni o meno,[23] manifestasse la propria straordinarianatura riuscendo a domare da solo il cavallo Bucefalo.

L'animale venne comprato da un amico del padre, il generale Demarato di Corinto, probabilmente per unvalore di tredici talenti, e regalato a Filippo, il quale ne fece dono al figlio. Alessandro, avendo notato

che il cavallo era spaventato dalla propria ombra, lo mise colmuso rivolto verso il sole prima di montargli in groppa; da allorail cavallo non si lasciò mai più montare da nessun altro. Inseguito gli venne anche insegnato ad inginocchiarsicompletamente bardato, in modo da facilitare la monta primadelle battaglie.

Bucefalo accompagnò per quasi un ventennio il suo padrone equesto legame venne interrotto dalla morte del destriero, nel 326a.C., durante la battaglia dell'Idaspe (che vide contrapposti iMacedoni di Alessandro all'armata di Poro, re indiano dellaregione del Punjab).

Le prime spedizioni

Nel 340 a.C., a soli sedici anni, durante una spedizione del padre contro Bisanzio, gli fu affidata lareggenza in Macedonia. Disponeva del sigillo reale e sicuramente sbrigò gli affari correnti di governo.Le sue energie vennero poi impegnate in una campagna contro la tribù tracia dei Maidi dello Strimonesuperiore, durante la quale prese d'assalto la loro città principale, che chiamò poi Alessandropoli. L'annosuccessivo Filippo ebbe una quarta moglie, Cleopatra Euridice (nipote del suo generale Attalo), maOlimpiade mantenne il titolo di regina.

Nel 338 a.C. Alessandro guidò la cavalleria macedone nella battaglia di Cheronea; grazie alle sue abilitàdi condottiero prevalse sui Tebani, sterminando il battaglione sacro (trecento soldati che costituivano ilcorpo scelto dell'esercito).[24]

Durante quella battaglia, venendo a conoscenza delle vittorie riportate dal figlio, il padre cercò distrappare il merito della vittoria ad Alessandro, anche esponendosi al pericolo.[25]

L'assassinio di Filippo

Dopo la battaglia ci furono ampi contrasti fra padre e figlio, alimentati sia dalla condotta di Filippodurante la battaglia, sia dal suo divorzio dalla madre. Più volte Alessandro usò parole di disprezzo versoil padre e per poco non si sfiorò un duello fra i due. Nel 336 a.C. Filippo venne assassinato ad Ege(l'antica capitale macedone), trafitto da un ufficiale della sua guardia di nome Pausania, che diceva divoler vendicare l'onore di Attalo,[26] durante le nozze della figlia Cleopatra con il re Alessandro I;Pausania venne immediatamente ucciso dalle guardie macedoni dopo l'assassinio del sovrano. Seguendoil racconto tradizionale di Plutarco, sembrerebbe che della congiura fossero a conoscenza, se nondirettamente coinvolti, sia Olimpiade che Alessandro, ed è inoltre possibile che l'assassinio sia statoistigato dal re di Persia, Dario III, appena salito sul trono.

Secondo Aristotele, Pausania, amante di Filippo, avrebbe ucciso il re macedone perché oltraggiato daiseguaci di Attalo, o dallo stesso Attalo (zio della nuova moglie di Filippo, Cleopatra Euridice), che erastato umiliato sessualmente ma non aveva ricevuto vendetta.[27] Il fatto che esistessero complici in attesadi Pausania in fuga depone tuttavia a favore dell'esistenza di un complotto organizzato e nonsemplicemente di un episodio legato a faccende private.

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Ricostruzione della mappa del MondoAntico come immaginato da Ecateodi Mileto nel V secolo a.C.

Campagna nei Balcani

Dopo la morte di Filippo, Alessandro, all'età di vent'anni, fuacclamato re dall'esercito e immediatamente si occupò diconsolidare il suo potere facendo sopprimere i possibili rivali altrono. Con l'aiuto del generale Antipatro, consigliere del padre,prima operò in modo che i mandanti dell'omicidio del padrefigurarono i principi della Lincestide, poi fece condannare amorte Aminta (figlio di Perdicca III e nipote dello stesso Filippodel quale era stato tutore),[28] diversi fratellastri di Alessandro edEuridice, la giovane moglie di Filippo, il cui zio Attalo furaggiunto da un sicario in Asia Minore.

Consolidato il suo potere in Macedonia iniziò ad espandere lapropria autorità nei Balcani, cominciando dai Greci. Arrivato aLarissa egli ribadì ai Tessali le proprie buone intenzioni nei loroconfronti, offrendosi come protettore contro i Persiani. Ad un'assemblea della lega tessala Alessandro fueletto capo, gli venne affidata l'amministrazione delle entrate e gli fu promesso l'appoggio nella LegaEllenica. Dal consiglio anfizionico, riunito per l'occasione alle Termopili, si fece eleggere hegemón(egemone) della Grecia,[29] carica che precedentemente era stata di suo padre e che, come lui volle, passòai discendenti. Successivamente gli stati greci nella Lega di Corinto, eccetto Sparta, proclamaronoAlessandro comandante delle loro forze contro la Persia. Il macedone, in tal modo, stava proseguendo ilprogetto di conquista che aveva ereditato dal suo padre.

In quel periodo incontrò il filosofo Diogene, che viveva all'epoca a Corinto in una botte, con il quale vifu un celebre scambio di battute: alla domanda su cosa desiderasse, il filosofo rispose al macedone dispostarsi perché gli nascondeva il sole.[30] Secondo la leggenda Alessandro concluse: «se non fossiAlessandro mi piacerebbe essere Diogene».[31]

Appoggiato da tutti i Greci, Alessandro avviò la campagna dei Balcani contro i Triballi, una popolazionestanziata nella parte settentrionale dell'attuale Bulgaria, a partire dalla primavera del 335 a.C. Dopo unviaggio durato dieci giorni si trovò di fronte, al passo di Šipka, nemici dotati di carri che sbarravano ilpassaggio, pronti ad attaccare. In questo primo scontro (Battaglia del Monte Emo) si poté assistereall'abilità di stratega di Alessandro, che si ripeterà nei due successivi scontri della campagna bellica, laBattaglia del Fiume Ligino e la Battaglia dell'Isola di Peuce.

Parte dei soldati macedoni si divisero in due ali lasciando libero il passaggio ai nemici, mentre irimanenti si sdraiarono a terra coprendosi come potevano con gli scudi, in modo da far passare i carrisopra di loro senza subire molti danni. In seguito, grazie al sostegno degli arcieri, degli ipaspisti, deiaegma e delle truppe leggere degli Agriani, i Triballi vennero sconfitti.[32] Si dice che Tolomeo stessoriferì che non ci furono morti nell'esercito macedone in questo scontro.

Sirmo, re dei Triballi, attendeva il condottiero macedone sul Ligino (un affluente del Danubio la cuicorrispondenza odierna non è certa). Ad accompagnare Alessandro in quell'occasione vi erano Filota,Eraclide e Sopoli. La sua tattica lo vide vincitore anche sotto il profilo delle perdite: morirono più di3.000 nemici, mentre gli alleati subirono in tutto una cinquantina di perdite.[33]

I Macedoni avevano difficoltà ad espugnare l'isola Peuce per via delle forti correnti ed erano venuti aconoscenza dell'arrivo di rinforzi nemici. Alessandro decise quindi di superare il fiume in una sola notte,sbaragliando con un furioso assalto[34] i Geti che, alleati dei Triballi, erano dotati di 10.000 fanti e 4.000

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cavalieri.[35]

Egli trascorse quasi 4 mesi nei Balcani orientali prima di puntare a ovest ed entrare nel territorio degliAgriani, con circa 25.000 fanti e 5.000 cavalieri.

Alessandro riuscì a contrastare gli attacchi della tribù illirica dei Dardani, comandati da Clito (figlio diBardilo II), provenienti dall'odierno Kosovo. Essi effettuarono incursioni nella Macedonia, arrivandofino ad espugnare Pelion, vicino al centro urbano che poi sarà chiamato Gorice. Nel frattempo giunsenotizia dell'arrivo imminente dei Taulanti di Glaucia a sostegno degli invasori. Grazie all'appoggio diLongaros,[36] Alessandro giunse a Pelion iniziando l'assedio. Arrivarono poi i rinforzi nemici comeprevisto. Il macedone attaccò utilizzando la sua falange, composta da 120 file, come una sorta diserpente umano, stanando i nemici senza subire alcuna perdita,[37] mentre con un attacco notturnocondotto dalle sole truppe leggere riuscì a liberare Pelion.

L'insurrezione delle polis

Dopo la vittoria nei Balcani, tuttavia, si sparse la voce che Alessandro fosse rimasto ucciso in battaglia equesta notizia provocò una nuova ribellione delle πόλεις (polis), probabilmente alimentata daiPersiani[38] e dai Tebani che, dopo anni di esilio, approfittarono della situazione e tornarono in patria. Vierano stati disordini anche altrove; ad Atene vennero uccisi Timolao e Anemeta, i capi del partito filo­macedone.

Con una marcia rapidissima di più di 200 chilometri, percorsi in quattordici giorni,[39] Alessandroraggiunse Tebe e la circondò. Vi sono due versioni dello scontro: nella prima l'esercito macedone era indifficoltà fino a quando Alessandro notò un'entrata alla città lasciata senza protezione e ordinò alcomandante del battaglione Perdicca di penetrarvi; l'altra versione, raccontata da Tolomeoprobabilmente per calunniare il suo rivale, attribuisce l'iniziativa allo stesso Perdicca, che poi nelcombattimento fu gravemente ferito.[40]

In ogni caso l'esercito macedone travolse ogni fortificazione, radendola al suolo, risparmiando solamentei templi e la casa del poeta Pindaro. Al termine degli scontri si arrivò a contare circa 6.000 morti, fra cuimolti arcieri cretesi con il loro comandate Euribote.[41] Alessandro ottenne così la sottomissionecompleta delle città greche, eccetto Sparta.

Atene fu risparmiata, e le fu richiesto solo che venissero consegnati i politici antimacedoni, ma alla finedelle trattative soltanto il generale Caridemo venne esiliato; questi, non sentendosi cittadino greco, sialleò con la Persia e Dario[42] e come lui altri nemici di Alessandro, mentre Carete si recò a Sigeo, neisuoi possedimenti. Al termine degli eventi, alla fine di ottobre, ritornò in Macedonia.

Discussa è la visita di Alessandro all'oracolo di Delfi prima della partenza: secondo quanto si racconta, ilre vi arrivò in un periodo in cui l'oracolo non poteva essere consultato, visto che all'epoca dava responsisolo una volta al mese; per cui, di persona, costrinse la sacerdotessa a venire al tempio portandovela conla forza e proprio in quell'occasione ella affermò che il nuovo re «era invincibile».[43]

Conquista dell'Impero persiano

La prima spedizione greco­macedone inviata da Filippo II in Asia Minore, al comando del generaleParmenione, era stata respinta sulla costa dall'esercito persiano; quest'ultimo era comandato dal generalerodio Memnone (e prima di lui da Mentore), che occupò la città di Abido, dove sarebbero dovutisbarcare i Macedoni.

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Nella primavera del 334 a.C. Alessandro, dopo aver consolidato la sua posizione in Grecia e dopo averlasciato Antipatro come suo rappresentante in patria, sbarcò in Asia Minore con un esercito di circa40.000 uomini, di cui 32.000 fanti; nella cavalleria poteva contare su 1200 tessali e 1800 compagni delre (hetaîroi), tutti al comando di Parmenione.[44] Il nucleo principale era formato dall'esercito macedone,rafforzato dagli scarsi contingenti provenienti dalle città greche.

Dopo aver attraversato le coste della Tracia arrivò in circa venti giorni ai Dardanelli;[45] a Sesto venneraggiunto da 160­170 navi alleate (successivamente affidate a Nicanore) con le quali raggiunse la rivaopposta, non temendo la flotta nemica che era occupata a tenere a bada le coste egiziane (infatti nelgennaio del 335 a.C. era morto il re ribelle egiziano e una parte della flotta lì impegnata non potéintervenire per fermare i Macedoni). Fece dunque visita, come buon augurio, a quella che si ritenevafosse la tomba di Protesilao (che fu il primo eroe greco che poggiò piede sulla terra asiatica durante laguerra di Troia, morendo subito)[46] e vi compì un rituale: si mise alla guida di una trireme, si allontanòdalla costa, sacrificò un toro e altro, tornò e, prima di giungere sulla riva, indossò la propria armatura;una volta sbarcato prese la sua lancia e la scagliò in terra proclamandosi come conquistatore dell'imperopersiano.[47]

Il numero di fanti e cavalieri al seguito di Alessandro sono discordanti sin dalle prime fonti:[48]

Tolomeo I: 30.000 fanti e 3.000 cavalieriAristobulo: 30.000 fanti e 4.000 cavalieriAnassimene di Lampsaco: 43.000 fanti e 5.500 cavalieriCallistene: 40.000 fanti e 4.500 cavalieri

Battaglia del Granico (334 a.C.) e conquista dell'Asia Minore

Memnone, che non era persiano di nascita ma greco e che aveva sposato una donna persiana, davantialle truppe macedoni appena sbarcate sosteneva la tattica della terra bruciata, ma i satrapi persiani nonvollero lasciare i propri territori al nemico,[49] preferendo scontrarsi subito con l'esercito invasore. Cercòallora di radunare i 20.000 mercenari greci su cui poteva contare,[50] ma soltanto una parte di essi si unì alui, mentre un'altra restava a difesa di Alicarnasso e Mileto. Inoltre circa 5.000 unità furono inviate, perordine dello stesso Dario, a Cizico, luogo importante per la moneta.[51]

Nel maggio dello stesso anno, presso il fiume Granico, vicino al sito della leggendaria Troia (sulla stradada Abido a Dascylium, vicino all'odierna Ergili), si svolse il primo scontro. Contro Alessandro, oltre aMemnone, Spitridate della Lidia, Atizie e Arsite della Frigia e Mitrobarzane dalla Cappadocia, vi eranoReomitre, Mitridate e Resace. Parmenione ebbe il comando dell'intera ala sinistra a cui era stata affidatala difesa. Altri uomini al servizio del conquistatore furono Filota, Ceno, Perdicca, Cratero, Meleagro.Clito il Nero (fu chiamato il Nero per distinguerlo da Clito il Bianco, altra figura al comando di partedella fanteria), figura come la guardia del corpo.

Gli eserciti si fronteggiarono a lungo senza prendere l'iniziativa, nella quale i Persiani attendevano chefossero i Macedoni i primi ad attaccare,[52] alle prime luci dell'alba fu Alessandro in persona (che isoldati riconobbero dal candido pennacchio dell'elmo)[53] ad iniziare le ostilità. L'armata macedone siscagliò sui Persiani.

La tattica di Alessandro era chiara: aprire dei varchi nella fanteria nemica, lasciando poi spazio allacavalleria per spezzare l'esercito persiano (che era disposto lungo le ripide rive del fiume) e permettendocosì alla falange macedone di caricare con le sarisse e porre fine alla battaglia.

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Battaglia del Granico

Dopo aver rotto una prima lancia e ottenuta dai propri fidi un'altra, il macedone si scontrò prima conMitridate, che venne colpito in volto e sconfitto, per poi essere colto di sorpresa dal fratello di Spitridate,Resace. Questi lo colpì in testa rompendogli l'elmo e ferendolo; Alessandro reagì e dopo essersiprocurato una nuova lancia colpì l'avversario al petto.[54] Arrivò un terzo avversario, Spitridate, armatodi spada, ma, grazie all'intervento di Clito il nero, il remacedone ebbe salva la vita.[55]

La battaglia si era finalmente risolta in uno scontro tracavallerie, nel quale quella macedone ebbe la meglio,mettendo in fuga la controparte nemica. Senza molti deiloro comandanti i Persiani si sentirono persi e vennerorapidamente sconfitti; molti furono i morti fra cuiSpitridate, Mitrobarzane,[56] Farnace, il cognato di Dario,Arbupalo, Nifate, Petine e Omare dei mercenari. In quellabattaglia i morti persiani furono migliaia mentre deimacedoni si contavano: 25 fra gli eteri, 60 nella cavalleriae circa 30 nella fanteria.[57]

Alessandro nel trattare le spoglie nemiche fu diplomatico, inviando 300 armature ad Atene con unmessaggio che ricordava: «Alessandro, figlio di Filippo, e i Greci, eccetto gli Spartani, dedicano questespoglie tolte ai barbari che vivono in Asia»;[58] in questo modo dimostrò umiltà e rispetto (umiltà inquanto si definiva semplicemente come figlio di Filippo, e rispetto verso la Grecia, identificandoMacedonia e Grecia come un unico popolo).[59] Le armature furono un ovvio riferimento ai 300 guerrierispartani che nel 480 a.C. morirono con il re Leonida al passo delle Termopili.

Il conquistatore inoltre attribuì grandi onori ai caduti, esentando da tasse genitori e figli dei combattentidefunti più fedeli. Dopo la vittoria, Alessandro diede ordine di non saccheggiare la terra conquistata e aipersiani vinti concesse il pagamento dello stesso tributo che prima pagavano. Parmenione, nel frattempo,prese Dascilio.

L'Asia Minore era ormai aperta alla conquista macedone.

La resistenza di Mileto e l'accordo con Sardi

L'avanzata di Alessandro trovò solo la città di Mileto ad opporgli fiera resistenza: pur avendo anche loroinviato in precedenza ai Macedoni una lettera di resa, cambiarono idea non appena vennero aconoscenza dell'arrivo imminente di una flotta amica in loro sostegno. Alessandro occupò quindi ilporto, cercando di impedirne l'entrata alle 400 navi nemiche che stavano per giungere,[60] e assaltò lemura, iniziando l'assedio. Dopo tre giorni giunsero i rinforzi ma non venne permesso loro di attraccare:ciò fu possibile grazie allo sforzo di Nicanore e dei suoi soldati che, stanziando nei pressi dell'isola diLade, controllavano il porto.

Si dice che a questo punto Parmenione suggerì di attaccare la flotta nemica, avendo notato buoni auspiciper la vittoria in mare (un'aquila che si era poggiata sulla spiaggia vicino alle loro imbarcazioni);Alessandro, tuttavia, gli rispose che aveva male interpretato i segni e che la vittoria sarebbe venuta perterra, in quanto il volatile si era poggiato sul suolo; l'evento è probabilmente inventato.[61] I Macedonisconfissero gli avversari e reclutarono trecento uomini nemici nel loro esercito (questo reclutamentoindusse alla resa i combattenti nemici più valorosi).

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Alessandro Magno ritratto come ildio Elio

Contro la città di Sardi bastò un accordo con il suo capo, Mitrine, che accolse Alessandro come fosse unamico; il re macedone permise ai cittadini di continuare a regolarsi con le leggi già in uso e concesseinoltre ulteriori privilegi.[62] Raggiunse Efeso, dove i mercenari nemici impauriti erano precedentementefuggiti, e la occupò instaurando una democrazia al posto della precedente oligarchia, come era avvenutonelle altre città conquistate.[63] La città entrò a far parte della Lega di Corinto. Questa sua politica portòad Alessandro molti consensi e provocò la resa spontanea di altre città. Tutte le πόλεις (pòleis) dellacosta, che avevano mal sopportato le ingerenze persiane, salutarono il macedone come un compatriotaliberatore.

Il controllo delle zone conquistate

Il governo della Caria fu affidato ad Ada, ultima sorella di Mausolo e di Pissodaro (colui che anni primaaveva progettato un matrimonio fra sua figlia e uno dei figli di Filippo).[64] La donna chiese udienza alconquistatore, lasciando Alinda (luogo dove aveva trovato rifugio) per incontrarlo; nel parlargli lodenominò figlio.[65]

Mentre il grosso dell'esercito svernava in Lidia (terra poi concessa ad Asandro) al comando diParmenione, Alessandro passò in Licia, in Panfilia, in Pisidia e in Frigia; quest'ultima venne concessa alcomandante della cavalleria tessalica (Calate) e in sua sostituzione Alessandro nominò nuovocomandante della cavalleria Alessandro Linceste, scelta poi rivelatasi infausta; Linceste, in seguito, fu dalui fatto arrestare con l'accusa di tradimento.[66]

L'assedio ad Alicarnasso

L'intento di Alessandro era quello di conquistare tutte le cittàcostiere impedendo l'attracco alle navi nemiche; nel frattempo siebbe la notizia della morte di un figlio di Dario, ucciso per ordinedello stesso padre in quanto era in procinto di tradirlo.[67]

Si trovò di fronte ad Alicarnasso, una roccaforte dove si erarifugiato Memnone per aiutare la flotta persiana disposta nelleacque vicine; la città era provvista di un grande fossato edisponeva di scorte sufficienti a resistere ad un eventuale lungoassedio. In questa battaglia il macedone utilizzò le macchine chelanciavano pietre per difesa e non per attaccare le mura.

Alessandro attaccò quindi una torre, nella vana speranza che ilsuo crollo coinvolgesse parte delle mura; ma alla caduta dellaprima non conseguì la caduta della seconda. Si concentrò allorasu un'altra zona, colmando prima il fossato e poi attaccando conle sue macchine, senza grossi esiti. In quell'occasione morìNeottolemo, fratello di Aminta di Arrabeo, insieme a circa 170soldati, mentre meno di venti (16) furono le vittime fra imacedoni, e 300 i feriti.[68]

I Persiani resistettero ad altri assalti grazie al fuoco che bruciòun'elepoli dei greci.

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Furono allora mandati duemila uomini persiani, mille dei quali armati di fiaccole con l'obiettivo diincendiare ogni macchina nemica, mentre gli altri mille dovevano attaccare di sorpresa i Macedoni nelmomento in cui sarebbero stati impegnati a spegnere i vari incendi. La loro azione non colse impreparatigli uomini di Alessandro, che fecero strage dei nemici; del secondo contingente si occupò Tolomeo. Isoldati persiani rimasti in vita cercarono di tornare nella città, ma, temendo che anche gli invasorientrassero con loro, venne chiuso il cancello e il ponte stesso non resse al peso. Si contarono 1.500 mortiper i Persiani e 40 dei Macedoni, fra cui il capo degli arcieri Clearco.[69]

Diodoro differisce totalmente da questa versione (narrata fra gli altri da Arriano­Tolomeo); secondol'autore, soltanto all'inizio stavano avendo la meglio i Macedoni, guidati fra gli altri probabilmente daibattaglioni di Addeo e Timandro, ma di fronte al secondo assalto molti dei greci si spaventarono e lapaura aumentò ancora di più all'ingresso dello stesso Memnone, il cui esercito ammutolì per un attimo lostesso Alessandro. Soltanto grazie ai veterani, al cui comando si pose Atarrias, che spronò i più giovani einesperti, riuscirono a sconfiggere l'esercito nemico uccidendo Efialte, uno dei comandanti nemici.L'episodio ritrova conferma in un racconto successivo riguardante Clito il Nero e Alessandro, nel qualeil primo ricordò al secondo che senza l'intervento di Atarrias i Greci forse sarebbero ancora ad assediareAlicarnasso.[70] Si riportano anche i nomi dei generali nemici, gli stessi Efialte e Trasibulo, che tempoprima vivevano ad Atene e di cui Alessandro chiese la consegna, ma a cui fu dato la possibilitàdell'esilio e quindi di allearsi con Dario. In ogni caso la resistenza non superò i due mesi.[71]

La città venne incendiata dai Persiani,[72] mentre il generale nemico Memnone fuggì rifugiandositemporaneamente sull'isola di Cos. Il re macedone, entrato nella città, ordinò di uccidere chiunqueavesse appiccato il fuoco e quando si rese conto dei danni che aveva subito la fece distruggerecompletamente; visti, però, i resti ritrovati, sembra che questa sia un'esagerazione.[73]

Alessandro lasciò Orontobate, che si era rifugiato nella roccaforte di Salmacide, dando incarico a due deisuoi uomini più fidati (Tolomeo di Filippo e Asandro) di conquistare le restanti città della regione,lasciando a loro parte dell'esercito (3.000 fanti e 200 cavalieri). Nel frattempo il re macedone avrebbeproseguito la sua conquista dell'Impero Persiano.

I primi tradimenti e il nodo gordiano

A questo punto il re macedone diede il congedo a tutti i militari che si erano sposati poco prima dipartire per la spedizione[74] e inviò parte del suo esercito a Perge, mentre lui continuava il suo percorsocostiero. Dopo un evento fortuito (il vento cambiò al suo passare rendendo agevole il passaggio in unazona altrimenti impervia)[75] riscosse molti consensi e contributi da parte dei suoi uomini che subitoconvertì in paghe per i soldati.

Alessandro viaggiò per Termesso, Aspendo e Faselide. Nel frattempo arrivò da Parmenione Sisine, unmessaggero persiano inviato da Dario III col proposito di persuadere Alessandro di Lincestide a uccidereil proprio re; se quest'ultimo avesse accettato la proposta avrebbe ricevuto un premio di duemila talentid'oro (a cui si aggiungeva la corona stessa). Il generale dunque, ritenendo rischioso comunicare larisposta per iscritto, inviò ai persiani un messaggero travestito, evitando così ogni possibile pericolo diintercettazione, per chiedere come avrebbe dovuto agire.[76]

Gli storici non concordano con questo passo per via della presenza di tanti punti oscuri. Anche la sorte diAlessandro di Lincestide viene raccontata in vari modi: Tolomeo dopo la sua cattura non citerà più il suonome; forse fu ucciso per un tradimento quattro anni dopo le vicende narrate, oppure, come racconta

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Aristobulo, egli morì addirittura prima della partenza per la conquista dell'Asia, ucciso da una donna acui chiese del denaro.[77] Dati certi riportano però l'esistenza di un comandante dei Traci con tale nome,sia all'epoca di Tebe sia in Asia.

Altri resoconti identificano Sisine come uomo di fiducia del re macedone, che gli rimase fedele sino apoco prima della battaglia di Isso, quando gli venne commissionato l'omicidio di Alessandro; scoperto,per ordine del re, Sisine venne poi ucciso dagli arcieri.[78]

Dopo aver fatto dono al veterano Antigono Monoftalmo di un ampio territorio, Alessandro giunsenell'antica capitale Gordio, dove si svolse l'episodio del celebre nodo gordiano: pare che esistesse unantico carro il cui giogo era assicurato da un nodo inestricabile e che un oracolo avesse promesso ildominio dell'Asia a chi fosse riuscito a scioglierlo. Il macedone, dopo alcuni tentativi, risolse il problemaestraendo la spada e tagliando il nodo con un colpo netto.[79] Diversamente Aristobulo afferma che fufacile per il re sciogliere quel nodo, senza l'utilizzo della propria spada bensì staccando semplicemente laspina che teneva il nodo legato al carro.[80]

A Gordio, nel maggio del 333 a.C., Alessandro aspettò che Parmenione lo raggiungesse insieme alle suetruppe, cui si aggiunsero 4.000 soldati (di cui 3.000 erano Macedoni).[81] Riuscì a far avere ad Antipatro500 talenti e 600 ne donò ad Anfotero, per rinforzare la flotta greca, rispettando l'alleanza.[82]

In seguito Memnone, dopo aver conquistato Chio e le città di Lesbo (Mitilene non riuscì mai aconquistarla), tentò di preparare trecento navi con cui partire per invadere Eubea e Attica,[83] ma siammalò e morì. La sua azione di resistenza fu proseguita da un suo parente, Farnabazo, aiutato daAutofradate. I due ottennero piccole vittorie (fra cui la conquista di Mitilene, Mileto e Tenedo) alternatead altrettante piccole sconfitte, ma il numero dei loro soldati non impensieriva Alessandro.

Battaglia di Isso (333 a.C.)

Preludio

Alessandro nel giugno del 333 a.C. entrò nella Cilicia e scese in una radura descritta tempo prima daSenofonte,[84] arrivando dopo molte miglia a Tarso. Nel frattempo Dario III, a Susa, venuto aconoscenza della morte del suo più celebre generale, convocò il consiglio di guerra; Caridemo chiese diessere posto al comando di un esercito di 100.000 uomini,[85] ma l'imperatore persiano decise dimuoversi personalmente a partire da luglio. Verso la fine di agosto o l'inizio di settembre partì. Le cifredell'esercito persiano non sono riportate correttamente da nessun cronista storico del tempo: erano600.000 secondo Arriano e Plutarco,[86] 400.000 fanti a cui si sommano 100.000 cavalieri secondoGiustino e Diodoro, mentre Callistene e Curzio Rufo riferiscono solo di 30.000 mercenari greci; altririportano che il contingente schierato fu di 160.000 unità.

In ogni caso Dario aveva radunato un'armata numerosa, tre o quattro volte superiore a quella macedone.I Persiani si schierarono nella pianura all'uscita dei passi montani delle porte siriache, trovando unabuona posizione strategica a Sochi.[87]

Nel frattempo Alessandro fu colpito da una malattia, forse per aver nuotato nel Cidno. Colui che locurava, Filippo di Acarnania, voleva in realtà ucciderlo, ma il re ne fu informato da Parmenione.[88]Secondo Arriano e Curzio, Parmenione fece pervenire ad Alessandro una lettera dove si riferivadell'intenzione del medico di ucciderlo. Alessandro lesse la lettera poco prima di bere il rimedioapprontato dal medico e, confidando della sua lealtà, subito dopo bevve e gli consegno la lettera. Il re

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Mosaico della battaglia di Isso (Casa del Fauno)

guarì verso la fine di settembre. Successivamente passò per Anchialo, dove una trascrizione diceva chequesta città e quella di Tarso furono costruite in un giorno e, dopo la conquista di Soli, corse a Mallo,dove era in atto una guerra civile che fece terminare; qui venne a conoscenza che Dario era posizionato aSochi e decise quindi di affrontarlo.[89] Alessandro lasciò i feriti e i malati delle sue truppe a Isso, poiriprese la marcia e giunse a Miriandro dove si accampò.[90] Qui decise di attendere Dario attraverso lePorte Assire (oggi chiamato Passo Beilan).[91]

La battaglia

Parmenione fu mandato in avanscoperta e a fatica riuscì a controllare il passo di Kara­kapu,Alessandretta e una parte di Isso; Alessandro lo raggiunse successivamente.

A novembre, infine, il re persiano, temendo che l'inverno lo costringesse a ritirarsi nei quartieri invernalisenza aver fermato Alessandro, gli venne incontro. Entrambi non sapevano esattamente dove si trovassel'altro. Arrivato ad Isso, Dario trovò solo gli uomini abbandonati dal re avversario, in quanto non eranopiù utili all'imminente battaglia perché feriti o malati; il suo nemico si trovava a sole quindici migliacirca più a sud.[92]

Fiducioso della superiorità numerica del suo esercito, Dario si spostò alle spalle del nemico, nellapianura costiera di Isso, l'odierna Dorto; la sua idea era quella di spezzare l'esercito greco, confidandoche l'alto numero dei soldati reclutati lo avrebbe portato alla vittoria anche su un terreno menofavorevole, nella ristretta pianura chiusa tra i monti del Tauro, il mare e il fiume Pinaro,[93] dovepoterono essere schierati non più di 60.000 fanti, 30.000 cavalieri, altri 20.000 uomini e dietro a loro30.000 mercenari greci.[94] Il tutto equivaleva per capacità alla falange macedone.[95] Ancora più dietrovennero schierati altri soldati, mentre Dario occupava il centro come loro usanza,[96] su un carro con3.000 uomini posti a guardia. Alla sinistra si posero 6.000 arcieri e 20.000 fanti sotto il comando diAristomede.[94]

Lo scontro iniziò alle cinque e mezzo del primonovembre.[97] Alessandro guidò direttamente lacarica con la cavalleria leggera sull'ala destra:superò gli sbarramenti posti dalle truppe persianementre la falange, meno veloce nei movimenti,cedeva lentamente al nemico che l'attaccava daogni parte.[98] Nel suo slancio, Alessandroraggiunse quasi il sovrano persiano e si dice cercòdi colpirlo, non riuscendoci, con una lancia. Dariodecise di ritirarsi, costretto a lasciare il suo carro e a darsi alla fuga su un cavallo,[99] mentre suo fratelloOssatre rimase a combattere sino alla morte.

Il dopo battaglia

La battaglia si concluse con una completa disfatta dei Persiani, tra i quali si contarono oltre 110.000morti[100] fra cui ufficiali quali Savace (satrapo d'Egitto), Arsame, Reomitre e Atize, i quali avevano giàcombattuto in passato contro l'avanzata macedone uscendone in salvo. Il Grande Re perse le sue miglioritruppe, quasi tutti i più validi ufficiali del suo esercito e soprattutto il proprio prestigio di condottiero,distrutto dalla sua precipitosa fuga davanti al nemico.

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La famiglia di Darios davanti aAlejandro, Justus Sustermans

Moneta d'oro di Alessandro

Fra i Macedoni si contarono 150 perdite, tra cui 32 fanti, mentre i feriti erano oltre 500.[101] Lo stessoAlessandro venne ferito ad una coscia.

Vennero catturati, oltre ad un immenso bottino, anche alcuni familiari di Dario tra cui sua madreSisigambi, sua moglie Statira I e le sue figlie Statira II e Dripetide.[102]

Il giorno successivo Alessandro andò con Efestione a far visita alle prigioniere. In quell'occasioneSisigambi non seppe riconoscere chi dei due fosse il re, rendendo omaggio alla persona sbagliata. Unservo le fece notare l'errore e il conquistatore macedone per evitarle l'imbarazzo le disse di nonpreoccuparsi in quanto entrambi erano Alessandro;[103] il condottiero, adeguandosi a come già avevafatto con Ada tempo addietro, iniziò a rivolgersi alla regina persiana chiamandola madre.[104]

Visitò i feriti, pur essendo lui stesso uno di loro, e onorò ognisoldato che si fosse distinto durante la battaglia offrendoricompense adeguate.[105]

L'ambasciata di pace

Giunto a Marato, il conquistatore macedone ricevette alcuniambasciatori inviati dal re persiano; questi chiedevano la pace eil riscatto dei prigionieri. Gli ambasciatori erano accompagnatida una lettera con la quale si ricordava ad Alessandro che, aitempi del padre Filippo, la Macedonia e la Persia erano statealleate e furono i Macedoni ad infrangere per primi tale alleanza.[106]

Alessandro rifiutò le proposte di pace di Dario preferendo la via della conquista all'accontentarsi deinumerosi territori fino a quel momento assoggettati. Invece di proseguire immediatamente verso l'Asiapreferì entrare in Egitto al fine di coprire le spalle al suo esercito prima della spedizione successiva.

Damasco e Tiro

Parmenione poi fu inviato a Damasco, dove riuscì a racimolare 2.600 talenti[107] e 500 libbre d'argento,con i quali riuscì a pagare ogni debito contratto con l'esercito. Parmenione riportò con sé anche 329musiciste e quaranta «fabbricanti di profumi»,[108] oltre ad uno scrigno in cui Alessandro nascose la suacopia dell'Iliade e Barsine, figlia di Artabazo (che discendeva da una figlia di un re) e vedova delgenerale Memnone,[109] che divenne una delle compagne dello stesso re macedone, da cui ebbe un figlio,Eracle.

Dopo la vittoria lo stesso Alessandro scrisse una lettera a Dario con laquale gli comunicò che avrebbe dovuto chiamarlo «signore di tuttal'Asia» e che avrebbe potuto ottenere il riscatto della moglie e dei figli sefosse venuto di persona a chiederlo. Nel caso in cui il sovrano persianonon l'avesse riconosciuto superiore a lui ci sarebbe stato un nuovocombattimento.[110]

Alessandro si dedicò quindi alle città costiere per eliminare le ultime basidella flotta persiana. Si sottomisero senza opporre resistenza Arado, Biblo e Sidone con le loro flottenavali, mentre Tiro, che per allearsi o meno attendeva di capire chi stesse vincendo fra i due

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Moneta d'argento diAlessandro

schieramenti,[111] non fu benevola come le precedenti. Il re cercò in un primo momento di convincerli afarli entrare in città con il pretesto di voler rendere omaggio ad una loro divinità, Melqart; loro tuttavianon acconsentirono e gli venne suggerito di recarsi nella parte vecchiadella città dove vi era un tempio apposito. In questo modo avrebberoquindi evitato la parte nuova, quella che invece interessava al macedone.[112] Il conquistatore inviò loro dei messaggeri che furono tutti uccisi,violando il codice non scritto.[113] Era il mese di febbraio dell'anno 332a.C.

La città oppose un'accanita resistenza, forte anche del fatto che Cartagineaveva promesso di inviare presto soccorsi. La parte nuova era ubicata suun'isola vicino alla costa (si parlava di una distanza di 700 metri);Alessandro pensò dunque di utilizzare dei detriti dell'antica città continentale, distrutta anni prima daNabucodonosor II (dopo un assedio di tredici anni), per unire l'isola alla costa rendendola dunque unapenisola, usando anche alberi, legname a cui venivano alternati strati di macigni e detriti.[114] Intantoracimolò, durante un viaggio che lo portò anche a Sidone, una piccola flotta composta da 224 navi, fracui alcune quinquiremi del re Pnitagora, sovrano dei ciprioti[115] a cui il conquistatore donò una minieradi rame. Oltre a loro riuscì ad aggiungere alle sue fila anche 4.000 mercenari comandati da Cleandro.

L'assedio durò sette mesi (dal febbraio del 332 a.C. sino a luglio­agosto). Fra le varie idee utilizzate vi fuquella di due navi unite a prua che trasportavano degli arieti. La resistenza dei Tiri fu eroica: riparavanoogni breccia creata, gettavano pietre contro le navi che trasportavano gli arieti (anche se tali massifurono raccolti e catapultati lontano dagli assalitori), tagliavano le corde che reggevano le ancore anchecon l'uso di palombari (in seguito furono sostituite da catene).[116] Inoltre, dato il gran numero di tecnicie ingegneri presenti nella città, costruirono facilmente tante nuove macchine da guerra per opporsi conpiù efficacia all'assedio;[117] a loro si contrapponeva, nella costruzione di macchine all'avanguardia, unsolo inventore tessalo, Diade.

Giunse un'altra lettera da Dario, una proposta di pace, probabilmente durante l'assedio a Tiro.[118] Questavolta alla proposta erano allegati molti doni fra cui 10.000 talenti, la mano di sua figlia e il possesso diun vasto territorio sino all'Eufrate. Vi fu qui una celebre conversazione fra Parmenione e Alessandro:«Se io fossi Alessandro, accetterei la tregua e concluderei la guerra senza più correre altri rischi». «Lofarei se fossi Parmenione; ma io sono Alessandro e come il cielo non contiene due soli, l'Asia nonconterrà due re».[113]

Fu probabilmente la notizia della morte della moglie, avvenuta durante il travaglio di un nuovonascituro, a far cambiare idea al re.[119] Infatti, saputo del secondo rifiuto, Dario si dedicherà a radunareun esercito ancora più vasto del precedente. Nel frattempo la flotta navale macedone sconfisse molti deisuoi nemici, fra cui Carete, fuggito tempo addietro dalla Grecia stessa.

Gli abitanti di Tiro vennero informati che i rinforzi da Cartagine non sarebbero giunti e di conseguenzaescogitarono altre difese ancora più cruente, fra cui quella di gettare dalle mura sabbia e fango bollenteche una volta entrate nelle armature degli assedianti avrebbero causato ustioni.[120] Si dice cheAlessandro abbia avuto dei dubbi sulla prosecuzione dell'assedio; alla fine scelse di continuare ciò cheaveva iniziato, dato che una rinuncia sarebbe stata una testimonianza troppo grande della sua noninvincibilità.[121]

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Testa di Alessandro conservata pressoCopenaghen

Plutarco racconta che, giunti all'ultimo giorno del mese di agosto, l'indovino Aristandro predisse, dopoaver interpretato i segni che il cielo stava dando, la conquista della città entro la fine del mese;Alessandro quindi decise che quel giorno non era più il trenta ma il ventotto del mese.[122] Alla fine diagosto le navi di Alessandro subirono un pesante attacco e quelle di Pnitagora, Androclo e Pasicrate,dopo essere state speronate, affondarono l'una dopo l'altra. Non appena il macedone si accorse di quantostava accadendo ordinò alle navi più vicine di avvicinarsi al molo nemico impedendo così l'uscita di altriconvogli e permettendo di concentrare l'azione su quelli rimasti.[123] I Macedoni utilizzarono a quelpunto varie tattiche: l'attacco ad entrambi i porti, un diversivo con una piccola unità navale e l'attaccodecisivo alle mura. L'offensiva fu inizialmente guidata da Admeto, ammiraglio della nave del re, poiucciso in quella battaglia.[124] Successivamente l'attaccò fu guidato da Alessandro in persona. Per pauradella sconfitta imminente ci fu chi preferì uccidersi.[125] La città infine cadde e le perdite macedonifurono in quell'attacco circa una ventina, che si sommano alle circa quattrocento nel corso di tuttol'assedio.[126]

In quest'occasione si vide la furia del re: fece uccidere 8.000 cittadini (di cui 2.000 vennero crocifissi)[127] e molti di più furono ridotti in schiavitù o venduti; si mostrò tuttavia benevolo con chi aveva trovatoriparo nei templi, fra cui il re di Tiro, Azemilco. Alessandro fu dunque di parola e sacrificò, come avevachiesto di fare in precedenza al dio locale, la catapulta che aveva fatto per prima breccia nella città.[128]

La data della caduta della città è controversa: Arriano cita il mese di luglio, all'epoca in cui sidistingueva come magistrato d'Atene Aniceto, che aveva cambiato nome in Nicerato per festeggiare lavittoria di Alessandro.[129]

La conquista di Gaza

Dopo Dor e Ashdod arrivò il turno di Gaza, comandata da Batis(o Bati) che si oppose alla conquista. Alessandro fece trasportarele macchine da guerra utilizzate in precedenza e alle proteste deisuoi uomini replicò, dopo aver osservato le possenti mura dellafortezza scoscesa, che più un'impresa appariva impossibile amaggior ragione doveva essere compiuta per stupire alleati enemici.[130] Iniziò dunque la costruzione di gallerie, impresafacile vista la conformità del terreno[131]

Nel contempo decise di fare costruire torri più alte delle muranemiche in modo da poterle colpire dall'alto grazie all'utilizzo dicatapulte (le elepoli non riuscivano ad avvicinarsi abbastanza).Per utilizzarle occorreva prima costruire un terrapieno;nonostante i Macedoni avessero a disposizione solo fango esabbia vi riuscirono in pochi mesi, secondo Diodoro in due.[132]Batis diede l'ordine ai suoi uomini di incendiare le macchinenemiche, ma i soldati che uscirono dalla fortezza furonoattaccati. Durante questa azione Alessandro fu raggiunto da uncolpo di catapulta. Si riparò con lo scudo ma l'impatto fu cosìforte da romperlo, trafiggendo l'armatura e ferendolo ad una spalla. Questo episodio era stato predettodall'indovino che aveva visto la vittoria del macedone.[133]

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Il re non aspettò che la ferita guarisse, ma ritornò alla battaglia; durante l'assedio la ferita riprese asanguinare e a gonfiarsi,[134] ma il condottiero abbandonò il campo solo quando stava per svenire.[135] Ilterrapieno che venne costruito raggiunse un'altezza di 75 metri, una piccola montagna eretta durantel'estate;[136] da quell'altezza, anche se si cercò di alzare le mura della città, i nemici furono facili bersaglidelle macchine nemiche. Inoltre, grazie alle gallerie scavate, le mura vennero fatte cadere.[137] Quasi tuttigli uomini della città morirono mentre i restanti diventarono schiavi. Si racconta che il destino di Batis,che durante i combattimenti venne ferito più volte,[138] ricordasse per similitudine quello di Ettore;infatti, analogamente al condottiero troiano, venne legato al carro di Alessandro e trascinato; molteaggiunte apportate ai resoconti dopo la morte di Batis rendono l'accaduto più tragico. La città venne poiripopolata.

Gerusalemme aprì le porte e si arrese. Secondo Giuseppe Flavio,[139] ad Alessandro fu mostrato il librobiblico di Daniele, si pensa l'ottavo capitolo, dov'è indicato che un potente re macedone avrebbeassoggettato l'Impero Persiano.

Egitto

Nel novembre del 332 a.C. Alessandro iniziò il viaggio verso l'Egitto; superato dopo tre giorni il desertoe il lago Serbonide, giunse in quelle terre venendo accolto come un liberatore e facendosi consacrarefaraone: qui, infatti, il giogo persiano era maggiormente avvertito e poco accettato, poiché solo dodicianni prima il popolo era libero dal potere dei Persiani.[140]

La conquista dell'Egitto non era stata concordata con la lega di Corinto quindi il re macedone non potéunirla con il resto delle sue conquiste. Inoltre si astenne dal nominare un satrapo al quale preferì lacollocazione strategica di alcune sue guarnigioni in posti chiave come Menfi e Pelusio. Per la gestioneamministrativa del territorio furono scelti due nomarchi, Doloaspi e Petisi, mentre l'amministrazionedelle finanze fu affidata ad un greco residente in Egitto, Cleomene di Naucrati.[141] Assegnò ai suoiuomini cariche militari ma non civili. Durante la sua marcia apprese delle varie vittorie riportate daglialleati: Lesbo, Tenedo e Cos erano ora in mano sua.

Dimostrò grande rispetto per gli dei egiziani[142] e una profonda devozione per Ramses II, suo mito eicona, in onore del quale costruì una stele; a Menfi fece un sacrificio al bue Api, ingraziandosi così isacerdoti egiziani:[143] tempo addietro, durante la riconquista persiana del territorio egiziano, ArtaserseIII uccise un toro sacro e ne divorò la carne, mentre il re macedone con questo gesto conquistò la fiduciadel popolo.

La costruzione di Alessandria

All'inizio del 331 a.C., sulle rive del Nilo, Alessandro decise di edificare una grande città chetestimoniasse la sua grandezza; si racconta però che dopo un sogno, nel quale gli furono recitati alcuniversi dell'Odissea sull'isola di Faro,[144] decise di costruirla nella regione del Delta del Nilo su una strettalingua di terra tra la palude Mareotide e il mare. Egli stesso disegnò la disposizione di piazze e mura dacostruire[145] (le linee del disegno furono tracciate sul suolo utilizzando della farina).[146]

La città venne chiamata Alessandria d'Egitto. Il progetto topografico fu realizzato dal celebre architettodell'epoca Dinocrate di Rodi[147] con la collaborazione di Cleomene da Naucrati. Le indicazioni fornitedal re macedone vennero rispettate. Fu la prima delle molte città a cui diede il suo nome.[148]

L'oracolo di Amon

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In seguito Alessandro (o forse prima, secondo alcuni studiosi)[149] decise di andare a far visita al celebresantuario oracolare di Amon (l'equivalente di Zeus nella mitologia egizia). Per raggiungerlo dovettepercorrere 200 miglia fino a quella che in seguito verrà chiamata Marsa Matruh, recandosi dunqueall'oasi di Siwa nel deserto libico. Del viaggio si raccontarono gli episodi più incredibili, come i corviche gracchiavano avvertendo i viaggiatori che avevano intrapreso la strada sbagliata o quello, riferito daTolomeo, dei serpenti parlanti che gli avrebbero fatto da guida.[150]

Questo viaggio fu forse intrapreso perché Alessandro sapeva che lo avevano compiuto in precedenzaPerseo ed Eracle.[151] I resoconti vennero scritti venti mesi dopo l'accaduto, quindi il dialogo intercorsopotrebbe essere stato inventato conoscendo i successivi avvenimenti favorevoli al Dio Alessandro.[152]

Le domande che pose furono più di una: chiese se avesse vendicato la morte del padre ma gli vennerisposto che non si trattava di suo padre in quanto lui era una divinità.[153] Allora riformulò la domandachiedendo se degli uccisori di Filippo vi era rimasto qualcuno ancora in vita e se sarebbe diventatosignore degli uomini. La risposta fu positiva per entrambe le richieste.[154] Si narra che in quell'occasionel'oracolo compì un piccolo errore di pronuncia dicendo «paidios» (figlio di Zeus) invece di «paidion»(figlio),[155] offrendogli in tal modo un punto di partenza per l'istituzione di un culto divino incentratosulla sua persona. Davanti ai suoi alleati non volle però vantare questa discendenza.

Arriano differisce da questa narrazione rivelando che il re macedone non pose le domande sopracitate[156] ma supponeva che avesse chiesto, per via di indizi lasciati quattro anni dopo l'incontro,[157]quali divinità avesse dovuto ingraziarsi per trionfare sui suoi nemici.

Dopo un anno di sosta nel regno egiziano ritornò in Asia.[158] Nel frattempo giunsero rinforzi inviati daAntipatro (circa 900 uomini).

Battaglia di Gaugamela (331 a.C.) e fine di Dario

Preludio

Nella primavera del 331 a.C. Alessandro riprese la marcia verso oriente dove Dario aveva radunato unesercito nelle pianure dell'Assiria. Qui il sovrano persiano avrebbe potuto sfruttare al meglio la propriasuperiorità numerica.

L'armata macedone doveva attraversare l'Eufrate e quindi passare per Tapsaco. Al satrapo Mazeo venneaffidato il compito di impedire all'esercito di Alessandro di prendere la via per Babilonia e di bloccare irifornimenti di cibo ai Macedoni. I due eserciti si diedero battaglia fino a che Mazeo si ritirò. Nonostanteil ritiro dei soldati persiani l'esercito macedone andò comunque verso nord cercando un clima piùfavorevole.[159] Alessandro infine decise di attaccare l'esercito avversario temendo che potesse rifugiarsiin terre a lui maggiormente ostili.[160]

Il 20 settembre ci fu un eclissi lunare e il re macedone ne approfittò per opportuni sacrifici. Il Tigri fuguadato dall'esercito di Alessandro senza subire alcun attacco dal nemico.[161] Durante la prosecuzionedella marcia più volte si ebbero falsi avvistamenti dell'esercito persiano, come quello del 25 settembre;[162] nello stesso giorno, grazie alla confessione di alcuni prigionieri, i soldati macedoni vennero a sapereche Dario e i suoi uomini erano vicini.[163]

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Battaglia di Gaugamela: disposizioneiniziale e primi movimenti

Alessandro si fermò ad organizzare i suoi uomini per quattro giorni, fino alla sera del 29 settembre. Il re,nonostante i suoi consiglieri gli avessero suggerito di effettuare le prime mosse di notte, attese l'alba perintraprendere l'attacco, affermando che «non ruba le vittorie»,[164] e uccidendo una persona la sera stessacon un rituale misterioso.[165] Successivamente cadde in un sonno talmente profondo che Parmenione sipreoccupò a tal punto da chiedere al proprio re come mai dormisse come se avesse già vinto lo scontroimminente. Alessandro rispose che la battaglia era già praticamente vinta in quanto ci si dovevascontrare con un esercito che cercava di evitare ogni contatto.[166]

Il contatto con l'esercito di Dario avvenne all'alba del 1º ottobre,[167] Lo scontro avvenne presso ilvillaggio di Gaugamela (poi Tell Gomel), nei pressi delle rovine di Ninive e non ad Arbela[168] comequalcuno sosteneva.[169]

Forze in campo

La battaglia fu di vitale importanza per Alessandro. Si racconta che egli avesse solo 30.000 fanti e 3.000cavalieri contro un milione di Persiani. Il numero di Persiani, imprecisato in realtà, è secondo alcunistorici di numero molto inferiore a quanto si racconta[170] e variava a seconda della fonte riportata:

Giustino: 600.000 soldati[171]

Diodoro Siculo: 800.000 cavalieri e 200.000 fanti[172]Quinto Curzio Rufo: 600.000 fanti e 45.000 cavalieriArriano: 1.000.000 di fanti, 40.000 cavalieri, 200 carri e 15 elefanti armati[173]

L'armamentario persiano venne sostituito completamentenel tentativo di adeguarlo a quello macedone. Il puntodebole dell'esercito di Dario rimaneva comunque lafanteria che non poteva rivaleggiare in abilità con lacontroparte. Questa unità militare venne abbandonata daimercenari greci mentre i cardiaci non si dimostraronoall'altezza.[174] Dario schierò al centro gli elefanti comeultima risorsa di difesa della propria persona. Le forze incampo stavolta erano schierate al meglio grazie anche allaconformità del terreno che il re volle perfetta, arrivandopersino a spianare ogni rialzo del terreno[175] Alle sue forzesi erano uniti Besso dalla Battriana con 8.000 uomini,Mauace che guidava gli arcieri a cavallo, Barsaente alcomando di circa 2.000 uomini, Frataferne con i Parti,Satibarzane, Atropate con i Medi, Orontobate, Ariobarzane e Orxine con la gente proveniente dallesponde del Mar Rosso, Oxatre con gli Uxii e i Susiani (forse 2.000 uomini), Bupare con i Babilonesi,Ariace con i Cappadoci e infine Mazeo con parte dei Siriani,[176] posizionato alla destra delloschieramento.

A tale esercito Alessandro aveva frapposto gli eteri (circa 10.000) con le sarisse al centro, i portatori discudo (circa 3.000) che coprivano la loro destra, i cavalieri (fra cui il re) ancora più a destra, poi arcieri(circa 2.000), frombolieri e lanciatori di giavellotto.[177] Il lato sinistro affidato a Parmenione era quasiunito agli eteri. Ad entrambi i lati, per prevenire un possibile accerchiamento, vi erano due piccole unitànascoste e poste in obliquo rispetto al resto delle forze, pronte ad attaccare; se non fosse bastatoavrebbero potuto ritirarsi per lasciare spazio alle riserve. Alessandro cercò solo di utilizzare al meglio lesue risorse, eliminando il superfluo nell'armamento.[178] I suoi uomini più fidati, Clito il Nero, Glaucia,

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Battaglia di Gaugamela: movimenti decisividi Alessandro e attacco finale

Aristone, Eraclide, Demetrio, Meleagro ed Egeloco, erano tutti ai comandi di Filota, figlio diParmenione, mentre l'altro suo figlio, Nicanore, si trovava al centro insieme a Ceno, Perdicca, l'altroMeleagro, Poliperconte e Simmia. Nella parte più interna vi erano Cratero, Erigio, Filippo il figlio diMenelao, arrivando infine a Parmenione. Oltre a loro Andromaco guidava la cavalleria dei mercenari.

Per evitare di essere accerchiato da un esercito tanto più numeroso del suo e disteso su un frontelunghissimo, Alessandro aveva appositamente schierato una seconda linea dietro il fronte di battaglia. Lavittoria fu decisa dall'attacco della cavalleria all'ala destra, da lui stesso guidata, mentre il generaleParmenione teneva fronte alla cavalleria nemica sul lato opposto.

Alessandro si preparò in grande stile per la battaglia: portava una veste tessuta in Sicilia, il pettorale chefaceva parte del bottino di Isso, l'elmo di ferro creato da Teofilo, la spada donatagli da uno dei re diCipro, e un manto elaborato da Elicone, regalo della città di Rodi.[179]

La battaglia

Dello scontro nessuno storico poté dare un resoconto certo per via dell'enorme confusione creatasi, tantoè vero che si concorda sulla conclusione in una nuvola di polvere: durante lo scontro la visibilità eraridotta di molto in quanto si poteva vedere ad una distanza di 4­5 metri ma non di più.[180]

L'attacco persiano degli Sciti e dei Battriani, volto ad aggirare il nemico, venne effettuato ma trovò ilsecondo sbarramento macedone come aveva previsto Alessandro nella sua tattica. I carri falcati vennerosommersi dai giavellotti, da frecce e altre armi da lancio e molti di essi rallentarono a tal punto dapermettere ai macedoni di prenderne possesso balzandoci sopra uccidendo i guidatori.[181] Altri furonobloccati prima che riuscissero a partire. C'è chi racconta della perdita di arti e di alcune teste cherotolavano per terra,[182] e chi si sofferma sui cavalli che rovesciavano spaventati i carri.[183]

Le truppe di Mazeo si scontrarono con quelle diParmenione arrivando in prossimità del campo dove eranosegregati i prigionieri; fra questi spiccava la regina diPersia, madre di Dario,[184] che non venne liberata inquanto i soldati si diedero alla fuga alla notizia dellaritirata del loro re.

Ci fu un attacco diretto da parte di Alessandro neiconfronti del re nemico: il macedone colpì il cocchiere diDario con una lancia uccidendolo. Il sovrano persiano,perso il carro, fuggì su di una giovane cavalla. Ilconquistatore inseguì il nemico ma fu richiamato da alcunimessaggeri inviati da Parmenione che chiedeva aiuto peraffrontare un gruppo nemico. Il re macedone, anche seterribilmente seccato da questa richiesta, fece finta di nullae acconsentì permettendo all'avversario di salvarsi nuovamente.[185] L'episodio del messaggero è moltodiscusso fra gli storici in quanto non è certa la sua collocazione temporale e non è chiaro nemmeno comeabbia fatto ad individuare e raggiungere il proprio re in quella nuvola di polvere; forse era un modo perevidenziare l'incapacità di Parmenione.[186] Altri discutono sull'atteggiamento di Dario: questa sarebbe lasua seconda fuga davanti al nemico e pare un'esagerazione se si pensa al coraggio che ha mostratoall'inizio del suo regno.[187]

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Senza il comando reale le truppe rimanenti furono facile preda dei Macedoni. Inizialmente i Persianipensavano che fosse il re ad essere stato trafitto dalla lancia. Successivamente, prima che si potesseroriorganizzare, furono attaccati dalle truppe guidate da Arete. Se da un lato dello schieramento siinseguivano e uccidevano i nemici, dall'altro ancora si combatteva e Mazeo stava prevalendo suiMacedoni,[188] a tal punto che solamente la tattica prefissata di Alessandro li salvò da morte certa. Ci fuun pesante scontro di cavalleria dove i Persiani cercarono un varco per fuggire dal campo, combattendoormai solo per salvarsi.[189] Lo scontro si spostò sul fiume Lico dove molti persiani furono inghiottiti pervia dell'armamentario troppo pesante che possedevano[190] e quando si fece buio la lotta terminò. Mazeosi ritirò a Babilonia dove successivamente si arrese agli invasori.

I morti furono molti: se ne contavano circa sessantamila fra le file dei Macedoni. Molti di più i feriti fracui Parmenione, Perdicca e in seguito anche Efestione. Per Arriano si contarono circa 300.000 morti fra iPersiani e solo un centinaio circa fra gli alleati di Alessandro,[191] mentre Diodoro ne cita 90.000 fra iPersiani e 500 fra la coalizione macedone.[192]

Dopo Gaugamela

Alessandro riprese l'inseguimento del re nemico appena le acque si furono calmate. Da poco superata lamezzanotte, partì alla volta di Arbela dove, giunto sul far del giorno, non trovò Dario (fuggito neiterritori montuosi della Media) ma solo parte del suo tesoro. Non poté proseguire oltre poiché i cavallierano esausti, tanto da doverne uccidere un migliaio.[193] Durante il tragitto di ritorno verso il campo, ilconquistatore fu attaccato da alcuni cavalieri e dovette trafiggerne qualcuno con la propria lancia primadi venire aiutato dai suoi uomini. Durante questo scontro Alessandro si espose in prima persona e,secondo Curzio Rufo, fu grazie al suo valore e non alla fortuna che ottenne la vittoria.[194]

Caddero nelle mani del re macedone magazzini, preziosi e decine di migliaia di prigionieri. Decise diinformare i Greci che le loro città non erano più soggette alla tirannia e da ora in poi si sarebberogovernate con leggi proprie[195] (affermazione vera solo in parte considerando la Grecia del tempo).Divise quindi il bottino inviandone una parte ai Crotoniati, in Italia, per ricompensare il coraggiomostrato da Faullo durante la guerra persiana.[196]

Continuò la marcia, questa volta senza alcuno scontro. Degno di nota durante il tragitto fu l'incontro diuna voragine da cui continuamente usciva fuoco e nella quale si poteva osservare una corrente di unostrano liquido (nafta).[197] Si trattava dei fuochi eterni di Baba Gurgan.

Alla fine di ottobre Alessandro entrò in Babilonia dove ottenne la sottomissione del satrapo Mazeo.Quest'ultimo fu lasciato al governo della provincia affiancato da un comandante militare e da untesoriere greco. Qui riposò circa cinque settimane ed ebbe tempo per osservare i giardini pensili costruitida Nabucodonosor, cercando di far inserire in quella meraviglia anche piante di origine greca; adeccezione dell'edera quest'idea non ebbe fortuna.[198]

Si diresse quindi a Susa, raggiungendola in venti giorni, per impadronirsi dei tesori che vi siconservavano. La città era sprovvista di mura.[199] Qui Alessandro poté anche recuperare diverse opered'arte sottratte da Serse in Grecia nel 480 a.C., tra cui il famoso gruppo statuario dei TirannicidiArmodio e Aristogitone, che fece rispedire ad Atene; recuperò anche ingenti somme, come quarantamilatalenti e forse altri cinquemila provenienti da altro luogo.[200] A Susa lasciò i familiari di Dario. Ilmacedone si volle sedere sul trono del re persiano, evento tanto atteso dai sudditi a tal punto cheDemarto non riuscì a trattenere le lacrime pensando ai morti lungo il percorso che persero talespettacolo.[201] Durante questo soggiorno diede molte ricompense ai suoi soldati: a Parmenione diede la

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Riproduzione (probabilmente ottocentesca)dei Giardini pensili di Babilonia

casa di Bagoa (ufficiale che avvelenò e fu avvelenato)[202] in cui vi trovò molte ricche vesti. Scrisse asua madre e ad Antipatro, rimasti lontano, e sapendo che il secondo odiava la prima scrisse all'amico chele lacrime di una madre cancellavano il contenuto di mille lettere.[203] Lasciò Susa verso la metà didicembre.

Dopo aver superato il fiume che all'epoca si chiamava Pasitigris (in seguito Karun), entrò poi nelterritorio degli Uxii, a circa sessanta chilometri da Susa, che in parte non si arresero al nuovo re.Chiesero ad Alessandro un tributo da versare se avesse avuto intenzione di passare per le loro terre. Larisposta del macedone fu quasi di sfida, chiedendo loro difarsi trovare pronti al momento del suo passaggio; poi liattaccò di notte, forte degli 8.000 uomini della falange,radendo al suolo ogni loro possedimento.[204] Gli Uxiisopravvissuti attaccarono ancora ma furono sconfitti ognivolta. In una giornata il macedone risolse un problema cheaffliggeva il regno persiano da quasi due secoli.[205]

Restava ancora Ariobarzane, governatore della Perside,che voleva fuggire con il tesoro rimasto, sapendo chel'intero esercito macedone era più lento del suo.Alessandro divise in due parti i suoi uomini, avanzandocon la metà più veloce e raggiungendolo in cinque giornipresso le porte persiane, nelle attuali montagne dello Zagros. Qui la lotta lo vide impegnato contro uncongruo numero di nemici (40.000 uomini a cui si aggiungevano 700 cavalieri secondo Arriano,[206]

25.000 soldati secondo Rufo,[207] a cui Diodoro aggiunge 300 cavalieri). Per evitare di incappare in unasconfitta, Ariobarzane fece edificare un muro che ostruiva in parte l'unica strada percorribile daiMacedoni. Alessandro tentò un primo assalto che non diede alcun risultato, anche per via della franaprovocata dagli stessi Persiani; si ritirò dunque qualche miglio più ad ovest, raggiungendo la raduradenominata Mullah Susan. Qui vi era un'altra strada da prendere, a prima vista più ovvia, ma Alessandrola evitò non volendo lasciare i suoi morti «insepolti».[208]

La resa dei conti arrivò, grazie anche ad un pastore della zona, il quale rivelò ai macedoni un percorsoche potevano intraprendere per aggirare i Persiani. Le truppe di Alessandro iniziarono l'attacco esuccessivamente vennero in sostegno quelle di Cratero. Ariobarzane riuscì comunque ad arrivare conpochi uomini sino a Persepoli ma i cittadini non gli aprirono le porte, costringendolo a tornare alcombattimento trovando la morte.[209]

Persepoli

Nel mese di gennaio dell'anno 330 a.C. Alessandro entrò infine a Persepoli (che poi divenne Takht­iJamshid), capitale dell'Impero Persiano, dove trovò circa centoventimila talenti di metallo prezioso nonconiato.[210] Il re nemico aveva intanto trovato rifugio ad Hamadan (conosciuta all'epoca comeEcbàtana), dove fu raggiunto dai suoi uomini di fiducia (Besso, Barsaente, Satibarzane, Nabarzane,Artabazo) e da 2.000 mercenari greci. Alessandro rimase per un lungo periodo a Persepoli, inviando deisoldati a Pasargade e chiedendo a Susa l'invio di una grande quantità di animali da soma per il trasportodel denaro. Partì con una piccola parte dell'esercito, per circa trenta giorni, alla conquista delle tribù chesi trovavano vicino alle colline della regione, sottomettendo i nomadi e il resto della provincia. Quandotornò, continuò a far dono, a chi lo aveva aiutato, di beni proporzionati all'aiuto offerto, come era nel suostile.[211] Prima di lasciare la città restituì il potere locale al governatore della città e affidò 3.000macedoni ad un suo uomo di fiducia.

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Si dice che verso la fine della primavera Alessandro abbia dato l'ordine (o forse lui stesso fudirettamente l'artefice) di provocare un incendio, che devastò i palazzi, bruciando in parte anche iltesoro. In seguito furono analizzati i resti della sala delle cento colonne di Serse dove si comprese che letravi caddero e il fuoco si alimentò a dismisura.[212] Si dice, secondo il racconto di Tolomeo, checontraddicendo un consiglio di Parmenione vendicò in tal modo l'incendio di Atene[213] e la sorte diBabilonia.[209] Plutarco, citando l'episodio, aggiunge che di questo atto se ne pentì immediatamente,dando ordine di spegnere l'incendio.[214] Un'altra versione, tardiva rispetto alle precedenti, ritiene chel'incendio stesso possa essere nato per errore, sotto suggerimento di Taide, una donna greca che avevaviaggiato con Alessandro e i suoi uomini.[215] Anche se l'episodio di Taide non trova gli storici concordi,la donna è, come si racconta nei Deipnosofisti, la compagna di Tolomeo, da cui avrà tre figli.[216]

In Grecia intanto Antipatro aveva sconfitto nella battaglia di Megalopoli (autunno del 331 a.C.) il re diSparta Agide III, eliminando definitivamente l'ultima opposizione delle città greche al dominiomacedone.

L'inseguimento di Dario

Nel maggio del 330 a.C. Alessandro marciò verso Ecbàtana, che si trovava a 450 miglia di distanza daPersepoli. Durante il tragitto ricevette alcuni rinforzi, arrivando ad un totale di 50.000 uomini.[217] Dario,sapendo della velocità con cui il suo nemico si stava muovendo, cambiò i suoi piani, non dirigendosi piùverso Balkh (in Afghanistan) come aveva in precedenza previsto, ma verso le Porte Caspie, anche se frai suoi uomini iniziarono a manifestarsi i primi dissensi. Durante la marcia l'esercito macedone patì lasete e molti soldati morirono lungo la strada.

Il re macedone venne a conoscenza dei movimenti di Dario quando si trovava a Rei, vicino a Teheran.Raggiunse quindi il passo ma ad attenderlo c'erano due messaggeri che lo informarono di una rivoltainiziata da Besso, Barsaente e Nabarzane contro il loro re. Dario venne arrestato. Alessandro decise diraggiungere Besso, riuscendoci in un giorno e mezzo.[218] Continuò poi la sua corsa essendo aconoscenza del luogo dove Dario era tenuto prigioniero; scelse 500 opliti, che fece montare a cavallo alposto dei cavalieri,[219] e galoppò di notte percorrendo ottanta chilometri, arrivando poi all'alba aDamghan, dove giunsero in 60.[220]

Spaventati, i due satrapi rimasti, Barsaente e Satibarzane (o Nabarzane), pugnalarono il prigioniero efuggirono. Alessandro non fece in tempo a vedere in vita il suo rivale un'ultima volta. Di diversaopinione, Plutarco riferisce che il re persiano riuscì a parlare con il soldato Polistrato bevendo dell'acquada lui offerta e ricordando la clemenza verso i familiari catturati ringraziò attraverso lui il suo nemico.[221]

In ogni modo il conquistatore macedone, dopo aver coperto il cadavere con il suo mantello, lo riportòindietro e lo fece seppellire con tutti gli onori nelle tombe reali. Ad Ecbàtana, Alessandro congedò icontingenti delle città greche, poiché il compito di vendicare l'invasione della Grecia da parte di Serseera ormai concluso. Reclutò il fratello di Dario (Essatre)[222] e strinse amicizia con Bagoa.

Il destino degli assassini di Dario

Besso si proclamò re di tutta l'Asia[223] e con il nome di Artaserse V fu inseguito attraverso le regionidell'Ircania. Durante il tragitto Bucefalo, che veniva utilizzato da Alessandro solo per le grandi occasionie quindi normalmente veniva tenuto in custodia da alcuni soldati, venne catturato da alcuni barbari. Il remacedone appena venne a conoscenza del fatto inviò ai barbari un araldo, con cui minacciò di morte

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Alessandro dà sepoltura al corpo di Dario

ognuno di loro e le rispettive famiglie. Questi ultimi, impauriti, restituirono subito il cavalloarrendendosi e Alessandro li trattò con onori, dando anche una ricompensa a chi gli riportò il fidatocompagno.[224]

Durante il viaggio Alessandro arrivò a Zadracarta,capitale del Gurgan, con Cratero (che aveva sostituitosul fronte, per anzianità, Parmenione), e ottenne lasottomissione di Autofradate, di Frataferne eNabarzane; Artabazo (il padre di Barsine) preferìinvece trattare con il re macedone, il quale rimase quiper quindici giorni. In questo lasso di tempo, secondoalcune ricostruzioni, conobbe la regina delleAmazzoni che, in cerca di un erede, decise di giacerecon lui per tredici giorni.[225] Da quel periodo in poiogni udienza con il re era controllata da uscieri emazzieri al cui comando vi era Carete di Lesbo,riprendendo un'usanza persiana. Altre usanze venneropoi adottate, come quelle delle vesti, diademacompreso. Anche lo stile che utilizzava nella corrispondenza cambiò: ad eccezione di alcune personefidate e stimate, come Focione o Antipatro, iniziò ad utilizzare il "noi" regale e le missive cheraccontavano dell'Asia venivano sigillate come solevano fare i re persiani.[226]

Alessandro decise allora di concentrarsi su Satibarzane; giunto in Battriana, vicino a Mashhad incontrò ilsatrapo, che chiese di essere risparmiato. Il macedone acconsentì, restituendogli anche l'antico potere eaffiancandogli un contingente macedone comandato da un suo fidato, Anaxippo. Appena allontanatosi,Alessandro seppe della morte di tutti i soldati che aveva lasciato e del tradimento del satrapo, ma nonfece in tempo ad attaccarlo in quanto fuggì, lasciando l'intera zona (l'Aria) ai Macedoni e dirigendosi con13.000 uomini verso Besso. Quasi tutti, ad eccezione del satrapo e di pochi altri, si erano rifugiati su unacollina che sembrava inespugnabile, ma grazie al vento favorevole si decise di appiccare un incendio; ilrisultato fu disastroso per i nemici. Molti dei soldati fedeli al satrapo bruciarono, altri si gettarono daldirupo, pochi si arresero scampando per poco alla morte.[227] Onorando la vittoria venne fondata un'altracittà, Alessandria degli Arii, la futura Herat, affidando la zona al satrapo Arsame. Quest'ultimoappoggiò, appena ne ebbe l'occasione, gli avversari di Alessandro; venne quindi affrontato e ucciso daun gruppo di soldati comandati da Erigio e il nuovo governo fu affidato al cipriota Stasanore.[228]

Alessandro si diresse verso l'Aracosia, arrivando in Drangiana (l'attuale Afghanistan occidentale).Barsaente, sapendo del suo arrivo, preferì fuggire presso una popolazione indiana del Punjab, che lotradì consegnandolo al conquistatore macedone; fu quindi condannato a morte per l'omicidio di Dario.[229]

In queste regioni il re macedone fondò una serie di città con il nome di Alessandria, tra cui quella notacon il nome di Alessandria del Caucaso, che non ebbe un lungo futuro: scavi effettuati a Bor­i­Abdullah(a sud della futura Begram) portarono alla luce resti di una città fondata successivamente a quella del remacedone e di un'altra presso l'attuale Kandahar, in Afghanistan. Dopo aver indugiato per alcuni mesi(ripartì probabilmente a maggio o dopo), Alessandro arrivò sino all'Hindu Kush, celebrato da Aristotele,convinto che sopra tali vette si poteva osservare la fine del mondo orientale.[230]

Scendendo l'Hindu Kush, i soldati macedoni dovettero affrontare la fame; il cibo era venduto a prezziesorbitanti e non trovando foraggio per gli animali, molti di essi vennero uccisi per cibarsi delle lorocarni. Se Besso avesse continuato con la sua tecnica di bruciare i campi, o se in quel momento di

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debolezza avesse attaccato, avrebbe avuto buone probabilità di vittoria; invece cambiò strategia,bruciando solo le barche dopo aver attraversato il fiume Osso (oggi Amudarja). Per tale condotta venneabbandonato da buona parte del suo esercito. Le sue motivazioni sono forse da ricercare nelle azionicompiute da Artabazo, che aveva sconfitto e ucciso Satibarzane[231] in una battaglia non lontano daHerat.

Attraversando Kundz, Alessandro arrivò sino a Balkh. Per continuare l'inseguimento si cercò di evitarela marcia diurna a causa dell'eccessivo caldo. Arrivati vicino a Kilif, decise di congedare feriti, anziani equei pochi Tessali che avevano preso congedo tempo addietro, pagandoli lautamente.

Rimaneva il problema di come attraversare quel profondo fiume, dove non era affatto facile costruirvi unponte; si decise quindi di riempire delle pelli di paglia secca e cucirle tutte insieme, costruendo in talmodo delle zattere in grado di galleggiare. L'intero esercito riuscì ad attraversare il fiume in cinquegiorni.[232]

Besso, che si trovava in compagnia di un altro generale, Spitamene, fu infine abbandonato dai suoicompagni, tradito e fatto prigioniero. Venne successivamente consegnato nudo a Tolomeo e arrestatonell'anno 329 a.C. Fu poi mutilato e una corte di giustizia persiana lo dichiarò colpevole di altotradimento, venendo infine giustiziato ad Ecbàtana.[233]

L'agire di Spitamene non fu inizialmente chiaro ad Alessandro che pensava volesse arrendersi, mentrevoleva invece solo disfarsi di un alleato poco affidabile.

La sorte di Parmenione e dei suoi figli

(EN)

« What I like in Alexander the Great is not thiscampaigns...but his political methods...He wasright in ordering the murder of Parmenion, wholike a fool objected to Alexander's giving upGreek customs »

(IT)

« Cosa mi piace in Alessandro il grande non è lasua campagna militare ma la sua politica. Fecebene a far uccidere Parmenione che era unostupido che considerava sbagliato abbandonarele usanze greche »

(Napoleone Bonaparte, durante l'esilio sull'isola di Sant'Elena Traduzione in parte di Guido Paduano, contenuta nel testoAlessandro Magno di Robin Lane Fox, pag 295.[234])

Quando le truppe di Alessandro trovarono riposo a Farah, si notò lo strano comportamento diParmenione che non ubbidiva più agli ordini; l'ultimo datogli, quello di raggiungere il re con i suoi25.000 uomini, venne ignorato (a quel tempo il re poteva contare su una forza di poco maggiore).[235] Ifigli di Parmenione ricoprivano ruoli di prestigio all'interno dell'esercito macedone, ma Nicanore morì dimalattia nel mese di ottobre del 330 a.C. mentre Filota, comandante della cavalleria, fu testimone di uncomplotto contro il re; alcuni resoconti riportano il macedone Dimno (o Dymno) che, venuto aconoscenza dei preparativi dell'attentato contro Alessandro, raccontò il tutto al suo amante Nicomaco.[236] Quest'ultimo rivelò, a sua volta, l'esistenza del complotto al fratello Cebalino, il quale lo riferì, tregiorni prima dell'attentato, a Filota. Passarono i primi due giorni senza che l'ufficiale avesse raccontatonulla al suo re, anche se più volte al giorno ne avesse avuto la possibilità. Cebalino, preoccupato,raccontò ad un'altra persona dell'attentato, la quale corse subito da Alessandro.

Il re macedone fece convocare Dimno che preferì uccidersi; l'unico dato certo allora era che Filotasapeva dell'intrigo e non ne aveva parlato con lui. Seguendo il consiglio di Cratero, durante la notte ilcolpevole fu sorpreso nella sua tenda, catturato e messo in catene. Differisce da questo, solo

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inizialmente, il racconto di Plutarco: secondo l'autore era Limno di Calestra colui che disse al suo amatoNicomaco (e fratello di Cebalino) del complotto, ma solo perché sperava che anche lui ne facesse partecome Limno stesso;[237] inoltre Filota era da tempo controllato da una donna, Antigone.[238] Dimno ècitato da Curzio Rufo e Diodoro Siculo.[239]

Alessandro, in Egitto, non aveva dato retta alle insinuazioni di un coinvolgimento dello stesso Filota inun complotto ordito contro di lui,[240] ma questa volta fu condannato per alto tradimento dal tribunaledell'esercito[241] e ucciso con i complici a colpi di lancia;[242] secondo altri venne prima torturato e soloal momento della confessione venne ucciso.[243] Qualcuno riferisce anche che avesse fatto il nome delvero cospiratore, un certo Egeloco, morto poco prima.

Il re macedone non si riteneva ancora soddisfatto e cercò altri possibili traditori fra gli amici di Filota;uno di essi fuggì rapidamente e i suoi fratelli vennero arrestati (ma seppero difendersi a parole fino ascagionarsi), mentre il prigioniero Alessandro di Lincestide venne condannato a morte. Alla condannascampò invece Demetrio, una sua guardia del corpo.

Alessandro venuto forse a conoscenza di una lettera scritta da Parmenione ai suoi figli, dove riferiva dioscuri piani,[244] lo fece uccidere da alcuni suoi stessi ufficiali.[245] La stessa sorte toccò al terzo figlio diParmenione, per prevenirne una possibile ribellione; Alessandro era infatti preoccupato da una probabileunione tra i soldati di Clito e quelli fedeli a Parmenione, la quale avrebbe portato alla formazione di unesercito numericamente superiore al suo. Vi erano ancora dei simpatizzanti del generale: questi venneroradunati in una piccola unità che combatté con coraggio,[246] mentre gli eteri, comandati in precedenzada Filota, vennero affidati ad Efestione e a Clito. Prima di lasciare la città di Farah, Alessandro decise dicambiarle nome, chiamandola Proftasia (Anticipo).[247]

Guerriglie in Sogdiana

Alessandro era intento a combattere il suo ultimo avversario persiano degno di nota, Spitamene, ma nonfu facile, in quanto questi riuscì a mettere contro i macedoni buona parte della nobiltà della Sogdiana. Ilre macedone, all'altezza del fiume Syr Darya, aveva lasciato alcuni contingenti nelle varie fortezze (settein tutto) che dovevano proteggere i confini al nord. Trascorse un breve periodo prima che tutte le truppevenissero massacrate e gli avamposti conquistati.[248]

In pochi giorni Alessandro riuscì a riconquistare tutte le fortezze,[248] rendendo schiavi i sopravvissutinemici. Solo contro Ciropoli, la più imponente, ebbe difficoltà; inizialmente venne soltanto isolata emessa sotto assedio da Cratero[249] per impedire il sopraggiungere di eventuali rinforzi nemici, maquando cominciò l'attacco venne notato un passaggio fortuito: un corso d'acqua prosciugato che passavasotto le mura. I Macedoni riuscirono così a penetrare nella fortezza e aprirono le porte agli assalitori.Alcuni resoconti riportano che durante questa azione Alessandro fu colpito in testa e al collo da unlancio di una pietra.

Successivamente la tattica di Spitamene apparve chiara: attaccare la parte dell'impero rimasta scopertadall'assenza di Alessandro. Attaccò così Samarcanda e il re macedone inviò circa 2.300 mercenari con acapo Farnuce, restando con circa 25.000 uomini.[250] I Macedoni dovettero affrontare gli Sciti che sitrovavano sul lato opposto del fiume, dapprima con l'uso di catapulte (armi mai viste da questo popolo);impauriti dalla morte di un loro generale, gli Sciti cominciarono ad eseguire una ritirata ma i soldati diAlessandro attraversarono il fiume. Parte degli uomini nemici, cavalieri senza armatura o quasi,iniziarono un accerchiamento ai danni dei Macedoni, colpendoli ripetutamente con le frecce, ma furono

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vittime di un inganno di Alessandro, il quale aveva inviato contro di loro un'avanguardia debole equando essi furono circondati li assalì con un contingente più forte. I nemici fuggirono ma i macedoni,forse per avere ingerito dell'acqua malsana, non riuscirono ad inseguirli.[251]

Nel frattempo tutti i soldati inviati in precedenza da Alessandro vennero attaccati su un'isola del fiumeZeravshan e uccisi sino all'ultimo uomo da un'azione guidata direttamente da Spitamene.[252]Alessandro, venuto a conoscenza dell'accaduto, in tre giorni con 7.000 uomini al seguito cercò diraggiungere il nemico senza riuscirci; ormai il numero dei soldati era sceso a circa 25.000.[252] Glivennero in aiuto altri 21.600 uomini provenienti dalla Grecia, guidati da Asandro e Nearco.[252]

Alessandro lasciò una parte dei soldati a Cratero ma le incursioni di Spitamene continuarono, fino aquando quest'ultimo non subì una prima sconfitta a Ceno. Tradito subito dopo dai suoi alleati, fu offertaal re macedone la sua testa; Alessandro gli rese gli onori facendo in modo che il generale Seleucosposasse sua figlia.

La sorte di Clito

Il proposito di Alessandro di unificare in un solo popolo Greci e Persiani e soprattutto la sua idea di dareun carattere divino alla monarchia, cominciarono ad alienargli le simpatie del suo seguito. L'opposizionesi manifestò soprattutto quando decise di imporre il cerimoniale della proskýnesis, tipico della cortepersiana, ai suoi sudditi occidentali; la cerimonia prevedeva che chiunque comparisse davanti al re siprosternasse davanti a lui per poi rialzarsi e ricevere il bacio e ciò andava contro l'idea greca di omaggioaccettabile da parte di un uomo libero ad un altro uomo. Alessandro dovette comunque abbandonare iltentativo di introdurre tale pratica (che comunque non aveva reso obbligatoria), dato che quasi tutti iGreci e i Macedoni si rifiutavano di eseguirla.

A Samarcanda nel 328 a.C., Alessandro, durante una serata di festeggiamento con i suoi generali eufficiali, accolse alcuni uomini giunti dalla costa, venuti ad offrire della frutta al loro signore. Il reincaricò Clito il Nero di portarli dinnanzi al suo cospetto e per incontrarli dovette sospendere unsacrificio in atto, cosa mal vista dagli indovini. In seguito, durante il banchetto si ascoltarono i versi diun poeta di corte, un certo Pranico, che schernì i generali.[253] Clito, in stato di ebbrezza, si offese piùdegli altri, ricordando al re di avergli salvato la vita tempo addietro (nella battaglia del Granico).Seguirono parole dure da entrambe le parti; il generale criticava aspramente la politica di integrazionefra Macedoni e Persiani perseguita da Alessandro e lo definì non all'altezza di suo padre Filippo, il veroMacedone. Il re dopo aver parlato con Artemio di Colofone e Senodo di Cardia gli lanciò contro unamela cercando subito dopo una lama,[254] arma subito sottratta da Aristofane. Alessandro prese poi apugni colui che aveva rifiutato di suonare la tromba mentre gli amici di Clito cercavano di allontanarlo.Il peggio avvenne quando Clito ritornò citando dei versi di Euripide,[255] dove ricordava che il meritodelle vittorie in battaglia era dei soldati, cosa che i capi dimenticavano.[256] Al sentire quelle paroleAlessandro prese una lancia e lo trafisse, uccidendolo.

Nel 327 a.C. fu scoperta una congiura tra i paggi del re, che furono tutti condannati a morte e giustiziati.Ne fece le spese anche Callistene, nipote di Aristotele e storiografo di corte, strenuo oppositore dellacerimonia della proskýnesis e maestro dei paggi, che venne tenuto prigioniero e poi giustiziato,alienando ad Alessandro molte simpatie del mondo intellettuale e filosofico greco.

Spedizione in India

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Campagna macedone in India

Battaglia dell'Idaspe (Charles LeBrun, 1673)

Alessandro, dopo aver assoggettato la regione della Sogdiana, giunse ai confini dell'odierno Turkestancinese, dove fondò un'altra Alessandria, che chiamò Eschate(Ultima), l'odierna Chodjend. Soggiornò ancora a Samarcanda enella Bactriana. Sposò Rossane, figlia di un comandante dellaregione, per rafforzare il suo potere in quei territori.

Invasione dell'India

Come continuatoredell'impero achemenide,Alessandro vagheggiavaun impero universale e siproponeva forse diarrivare con le sueconquiste fino al limiteorientale delle terreemerse. Gran partedell'India nord­

occidentale era stata sottomessa dai persiani al tempo di Dario I,il quale fece esplorare l'intera valle dell'Indo, ma in questo periodo la regione era suddivisa in vari regniin lotta tra loro.

Dopo aver preparato un nuovo esercito, con truppe in gran parte asiatiche (solo gli ufficiali e icomandanti erano tutti greci o macedoni), nella primavera del 326 a.C. Alessandro marciò versol'odierna Kabul, dove venne accolto come alleato dal re di Taxila e, attraversata l'Uḍḍiyana da Ora aBazira (attuali Udegram e Barikot), giunse all'Indo nell'estate del 326 a.C. Sconfisse nella battagliadell'Idaspe il re indiano Poro (Purushotthama o Paurava), in una battaglia dura e sanguinosa, e fondòdue città, Nicaea (odierna Mong o Mung) e Bucefala (oggi Jehlum), quest'ultima in onore del suocavallo Bucefalo, morto durante la battaglia.

Alessandro aveva forse intenzione di arrivare fino alla vallata del Gange, ma l'armata macedone giuntasul fiume Ifasi (oggi Beas), stanca dell'idea di proseguire una lunga campagna contro i potenti indiani (ilRegno Magadha stava attrezzando un potente esercito di centinaia di migliaia di soldati e migliaia dielefanti che spaventava i macedoni) fra giungle monsoniche, febbri malariche ed elefanti da guerra, sirifiutò di seguirlo oltre verso est.

Ritorno

Alessandro seguì quindi la valle dell'Indo fino alla sua foce, dove sorgeva la città di Pattala. Da qui spedìuna parte dell'esercito, al comando di Cratero, verso l'Afghanistan meridionale, mentre egli seguì lacosta attraversando la regione desertica della Gedrosia (attuale Makran nel Pakistan e nell'Iranmeridionale). La discesa del corso dell'Indo fu accompagnata da una dura lotta, combattuta con inauditaferocia, contro la guerriglia che ostacolava la marcia dell'esercito macedone. Nell'assalto alla rocca diAorno (odierna Pir Sar, Pakistan) una freccia colpì Alessandro, trapassando la corazza della suaarmatura (e con essa anche la pleura e un polmone); il condottiero scampò di poco alla morte.

Inviò inoltre una flotta, al comando del cretese Nearco, ad esplorare le coste del Golfo Persico sino allefoci del Tigri. La descrizione dei luoghi e dei popoli incontrati (tra cui gli Ittiofagi) fatta da Nearco ci ènota grazie soprattutto all'inserimento del suo diario negli Indikà ("Resoconti dell'India") di Arriano.

Ultimo periodo di regno e morte

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Cameo rappresentante Alessandro(325 a.C.)

Mappa dell'impero di Alessandro

Sarcofago di Alessandro (Museiarcheologici di Istanbul)

Nel 324 a.C. Alessandro giunse nuovamente a Susa, dove vennea conoscenza della cattiva amministrazione messa in atto daisatrapi da lui un tempo graziati; fece procedere immediatamenteed energicamente contro i colpevoli, sostituendone molti congovernatori macedoni.

Per perseguire il suo progetto di unione tra Greci e Persiani, il respinse ottanta alti ufficiali del suo esercito alle nozze con nobilipersiane e altri diecimila veterani macedoni si sposarono condonne della regione. Egli stesso sposò Statira II, figlia di DarioIII, mentre un'altra figlia del re persiano, Dripetide, andò in sposaal suo amico Efestione.

Passò per la prima volta in rassegna il nuovo corpo militare di30.000 giovani Persiani, accuratamente scelti e addestrati performare una falange macedone. Diecimila veterani furono

congedati e rimandati inMacedonia con Cratero,quest'ultimo incaricato disostituire Antipatro che eravenuto in contrasto con lamadre di Alessandro,Olimpiade; Antipatro dovetterecarsi in Asia con nuovereclute.

Durante l'inverno il re si ritiròad Ecbàtana seguendo l'usanzadella corte persiana. Qui morìEfestione, per il quale

Alessandro soffrì terribilmente: rase al suolo un vicino villaggio,passando alla spada tutti i suoi abitanti come "sacrificio" neiconfronti dell'amico e rimase a lutto per sei mesi; inoltre progettòun grandioso monumento funerario mai finito.

Nella primavera del 323 a.C. Alessandro condusse unaspedizione contro il popolo montanaro dei Cossei e inviò unaspedizione per esplorare le coste del Mar Caspio.

Durante i preparativi di invasione dell'Arabia e la costruzione diuna flotta con cui intendeva attaccare i domini cartaginesi, vennecolpito da una malattia che lo portò alla morte il 13 giugno[257]

del 323 a.C., al tramonto. Nel suo testamento commissionava la costruzione di magnifici templi indiverse città, la costruzione di un mausoleo intitolato a suo padre (che avrebbe dovuto rivaleggiare inimponenza con le piramidi egizie), la prosecuzione dell'unione fra Persiani e Greci, la conquista deiterritori cartaginesi (Nord Africa, Sicilia e Spagna), l'espansione verso occidente e la costruzione di unastrada in Africa lungo tutta la costa; i suoi successori ignorarono gran parte del testamento ritenendoloeccessivamente megalomane e inattuabile. Sulle cause della sua morte sono state proposte varie teorie:l'avvelenamento da parte dei figli di Antipatro o da parte della moglie Rossane, una ricaduta dellamalaria che aveva contratto nel 336 a.C., un eccessivo abuso di alcool durante una cena o anche,secondo le caratteristiche della febbre, tifo addominale.[258]

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Una rara moneta di Tolomeo I; sulrovescio è raffigurato Alessandrotrionfante su un carro trainato daelefanti, a ricordare il successo dellacampagna in India

Il luogo di sepoltura di Alessandro è stato oggetto di disputa[259]: oggi si ritiene che il corpomummificato di Alessandro possa essere stato portato in Egitto da Tolomeo I, e sepolto inizialmentenella necropoli di Saqqara[260]; in seguito fu trasferito in un grandioso mausoleo, nella città da luifondata, Alessandria d'Egitto (dopo lo spostamento della capitale da Menfi). Esso sorgeva in un grandecomplesso oggi andato distrutto e fondeva elementi ellenistici ed egizi. Sono state ipotizzate diverseubicazioni sotto l'attuale città, seguendo le descrizioni della posizione del mausoleo date da diversistorici antichi, come Strabone.[261] Alcuni archeologi, come Zahi Hawass, ritengono che la mummia delre macedone sia stata messa in salvo durante un'invasione o per sottrarla ad alcuni cristiani che volevanodistruggerla (in quanto il rendere omaggio ad Alessandro era considerato rito pagano), e si trovi quinditra i numerosi corpi nella "valle delle mummie dorate", presso l'oasi di Bahariya (dove si trovano anche iresti di un tempio a lui dedicato).[262][263]

Di recente una tomba ad Anfipoli in Macedonia (nell'attuale Grecia), è stata da alcuni identificata nelladefinitiva sepoltura di Alessandro, forse luogo di traslazione dei resti del condottiero dal partedell'imperatore romano Caracalla (III secolo d.C.), ma si tratta di una posizione controversa.[264][265]

Successione

Alessandro ebbe due figli: Eracle di Macedonia, nato nel 327a.C. da Barsine (figlia del satrapo Artabazus di Frigia) eAlessandro IV di Macedonia, nato nel 323 a.C. da Rossane(figlia del satrapo Ossiarte di Battriana). Alcuni storici gliattribuirono anche numerosi amanti, tra i quali l'amico Efestionee Bagoas.

Al morente Alessandro fu chiesto il nome di colui che avevascelto come suo successore. Egli diede un'indistinta risposta nellaquale qualcuno comprese Eracle (il figlio avuto da Barsine) ealtri Kratisto (termine che tradotto significa "il migliore").

Subito dopo il suo decesso, ci fu la cosiddetta Spartizione diBabilonia, che vide contrapporsi due linee di successione: il figlio di Alessandro avuto dalla moglieRossane, Alessandro IV, e il suo fratellastro Filippo Arrideo. Poiché il primo era ancora in fasce e ilsecondo era infermo di mente, i generali dell'esercito macedone (Diadochi) elessero un reggente,Perdicca, successivamente accettato in modo formale dall'assemblea dei soldati.

Nel 322 a.C. Perdicca si scontrò con Tolomeo (uno dei Diadochi e satrapo d'Egitto), contro il qualemosse guerra e rimase ucciso.

Successivamente i Diadochi elessero come reggente Antipatro, anche se non fu accettato da tutti. Nenacque una guerra civile nel corso della quale trovarono la morte i familiari ancora in vita di Alessandro,tra cui i due figli, la moglie Rossane, la madre Olimpiade, la sorella Cleopatra, la sorellastra Euridice e ilfratellastro Filippo.

Fonti storiche e leggenda

Le fonti storiche su Alessandro sono piuttosto numerose. Conosciamo l'esistenza di resocontiprovenienti dallo storico di corte Callistene, dal generale Tolomeo, dall'architetto militare Aristobulo eda Clitarco di Alessandria; queste opere sono tuttavia andate perdute.

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La leggenda del Volo di Alessandro, decorazionedella torre del Duomo di Fidenza

I principali storici che successivamente trattarono delle sue vicende sono:

Flavio Arriano, storico di Nicomedia (Anabasis Alexandri, ovvero Le campagne di Alessandro,scritto in greco e di carattere prevalentemente militare);Quinto Curzio Rufo, storico romano (Historiae Alexandri Magni Macedonis, biografia diAlessandro in dieci libri, mutila dei primi due, in cui l'autore traccia un ritratto non privo di ombredel re macedone assieme alla successiva vicenda dei Diadochi);Plutarco di Cheronea, storico greco (Vita Alexandri e due orazioni De Alexandri fortuna e DeAlexandri virtute);Diodoro Siculo, storico greco (i libri dal XVII al XXI della sua Bibliothekè Historikè coprono leconquiste di Alessandro e la successiva storia dei Diadochi); per lui il passaggio di Alessandro inAsia costituiva un evento di fondamentale importanza storica;[266]Giustino, storico romano, ci ha invece lasciato un'epitome (o "riassunto") della storia universale diPompeo Trogo (Historiarum Philippicarum T. Pompeii Trogi Libri XLIV);Paolo Orosio, storico latino cristiano (Historiarum adversos paganos Libri VII), tratta ampiamentedi Alessandro nel libro III, tracciandone un ritratto complessivamente negativo.

Ognuno offre una differente immagine del remacedone e, come dice Strabone, "tutti coloro chescrissero di Alessandro preferirono il meraviglioso alvero".

Alessandro divenne una leggenda mentre era ancora invita ed episodi meravigliosi furono narrati già dai suoicontemporanei che avevano assistito alle sue imprese.Oggi il suo nome viene equiparato ai più grandicondottieri di ogni tempo, come Giulio Cesare eGengis Khan.

Nel secolo successivo alla sua morte, i raccontileggendari sulla sua vita furono raccolti adAlessandria d'Egitto nel Romanzo di Alessandro,falsamente attribuito a Callistene (l'autore è a voltecitato come pseudo Callistene). Questo testo ebbegrande diffusione per tutta l'antichità e il Medioevo,con numerose versioni e revisioni. In epoca tardo­antica venne tradotto in lingua latina e in siriaco, daqui poi divulgato in moltissime lingue, compreso l'arabo, il persiano e le lingue slave. Questo documentocostituisce probabilmente la fonte della citazione di Alessandro nel Corano.

È invece andata quasi completamente perduta la Alessandriade (Αλεξανδριάς), un poema epico scrittodal poeta Adriano e del quale è pervenuta una sola linea.

Alessandro nella cultura di massa

Alessandro nel cinema

Sono state prodotte numerose serie televisive e diversi film che hanno come argomento la vita diAlessandro.

Alessandro il Grande, 1956 di Robert Rossen (titolo originale Alexander the Great), nel qualeAlessandro era interpretato da Richard Burton,[267] Fredric March e Claire Bloom;

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Alessandro il Grande, 1980 di Theodoros Angelopoulos (titolo originale O Megalexandros).[268]Alexander (2004), diretto dal regista Oliver Stone e interpretato dall'attore Colin Farrell, girato conla consulenza storica di Robin Lane Fox;[269]

Dal 1969 al 1981 la scrittrice inglese Mary Renault scrisse una sceneggiatura su basi storiche peruna trilogia, avente come argomento la vita di Alessandro: Fuoco dal cielo (adolescenza), Ilragazzo persiano (conquista della Persia, spedizione in India e morte, il tutto osservato dal puntodi vista di un persiano eunuco di nome Bagoa), e Giochi funerari (eventi successivi la morte);

Baz Luhrmann aveva pianificato un film inconsueto su Alessandro Magno, con LeonardoDiCaprio, ma la realizzazione di Oliver Stone lo ha costretto a posticipare l'evento a data dadestinarsi (il film avrebbe dovuto basarsi sulla trilogia di romanzi di Valerio Massimo ManfrediAléxandros);[270]

Alessandro nell'animazione

Nel 1999 la giapponese Madhouse ha prodotto la serie anime Alexander Senki (Cronache diAlessandro), intitolata in Italia Alexander, con il character design di Peter Chung (autore di ÆonFlux);Nel 2003 il noto mangaka giapponese Yoshikazu Yasuhiko ha dedicato al personaggio diAlessandro il volume Alexandros;Nell'anime e manga Fate/Zero, Alessandro Magno è uno dei Servant che partecipano alla guerradel Sacro Graal, con il nome di Iskandar, Re dei Conquistatori.

Alessandro nella musica

Il gruppo metal britannico Iron Maiden ha inserito una canzone intitolata Alexander The Great nelproprio album Somewhere in Time del 1986. La canzone, composta completamente dal bassistaSteve Harris, inizia con una citazione di re Filippo II e descrive la vita di Alessandro Magnoattraversandone i punti principali: la nascita, le sconfitte inflitte a Persiani, Sciti ed Egizi, laconquista di Persepoli, Babilonia e Susa, la leggenda del "nodo gordiano", la diffusionedell'Ellenismo e la mancata marcia sull'India, che sembrerebbe essere un'incongruenza: nel testo èscritto, appunto, che l'esercito non lo seguì in India e la cosa è vera se si considera che Alessandronon varcò mai i confini pachistani. Quindi probabilmente la canzone voleva intendere il fatto cheil suo esercitò si rifiutò di proseguire oltre i confini del Pakistan. L'ultimo ritornello della canzone,inoltre dice che Alessandro "morì di febbre a Babilonia", anche se si tratta si una semplificazione,in quanto l'effettiva malattia che causò la morte del grande condottiero è poco chiara;Il musicista brasiliano Caetano Veloso ha incluso nel 1998 nel suo album Livro una canzone epicasu Alessandro Magno intitolata Alexandre;Roberto Vecchioni ha dedicato ad Alessandro Magno la canzone Alessandro e il mare, inclusanell'album Milady del 1989.Nell'album Kokler (Roots) del gruppo turco dei Baba Zula, è presente una canzone dal titoloIskender, dedicata ad Alessandro. Oltre alla versione lunga, è stata inserita anche una versionedub, più corta;L'album The forth legacy, del gruppo metal Kamelot, comprende la canzone Alexandria, che siriferisce alla città omonima del macedone, intendendola come una rappresentazione concreta dellamentalità e dei sogni del sovrano.

Alessandro nei videogiochi

Il 23 novembre 2004 è uscito Alexander della Ubisoft, basato sul film diretto da Oliver Stone;Nel 2009 la FX Interactive ha prodotto il suo videogioco su Alessandro, Sparta II ­ Le conquistedi Alessandro Magno;

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Alessandro Magno nel fiume Cidnosalvato dai suoi soldati, MetropolitanMuseum of Art, New York

Altro videogioco prodotto dalla Deep Silver è Alexander: Il Tempo degli Eroi, anch'esso ispiratodal film di Oliver Stone.

Curiosità

Secondo le notizie di Flavio Arriano, noto anche comeArriano di Nicomedia,[271] Alessandro Magno si ammalòper essersi bagnato nelle acque gelide del fiume Cidno.Quinto Curzio Rufo descrive come ciò avvenne:[272]

« Il fiume Cidno scorre attraverso la città. Era alloraestate, il calore della quale brucia con la vampa del solenessun altra costa più di quella della Cilicia, ed eraincominciato il momento più caldo del giorno. L’acqualimpida del fiume invitò il re coperto di polvere e sudore, alavarsi il corpo ancora accalorato; così, dopo essersi toltola veste, di fronte all’esercito, ­ pensando che sarebbestata anche una bella cosa, se avesse mostrato ai suoi diaccontentarsi di un abbigliamento semplice e poco costoso­ si immerse nel fiume. Non appena entrate le membrainiziarono ad irrigidirsi con un improvviso brivido, poi ilpallore si diffuse, e il calore vitale abbandonò quasi tutto ilcorpo. I servitori accolgono fra le braccia Alessandrosimile ad uno morente, e lo portano privo di conoscenzanella tenda. Grande preoccupazione e quasi lutto c’era giànell’accampamento. Tutti, piangendo, si lamentavano chedopo tante peripezie e pericoli il re più famoso di ognitempo e di ogni ricordo potesse esser loro portato via nongià in combattimento, ucciso dal nemico, ma mentrerinfrescava il suo corpo in acqua. »(Storie di Alessandro Magno il Macedone.)

Note

1. ^ Il nome Alexandros deriva da ἀλέξ [aléx] e ἀνὴρ, ἀνδρὸς [anḕr, andrós] e significa "protettore dell'uomo".2. ^ Lane Fox, p. 34.3. ^ Peter Green, Alexander the Great and the Hellenistic Age, Phoenix edizioni, 2008, pp. 15­16, ISBN 978­0­

7538­2413­9.4. ^ Ashrafian, H. (2004), "The death of Alexander the Great—a spinal twist of fate", in: Journal of Hist.Neurosci., 13 (2), pp. 138–142

5. ^ Fred S. Kleiner, Gardner's Art Through the Ages: The Western Perspective, Cengage Learning, 13ªedizione, 2009, p. 126, ISBN 978­0­495­57360­9.

6. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 4, 1­8.7. ^ Ateneo di Naucrati, I Deipnosofisti, o Sofisti a banchetto, 10.45 434F e 435A, si veda anche: William W.

Fortenbaugh, Lyco of Troas and Hieronymus of Rhodes, pag. 155, Transaction Publishers, 2004, ISBN 978­0­7658­0253­8.

8. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 32, 5.9. ^ (EN) S. Gregory, Scott Bartell; Alicia Aldrete, Ancient linen body armor : unraveling the linothoraxmystery, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 2013, ISBN 978­1­4214­0819­4.

10. ^ Citati, p. 15.11. ^ Plutarco, Vite parallele: Alessandro e Cesare12. ^ Tale racconto fu poi oggetto di emulazione da parte di Scipione l'Africano Da Braccesi Lorenzo,

L'Alessandro occidentale: il Macedone e Roma, L'Erma di Bretschneider, 2006, p. 102, ISBN 978­88­8265­

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L'Alessandro occidentale: il Macedone e Roma, L'Erma di Bretschneider, 2006, p. 102, ISBN 978­88­8265­376­7.

13. ^ Lane Fox, p. 35.14. ^ Marta Sordi, Responsabilità, perdono e vendetta nel mondo antico, Vita e Pensiero, 1998, p. 145,

ISBN 978­88­343­0081­7.15. ^ Una volta Alessandro regalò a Leonida incenso e mirra, pregandolo in tal modo di smettere con la sua

avarizia. Plutarco, Vita di Alessandro, 25, 5.16. ^ Lane Fox, p. 37.17. ^ Musti, p. 621.18. ^ Aristotele era imparentato con Ermia di Atarneo, con cui poco prima Filippo aveva instaurato una pace

strategica; infatti dal suo territorio si doveva partire per l'attacco alla Persia e i genitori di entrambi(Nicomaco e Aminta II) si conoscevano. Si veda Plutarco, Vite parallele ­ Alessandro e Cesare, pag. 46­47,BUR, ventitreesima edizione, 2009, ISBN 978­88­17­16613­3.

19. ^ Denominata «della cassetta»; alcuni, come Strabone (XIII, 1,27) affermano che fosse stata scritta daicompagni di Alessandro, Callistene e Anassarco. Altri sostengono che il conquistatore stesso avessecontribuito alla sua stesura

20. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 8, 4­5.21. ^ Isocrate, Epistole V22. ^ Nella primavera del 346 a.C., racconta Eschine che Alessandro suonava la lira e dialogava amabilmente, da

Eschine, contro Timarco (p. 168)23. ^ Quando Alessandro Magno aveva dodici anni, colui che aveva donato il cavallo al padre era partito per una

spedizione in Sicilia; ciò fa presupporre che fosse ancora più giovane, da Lane Fox, p. 39.24. ^ Frediani, p. 57.25. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVI, 84, 4.26. ^ Frediani, p. 61.27. ^ Peter John Rhodes, A history of the classical Greek world: 478­323 BC, quarta edizione, Wiley­Blackwell,

2006, p. 321, ISBN 978­0­631­22564­5.28. ^ Mossé, p. 11.29. ^ Mossé, p. 12.30. ^ Per il dialogo si veda fra gli altri: H. A. Guerber, The Story of the Greeks, Yesterday's Classics, 2006, pp.

305­306, ISBN 978­1­59915­011­6.31. ^ Probabilmente fu un seguace di Diogene ad aggiungere dei particolari alla storia dell'incontro tra il filosofo

cinico e Alessandro. Confronta il testo con Plutarco, Vita di Alessandro, 14, 2­3.32. ^ La battaglia è descritta in Frediani, pp. 63­64.33. ^ Tutta la battaglia viene descritta con particolari e mappe in Frediani, pp. 64­65.34. ^ Arriano, Anabasi, I, 4, 1.35. ^ Ruth Sheppard, Alexander the Great at War: His Army ­ His Battles ­ His Enemies, Osprey Publishing,

2008, pp. 64­65, ISBN 978­1­84603­328­5.36. ^ Longaros, re degli Agriani. Per la sua collaborazione e la disfatta di Glaucia si veda Ian Worthington,

Alexander the Great: man and god pp 56­58, Pearson Education, 2004, ISBN 978­1­4058­0162­1.37. ^ Arriano, Anabasi, I, 6, 3­18.38. ^ Mossé, p. 13.39. ^ Lane Fox, p. 82.40. ^ Lane Fox, p. 85.41. ^ Musti, p. 636.42. ^ George Grote, History of Greece, Volume 12, Editore Harper, 1872, p. 108.43. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 14, 6­8.44. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, VII: 1,3 e 2,33.45. ^ Lane Fox, p. 107.46. ^ Arriano, Anabasi, I, 11 e Keyne Cheshire, Alexander the Great, pag 29, Cambridge University Press, 2009,

ISBN 978­0­521­70709­1.47. ^ Lane Fox, pp. 108­109.48. ^ I dati raccolti secondo quanto riportano Plutarco, Vita di Alessandro, Polibio, XII 19,1 e la scheda raccolta

in La popolazione del mondo greco­romano di Beloch, pag. 227.49. ^ Michael Thompson, Richard Hook, Osprey Publishing, 2007, Granicus 334 BC: Alexander's First Persian

Victory, pag 23, ISBN 978­1­84603­099­4.50. ^ Arriano, Anabasi, I, 14, 1.51. ^ La loro valuta era molto diffusa a quei tempi, considerando che i satrapi persiani non coniavano moneta

propria e usavano quella di Cizico che non apparteneva all'impero. Per la questione delle monete si veda Lane

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propria e usavano quella di Cizico che non apparteneva all'impero. Per la questione delle monete si veda LaneFox, p. 114.

52. ^ Arriano, Anabasi, I, 14, 5.53. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 16, 7.54. ^ Tutti i vari duelli della battaglia, raccontati originalmente da Plutarco, Arriano e altri, vengono descritti con

cura in Frediani, pp. 107­110.55. ^ Peter Green, Alexander of Macedon, 356­323 B.C.: a historical biography, pag 114, University of

California Press, 1992, ISBN 978­0­520­07166­7.56. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 21, 3.57. ^ Frediani, p. 113.58. ^ Arriano, Anabasi, I, 13, 6.59. ^ Lane Fox, pp. 120­121.60. ^ Quelle che provenivano dall'Egitto terminato il vecchio incarico. Si veda John Maxwell O'Brien, Alexander

the Great: the invisible enemy : a biography, pag 65, Milano, Routledge, 1994, ISBN 978­0­415­10617­7.61. ^ Arriano, Anabasi, I, 18, 6­9.62. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, III, 12,6; V, 1,44.63. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 24, 1 aggiunge anche che furono tolti i contributi che

pagavano in precedenza, ma in realtà al posto dei tributi chiese una «contribuzione» al suo dire momentanea.64. ^ Musti, p. 639.65. ^ Ariano 1, 23, 866. ^ Frediani, p. 115.67. ^ Lane Fox, p. 133.68. ^ James R. Ashley, The Macedonian Empire: The Era of Warfare Under Philip II and Alexander the Great,

359­323 B.C., pag 207, McFarland, 2004, ISBN 978­0­7864­1918­0.69. ^ William Mitford, The history of Greece Volume 5, pag 153, Cadell and Davies, 1818.70. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, VIII, 1, 36.71. ^ Lane Fox, p. 136.72. ^ Citati, p. 23.73. ^ Arriano, Anabasi, I, 22, 6.74. ^ Arriano, Anabasi, I, 24, 1.75. ^ Arriano, Anabasi, I, 26, 4.76. ^ Arriano, Anabasi, I, 25, 10.77. ^ La donna riferì che di Alessandro l'uomo portava solo il nome, da Aristobulo, fr, 2 b Jacoby78. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, III, 7, 11.79. ^ La descrizione non è riportata da Diodoro; Mossé, p. 17.80. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 18, 4.81. ^ Lane Fox, p. 109.82. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, III, 1, 20.83. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII: 29,1­2 e 31,3.84. ^ Senofonte, Anabasi 1,21,2285. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 30, 4.86. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 18, 6.87. ^ Luisa Prandi, Callistene: uno storico tra Aristotele e i re macedoni, pag. 101, Editoriale Jaca Book, 1985,

ISBN 978­88­16­95017­7.88. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 19, 2­9.89. ^ Donald W. Engels, Alexander the Great and the logistics of the Macedonian army, pag 46, University of

California Press, 1980, ISBN 978­0­520­04272­8.90. ^ Arriano, Anabasi di Alessandro, Libro II, cap. VI91. ^ Daniele Forconi, Alessandro Magno, 2002 Firenze, Giunti Gruppo Editoriale, Il crollo dell'impero persiano,

ISBN 88­09­02760­4 pag. 53, cit. (http://books.google.it/books?id=49AAL9Yj6MMC&pg=PA53&dq)92. ^ Lane Fox, p. 165.93. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 20, 5­7.94. ^ a b Le cifre sono prese da Frediani, pp. 134­135.95. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, III, 9, 2.96. ^ Ogni ordine sarebbe stato impartito ed eseguito in metà tempo, così in Senofonte, Anabasi, 1,8,2197. ^ Lane Fox, pp. 167­168.98. ^ Arriano, Anabasi, II, 6.99. ^ Lane Fox, p. 173.

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100. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 20, 10.101. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, III, 11, 27.102. ^ Musti, p. 641.103. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, III, 12, 7.104. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 37, 6.105. ^ Arriano, Anabasi, II, 12, 1.106. ^ Citati, p. 99.107. ^ M. A. Dandamaev, A political history of the Achaemenid empire, Ancient Near East, pag 323, BRILL,

1989, ISBN 978­90­04­09172­6.108. ^ Ateneo, Dipnosofisti, XIII 607 f 608 a109. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 21, 7­9.110. ^ Arriano, Anabasi, II, 14, 4­9.111. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 2, 2.112. ^ Giustino, XI,10.11113. ^ a b Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XXX, 18.114. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 3, 9.115. ^ Rufus J. E. Atkinson, Virginio Antelami, Tristano Gargiulo, Quintus Curtius, Lorenzo Valla, 1998, Storie

di Alessandro Magno, Scrittori greci e latini. Volume 1, pag 101, ISBN 978­88­04­43468­9.116. ^ Lane Fox, pp. 187­188.117. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 41, 3.118. ^ Arriano, Anabasi, II, 25, 13; con tale data non concorda Plutarco, che indica la ricezione della missiva nella

primavera del 331 a.C.119. ^ Citati, pp. 101­102.120. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 3, 24­26.121. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 4, 2.122. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 25, 1­3.123. ^ Frediani, p. 162.124. ^ W. W. Tarn, Alexander the Great: Volume 2, Sources and Studies, Volume 2, pag 120, Cambridge

University Press, 2003, ISBN 978­0­521­53137­5.125. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 4, 12.126. ^ Arriano, Anabasi, II, 24.127. ^ Edward Farr, History of the Persians, pag 252, Robert Carter, 1850.128. ^ Lane Fox, p. 190.129. ^ Arriano, Anabasi, II, 24, 6.130. ^ Arriano, Anabasi, II, 26, 2.131. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 6, 8.132. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 48.133. ^ Arriano, Anabasi, II, 26, 26­27.134. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 6, 19.135. ^ Frediani, p. 170.136. ^ Lane Fox, p. 192.137. ^ N. G. L. Hammond, The Genius of Alexander the Great, pag 96, UNC Press, 1998, ISBN 978­0­8078­

4744­2.138. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 6, 25.139. ^ Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche, XI, 337 [VIII, 5]140. ^ Musti, p. 643.141. ^ Mossé, p. 19.142. ^ Arriano, Anabasi, III, 1­4.143. ^ Citati, p. 24.144. ^ «C'è un'isola nel mare ondoso, dinnanzi all'Egitto, la chiamano Faro» Omero, Odissea, 4,354­355,

traduzione di Domenico Magnino da Plutarco, Alessandro Cesare, pag 97, BUR, ventitreesima edizione,2009, ISBN 978­88­17­16613­3.

145. ^ Arriano, Anabasi, III, 1­5.146. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 26, 8.147. ^ Alan K. Bowman, L'Egitto dopo i faraoni, pag 228, Giunti, 1997, ISBN 978­88­09­21082­0.148. ^ Arriano, Anabasi, III, 2, 2.149. ^ Plutarco, Alessandro Cesare, pag.99, BUR, ventitreesima edizione, 2009, ISBN 978­88­17­16613­3.150. ^ Lane Fox, pp. 206­207.

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150. ^ Lane Fox, pp. 206­207.151. ^ Callistene, fr. 14 Jacoby152. ^ Si confronti Polibio XII,23153. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 51, 3.154. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 27, 5­7.155. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 27, 9.156. ^ Arriano, Anabasi, III, 4, 5.157. ^ Arriano, Anabasi, VI, 19, 4.158. ^ Mossé, p. 22.159. ^ Arriano, Anabasi, III, 7, 3.160. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 9, 13.161. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 9, 17­21.162. ^ Lane Fox, p. 233.163. ^ Arriano, Anabasi, III, 8, 2.164. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 31, 11­12.165. ^ Lane Fox, p. 234.166. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 32, 3­4.167. ^ Musti, p. 645.168. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 31, 6­7.169. ^ Le stesse indicazioni si hanno da Tolomeo e Aristobulo, si veda Plutarco, Alessandro Cesare, pag 111,

BUR, ventitreesima edizione, 2009, ISBN 978­88­17­16613­3.170. ^ Non potevano superare i 12.000 uomini secondo Hans Delbrück, History of the Art of War: Warfare in

antiquity, pag 212, U of Nebraska Press, 1990, ISBN 978­0­8032­9199­7., mentre Robin Lane Fox cita30.000 uomini, Lane Fox, p. 236.

171. ^ Marco Giuniano Giustino,11,6,11172. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 39, 4.173. ^ Arriano, Anabasi, III, 8.174. ^ Secondo la fonte il problema più grande dell'esercito persiano era costituito dall'inettitudine del

comandante in campo. Si veda William W. Tarn. Storia del mondo antico, volume V, p 311175. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 9, 10.176. ^ Arriano, Anabasi, III, 8, 3­5.177. ^ Lane Fox, p. 237.178. ^ Arriano, Anabasi, III, 9, 1.179. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 32, 9­11.180. ^ J.F.C. Fuller, The Generalship of Alexander the Great, 1958, pag 178181. ^ Frediani, p. 191.182. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 58, 5.183. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 15, 14­17.184. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 15, 11.185. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 33, 9­11.186. ^ Lane Fox, p. 245.187. ^ Frediani, p. 193.188. ^ Mossé, p. 23.189. ^ Arriano, Anabasi, III, 15, 2.190. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 16, 16.191. ^ Arriano, Anabasi, III, 15, 6.192. ^ William Napoleon Hendricks, A comparison of Diodorus' and Curtius' accounts of Alexander the Great,

pag 94, Duke University, 1974.193. ^ Frediani, p. 197.194. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 16, 29.195. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 34, 1­2.196. ^ Dell'aiuto fornito da Faullo nella guerra persiana si veda anche Erodoto, 8,47197. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 35, 1­4.198. ^ Lane Fox, pp. 255­256.199. ^ Da una descrizione di un soldato tessalo, Strabone XV,3.3200. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 36, 2.201. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 36, 7.202. ^ Plutarco, Alessandro Cesare, pag 133, BUR, ventitreesima edizione, 2009, ISBN 978­88­17­16613­3.203. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 39, 12­13.

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203. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 39, 12­13.204. ^ Frediani p. 201. .205. ^ J.F.C. Fuller, The Generalship of Alexander the Great, 1958, pag 228206. ^ Arriano, Anabasi, III, 18, 2.207. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, V, 3, 17.208. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 68, 4.209. ^ a b Frediani, p. 202.210. ^ Lane Fox, p. 264.211. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, V, 7, 20.212. ^ Lane Fox, p. 266.213. ^ Arriano, Anabasi, III, 18, 11­12.214. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 38, 7­8.215. ^ J. Dryden, Alexander's Feast, vv 49­69216. ^ Lane Fox, pp. 268­269.217. ^ Lane Fox, p. 273.218. ^ Frediani, pp. 204­205.219. ^ Arriano, Aubrey De Sélincourt, Penguin Classics, 1971, The campaigns of Alexander, pag 184, ISBN 978­

0­14­044253­3.220. ^ Lane Fox, p. 275­280.221. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 43, 3­5.222. ^ Arriano, Anabasi, II, 14, 6­8.223. ^ Arriano, Anabasi, III, 25, 3.224. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 44, 3­5.225. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, VI, 6, 2.226. ^ Lane Fox, p. 285.227. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IV, 6, 32.228. ^ Frediani, p. 207.229. ^ Arriano, Anabasi, III, 25, 8.230. ^ Lane Fox, p. 304.231. ^ Richard Stoneman, Alexander the Great, pag 67, Routledge, 2004, ISBN 978­0­415­31931­7.232. ^ Arriano, Anabasi, III, 29, 4.233. ^ Plutarco, Alessandro Cesare, pag 141, BUR, ventitreesima edizione, 2009, ISBN 978­88­17­16613­3.234. ^ Per la versione in inglese Christopher Herold, Bonaparte in Egypt, pag 203, Fireship Press, 2009,

ISBN 978­1­934757­76­5.235. ^ Lane Fox, p. 289.236. ^ Quintus Curtius Rufus, J. E. Atkinson, Virginio Antelami, Tristano Gargiulo, Fondazione Lorenzo Valla,

2000, Storie di Alessandro Magno, pag 47, ISBN 978­88­04­47408­1.237. ^ Limno in questo racconto viene ucciso e non si uccide. Da Plutarco, Vita di Alessandro, 49, 3­7.238. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 48, 4­7.239. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XVII, 79­80.240. ^ Arriano, Anabasi, III, 26, 1.241. ^ Musti, pp. 648­649.242. ^ Arriano, Anabasi, III, 26, 2­3.243. ^ Lane Fox, p. 290.244. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, VI, 9, 14.245. ^ Musti, p. 649.246. ^ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, VII, 3, 8.247. ^ Lane Fox, p. 298.248. ^ a b Frediani, p. 211.249. ^ Rufus Quintus Curtius, Quintus Curtius, De rebus gestis Alexandri Magni libri superstites, pp. 505­506, J.

Antonelli, 1840.250. ^ Arriano, Anabasi, IV, 4, 1.251. ^ Arriano, Anabasi, IV, 4, 9.252. ^ a b c Lane Fox, p. 313.253. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 50, 3­9.254. ^ Plutarco, Vita di Alessandro, 51, 1­6.255. ^ I versi esatti recitati da Clito secondo quanto riportato sono quelli dell'Andromaca, 693256. ^ Mossé, p. 105.

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Bibliografia

Fonti primarie

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Saggi e biografie

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256. ^ Mossé, p. 105.257. ^ I dodici giorni di agonia sono minuziosamente registrati nelle tracce delle Efemeridi reali, ovvero la

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9/9/2015 Alessandro Magno - Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Magno 41/42

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Narrativa

Davide Fresi, Alessandro Magno e i prescelti venuti dal futuro, 2014P. Doherty, trilogia edita da Newton Compton: Alessandro Magno e la vittoria impossibile (2002),Alessandro Magno e l'uomo senza Dio (2003), Alessandro Magno e le porte degli Inferi, 2004Valerio Massimo Manfredi, trilogia: Il figlio del sogno, Le sabbie di Amon, Il confine del mondo,raccolti ne Il Romanzo di Alessandro, Mondadori,Gisbert Haefs, Alessandro, Alessandro in AsiaGiovanni Pascoli, "Aléxandros", Poemi Conviviali, 1904David Gemmell, Il Leone di Macedonia (1990), Il Principe Nero, 1991Steve Berry, L'ombra del leone, 2008Valerio Massimo Manfredi, La Tomba di Alessandro, Mondadori, 2009Vittorio Russo, Sulle orme di Alessandro Magno, 2009

Voci correlate

AristoteleFilippo II di MacedoniaNodo gordianoPeritasPersone che sono state considerate divinitàRegno di MacedoniaRomanzo di AlessandroStorici di Alessandro MagnoTiro (città)Volo di Alessandro

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Collegamenti esterni(EN) Alexander the Great's Home on the Web (http://www.pothos.org/), portale su Alessandro(FR) Materiale su Alessandro (http://www.3dsrc.com/alexandrelegrand/multimedia.php)conservato al Louvre

VIAF: (EN) 101353608 (https://viaf.org/viaf/101353608) ∙ LCCN: (EN) n79004067

9/9/2015 Alessandro Magno - Wikipedia

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Categorie: Militari antichi macedoni Nati nel 356 a.C. Morti nel 323 a.C. Morti a BabiloniaAlessandro Magno Argeadi Re dei Re Re di Ansan Re di MacedoniaSovrani della dinastia macedone | [altre]

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